Dott.ssa Emma Lombardi Psicologa

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Psicologia Clinica
Colloqui in studio, online e a domicilio su Prato, Pistoia e province
Consulenza, Diagnosi, Sostegno e Riabilitazione, rivolti all'individuo, alla coppia e alla famiglia
Fasce d'età: adolescenti, adulti e anziani

11/03/2024

Coming soon...

04/10/2023

‼️Studi Aperti‼️

Nel mese della psicologia aprirò le porte del mio studio per accogliere GRATUITAMENTE chi è interessato, bisognoso o incuriosito rispetto a un percorso di SOSTEGNO PSICOLOGICO. ❤️‍🩹

Nell'occasione sarà anche possibile fare uno SCREENING GRATUITO DELLE FUNZIONI COGNITIVE per persone over 65! 🧠

Photos from Dott.ssa Emma Lombardi Psicologa's post 18/09/2023

Prossimamente per un lunedì sera diverso e arricchente ❤️💥🚀🎨

Per info e prenotazioni chiamare o scrivere a me o Daniela Sapio ai contatti sul volantino

20/06/2023

“Essere felici è un'arte, che disimpariamo ogni giorno: quando mettiamo il piede in una pozzanghera e invece di ridere ci preoccupiamo delle scarpe, quando non guardiamo un arcobaleno, perché dobbiamo guidare e non possiamo fermarci. Quando una falena diventa un fastidio e non più qualcosa di cui meravigliarsi. Quando lasciamo che il mondo diventi una preoccupazione e non qualcosa da guardare, con curiosità e gioia. La felicità arriva così, ogni giorno e se non la si riconosce, diventa rimpianto. Rimpianto per tutte quelle volte in cui, avremmo potuto essere felici, ma non lo abbiamo fatto. Ad essere felici, ci vuole allenamento.”

- Simona Barè Neighbors

01/01/2023
17/11/2022

Daniela Sapio - Una Psicoterapeuta al tuo fianco

Pronti per iniziare!!

29/09/2022

🗝️ Studi Aperti 🎁

Dal 10 al 22 Ottobre in occasione del mese dedicato alla Psicologia e alla Salute Mentale, sarà possibile prenotare un primo colloquio conoscitivo e informativo completamente GRATUITO ‼️‼️‼️

🌱 Non è mai il momento sbagliato per darsi un'opportunità... E stavolta provare non costa davvero nulla!

Per fissare un appuntamento in studio (via Firenze n.13 a Prato) oppure online:

Tel. 3661258947
Email: [email protected]

21/09/2022

Dopo aver parlato di adolescenti, di adulti e di bambini mai nati, è arrivato il momento di parlare degli anziani, mediante un articolo scritto dalla Dott.ssa Emma Lombardi Psicologa per la nostra rubrica "𝘾𝑜𝑛𝑜𝑠𝑐𝑒𝑟𝑒 𝙎𝑖𝑔𝑛𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎 𝙋𝑟𝑒𝑣𝑒𝑛𝑖𝑟𝑒".

