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Ci rattrista e ci colpisce l’aver appreso della scomparsa a 93 anni, del grande Ovidio Marras, il pastore sardo che sconfisse i colossi del cemento per salvare la sua terra. Ovidio Marras era un eroe d’altri tempi. Un guerriero antico catapultato nell’era moderna con tutta la forza del suo orgoglio e della sua grande dignità. Quel prezioso pezzo di terra dove aveva vissuto una vita intera, nella sua umile casa, rappresentava per lui “tutto” ciò che si potesse desiderare. Ecco perché l’aveva difeso con le unghie e con i denti; e alla fine, dopo una lunga battaglia legale, anche grazie alle azioni del Gruppo di Intervento Giuridico, era riuscito a far prevalere le sue ragioni sull’assalto della grande speculazione edilizia ad uno degli angoli più belli della costa sud occidentale sarda.

Nell’affare per la cementificazione dei terreni a ridosso del litorale di Capo Malfatano, con il progetto di un mega resort di lusso a due passi dal mare, erano coinvolti persino i Benetton e la Marcegaglia. Prima che la questione finisse in tribunale, le laute offerte in denaro per rinunciare senza troppe storie a quei terreni di pascolo e macchia mediterranea lussureggiante in un contesto incontaminato di rara bellezza, non erano mancate. Ma quell’uomo minuto e schivo, col volto segnato dal tempo, aveva detto NO. Ovidio avrebbe potuto arricchirsi facilmente vendendo la sua terra. Ma la posta in gioco per lui valeva più di tutto l’oro del mondo. “Il denaro va e viene, la terra resta sempre” diceva Ovidio in perfetto dialetto sardo campidanese, da grande saggio.

Sapeva bene cosa significava l’appartenenza alla madre terra. Lui che era un vero figlio della Sardegna più autentica, non avrebbe mai rinunciato alla sua vita da pastore, con i suoi animali, con i suoi uliveti secolari, con il suo mare a pochi passi da casa. La storia di Ovidio che dopo quel NO aveva lottato duramente contro gli speculatori che non volevano mollare la presa, era arrivata persino sulle pagine del New York Times. Sembrava impossibile che un anziano pastore potesse opporsi con tanto coraggio a dei veri colossi del cemento e far sentire la sua voce in tutto il mondo. Eppure stava accadendo davvero.

Ecco perché in un’epoca in cui tutto è diventato “mercificabile”, dove il Dio denaro supera spesso qualsiasi principio e valore, la lezione di Ovidio Marras diventa una preziosa eredità per le generazioni future. Ci sono cose che non si possono comprare perché chi le custodisce e le vive sa che non hanno prezzo. Oggi, nel silenzio del viaggio più lungo per il nostro Ovidio, dinnanzi alla sua morte, non possiamo che dire grazie a quest’uomo per aver dimostrato al mondo che i soldi non comprano tutto e dobbiamo essere sempre orgogliosi di ciò che abbiamo e ciò che ci è stato regalato.

Ciao Ovidio! Che la terra ti sia lieve.

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