WOO_mezzometroquadro

WOO_mezzometroquadro (ISSN 2533-2252) è il giornale:::manifesto dell'associazione culturale WOO - aps. www.woomezzometroquadro.org

Photos from WOO_mezzometroquadro's post 09/09/2024

— Lector in Terra Lecti 2024

A tutti i vincitori, Viola D’Aversa, Riccardo D’Aversa, Edoardo Graziani, Sofia Simone, Maja D’Onofrio, Sharon Anna Rubbi, Edoardo Litterio, Martina Guercio, Emanuele Azzura, Pierfranco Di Zio, Paola di Nino, Mirella Rapa, Lucilla Catterini, Loredana Di Giampaolo, Giancarlo Zappacosta, Sandra Ciamarone e Teodoro Mazzocchi… Grazie!
E un abbraccio a tutti i Lectores! Alla prossima edizione! ✨

Photos from Comune di Fallo's post 09/09/2024
Photos from WOO_mezzometroquadro's post 08/09/2024

— Lector in Terra Lecti 2024

Siamo pronti per la seconda edizione del Festival dei Lettori ✨📚

L’associazione WOO si è occupata dell’identità visiva della manifestazione, del supporto tecnico e dell’allestimento urbano, del finanziamento dei secondi premi di ogni categoria di partecipanti.

Per noi il seme della meraviglia si nasconde nel lavoro che realizziamo per questi vicoli e in questi vicoli.

Il dibattito inizierà alle 17:00 e in attesa di conoscere i vincitori della competizione auguriamo a tutti i Lectores un grande in bocca al lupo! 🍀

Tutti i nostri progetti sono raccontati sul nostro sito >>> www.woomezzometroquadro.org

07/09/2024

Ehi Lectores! 📚📚📚
Questo fine settimana torna Lector in Terra Lecti!

Anche quest’anno sosteniamo la manifestazione che mette al centro il lettore. Saranno due giornate ricche di appuntamenti, da domani pomeriggio tutti gli iscritti alla competizione si sfideranno nelle cinque agorà!

Vi aspettiamo per piantare insieme il seme della conoscenza! 🌱

06/09/2024

— LE RADICI IN UN MOSAICO DI 52 metri

Grazie alla redazione de Il Centro - Quotidiano d'Abruzzo per l’articolo sul nostro progetto , un progetto unico che stiamo portando avanti con il Comune di Fallo, la comunità fallese e il centro di eccellenza sudafricano Artist Proof Studio, in occasione dell’anno delle radici del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Siamo tutti guidati da una buona stella. 💫

Consolato Generale d'Italia Johannesburg - Sud Africa

01/09/2024

Buona domenica ☀️ e grazie a Il Messaggero Abruzzo e a per aver raccontato in prima pagina il progetto . Un progetto che stiamo portando avanti con il Comune di Fallo e il centro di eccellenza Artist Proof Studio in occasione dell’Anno delle Radici 2024 del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Non vediamo l’ora di svelarvi l’opera di 52 metri che i nostri artisti stanno sviluppano. Un racconto unico di tante storie che si intrecciano. ✨

Consolato Generale d'Italia Johannesburg - Sud Africa

Da Fallo a Johannesburg e ritorno: iniziano i lavori per rappresentare la storia più lunga d’Abruzzo [FOTO] 17/08/2024

Da Fallo a Johannesburg e ritorno: iniziano i lavori per rappresentare la storia più lunga d’Abruzzo.

Il progetto permetterà alla comunità di Fallo di vedere realizzata un’opera straordinaria lunga 52 metri e ideata da artisti selezionati dal centro di eccellenza per l’arte innovativa Artist Proof Studio • more >>>https://www.chietitoday.it/social/fallo-johannesburg-lavori-progetto-nareve-artist-proof-studio.html

Comune di Fallo Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Consolato Generale d'Italia Johannesburg - Sud Africa

Da Fallo a Johannesburg e ritorno: iniziano i lavori per rappresentare la storia più lunga d’Abruzzo [FOTO] Il progetto permetterà alla comunità di Fallo di vedere realizzata un’opera straordinaria lunga 52 metri e ideata da artisti selezionati dal centro di eccellenza per l’arte innovativa Artist proof studio

Photos from WOO_mezzometroquadro's post 10/08/2024

C’è un istante esatto e preciso in cui senti arrivare la felicità. Si scorge dai sorrisi, dalla cura, dalla presa di coscienza dell’uno verso l’altro.