Grazie ai rapidi progressi scientifici in campo biomedico, clinico e farmaceutico, negli ultimi decenni l’aspettativa di vita media si è alzata sensibilmente in tutto il mondo. Nel 2021 in Italia è stata raggiunta la soglia di 82,4 anni, un dato che a prima vista appare molto incoraggiante, ma che cela un’insidia: l’aumento dell’incidenza dei 𝗗𝗡𝗖 (𝗗𝗶𝘀𝘁𝘂𝗿𝗯𝗶 𝗡𝗲𝘂𝗿𝗼𝗰𝗼𝗴𝗻𝗶𝘁𝗶𝘃𝗶; DSM-5), meglio noti come demenze.
Com’è noto, questi disturbi dipendono da un danno del tessuto cerebrale e si manifestano in modo differente da soggetto a soggetto. A seconda delle aree cerebrali coinvolte dalle lesioni, i DNC si manifestano con una grande varietà di sintomi di diversa natura e gravità, che nel complesso conducono la persona a progressiva o repentina 𝗽𝗲𝗿𝗱𝗶𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗮𝘂𝘁𝗼𝗻𝗼𝗺𝗶𝗮 nel quotidiano. Per questo, una delle principali conseguenze del declino cognitivo è il crescente 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗮𝘀𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 a cui la persona malata va incontro. Il tempo di decorso dei DNC può variare da alcuni mesi a 8-10 anni.
Se da un lato il mondo scientifico si sta da anni prodigando per trovare cure efficaci per il trattamento dei DNC, con risultati al momento purtroppo poco risolutivi, dall’altro si prendono ancora troppo poco in considerazione gli 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝗶 𝗶𝗻𝗱𝗶𝗿𝗲𝘁𝘁𝗶 che queste patologie producono in coloro che si occupano dell’anziano: i 𝗰𝗮𝗿𝗲𝗴𝗶𝘃𝗲𝗿, un ruolo che di solito, almeno in prima battuta, spetta ai 𝗳𝗮𝗺𝗶𝗹𝗶𝗮𝗿𝗶.
Sebbene in alcuni casi prestare assistenza all’anziano malato è frutto di una scelta volontaria, più spesso i familiari non hanno scelta e si sentono in “dovere” di farlo. C’è chi ad esempio a causa di risorse economiche insufficienti non può permettersi badanti a tempo pieno o un ricovero in RSA, chi non dispone di spazi abitativi per ospitare assistenti a domicilio, o ancora chi va incontro a discussioni e contrasti ideologici all’interno delle famiglie stesse relative al miglior modo di provvedere ai bisogni dell’anziano malato senza riuscire a trovare un accordo. In ogni caso, per quanto l’affetto che lega un figlio, un coniuge o un nipote al proprio caro malato sia una motivazione forte per assisterlo, ritrovarsi a dover assumere il ruolo di caregiver, senza esperienza pregressa e senza preavviso, comporta 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗼𝗻𝘀𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀, 𝗽𝗿𝗲𝗼𝗰𝗰𝘂𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 e 𝗼𝗻𝗲𝗿𝗶 che a lungo andare possono risultare logoranti e persino deleteri. Inoltre, non di rado capita che chi si trova a diventare un caregiver non abbia il tempo o le competenze adeguate per affrontare serenamente questo ruolo e non è sempre semplice trovare un adeguato supporto a livello sociale o istituzionale, specialmente nell’era del Covid, in cui tutto il sistema socio-sanitario è entrato in affanno ed è notevolmente aumentato l’isolamento sociale. In simili circostanze, cose apparentemente banali come prendersi una vacanza, riposare, concentrarsi sul lavoro, dedicare tempo e attenzioni alla propria famiglia o a sé stessi o semplicemente sentirsi in grado di affrontare la propria routine senza lasciarsi sopraffare, possono diventare davvero difficili. Ciò può tradursi in vissuti di 𝘀𝗼𝗹𝗶𝘁𝘂𝗱𝗶𝗻𝗲, 𝗶𝗻𝗮𝗱𝗲𝗴𝘂𝗮𝘁𝗲𝘇𝘇𝗮, 𝘀𝗲𝗻𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗹𝗽𝗮 o 𝘀𝗴𝗼𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼, che alimentano la 𝘀𝗼𝗳𝗳𝗲𝗿𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗽𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗮.
Secondo diverse ricerche, i sintomi più comunemente osservati nei caregiver di anziani con demenza sono riconducibili allo 𝘀𝘁𝗿𝗲𝘀𝘀 𝗰𝗿𝗼𝗻𝗶𝗰𝗼. Le cure assidue, il grande dispendio di soldi, tempo ed energie, il dolore legato al fatto che l’anziano sembra diventare “un’altra persona” da quella che si è sempre conosciuta, l’alto grado di coinvolgimento emotivo, l’impossibilità di correggere comportamenti spesso bizzarri, aggressivi o incomprensibili dell’anziano si sommano insieme creando un estenuante senso di oppressione e un peggioramento generale della qualità di vita.
A livello biologico lo stress prolungato causa un aumento del 𝗰𝗼𝗿𝘁𝗶𝘀𝗼𝗹𝗼 in circolazione che mantiene l’organismo ad un alto livello di attivazione, come se dovesse essere sempre pronto a correre: il cuore accelera i battiti, il respiro si fa più frequente e meno profondo. Ad alte concentrazioni, questo ormone comporta anche cambiamenti nell’appetito, disturbi gastro-intestinali e peggioramento della qualità del sonno. Tutto ciò contribuisce a generare un’estrema e duratura sensazione di 𝘀𝘁𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲𝘇𝘇𝗮 ed 𝗲𝘀𝗮𝘂𝗿𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗲𝗺𝗼𝘁𝗶𝘃𝗼. Inoltre, lo stress agisce indebolendo il sistema immunitario, dunque rendendo chi ne soffre più vulnerabile a una lunga serie di patologie fisiche.
Insieme a queste modificazioni dell’assetto ormonale, si verificano disequilibri nei sistemi di neurotrasmettitori a livello cerebrale. In particolare, vari studi mostrano come l’azione dello stress prolungato diminuisca la quantità di 𝘀𝗲𝗿𝗼𝘁𝗼𝗻𝗶𝗻𝗮 e 𝗱𝗼𝗽𝗮𝗺𝗶𝗻𝗮, due sostanze cruciali nella regolazione dell’umore. La conseguenza primaria di tale effetto è lo sviluppo di sintomi che nel tempo possono strutturarsi in veri e propri 𝗱𝗶𝘀𝘁𝘂𝗿𝗯𝗶 𝗱’𝗮𝗻𝘀𝗶𝗮 e 𝗱𝗲𝗽𝗿𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 che, secondo molti studi, sono ampiamente diffusi nella popolazione dei caregiver.
Per far sì che non si arrivi a sviluppare una psicopatologia legata allo stress da caregiving, è fondamentale innanzitutto riconoscere precocemente la comparsa di 𝘀𝗶𝗻𝘁𝗼𝗺𝗶 𝘁𝗶𝗽𝗶𝗰𝗶 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗿𝗿𝗲𝗻𝘁𝗶, che riassumendo possono essere:

