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Si tratta del profilo del Gran Sasso, ammirato dalla città di Pescara, la cui silhouette ricorda l’immagine di una donna distesa e a riposo.

La leggenda narra che Ermes, figlio di Maja fu ferito in guerra e dopo esser stati ricevuti dall’oracolo per porre rimedio alle ferite, egli indicò loro un’erba che avrebbe risolto il suo male, ma questa nasceva unicamente alle pendici di un “grande sasso”.

Maja, Ermes e i propri schiavi, partirono dunque alla ricerca dell’erba miracolosa e si imbarcarono per Ortona, purtroppo però la spedizione fù interrotta da una tempesta che causo un’onda di considerevoli dimensioni che distrusse le loro imbarcazioni. I servi morirono, ma Maja ed Ermes, riuscirono ad approdare sulla costa.

Si misero in cammino per il grande sasso, ma una volta giunti, si resero conto che la neve aveva coperto tutto e così svanì la possibilità di poter trovare l’erba di cui il gigante necessitava.

Poco dopo l’uomo morì e Maja vagò in lungo ed in largo per giorni, trovò riparo in una grotta dalla quale, però, riusciva a vedere il corpo del figlio, del gigante, risplendere al chiaro di luna.

In una successiva visita alla Majella, Maja passò a miglior vita ed i pastori la seppellirono sul posto e da qui, il nome della nostra amata montagna: Majella.

Design:

Il nostro tributo al trabocco, vuole preservare e condividere la storia della nostra regione, la storia della nostra costa adriatica.

Ci siamo ispirati alla struttura del trabocco Turchino, situato a San Vito Chietino (CH), in contrada Portelle – Capo Turchino.

Il trabocco nasce per far fronte alle necessità degli abitanti della costa di potersi rifornire di prodotto ittico, senza però rischiare di sfidare i pericoli del mare aperto.

Infatti questa particolare tipologia di struttura da pesca, risulta si essere costruita in acqua ma è ancorata alla roccia (prevalentemente con pali in pino d’Aleppo), che ne permette il sostegno anche con mare piuttosto burrascoso, è collegata alla terra ferma mediante una passerella che ne permette il raggiungimento dalla costa.

I trabocchi vengono distinti in due tipologie: il Gargano che è spesso privo di passerella o con passerella breve, perché ancorato alla costa o a uno sperone di questa, ha la caratteristica di godere di acque più alte nella propria prossimità ed è per questo motivo che sono installati nella zona del Gargano (da cui anche il nome).

La seconda tipologia è detta Scala ed è prevalentemente quella che troviamo in Abruzzo. Si distingue appunto per lunghe passerelle e l’installazione in mare “aperto”.

Ritroviamo il trabocco Turchino anche nelle opere di Gabriele D’Annunzio, che ne parla nel suo romanzo “Trionfo della morte” e lo descrive così: “Dall’estrema punta del promontorio destro, sopra un gruppo di scogli, si protendeva un trabocco, una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e di travi, simile a un ragno colossale”

Design:

La nostra città ha origini lontane nel tempo, il primo insediamento sorto sulle rive del fiume in epoca romana, si chiamava Vicus Aterni ed in seguito Aternum, dovuto al nome del fiume che lambiva le sponde.

I passaggi storici non sono pochi, Pescara, passò dagli Ostrogoti ai Bizantini e dai Longobardi a parte del ducato di Spoleto.

Nel medioevo, poi, fu ribattezzata Piscaria, per via della popolosità ittica del fiume, ed il fiume rinominato Piscarius.

Nei primi dell’ottocento, la città venne occupata dai francesi che si impegnarono a realizzare un notevole bastione militare sotto il regno di Giuseppe Bonaparte.

Nel 1807, divenne “Castellammare Adriatico” ed esattamente, la zona a nord del fiume, con i suoi 1500 abitanti, fu aggregato al circondario di Città Sant’Angelo.

Nel 1814, Pescara, svolse un ruolo fondamentale nei moti carbonari, specie contro il Re di Napoli, Gioacchino Murat, fino al 1960, anno in cui cadde il regno.

