CRFS Lipu Roma

CENTRO RECUPERO FAUNA SELVATICA LIPU di ROMA
Via Ulisse Aldrovandi,2 (angolo v.Belle Arti)
tel. 06.3201912 orario 9.30-17.30
tutti giorni COMPRESI festivi

02/06/2024

Guardate questa immagine. Cosa vedete?

La risposta non è scontata. Perché qualcuno, guardando questa bellissima tortora selvatica, vedrà un animale prezioso da preservare. Qualcun altro, invece, vedrà un bersaglio da colpire, una potenziale preda da cacciare.

Negli ultimi mesi, la Commissione Europea ha chiesto all’Italia di fermare la caccia alla tortora selvatica. Una richiesta motivata da dati scientifici inconfutabili: la popolazione di questo uc***lo migratore versa infatti in uno stato di pericoloso declino. Per questa ragione, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha a sua volta trasmesso alle regioni l’invito ad astenersi dall’autorizzare la caccia, quantomeno per la prossima stagione.

Nonostante ciò, la tortora risulta inclusa nell’elenco delle specie cacciabili dei calendari regionali anche per la stagione venatoria 2024/25.

La tortora selvatica è infatti una delle specie più ambite dai cacciatori. Per questa ragione le associazioni venatorie e i politici di riferimento, incuranti del rischio concreto di perdere definitivamente questo uc***lo simbolo di biodiversità, fanno fatica ad assumersi la responsabilità di dire ai cacciatori di tenere a bada i fucili, almeno per qualche anno.

Purtroppo, non per tutti gli animali hanno lo stesso valore.

Guardando questa immagine, noi vediamo un altro esemplare che abbiamo curato, e che abbiamo avuto la fortuna di rilasciare in natura, dove speriamo possa vivere la sua vita e proseguire la sua specie. Non possiamo che augurarci che sempre più persone la vedano come noi.

📌 Nelle storie trovate il link per sapere di più della diffida che la LIPU, insieme ad altre associazioni, ha inviato alle regioni italiane chiedendo di non autorizzare la caccia alla Tortora selvatica.

Ph.

28/05/2024

Sapete che a Roma rondini, rondoni, e balestrucci godono di una protezione speciale?

Grazie alla delibera n.190, in vigore dal 31 maggio 2023, “Misure per la tutela della biodiversità in ambito cittadino e per la difesa di rondini (hirundo rustica), rondoni (apus apus), balestrucci (delichon urbica)” (per la quale ringraziamo l’assessora Sabrina Alfonsi) è vietato a chiunque distruggere, rimuovere o danneggiare i nidi di queste tre specie, ed altre affini, su tutto il territorio comunale, nelle fasi di attività, di costruzione e anche al di fuori del periodo riproduttivo, quindi in autunno e inverno.

La delibera disciplina anche la ristrutturazione degli edifici in presenza di nidi. Non solo infatti la ristrutturazione deve essere fatta al di fuori del periodo riproduttivo, ma deve prevedere anche delle misure di compensazione, con l’apposizione di nidi artificiali, laddove quelli naturali debbano essere necessariamente tolti.

Nelle storie, trovate un esempio dei risultati avuti grazie all’installazione di nidi artificiali in un condominio del Lazio: nelle immagini che ci ha inviato chi ha ristrutturato l’edificio, possiamo vedere gli inquilini alati appropriarsi delle loro nuove case!

Ph.

01/05/2024

Ci sono due motivi per i quali ci emoziona sempre l’arrivo di un’upupa.

Il primo è che questo uc***lo è il simbolo, disegnato nel 1971 da Fulco Pratesi, della Lipu. E il secondo è che il ricovero di un’upupa è un inequivocabile segno di primavera: questi animali, infatti, arrivano da noi durante la migrazione che dall’Africa li porterà a nidificare in Europa.

Questo viaggio, che mette alla prova le loro forze e le loro skill di sopravvivenza, è uno straordinario spartiacque per la selezione naturale: solo i più adatti sopravvivono, resistendo alla durezza della prova e a tutti gli incidenti in cui possono incorrere durarne il percorso.