- Tachicardia e/o palpitazioni
- Sensazione di affanno e affaticamento
- Aumento/diminuzione dell’appetito
- Disturbi del sonno
- Agitazione, nervosismo/rabbia
- Preoccupazione/paura eccessiva
- Sintomi somatici (disturbi gastro-intestinali, mal di testa, debolezza)
- Tristezza/sensazione di disperazione
- Senso di impotenza, inadeguatezza personale e/o colpa
- Sensazione di non farcela a sopportare/fronteggiare la situazione

Il passo successivo consiste nel 𝗰𝗵𝗶𝗲𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗮𝗶𝘂𝘁𝗼: un passo non sempre facile, ma spesso necessario. Medici, infermieri, assistenti sociali o socio-sanitari sono tutte figure professionali che possono intervenire per prevenire o alleviare le patologie stress-correlate nei caregiver agendo a vari livelli.
I sintomi psicologici di stress, ansia e depressione possono essere affrontati e risolti efficacemente con l’aiuto di uno 𝗽𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗼, attraverso un ciclo di colloqui di sostegno individuali o familiari, interventi psicoeducativi centrati sulla gestione dell’anziano con demenza, partecipazione a gruppi di auto-mutuo aiuto tra caregiver, ma anche con l’ausilio di tecniche di rilassamento come la mindfulness e il training autogeno.