Nareve non è solo un’opera ma riguarda soprattutto parole da riscoprire. Una storia che scriveremo insieme con Artist Proof Studio ✨

Oggi in Abruzzo.

Comune di Fallo Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

09/08/2024

— Iniziano i lavori per rappresentare la stoooooooooooria più lunga d’Abruzzo.

Siamo i passi della nostra vita. È per questo che vogliamo omaggiare le storie di chi è andato lontano. Abbiamo deciso di dare il via a un progetto artistico unico: la creazione di una storia lunghissima che descriva visivamente il viaggio, le sfide affrontate e le conquiste raggiunte di chi ha lasciato la propria terra per per cercare nuove opportunità, senza mai dimenticare le proprie radici.

Sarà anche questo un viaggio attraverso le generazioni e le geografie, dove l'arte diventerà il linguaggio universale per raccontare l'esperienza umana della migrazione.

Non vediamo l'ora di condividere con voi ogni fase della creazione di quest'opera straordinaria, che sarà il nostro modo di onorare e celebrare la forza, la determinazione e la resilienza di tutti gli emigrati italiani nel mondo.

Il progetto NAREVE, aggiudicatario del bando del Ministero degli Affari Esteri per le attività culturali in favore degli italo-discendenti nel mondo da attuare in occasione dell'anno delle radici italiane 2024, ci permetterà di accogliere domani quattro artisti dal Sud Africa.

I quattro, provenienti al centro di eccellenza sudafricano “Artist Proof Studio” PBO (Public Benefit Organisation), lavoreranno per metri e metri, descrivendo paesaggi che sfumano da un continente all'altro, culture che si intrecciano, volti che esprimono speranza, nostalgia, ma anche la forza di chi non dimentica le proprie radici.
Un’opera in continua evoluzione, proprio come il percorso di chi ha fatto dell’emigrazione la propria storia e che omaggerà una intera comunità e alcune delle figure importanti di essa.

Questa narrazione non sarà solo una celebrazione visiva, ma anche un simbolo dell'unione tra passato e presente, tra chi è partito e chi è rimasto.

Ci vediamo domani alle ore 17:00 presso la sala consiliare del Comune di Fallo, per onorare il viaggio, le radici, l’identità.

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

30/06/2024

— Sulla luce e il tempo

«Se esiste un materiale fondamentale nell'architettura, si tratta della luce. La luce che costruisce il tempo. Quando molte volte mi hanno attribuito l'appellativo di "architetto della luce", ho sempre risposto che né io, né nessun altro, potrà mai avere questa prerogativa. La luce è un tema proprio della stessa architettura. Come diceva bene "un mio amico": “architectura sine luce nulla architectura est.” Per cercare di spiegare come questo controllo della luce, lungi dall'essere qualcosa di intuitivo, è una questione che richiede grande precisione, ho ideato alcune "tabelle della luce", delle tabelle di calcolo per la luce come fossero quelle di calcolo per le strutture che noi tutti usiamo. Perché lavorare con la luce è un vero e proprio lavoro di ricerca, forse il più specifico dell'architettura. La luce costruisce il tempo fisico, ma anche "l'altro tempo", la “distentio animis”, che ci permette di comprendere quella capacità della luce di fermare il tempo, di sospenderlo in uno spazio architettonico.»

Alberto Campo Baeza, “Palinsesto Architettonico”, Lettera Ventidue, Syracuse, April 2022

more >>> https://www.campobaeza.com/books/palinsesto-architettonico/

Photos from WOO_mezzometroquadro's post 27/06/2024

— Approximations of Utopia

Su tutti i 92 schermi di Times Square a New York, dalle 23:57 alle 24:00, fino al 30 giugno 2024, Marco Brambilla presenta la visione di una futura fiera mondiale reinventata da immagini d'archivio utilizzando la tecnologia AI.

