Monza Gol

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Il Calcio Monza di oggi e di ieri. Informazione, dirette, interviste e...
tante foto mai viste prima!

Informazione, ricordi, dirette, fotografie amarcord, tutto quello che c'Ú da sapere sull' AC Monza di oggi, di ieri... e di domani.

11/09/2024

Sarà 𝐋𝐮𝐜𝐚 𝐏𝐚𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚 l'arbitro di Monza-Inter, in programma domenica ore 20.45 allo U Power Stadium.

In serie A Pairetto ha già arbitrato il Monza quattro volte: nella stagione 2022/23 Lecce-Monza 1-1, Monza-Bologna 1-2 e Inter-Monza 0-1.
Nella passata stagione: Monza-Lazio 2-2.

11/09/2024

Domani pomeriggio, intervista esclusiva per Monza Gol con 𝐋𝐮𝐜𝐚 𝐋𝐞𝐯𝐚𝐭𝐢, direttore di Radio Lombardia.

Beppe Marotta, dal Monza alla "Hall of fame" del calcio italiano (2a p.) - Monzagol.it 11/09/2024

Sul nostro sito ufficiale Ú on line la seconda e ultima parte delle "𝐒𝐭𝐚𝐫𝐢𝐞 𝐛𝐢𝐚𝐧𝐜𝐚𝐫𝐚𝐬𝐬𝐞" di 𝐄𝐧𝐳𝐚 𝐌𝐚𝐮𝐫𝐢 dedicate a 𝗕𝗲𝗜𝗜𝗲 𝗠𝗮𝗿𝗌𝘁𝘁𝗮, che ha mosso i primi, significativi passi da dirigente nel Monza per arrivare all'attuale, prestigiosa carica di Presidente dell'Inter.

Adriano Galliani

Beppe Marotta, dal Monza alla "Hall of fame" del calcio italiano (2a p.) - Monzagol.it Tornando ai giorni nostri: Beppe Marotta, sessantaseienne amministratore delegato nerazzurro (quando di possibile presidenza nessuno aveva neppure iniziato a parlarne) , dimenticando per un attimo i suoi felici trascorsi biancorossi si Ú fatto particolarmente sentire, agli inizi dello scorso anno, ...

11/09/2024

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𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐚 𝐢𝐥 𝐌𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐞𝐥𝐢𝐊𝐢𝐧𝐚̀ 𝐥’𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐚𝐩𝐩𝐚 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚

All’inizio della stagione 1970/71 la squadra biancorossa allenata da Gigi Radice riuscì a compiere un’impresa memorabile, eliminare l’Inter dalla Coppa Italia al termine del girone di qualificazione.
Fatale ai nerazzurri guidati da Heriberto Herrera il pareggio allo stadio Sada il 13 settembre 1970.
Passata in vantaggio al 20° del primo tempo grazie a un gol di Boninsegna, l’Inter venne raggiunta al primo minuto della ripresa grazie a un gran diagonale di Bertogna.
Alla partita assistettero oltre 10 mila spettatori, rendendo il “Sada” una polveriera.
Il Monza fu promosso ai quarti di finale della Coppa dopo ben due spareggi, il primo contro l’Atalanta allo stadio San Siro (vittoria per 5-4 dopo i calci di rigore, 1-1 al termine dei 90’), il secondo contro il Novara sul campo neutro di Varese (5-4 dopo i rigori, 0-0 al termine dei tempi regolamentari).
Nella doppia sfida ai quarti di finale contro la Fiorentina, la squadra di Radice venne battuta sia all’andata a Firenze (2-1) che al ritorno disputato sul campo neutro di Brescia (2-0 per i Viola).
A proposito dell’Inter: al termine di quella stagione i nerazzurri trionfarono in campionato conquistando l’11° scudetto della loro storia.
Decisivo il cambio di panchina alla vigilia della sesta giornata, quando Gianni Invernizzi rilevò Heriberto Herrera.

𝐆𝐢𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐒𝐚𝐧𝐭𝐚𝐫𝐚

(Nella foto: la pagina sportiva del "Cittadino" dopo l'impresa biancorossa)

Adriano Galliani

Photos from Monza Gol's post 10/09/2024

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𝐁𝐞𝐜𝐜𝐚𝐥𝐚𝐬𝐬𝐢, 𝐝𝐚𝐩𝐩𝐢𝐚 "𝐞𝐱" 𝐠𝐞𝐧𝐢𝐚 𝐞 𝐬𝐫𝐞𝐠𝐚𝐥𝐚𝐭𝐞𝐳𝐳𝐚

(Articolo a cura di Sergio Turrini).............................................................................................