Photos from Dott.ssa Emma Lombardi Psicologa's post 13/09/2022

Ultimi posti disponibili‼️‼️‼️
Per info e prenotazioni contattate me o Daniela

59 corsi da fare in autunno a Prato - Pratosfera 20/08/2022

59 corsi da fare in autunno a Prato - Pratosfera Sono oltre 60 corsi di cultura generale che partiranno da ottobre: dal 1 luglio iscrizioni aperte

Photos from Centro di Solidarietà di Prato's post 08/08/2022
08/06/2022

Bellissima iniziativa promossa dal mio collega Leonardo Caponi !
Avanti tutta giovani!!

Il nostro gruppo per i giovani ventenni è sempre aperto, accogliente e gratuito.
Anche se nato da poco, OGGI è un progetto che sta dando ai nostri giovani e ai nostri volontari tanta energia, motivazione e soddisfazione.
Passaparola :)

08/06/2022

Siamo irresistibilmente attratti da chi ci creerà i problemi che ci servono per la nostra evoluzione personale.

A. Jodorowsky

06/06/2022

Estate: le scuole si chiudono, il caldo avanza, il mare ci attende... e noi continuiamo a lavorare instancabilmente per voi 😉
Oggi vi presentiamo due serate all'aperto, gratuite e interessanti condotte dai nostri Daniela Sapio - Una Psicologa al tuo fianco e Dr. Elvio Buono che si terranno al Circolo PD Casale
I nostri psicologi vi aiuteranno a fare chiarezza su aspetti importanti della vita di coppia.

Vi aspettiamo numerosi 😁

29/05/2022

Buona fine del fine settimana con buoni propositi per la prossima ❤️

24/05/2022

Un interessante articolo per comprendere meglio la tematica dell'autolesionismo in adolescenza, scritto dalla mia collega dott.ssa Daniela Sapio .
Buona lettura!

Per la : "𝘾𝑜𝑛𝑜𝑠𝑐𝑒𝑟𝑒 𝙎𝑖𝑔𝑛𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎 𝙋𝑟𝑒𝑣𝑒𝑛𝑖𝑟𝑒", oggi la nostra Daniela Sapio - Una Psicologa al tuo fianco ci parlerà di un fenomeno sempre più diffuso tra gli adolescenti: l'autolesionismo. Buona lettura!