Il viaggio attraverso questi collage dinamici del passato conduce lo spettatore verso un'Expo non ancora realizzato, slegato dalla geografia o dal tempo. Ma come ogni utopia emerge dall’opera la rappresentazione di una comunità legata a un futuro pieno di possibilità di vita e di una civiltà pacifica. Il progetto Approximations of Utopia è diviso in più parti ciascuna delle quali rappresentativa di una relazione visiva legata a un'esposizione mondiale teorica ambientata nel futuro, il tutto cucito attraverso l'Intelligenza Artificiale.

Il primo capitolo di Approximations of Utopia sarà presentato come parte del programma di arte pubblica digitale “Midnight Moment a Times Square”. Questa prima parte del lavoro racconterà in particolare sei storiche Esposizioni Mondiali che hanno incarnato lo spirito del “Vivere meglio attraverso la tecnologia” come visione utopica: New York (1964), Bruxelles (1958), Montreal (1967), Osaka (1970), Siviglia (1992) e Shanghai (2010).

L'evento coinciderà con la celebrazione del 60° anniversario dell'Esposizione Mondiale del 1964 da parte del Queens Museum che ebbe luogo nel Flushing Meadows-Corona Park nel Queens, dove l'attrazione principale, l'Unisphere, progettata da Gilmore D. Clarke e donata da U.S. Steel, fu la sfera più grande del mondo.

more >>> http://arts.timessquarenyc.org/times-square-arts/index.aspx

Photos from WOO_mezzometroquadro's post 23/06/2024

— Il viaggio è la destinazione

"Fin dall'inizio eravamo consapevoli della posizione delicata, del carattere unico del luogo in cui si uniscono molti elementi diversi. Il mare con le sue maree, la spiaggia, le dune e il lungomare”

Il carattere dinamico della costruzione offre al visitatore la massima esperienza paesaggistica. Il circuito rende la camminata più dinamica e spaziale. A causa delle diverse direzioni delle scale, il camminatore viene portato in contatto con le diverse caratteristiche del paesaggio in un modo nuovo. Con l'alta marea la struttura è parzialmente in mare, migliorando l'esperienza complessiva.

Il tutto costituisce il collegamento tra terra e mare.

Una volta raggiunto il ponte, il camminatore non lo vivrà come un punto di arrivo ma piuttosto come un punto di sosta. Il punto panoramico è posizionato per continuare la passeggiata sul lungomare o sulla spiaggia. Il sentiero prosegue oltre il ponte, come se si stesse scalando un'alta duna di sabbia. La struttura può essere vista anche come un anello, simboleggia la connessione tra l'uomo e la natura, o tra due paesi.

Il progetto è di Studio Moto, Westerpunt, De Panne, Belgio 2024.

>>> https://studiomoto.be/Westerpunt
>>> https://youtu.be/pln1S-gcyW4?si=yxb66cYDRXOXhCoV

Photos from WOO_mezzometroquadro's post 17/06/2024

Le Maisons Jaoul, progettate da Le Corbusier, rappresentano una “deviazione” dai principi originari messi in campo dello stesso architetto.
Costruite tra il 1955 e il 1956, queste ville esplorano un nuovo linguaggio di materiali e struttura. Il progetto segna una transizione verso una forma architettonica complessa e stratificata, lontana dalla purezza delle opere precedenti di Le Corbusier. Le facciate delle case combinano elementi come le volte catalane orizzontali e le finestre irregolari suddivise, creando un'immagine enigmatica e dinamica. Le Maisons Jaoul riflettono un approccio più sfumato dello spazio, guidato dai principi del Modulor e del nombre d'or.

Le ricerche sul progetto evidenziano l'eterogeneità come risposta alle tendenze architettoniche degli anni '20. Le case mostrano una diversità spaziale deliberata, con due edifici ruotati e rispecchiati l'uno rispetto all'altro. Le facciate sono viste da angoli obliqui, mettendo in evidenza la complessa gerarchia spaziale e l'immagine ambigua del progetto. Le forme arrotondate delle volte creano effetti chiaro-scuro, enfatizzando la predominanza della geometria orizzontale.

Le intersezioni verticali tra le facciate creano un design eterogeneo, con una varietà di materiali e forme. Le case presentano un mix di mattoni, cemento e legno, creando una combinazione unica di elementi architettonici. Le facciate evidenziano allineamenti orizzontali e verticali divergenti, aggiungendo complessità al design complessivo.