“Mi chiamo Evaristo, scusa se insisto...”
Era una frase coniata dal compianto giornalista e telecronista Beppe Viola. Uno slogan che Viola tirò fuori a sorpresa, nel commentare le fasi salienti del Derby Inter-Milan datato 28 Ottobre 1979.
Quel pomeriggio Evaristo Beccalossi segnò una doppietta ai cugini milanisti rimasta nella memoria di entrambe le tifoserie milanesi, nel bene e nel male. Il primo dei due gol fu un colpo di genio che la difesa avversaria non poteva nemmeno immaginare.
Il secondo, come disse Viola, anche fin troppo facile per uno come lui.
Sì perché questo ragazzo nato e cresciuto a Brescia, un genietto lo era davvero. Uno di quelli che sapevano estrarre dal cilindro le giocate che esaltavano le masse, ma nello stesso tempo dividevano il pubblico. C’era chi lo amava e chi lo contestava per la poca costanza.
A volte si innamorava un po’ troppo del pallone, tanto che il noto giornalista Gianni Brera lo soprannominò ‘Dribblossi’. Si dice che i compagni prima della gara si chiedessero “Oggi giocheremo il 12 o in 10?”
Certo, i numeri d gran classe non gli riuscivano sempre. Nel calcio, come nella vita, ci sono i lavoratori che ti garantiscono il lavoro costante, e poi gli artisti che devi prendere per quello che sono. Accendono la luce e fanno brillare lo stadio ma non sai quando e come.
Non lo apprezzava Bearzot, che non lo aveva mai chiamato in Nazionale, nemmeno quando il popolo lo richiedeva a gran voce. E prima del famoso mondiale 1982, Beccalossi era stato tra i motivi di contestazione al C.T. assieme alla mancata convocazione di Pruzzo (capocannoniere del campionato da due anni).
La stella del Beck iniziò a essere messa in ombra proprio dopo quel Mondiale, quando all’Inter arrivò il tedesco Hansi Muller. Anche lui dotato di buona tecnica, fu presto considerato un doppione del talento bresciano, col quale si diceva non potesse giocare assieme altrimenti facevano scopa.
Tale dualismo portò ad una loro alternanza nella formazione titolare, fino a che per non sbagliare scelta, l’Inter decise di liberarsi di entrambi.
Evaristo fu dirottato in prestito alla Sampdoria, dove ritrovò l’allenatore Bersellini e anche qualche
vecchio compagno di squadra come Bordon e Scanziani, ma ancora si scontrò con altre personalità più forti di lui, tipo lo scozzese Souness, ed i talenti emergenti Mancini e Vialli. Fatto sta che di spazio in prima squadra ne trovò ben poco.
E fu così che l’anno dopo arrivò proprio al Monza, in serie B. Era una squadra nella quale sembravano esserci ampie premesse di buoni risultati, visto che oltre Beccalossi, vi erano pure Antonelli, Ambu e Casiraghi in attacco, Saini e Boccafresca a centrocampo, Gasparini, Dondoni e Laureri in difesa.
Invece le cose non andarono per il verso giusto, con la stella di Beccalossi che non si accese praticamente mai.
Rimangono all’attivo da parte sua solamente tre reti su rigore. Ci si aspettava ben altro da chi pochi anni prima faceva esplodere San Siro, ma invece non era riuscito a farsi notare al Sada.
Per il Monza fu retrocessione in serie C: Evaristo se ne tornò al Brescia per ritrovare almeno la buona aria di casa, ma il suo percorso verso la fine della carriera era ormai imboccato.
Un’occasione perduta per il calcio italiano? Forse non Ú stato capito fino in fondo, ed il calcio non si era ancora evoluto dal punto di vista tattico. O magari, chissà, gli Ú mancato un po’ di carattere, di personalità, perché tecnicamente non aveva nulla da invidiare a nessuno.
Però le sue giocate ce le ricordiamo, il suo stile era inconfondibile, e i suoi spunti di classe, tanti o pochi, sono rimasti negli occhi dei tifosi, compresi quelli del Monza.

(Foto: Sergio Perego)

Maldini sul figlio: "Daniel ha una qualità che non Ú comune" 10/09/2024

Di padre in figlio... ❀

Maldini sul figlio: "Daniel ha una qualità che non Ú comune" Le parole di Paolo Maldini sul figlio Daniel

SETTORE GIOVANILE: i risultati del weekend - Associazione Calcio Monza S.p.A. 09/09/2024

SETTORE GIOVANILE: i risultati del weekend - Associazione Calcio Monza S.p.A. SETTORE GIOVANILE: i risultati del weekend - Associazione Calcio Monza S.p.A.

Photos from TuttoMonza.it's post 09/09/2024

Da TuttoMonza.it nostro partner editoriale.

09/09/2024

𝐒𝐓𝐀 𝐏𝐄𝐑 𝐀𝐂𝐂𝐀𝐃𝐄𝐑𝐄 𝐐𝐔𝐀𝐋𝐂𝐎𝐒𝐀...

𝑎𝒐𝒏𝒛𝒂 𝑰𝒏 Ú una 𝑠𝑡𝑎𝑟𝑡 𝑢𝑝 nata da un progetto congiunto di ArteInvestimenti.it e Monza Gol.

Qualcosa che a Monza e Brianza mancava da parecchio tempo!
Siamo quasi in rampa di lancio, tenetevi pronti...

# ArteInvestimenti.it Collezioni Prada srl

Facchetti, il Monza e un 'matrimonio' mai realizzato - Monzagol.it 09/09/2024

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"𝗖𝗌𝗿𝗿𝗲𝘃𝗮 𝗹’𝗮𝗻𝗻𝗌 𝟭𝟵𝟳𝟵 𝗲 𝗹’𝗲𝘀𝘁𝗮𝘁𝗲 𝗲𝗿𝗮 𝗌𝗿𝗺𝗮𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗜𝗌𝗿𝘁𝗲. 𝗜𝗹 𝗠𝗌𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝗔𝗹𝗳𝗿𝗲𝗱𝗌 𝗠𝗮𝗎𝗻𝗶 𝘃𝗶𝗮𝗎𝗎𝗶𝗮𝘃𝗮 𝘀𝗜𝗲𝗱𝗶𝘁𝗌 𝘃𝗲𝗿𝘀𝗌 𝗹𝗮 𝘀𝗲𝗿𝗶𝗲 𝗔 𝗲..."

Facchetti, il Monza e un 'matrimonio' mai realizzato - Monzagol.it Correva l’anno 1979 e l’estate era ormai alle porte. Il Monza di Alfredo Magni viaggiava spedito verso la serie A, alla fine di maggio era stato presentato presso il Comune della città di Teodolinda il progetto esecutivo per la realizzazione del nuovo stadio Brianteo, che...

09/09/2024

Il giusto tributo che doveva avere Filippo, con questa fantastica coreografia dedicata dalla curva dei tifosi della Spal.
Il giovane tifoso 22enne tornando da Perugia dopo dopo aver assistito a Perugia-Spal e’ stato vittima di un incidente stradale nel tragitto che lo riportava a casa.

Fonte: Casual People2011

09/09/2024

𝐂𝐚𝐧 𝐮𝐧 𝐩𝐢𝐜𝐜𝐚𝐥𝐚 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐬𝐭𝐢𝐊𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐩𝐚𝐭𝐞𝐭𝐞 𝐜𝐚𝐧𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐢𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐫𝐞𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐌𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐆𝐚𝐥 𝐞 𝐟𝐚𝐫 𝐜𝐚𝐧𝐚𝐬𝐜𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐯𝐚𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐚𝐢 𝐭𝐢𝐟𝐚𝐬𝐢 𝐛𝐢𝐚𝐧𝐜𝐚𝐫𝐚𝐬𝐬𝐢!