L’autolesionismo è un fenomeno in forte espansione nella popolazione adolescenziale; ciononostante è ancora poco conosciuto. La parola “autolesionismo” rimanda alla messa in atto di una varietà molto ampia di gesti che mirano a infliggere al proprio corpo ferite e lesioni di vario tipo: bruciature, graffi, morsi, tagli, marchi a fuoco e non solo. Condotte autolesive sono tutte quelle condotte nocive che fanno del male alla persona, “male” inteso non solo come dolore fisico, ma come “danno”: ad esempio l’abuso di sostanze stupefacenti e alcool, comportamenti alimentari abnormi come anoressia e bulimia, gioco d’azzardo patologico, che danneggia gravemente il proprio patrimonio.
In questo articolo mi soffermerò sulle lesioni inferte alla propria pelle attraverso i tagli: questo tipo di condotta prende il nome di 𝑐𝑢𝑡𝑡𝑖𝑛𝑔, mentre coloro che la attuano sono detti 𝑐𝑢𝑡𝑡𝑒𝑟𝑠. Il cutting rientra nella categoria, individuata da Favazza, dell’ superficiale/moderato, riscontrabile maggiormente negli adolescenti (in particolare nelle ragazze) e nel Disturbo di Personalità; è la forma di autolesionismo meno grave e più diffusa.
Le lesioni da taglio vengono di norma inferte con strumenti scelti accuratamente, quali forbici e forbicine, coltelli, lame di vario genere (da quelle dei rasoi a quelle dei temperamatite), compassi, pezzi di vetro, CD spezzati, chiodi o qualunque altro oggetto tagliente e/o graffiante. Le condotte autolesive possono essere messe in atto saltuariamente o molto frequentemente e talvolta assumono le caratteristiche tipiche dei rituali compulsivi. Ad esempio, si può scegliere di tagliarsi sempre alla stessa ora o nello stesso luogo, utilizzando lo stesso oggetto; se ci si taglia nella doccia ad esempio, la temperatura dell’acqua può essere mantenuta costante (più il getto d’acqua che bagna le ferite è caldo, più le ferite bruciano); ci si può tamponare le ferite per arrestare il flusso ematico sempre allo stesso modo e con lo stesso tipo di carta o stoffa, e così via… Le parti del corpo più colpite, bersaglio prediletto di tali gesti, sono le braccia, le gambe, le anche, il ventre. Quando ad essere tagliato è il viso – espressione della propria immagine interiore - la prognosi è più grave. In generale, si può affermare che più i tagli procurati alla pelle sono profondi, più è profondo il disagio provato dall’adolescente. E’ doveroso però precisare che 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗼𝘁𝘁𝗲 𝗮𝘂𝘁𝗼𝗹𝗲𝘀𝗶𝘃𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗰’𝗲̀ 𝗻𝘂𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮 𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗳𝗮𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗮 𝘃𝗼𝗹𝗼𝗻𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶 𝗽𝗼𝗿𝗿𝗲 𝗳𝗶𝗻𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮; 𝘀𝗽𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗰𝗶 𝘀𝗶 𝘁𝗮𝗴𝗹𝗶𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝗿𝘀𝗶 𝘃𝗶𝘃𝗶. Chi si taglia conosce perfettamente il limite da non oltrepassare per non incidere le arterie. Inoltre, c’è una credenza piuttosto diffusa tra gli adulti che sentono parlare di adolescenti autolesionisti: la credenza secondo la quale i ragazzi si tagliano per attirare l’attenzione, per manipolare gli adulti o “per moda”. Solitamente, invece, 𝗰𝗵𝗶 𝘀𝗶 𝘁𝗮𝗴𝗹𝗶𝗮 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗮 𝗮𝘁𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝘀𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗼 𝗲 𝗻𝗮𝘀𝗰𝗼𝗻𝗱𝗲 𝗹𝗲 𝗰𝗶𝗰𝗮𝘁𝗿𝗶𝗰𝗶 𝗶𝗻𝗱𝗼𝘀𝘀𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗺𝗮𝗴𝗹𝗶𝗲 𝗲 𝗽𝗮𝗻𝘁𝗮𝗹𝗼𝗻𝗶 𝗹𝘂𝗻𝗴𝗵𝗶 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗱’𝗲𝘀𝘁𝗮𝘁𝗲; 𝗱𝗶𝗳𝗳𝗶𝗰𝗶𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗺𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗹𝗲 𝘀𝘂𝗲 𝗳𝗲𝗿𝗶𝘁𝗲, 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝘀𝗲 𝗻𝗲 𝘃𝗲𝗿𝗴𝗼𝗴𝗻𝗮 𝗲 𝘁𝗲𝗺𝗲 𝗶𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗮𝗹𝘁𝗿𝘂𝗶; infatti i comportamenti autolesivi possono rimanere ignoti per anni anche ai genitori degli adolescenti autolesionisti.
