Studio di Psicologia e Psicoterapia Dott. Serena Di Marco
La psicologa Di Marco Serena opera a Palermo.
Vanta esperienza dal 1996 ed è iscritta all'Albo degli psicoterapeuti dal 2008. È specializzata in Psicoterapia infantile, dell'adolescente e della famiglia - Modello Tavistock.
𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒇𝒂𝒓𝒆 𝒔𝒆 𝒎𝒊𝒐 𝒇𝒊𝒈𝒍𝒊𝒐 𝒏𝒐𝒏 𝒗𝒖𝒐𝒍𝒆 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒆 𝒂 𝒔𝒄𝒖𝒐𝒍𝒂? 𝑳'𝒊𝒏𝒕𝒆𝒓𝒗𝒊𝒔𝒕𝒂 𝒂𝒍 𝒑𝒓𝒐𝒇𝒆𝒔𝒔𝒐𝒓 Stefano Vicari - Neuropsichiatra
«Un bambino o un ragazzo che si rifiuta di andare a scuola non va giudicato. Cerchiamo di accogliere la difficoltà che sta vivendo. Che non vuol necessariamente assecondarlo». L'ansia scolastica è un disturbo in aumento: colpisce tra il 5 e il 28% tra bambini e adolescenti.
🔗Guarda l'intervista completa cliccando qui 👇
https://video.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/come-fare-se-mio-figlio-non-vuole-andare-a-scuola-la-risposta-del-neuropsichiatra/464334/465295
Il professor Stefano Vicari: «I disturbi mentali iniziano per lo più in adolescenza o addirittura nell'infanzia, mi riferisco per esempio all'ansia, alla depressione, al disturbo bipolare, alla schizofrenia, dunque a quelle patologie che siamo abituati a identificare con l'adulto». In realtà le forme presenti nell’adulto sono le forme croniche. «Per questo abbiamo una grande necessità di intercettare tali disturbi quando compaiono, perché prima li individuiamo, più precoci possono essere le cure e maggiori le probabilità di guarigione».
Lo stigma verso le patologie mentali però è ancora molto forte, e spesso si preferisce guardare dall’altra parte. Fingere che il problema non esista. «C’è dunque bisogno di raccontare al grande pubblico cos’è la salute mentale, come si costruisce; bisogna spiegare cosa sono i disturbi mentali, proprio perché sia più facile gestirli». E, innanzitutto, riconoscerli.
🔗Link articolo https://ilbolive.unipd.it/it/news/salute-autolesionismo-cogliere-segnali-disturbo
Buongiorno a tutti,
È stato pubblicato su una ottima rivista che si occupa gli adolescenza il mio articolo sul rapporto fra gli adolescenti e il digitale, e su come questo sta incidendo significativamente sullo sviluppo delle loro competenze cognitive e relazionali.
Di seguito il link per leggerlo per intero .
Grazie
https://www.agippsa.it/wp-content/uploads/2024/01/Adomagazine-Gennaio.pdf
Mi viene in mente una frase di Bauman che ho salvato sul desktop del computer talmente mi ha colpito: «L’introspezione è un’attività che sta scomparendo. Sempre più persone, quando si trovano a fronteggiare momenti di solitudine nella propria auto, per strada o alla cassa del supermercato, invece di raccogliere i pensieri controllano se ci sono messaggi sul cellulare per avere qualche brandello di evidenza che dimostri loro che qualcuno, da qualche parte, forse li vuole o ha bisogno di loro». Illuminante!
(Libro Corpi senza peso, Stefano Vicari)
Stefano Vicari: «Il benessere mentale del bambino è strettamente legato al suo livello di autostima. Non parlo di presunzione o mancanza di senso critico, ma fiducia in sé stesso, nelle capacità che va costruendo e nella giusta consapevolezza dei propri limiti e l’autostima è un processo di conoscenza che il bambino inizia fin dalle primissime fasi dello sviluppo e che trova, o che dovrebbe trovare, il massimo compimento con il passaggio nell’età adulta. Per poter conoscere capacità e limiti occorre però che il bambino sia libero di esplorare l’ambiente, affrontare in prima persona i piccoli problemi che quotidianamente incontra e che gli adulti gli consentano di immaginare e realizzare soluzioni creative e persino originali. In altri termini, l’autostima ha bisogno di autonomia».
