Bunkerino di Giovanni Paparcuri
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90138
Via Goethe
Il Bunkerino, dove hanno lavorato i Giudici Falcone, Borsellino, Guarnotta e Giovanni Paparcuri
La Giunta distrettuale dell’Associazione Nazionale Magistrati di Palermo ha realizzato nel Palazzo di Giustizia di Palermo il “Museo Falcone-Borsellino” dedicato alla memoria di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. L’opera si propone l’obiettivo di realizzare un luogo di memoria permanente indirizzato non solo agli addetti ai lavori, ma all’intera collettività ed in particolare alle giovani gen
27 giugno 1961
Si laureò il giudice Falcone con la tesi "L'istruzione probatoria nel diritto amministrativo"
27 giugno 1962
Il giudice Borsellino si laureò con la tesi "Il fine dell'azione delittuosa".
26 giugno 1967
La dottoressa Francesca Laura Morvillo si laureò con la tesi "Stato di diritto e misure di sicurezza".
Tutti e tre con 110 e lode.
50 anni fa
Il 28 maggio 1974 alle 10 in piazza della Loggia a Brescia era prevista una manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista con la presenza del sindacalista della CISL Franco Castrezzati, dell'On. Adelio Terraroli del PCI e del segretario della camera del lavoro di Brescia Gianni Panella. Centinaia di persone erano scese in piazza a manifestare. Alle 10:12 una bomba contenente almeno un chilogrammo di esplosivo nascosta in un cestino dei rifiuti esplose colpendo moltissime persone: tre di queste morirono sul colpo, altre tre durante il trasporto al nosocomio e due feriti morirono in seguito ad ore di agonia per via delle gravi ferite riportate.
Bene, anche l'incontro di stamattina con i ragazzi di Gravina in Puglia è andato bene, approfitto dell'abbraccio con l'insegnante per dirvi arrivederci, in quanto ho bisogno di staccare la spina per almeno 15 giorni, anch'io mi stanco.
Grazie a Isidoro Guida e a Elena Pizzo per l'ospitalità, per le foto e per tanto altro ancora.
Una buona serata.
Le bandiere già tolte, il sipario si è chiuso.
Buonanotte
31 anni fa la strage di via Georgofili.
Il 27 maggio 1993, alle ore 1,04, in via dei Georgofili dove ha sede la celebre Accademia tra gli Uffizi e l’Arno, per un attentato terroristico mafioso compiuto da Cosa nostra, esplose un Fiat Fiorino. A seguito dell'esplosione crollò la Torre de Pulci, e morirono quattro componenti di una famiglia che vi abitava: Fabrizio Nencioni di 39 anni e la moglie Angela Fiume di 36 anni, e le loro figlie Nadia e Caterina (9 anni la prima, 50 giorni la seconda). In un palazzo vicino morì uno studente di architettura di 22 anni, Dario Capolicchio.
L'esplosione provocò un cratere e devastazione tutt'intorno, nonché il ferimento di una quarantina di persone.
Giovanni (su invito di Cettina Di Benedetto e da AICES nella persona di Claudio Buscetta, che qui ringrazio), te la senti di fare una piccola intervista sui diritti con Vittorio Barbarotti, presidente del comitato Diritti Umani di Milano, venuto a Palermo addirittura in bici ?
Certo, quando si tratta di questi argomenti sempre disponibile.
Gli "omaggi".
Ha scritto a Maria Falcone per rendere omaggio alla memoria del fratello.
Anche all’inizio del 1988, Tajani, da cronista scrisse qualcosa sul giudice Falcone.
Era in corso la vicenda della successione ad Antonino Caponnetto nella posizione di capo dell’ufficio istruzione del Tribunale di Palermo. Ma la famosa notte del 19 gennaio, l’organo di autogoverno dei magistrati preferì Meli a Falcone.
Buongiorno
25 maggio 1992
I funerali del giudice Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e dei tre ragazzi Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, e la pioggia era mista a tante lacrime.
Non si può parlare sempre di esplosioni che hanno provocato dolore, lutti e distruzione, e francamente sono stanco, per cui oggi ringrazio l'assessore Sabrina Amodeo del comune di Misilmeri per avermi coinvolto in queste esplosioni di colori e vita, del resto si può parlare di legalità anche in allegria e i bambini meritano questo.
Grazie anche al sindaco, Rosario Rizzolo, a tutti gli operatori che hanno seguito i ragazzi in questa splendida giornata, grazie agli altri amministratori dei paesi limitrofi, grazie ai genitori e grazie, in particolare, ai bambini.
Se ho dimenticato qualcuno mi scuso.
