Monza Gol
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tante foto mai viste prima!
Informazione, ricordi, dirette, fotografie amarcord, tutto quello che c'Ú da sapere sull' AC Monza di oggi, di ieri... e di domani.
Sarà ðð®ðð ððð¢ð«ððððš l'arbitro di Monza-Inter, in programma domenica ore 20.45 allo U Power Stadium.
In serie A Pairetto ha già arbitrato il Monza quattro volte: nella stagione 2022/23 Lecce-Monza 1-1, Monza-Bologna 1-2 e Inter-Monza 0-1.
Nella passata stagione: Monza-Lazio 2-2.
Domani pomeriggio, intervista esclusiva per Monza Gol con ðð®ðð ððð¯ððð¢, direttore di Radio Lombardia.
Sul nostro sito ufficiale Ú on line la seconda e ultima parte delle "ðððšð«ð¢ð ðð¢ðð§ððšð«ðšð¬ð¬ð" di ðð§ð³ðš ððð®ð«ð¢ dedicate a ðð²ðœðœð² ð ð®ð¿ðŒððð®, che ha mosso i primi, significativi passi da dirigente nel Monza per arrivare all'attuale, prestigiosa carica di Presidente dell'Inter.
Adriano Galliani
Beppe Marotta, dal Monza alla "Hall of fame" del calcio italiano (2a p.) - Monzagol.it Tornando ai giorni nostri: Beppe Marotta, sessantaseienne amministratore delegato nerazzurro (quando di possibile presidenza nessuno aveva neppure iniziato a parlarne) , dimenticando per un attimo i suoi felici trascorsi biancorossi si Ú fatto particolarmente sentire, agli inizi dello scorso anno, ...
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Allâinizio della stagione 1970/71 la squadra biancorossa allenata da Gigi Radice riuscì a compiere unâimpresa memorabile, eliminare lâInter dalla Coppa Italia al termine del girone di qualificazione.
Fatale ai nerazzurri guidati da Heriberto Herrera il pareggio allo stadio Sada il 13 settembre 1970.
Passata in vantaggio al 20° del primo tempo grazie a un gol di Boninsegna, lâInter venne raggiunta al primo minuto della ripresa grazie a un gran diagonale di Bertogna.
Alla partita assistettero oltre 10 mila spettatori, rendendo il âSadaâ una polveriera.
Il Monza fu promosso ai quarti di finale della Coppa dopo ben due spareggi, il primo contro lâAtalanta allo stadio San Siro (vittoria per 5-4 dopo i calci di rigore, 1-1 al termine dei 90â), il secondo contro il Novara sul campo neutro di Varese (5-4 dopo i rigori, 0-0 al termine dei tempi regolamentari).
Nella doppia sfida ai quarti di finale contro la Fiorentina, la squadra di Radice venne battuta sia allâandata a Firenze (2-1) che al ritorno disputato sul campo neutro di Brescia (2-0 per i Viola).
A proposito dellâInter: al termine di quella stagione i nerazzurri trionfarono in campionato conquistando lâ11° scudetto della loro storia.
Decisivo il cambio di panchina alla vigilia della sesta giornata, quando Gianni Invernizzi rilevò Heriberto Herrera.
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(Nella foto: la pagina sportiva del "Cittadino" dopo l'impresa biancorossa)
Adriano Galliani
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(Articolo a cura di Sergio Turrini).............................................................................................
âMi chiamo Evaristo, scusa se insisto...â
Era una frase coniata dal compianto giornalista e telecronista Beppe Viola. Uno slogan che Viola tirò fuori a sorpresa, nel commentare le fasi salienti del Derby Inter-Milan datato 28 Ottobre 1979.
Quel pomeriggio Evaristo Beccalossi segnò una doppietta ai cugini milanisti rimasta nella memoria di entrambe le tifoserie milanesi, nel bene e nel male. Il primo dei due gol fu un colpo di genio che la difesa avversaria non poteva nemmeno immaginare.
Il secondo, come disse Viola, anche fin troppo facile per uno come lui.
Sì perché questo ragazzo nato e cresciuto a Brescia, un genietto lo era davvero. Uno di quelli che sapevano estrarre dal cilindro le giocate che esaltavano le masse, ma nello stesso tempo dividevano il pubblico. Câera chi lo amava e chi lo contestava per la poca costanza.
