Dott. Valerio Ricci Fisioterapista

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02/09/2022

🖖L'abilità neuromuscolare permette ai nervi di inviare segnali ai muscoli affinché questi si contraggano.

🦵Il nostro corpo, infatti, deve poter contrarre i muscoli, anche repentinamente, nel momento in cui ci troviamo a dover contrastare delle forze. Ad esempio, quando saltiamo e atterriamo i muscoli non solo avranno la funzione di contrarsi di modo che il nostro corpo venga sospinto verso l'alto ma anche quella di stabilizzare il corpo stesso e le articolazioni durante la fase di atterraggio.

🏃‍♂️Il controllo neuromuscolare è definito come la risposta inconscia di un muscolo rispetto ad un segnale riguardo la stabilità dinamica di un'articolazione. I movimenti degli arti inferiori, compresi quelli del ginocchio, sono controllati da questo sistema, che ha bisogno di inviare messaggi "corretti" durante un determinato movimento.

👁Viene da se che oltre ad allenare la forza, per i pazienti che sono andati incontro ad intervento di ricostruzione di LCA, sarà altresì importante "potenziare" la via afferente sensoriale poiché alterata a seguito dell'infortunio.

Il sistema propriocettivo dovrà quindi essere stimolato per ripristinare il miglior controllo articolare possibile.

😮‍💨Si potrà iniziare con esercizi di equilibrio su due gambe sia su superfici instabili che instabili per poi proseguire con esercizi progressivamente più difficili appoggiando su di un solo
piede fino ad arrivare ad aggiungere perturbazioni esterne sotto fatica, più vicine quindi a situazioni di gioco reale.

28/08/2022

🏗La fase intermedia o mid stage ha un'importanza cruciale per quanto riguarda il raggiungimento di diversi obbiettivi. Tra questi, fondamentale è il ripristino della forza, insieme al controllo neuromuscolare e ad un miglioramento della forma fisica generale.

💪 "May the force be with you"
Per quanto riguarda gli esercizi a catena cinetica chiusa (CCC), ossia poggiando i piedi su di una superficie, avremo sia quelli bipodalici,
in appoggio su ambo i piedi (es. squat) che quelli monopodalici, ossia in appoggio su una gamba (es. bulgarian split squat). I primi saranno utili soprattutto per quanto riguarda il riavvicinamento a movimenti sport specifici. I secondi per evitare meccanismi di compenso, come ad esempio caricare maggiormente sull'arto sano.

Di grande importanza saranno anche gli esercizi in catena cinetica aperta (CCA), come la leg extension, per isolare in maniera specifica il muscolo quadricipite.
Verranno eseguiti inizialmente in un arco di movimento ridotto per evitare un eccessivo stress sulla rotula.

Considerazioni generali:

🦵sarà importante parlare di rinforzo non solo del muscolo quadricipite ma di tutta la muscolatura dell'arto inferiore.
🦍Tante ripetizioni a basso carico per l'allenamento della forza resistente, lasceranno spazio a carichi maggiori per un minor numero di ripetizioni (12- 8 reps al 60% - 80% ) fino ad arrivare all'allenamento vero e proprio di forza e potenza (carichi alti, poche ripetizioni)
⚖️coloro che al ritorno allo sport avranno una simmetria di forza tra i due arti inferiore del 90% hanno 3 volte la possibilità in più di andare incontro a un re- infortunio
⏳i deficit di forza non si normalizzano a 6 mesi
😃per ogni 1% di simmetria acquisita dal quadricipite diminuisce il rischio di re-infortunio del 3%

19/08/2022

⌛️Questa prima fase potrà avere una durata dalle 4 alle 6
settimane e avrà come obiettivi principali:

🐡 La prevenzione e la diminuzione del gonfiore articolare

📐 Il raggiungimento dei 0° di estensione di ginocchio

🦵 Il controllo volontario attivo del muscolo
quadricipite

🚶Camminata senza schema antalgico ossia un
pattern di movimento libero da eventuali
compensi imposti
da condizioni dolorose

Ma anche:
📌Recupero della flessione della flessione di ginocchio
sino a 120°/130°

📌 Mantenimento della normale mobilità
della rotula sia medialmente
che lateralmente

12/08/2022

🎯 Prima di andare incontro all'intervento chirurgico ci sono alcuni obiettivi da perseguire per un buon risultato finale.

