Lìbrati. La Libreria delle donne di Padova

"Riguardo all'eleganza e alle buone maniere, bastava seguire l'esempio e le raccomandazioni della mamma: imitare la lenta andatura rilassata e ancheggiante delle matrone (a ogni passo sembravano sostare sul posto), gettare attorno a sé un'occhiata lievemente distratta e soprattutto, quando qualcuno vi rivolge la parola, tenere sempre gli occhi bassi (che vergogna una ragazza che guardi qualcuno direttamente in faccia!), rispondere a bassa voce, appena percettibile, un morbido sussurrare, un melodioso bisbiglio..."

Torna in libreria per Scholastique Mukasonga con un imperdibile memoir sulla sua giovinezza in Ruanda.

Alcuni momenti della presentazione di "Distruggi tutto. La pulsione di morte al femminile" di Micaela Riboldi (Mimesis Edizioni). Insieme all'autrice ha dialogato la psicoanalista Marta Meschini.

L'evento è stato organizzato in collaborazione con Jonas Padova.

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*Il libro traccia i confini del mondo, ovvero dei mondi, di Jane Austen, esplorando la realtà conosciuta e rappresentata dalla romanziera e identificando piste e tracce utili a ripercorrerla. I diversi capitoli propongono approfondimenti sul contesto storico, le istituzioni, gli orizzonti internazionali e globali, la sfera locale, le prassi religiose, l’idea di identità nazionale, le città e le campagne, i modi di spostarsi e viaggiare, gli uomini e le donne nel loro ambiente sociale, il denaro, gli svaghi e la cultura, e infine il campo letterario ed editoriale. Una conoscenza più puntuale di questi ambiti non solo aiuta a comprendere meglio la realtà evocata dall’autrice, ma anche ad affinare una capacità di lettura, come Austen stessa ci richiede, attenta ai dettagli, anche impercettibili, di cui sono costellate le sue narrazioni e le lettere. Nell’indagare il binomio Austen/mondo, il volume suggerisce nuove vie per scoprire e riscoprire una figura e un universo narrativo fortemente radicati nel loro tempo e, contemporaneamente, sempre attuali.

"Lo sguardo opaco può essere descritto con le parole di Marguerite Duras come un 'mancare delle donne a se stesse?', come lo sguardo mancato che la Duras stessa ha incontrato nella propria madre, in una madre che la guarda ma non la vede. A quello sguardo, a quell'immagine di distruzione precoce, il soggetto si identifica, ripetendo, con moto circolare, la distruzione dello sguardo materno mancante, poi la distruzione nell' amore e, ancora, la distruzione di cui investe il proprio sguardo su di sé."

Domani alle 18 ospiteremo la presentazione di "Distruggi tutto. La pulsione di morte al femminile da Freud a Lacan". Insieme all'autrice dialogherà Marta Meschini.
L'evento è in collaborazione con Jonas Padova.

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"E come i gerani rossi che spiccano davanti casa e rinascono ogni anno nonostante il gelo invernale anche Giovanni rifiorisce nel momento in cui rifiuta le costrizioni arcaiche".

Sul Corriere del Veneto di oggi è uscita una bella lettura di "Padre terra" di Barbara Buoso, a firma Francesca Visentin che ringraziamo.

Fernandel Editore

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"Perché quel dolore è troppo forte, non può essere cosa da poco, deve nascere da un problema, e un problema se non lo individui non lo puoi risolvere. Adesso il malanno gira indisturbato dentro di lui, nessuno lo vede, nessuno lo può curare."