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Photos from Dino e Vero Music's post 09/09/2024

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09/09/2024

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𝗧𝗮𝗎𝗻𝗶𝗻: 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗜𝗿𝗌𝘃𝗶𝗻𝗰𝗶𝗮 𝗮𝗹 𝘁𝗲𝘁𝘁𝗌 𝗱𝗲𝗹 𝗺𝗌𝗻𝗱𝗌.
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Una carriera partita dalla gavetta, dal Torino, passando attraverso Monza e Alessandria. Sì, anche Monza: quando parliamo di grandi giocatori che hanno vestito la maglia biancorossa, ricordiamoci anche di 𝗖𝗮𝗿𝗹𝗌 𝗧𝗮𝗎𝗻𝗶𝗻. Un giocatore che approdò nella grande Inter di Helenio Herrera a quasi trentun anni, un’età in cui, a quei tempi, un giocatore avrebbe dovuto smettere. All'epoca non erano state ancora inventate le attuali tecniche di allenamento che consentono una maggiore longevità. Eppure il mago volle con sÚ quel biondino, assieme ai vari Mazzola, Corso, Suarez...
E mitica fu la notte del “Prater” di Vienna, al termine della quale l’Inter si aggiudicò la sua prima Coppa dei Campioni sconfiggendo il Real Madrid (27 maggio 1964).
A Tagnin toccò il compito di marcare il giocatore più pericoloso, quell’Alfredo Di Stefano che rappresentava la fonte di gioco di tutta la squadra avversaria.
Le istruzioni di Helenio Herrera furono perentorie: "𝐷𝑒𝑣𝑖 𝑠𝑒𝑔𝑢𝑖𝑟𝑙𝑜 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒 𝑣𝑎 𝑎𝑙 𝑔𝑎𝑏𝑖𝑛𝑒𝑡𝑡𝑜!"
E lui quelle istruzioni le prese alla lettera, tanto che il fuoriclasse spagnolo si lamentò spesso perché Tagnin lo marcava davvero ovunque, anche quando effettuava una rimessa laterale.
Quella frase di Herrera divenne talmente famosa da essere utilizzata spesso dagli allenatori, ai tempi in cui ancora si marcava a uomo.

𝗚𝗶𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗊𝗮𝗻𝘁𝗌𝗿𝗌

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𝐶𝑎𝑟𝑙𝑜 𝑇𝑎𝑔𝑛𝑖𝑛 (1932-2000) ℎ𝑎 𝑔𝑖𝑜𝑐𝑎𝑡𝑜 𝑛𝑒𝑙 𝑀𝑜𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑎𝑙 1954 𝑎𝑙 1957, 𝑐𝑜𝑙𝑙𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑛𝑑𝑜 78 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑡𝑒 𝑖𝑛 𝑐𝑎𝑚𝑝𝑖𝑜𝑛𝑎𝑡𝑜 𝑒 𝑡𝑟𝑒 𝑔𝑜𝑙.
𝑆𝑢𝑐𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑣𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 ℎ𝑎 𝑔𝑖o𝑐𝑎𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝐎𝑙𝑒𝑠𝑠𝑎𝑛𝑑𝑟𝑖𝑎, 𝐿𝑎𝑧𝑖𝑜 𝑒 𝐵𝑎𝑟𝑖 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑑𝑖 𝑎𝑝𝑝𝑟𝑜𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙'𝐌𝑛𝑡𝑒𝑟 (1963) 𝑑𝑜𝑣𝑒 ℎ𝑎 𝑣𝑖𝑛𝑡𝑜 𝑢𝑛𝑜 𝑠𝑐𝑢𝑑𝑒𝑡𝑡𝑜, 𝑑𝑢𝑒 𝐶𝑜𝑝𝑝𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑐𝑎𝑚𝑝𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑒 𝑑𝑢𝑒 𝐌𝑛𝑡𝑒𝑟𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑒𝑛𝑡𝑎l𝑖.

Nella foto: una formazione del Monza nella stagione 1956/57. Carlo Tagnin Ú il primo a destra, in basso.

Adriano Galliani

09/09/2024

Buon compleanno a 𝐃𝐚𝐧𝐢𝐥𝐚 𝐃'𝐀𝐊𝐛𝐫𝐚𝐬𝐢𝐚, classe 1988.

08/09/2024

𝕌𝕟 𝕒𝕝𝕥𝕣𝕠 "𝕀𝕚̀" 𝕡𝕖𝕣 𝔟𝕒𝕝𝕝𝕚𝕒𝕟𝕚

𝗔𝗱𝗿𝗶𝗮𝗻𝗌 𝗚𝗮𝗹𝗹𝗶𝗮𝗻𝗶, amministratore delegato dell’AC MONZA, 𝘀𝗜𝗌𝘀𝗲𝗿𝗮̀ 𝗱𝗌𝗺𝗮𝗻𝗶 la sua compagna 𝗛𝗲𝗹𝗎𝗮 𝗖𝗌𝘀𝘁𝗮, al suo fianco da oltre tredici anni.
Il fatidico 'sì' sarà pronunciato nella Sala Giunta del Comune di Monza. La cerimonia sarà intima e celebrata con rito civile.
Tra i testimoni scelti dalla coppia, secondo il sito Dagospia, 𝗚𝗶𝗎𝗶 𝗠𝗮𝗿𝘇𝘂𝗹𝗹𝗌, storico amico di Galliani e noto volto televisivo, e 𝗖𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗻𝗮 𝗥𝗌𝘀𝘀𝗲𝗹𝗹𝗌, avvocato di fiducia della famiglia Berlusconi e deputata di Forza Italia.

08/09/2024

ℂ𝕆𝕌ℕ𝕋 𝔻𝕆𝕎ℕ

Mancano sette giorni, ma Ú già ora che non prendiate impegni per domenica sera: appuntamento allo 𝗚 𝗣𝗌𝘄𝗲𝗿 𝗊𝘁𝗮𝗱𝗶𝘂𝗺.