E per non perdere l'abitudine domani a Villagrazia di Carini
Bene, la giornata marsalese in ricordo della strage di Capaci è terminata, è iniziata alle 9.30, con un momento di raccoglimento davanti la talea dell’albero Falcone che il 23 maggio di due anni fa è stata piantata in una delle aiuole nell’atrio del Palazzo di giustizia di Marsala e una breve presentazione della vita e dell’attività svolta dal giudice Falcone come magistrato, poi è stata la volta del mio intervento e a seguire sono intervenuti anche i ragazzi.
Io non so com'è andata, infatti alla fine me lo chiedo sempre, ragione per cui non scrivo nulla perché sarei di parte, comunque una cosa devo dirla, sono stato sereno e per nulla impacciato, sarà stato per l'affetto dimostratomi dai magistrati tutti, o forse perché non c'erano etichette particolari o formalismi.
Infine prima di ritornarmene a Palermo, sono voluto entrare nella stanza che fu del giudice Borsellino, oggi museo. Praticamente anni fa quando era procuratore lo andai a trovare e gli promisi che sarei ritornato qualche altra volta, ma non lo feci mai, oggi, se pur idealmente ho mantenuto quella promessa.
Grazie al procuratore Fernando Asaro, alla dottoressa Maria Milia per questa opportunità, grazie alla presidente Camassa, al dr. Ruvolo e a tutti gli altri giovani magistrati per questa bella giornata, è vero si ricordava un triste evento, ma prima del 23 maggio questi uomini, compreso la signora Morvillo, amavano la vita, amavano sorridere e noi dobbiamo sorridere e andare avanti per loro, ma non scordando mai che sono morti per noi.
Una buona serata.
Per il 32° anniversario della strage di Capaci sarò al tribunale di Marsala.
Grazie alla locale sottosezione dell’Associazione nazionale magistrati e al procuratore Fernando Asaro per l'invito e al presidente Giuseppe Tango presidente della sezione Anm di Palermo per avere proposto il mio nome e, in particolare, per essermi stato molto vicino nel periodo del mio esilio.
È inutile aggiungere che per me è un onore parlare in questo giorno particolare nei luoghi dove vi ha lavorato il fratello del giudice Falcone, ossia il dott. Paolo Borsellino.
A proposito della Pelikan penna stilografica del giudice Giovanni Falcone che in questi giorni si dice che l'abbia usata per verbalizzare le dichiarazioni di Tommaso Buscetta, alle numerose domande rispondo.
Qualcuno storcerà il naso, ma devo rispondere, comunque io racconto la mia, poi fate voi.
Intanto il giudice Giovanni Falcone aveva una grande passione per le penne stilografiche e nella sua collezione ne aveva parecchie e non ne ha mai usata una soltanto.
Aveva una Sheaffer delle Montblanc e altre ancora.
Dove le teneva? Sul bordo della scrivania, alla sua destra dal lato in cui si sedeva, campeggiava un bel mobiluccio color noce con dei cassettini, se la memoria non mi inganna, ricordo che erano foderati con tessuto azzurro chiaro, sopra questo mobiluccio erano schierate le sue papere.
Ricordo anche, che la mattina quando arrivava in ufficio e in attesa che gli portassi il caffè, apriva i cassetti, tutti, e guardava le sue penne, in pratica decideva con quale penna doveva lavorare l'intera giornata, non ho mai capito con quale criterio le sceglieva, né mai perché sceglieva l'inchiostro nero o blu.
All'occorrenza usava anche penne a biro.
Nel corso degli anni ne ha comprate parecchie.
Le dichiarazioni di Buscetta verbalizzate di proprio pugno dal giudice vanno dall'84 all'88 e non credo proprio, ma forse sbaglio, che quella l'abbia usata per tanto tempo, e già l'aveva la Pelikan? Comunque, ricordo pure che quando ritornava da qualsiasi paese estero dove era stato invitato per dei convegni, tornava con una penna nuova o con una papera. Nel novembre del '90 fu in Germania e per coincidenza la sede della Pelikan è proprio in Germania.
Questo è quanto.
E anche con i ragazzi di Gravina di Puglia è fatta.
Grazie a tutti e in particolare a Isidoro Guida per il supporto documentaristico e per le foto. E un abbraccio al compagno Giuseppe Pitarresi.
Per chi fosse interessato la terza puntata di “Cose Nostre”, il programma ideato e condotto da Emilia Brandi, in onda lunedì 20 maggio alle 23.30 su Rai 1, è dedicata alla figura del Consigliere Rocco Chinnici.