*Capita, nella vita, che l'universo ci appaia diviso tra quelli che agiscono e non si fanno spaventare dal mondo e quelli come noi, abitati da un dolore nascosto sottopelle. Per Loris tutto ha avuto inizio nel tempo bambino, quando le estati erano piene di fascino come l'orto di nonno Tempesta, vicino alle rovine dell'antica Galeria. Quando era insieme al nonno, il bisogno eccessivo di leggere per scacciare le angosce scompariva e lui imparava cose meravigliose come costruire una voliera e allevare i colombi, fedelissimi e iridescenti. Ora Loris ha trent'anni, ha fatto della lettura il suo mestiere, vive in città e ha una fidanzata di soprannome Jo. Ma il lavoro in casa editrice è precario, l'ansia di non essere all'altezza dell'età adulta lo schiaccia, lo divora. Loris scivola dentro sé stesso, prima per difendersi, poi per auscultare i messaggi d'allarme che il suo corpo gli manda. C'è un male dentro di lui, un male capace di portarsi via ogni residuo di speranza. E mentre i medici, la fidanzata, i genitori appaiono sempre più lontani, a Loris rimangono solo due alleati: i social media, sollievo e nutrimento per i suoi fantasmi, e Catastrofe, la creatura mutaforme – gatta, lupa, amica, sposa – che gli sta vicino nei momenti più difficili. Ancora una volta Giulia Caminito sceglie la via del romanzo per raccontare sé stessa e la sua generazione, che non ha subito guerre o privazioni materiali ma ha avuto in sorte la solitudine della Rete e della precarietà. La sua scrittura essenziale si apre in questo libro a una sorprendente atmosfera onirica, facendo dell'ipocondria una memorabile protagonista – la seducente e beffarda Catastrofe – e mettendo in scena tra i palazzi urbani la selva oscura in cui tutte le nostre più dolorose esperienze si muovono.

Qualche scatto dalla presentazione di "Eredità ed Estinzione" di Giovanna Frene (Donzelli editore) insieme a Laura Liberale e Renata Morresi.

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Finalista al Premio Strega Poesia, Giovanna Frene sarà nostra ospite domani per la presentazione del suo "Eredità ed Estinzione" (Donzelli editore) insieme a Laura Liberale e, in collegamento, a Renata Morresi.

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Barbara Buoso e Saveria Chemotti sabato sera saranno ospiti a Pescantina (Vr) alla Casa Della Cultura Anita e Marco. L'evento è all'interno della rassegna "Parole d'autore lungo il fiume", un contesto ideale per "Padre terra" che intesse magistralmente al suo interno un discorso in cui natura e cultura si incontrano e si scontrano.
"L’amore che il piccolo avrebbe imparato si sarebbe trasfuso in lui anche grazie all’ascolto di quell’incessante discorso che il creato fa ad ogni uomo e che spesso, presi dalla foga della vita, in molti non percepiscono più."

Amiche, amici di Verona vi aspettiamo!

Fernandel Editore

"Una volta che la gente si rende conto che sono araba e gay, la conversazione si trasforma in un fuoco di fila di domande e compassione. A seconda di quanto siano consapevoli di sé, o le persone danno per scontato che

"Il fascino polesano nasce - ha concluso la scrittrice - dalla sua configurazione come terra: è una lingua di terra stretta e lunga delimitata dal Po e dall'Adige minata nella sua tenuta da reticoli di corsi d'acqua, argini e anse. Una terra Iabile, manchevole sotto ai piedi per via di questa caratteristica paludosa che la fa cangiante, come Ia natura umana che si presta, in essa, ad essere colta nelle sue incessanti manifestazioni".

Esce oggi per La Voce Di Rovigo un articolo su "Padre terra" della giornalista rodigina Giorgia Brandolese, che ringraziamo.

Fernandel Editore

Andiamo ad ovest questa domenica con una recensione di "Padre terra" su "Alessandria Today" che si chiude con questa splendida riflessione:

"Padre Terra è un romanzo che si legge tutto d’un fiato, ma che lascia un’impronta duratura nel cuore del lettore. La storia di Giovanni e Primo, con il loro amore per la terra e la loro lotta contro le convenzioni, è una potente riflessione sulla natura umana e sul nostro rapporto con il mondo naturale. Perfetto per chi ama le storie ricche di simbolismo e profondità emotiva, Padre Terra è un’opera che parla direttamente all’anima."