(Estratto del libro "Bambini autonomi, adolescenti sicuri" di Stefano Vicari)
𝑰𝒏 𝒄𝒉𝒆 𝒎𝒐𝒅𝒐 𝒍𝒂 𝒅𝒊𝒑𝒆𝒏𝒅𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒂 𝒔𝒐𝒄𝒊𝒂𝒍 𝒊𝒏𝒄𝒊𝒅𝒆 𝒔𝒖𝒊 𝒈𝒊𝒐𝒗𝒂𝒏𝒊?
«In media i giovani passano sei ore al giorno davanti a un telefonino e sappiamo che questa dipendenza crea lo stesso fenomeno delle sostanze, ovvero l’assuefazione e la ricerca spasmodica di questo strumento se non è disponibile. Si attivano le stesse aree cerebrali che si attivano quando abbiamo una dipendenza da sostanza».
Questo sabato alle 9!
Numerosi studi scientifici documentano che l’incidenza del suicidio e la prevalenza dei comportamenti suicidari è aumentata sia in alcuni paesi europei che negli USA, soprattutto tra gli adolescenti. Tale crescita sembra essere legata a una generale tendenza all‘aumento dei disturbi dell’umore in età evolutiva nei Paesi ad alto reddito. La correlazione tra depressione grave e tentativo di suicidio fra giovani e giovanissimi è confermata da studi recenti. È documentato anche l‘impatto della pandemia Covid sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti: a livello internazionale, nel 2021 la prevalenza dei casi di depressione e disturbi d’ansia risulta raddoppiata. “L’identificazione precoce con diagnosi accurate e il trattamento della depressione – sottolinea il professor Stefano Vicari - Neuropsichiatra, responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambino Gesù – sono interventi preventivi di primaria importanza per ridurre il rischio di suicidio tra i più giovani”.
https://www.quotidianosanita.it/cronache/articolo.php?articolo_id=107107
Condivido la approfondita considerazione della collega, che ci parla di cosa accade ai bambini in una separazione conflittuale.
Quando una coppia con figli si separa, uno degli aspetti più difficili da affrontare riguarda la necessità di scindere il ruolo del genitore da quello di moglie, marito o compagno/a che sia.
Spesso si innesca un meccanismo conflittuale, cosicché si separano anche i due genitori che smettono di svolgere insieme il loro ruolo e cercano ciascuno di introdurre il modello del “genitore unico”, magari anche alimentando la svalutazione dell’altro pur di apparire come il più adeguato, che quindi ha più diritto di stare con i figli.
Quasi mai i figli vengono ascoltati, se non in contesti giudiziari, quando la situazione è di solito consolidata.
Sarebbe utile chiedersi:
"Che cosa direbbero i figli di quella coppia se potessero parlare o se venissero ascoltati?
Siamo sicuri che farebbero il tifo per un genitore a scapito dell’altro?
Lavorando con le coppie di genitori, emerge quasi sempre che prima di separarsi entrambi erano adeguati e premurosi, poi nel tempo le divergenze, i tradimenti, l’assenza di progetti condivisi hanno indotto ciascuno ad accentuare le mancanze dell’altro, con l’obiettivo di accumulare prove, registrazioni, testimonianze, foto e altro ancora pur di screditarsi a vicenda.
A volte capita anche che gli stessi avvocati delle parti incoraggino questa dinamica, come strategia che può portare alla “vittoria”, non si sa bene di che cosa. O forse si sa benissimo: la casa, l’assegno di mantenimento, il potere sul figlio e quindi sull’altro genitore, molto spesso una rivendicazione personale che non ha nulla a che vedere con i figli.