La pelle, che nei cutters diventa il palcoscenico di una sofferenza profonda, è l’organo che delimita il nostro corpo dal mondo esterno, che ci racchiude e ci protegge: rappresenta i nostri confini, ossia il confine tra “dentro” e “fuori”. Ma la pelle è anche la traccia, la memoria della nostra storia perché della nostra storia ricorda e conserva ogni neo, ogni ruga, ogni cicatrice, ogni tatuaggio, ogni piercing, ogni segno… E proprio il corpo, teatro della “rivoluzione” adolescenziale, del cambiamento, della trasformazione viene utilizzato per urlare “fuori” la sofferenza che c’è “dentro”.
Ma perché ci si taglia? La ferita inferta alla propria pelle rappresenta un rifugio provvisorio da una sofferenza psichica acuta e profonda, da un’angoscia insostenibile, da una rabbia esplosiva o da un senso di colpa che attanaglia: tagliandosi, la persona si infligge un dolore che lei stessa può controllare e in tal modo lotta contro una sofferenza di gran lunga più intensa. Sacrificando una parte di sé, la persona lotta contro un dolore ben più forte di quello che deriva dal taglio: 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗱𝗼𝗹𝗼𝗿𝗲 𝗽𝘀𝗶𝗰𝗵𝗶𝗰𝗼 𝗲̀ 𝗶𝗺𝗺𝗲𝗻𝘀𝗼 𝗲 𝗶𝗺𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗱𝗮 𝗴𝗲𝘀𝘁𝗶𝗿𝗲, 𝗶𝗹 𝗱𝗼𝗹𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗲𝗿𝗶𝘁𝗮 𝗲̀ 𝗰𝗶𝗿𝗰𝗼𝘀𝗰𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗽𝗼 𝗲 𝗽𝘂𝗼̀ 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼𝗹𝗹𝗮𝘁𝗼. Il gesto autolesivo ha quindi la funzione di calmare, sedare, restituire l’integrità perduta: quasi sempre, infatti, nella persona che si taglia c’è una scissione tra il mondo cosciente e il mondo non cosciente. Il sollievo derivante dal taglio, che fa scivolare via la sofferenza come scivola via il sangue dalla ferita, è però temporaneo: può accadere che diventi come una droga di cui non si può fare a meno o che inneschi un nuovo senso di colpa per la ferita inferta. In entrambi i casi, può generarsi una coazione a ripetere: nel primo caso, ci si taglia nuovamente per ritrovare l’effetto benefico del taglio (la calma, la tranquillità); nel secondo, ci si taglia nuovamente perché il senso di colpa scaturito dal taglio precedente è impossibile da gestire.
Eppure, non tutti i ragazzi e le ragazze che alleviano la propria sofferenza ferendosi la pelle provano la stessa sofferenza. Ci sono ragazzi che scivolano nel comportamento autolesivo in seguito a una perdita di controllo (mai tale da non capire quando è giunto il momento di fermarsi), solitamente scaturita da rabbia e dolore intensi provati a seguito di scontri, litigi, separazioni o abbandoni. In questo caso il taglio avviene in una situazione di forte tensione emotiva che la ferita serve a placare: alla vista del sangue si ritrova uno stato di calma e tranquillità (“𝑒̀ 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑠𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑖𝑙 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒 𝑒𝑠𝑐𝑒 𝑑𝑎𝑖 𝑡𝑎𝑔𝑙𝑖, 𝑒𝑠𝑐𝑒 𝑝𝑢𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑑𝑜𝑙𝑜𝑟𝑒”). Ci sono poi ragazzi che, a differenza dei primi, non sentono più né rabbia né dolore ma versano in uno stato di insensibilità psichica, nella quale è impossibile sentire. Non si sente né gioia né dolore e l’anaffettività invade corpo e mente: questi ragazzi si tagliano per sentire dolore e, sentendo dolore, provare a sé stessi di essere ancora vivi. Infine, ci sono ragazzi che presentano comportamenti lesivi della pelle più lievi (graffiarsi, pizzicarsi e grattarsi fino a sanguinare e impedire alle ferite di cicatrizzarsi): solitamente questi ragazzi provano forti sentimenti di inadeguatezza, di colpa e tristezza e, non sapendo comunicare verbalmente ciò che provano, lasciano parlare il corpo.
Le cause della sofferenza psichica che può spingere un adolescente a farsi del male possono essere rintracciate nella sua storia personale e non c'è una causa univoca o analoga per tutti.
Se ti è capitato di tagliarti o conosci qualcuno che lo fa, rivolgiti a un professionista della salute mentale per affrontare insieme la sofferenza e non esserne più vittima.