(𝘝𝑖𝘥𝑒𝘰 𝘥𝑖 𝑀𝘢𝑟𝘀𝑜 𝑃𝘳𝑖𝘢𝑛𝘰)

Curva Davide Pieri

Beppe Marotta, dal Monza alla "Hall of fame" del calcio italiano (1a p.) - Monzagol.it 08/09/2024

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Sul sito ufficiale www.monzagol.it Ú online la prima delle due parti delle "𝐒𝐭𝐚𝐫𝐢𝐞 𝐛𝐢𝐚𝐧𝐜𝐚𝐫𝐚𝐬𝐬𝐞" (a cura di 𝑬𝒏𝒛𝒐 𝑎𝒂𝒖𝒓𝒊) dedicate a Beppe Marotta, attuale presidente dell'Inter, prossima avversaria dei biancorossi in campionato.
Proprio a Monza, Marotta ha iniziato a vincere, nel 1988: promozione della squadra dalla C alla B e conquista della Coppa Italia di serie C.

Beppe Marotta, dal Monza alla "Hall of fame" del calcio italiano (1a p.) - Monzagol.it Sulla parete di uno dei tanti locali superiori dell’U-Power Stadium troneggia una maxi foto scattata l’11 giugno 1988 nell’atrio degli spogliatoi del vecchio stadio ‘Sada’, al termine della finale di ritorno di Coppa Italia Serie C vinta dai biancorossi 2-1. Nello scatto sono inquadrati tr...

08/09/2024

𝔞𝕊ℙ𝔌𝕋𝕋𝔞ℕ𝔻𝕆 𝕄𝕆ℕ℀𝔞-𝕀ℕ𝕋𝔌ℝ/𝗡𝗲𝘀𝘁𝗮, 𝗜𝗻𝘇𝗮𝗎𝗵𝗶, 𝗲 𝗶𝗹 𝟱 𝗺𝗮𝗎𝗎𝗶𝗌 𝗱𝗲𝗹 𝟮𝟬𝟬𝟮...

Domenica si ritroveranno come avversari, da allenatori, nella sfida tra Monza e Inter, ma Alessandro Nesta e Simone Inzaghi sono stati compagni di squadra, da giocatori, nella Lazio delle meraviglie a cavallo del 2000. Insieme hanno conquistato lo scudetto al termine della stagione 1999/2000 (e nella stessa annata anche la Coppa Italia, battendo l’Inter nella doppia finale).
Erano in campo anche nel famoso 5 maggio del 2002, allorché la Lazio allenata da Zaccheroni negò alla squadra di Hector Cuper la gioia di uno scudetto ormai a un passo. La storia la conoscono tutti: ultima di campionato, Inter in testa alla classifica con un punto di vantaggio sulla Juventus e due sulla Roma. Nerazzurri di scena allo stadio Olimpico contro la Lazio e 50 mila tifosi al seguito (oltre ai laziali che tifano Inter per scongiurare un possibile scudetto agli odiati ‘cugini’), bianconeri impegnati nella trasferta di Udine e giallorossi capitolini ospiti del Torino.
All’Olimpico Inter due volte in vantaggio, ma rimontata e infine superata: 4-2 il risultato finale, e nel tabellino dei marcatori entra anche Simone Inzaghi, autore del quarto gol laziale.
Finisce con la Juventus Campione d’Italia, Roma seconda e Inter ai preliminari di Champion’s League. Grazie a quella clamorosa, inattesa vittoria, la Lazio di Zaccheroni ottiene la qualificazione alla Coppa Uefa.
Storia vecchia ma sempre attuale, con Nesta e Simone Inzaghi ora avversari su due panchine dal peso specifico nettamente diverso.
Monza-Inter, altra partita dall’esito scontato, ma quel 5 maggio Ú lì a ricordarci che tutto completamente scontato non lo Ú mai...

𝗚𝗶𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗊𝗮𝗻𝘁𝗌𝗿𝗌

Nella foto: una formazione della Lazio nella stagione 2000/2001: Nesta Ú il secondo in piedi da sinistra, S.Inzaghi il primo accosciato, a sinistra.

08/09/2024

𝐌𝐚𝐫𝐜𝐚 𝐏𝐢𝐫𝐚𝐥𝐚 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐧𝐮𝐚𝐯𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐞 "𝐈𝐥 𝐂𝐢𝐭𝐭𝐚𝐝𝐢𝐧𝐚"

Cambio della guardia alla direzione dello storico bi settimanale di Monza e Brianza.......................................................................................................................................

Queste le parole di Pirola dopo aver appreso l'importante notizia che lo riguarda: "La canzone dell’immarcescibile Lucio Battisti, 'Emozioni', scorre lenta nelle cuffie e mi accompagna verso una giornata uggiosa. Sono le 6 del mattino e piove anche dentro di me. Pazienza ci sono abituato. Penso. Cammino. Come mi capita spesso di fare all’alba. Da solo stavolta. Sono riuscito a “scappare” per sei mesi, ma ora mi hanno incastrato. Sì. Accetto la sfida".

07/09/2024

‘𝐒𝐄𝐌𝐏𝐋𝐈𝐂𝐄𝐌𝐄𝐍𝐓𝐄 𝐏𝐄𝐎’, 𝐓𝐈𝐅𝐎𝐒𝐎 𝐁𝐈𝐀𝐍𝐂𝐎𝐑𝐎𝐒𝐒𝐎 𝐃𝐀 𝐂𝐎𝐑𝐒𝐀........................................................................................................................................