A volte si innamorava un poâ troppo del pallone, tanto che il noto giornalista Gianni Brera lo soprannominò âDribblossiâ. Si dice che i compagni prima della gara si chiedessero âOggi giocheremo il 12 o in 10?â
Certo, i numeri d gran classe non gli riuscivano sempre. Nel calcio, come nella vita, ci sono i lavoratori che ti garantiscono il lavoro costante, e poi gli artisti che devi prendere per quello che sono. Accendono la luce e fanno brillare lo stadio ma non sai quando e come.
Non lo apprezzava Bearzot, che non lo aveva mai chiamato in Nazionale, nemmeno quando il popolo lo richiedeva a gran voce. E prima del famoso mondiale 1982, Beccalossi era stato tra i motivi di contestazione al C.T. assieme alla mancata convocazione di Pruzzo (capocannoniere del campionato da due anni).
La stella del Beck iniziò a essere messa in ombra proprio dopo quel Mondiale, quando allâInter arrivò il tedesco Hansi Muller. Anche lui dotato di buona tecnica, fu presto considerato un doppione del talento bresciano, col quale si diceva non potesse giocare assieme altrimenti facevano scopa.
Tale dualismo portò ad una loro alternanza nella formazione titolare, fino a che per non sbagliare scelta, lâInter decise di liberarsi di entrambi.
Evaristo fu dirottato in prestito alla Sampdoria, dove ritrovò lâallenatore Bersellini e anche qualche
vecchio compagno di squadra come Bordon e Scanziani, ma ancora si scontrò con altre personalità più forti di lui, tipo lo scozzese Souness, ed i talenti emergenti Mancini e Vialli. Fatto sta che di spazio in prima squadra ne trovò ben poco.
E fu così che lâanno dopo arrivò proprio al Monza, in serie B. Era una squadra nella quale sembravano esserci ampie premesse di buoni risultati, visto che oltre Beccalossi, vi erano pure Antonelli, Ambu e Casiraghi in attacco, Saini e Boccafresca a centrocampo, Gasparini, Dondoni e Laureri in difesa.
Invece le cose non andarono per il verso giusto, con la stella di Beccalossi che non si accese praticamente mai.
Rimangono allâattivo da parte sua solamente tre reti su rigore. Ci si aspettava ben altro da chi pochi anni prima faceva esplodere San Siro, ma invece non era riuscito a farsi notare al Sada.
Per il Monza fu retrocessione in serie C: Evaristo se ne tornò al Brescia per ritrovare almeno la buona aria di casa, ma il suo percorso verso la fine della carriera era ormai imboccato.
Unâoccasione perduta per il calcio italiano? Forse non Ú stato capito fino in fondo, ed il calcio non si era ancora evoluto dal punto di vista tattico. O magari, chissà , gli Ú mancato un poâ di carattere, di personalità , perché tecnicamente non aveva nulla da invidiare a nessuno.
Però le sue giocate ce le ricordiamo, il suo stile era inconfondibile, e i suoi spunti di classe, tanti o pochi, sono rimasti negli occhi dei tifosi, compresi quelli del Monza.
(Foto: Sergio Perego)
Di padre in figlio... â€ïž
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SETTORE GIOVANILE: i risultati del weekend - Associazione Calcio Monza S.p.A. SETTORE GIOVANILE: i risultati del weekend - Associazione Calcio Monza S.p.A.
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ðŽðððð ð°ð Ú una ð ð¡ððð¡ ð¢ð nata da un progetto congiunto di ArteInvestimenti.it e Monza Gol.
Qualcosa che a Monza e Brianza mancava da parecchio tempo!
Siamo quasi in rampa di lancio, tenetevi pronti...
# ArteInvestimenti.it Collezioni Prada srl
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Facchetti, il Monza e un 'matrimonio' mai realizzato - Monzagol.it Correva lâanno 1979 e lâestate era ormai alle porte. Il Monza di Alfredo Magni viaggiava spedito verso la serie A, alla fine di maggio era stato presentato presso il Comune della città di Teodolinda il progetto esecutivo per la realizzazione del nuovo stadio Brianteo, che...
Il giusto tributo che doveva avere Filippo, con questa fantastica coreografia dedicata dalla curva dei tifosi della Spal.
Il giovane tifoso 22enne tornando da Perugia dopo dopo aver assistito a Perugia-Spal eâ stato vittima di un incidente stradale nel tragitto che lo riportava a casa.