Oltre al sottoscritto, che ricostruisco i miei anni di lavoro con i giudici del pool, ricordando il dramma del mio ferimento, intervengono l'ex Generale dei Carabinieri Angiolo Pellegrini, al fianco del magistrato negli anni più duri, e il giornalista Nicola Lombardozzi, ai tempi cronista de "L'Ora". Ci sarà, anche Giovanni Chinnici, il figlio del magistrato che aveva 19 anni nel 1983, quando il padre fu ucciso.
Approfitto per ringraziare chi mi ha coinvolto, in quanto sono stati di parola, a differenza di tanti altri. Punto!
Invece il 18 maggio dell'82, il giudice Falcone, nel giorno del suo 43° compleanno doveva ricevere un "regalo" particolare da sua eccellenza il presidente della Corte di Appello per il tramite del consigliere Chinnici, al quale gli disse: "che all'ufficio istruzione stavano rovinando l'economia palermitana disponendo indagini ed accertamenti a mezzo della Guardia di Finanza. Dicendogli chiaramente che deve caricare di processi semplici Falcone in maniera che cerchi di scoprire nulla perché i giudici istruttori non hanno mai scoperto nulla".
È inutile ricordare che quel "regalo" il Consigliere non lo consegnò mai.
Se gli presentavamo una torta con 85 candeline, da buontempone qual era, avrebbe detto che ne bastavano 5.
Auguri giudice Falcone.
Ritornando all'incontro di stamattina, devo ringraziare i ragazzini tutti, in primis per l'attenzione, la pazienza e le domande (qualcuna è stata molto difficile), e poi per gli elaborati che orgogliosi mi hanno mostrato, è chiaro che un plauso va anche agli insegnanti che li seguono in questa difficile materia che si chiama legalità.
E' inutile ripetere che con i picciriddi è difficile parlare, ma se riesci ad usare il loro linguaggio e li fai partecipare, diventa tutto più semplice, il trucco, ma che trucco non è, è quello di renderli anche protagonisti e non semplici spettatori.
Credo e spero che sia andata bene. Li ringrazio anche per la bella lettera che conserverò in ricordo di questa giornata.
Infine, grazie all'insegnante Elena Milone per avermi coinvolto, all'insegnante Giusy Pedone per la collaborazione e l'entusiasmo e grazie a tutti i loro colleghi presenti.
Buon pomeriggio
Domattina a Capaci
Esattamente 8 anni fa.
“La dignità non consiste nel possedere onori, ma nella consapevolezza di meritarli.”
Aristotele.
Erano un bel po' gli studenti della scuola media Pipitone di Marsala incontrati stamattina presso l'Aula Bunker.
La mia presenza non era prevista ma ho accettato di corsa l'invito del dr. Zarcone, infatti è stata una piacevole sorpresa sia per gli insegnanti che per i picciotti, almeno ho percepito così.
Dopo l'intervento del cancelliere Alessandro Collo, è toccato a me, comunque devo dire che i ragazzi nonostante erano stanchi del viaggio sono stati molto attenti e partecipativi.
Così piano piano ci avviciniamo al fatidico 23 maggio.
Bene, la due giorni a Cologno Monzese è iniziata ieri sera con un bellissimo incontro con la cittadinanza e si è conclusa stamattina con un altrettanto bellissimo incontro con parecchi studenti delle scuole medie. Sono stanco, ma soddisfatto per una serie di motivi, uno dei quali è quello di non avere deluso le aspettative dei tanti che mi hanno ascoltato e in particolar modo di chi mi ha invitato. Per cronaca, nei due incontri abbiamo ricordato anche Peppino Impastato. Vista l'ora tarda i ringraziamenti li riservo per domani.
Buonanotte!
5 maggio 1971
In ricordo di Pietro Scaglione, Procuratore Generale della Repubblica di Palermo e dell'agente Antonio Lorusso.
44 anni fa. 4 maggio 1980
Il giudice Borsellino il 6 aprile 1981 così descriveva nell’ordinanza sentenza di rinvio a giudizio le fasi dell’agguato in cui p***e la vita il suo amico Emanuele Basile, capitano dei Carabinieri, però, nonostante fossero emerse evidenti le responsabilità degli imputati, il 31 marzo 1983, furono assolti e dopo essere stati scarcerati, fuggirono dal confino in Sardegna dove erano stati inviati:
"Alle ore 1,40 del 4 maggio 1980, il capitano Emanuele Basile, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Monreale, dopo aver partecipato ad un ricevimento offerto presso quel municipio in onore del Santo Patrono della città, percorreva a piedi, unitamente alla moglie Silvana Musanti ed alla figlia Barbara, che teneva in braccio, la via Pietro Novelli, diretto al suo alloggio presso la sede del Comando. Allorché era giunto già nelle vicinanze della caserma, due individui a viso scoperto gli esplodevano contro, alle spalle ed a ravvicinata distanza, numerosi colpi di rivoltella calibro 38, colpendolo al torace ed al capo. Altro colpo, diretto verso la Musanti, veniva fortunatamente deviato da una borsetta che la donna teneva a tracolla. Gli aggressori quindi si allontanavano di corsa, raggiungendo una autovettura A112, parcheggiata nelle vicinanze della caserma, che, prontamente avviatasi, imboccava la strada provinciale in direzione della frazione di Pioppo, non prima però che l’app. Giuseppe Di Giovanni ed il metronotte Giovanni Caruso fossero riusciti ad esplodere contro il veicolo in fuga numerosi colpi delle loro pistole di ordinanza.