Anche l'interno delle case segue il principio di eterogeneità con una chiara organizzazione nella pianta, ma vi è un distacco dalle qualità espressive delle facciate. Questo crea una sfida nella percezione degli spazi interni. Le Maisons Jaoul rappresentano un esempio dell'esplorazione di Le Corbusier di princìpi eterogenei in architettura, creando un'esperienza coinvolgente per abitanti e osservatori.

📸 FLC/ADAGP

Photos from WOO_mezzometroquadro's post 13/06/2024

— “SIZA”

La Fondazione Gulbenkian di Lisbona dedica una mostra straordinaria al genio portoghese Álvaro Siza Vieira. La mostra, curata dall’architetto critico e curatore Carlos Quintáns Eiras, racconta una delle figure più importanti della storia dell'architettura in Portogallo e uno dei nomi più grandi dell'architettura e dell'urbanistica a livello mondiale.

Incentrata sul ruolo del disegno nell'opera di Siza Vieira, la mostra presenta materiali originali, disegni, progetti esecutivi, progetti finali, fotografie, pezzi di design, nonché opere di altri artisti che fanno parte della costellazione del suo percorso personale e artistico. Questa esposizione mira a raccontare tutti gli aspetti creativi della carriera di Siza. Sono per questo in mostra materiali proveniente dagli archivi depositati presso la Fondazione Serralves, il CCA – Canadian Centre for Architecture, il centro britannico Drawing Matter, nonché la Fondazione Calouste Gulbenkian e lo studio dello stesso architetto.

Non resta molto tempo, puoi volare a Lisbona e vederla fino al 26 agosto, quindi ✈️ >>> https://gulbenkian.pt/it/agenda/exhibition-siza/

Photos from WOO_mezzometroquadro's post 09/06/2024

— I paesaggi emotivi di Barragán

Cuadra San Cristóbal è una tenuta privata progettata dall'architetto Barragán in collaborazione con Andrés Casillas, situata a Los Clubes in una zona rurale a nord-est di Città del Messico. Il complesso, terminato nel 1969, divenne un simbolo della sua opera per l'impeccabile uso dell'acqua, l'astrazione geometrica dei diversi piani e l'uso del colore, elementi ricorrenti nelle sue opere.

Il progetto, ispirato alla tipologia ranch, comprendeva una residenza, delle scuderie, un paddock e un pascolo all'interno di un vasto cortile recintato. Il complesso è progettato per guidare l'esperienza visiva e spaziale dello spettatore, con una parete di stucco rosa che divide la trama in aree private e pubbliche. La sezione privata comprende l'ala con la camera da letto e un patio con piscina, mentre i principali spazi residenziali ed equestri si trovano nella parte orientale più grande. Due grandi portali nella parete collegano le diverse parti della tenuta. Un bacino al centro funge da piscina per i cavalli e un muro massiccio con un beccuccio d'acqua forma una fontana monumentale perpendicolare alla parete rosa. Il complesso di Cuadra San Cristóbal presenta un imponente granaio che chiude il suo confine settentrionale, dipinto di rosa con accenti viola e ornato con fessure di ventilazione e una piccola finestra. Il design, influenzato dal modernismo e dai paesaggi rurali messicani, combina funzionalità ed estetica.

L'uso dell'acqua è caratteristico nelle opere di Barragán ed è influenzato dall'architettura coloniale messicana. Il gioco di toni rosa che paradossalmente evidenzia la geometria piuttosto astratta dei muri e la presenza dell'acqua, al contrario, li lega facendoli apparire come un unico spazio. L’insieme viene quindi mostrato con un carattere fortemente espressivo, come una messa in scena che attende l'ingresso del cavaliere. L'astrazione degli elementi contrasta con i loro forti colori e lo spessore delle mura dà profondità alle aperture e ai portici che fanno apparire il cielo. Il gioco compositivo tra muri ciechi e perforati genera un'esperienza sensoriale, che è accentuata dal suono dell'acqua in movimento, dal suolo senza pavimento e dagli odori della vegetazione scelta dallo stesso architetto. Come in molte delle sue opere, gli spazi creati da Luis Barragán sembrano senza tempo, a riposo. Cuadra San Cristóbal è un luogo di incontro ma, allo stesso tempo, sembra creato per una riflessione solitaria e sempre aperto ad uno sguardo verso il cielo.