Fonte: Casual People2011
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Una carriera partita dalla gavetta, dal Torino, passando attraverso Monza e Alessandria. Sì, anche Monza: quando parliamo di grandi giocatori che hanno vestito la maglia biancorossa, ricordiamoci anche di ðð®ð¿ð¹ðŒ ð§ð®ðŽð»ð¶ð». Un giocatore che approdò nella grande Inter di Helenio Herrera a quasi trentun anni, unâetà in cui, a quei tempi, un giocatore avrebbe dovuto smettere. All'epoca non erano state ancora inventate le attuali tecniche di allenamento che consentono una maggiore longevità . Eppure il mago volle con sÚ quel biondino, assieme ai vari Mazzola, Corso, Suarez...
E mitica fu la notte del âPraterâ di Vienna, al termine della quale lâInter si aggiudicò la sua prima Coppa dei Campioni sconfiggendo il Real Madrid (27 maggio 1964).
A Tagnin toccò il compito di marcare il giocatore più pericoloso, quellâAlfredo Di Stefano che rappresentava la fonte di gioco di tutta la squadra avversaria.
Le istruzioni di Helenio Herrera furono perentorie: "ð·ðð£ð ð ððð¢ðððð ðððâð ð ð ð£ð ðð ððððððð¡ð¡ð!"
E lui quelle istruzioni le prese alla lettera, tanto che il fuoriclasse spagnolo si lamentò spesso perché Tagnin lo marcava davvero ovunque, anche quando effettuava una rimessa laterale.
Quella frase di Herrera divenne talmente famosa da essere utilizzata spesso dagli allenatori, ai tempi in cui ancora si marcava a uomo.
ðð¶ð®ð»ð»ð¶ ðŠð®ð»ððŒð¿ðŒ
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ð¶ðððð ðððððð (1932-2000) âð ðððððð¡ð ððð ðððð§ð ððð 1954 ðð 1957, ðððððð§ððððððð 78 ðððð¡ðð¡ð ðð ððððððððð¡ð ð ð¡ðð ððð.
ðð¢ðððð ð ðð£ððððð¡ð âð ððoððð¡ð ððð ðŽððð ð ðððððð, ð¿ðð§ðð ð ðµððð ððððð ðð ððððððððð ððð'ðŒðð¡ðð (1963) ððð£ð âð ð£ððð¡ð ð¢ðð ð ðð¢ððð¡ð¡ð, ðð¢ð ð¶ðððð ððð ðððððððð ð ðð¢ð ðŒðð¡ðððððð¡ððððð¡ðlð.
Nella foto: una formazione del Monza nella stagione 1956/57. Carlo Tagnin Ú il primo a destra, in basso.
Adriano Galliani
Buon compleanno a ððð§ð¢ð¥ðš ð'ððŠðð«ðšð¬ð¢ðš, classe 1988.
ðð ððð¥ð£ð "ð€ðÌ" ð¡ðð£ ðŸððððððð
ðð±ð¿ð¶ð®ð»ðŒ ðð®ð¹ð¹ð¶ð®ð»ð¶, amministratore delegato dellâAC MONZA, ððœðŒðð²ð¿ð®Ì ð±ðŒðºð®ð»ð¶ la sua compagna ðð²ð¹ðŽð® ððŒððð®, al suo fianco da oltre tredici anni.
Il fatidico 'sì' sarà pronunciato nella Sala Giunta del Comune di Monza. La cerimonia sarà intima e celebrata con rito civile.
Tra i testimoni scelti dalla coppia, secondo il sito Dagospia, ðð¶ðŽð¶ ð ð®ð¿ððð¹ð¹ðŒ, storico amico di Galliani e noto volto televisivo, e ðð¿ð¶ððð¶ð»ð® ð¥ðŒððð²ð¹ð¹ðŒ, avvocato di fiducia della famiglia Berlusconi e deputata di Forza Italia.
âððâð ð»ððâ
Mancano sette giorni, ma Ú già ora che non prendiate impegni per domenica sera: appuntamento allo ðš ð£ðŒðð²ð¿ ðŠðð®ð±ð¶ððº.