In occasione dell’ultimo G.P. d’Italia di F.1, trionfalmente vinto a Monza dal pilota della Ferrari Charles Leclerc, al Museo Verri di Biassono, nell’ambito degli eventi del ‘FuoriGP’, Ú stato presentato il libro ‘𝙎𝙚𝙢𝙥𝙡𝙞𝙘𝙚𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙋𝙚𝙀’, scritto da Walter Consonni per la ELA - Edizioni libri automobilistici, con la prefazione del noto giornalista e scrittore Giorgio Terruzzi e l’epilogo dell’altrettanto celebre professionista della carta stampata Pino Allievi. Nelle più di trecento pagine della voluminosa opera sportiva made in Brianza, Ú raccontata dettagliatamente e con simpatiche note di colore la vita di 𝗚𝗶𝗮𝗺𝗜𝗶𝗲𝗿𝗌 𝗖𝗌𝗻𝘀𝗌𝗻𝗻𝗶, 𝗱𝗲𝘁𝘁𝗌 ‘𝗣𝗲𝗌’, fratello minore dell’autore, meccanico dei fratelli Brambilla presso l’autofficina monzese di via della Birona e sulle piste di mezza Europa, al seguito di Vittorio nel prestigioso campionato di F.2, prima di diventare lui stesso pilota. Con pochi soldi in tasca, ma passione e grinta da vendere, il giovane monzese, sempre attratto dall’Autodromo come dal vecchio stadio ‘Sada’, divenne ben presto conduttore di monoposto della F.Monza e della F.3, di vetture Turismo, Sport e da Rally, conquistando il titolo di Campione italiano di F.2000 nel 1981. Fu pure collaudatore della Dywa di F.1, interessante monoposto costruita a Canegrate da Dido Monguzzi e dotata di un potente motore Ford Cosworth di 3000 c.c. a 8 cilindri, costretta, però, in procinto dell’esordio, a rimanere inesorabilmente ferma ai box. La mancanza di fondi per sviluppare il progetto internazionale del team da parte del superficiale proprietario, tradito sul più bello da un inaffidabile sponsor, risultò così fatale. Innumerevoli, soprattutto, le gare affrontate dal poliedrico Peo sul circuito di casa, alcune vittoriose, altre terminate nelle vie di fuga a bordo pista, come quella del Campionato italiano Sport Prototipi, affrontata nel 1990 con una Lucchini e persa rocambolescamente all’ultimo giro, quando si trovava al comando, per una scorrettezza ravvicinata del suo avversario diretto, il campione tricolore in carica Stefano Sanesi. Dalla sabbia di Monza a quella del Sahara il passo Ú stato, poi, davvero breve. Per ben cinque volte il tenace pilota brianzolo ha infatti partecipato alla Paris-Dakar (quella originale, dei tempi d’oro), con una puntatina anche al Rally dei Faraoni. Massacranti gare affrontate sempre al volante di un camion della assistenza per conto delle più affermate Case motociclistiche giapponesi.
Ventidue giorni di competizione e quasi tredicimila chilometri da percorrere, ogni anno, in gran parte sui terreni impervi del deserto, affrontando in continuazione pericoli, imprevisti e immani fatiche. Oltre a guidare ininterrottamente per intere giornate, sempre con il cronometro sott’occhio per non finire fuori tempo massimo, c’erano, poi, le notti, tra una tappa e l’altra, da trascorrere, quasi sempre, insonni e con gli attrezzi in mano per riparare le moto impegnate, alla luce del sole, nella corsa vera. I vari Edy Orioli, Andrea Balestrieri, Claudio Terruzzi e Roberto Boano, per la gioia dei loro meccanici, come me, non hanno, infatti, mai risparmiato i loro mezzi durante i terribili trasferimenti! Raggiunta l’età della pensione ed appeso casco e tuta al fatidico chiodo, Consonni, rifugiatosi nella sua autofficina di Muggiò, da diversi anni, Ú qualificato istruttore presso scuole riservate agli aspiranti meccanici da corsa. Grazie ai suoi preziosi insegnamenti diversi ragazzi sono diventati esperti dipendenti motoristici di team di F.1 e della MotoGP, in giro per il mondo. Ma l’ex pilota brianzolo, tifoso dell’Inter, come del Monza, Ú sempre stato amante anche del calcio, disciplina praticata dall’età di 9 anni sui prati dei Boschetti Reali e della Cascina San Fedele nel Parco. Nel libro appena pubblicato non mancano sue foto con la divisa nerazzurra, con la maglia della Nazionale italiana e, persino, a fianco del ‘mago’ Helenio Herrera, nel ritiro di San Pellegrino, nell’agosto del 1963. Particolare curioso: Peo Ú nato a Monza il 7 giugno 1954, alle ore 15, stesso giorno, stesso mese e stesso orario del fratello Walter, venuto alla luce due anni prima. ‘’𝐻𝑜 𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎𝑡𝑜 𝑎 𝑠𝑒𝑔𝑢𝑖𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑀𝑜𝑛𝑧𝑎 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑑𝑒𝑙 1960 - racconta l'ex driver brianzolo - 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑔𝑟𝑎𝑑𝑖𝑛𝑎𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑢𝑟𝑣𝑎 𝑁𝑜𝑟𝑑, 𝑑𝑜𝑣𝑒 𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑣𝑜 𝑖𝑚𝑚𝑎𝑛𝑐𝑎𝑏𝑖𝑙𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑡𝑜 𝑎𝑐𝑐𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑎 𝑚𝑖𝑜 𝑝𝑎𝑑𝑟𝑒, 𝑖𝑟𝑟𝑖𝑑𝑢𝑐𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑡𝑖𝑓𝑜𝑠𝑜 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑜𝑠𝑠𝑜.