Il fotografo Armando Salas Portugal ha catturato l'essenza del complesso in foto in bianco e nero e a colori, mostrando la sua bellezza senza tempo.

06/06/2024

Siamo risultati aggiudicatari del bando del Ministero degli Affari Esteri per le attività culturali in favore degli italo-discendenti nel mondo da attuare in occasione dell'anno delle radici italiane 2024.

Con il Comune di Fallo e in collaborazione con il centro di eccellenza sudafricano “Artist Proof Studio” PBO (Public Benefit Organisation) stiamo per mettere in campo uno dei progetti artistici più "eeeeestesi" d'Abruzzo.. presto scoprirete perché!

Chiara Sileno - BRAVE RAGAZZE 04/06/2024

Ehhhm… siamo orgogliosi? Moltissimo!

La nostra Chiara Sileno è al 13 posto nella TOP50 EMERGENTI con il suo nuovo singolo “brave ragazze”!

Che dire Chiara… torneremo da te non solo sta volta… ma per tutta la vita! ❤️✨

Ascoltala 🎶 >>>

Chiara Sileno - BRAVE RAGAZZE ASCOLTALA ORA SU TUTTE LE PIATTAFORMEhttps://open.spotify.com/album/5di79QbQbATYroOTLDXYkK?si=bSL50zkVSEWQqrcI6RnR0Qhttps://music.apple.com/it/album/brave-ra...

30/05/2024

— L’apparenza inganna

La chiesa di Santa Maria presso San Satiro è stata iniziata a fine Quattrocento, intorno al 1478, è stata progettata da Donato Bramante seguendo le linee guida dettate dal Rinascimento, l’architetto può essere descritto come uno tra i migliori artisti del Rinascimento.

La particolarità della chiesa è che Bramante utilizza le tecniche rinascimentali in maniera puramente ironica: mentre per tutti la prospettiva era un modo per rappresentare in maniera grafica la realtà, l’architetto decide di creare un trompe-l'œil capace di ingannare tutti i visitatori; la prospettiva, la base del Rinascimento, nonostante servisse per rappresentare la realtà in questo caso è stata utilizzata per ingannare l’uomo.

La chiesa nasce dall’antico sacello di San Satiro che ha una struttura longitudinale a botte e definisce una chiesa a pianta trasversale, successivamente, con un secondo intervento datato intorno al 1482 la chiesa precedente diventa il transetto della nuova chiesa, definendo una chiesa a croce latina con un coro piatto.

Dal coro piatto nasce lo spunto ironico e rivoluzionario di Bramante: non c’è lo spazio per fare il coro quindi Bramante dipinge un coro che denuncia lo spazio reale. Rappresenta una volta a botte cassettonata composta da tre arcate come la navata della chiesa. Entrando nell’edificio in asse con il coro e proseguendo in maniera rettilinea il coro sembra reale, non sembra in alcun modo schiacciato.

📸 Fabio Omero

Photos from WOO_mezzometroquadro's post 28/05/2024

— Un focus sfocato.

A Chengdu sorge un'esperienza culturale nata grazie alla diplomazia tra i paesi della Cina e della Francia.

In questo parco scientifico e culturale nato appunto in Cina è infatti possibile percepire i colori della Provenza e la luce dell'impressionismo.
La Chiesa di Langxiang che si materializza nel parco è ideografica. Un progetto di Dachuan Architetti del 2018 che non si attiene alla forma tradizionale bensì esprime la libertà, il romanticismo e la diversità intesa come spirito intrinseco di questa terra.
Con questo progetto i modelli tradizionali, i materiali e le strutture si rompono. Il bianco puro e il libero intreccia luci e ombre.

Una logica astratta dell'emozione. Bellezza, forma e anima esistono insieme per formare una poesia completa.

📸 Arch-exist

26/05/2024

Più che nel campo della Land Art, Christo Vladimirov Javacheff, scultore di origine bulgara, meglio noto con il solo nome di Christo, preferisce definire il suo lavoro nei termini di Public Art. Formatosi tra Sofia, Praga, Vienna e Parigi, dal 1961 ha sempre collaborato strettamente con Jeanne-Claude Denat de Guillebon, sua compagna di vita e d'arte. Christo lavora su scala sia urbana sia territoriale, ma il suo intervento comporta sempre l'uso di materiali di produzione industriale che, sebbene di estrema povertà, come nel caso dei bidoni di petrolio o dei teloni di nylon, sono comunque assolutamente estranei all'ambiente naturale.