Si perde cosi di vista il fatto che, quando nasce un figlio, nasce la responsabilità di ciascuno per aver deciso che l’altro diventasse padre o madre del proprio figlio.
Questo impegno è molto più forte e non può ve**re meno con la separazione della coppia, dato che il coniuge o il compagno si possono cambiare ma i genitori no ! Quella scelta, per quanto in futuro ci si possa pentire, è irrevocabile.
Questo significa che anche la coppia che sperimenta la peggiore crisi e che trova nella separazione l’unica soluzione possibile, non può sottrarsi al ruolo genitoriale che per essere tale necessita inevitabilmente di momenti di condivisione con l’ex compagno/a.
Proprio qui nascono di solito le maggiori difficoltà, con la tendenza a trasferire in questo ambito i conflitti non risolti e le recriminazioni delle parti che faticano a comprendere e ad accettare i due diversi piani di confronto.
Allora magari ci si aggrappa al rispetto rigido degli orari di visita e dei tempi di permanenza del minore dall’altro genitore (come se ottenere più ore vuol dire avere la patente di genitore migliore); ci sono bambini che si negano il diritto di piangere , per evitare che il pianto diventi una forma di malessere causato dalla permanenza con l’altro genitore, non possono stare male, perché quel sintomo è iniziato quando stava con il padre (o con la madre) che quindi potrebbe essere inadeguato, non possono dire “ oggi voglio stare con papà (o con la mamma) !” , perché di sicuro lui (o lei) chissà che cosa gli avrà promesso per farlo rimanere…
L'elenco sarebbe interminabile.
Quello che fi fatto è più doloroso per un bambino, non è tanto la separazione in se e per se (peraltro una fase sempre assai delicata), bensì la conflittualità che si riversa su di lui facendogli vivere l’incertezza di poter perdere entrambi i genitori, almeno per come li aveva percepiti fino a quel momento; altre volte addirittura facendolo sentire responsabile di atteggiamenti che hanno generato o alimentano tale conflitto.
Appare necessario che, nell’affrontare il percorso della separazione, si presti attenzione al fatto che tra i colpi che spesso si sferrano le due parti i ci sono i figli, contenitori di cristallo che rischiano di essere colpiti e danneggiati irrimediabilmente!
Questo non significa dover accettare una convivenza che oramai non funzione più, ma comprendere che la disgregazione della coppia coniugale non dovrebbe estendersi alla coppia genitoriale il cui legame è, in effetti, l’unico veramente indissolubile.
http://www.cristianafrattesi.it/2022/11/23/la-guerra-in-casa/
Il ritiro sociale nei bambini e negli adolescenti è un fenomeno molto diffuso in questa nostra epoca post Covid, ma può essere identificato precocemente nei suoi primi segnali.
Ecco una piccola sintesi, Tratta dal testo “ Adolescenti che non escono di casa”, a cura di Vicari-Pontillo, ed. Il Mulino, 2022. 
Bambini e abuso di smartphone: informazioni essenziali per i genitori.
Il professor Stefano Vicari - Neuropsichiatra: «I disturbi mentali nell'età evolutiva non sono nati con la pandemia ma, come testimoniano documenti dell'OMS e dell'Unicef, sono da sempre i disturbi più frequenti: basti pensare che un ragazzo su 6/7 nel mondo convive con una diagnosi di disturbo mentale e che almeno il 10% dei bambini e il 20% degli adolescenti soffre di un disagio di questo tipo. Altri due dati fanno riflettere: il suicidio è la seconda causa di morte tra i 10 e 25 anni e circa un bambino su 100 viene maltrattato o abusato. La pandemia ha fatto sicuramente da detonatore a questa situazione, perché è stata, ed è ancora, un periodo di forte stress: bambini e ragazzi hanno avuto paura di ammalarsi e di far ammalare i genitori; c'è stata un'informazione dilagante non filtrata; ci sono stati l'isolamento, la mancanza di attività fisica, di confronto e di relazione con i coetanei e un clima di grande incertezza. Tutto questo ha prodotto un aumento dei livelli di stress nei più giovani: i dati parlano di un 30% in più di accessi ai Pronto Soccorso per disturbi mentali e di un raddoppio di ansia e depressione nei bambini e negli adolescenti dal 10/12% al 20/25°ró. Un aumento di sofferenza mentale che ha riguardato in maniera particolare le ragazze».