𝑅𝑖𝑐𝑜𝑟𝑑𝑜 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑜𝑔𝑔𝑖 𝑢𝑛 𝑀𝑜𝑛𝑧𝑎-𝑁𝑜𝑣𝑎𝑟𝑎, 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑜 𝑠𝑡𝑜𝑝𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑠𝑝𝑖𝑡𝑒 𝐺𝑖𝑜𝑣𝑎𝑛𝑛𝑖 𝑈𝑑𝑜𝑣𝑖𝑐𝑖𝑐ℎ 𝑎 𝑝𝑖𝑐𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑢𝑛 𝑓𝑎𝑏𝑏𝑟𝑜 𝑝𝑒𝑟 90’. 𝑅𝑒𝑐𝑒𝑛𝑡𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒, ℎ𝑜 𝑠𝑐𝑜𝑝𝑒𝑟𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑔𝑖𝑜𝑐𝑎𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑓𝑢 𝑙𝑎 𝑏𝑎𝑛𝑑𝑖𝑒𝑟𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑜𝑐𝑖𝑒𝑡𝑎̀ 𝑝𝑖𝑒𝑚𝑜𝑛𝑡𝑒𝑠𝑒, 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑢𝑡𝑎𝑛𝑑𝑜 19 𝑐𝑎𝑚𝑝𝑖𝑜𝑛𝑎𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑒𝑐𝑢𝑡𝑖𝑣𝑖 𝑡𝑟𝑎 𝑆𝑒𝑟𝑖𝑒 𝐵 𝑒 𝐶, 𝑑𝑎𝑙 𝑓𝑒𝑏𝑏𝑟𝑎𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙 1958 𝑎𝑙 𝑚𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙 1976, 𝑝𝑒𝑟 𝑢𝑛 𝑡𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑖 516 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑒 10 𝑟𝑒𝑡𝑖 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑎𝑡𝑒.
𝐌𝑙 𝑚𝑖𝑜 𝑖𝑑𝑜𝑙𝑜 𝑒𝑟𝑎, 𝑝𝑒𝑟𝑜̀, ‘𝑃𝑖𝑝𝑝𝑜’ 𝑅𝑖𝑔𝑎𝑚𝑜𝑛𝑡𝑖, 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑖𝑒𝑟𝑒 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑜𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑎𝑙 1960 𝑎𝑙 1965, 𝑐𝑜𝑛 138 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑎𝑙𝑙’𝑎𝑡𝑡𝑖𝑣𝑜. 𝑃𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑣𝑒𝑟𝑖𝑡𝑎̀ 𝑚𝑖 𝑝𝑖𝑎𝑐𝑒𝑣𝑎 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑙 𝑐𝑒𝑛𝑡𝑟𝑜𝑐𝑎𝑚𝑝𝑖𝑠𝑡𝑎 𝐶𝑙𝑎𝑢𝑑𝑖𝑜 𝑆𝑎𝑙𝑎, 𝑏𝑟𝑎𝑣𝑖𝑠𝑠𝑖𝑚𝑜 𝑛𝑒𝑙 𝑐𝑎𝑙𝑐𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑝𝑢𝑛𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑎𝑙 𝑙𝑖𝑚𝑖𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑎𝑟𝑒𝑎 𝑒𝑑 𝑖𝑛𝑐𝑖𝑠𝑖𝑣𝑜 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎. 𝐷𝑒𝑣𝑜 𝑝𝑒𝑟𝑜̀ 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑒𝑠𝑠𝑎𝑟𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑙’𝑎𝑡𝑡𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑙 𝑟𝑢𝑜𝑙𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑒𝑠𝑡𝑟𝑒𝑚𝑜 𝑑𝑖𝑓𝑒𝑛𝑠𝑜𝑟𝑒 𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑚𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑠𝑢 𝑑𝑖 𝑚𝑒. 𝐷𝑒𝑙 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑜 𝑐𝑎𝑚𝑝𝑖𝑜𝑛𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑆𝑒𝑟𝑖𝑒 𝐎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑜𝑠𝑠𝑎, ℎ𝑜 𝑣𝑖𝑠𝑡𝑜 𝑝𝑟𝑎𝑡𝑖𝑐𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑡𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑡𝑒𝑙𝑒𝑣𝑖𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑙’𝑈𝑑𝑖𝑛𝑒𝑠𝑒 𝑒𝑑 𝑖𝑙 𝐿𝑒𝑐𝑐𝑒, 𝑠𝑒𝑔𝑢𝑖𝑡𝑒 𝑑𝑖𝑟𝑒𝑡𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑜 𝑈-𝑃𝑜𝑀𝑒𝑟 𝑆𝑡𝑎𝑑𝑖𝑢𝑚 𝑐𝑜𝑛 𝑚𝑖𝑜 𝑔𝑒𝑛𝑒𝑟𝑜 𝑒𝑑 𝑖𝑙 𝑛𝑖𝑝𝑜𝑡𝑖𝑛𝑜. 𝐌𝑛 𝑒𝑛𝑡𝑟𝑎𝑚𝑏𝑒 𝑙𝑒 𝑜𝑐𝑐𝑎𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑖 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑜𝑠𝑠𝑖 𝑢𝑠𝑐𝑖𝑟𝑜𝑛𝑜 𝑠𝑐𝑜𝑛𝑓𝑖𝑡𝑡𝑖, 𝑚𝑎, 𝑠𝑒𝑐𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑚𝑒, 𝑖𝑚𝑚𝑒𝑟𝑖𝑡𝑎𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒. 𝐶𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑖 𝑓𝑟𝑖𝑢𝑙𝑎𝑛𝑖 𝑐’𝑒𝑟𝑎 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑖𝑛 𝑝𝑎𝑛𝑐ℎ𝑖𝑛𝑎 𝐺𝑖𝑜𝑣𝑎𝑛𝑛𝑖𝑛𝑜 𝑆𝑡𝑟𝑜𝑝𝑝𝑎 𝑒, 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑜 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑐ℎ𝑖𝑢𝑠𝑜 𝑠𝑢𝑙 𝑟𝑖𝑠𝑢𝑙𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑖 1-1, 𝑑𝑜𝑝𝑜 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑛𝑜𝑖 𝑚𝑒𝑟𝑖𝑡𝑎𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑖𝑛 𝑣𝑎𝑛𝑡𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑢𝑛𝑎 𝑟𝑒𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝐶𝑜𝑙𝑝𝑎𝑛𝑖, 𝑐’𝑒𝑟𝑎 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑟𝑒𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑝𝑝𝑎𝑟𝑒, 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑖𝑛𝑒, 𝑎𝑙𝑚𝑒𝑛𝑜 𝑢𝑛 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑜.