L'operazione fondamentale che caratterizza la poetica di Christo e Jeanne-Claude è quella dell'impacchettamento, condotta su scala sempre maggiore partendo da singoli oggetti quotidiani (bottiglie, libri, arredi, automobili), nel corso degli anni gli artisti sono arrivati a impacchettare, con ettari di teli e kilometri di corde, musei, coste, vallate e monumenti (come ad esempio il Pont-Neuf a Parigi, le mura aureliane a Roma o l'intero Reichstag, il Palazzo del Parlamento, a Berlino), celando forme architettonicamente note in informi e anonimi fagotti. L'operazione, intellettualmente coltissima, ottiene un risultato paradossale: nascondendo una cosa, in realtà ce la rivela con maggior forza.

Le radici di tale pratica sono complesse ed eterogenee: dal Nouveau Réalisme al Concettuale, fino alla Pop-Art. La realizzazione di questi grandiosi progetti comporta costi molto elevati, interamente coperti dall'autore tramite la vendita dei relativi disegni e progetti. Essi, inoltre, necessitano di lunghi tempi di realizzazione e il coinvolgimento di numerose professionalità, come tecnici e ingegneri. Parte integrante del lavoro sono considerati anche la componente burocratica, costituita dalle interpellanze alle autorità per ottenere necessari permessi, e il coinvolgimento delle popolazioni locali, che avviene tramite incontri pubblici.

Tutti gli interventi di Christo e Jeanne-Claude sono concepiti per durare un tempo limitato, di solito due settimane. Spiegano a questo proposito gli artisti: «Tutti i nostri progetti hanno una fortissima qualità nomade, che ricorda le tribù che si spostano con le loro tende; usando un materiale fragile si avverte una maggiore urgenza di vedere quello che domani non ci sarà più... nessuno può comprare questi progetti, nessuno può diventarne proprietario, nessuno li può commercializzare, nessuno può far pagare biglietti di ingresso; nemmeno noi possediamo queste opere. Il nostro lavoro è sulla libertà. La libertà è nemica del possesso, e il possesso equivale alla permanenza. Ecco perché l'opera non può rimanere».

Uno dei progetti più mastodontici della coppia è stato quello delle Surrounded Islands (Isole circondate), che nel 1980-1983 ha avuto come teatro la Baia di Biscayne, presso Miami, in Florida. Qui undici isole artificiali sono state circondate da un totale di 603850 metri quadrati di tessuto in polipropilene di colore rosa. L'operazione condotta in questo caso non è stata quella solita dell'impacchettamento, bensì di incorniciatura di elementi naturali con strumenti artificiali, sancendo in tal modo una inedita unione tra i due aspetti. La scelta del colore, pur nella sua accensione cromatica, si poneva in armonioso dialogo con il verde dominante della vegetazione delle isole e delle acque poco profonde della baia, e con l'azzurro del cielo. Christo e Jeanne-Claude hanno sempre operato prestando la massima attenzione all'impatto ambientale dei loro interventi, cercando di limitarlo al minimo, utilizzando materiali ecologici e riciclandoli totalmente dopo l'uso. In questo caso hanno provveduto alla rimozione di 40 tonnellate di rifiuti giacenti nel sito e, per la salvaguardia dell'ecosfera, hanno interpellato una biologa marina, ornitologi, esperti di mammiferi, oltre che legali, ingegneri marini e vari consulenti tecnici.

Surrounded Islands, Biscayne Bay, Greater Miami, Florida, 1980-83 (Photo: Wolfgang Volz)

Photos from WOO_mezzometroquadro's post 24/05/2024

— Possibilità invisibili: quando la Terra ha iniziato a guardare se stessa.

La mostra Desert X inaugurata per l’AlUla 2024, la manifestazione d’arte internazionale nata in Arabia Saudita, ha presentato quest'anno 15 opere sotto la guida curatoriale di Maya El Khalil e Marcello Dantas, con la direzione artistica di Raneem Farsi e Neville Wakefield.