(ððð¥ðð° ð¥ð ðð¢ðð€ð ðð³ðð¢ðð°)
Curva Davide Pieri
ðžðâðŒðððžâð»ð ððââ€ðž-ðâððŒâ
Sul sito ufficiale www.monzagol.it Ú online la prima delle due parti delle "ðððšð«ð¢ð ðð¢ðð§ððšð«ðšð¬ð¬ð" (a cura di ð¬ððð ðŽðððð) dedicate a Beppe Marotta, attuale presidente dell'Inter, prossima avversaria dei biancorossi in campionato.
Proprio a Monza, Marotta ha iniziato a vincere, nel 1988: promozione della squadra dalla C alla B e conquista della Coppa Italia di serie C.
Beppe Marotta, dal Monza alla "Hall of fame" del calcio italiano (1a p.) - Monzagol.it Sulla parete di uno dei tanti locali superiori dellâU-Power Stadium troneggia una maxi foto scattata lâ11 giugno 1988 nellâatrio degli spogliatoi del vecchio stadio âSadaâ, al termine della finale di ritorno di Coppa Italia Serie C vinta dai biancorossi 2-1. Nello scatto sono inquadrati tr...
ðžðâðŒðððžâð»ð ððââ€ðž-ðâððŒâ/ð¡ð²ððð®, ðð»ðð®ðŽðµð¶, ð² ð¶ð¹ ð± ðºð®ðŽðŽð¶ðŒ ð±ð²ð¹ ð®ð¬ð¬ð®...
Domenica si ritroveranno come avversari, da allenatori, nella sfida tra Monza e Inter, ma Alessandro Nesta e Simone Inzaghi sono stati compagni di squadra, da giocatori, nella Lazio delle meraviglie a cavallo del 2000. Insieme hanno conquistato lo scudetto al termine della stagione 1999/2000 (e nella stessa annata anche la Coppa Italia, battendo lâInter nella doppia finale).
Erano in campo anche nel famoso 5 maggio del 2002, allorché la Lazio allenata da Zaccheroni negò alla squadra di Hector Cuper la gioia di uno scudetto ormai a un passo. La storia la conoscono tutti: ultima di campionato, Inter in testa alla classifica con un punto di vantaggio sulla Juventus e due sulla Roma. Nerazzurri di scena allo stadio Olimpico contro la Lazio e 50 mila tifosi al seguito (oltre ai laziali che tifano Inter per scongiurare un possibile scudetto agli odiati âcuginiâ), bianconeri impegnati nella trasferta di Udine e giallorossi capitolini ospiti del Torino.
AllâOlimpico Inter due volte in vantaggio, ma rimontata e infine superata: 4-2 il risultato finale, e nel tabellino dei marcatori entra anche Simone Inzaghi, autore del quarto gol laziale.
Finisce con la Juventus Campione dâItalia, Roma seconda e Inter ai preliminari di Championâs League. Grazie a quella clamorosa, inattesa vittoria, la Lazio di Zaccheroni ottiene la qualificazione alla Coppa Uefa.
Storia vecchia ma sempre attuale, con Nesta e Simone Inzaghi ora avversari su due panchine dal peso specifico nettamente diverso.
Monza-Inter, altra partita dallâesito scontato, ma quel 5 maggio Ú lì a ricordarci che tutto completamente scontato non lo Ú mai...
ðð¶ð®ð»ð»ð¶ ðŠð®ð»ððŒð¿ðŒ
Nella foto: una formazione della Lazio nella stagione 2000/2001: Nesta Ú il secondo in piedi da sinistra, S.Inzaghi il primo accosciato, a sinistra.
ððð«ððš ðð¢ð«ðšð¥ð ðÌ ð¢ð¥ ð§ð®ðšð¯ðš ðð¢ð«ððððšð«ð ðð "ðð¥ ðð¢ððððð¢ð§ðš"
Cambio della guardia alla direzione dello storico bi settimanale di Monza e Brianza.......................................................................................................................................
Queste le parole di Pirola dopo aver appreso l'importante notizia che lo riguarda: "La canzone dellâimmarcescibile Lucio Battisti, 'Emozioni', scorre lenta nelle cuffie e mi accompagna verso una giornata uggiosa. Sono le 6 del mattino e piove anche dentro di me. Pazienza ci sono abituato. Penso. Cammino. Come mi capita spesso di fare allâalba. Da solo stavolta. Sono riuscito a âscappareâ per sei mesi, ma ora mi hanno incastrato. Sì. Accetto la sfida".