𝐿𝑎 𝑔𝑎𝑟𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 𝐿𝑒𝑐𝑐𝑒, 𝑖𝑛𝑣𝑒𝑐𝑒, 𝑠𝑎𝑝𝑝𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑚’𝑒̀ 𝑎𝑛𝑑𝑎𝑡𝑎 𝑎 𝑓𝑖𝑛𝑖𝑟𝑒, 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 𝑐𝑎𝑙𝑐𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑔𝑜𝑟𝑒 𝑠𝑏𝑎𝑔𝑙𝑖𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑎 𝑛𝑜𝑖 𝑒 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑎 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑛𝑒𝑙 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑙𝑒. 𝑀𝑎, 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑟𝑖𝑓𝑒𝑟𝑒𝑛𝑑𝑜𝑚𝑖 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑟𝑒𝑐𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑣𝑖𝑐𝑒𝑛𝑑𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑓𝑜𝑜𝑡𝑏𝑎𝑙𝑙 𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑠𝑎 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎, 𝑐𝑖 𝑡𝑒𝑛𝑔𝑜 𝑎 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑟𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑒 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑏𝑒𝑙𝑙𝑎, 𝑎𝑣𝑣𝑒𝑛𝑢𝑡𝑎 𝑠𝑝𝑜𝑛𝑡𝑎𝑛𝑒𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑙 𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑡𝑎 𝑠𝑝𝑎𝑟𝑒𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑝𝑙𝑎𝑊-𝑜𝑓𝑓 𝑑𝑖 𝑃𝑖𝑠𝑎, 𝑐ℎ𝑒 ℎ𝑜 𝑠𝑒𝑔𝑢𝑖𝑡𝑜 𝑠𝑢𝑙 𝑑𝑖𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑠𝑎 𝑚𝑖𝑎, 𝑎 𝑀𝑢𝑔𝑔𝑖𝑜̀, 𝑑𝑎𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑡𝑒𝑙𝑒𝑣𝑖𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒.
𝐎𝑙 𝑡𝑟𝑖𝑝𝑙𝑖𝑐𝑒 𝑓𝑖𝑠𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑐ℎ𝑖𝑢𝑠𝑢𝑟𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑎𝑟𝑏𝑖𝑡𝑟𝑜 𝑚𝑖 𝑟𝑖𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑖, 𝑞𝑢𝑎𝑠𝑖 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑠𝑎𝑝𝑒𝑟𝑙𝑜, 𝑑𝑎𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑎𝑑 𝑢𝑛 𝑞𝑢𝑎𝑑𝑟𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑝𝑝𝑒𝑠𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑒𝑡𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑎 𝑓𝑜𝑡𝑜𝑔𝑟𝑎𝑓𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑚𝑖𝑜 𝑝𝑎𝑑𝑟𝑒 𝑒, 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑖𝑎𝑐𝑖𝑢𝑡𝑜, 𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑢𝑠𝑠𝑢𝑟𝑟𝑎𝑖: "𝐻𝑎𝑖 𝑣𝑖𝑠𝑡𝑜 𝑝𝑎𝑝𝑎? 𝑆𝑒𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑒𝑛𝑡𝑜? 𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑐𝑒 𝑙'𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑜 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑎 𝑎 𝑠𝑎𝑙𝑖𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑠𝑒𝑟𝑖𝑒 𝐎!’. 𝐷𝑎𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑜, 𝑚𝑖 𝑠𝑒𝑚𝑏𝑟𝑜̀ 𝑑’ 𝑖𝑛𝑡𝑟𝑎𝑣𝑒𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑢𝑛 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 𝑒, 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑒, 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑒𝑟𝑎, 𝑓𝑢 𝑑𝑜𝑝𝑝𝑖𝑎 𝑓𝑒𝑙𝑖𝑐𝑖𝑡𝑎̀ 𝑖𝑚𝑚𝑒𝑛𝑠𝑎..." Ci piace chiudere il ‘pezzo’ con una massima dell’arguto Consonni, valida, secondo noi, nel mondo dei motori, come sui campi di calcio: ‘’𝑁𝑜𝑛 𝑠𝑚𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑒 𝑚𝑎𝑖 𝑑’𝑖𝑚𝑝𝑎𝑟𝑎𝑟𝑒, 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑙𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑚𝑒𝑡𝑡𝑒 𝑚𝑎𝑖 𝑑’𝑖𝑛𝑠𝑒𝑔𝑛𝑎𝑟𝑡𝑖! 𝐌𝑙 𝑚𝑜𝑑𝑜 𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑓𝑎𝑟𝑙𝑜, 𝑒̀ 𝑜𝑠𝑠𝑒𝑟𝑣𝑎𝑟𝑒, 𝑠𝑡𝑢𝑑𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑒 𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑠𝑝𝑢𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑎 𝑐ℎ𝑖 ℎ𝑎 𝑔𝑖𝑎̀ 𝑜𝑡𝑡𝑒𝑛𝑢𝑡𝑜 𝑖 𝑟𝑖𝑠𝑢𝑙𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑡𝑢 𝑑𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑟𝑖. 𝑆𝑒 𝑒𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒 𝑐ℎ𝑖 𝑙’ℎ𝑎 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑠𝑢𝑐𝑐𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑑𝑖 𝑡𝑒, 𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑝𝑜𝑡𝑒𝑛𝑧𝑖𝑎𝑙𝑒, 𝑣𝑢𝑜𝑙 𝑑𝑖𝑟𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑡𝑢 𝑝𝑢𝑜𝑖 𝑎𝑟𝑟𝑖𝑣𝑎𝑟𝑐𝑖. 𝐌𝑚𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑒̀ 𝑚𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑐𝑖 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑐𝑢𝑜𝑟𝑒, 𝑚𝑎𝑠𝑠𝑖𝑚𝑎 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑜𝑛𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑒 𝑣𝑜𝑔𝑙𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑠𝑢𝑝𝑒𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑠𝑡𝑎𝑐𝑜𝑙𝑖, 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑎 𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑔𝑟𝑎𝑛𝑑𝑖 𝑠𝑎𝑐𝑟𝑖𝑓𝑖𝑐𝑖, 𝑓𝑜𝑟𝑡𝑖 𝑠𝑜𝑓𝑓𝑒𝑟𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑒 𝑝𝑒𝑠𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑟𝑖𝑛𝑢𝑛𝑐𝑒’’.