📐 Il raggiungimento della piena simmetria estensoria tra i due arti: un deficit estensorio del ginocchio prima dell' intervento è il maggior fattore di rischio per la perdita di gradi in estensione dopo.

🦵Il raggiungimento della quasi totale simmetria di forza tra il muscolo quadricipite della gamba infortunata e della gamba sana: una forza del
quadricipite inferiore del 20% al controlaterale
ha conseguenze negative sul ginocchio a 2 anni
dall'intervento di ricostruzione del LCA.

🪖Una miglior sensazione di confidenza del ginocchio: la riabilitazione pre-operatoria
assicura una migliore percezione individuale della funzione del ginocchio a 2 anni dalla ricostruzione del LCA.

Evidence-based clinical practice update: practice guidelines for anterior cruciate ligament rehabilitation based on a systematic review and multidisciplinary consensus.
Nicky van Melick et al. , BJSM, 2016

Valerio Ricci Fisioterapista - Roma 05/08/2022

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Valerio Ricci Fisioterapista - Roma Valerio Ricci, fisioterapista laureato con il massimo dei voti all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, iscritto all’Albo dei Fisioterapisti di Roma ...

29/07/2022

Il dolore è complesso, e tutti lo sperimentano in modo diverso.

Negli ultimi tre decenni c'è stata una crescente comprensione delle sue caratteristiche, e la ricerca ha evidenziato la relazione tra cervello, neurologia, psicologia e dolore.

Mentre il dolore acuto è una parte normale della vita ed è importante non medicalizzare l’esperienza quotidiana delle persone, è fondamentale approfondire la comprensione del dolore persistente, visto il suo impatto significativo per chi lo vive.

Il dolore è una sensazione spiacevole, che provoca una reazione per proteggere la parte che ci fa male.

Il dolore è un modo in cui i sistemi di protezione del nostro corpo ci tengono al sicuro, inviando informazioni al cervello, che può o meno creare dolore in base a tutte le altre informazioni disponibile e alle tue esperienze precedenti.

I rilevatori di pericolo segnalano quando il tessuto si sta avvicinando al limite di sicurezza; quindi, la maggior parte del dolore previene i danni ai tessuti.

Il dolore persistente o cronico (dolore di lunga durata che si protrae per più di tre mesi o oltre il normale tempo di guarigione dei tessuti) invece comporta un'eccessiva protezione del sistema del dolore. Ciò significa che puoi provare dolore anche quando i tuoi tessuti sono effettivamente al sicuro.

Dal momento che il dolore è influenzato da molti fattori biologici, psicologici e sociali, ci sono tante cose che puoi fare per cambiarlo. Il dolore non è semplicemente una sensazione fisica, ma è influenzato dal sonno, dall'esercizio, dalla tua salute, dalle tue convinzioni, dall'umore, dal tuo ambiente e dalle persone intorno a te, significa che tutte queste cose possono darti degli strumenti utili per cambiare il tuo dolore e gestirlo in modo efficace.

Se soffri di dolore cronico, possiamo parlarne insieme.

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22/07/2022

Molte persone sanno che l'esercizio fisico è essenziale per la salute del corpo e della mente.

Sappiamo che, attraverso l’esercizio fisico, possiamo modulare la percezione del dolore, grazie ad un rilascio di sostanze chimiche “utili”. Tuttavia, nelle persone con dolore persistente, almeno all'inizio, i meccanismi dell'ipoalgesia indotta dall'esercizio possono essere inibiti, così il dolore e l'affaticamento si intensificano.

Quando ciò accade è comprensibile che le persone smettano di fare esercizio, anche se questo non è utile a lungo termine in quanto provoca decondizionamento, aumento della paura e dell’evitamento di molte attività, diminuzione delle capacità funzionali, e può sensibilizzare ulteriormente i sistemi già compromessi. La grande notizia è che questo stato di cose può cambiare con la comprensione, la pratica regolare, la pazienza, il tempo e la modifica di alcune variabili.

Ciò che è sufficiente per una persona potrebbe essere troppo poco o troppo per un’altra; quindi, è necessario esplorare la reazione del proprio corpo, con l’aiuto di un fisioterapista esperto nella gestione del dolore persistente.

L'unico modo per trovare ciò che è meglio per te è testando ed esplorando, imparando attraverso l'esperienza.