Ogni tanto un po’ di ironia….. ci alleggeriamo! 🤗🤗🤗
Come vanno davvero le cose in .
Ancora più vicini ad una psicoterapia accessibile!
❗ Bonus Psicologo: Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il tanto atteso decreto attuativo
❓Cosa succede adesso
🔴 Come specificato all'art. 3 comma 1
L’illuminante sintesi del prof Stefano Vicari, neuropsichiatra infantile e primario della neuropsichiatria infantile dell ospedale Bambin Gesù di Roma, su quelli che sono i pilastri della salute mentale dei bambini e degli adolescenti: la capacità di autoregolazione delle emozioni, e la capacità di costruire relazioni positive.😊
Stefano Vicari - Neuropsichiatra : "La salute mentale si basa su due grandi pilastri. Uno è l’autoregolazione, cioè la capacità di saper gestire le proprie emozioni. Io sono in equilibrio psicologico se, ad esempio, di fronte ad un evento negativo non mi abbatto, ne risento, ovviamente, manifesto una tristezza, ma non mi abbatto definitivamente. Oppure se di fronte ad un successo, un elemento positivo per le mie emozioni, non mi esalto a tal punto da tralasciare tutto il resto. Un equilibrio emozionale fa parte della nostra salute mentale. L’altro pilastro è la capacità di costruire relazioni positive. Io sono in equilibrio con me stesso psicologicamente se mi autocontrollo emotivamente e se ho delle buone relazioni non solo con le persone a me care, parenti ed amici, ma anche con le persone che incontro per la prima volta. Quand’è che impariamo a capire le nostre emozioni e a gestire le relazioni? Da subito, quindi bisogna aiutare i bambini fin da piccoli a gestire la frustrazione, il “no”, il senso del “questo ora non si può fare, lo faremo più tardi” oppure “hai già avuto molto e un’altra caramella non puoi averla”, banalizzo molto ma è per cercare di far capire meglio. A me capita di vedere molti bambini che chiedono e pretendono delle cose ed i genitori hanno paura delle loro reazioni. Molti genitori mi dicono che se non accontentano il proprio figlio lui fa un macello. Abbiamo genitori che cominciano ad aver paura delle reazioni dei propri figli anche molto piccoli, questo ovviamente non crea un’armonia, un equilibrio per la crescita dei bambini e dei ragazzi. Le emozioni sono molto importanti e non c’è un’età in cui si comincia, certe cose o si apprendono subito, ovviamente nei modi e nei tempi che l’età del bambino consente, oppure questo processo, se viene rimandato troppo a lungo, verrà subito dal bambino ed avrà delle difficoltà per potersi realizzare".
BONUS PSICOLOGICO per accedere alle prestazioni psicologiche con L aiuto dello Stato: cosa “Bonus Psicologico”: le cose da sapere
A giorni uscirà in Gazzetta Ufficiale il Decreto attuativo del “bonus psicologico” (legge n.12/2022 art.1-quater), ma il testo disponibile viene considerato sostanzialmente definitivo.
Per la prima volta in Italia viene erogato ai cittadini un cd “bonus” per ottenere prestazioni di carattere sanitario da specialisti liberi professionisti privati con le risorse della fiscalità generale (cioè a totale carico dello Stato).
Si tratta di una novità assoluta perché sinora il cittadino può accedere nella specialistica privata solo per alcune prestazioni sanitarie, esclusivamente mediante l’impegnativa del medico di famiglia e solo in determinate situazioni (es. quando il servizio pubblico non può erogare la prestazione entro un certo tempo).