âððððððððððððð ðððâ, ððð
ððð ððððððððððð ðð ððððð........................................................................................................................................
In occasione dellâultimo G.P. dâItalia di F.1, trionfalmente vinto a Monza dal pilota della Ferrari Charles Leclerc, al Museo Verri di Biassono, nellâambito degli eventi del âFuoriGPâ, Ú stato presentato il libro âððð¢ð¥ð¡ðððð¢ðð£ð©ð ððð€â, scritto da Walter Consonni per la ELA - Edizioni libri automobilistici, con la prefazione del noto giornalista e scrittore Giorgio Terruzzi e lâepilogo dellâaltrettanto celebre professionista della carta stampata Pino Allievi. Nelle più di trecento pagine della voluminosa opera sportiva made in Brianza, Ú raccontata dettagliatamente e con simpatiche note di colore la vita di ðð¶ð®ðºðœð¶ð²ð¿ðŒ ððŒð»ððŒð»ð»ð¶, ð±ð²ðððŒ âð£ð²ðŒâ, fratello minore dellâautore, meccanico dei fratelli Brambilla presso lâautofficina monzese di via della Birona e sulle piste di mezza Europa, al seguito di Vittorio nel prestigioso campionato di F.2, prima di diventare lui stesso pilota. Con pochi soldi in tasca, ma passione e grinta da vendere, il giovane monzese, sempre attratto dallâAutodromo come dal vecchio stadio âSadaâ, divenne ben presto conduttore di monoposto della F.Monza e della F.3, di vetture Turismo, Sport e da Rally, conquistando il titolo di Campione italiano di F.2000 nel 1981. Fu pure collaudatore della Dywa di F.1, interessante monoposto costruita a Canegrate da Dido Monguzzi e dotata di un potente motore Ford Cosworth di 3000 c.c. a 8 cilindri, costretta, però, in procinto dellâesordio, a rimanere inesorabilmente ferma ai box. La mancanza di fondi per sviluppare il progetto internazionale del team da parte del superficiale proprietario, tradito sul più bello da un inaffidabile sponsor, risultò così fatale. Innumerevoli, soprattutto, le gare affrontate dal poliedrico Peo sul circuito di casa, alcune vittoriose, altre terminate nelle vie di fuga a bordo pista, come quella del Campionato italiano Sport Prototipi, affrontata nel 1990 con una Lucchini e persa rocambolescamente allâultimo giro, quando si trovava al comando, per una scorrettezza ravvicinata del suo avversario diretto, il campione tricolore in carica Stefano Sanesi. Dalla sabbia di Monza a quella del Sahara il passo Ú stato, poi, davvero breve. Per ben cinque volte il tenace pilota brianzolo ha infatti partecipato alla Paris-Dakar (quella originale, dei tempi dâoro), con una puntatina anche al Rally dei Faraoni. Massacranti gare affrontate sempre al volante di un camion della assistenza per conto delle più affermate Case motociclistiche giapponesi.
Ventidue giorni di competizione e quasi tredicimila chilometri da percorrere, ogni anno, in gran parte sui terreni impervi del deserto, affrontando in continuazione pericoli, imprevisti e immani fatiche. Oltre a guidare ininterrottamente per intere giornate, sempre con il cronometro sottâocchio per non finire fuori tempo massimo, câerano, poi, le notti, tra una tappa e lâaltra, da trascorrere, quasi sempre, insonni e con gli attrezzi in mano per riparare le moto impegnate, alla luce del sole, nella corsa vera. I vari Edy Orioli, Andrea Balestrieri, Claudio Terruzzi e Roberto Boano, per la gioia dei loro meccanici, come me, non hanno, infatti, mai risparmiato i loro mezzi durante i terribili trasferimenti! Raggiunta lâetà della pensione ed appeso casco e tuta al fatidico chiodo, Consonni, rifugiatosi nella sua autofficina di Muggiò, da diversi anni, Ú qualificato istruttore presso scuole riservate agli aspiranti meccanici da corsa. Grazie ai suoi preziosi insegnamenti diversi ragazzi sono diventati esperti dipendenti motoristici di team di F.1 e della MotoGP, in giro per il mondo. Ma lâex pilota brianzolo, tifoso dellâInter, come del Monza, Ú sempre stato amante anche del calcio, disciplina praticata dallâetà di 9 anni sui prati dei Boschetti Reali e della Cascina San Fedele nel Parco. Nel libro appena pubblicato non mancano sue foto con la divisa nerazzurra, con la maglia della Nazionale italiana e, persino, a fianco del âmagoâ Helenio Herrera, nel ritiro di San Pellegrino, nellâagosto del 1963. Particolare curioso: Peo Ú nato a Monza il 7 giugno 1954, alle ore 15, stesso giorno, stesso mese e stesso orario del fratello Walter, venuto alla luce due anni prima. ââð»ð ðððð§ððð¡ð ð ð ððð¢ððð ðð ðððð§ð ððððð ððð 1960 - racconta l'ex driver brianzolo - ððððð ðððððððð¡ð ððððð ðð¢ðð£ð ðððð, ððð£ð ððððððð£ð ðððððððððððððð¡ð ððð ð¡ð ðððððð¡ð ð ððð ððððð, ðððððð¢ðððððð ð¡ðððð ð ððððððððð ð ð.