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15/07/2022

A prima vista, è facile considerare il dolore come il sintomo di una lesione in uno specifico tessuto corporeo. Il dolore acuto, causato da un danno tissutale, è quello che si adatta più da vicino a questo modello. Tuttavia, più il dolore persiste nel tempo, più si verificano cambiamenti nel funzionamento del sistema nervoso e immunitario che aumentano la sensibilità dei tessuti e la loro risposta al movimento, che poco o niente hanno a che fare con una lesione. Esatto. È possibile avere dolore senza alcuna lesione.

Man mano che la scienza spiega la complessità del dolore persistente più diventa evidente come l’esercizio sia una delle strategie migliori per gestirlo.

Il movimento, influenza la regolazione di più sistemi corporei: il sistema nervoso, il sistema immunitario e la regolazione dei fattori psicologici dell'umore.

Anche se il dolore persistente può sembrare una barriera all'attività fisica, gli effetti benefici dell'esercizio possono essere sfruttati per ridurlo. Aderire ad un programma regolare e adatto alle proprie esigenze è la cosa più importante. Quindi, mentre un singolo esercizio può aumentare il dolore persistente, attenersi ad un programma adeguatamente progettato e graduale può aiutare nel tempo a ridurre la sensibilizzazione al dolore che si osserva nel dolore persistente.

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08/07/2022

Ti sei mai chiesto perché l’esercizio fisico ci fa stare meglio?

Capita di sentir dire che l’esercizio fisico ci faccia produrre endorfine. Questa spiegazione è piuttosto semplice, ma non è così lontana dalla realtà.

Le endorfine sono composti chimici simili alla morfina, che vengono sintetizzati dall’ipofisi e che il corpo produce quando ci muoviamo.

Sappiamo che l'inattività fisica è un fattore di rischio per lo sviluppo del dolore persistente e che l'esercizio stimola il sistema di modulazione del dolore. Possiamo quindi chiederci se l'esercizio fisico regolare sia un modo per mantenere e recuperare la corretta funzione del sistema inibitorio del dolore. Secondo la ricerca, la risposta è sì.

L'attività fisica regolare potrebbe essere il modo migliore per mantenere la salute e il corretto funzionamento del nostro sistema inibitorio del dolore.

L’esercizio è a tutti gli effetti un farmaco, deve essere dosato nel modo migliore soddisfare le esigenze di ciascuno.

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01/07/2022

Le parole di Calhum Johnston, ci raccontano attraverso queste righe pubblicate sul British Journal of Sport Medicine, nella sezione Patient's voice, le difficoltà che un atleta si trova ad affrontare quando ha a che fare con problematiche molto fastidiose come le tendinopatie, in questo caso quella rotulea.

Trovo la sua, una testimonianza preziosa, per tutti i colleghi, amici ed atleti che si sono trovati, almeno una volta nella loro vita, a fronteggiare simili situazioni.

Buona lettura.

[Post lunghetto, tempo di lettura 5 minuti c.a.]

"Durante gli anni della mia giovinezza ho sempre amato giocare a calcio. Non avevo ne infortuni ne alcun tipo di pressione; solo la libertà e il piacere di praticare questo sport. Tuttavia, crescendo, più diventavo alto e forte, maggiori erano le complicazioni che mi trovavo ad affrontare riguardo agli infortuni correlati a questo sport.

Nel gennaio 2020, dopo un lungo viaggio verso Aberdeen, in Scozia, il dolore davanti al mio ginocchio era diventato insopportabile. Questo dolore mi aveva afflitto per mesi prima di questa gara, ma nessuno aveva avuto un’idea chiara su cosa potesse essere, mi avevano solamente detto di prendermi delle settimane di riposo e di riprovare di nuovo. Non so cosa avrei dato per una corretta diagnosi e piano di management per questa situazione !

SENTIMENTI CONTRASTANTI

A questo punto della mia carriera, mi trovavo a sperimentare emozioni contrastanti, sia positive che negative riguardo il gioco: la gioia della notizia che a breve avrei iniziato il pre-season e che avrei avuto la mia chance di giocare con le riserve era stata una delle più belle notizie che potessero darmi, ma questo non prese mai forma a causa della problematica che stavo avendo al ginocchio e al covid.