Frattanto il Capitano Basile veniva soccorso ed accompagnato dapprima presso la clinica Ingrassia di Palermo e quindi presso l’ospedale civico regionale, ove, a causa delle gravi ferite riportate, decedeva intorno alle ore cinque del mattino".
In occasione del Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice che viene commemorato il 9 maggio, sarò a Cologno Monzese.
Andare a parlare oggi all'Università per me è stata una missione affidatami dal Giudice Falcone.
Tanti anni fa con questa lettera amara che scrisse il giudice, ha dovuto rinunciare a fare il professore a contratto, per le solite polemiche sui "professionisti dell'antimafia". Quando ricevette la proposta da parte del preside della facoltà di magistero, professore Gianni Puglisi, il dr. Falcone era felicissimo e orgoglioso, ma come detto, ha dovuto rinunciare per quattro imbecilli, ma ci rimase malissimo. Faceva l'indifferente per non dare sazio ai suoi detrattori, ma dai suoi occhi traspariva tutta la sua sofferenza, che anche noi collaboratori vedevamo, ma che potevamo fare? Silenzio. Comunque, oggi prima del mio intervento ho letto agli universitari la lettera, come a significare che finalmente il Giudice Falcone dopo tanti anni è riuscito ad entrare all'università.
Per questo la ritengo una missione.
"Professore" per un giorno presso scienze dell’educazione, dell’università di Palermo.
Grazie ai ragazzi per avere suggerito il mio nome per la lezione mafia e antimafia, alla professoressa di sociologia della devianza Alessandra Dino per l'ospitalità e la pazienza e ad Antonella Tarantino per le sue letture.
Buongiorno.
Esattamente 5 anni fa con delibera n. 12 il Consiglio Comunale di Lozzo Atestino mi ha conferito la cittadinanza onoraria per le motivazioni che potete leggere nella pergamena.
Ieri, 10 miei concittadini di Palermo mi hanno osteggiato prima e soprattutto dopo che il comandante dei CC del Palazzo di Giustizia ha spiegato loro chi ero, comunque, preciso che non ho avuto paura, anzi, li ho affrontati a viso aperto.
Oggi nessuno dei grandi ha pensato bene di farmi uno schifo di telefonata per solidarietà, ad eccezione del comandante.
Va benissimo così.
Buonanotte!
Bene, anche se non mi toglie l'amaro in bocca di ieri, il mese di aprile è finito nel migliore dei modi incontrando gli studenti di Bolognetta e Marineo. Un minuto di raccoglimento l'abbiamo dedicato all'onorevole Pio La Torre e al suo fido compagno Rosario Di Salvo, che oggi ricorre il 42° anniversario della loro barbara uccisione, poi a seguire gli interventi di Graziella Accetta, mamma del piccolo Claudio, del mitico Ciccio Accordino, l'ex capo della squadra omicidi della Questura di Palermo, di Antonio Castelbuono, figlio di Salvatore, di Claudio Burgio, figlio di Giuseppe La Franca, e per finire il mio. Storie diverse tra loro, ma che hanno un comune denominatore: un lutto, un dolore, ferite, la perdita di colleghi e amici: dolori che non scompariranno mai, ma che si è riusciti a trasformali in qualcosa da trasmettere ai ragazzi.
Vorrei ringraziare tutti quanti, dagli studenti agli insegnanti e a tutti i presenti, ma per non rischiare di dimenticarne qualcuno, ringrazio per tutti la professoressa Ginevra Greco, per avermi coinvolto in questa bella esperienza.
Buon primo maggio.
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quest'attività nasce nel 1990 a Capaci(Pa) e,dopo 1 breve interruzione(dal1995)nel1997 rinasce qui,a Palermo,in via bernabei(fino a settembre scorso al n,5 ed ora al n,17).L'attivi...
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