Dottor Claudio Lupi Psicologo
Psicologia
Il corpo non può mentire,
non ne è capace.
Se sei nel dubbio che quello che pensi e credi di te stesso sia reale, il corpo te lo può dire senza fronzoli.
Però anche se non sei nel dubbio e non ti poni alcuna domanda, lui te lo dice lo stesso.
La vibrazione in Bioenergetica è la chiave della vitalità. Aumentando lo stato di vibrazione nel corpo, le persone si avvicinano alla qualità della salute.
Lowen ci ricorda che “L’attività vibratoria è la base del sentire. Un corpo che non vibra è emotivamente morto, ovvero privo di sensazioni, ed è il problema più comune per la gente della nostra cultura.”
Creatività e immaginazione sono due parole magiche,
I bambini lo sanno bene!
Questo prezioso cortometraggio animato trasmette un messaggio importante: la routine soffoca la creatività e l’immaginazione degli uomini, e ci invita a riflettere su quanto felicità, piacere e creatività siano strettamente connessi.
“Nel profondo di ciascuno di noi c' è un bambino che era innocente e libero e che sapeva che il dono della vita è il dono della felicità” Alexander Lowen
Alike, un'animazione che fa riflettere "Alike" è un video-cartoon di Daniel Martinez Lara e Rafa Cano Mendez che mostra a tutti gli adulti, e a tutti gli educatori, come non vanno spente le menti ...
Il Semaforo Blu
Una volta il semaforo che sta a Milano in piazza Duomo fece una stranezza. Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu, e la gente non sapeva più come regolarsi.
– Attraversiamo o non attraversiamo? Stiamo o non stiamo?
Da tutti i suoi occhi, in tutte le direzioni, il semaforo diffondeva l’insolito segnale blu, di un blu che così blu il cielo di Milano non era stato mai.
In attesa di capirci qualcosa gli automobilisti strepitavano e strombettavano, i motociclisti facevano ruggire lo scappamento e i pedoni più grassi gridavano:
– Lei non sa chi sono io!
Gli spiritosi lanciavano frizzi: – Il verde se lo sarà mangiato il commendatore, per farci una villetta in campagna.
– Il rosso lo hanno adoperato per tingere i pesci ai Giardini.
– Col giallo sapete che ci fanno? Allungano l’olio d’oliva.
Finalmente arrivò un vigile e si mise lui in mezzo all’incrocio a districare il traffico. Un altro vigile cercò la cassetta dei comandi per riparare il guasto, e tolse la corrente. Prima di spegnersi il semaforo blu fece in tempo a pensare: “Poveretti! Io avevo dato il segnale “via libera” per il cielo. Se mi avessero capito, ora tutti saprebbero volare. Ma forse gli è mancato il coraggio”.
Da Favole al telefono di Gianni Rodari
«Io chiederò lo stesso un cervello invece del cuore»
disse lo Spaventapasseri
«perché uno stupido non saprebbe che farsene di un cuore, anche se ne avesse uno».
«Io prenderò il cuore» replicò il Boscaiolo di Latta «perché l'intelligenza non rende una persona felice, e la felicità è la cosa più bella del mondo».
(da Il Mago di Oz)
ELOGIO AI PIEDI
Perché reggono l’intero peso.
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi.
Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare.
Perché portano via.
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato.
Chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare
in linea retta.
Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali.
Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica.
Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare.
Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura.
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Pushkin.
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante.
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio.
Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo.
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi.
Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare.
Perché portano via.
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato. E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta.
Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali.
Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica.
Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare.
Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura.
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Pushkin.
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante.
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio.
Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo.
Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip-tap, la ruffiana tarantella.
Perché non sanno accusare e non impugnano armi. Perché sono stati crocefissi.
Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l’appoggio.
Perché, come le capre, amano il sale.
Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte.
Erri de Luca
"Nonna, non riesco a sopportare una persona."
"Benedicila, bambina mia. Perché ti sta mostrando parti di te che non riesci ad accogliere. Le vedi riflesse in lei. Ti feriscono, come lame che entrano nella tua profondità, perché è l'unico modo per attirare la tua attenzione. Grazie a quella persona le puoi vedere ed integrare in te."
"Dovrei benedire chi non sopporto?"