Il patrimonio di Desert X è creare opere distintive che emergono dal contesto e risuonano con forza in tutto il mondo.
Sara Alissa e Nojoud Alsudairi ad esempio trasformano il paesaggio in una modellazione auto-riflessiva. Lo fanno attraverso diversi punti di vista e approcci, il loro lavoro rimodella la terra e la percezione dello spettatore rispetto alle geografie fisiche.

Un viaggio quello AlUla che attraversa inconcepibili intervalli di tempo e spazio, una realtà che esalta la lotta e gli sforzi umani messi in campo per eguagliare e scolpire la grandezza.

Gli artisti che hanno partecipato a Desert X AlUla 2024 hanno adeguato la loro prospettiva agli aspetti invisibili del luogo con riverenza, in sintonia con le forze, i ritmi e i processi che modellano il paesaggio in modi impercettibili. Opere che si confrontano con il contesto e si connettono con il mondo.

Full press - scopri tutte le opere >>>https://desertx.org/media/pages/learn/news/dxu2024/1d78949683-1707331064/dxu24openingartistannouncement.pdf

22/05/2024

— Sede Centrale del Monte dei Paschi

Giovanni Michelucci è stato uno dei più importanti architetti e urbanisti italiani del XX secolo, famoso per aver progettato, tra gli altri, la stazione di Firenze Santa Maria Novella e la chiesa dell'Autostrada del Sole. Successivamente, insieme a Bruno Sacchi, realizza nel 1973 a Colle di Val d'Elsa la sede del Monte dei Paschi di Siena (1973-1983), combinando materiali diversi e cercando di instaurare un dialogo con l'ambiente senza rinunciare ad una visione architettonica contemporanea.

L'architetto, già più che settantenne, interviene su un preesistente edificio industriale in rovina inserendo nella città bassa, immediatamente a ridosso dell'antico centro storico medievale, una struttura fortemente innovativa. L'edificio è situato, infatti, proprio nel centro cittadino di Colle, in una zona direttamente alle spalle di Piazza Arnolfo e ai piedi di Colle Alta, la parte più antica di Colle di Val d'Elsa. Questa collocazione rende l'intervento immediatamente riconoscibile nel paesaggio circostante. Tra i vecchi tetti in coppi, si illumina lo scheletro metallico rosso dell'edificio e, viceversa, dai balconi e dalla loggia della banca si godono scorci suggestivi ed insoliti della città. L'edificio ha forma irregolare ed è delimitato a sud da Via della Spugna, strada di collegamento con il centro storico, e ad ovest dalla stretta Via della Ruota.

Riducendo al minimo l'uso delle murature convenzionali, infatti, Michelucci progetta un grande organismo metallico che riunisce suggestivamente in sé l'idea di piazza coperta, dunque di spazio civico collettivo, con quella economica di una banca. Entrambe le funzioni sono racchiuse (e quasi protette) sotto una copertura metallica dal profilo spezzato, simbolicamente assimilabile a un'enorme ala. Fra gli intenti progettuali di Michelucci, affiancato nelle fasi esecutive dall'architetto Bruno Sacchi, vi è quello di ribaltare il classico rapporto interno-esterno, facendo sì che la città possa entrare dentro la banca e che questa vi si proietti sopra a sua volta, generando percorsi pedonali, zone di sosta e di riposo.

Grazie alla sua esistenza quasi centenaria, Michelucci è stato dunque maestro e ispiratore per almeno quattro generazioni di architetti italiani che, da lui, hanno imparato a porre alla base di ogni itinerario progettuale l'uomo, la sua misura, i suoi percorsi e le sue esigenze. Le architetture “michelucciane”, anche quelle apparentemente più rigorose e geometriche, vogliono essere soprattutto spazi da attraversare, non asettici contenitori. «Una struttura ha senso», affermava «solo se serve bene al suo scopo. E in questo "servir bene" sta il suo valore e la sua bellezza».