I continui stop dal calcio non mi stavano di certo aiutando con le mie problematiche fisiche. Dopo poco il paese andava in lockdown. L’incertezza dei tempi a ve**re mi aveva sfidato ulteriormente dal punto di vista mentale. Fino a quel momento, infatti, mai avrei potuto immaginare come gli infortuni o altri problemi della vita potessero minacciare la salute mentale di una persona.

Non poter correre sul campo con i miei compagni di squadra era un qualcosa che non avevo mai provato prima. Si era creato un distacco tra me e loro: non allenandomi a causa dell'infortunio non avevo modo di interagirci e via via le ragioni per le quali loro potessero anche solo parlare con me andavano via via scemando.

Mi sentivo come se fossi stato privato di metà della mia vita e ancor peggio avevo come la sensazione che non mi sarei riappropriato di quella metà poi così tanto presto... Nel mentre ci ritrovavamo ad affrontare la pandemia e il mio isolamento sportivo e sociale diventava più marcato, accompagnato da un deterioramento della mia salute mentale.

Il mio infortunio non era ancora stato diagnosticato con precisione e mi avevano detto solo di aspettare. A questo punto stava sempre prendendo sempre più piede l'idea che non avrei mai più giocato e che, se anche lo avessi fatto non sarei mai più tornato ai livelli precedenti. Stavo, infatti, iniziando a prendere in considerazione altri possibili percorsi di vita. Sembrava come se mi fossi impantanato in questo loop di pensieri e sensazioni negative da cui era impossibile uscirne.

UNA NUOVA VISIONE… E SPERANZA!

Dopo pochi mesi dall'inizio del lockdown il mio club aveva organizzato una chiamata su Zoom con tutti i giocatori per annunciare che ci sarebbe stato un nuovo membro dello staff che si sarebbe aggiunto al club per gestire il settore medico dell'accademia. Questo fù un punto di svolta per quanto riguarda il mio atteggiamento, speravo infatti che fosse in grado di potermi aiutare a sciogliere questa matassa intricata in cui mi trovavo. Lo contattai subito. Attraverso chiamate zoom e messaggi, mi sembrava che avesse immediatamente capito quale fosse il problema... e quale fosse il piano per risolverlo: avevo una tendinopatia rotulea.

Durante il lockdown, lui mi avrebbe dato degli esercizi da remoto da eseguire da solo e quando le restrizioni sarebbero terminate avrei iniziato a fare di più sul campo. Dopo più di un anno di stop stavo spingendo il mio corpo oltre i suoi limiti, con non poca fatica, e iniziavo a vedere che riuscivo a raggiungere alcuni dei miei obiettivi. La mia mente si era placata e il focus era ritornato sul mio sogno sportivo dopo aver combattuto sfide fisiche e mentali.

PROSPETTIVA

Una cosa che ho imparato durante il mio percorso riabilitativo è stata l'alternarsi di emozioni positive quando raggiungevo i miei goals, dandomi l'impressione che stavo lasciando l'infortunio alle mie spalle e quelle negative, quando questo sembrava ripresentarsi... L'ho appreso, nel momento in cui, la problematica al ginocchio era riapparsa e con essa il solito loop di pensieri negativi che non mi facevano ben sperare sul mio futuro e sulla mia carriera sportiva.

Questo ha impattato nuovamente sulla mia salute mentale: mi sentivo come se avessi fatto tutto quello che avevo potuto per recuperare dalla tendinopatia del ginocchio ma mi ritrovavo nuovamente a dover riaffrontare tutto da capo.

Il supporto della mia famiglia è stato fondamentale, dal momento che sapevano quanto difficili erano quei momenti per me, così come l'inestimabile valore dell'aiuto ricevuto dal nuovo staff medico. Avere una diagnosi e un piano di trattamento mirato è stata la chiave.

INSEGUIRE IL MIO OBIETTIVO

Mi chiesero di allenarmi con le riserve per la pre-season estiva. La mia famiglia aveva già prenotato una vacanza per le date della preparazione, ma io presi la decisione di rimanere e allenarmi per dimostrare quanto fossi motivato e quanto fortemente volessi raggiungere il sogno che avevo sin da quando calciai la palla per la prima volta.

Mi sentivo forte e in forma, ma dopo questi infortuni ero stato informato che la problematica al ginocchio si sarebbe potuta ripresentare. Mi posi l'obiettivo di essere più allenato dei miei compagni, senza risparmiarmi nelle sedute in campo e in palestra e facendo degli extra insieme allo staff dei preparatori atletici.