In questo caso le novità sono importanti perché:
Per la prima volta l’accesso all’esterno riguarda prestazioni rese da specialisti non medici ma psicologi;
non c’è il filtro del medico di famiglia;
non è limitato a professionisti accreditati o convenzionati ma aperto a tutti i professionisti che si dichiarano disponibili;
non si applicano le tariffe del Nomenclatore Tariffario (Decreto Ministero Salute 18 ottobre 2012 e s.m.i.) per remunerare le prestazioni (per una visita medica specialistica la tariffa è pari a 20,66 euro).
Si tratta di un provvedimento assunto in un contesto straordinario ma segna un precedente di enorme importanza per il riconoscimento della esistenza di una vasta gamma di disturbi che hanno nella psicoterapia una risposta d’elezione e affida allo psicologo specialista la piena valutazione diagnostica della condizione psicologica dell’utente.
Il provvedimento segna uno spartiacque nella storia della professione, per i suoi contenuti, al di là della somma (10 milioni) che mette in campo: lo Stato affida esclusivamente alla nostra professione la gestione di questa risposta.
È evidente che il “bonus” è solo una delle risposte di cui hanno bisogno i cittadini, ma costituisce un precedente fondamentale per ulteriori obiettivi, come l’accreditamento dei professionisti privati.
Sarebbe un grave errore sottovalutare il provvedimento o alimentare polemiche che creerebbero un enorme danno di credibilità alla professione. Senza dimenticare che tutte le forze politiche presenti in Parlamento hanno approvato il provvedimento, chiesto a gran voce da oltre 300.000 cittadini.
Le risorse stanziate sono pubbliche e lo Stato, in qualità di soggetto pagante, doveva assolutamente garantire ai cittadini parità di trattamento tra le prestazioni sanitarie, specialistiche, erogate dal Servizio Sanitario e quelle erogate dai professionisti privati, anch’essi in possesso della necessaria specializzazione.
Altro risultato raggiunto è aver concordato con i Ministeri modalità applicative snelle per accedere al bonus da parte dei cittadini. Adesso è fondamentale informare i cittadini ed i nostri utenti sulle modalità di accesso al ‘bonus’.
Il CNOP farà la sua parte ma è fondamentale un impegno sinergico di tutta la Comunità professionale.
Nei prossimi giorni, con la pubblicazione del Decreto in G.U. saranno ufficializzate le procedure che le psicologhe e gli psicologi che vorranno aderire all’iniziativa dovranno seguire per comunicare la propria disponibilità ad essere inseriti negli elenchi degli psicologi-psicoterapeuti che i cittadini potranno scegliere per l’utilizzazione del bonus.
L’INPS provvederà a suddividere, su base regionale/province autonome, le richieste di accesso al bonus sulla base dell’ISEE e della data di presentazione, sino all’utilizzo dei fondi disponibili per ciascuna Regione e Provincia Autonoma. L’INPS assicurerà il pagamento ai professionisti.
I dettagli del decreto
Beneficiari
Possono usufruire del beneficio le persone in condizione di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica, anche a causa dell’emergenza pandemica e della conseguente crisi socio-economica, che siano nella condizione di beneficiare di un percorso psicoterapeutico.
Professionisti
Il beneficio è finalizzato a sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia presso specialisti privati, regolarmente iscritti nell’elenco degli psicoterapeuti, e che abbiano comunicato l’adesione all’iniziativa al Consiglio regionale dell’ordine di appartenenza.
Gli ordini territorialmente competenti devono comunicare al Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi i nominativi delle psicologhe e degli psicologi che hanno aderito all’iniziativa. È compito del CNOP predisporre l’elenco definitivo dei professionisti aderenti e trasmetterlo all’INPS. I cittadini potranno consultare l’elenco sul sito dell’INPS, sui siti dei Consigli regionali e provinciali dell’Ordine.