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😉

03/05/2022

Non ho paura
Non sono arrabbiato
Non mi importa di questa cosa
Non dico bugie
Non ho problemi in famiglia
Non mi sento triste
Non mi importa quello che pensano gli altri di me
Non sono egoista

Non non non.....

Negazione contro Accettazione: due forze dall'immenso potere, due atteggiamenti che possono profondamente influenzare la nostra personalità e i nostri sentimenti

Accettare di non essere perfetti non è semplice, perché fin da piccoli ci hanno insegnato cosa è giusto e cosa è sbagliato, ignorando la complessità della nostra umana natura.
Accettare e accettarci però ci trasforma!

21/04/2022

Non fai che lamentarti!
Ma goditi la vita!
Guarda che le vere disgrazie sono altre!
Smettila di piangere!
Pensa ad altro, vedrai che ti passa!

Quante volte nei momenti di crisi frasi come queste hanno alimentato ancora di più il nostro dolore anziché lenirlo?
Quante volte ci hanno fatto sentire incompresi, e anzi inopportuni, esagerati, egoisti?

Il dolore è idiosincratico, cioè ognuno lo sente a modo suo. Non c'è solo un modo, o solo una serie di cause, per stare male.

La sofferenza fa parte del nostro modo di essere nel mondo.
Ascoltiamo la nostra e quella altrui senza giudizio e con gentilezza

19/04/2022

Al di là di tutte le relazioni che possiamo costruire e coltivare nell'arco della vita, l'unica persona da cui mai ci potremo separare siamo noi stessi!
Costruire un buon rapporto con sé stessi è fondamentale.
Un percorso psicologico può essere utile anche per questo 🌜🌛

16/04/2022

Al di là dei temi religiosi che lascio a chi di dovere, c'è un simbolo della Pasqua che mi piace tanto, ed è l'uovo!

In questo weekend di festa auguro a tutti di rinascere nello spirito, nel corpo e nella mente.

Auguro a tutti di sentire i profumi del giorno e della notte come se fosse la prima volta, di guardarsi allo specchio e ri-conoscersi, di uscire dalle coperte come dal guscio di un uovo e di muovere i primi passi in modo consapevole, cogliendone il peso o la leggerezza, la stabilità o l'incertezza, sentendo la propria presenza.

Auguro a tutti di provare stupore di fronte a cose che sembrano ovvie, di accorgersi di quanto è bello respirare l'aria di primavera, di sentire con calma il piacere che dà il gusto del mangiare, di riuscire ad apprezzare il valore delle piccole cose, e della vita, e di noi stessi. Ogni giorno come oggi e domani.

Buona rinascita 🥚

12/04/2022

Alti e bassi... Così procede in generale la vita di tutti noi. Sarebbe utopico aspettarsi che non sia così! La vita tutta rose e fiori non la fa nemmeno la natura, anche lei ha i suoi periodi morti.

Quello che possiamo fare è cercare di trarre da ogni nostro momento, bello o brutto che sia, qualcosa che ci dia delle informazioni su noi stessi. Anche la tristezza, la rabbia, la paura, il disagio fanno parte dell'esperienza, e non a caso...
L'importante è dare all'esperienza un significato, nella consapevolezza che il nostro viaggio sarà sempre a bordo di un carrello delle montagne russe e che va bene così!

06/04/2022

Chi capisce a prima vista cosa rappresenta questo scatto?

Scommetto che in pochi ci riescono...

Si tratta del segmento di un filo d'erba visto al microscopio! Incredibile no? Ora che lo sappiamo possiamo guardarlo con occhi diversi...

Il funzionamento della nostra mente, i nostri pensieri automatici, i pregiudizi, le credenze che abbiamo, le nostre emozioni, sono un po' come questo scatto... A prima vista possono sembrare incomprensibili, poco chiari, o addirittura essere scambiati per altro, essere interpretati in diversi modi.
Un percorso di terapia psicologica serve a chiarire ciò che la nostra mente e il nostro corpo ci comunica. Serve a mettere sotto una lente di ingrandimento il nostro mondo interiore e a dargli un senso e un'identità.