Da quel momento, ho dovuto più volte fermarmi e ripartire a causa del mio problema e tutt'ora mi trovo mentalmente in difficoltà quando ho a che fare con questi infortuni.

Ci sono stati, nel tempo, molto commenti sul mio conto e sul fatto che fossi spesso infortunato, fatti da persone che non capiscono veramente la difficoltà che può causare un infortunio, in particolare la tendinopatia rotulea, o le problematiche tendinee in generale, il tempo (tanto) che ci vuole per recuperare e le recidive da mettere in conto.

Quelle stesse persone non sono, e non sono state, in grado di capire, quanto gli infortuni possano intaccare la tua salute mentale e quanto male ti possa sentire per una situazione che non puoi controllare.

L'infortunio mi ha permesso di conoscere meglio il mio corpo e come proteggerlo. Ma la cosa che ho maggiormente appreso da ciò è stata la quantità di ups e downs attraverso cui devi passare e quanto questo possa provarti dal punto di vista mentale.

Grazie allo staff medico adesso sto bene, mi sento più forte e più in forma, ma molto più importante, mi sento mentalmente inattaccabile e continuerò a mettercela tutta per raggiungere i miei obiettivi.

Non mi importa le difficoltà e i problemi che potrò incontrare lungo il percorso perchè ho con me l'esperienza della mia riabilitazione e so, adesso, quello che devo fare per superare le avversità."

📞 338 439 9818
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Johnston C. Br J Sports Med 2022;56:770.
Accepted 29 April 2022
Published Online First 9 June 2022
Br J Sports Med 2022;56:770.

23/06/2022

Spesso le persone pensano che la loro condizione sia molto peggiore di quella che è. Ad esempio, sono sicure che avvertire dolore al tendine significhi che sia presente una qualche forma di danno, o che dovrebbero evitare tutte le attività dolorose.

Questo spesso non è vero nella maggior parte dei casi. Un po' di dolore con l'attività è normale e accettabile.

Se il tuo tendine è dolorante, sappi che questo è una struttura molto resistente e con le normali attività non lo puoi danneggiare. Il dolore è un meccanismo complesso e altamente sofisticato: sappiamo da molto tempo che esiste una disconnessione fra dolore e condizione dei tessuti.

Se soffri a causa di una tendinopatia e la vuoi affrontare nel modo più efficace, contattami. Posso aiutarti.

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16/06/2022

La tendinopatia è una condizione dolorosa che può colpire molti tendini come quello d'Achille, il gomito, l'anca e i tendini della cuffia dei rotatori.

Capire cosa sta succedendo al tuo corpo ti permetterà di vivere la tua condizione con meno preoccupazione. Comprendere cosa ti sta accadendo è molto importante: avere vicino un professionista della salute competente e comprensivo è fondamentale, ma esiste solo una persona che può davvero farti stare meglio: tu.

🔹Perché ho dolore? La risposta più semplice è che la soglia del dolore del tuo corpo si è ridotta, portando ad un disuso e ad un conseguente decondizionamento della parte interessata (spesso associato a bassi livelli di fitness generali). Avere dolore non significa che tu stia facendo più danni.

🔹Cosa ha causato la tendinopatia? Molto probabilmente fare troppa attività: aumenti di carichi di allenamento improvvisi in intervalli di tempo non consoni. Ma ci sono anche altri fattori che influenzano le tue possibilità di sviluppare dolore ai tendini. Hai cambiato qualcosa nella tua vita di recente?

🔹Perché mi stai consigliando di fare esercizio se troppa attività può essere una delle cause? Questa è una domanda lecita. È possibile che la tua tendinopatia sia causata da troppo esercizio. Per migliorare la tua condizione accompagniamo gradualmente il tuo corpo perché sia in grado di sostenere sempre più esercizio: questo ti aiuterà a superare il dolore e i limiti funzionali e a raggiungere i tuoi obiettivi di attività.

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Rees J, Maffulli N, Cook J: Management of Tendinopathy. American Journal of Sports Medicine. 2009, 37:1855-1867

09/06/2022

C'è molto che non sappiamo sulle tendinopatie, ma ci sono alcune cose importanti che dovresti conoscere come paziente.