Contributo e requisiti reddituali
Il beneficio è riconosciuto, una sola volta, a favore del cittadino con un reddito ISEE non superiore a 50.000 euro. Il beneficio è così parametrato:
ISEE inferiore a 15.000,00 il beneficio, fino a 50,00 euro per ogni seduta, è erogato a concorrenza dell’importo massimo stabilito in 600,00 euro per ogni beneficiario;
ISEE compreso tra 15.000,00 e 30.000,00 euro il beneficio, fino a 50,00 euro per ogni seduta, è erogato a concorrenza dell’importo massimo stabilito in 400,00 euro per ogni beneficiario;
ISEE superiore a 30.000,00 e non superiore a 50.000,00 euro il beneficio, fino a 50,00 euro per ogni seduta, è erogato a concorrenza dell’importo massimo di 200,00 euro per ogni beneficiario.
Modalità di richiesta e attribuzione del contributo
I cittadini richiedono il beneficio in modalità telematica all’INPS. Il richiedente accede alla piattaforma INPS. L'identità del richiedente è accertata attraverso la Carta di Identità Elettronica (CIE), attraverso il sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale (SPID), oppure Carta Nazionale dei Servizi (CNS). È possibile richiedere il beneficio anche attraverso il contact center di INPS, secondo le modalità definite da INPS.
All'atto della presentazione della domanda, il sistema individua automaticamente il codice fiscale del richiedente, nonché la regione o la provincia autonoma di residenza e i dati di contatto e fornisce le necessarie dichiarazioni sostitutive di autocertificazione. È possibile presentare una sola richiesta.
La procedura può essere eseguita da soggetto diverso dal beneficiario con analoghe modalità.
L’assegnazione del beneficio è garantita nel rispetto dei parametri ISEE previsti dalla legge e in base all’ordine di arrivo delle domande. I richiedenti con ISEE più basso hanno la precedenza.
A conclusione del periodo di presentazione delle domande, INPS redige le graduatorie, distinte per regione e provincia autonoma di residenza, e individua i beneficiari sulla base dell’ammontare delle risorse disponibili come definite nella tabella C allegata al decreto-legge
30 dicembre 2021, n. 228, convertito con modificazioni dalla legge 25 febbraio 2022, n. 15.
L’INPS comunica ai beneficiari l’accoglimento della domanda, contestualmente associa e comunica a ciascun beneficiario un codice univoco, del valore attribuito a scalare ai sensi dell’art. 4, commi 1 e 2 del Decreto.
Autenticazione/registrazione dei professionisti
I professionisti che hanno dato agli Ordini la propria disponibilità e ricompresi nell’elenco inviato dal CNOP all’INPS si autenticano nel portale INPS utilizzando la Carta di Identità Elettronica (CIE), il sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale (SPID), oppure Carta Nazionale dei Servizi (CNS), ed inserisce il proprio IBAN.
Utilizzo del contributo
Il beneficiario comunica al professionista il proprio codice univoco ai fini della prenotazione. Il professionista accede alla piattaforma INPS e inserisce l’onorario e la data della seduta concordata. INPS comunica al beneficiario i dati della prenotazione. Il professionista, erogata la prestazione, emette fattura intestata al beneficiario della prestazione.
INPS provvede al pagamento delle prestazioni entro il mese successivo a quello di emissione della fattura tramite accredito diretto sul conto corrente fornito del professionista.
Sedute
Il pagamento avviene per seduta singola sino all’ammontare del ‘bonus’ assegnato al singolo cittadino. Le risorse assegnate ai cittadini eventualmente non utilizzate, trascorsi 180 giorni, sono annullate e gli importi resi disponibili per altri cittadini.
Un po’ di chiarezza su chi sono i bambini ucraini in arrivo in Italia, e di quale tutela hanno bisogno da parte delle istituzioni vigilanti.
Solo canali ufficiali
Minori dall'Ucraina, la mappa dell'accoglienza Dopo due settimane di guerra, sono 12.676 i minori entrati in Italia. La grandissima parte è arrivata insieme alla mamma, ma è anche vero che in Ucraina ci sono 663 istituti per minori, con 98mila bambini e ragazzi. Servono percorsi rapidi e insieme rigorosi. AiBi sta per accogliere 23 minori in a...