𝗘𝗻𝘇𝗌 𝗠𝗮𝘂𝗿𝗶

Photos from Monza Gol's post 07/09/2024

𝐈𝐥 𝐅𝐚𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞 “𝐌” 𝐧𝐞𝐥 𝐃𝐍𝐀 𝐛𝐢𝐚𝐧𝐜𝐚𝐫𝐚𝐬𝐬𝐚

“M” come Monza, ma anche “M” come l’iniziale del cognome di tanti calciatori che hanno fatto la storia del Monza.
Solo un dato curioso, certo, ma abbastanza suggestivo.
Si parte con Carlo Martinengo e Sergio Magni, negli anni Cinquanta; entrambi difensori molto possenti, fisico ruvido (per Martinengo anche qualche chiletto di troppo...) ma estrema correttezza e lealtà nelle giocate. S. Magni ha collezionato ben 291 presenze con la maglia biancorossa dal 1951 al 1963.
Per Martinengo, 88 presenze e 11 gol dal '48 al '51.
Negli anni Cinquanta “M” ha voluto dire soprattutto Milani Aurelio, bomber di razza che proprio a Monza ha avuto il suo trampolino di lancio verso una carriera a tutto tondo.
Milani ha giocato due stagioni con la maglia biancorossa, segnando 37 reti in 64 gare di campionato, vincendo la classifica cannonieri di serie B nell’annata 1955/56 mettendo a segno ben 23 reti.
Passato all’Inter, l’attaccante vinse con la maglia nerazzurra la Coppa dei Campioni (suo un gol nella finale di Vienna contro il Real Madrid vinta per 3-1) e la Coppa Intercontinentale.
Sempre restando negli anni Cinquanta (e Sessanta), ecco Giordano Mattavelli, attaccante esterno (non molto prolifico, per la verità), che ha vestito la maglia del Monza per diverse stagioni non consecutive, totalizzando 163 presenze in campionato e 15 gol.
Ci spostiamo negli anni Sessanta, per parlare di Mariano Melonari, un difensore centrocampista ricordato a Monza come un vero leader e trascinatore della squadra. Per lui, 176 presenze in campionato e 20 gol.
Da Melonari a Giovanni Battista Magaraggia e Gian Luigi Maggioni, due difensori dal fisico esile ma con una grinta eccezionale.
Il primo ha vestito la maglia biancorossa dal 1966 al 1970 (103 presenze in campionato, 1 gol), il secondo ha giocato dal ’64 al ’68 per un totale di 87 gare in campionato e 10 gol, il più celebre dei quali Ú senza dubbio quello che ha permesso al Monza di vincere lo spareggio con il Como nel 1967 e ritornare in serie B dopo un solo anno di purgatorio.
E per finire, potevamo forse dimenticare un’altra “M” illustre? Alfredo Magni da Missaglia, sette anni al Monza da giocatore (dal ’60 al ’67) per un totale di 84 presenze in campionato ma nessun gol, prima di tornare come allenatore di quella squadra che tanto fece divertire e sognare i tifosi alla fine degli anni Settanta.
Ah, ci stavamo colpevolmente dimenticando di un certo Emiliano M
ondonico! 23 presenze e 7 reti nella stagione 1970/71, un breve ma significativo passaggio del “Mondo” in maglia biancorossa.

In tempi recenti (si fa per dire) altre "M" nell'impronta biancorossa che fa parte della storia: Monelli, Massaro, Motta, Marinaro, Mandelli e Marconcini, solo per citarne alcuni...

𝗚𝗶𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗊𝗮𝗻𝘁𝗌𝗿𝗌

(Foto Valtorta e Caprotti)

Adriano Galliani

06/09/2024

Qualcuno certamente se lo ricorderà: 𝐏𝐚𝐭𝐫𝐢𝐜𝐀 𝐏𝐞𝐳𝐳𝐞𝐭𝐭𝐢, un portiere promettente portato via da un destino cinico.

(Foto Bruno Giove)

SETTORE GIOVANILE: IL PROGRAMMA DEL WEEKEND - Associazione Calcio Monza S.p.A. 06/09/2024

SETTORE GIOVANILE: IL PROGRAMMA DEL WEEKEND - Associazione Calcio Monza S.p.A. SETTORE GIOVANILE: IL PROGRAMMA DEL WEEKEND - Associazione Calcio Monza S.p.A.

Photos from Monza Gol's post 06/09/2024

𝐒𝐚𝐥𝐯𝐞𝐊𝐢𝐧𝐢, 𝐥'𝐮𝐥𝐭𝐢𝐊𝐚 𝐭𝐢𝐊𝐚𝐧𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐊𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐧𝐚𝐮𝐟𝐫𝐚𝐠𝐢𝐚

Si Ú spento all’età di 82 anni Gaetano Salvemini, calciatore prima (attaccante ma non molto prolifico, per la verità...) e allenatore poi. Da tecnico ha guidato per un breve periodo anche il Monza, in uno dei momenti più critici della storia recente biancorossa.
Il suo arrivo in Brianza avvenne in un freddo giorno gennaio del 2001, per la precisione martedì 23.
La squadra, fino a quel momento allenata da Roberto Antonelli detto “Dustin”, era mestamente relegata all’ultimo posto della classifica di serie B con 11 punti in 19 partite, e staccata di ben nove lunghezze dalla quint’ultima posizione.
L’allora presidente Piero Fazzolari, in carica da appena un anno e mezzo dopo la lunga oligarchia targata Giambelli, tentò l’ultima, disperata carta per cercare di sottrarsi alla retrocessione, e sollevò dall’incarico Antonelli per affidare la panchina a Salvemini, mister esperto e ben referenziato.
Il debutto come mister del Monza, però, fu tutt’altro che memorabile: prima giornata del girone di ritorno, larga sconfitta a Venezia, 4-1, e la consapevolezza che l’impresa di salvare i brianzoli dalla serie C sarebbe stata praticamente impossibile.
Eppure la formazione biancorossa ebbe un sussulto che sembrò ridare concrete speranze di salvezza al Monza: accadde tra la 23° e la 27° giornata, con quattro vittorie in cinque partite (e una sconfitta in rimonta in casa del Torino, 2-1). Dopo l’exploit di Cittadella del 16 marzo 2001 (1-0 gol di Florio), il distacco dalla quint’ultima posizione si era ridotto a sole tre lunghezze (Monza 24 punti, Genoa 27), ma a quel punto i biancorossi subirono un’involuzione fatale che li condannò, di fatto, alla serie C.
Al pareggio casalingo con la Ternana seguirono ben sei sconfitte consecutive, per arrivare a un verdetto ormai inappellabile.
Salvemini restò al timone di quella zattera alla deriva fino al 20 aprile del 2001, giorno della sconfitta casalinga del Monza (1-2) contro il Siena, poi Fazzolari lo sostituì con Romano Cazzaniga per provare a finire con più dignità quella sciagurata stagione che, di fatto, segnò l’inizio di una veloce, inesorabile caduta negli inferi della società biancorossa.
Per Salvemini, anche l’ultima (e del tutto infelice) esperienza su una panchina, a soli 59 anni e una carriera da calciatore e allenatore costellata di non poche soddisfazioni.

𝗚𝗶𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗊𝗮𝗻𝘁𝗌𝗿𝗌

(Foto Archivio Il Cittadino e Caprotti)

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