Se non hai mai provato, sappi che non è mai troppo tardi!
3661258947

03/04/2022

🌱🌸😧 Perché con l'arrivo della primavera L'ANSIA può aumentare⁉️⁉️

Il cambio di stagione porta con sé variazioni di luce e di temperatura che agiscono sul nostro stato psicologico e possono dare luogo a spossatezza, insonnia, problemi di concentrazione e ansia. Ma come fa?

Il cervello contiene nuclei che regolano i nostri ritmi circadiani, attraverso la modulazione del rilascio di ormoni e neurotrasmettitori, come cortisolo, melatonina e serotonina. Queste sostanze fanno aumentare l'attivazione generale dell'organismo, che con più ore di luce ha bisogno di più energia giornaliera. In questo stato di maggiore attivazione, molti processi psicologici legati alle funzioni corporee vanno incontro a uno squilibrio, dando luogo a sintomi simili a quelli che si osservano negli stati di stress.

29/03/2022

Troppe volte ci ingabbiano da soli, vivendo nella mente, credendo in quello che produce, e non ci accorgiamo di avere in mano la chiave per risolvere le situazioni interne ed esterne che ci creano disagio.

Un percorso psicologico può aiutare a trovare e potenziare risorse inutilizzate per uscire dalle prigioni che ci costruiamo.

Per informazioni 3661258947 🗝️

20/02/2022

Piccola riflessione sul ruolo delle aspettative, del pregiudizio e della mancanza di ascolto autentico nei rapporti:

L'uomo non sa che sotto c'è un serpente. La donna non sa che c'è una pietra che schiaccia l'uomo.
La donna pensa: “Sto per cadere e non posso arrampicarmi perché il serpente mi morderà... perché l'uomo non usa un po' più di forza per tirarmi su?"
L'uomo pensa: “Questo masso mi sta schiacciando, eppure sto tirando la donna con tutto me stesso. Ma perché lei non prova ad arrampicarsi con un po' più di forza? "

Fine della storia. Morale: non puoi vedere la pressione a cui sono sottoposti gli altri. Gli altri non possono vedere il dolore che stai provando. Questa è la vita. Che sia lavoro, famiglia, sentimenti, amici. Dovremmo sforzarci di più per capire il punto di vista altrui. Imparare a pensare in modo diverso e a comunicare in modo più chiaro. Tutti quelli che incontriamo stanno combattendo battaglie di cui non sappiamo assolutamente nulla.

Empatia e rispetto per gli altri, aprire la mente e il cuore possono aprire nuove, meravigliose strade.

17/02/2022

Finalmente dal governo un impegno concreto nei confronti della salute mentale dei cittadini italiani, che potranno ricevere sostegno economico per intraprendere una terapia psicologica! 🎉🚀❤️

21/01/2022

Propongo per chi non la conosce questa breve ma significativa riflessione su come può cambiare il peso di eventi, preoccupazioni, pensieri o emozioni in base a quanto tempo li tratteniamo in primo piano.

Importante spunto per farci presente quanto la nostra stessa responsabilità influenza il nostro stare bene o male in ogni momento!

Timeline photos 14/01/2022

Tirali fuori, lasciali andare. Famiglia, amici, figli, ex, parenti, partner, capi, colleghi, vicini e lontani, chiunque, lasciali andare. Liberarti e rivendica il tuo spazio interiore. Non si vive per compiacere il prossimo. Si vive per stare bene. Con sé stessi.
Alzati, allontanati, corri, cammina, vai dove ti senti e non dove ti impongono

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⚠️ L'ansia... chi non la conosce? ❗❗❗Tutti noi proviamo ansia, si tratta infatti di uno stato comune, creato dell'intera...

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