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ððððððð¡ð, ðððð¡ðððð ððððððððð ð ð ððð 1960 ðð 1965, ððð 138 ðððð ððð§ð ðððâðð¡ð¡ðð£ð. ððð ðð ð£ðððð¡ðÌ ðð ðððððð£ð ðððð¡ð ðððâð ðð ðððð¡ðððððððð ð¡ð ð¶ððð¢ððð ðððð, ðððð£ðð ð ððð ððð ðððððððð ðð ðð¢ððð§ðððð ððð ððððð¡ð ððððâðððð ðð ððððð ðð£ð ð ðð¡ð¡ð ðððð¡ð. ð·ðð£ð ððððÌ ðððððð ð ððð ðâð ðâðð¡ð¡ððð§ðððð ððð ðð ðð¢ððð ððððâðð ð¡ðððð ðððððð ððð ðððð ð ððððð ðð ðððððð ð ð¢ ðð ðð. ð·ðð ððððð ððððððððð¡ð ðð ððððð ðŽ ððððð ð ð¡ðððð ððððððððð ð ð, âð ð£ðð ð¡ð ðððð¡ððððððð¡ð ð¡ð¢ð¡ð¡ð ðð ðððð¡ðð¡ð ðððð ð¡ðððð£ðð ðððð, ð ðððð¡ð ðð¢ðððð ðððð¡ðð ðâðððððð ð ðð ðð ð¿ðððð, ð ððð¢ðð¡ð ððððð¡ð¡ððððð¡ð ðððð ð-ððð€ðð ðð¡ðððð¢ð ððð ððð ðððððð ðð ðð ððððð¡ððð. ðŒð ððð¡ððððð ðð ððððð ðððð ð ððððððððð ð ð ð¢ð ðððððð ð ðððððð¡ð¡ð, ðð, ð ðððððð ðð, ððððððð¡ðð¡ððððð¡ð. ð¶ððð¡ðð ð ðððð¢ðððð ðâððð ðððððð ðð ððððâððð ðºððð£ðððððð ðð¡ððððð ð, ððð ðð ððððð ð¡ðððð ðâðð¢ð ð ð ð¢ð ððð ð¢ðð¡ðð¡ð ðð 1-1, ðððð ðð ð ððð ð ð¡ðð¡ð ððð ððððð¡ðð¡ððððð¡ð ðð ð£ððð¡ððððð ððð ð¢ðð ððð¡ð ðð ð¶ðððððð, ðâððð ðð ððð ð ðððððð¡ðÌ ððððððð¡ð ðð ð ð¡ððððððð, ðððð ðððð, ðððððð ð¢ð ðð¢ðð¡ð.