1) La tendinopatia non migliora con il riposo: il tuo dolore può calmarsi, ma il ritorno all'attività spesso è di nuovo doloroso, questo perché il riposo non fa nulla per aumentare la tolleranza del tuo tendine al carico.

2) Non ci sono prove valide che le tendinopatie siano causate da un'infiammazione. Ci sono alcune sostanze biochimiche infiammatorie coinvolte, quindi gli antinfiammatori a volte possono servire, ma possono anche essere completamente inutili.

3) L'esercizio è spesso l'ingrediente fondamentale per il trattamento di questo tipo di problematiche. Tuttavia la tendinopatia risponde molto lentamente. Devi avere pazienza, assicurarti che la proposta di allenamento sia corretta e la progressione appropriata.

Questi sono principi generali: ogni caso deve essere valutato in modo specifico da un professionista della salute con esperienza nella gestione delle tendinopatie basata sull'evidenza.

📞 338 439 9818
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Cook J, Purdam C: Is compressive load a factor in the development of tendinopathy? British Journal of Sports Medicine. 2012, 46:163-168.
Littlewood C, Malliaras P, Bateman M, et al.: The central nervous system–An additional consideration in ‘rotator cuff tendinopathy’and a potential basis for understanding response to loaded therapeutic exercise. Manual therapy. 2013.

02/06/2022

La diagnosi di tendinopatia è utilizzata per descrivere il dolore originato dai tendini.

Originariamente si pensava che la tendinopatia fosse una forma di infiammazione, quindi era chiamata "tendinite", ma la ricerca ha scoperto che l'infiammazione non è sempre presente nel il dolore tendineo quindi ora si usa il termine più corretto "tendinopatia".

Le tendinopatie più comuni sono:
🔹Tendinopatia della cuffia dei rotatori (spalla) 🔹Tendinopatia achillea o del tendine d'achille 🔹Epicondilalgia laterale (gomito del tennista)
🔹Epicondilalgia mediale (gomito del golfista)
🔹Tendinopatia del polso (De Quervain)
🔹Tendinopatia glutea (area esterna dell'anca)
🔹Tendinopatia rotulea (ginocchio)
🔹Tendinopatia peroneale (articolazione esterna del piede e della caviglia)
🔹Tibiale posteriore (interno dell'articolazione del piede e della caviglia)
🔹Fascite plantare (pianta del piede)

Le tendinopatie possono avere molte cause. Il fattore principale è in genere un cambiamento improvviso in determinate attività, soprattutto quelle che richiedono al tendine di immagazzinare energia (es. camminare, correre, saltare) e nei carichi che comprimono il tendine. Alcune persone sono predisposte a causa di fattori biomeccanici, perché ad esempio hanno scarsa capacità muscolare o resistenza, o sistemici come l’età, la menopausa, il colesterolo elevato, maggiore suscettibilità al dolore, eccetera.

Poiché esistono molteplici potenziali cause di tendinopatia, come puoi immaginare esistono anche molteplici potenziali trattamenti.

Il trattamento maggiormente basato sull'evidenza è il carico progressivo, che può aumentare la capacità o la tolleranza del tendine, influendo sui meccanismi del dolore, sulla funzione del tessuto tendineo o sulla funzione neuromuscolare.

Un carico progressivo ben ponderato e individualizzato è indispensabile nella gestione della maggior parte dei pazienti con tendinopatia e dovrebbe concentrarsi sulle tue limitazioni specifiche, accompagnandoti in un percorso di esercizio progressivo verso i tuoi obiettivi di recupero.

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Rees J, Maffulli N, Cook J: Management of Tendinopathy. American Journal of Sports Medicine. 2009, 37:1855-1867

26/05/2022

Se avverti un mal di schiena non correlato a una lesione acuta, quando cerchi sollievo ricorda:

🔹Muoviti! Rimanere attivi è solitamente da preferire al riposo e all'inattività. I fisioterapisti sono esperti di movimento che possono prescrivere programmi di esercizi per soddisfare i tuoi obiettivi e bisogni specifici

🔹Comprendere il dolore, cos'è e come funziona, e ottenere suggerimenti per l'autogestione del dolore facendo riferimento ad un professionista esperto può essere utile per qualsiasi tipo di dolore cronico

🔹Parla con il medico o il fisioterapista.

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