"Proprio così! Tutto ciò che accade fuori di te è uno specchio della tua interiorità. Ti sta mostrando la via per arricchirti sempre più. Cambia il tuo modo di pensare alla vita. Vola alto con la tua mente: cerca il simbolo, il significato che la tua emozione è giunta a portarti, inizia a vedere ogni persona che incontri sul tuo cammino come un riflesso di parti di te. Non perdere tempo in stupide lamentele, superficiali chiacchiere e i soliti pregiudizi. Hai un tesoro da trovare. Ogni volta. Impiega le tue energie in questo grande compito!"
"Che fatica, nonna..."
"E' più faticoso fermarsi al lamento. E trascinarselo come un peso, giorno dopo giorno. Ti immobilizza, ti toglie energia preziosa, ti ostacola. Diventa una cacciatrice del senso. Vai oltre alle persone, ai fatti, alle notizie."
"Non so come si fa..."
"C'è un unico maestro che ti può guidare in questo. Non lo troverai mai fuori di te. E' il tuo sentire. Il tuo fastidio, il tuo stare bene, la tua rabbia... sono messaggeri della tua Verità."
"E come faccio ad integrare le parti di me che non accolgo?"
"Rispetta ciò che senti, celebralo, innalzalo. Ogni emozione è sacra: se riesci ad intravederne anche un minimo di ricchezza il resto verrà da sé. Avrai così occhi nuovi, in grado di vedere oltre a qualsiasi muro. Sono gli occhi della tua anima!"
Elena Bernabè
Come le neuroscienze spiegano le emozioni che proviamo davanti a un'opera d'arte - Wired Ne abbiamo discusso con il neuroscienziato Vittorio Gallese, tra empatia e neuroni specchio, mondi paralleli e realtà digitale. Un rapporto di lungo corso tra arte, essere umani e scienza di cui si parlerà anche al Festival dei due mondi di Spoleto
Dicono che prima di entrare in mare
Il fiume trema di paura.
A guardare indietro
tutto il cammino che ha percorso,
i vertici, le montagne,
il lungo e tortuoso cammino
che ha aperto attraverso giungle e villaggi.
E vede di fronte a sé un oceano così grande
che a entrare in lui può solo
sparire per sempre.
Ma non c’è altro modo.
Il fiume non può tornare indietro.
Nessuno può tornare indietro.
Tornare indietro è impossibile
nell’esistenza.
Il fiume deve accettare la sua natura
e entrare nell’oceano.
Solo entrando nell’oceano
la paura diminuirà,
perché solo allora il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell’oceano
ma di diventare oceano.
Khalil Gibran
Una giovane coppia si trasferisce in un nuovo quartiere. La mattina dopo, mentre fanno colazione davanti alla finestra, la giovane vede la vicina di casa stendere i panni fuori. "Questo bucato non è molto pulito, ha detto, "non sa come lavarlo correttamente. Forse ha bisogno di un bucato migliore".
Suo marito sembrava silenzioso. Ogni volta che la sua vicina stendeva i vestiti ad asciugare, la giovane donna faceva lo stesso commento. Un mese dopo, la donna fu sorpresa di vedere dei panni puliti sullo stendibiancheria e lo disse a suo marito. "Guarda, ha finalmente trovato un modo per lavare bene i suoi vestiti. Chissà chi glielo ha insegnato?".
Il marito ha risposto: "Mi sono alzato presto questa mattina e ho pulito le nostre finestre". Quello che vediamo quando guardiamo gli altri dipende dalla chiarezza della finestra che stiamo guardando. Quindi non essere troppo veloce nel giudicare gli altri, specialmente se la tua visione della vita è offuscata da rabbia, gelosia, negatività o desideri insoddisfatti. Giudicare una persona non definisce chi è. Definisce chi sei.
Paulo Coelho. "Lavanderia pulita."
Lo psichiatra e filosofo C. G. Jung paragonando il diaframma alla crosta terrestre scrisse:
“Al di sotto c’è la massa viscerale, con le sue pulsioni istintive e infuocate come il magma, che spesso eruttano come un vulcano in modo incontrollato e distruttivo. Sopra di esso cuore e polmoni, la sensibilità e il sentimento, lo spazio aereo del cielo e della luce. Il diaframma separa queste due aree, ma le mette anche in relazione con il suo movimento ritmico e costante. Una relazione consapevole e armonica tra queste due dimensioni dell’essere umano è ciò che permette di esprimere nella vita non la ricerca egocentrica del soddisfacimento delle proprie pulsioni, ma la consapevole espansione della sensibilità in un sentimento unico e altruista”.