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ðŽð ð¡ððððððð ððð ðâðð ðð ðâðð¢ð ð¢ðð ððððâððððð¡ðð ðð ððð¡ððð£ðð, ðð¢ðð ð ð ððð§ð ð ðððððð, ððð£ððð¡ð ðð ð¢ð ðð¢ððððð¡ð¡ð ððððð ð ðððð ððððð¡ð ððð ðð ððð¡ððððððð ðð ððð ððððð ð, ððððððððð¢ð¡ð, ððð ð ð¢ð ð ð¢ðððð: "ð»ðð ð£ðð ð¡ð ðððð? ððð ðððð¡ððð¡ð? ðð¢ðð ð¡ð ð£ððð¡ð ðð ð'ððððððð ððððððð ððð¡ð¡ð ð ð ððððð ðð ð ðððð ðŽ!â. ð·ðð ð ð¢ð ð£ððð¡ð, ðð ð ðððððÌ ðâ ððð¡ððð£ððððð ð¢ð ð ððððð ð ð, ððð ðð, ðð¢ðððð ð ððð, ðð¢ ðððððð ððððððð¡ðÌ ðððððð ð..." Ci piace chiudere il âpezzoâ con una massima dellâarguto Consonni, valida, secondo noi, nel mondo dei motori, come sui campi di calcio: ââððð ð ððð¡ð¡ððð ððð ðâðððððððð, ððððâðÌ ðð ð£ðð¡ð ððð ð ððð¡ð¡ð ððð ðâððð ðððððð¡ð! ðŒð ðððð ðððððððð ððð ððððð, ðÌ ðð ð ððð£ððð, ð ð¡ð¢ððððð ð ðððððððð ð ðð¢ðð¡ð ðð ðâð âð ðððÌ ðð¡ð¡ððð¢ð¡ð ð ððð ð¢ðð¡ðð¡ð ðâð ð¡ð¢ ððð ððððð. ðð ðð ðð ð¡ð ðâð ðââð ððð¡ð¡ð ððð ð ð¢ðððð ð ð ððððð ðð ð¡ð, ð ððððð¡ðÌ ðð ððð¡ððð§ðððð, ð£ð¢ðð ðððð ðâð ðððâð ð¡ð¢ ðð¢ðð ððððð£ðððð. ðŒððððð¡ððð¡ð ðÌ ððð¡ð¡ðððð ð ððððð ððð ð ðððð, ðð¢ððð, ððð ð ððð ððð ððððððððð¡ðÌ ð ð£ððððð ðð ð ð¢ðððððð ð¡ð¢ð¡ð¡ð ððð ðð ð¡ððððð, ðððâð ð ððððð¡ð ðð ðððððð ð ðððððððð, ðððð¡ð ð ðððððððð§ð ð ððð ððð¡ð ðððð¢ðððââ.
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âMâ come Monza, ma anche âMâ come lâiniziale del cognome di tanti calciatori che hanno fatto la storia del Monza.
Solo un dato curioso, certo, ma abbastanza suggestivo.
Si parte con Carlo Martinengo e Sergio Magni, negli anni Cinquanta; entrambi difensori molto possenti, fisico ruvido (per Martinengo anche qualche chiletto di troppo...) ma estrema correttezza e lealtà nelle giocate. S. Magni ha collezionato ben 291 presenze con la maglia biancorossa dal 1951 al 1963.
Per Martinengo, 88 presenze e 11 gol dal '48 al '51.
Negli anni Cinquanta âMâ ha voluto dire soprattutto Milani Aurelio, bomber di razza che proprio a Monza ha avuto il suo trampolino di lancio verso una carriera a tutto tondo.
Milani ha giocato due stagioni con la maglia biancorossa, segnando 37 reti in 64 gare di campionato, vincendo la classifica cannonieri di serie B nellâannata 1955/56 mettendo a segno ben 23 reti.
Passato allâInter, lâattaccante vinse con la maglia nerazzurra la Coppa dei Campioni (suo un gol nella finale di Vienna contro il Real Madrid vinta per 3-1) e la Coppa Intercontinentale.
Sempre restando negli anni Cinquanta (e Sessanta), ecco Giordano Mattavelli, attaccante esterno (non molto prolifico, per la verità ), che ha vestito la maglia del Monza per diverse stagioni non consecutive, totalizzando 163 presenze in campionato e 15 gol.
Ci spostiamo negli anni Sessanta, per parlare di Mariano Melonari, un difensore centrocampista ricordato a Monza come un vero leader e trascinatore della squadra. Per lui, 176 presenze in campionato e 20 gol.
Da Melonari a Giovanni Battista Magaraggia e Gian Luigi Maggioni, due difensori dal fisico esile ma con una grinta eccezionale.
Il primo ha vestito la maglia biancorossa dal 1966 al 1970 (103 presenze in campionato, 1 gol), il secondo ha giocato dal â64 al â68 per un totale di 87 gare in campionato e 10 gol, il più celebre dei quali Ú senza dubbio quello che ha permesso al Monza di vincere lo spareggio con il Como nel 1967 e ritornare in serie B dopo un solo anno di purgatorio.