Qui il testo completo:
https://alessandria.today/2024/09/21/padre-terra-di-barbara-buoso-un-viaggio-intimo-tra-paternita-e-natura-un-romanzo-che-esplora-il-legame-tra-uomo-e-terra-in-una-comunita-del-polesine-recensione-di-alessandria-today/

Fernandel Editore

"Terra’ è un lessema che deriva dall’omologo indoeuropeo per parte secca, disseccata, tersa o arida e quindi per estensione suolo su cui si cammina, materiale che contiene gli elementi naturali riconoscibili come vita e storia. Per questo la terra natia non è solo simulacro, non vive in sé e si comunica soprattutto attraverso la mano e l’occhio. È la mano che ara, che zappa, che guida, è la mano che coltiva, raccoglie, che percepisce gli anfratti rugosi, perfino taglienti e urticanti del suolo e cerca le parti più arrotondate, morbide e qui diventa perfino suono.
Padre terra diventa allora scenario mobile in cui si possono rintracciare i segnali di una variegata individualità interiore, di un inventario, (proprio dall’etimo invenio, trovo, ma anche scopro, recupero e salvo) che si svolge in dodici capitoli, sequenze che, a partire da titoli memorabili e tramite un sapiente montaggio contestualizzano il pathos degli eventi, raccontando la storia di Primo, Rosalba e Giovanni in uno scenario dominato dal colore di gerani rossi che spiccano dirimpetto alla loro casa e diventano ogni anno fonte di rinascita e di rivincita sul freddo dell’inverno."

Qui il bellissimo testo completo:
https://www.sololibri.net/Padre-terra-Barbara-Buoso.html

Fernandel Editore
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"Raccogliersi nel buio è un buon inizio per ottenere la visione notturna. Per affinare quest'arte, tuttavia, dobbiamo convincerci che il 'dolor' appare come un fallimento solo se visto alla luce. Nell'oscurità assomiglia invece alle corde del cuore che risuonano all'unisono, e a una connessione spirituale. Quando neghiamo, nascondiamo o minimizziamo il 'dolor' non diamo alle persone l'opportunità di avvicinarsi a noi. Peggio: diventiamo imbranati e goffi. Dobbiamo sviluppare la visione notturna non solo per noi, ma anche per gli altri. Se vogliamo che i nostri figli, i nostri compagni e i nostri amici ci parlino del loro dolor, dobbiamo essere disposti ad abbassare le luci e permettere che i nostri occhi si abituino".

Trad. Sara Marzullo

“Il Polesine è languido – aggiunge Buoso - e ti toglie il respiro, come quando hai la pressione bassa d’estate; o come quando stai pescando e la lenza strattona e non è una semplice corrente; è l’intermittenza dello stare al mondo che in Polesine vibra. E per questo ti fa ‘saracare’, ovvero bestemmiare, mentre plani per terra”.

Grazie a Giorgia Brandolese per questa lettura di "Padre terra" (Fernandel Editore) e per le domande a Barbara Buoso che le permettono di sfoderare la sua magnifica penna e di mostrare il Polesine come metafora universale del nostro stare al mondo.

Qui l'articolo:
https://www.polesine24.it/cultura-e-spettacoli/2024/09/20/news/il-polesine-padre-terra-di-buoso-285425/
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"Ecco perché 'erotica dei sentimenti': non si tratta di creare un decalogo di comportamenti da rispettare, una morale a cui conformarsi, ma di trasmettere il desiderio nei confronti della scoperta di sé e del mondo. Questo è importante soprattutto oggi, perché nonostante molti giovani abbiano smesso di credere a tante storie sociali che un tempo sembravano naturali e immutabili, rischiano di non sentirsi più coinvolti in niente, di non desiderare più, di non percepire alcun eros nelle proprie vite."