Fu incorporata nel Regno d’Italia e dagli inizi del 900 l’economia iniziò ad essere florida, così come la popolazione che si apprestava a crescere, difatti nel 2 Gennaio del 1927, visto l’ottimo andamento della città, si decise di unire Castellammare Adriatico a Pescara, al fine di costituire un’unica città, forte delle raccomandazioni morali di Gabriele D’Annunzio e dal ministro Giacomo Acerbo.

Pescara, purtroppo, nella seconda guerra mondiale, fu bombardata e depredata dagli invasori, notevoli furono le perdite materiali e quelle delle vite umane. Fortunatamente nel dopo guerra, lo sviluppo socio economico della città riprese a ritmi serrati, per divenire poi una cittadina strategica dal punto di vista dei rapporti sociali ed economici.

Carlo Azeglio Ciampi, nel 2001, conferì a Pescara la medaglia al merito civile.

Design:

Si tratta di un ponte che si trova in prossimità delle Torri Camuzzi.

Fin da subito, svolge un ruolo cruciale per la percorribilità cittadina, di fatti collega lo svincolo della SS16 con le torri e dirotta il traffico dal centro città a percorsi leggermente più periferici.

Inaugurato nel Giugno 2017, è lungo 85 metri e largo 28 il suo pennone è alto 58 metri.

Sul pennone è anche distinguibile una pietra prelevata dal massiccio del Gran Sasso dove, lo scultore Massimo Aceto di Lettomanoppello ha inciso una frase di Flaiano: “Con i piedi fortemente poggiati sulle nuvole”.

Design:

Il Ponte del Mare

Situato a Pescara, esattamente sul lungo mare, al di sopra del fiume omonimo è realizzato con tralicci che lo tengono in sospensione dal pilone che ne decide le piste (strallato).

E’ un ponte ciclopedonale ed è il più grande in Italia e tra i primi in tutta Europa.

Misura 466 metri di lunghezza ed ha pendenza variabile, su di esso, sono divise la pista ciclabile da quella pedonale.

E’ stato inaugurato nel Dicembre 2009 ed il suo scopo è quello di dare continuità al “Corridoio verde dell’adriatico” l’ormai pista ciclabile che collega la costiera adriatica da Ravenna a Santa Maria Di Leuca.

L’opera è attribuita in parte all’architetto Walter Pichler che ne disegnò il progetto preliminare ed in seguito sviluppato dall’ingegner Mario De Miranda.

Fu finanziato da grandi imprenditori e da fondazioni locali e bancarie e donato all’amministrazione comunale di Pescara.

Design:

Le Torri Camuzzi

Fanno parte di un progetto di rigenerazione dell’area urbana dismessa dei gazometri Camuzzi.

Dei Gazometri, rimangono soltanto gli scheletri in ferro, adiacenti l’asse attrezzato, esattamente all’uscita del nuovo Ponte Flaiano, in prossimità di Via Raiale a Pescara.

Il Gruppo Progeco ha creduto nel proprio progetto, ovvero di realizzare due torri gemelle, la cui altezza è di 50 piani e sorgono sulla falsa riga di quelli che erano i due gazometri.

La realizzazione di due strutture del genere, in simbiosi alla realizzazione del Ponte Flaiano permette una percorribilità semplificata tra Portanuova e l’area di risulta di Pescara centro, snellendo il traffico e dirottandolo all’esterno delle strade centrali di Pescara.

Gli edifici richiamano le linee navali, il colore bianco primeggia e sono dotati di ampie vetrate e gli elementi decorativi che maggiormente spiccano sono in legno ed alluminio.

L’architetto che maggiormente ha contribuito alla realizzazione di questo complesso è Domenico Chiola.

Design:

La nave di Cascella

Fu commissionata dal Comune di Pescara a Pietro Cascella (1921-2008) negli anni 80 e installata nel 1987.

In realtà il nome datogli dall’artista è “L’Approdo alla nave” poi ribattezzata come tale dai pescaresi per associazione di idee, tra la funzione dell’opera ed il suo scultore.

E’ collocata in una zona centrale di Pescara sul lungo mare nord, esattamente in Largo Mediterraneo ed è realizzata in pregiatissimo marmo di Carrara.

L’opera sta a rivendicare la storia e ad identificare una galea antica, i cui remi erano messi in azione dai prigionieri della fortezza borbonica costretti a lavorare sulle navi spagnole del XIX secolo.

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