E per finire, potevamo forse dimenticare unâaltra âMâ illustre? Alfredo Magni da Missaglia, sette anni al Monza da giocatore (dal â60 al â67) per un totale di 84 presenze in campionato ma nessun gol, prima di tornare come allenatore di quella squadra che tanto fece divertire e sognare i tifosi alla fine degli anni Settanta.
Ah, ci stavamo colpevolmente dimenticando di un certo Emiliano MâŠondonico! 23 presenze e 7 reti nella stagione 1970/71, un breve ma significativo passaggio del âMondoâ in maglia biancorossa.
In tempi recenti (si fa per dire) altre "M" nell'impronta biancorossa che fa parte della storia: Monelli, Massaro, Motta, Marinaro, Mandelli e Marconcini, solo per citarne alcuni...
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(Foto Valtorta e Caprotti)
Adriano Galliani
Qualcuno certamente se lo ricorderà : ðððð«ð¢ðð€ ððð³ð³ðððð¢, un portiere promettente portato via da un destino cinico.
(Foto Bruno Giove)
SETTORE GIOVANILE: IL PROGRAMMA DEL WEEKEND - Associazione Calcio Monza S.p.A. SETTORE GIOVANILE: IL PROGRAMMA DEL WEEKEND - Associazione Calcio Monza S.p.A.
ððð¥ð¯ððŠð¢ð§ð¢, ð¥'ð®ð¥ðð¢ðŠðš ðð¢ðŠðšð§ð¢ðð«ð ð©ð«ð¢ðŠð ððð¥ ð§ðð®ðð«ðð ð¢ðš
Si Ú spento allâetà di 82 anni Gaetano Salvemini, calciatore prima (attaccante ma non molto prolifico, per la verità ...) e allenatore poi. Da tecnico ha guidato per un breve periodo anche il Monza, in uno dei momenti più critici della storia recente biancorossa.
Il suo arrivo in Brianza avvenne in un freddo giorno gennaio del 2001, per la precisione martedì 23.
La squadra, fino a quel momento allenata da Roberto Antonelli detto âDustinâ, era mestamente relegata allâultimo posto della classifica di serie B con 11 punti in 19 partite, e staccata di ben nove lunghezze dalla quintâultima posizione.
Lâallora presidente Piero Fazzolari, in carica da appena un anno e mezzo dopo la lunga oligarchia targata Giambelli, tentò lâultima, disperata carta per cercare di sottrarsi alla retrocessione, e sollevò dallâincarico Antonelli per affidare la panchina a Salvemini, mister esperto e ben referenziato.
Il debutto come mister del Monza, però, fu tuttâaltro che memorabile: prima giornata del girone di ritorno, larga sconfitta a Venezia, 4-1, e la consapevolezza che lâimpresa di salvare i brianzoli dalla serie C sarebbe stata praticamente impossibile.
Eppure la formazione biancorossa ebbe un sussulto che sembrò ridare concrete speranze di salvezza al Monza: accadde tra la 23° e la 27° giornata, con quattro vittorie in cinque partite (e una sconfitta in rimonta in casa del Torino, 2-1). Dopo lâexploit di Cittadella del 16 marzo 2001 (1-0 gol di Florio), il distacco dalla quintâultima posizione si era ridotto a sole tre lunghezze (Monza 24 punti, Genoa 27), ma a quel punto i biancorossi subirono unâinvoluzione fatale che li condannò, di fatto, alla serie C.
Al pareggio casalingo con la Ternana seguirono ben sei sconfitte consecutive, per arrivare a un verdetto ormai inappellabile.
Salvemini restò al timone di quella zattera alla deriva fino al 20 aprile del 2001, giorno della sconfitta casalinga del Monza (1-2) contro il Siena, poi Fazzolari lo sostituì con Romano Cazzaniga per provare a finire con più dignità quella sciagurata stagione che, di fatto, segnò lâinizio di una veloce, inesorabile caduta negli inferi della società biancorossa.
Per Salvemini, anche lâultima (e del tutto infelice) esperienza su una panchina, a soli 59 anni e una carriera da calciatore e allenatore costellata di non poche soddisfazioni.
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(Foto Archivio Il Cittadino e Caprotti)
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