Questa può apparire una affermazione di natura filosofica che affonda le proprie radici nella tradizione cinese, nella relazione fra i 3 riscaldatori, fra jing, qi e shen, ma trova corrispondenze stimolanti anche dal punto di vista neurofisiologico considerando, ad esempio, la relazione fra vago ventrale e vago dorsale e la continua integrazione superiore delle informazioni. Ed il ruolo del diaframma come grande attore della comunicazione (non della separazione, come capitava di leggere in qualche vecchia pubblicazione) è centrale dal punto di vista energetico, biochimico, fisiologico, neurologico, viscerale...
Quale e quanto spazio diamo a noi stessi attraverso il respiro?
"Nonna, come si affronta il dolore?"
"Con le mani, tesoro. Se lo fai con la mente il dolore invece di ammorbidirsi, s'indurisce ancora di più."
"Con le mani nonna?"
"Si. Le nostre mani sono le antenne della nostra anima. Se le fai muovere cucendo, cucinando, dipingendo, suonando o sprofondandole nella terra invii segnali di cura alla parte più profonda di te. E la tua anima si rasserena perché le stai dando attenzione. Così non ha più bisogno di inviarti dolore per farsi notare."
"Davvero le mani sono così importanti?"
"Si, bambina mia. Pensa ai neonati: loro iniziano a conoscere il mondo grazie al tocco delle loro manine. Se guardi le mani dei vecchi ti parlano della loro vita più di qualsiasi altra parte del corpo. Tutto ciò che è fatto a mano si dice che è fatto con il cuore. Perché è davvero così: mani e cuore sono connessi. I massaggiatori lo sanno bene: quando toccano il corpo di un'altra persona con le loro mani creano una connessione profonda. E' proprio da questa connessione che arriva la guarigione. Pensa agli innamorati: quando le loro mani si sfiorano fanno l'amore nel modo più sublime."
"Le mie mani nonna... da quanto tempo non le uso così!"
"Muovile tesoro mio, inizia a creare con loro e tutto dentro di te si muoverà. Il dolore non passerà. Ma si trasformerà nel più bel capolavoro. E non farà più male. Perché sarai riuscita a ricamarne l'essenza."
Elena Bernabè
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Cos’è l’Analisi Bioenergetica?
“L’analisi bioenergetica è un approccio che integra il corpo nel processo analitico, perché il corpo è la persona. Qualunque problema presente nella personalità quindi si manifesta sia nell’espressione corporea che nell’espressione psicologica. Questi problemi posso essere individuati in modo accurato a partire proprio dalla motilità del corpo se si è in grado di leggerne il linguaggio. Il corpo inoltre contiene la memoria di ogni esperienza che la persona abbia attraversato, pertanto è possibile leggere la biografia di una persona a partire dalla struttura dinamica del suo corpo. Da un punto di vista teorico possiamo affermare che ogni esperienza vissuta si struttura nel corpo delle persone così come nella loro mente.” Con queste parole Alexander Lowen, guarda all’identità funzionale psicosomatica della persona, dove il corpo e mente sono un’unica realtà: la parola corpo include la mente così come quest’ultima implica l’esistenza di un corpo. Un altro aspetto dell’analisi bioenergetica – che proviene dal lavoro di Wilhelm Reich – è il concetto di energia, compreso nella stessa definizione di analisi bio-energetica. Se si vuole comprendere la personalità ed il carattere di una persona è importante avere chiaro quanta abbia e come la utilizzi. Ogni struttura caratteriale porta con sé una riduzione del livello personale di energia o una restrizione del suo flusso naturale nel corpo. L’energia è prodotta dal metabolismo ed è in relazione con la quantità di ossigeno disponibile. Quando, attraverso il processo terapeutico, la persona è aiutata a respirare più profondamente, il livello energetico migliora. Più energia produce, più movimento e motilità si realizzano e questo fa emergere le emozioni rimaste trattenute ed inespresse. Queste ultime sono materia di analisi. La sequenza potrebbe essere espressa nel modo seguente: energia-»movimento-»emozione-»pensieri ed immagini. L'Analisi Bioenergetica per mezzo della relazione terapeutica orienta ad un processo di cambiamento che coinvolge la persona in tutta la sua unità psicofisica, permettendole di tornare a respirare profondamente, sentire pienamente, ristabilire la naturale mobilità ed espressività del corpo. Recuperando così la propria capacità di sentirsi una persona piena di vitalità ed energia.
Illustrazione di Fernando Cobelo
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