Studio di Psicologia e Psicoterapia Dott. Serena Di Marco now takes appointments on their Page.
Dell'emergenza sanitaria fa parte anche l'emergenza psicologica, che sta facendo danni incalcolabili.
Diverse ricerche dimostrano un grandissimo aumento di disturbo da stress post-traumatico, perché è chiaro che quello che è successo ha avuto un grande impatto sulla vita personale, sulla percezione di sé, sulla relazione con gli altri, sul rapporto con il cibo, con lo studio, con il lavoro.
Secondo uno studio realizzato dal Dipartimento di Scienze Biomediche di Humanitas University, durante questi anni 1 persona su 5 ha notato un peggioramento nei rapporti con il proprio partner, 1 persona su 2 sente di più la fatica durante il lavoro e 7 studenti su 10 dichiarano un grande calo della concentrazione nello studio.
Non tutte le persone hanno la possibilità - economica e di tempo - di prendersi cura della propria salute mentale, e proprio per questo dovrebbe diventare una questione prioritaria del presente e del futuro.
Viviamo un dolore profondo che nasce anche dal senso di incertezza lungo e diffuso, e dall'incapacità di rispondere alle grandi domande esistenziali, tra cui "Perché dovrei lavorare, perché dovrei studiare, perché dovrei progettare se il futuro sembra irraggiungibile, se è tutto così precario?"
Non è un fatto privato, è una questione pubblica per cui servono fondi, di cui bisogna parlare, che non può rimanere nascosta.
William Gibson una volta ha scritto: “Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito”. Perché il futuro non sia ancora basato sulle diseguaglianze, è urgente che tutte le persone siano messe nella condizione di immaginare il proprio futuro, sia a livello personale sia come parte della società.
Siamo tutti nella stessa tempesta.
Riconoscere i segnali della depressione nei bambini e negli adolescenti 😌
Un ragazzo e la madre raccontano il loro percorso, è possibile uscirne solo dopo un lungo cammino incontrando medici, educatori domiciliari ed insegnati di sostegno con cui costruire un rapporto terapeutico.
Ci sono tantissimi ragazzi e ragazze nella stessa situazione, nel nostro territorio, ma con pochissime risorse da impiegare e modelli di trattamento tutti da costruire.
Madre e figlio hikikomori raccontano la loro esperienza Per informazioni scrivete a [email protected] o visitate il sito hikikomoriitalia.itPagina Facebook 👉 https://www.facebook.com/HikikomoriItaliaGruppo...
Adolescenti in crisi, buone idee per tornare ad essere genitori | Minotauro Condividiamo gli interventi di Matteo Lancini e Anna Arcari su Avve**re sulle crisi evolutive degli adolescenti odierni. Colpa della pandemia, […]
Grande Maestro, grandi concetti in parole semplici! ☀️☀️☀️🔥
Le sette regole d'oro per educare i bambini di Giovanni Bollea Giovanni Bollea è considerato il padre della moderna neuropsichiatria infantile: il suo merito è stato principalmente quello di fondere il momento
Ancora molto diffusi i pregiudizi sullo psicologo come professione di aiuto !
AGGIORNAMENTI!
Alcuni aggiornamenti sulla RIPRESA DELLE ATTIVITA' !
Alcuni aggiornamenti sulla RIPRESA DELLE ATTIVITA' !
La speranza, uno dei fondamenti della guarigione attraverso la psicoterapia 🌻
La speranza non è sinonimo di ottimismo, né di gioia, né di futuro migliore.
Questi possono essere incidenti della speranza, ma non ne sono sinonimi.
La parola greca da cui deriva “Speranza” è “Elpizo”, significa «io penso, io suppongo, io credo» .
La speranza, allora, ha a che fare con la possibilità.
All’altro capo della polarità semantica non c’è pessimismo, l’opposto della speranza è la cronicità, la condanna di una vita segnata dall’eterno ritorno dell’uguale.
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