Photos from WOO_mezzometroquadro's post 19/05/2024

Una cattedrale verde – La land art di Giuliano Mauri

C’è chi costruisce cattedrali nel deserto, e chi invece le fa in un bosco. Più precisamente, ci troviamo nella valle dell’Arte Sella, un grande museo di arte contemporanea a cielo aperto in provincia di Trento, dove si possono ammirare opere (tra scultura e land art) di grandi dimensioni e dalla vocazione naturale, per questo quindi molto ben inserite nel paesaggio che le ospita.

L’artista è Giuliano Mauri, lodigiano. La cattedrale vegetale, pensata all’inizio degli anni Ottanta ma realizzata soltanto nel 2001, è innanzitutto una grande opera di “rigenerazione” naturale: ottanta alberi disposti in mezzo ad un prato, guidati da una struttura in legno e ordinati su tre navate. Il disegno è ispirato alle volte delle cattedrali gotiche, con i rami di potatura che si incurvano e si congiungono verso l’alto a formare dei grandi archi ogivali, raggiungendo un’altezza totale di 15 metri.

L’opera è viva e si trasforma nel tempo; non solo perché la sua materia stessa è viva, e quindi soggetta a movimenti, fruscii e qualche ramo che sfugge al disegno ordinatore, ma perché gli alberi che la compongono non hanno ancora raggiunto la maturazione prevista, quando i pilastri di legno verranno eliminati e gli alberi ormai adulti seguiranno la forma “costruita” senza il bisogno delle guide.

Quel che vediamo oggi appare come un lento cantiere, una rovina ruskiniana che però non è successiva alla caduta in disgrazia, bensì precedente alla sua apoteosi, che ingabbia al suo interno una natura che svelerà la sua vera bellezza solo quando sarà libera dalla mano dell’uomo, in una poetica metafora che parla alla sempre attuale sensibilità ambientale, oltre a costruire un saldo legame con la mistica del paesaggio montano, sottolineato da una tipologia architettonica tradizionalmente religiosa.

Oltre questa del 2001, sul progetto di Mauri l’opera è stata riproposta altre due volte dopo la sua morte avvenuta nel 2009, una nella località “Oltre il colle” in provincia di Bergamo nel 2010 e una nei pressi di Lodi nel 2017.

📷 di Aldo Fedele

17/05/2024

— Awaji palcoscenico dei sogni

Il complesso Awaji Yumebutai nasce negli anni 2000 dalla sensibilità dell’architetto Tadao Ando, egli è noto per la sua capacità di creare delle architetture semplici ma cariche di significato, incarna perfettamente lo spirito dell’interiorità giapponese, nei suoi progetti fa sposare cemento armato e vetro, riuscendo nello scopo di realizzare architetture delicate in cui il vuoto è uno spazio ricco di materia, anche se egli riferisce che “Non lotto per uno spazio astratto ma per un archetipo dello spazio”.

Il complesso è situato sull’isola di Awaji, fortemente segnata da un terremoto nel 1995, proprio per questo, come suggerisce stesso il nome “Awaji palcoscenico dei sogni”, il progetto vuole essere un luogo in cui potersi abbandonare ai sogni e potersi sentire più leggeri.
Nella realizzazione l’architetto vuole adagiarsi sul paesaggio, integrando il progetto al paesaggio stesso, in questo modo il luogo non è più materia inerte bensì acquisisce anch’esso un significato, diventando parte integrante del progetto.

L’architetto vuole realizzare un progetto “monumento” e commemorativo senza affidarsi in maniera eccessiva al costruito, per questo crea un giardino terrazzato che mostra la ricchezza della flora autoctona, in particolare realizza 100 terrazze, circondate da rampe di scale. Il progetto comprende un centro conferenze, un hotel, una chiesa, una serra e un anfiteatro ma ciò che occupa la maggior parte dell’area sono parchi e giardini disseminati ovunque: la missione dell’architetto di ricreare un rapporto tra uomo e natura è riuscita.

Il progetto è un aggregato di edifici e giardini ma anche di magia, sogni ed esperienze sensoriali: è un luogo in cui affidarsi completamente ai sensi, a partire dalle 100 terrazze che forniscono diversi spunti visivi e olfattivi culminando con gli edifici che danno vita ad un insieme di immagini, offrenti ognuna di diverse percezioni visive, olfattive e acustiche diverse.

📷 Monica Sgandurra

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CONFERENZA STAMPA - CONCORSO MARCONI DISTRICT

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