Per qualcuno, però, c’è una seconda possibilità. Questo uc***lo, che ha subito un trauma da impatto con le infrastrutture cittadine, è tra questi fortunati. Portato nella nostra struttura, dopo un breve percorso di riabilitazione, è stato già liberato.

Prima di lasciarlo andare, però, lo abbiamo pesato, misurato e inanellato: questa forma di marcatura è preziosa per avere una traccia delle rotte delle diverse specie, per comprenderne meglio la biologia e il comportamento e per interve**re strategicamente con i progetti di conservazione.

Buon viaggio, upupa!

Ph.

28/04/2024

Finalmente il sole è arrivato a riscaldare la primavera di Roma, e ci ha permesso di salutare e di accogliere calorosamente tutte le persone che in questi giorni sono passate a trovarci a .

Per noi è stata una bellissima opportunità partecipare, anche in questa edizione, all’iniziativa di ai : un’occasione preziosa per condividere i nostri valori e per far conoscere il nostro lavoro quotidiano a sostegno degli animali di cui siamo grati agli organizzatori e a tutto il team che ogni anno rende Floracult possibile.

Se non avete avuto modo di ve**re al nostro stand, ricordate che ci sono molti altri modi per sostenerci: una donazione, un acquisto al nostro shop, un regalo sulla nostra wishlist Amazon, l’adozione a distanza di un nostro animale (trovate tutte le info nelle storie alla voce Sostienici).

La primavera è bellissima, ma è anche, per noi, la stagione più impegnativa: centinaia di nuovi nati arrivano al nostro Centro, e noi dobbiamo assicuragli le cure migliori. Per farlo, abbiamo bisogno anche di voi.

Da domani ci ritrovate al CRFS come ogni giorno, ma stasera se siete qui avete ancora tempo per farci un saluto e godervi uno splendido tramonto con noi a Floracult!

Ph.

22/04/2024

Villa Borghese come Central Park?

C’è una cosa che il più celebre parco di Roma e il cuore verde di New York hanno in comune: gli scoiattoli. Come siano arrivati questi piccoli roditori a Villa Borghese è però un mistero, anche data la scarsa presenza di questa specie nel nostro paese: c’è chi afferma che vi siano stati portati, e chi invece sostiene che in qualche modo ci siano arrivati da soli.

Quello che è chiaro, invece, sono i numeri dei nostri ricoveri: negli ultimi anni è sempre più frequente che il nostro ospedale accolga
sia adulti in difficoltà che cuccioli caduti accidentalmente dagli alberi nel parco romano.

Ma se è ormai facile, passeggiando per le ville di Roma, scorgere queste piccole frecce che si arrampicano e saltano tra gli alberi, per fortuna, a differenza dei loro cugini americani del Central Park, gli scoiattoli romani non sono così confidenti da arrivare ad avvicinarsi e mangiare dalle nostre mani. Questo è certamente un bene, perché, come vi ricordiamo spesso, dar da mangiare ad un animale selvatico è per lui più una penalizzazione che un aiuto.

Il cucciolo che vedete, trovato a terra con lievi ferite compatibili con un tentativo di predazione, è arrivato da noi da pochi giorni. Con lui sono già tre i piccoli scoiattoli in età di svezzamento arrivati questa primavera da Villa Borghese.

Il loro rilascio verrà fatto gradualmente, aprendo la voliera di ambientamento direttamente qui nella nostra struttura, che si trova all’interno della villa, e lasciandoli uscire: per questi piccoli, la strada per tornare in natura sarà davvero breve!

Ph.

15/04/2024

Vi ricordate di lei?

È l’oca arrivata nella nostra struttura a fine gennaio: avvistata ferita e sanguinante nel laghetto ornamentale di Villa Pamphilij, questo animale è stato protagonista di una vera e propria missione di salvataggio che, dopo svariati tentativi, è finalmente andata a buon fine.

Grazie all’ Associazione per Villa Pamphilj, ai veterinari della ASL e agli Agenti della Polizia Locale, oltre a tutti i cittadini che si sono interessati e resi disponibili, è arrivata nel nostro Centro, dove però purtroppo, le sue condizioni ci sono apparse subito gravi: con un’amputazione traumatica quasi totale del becco inferiore e una grave infezione alla base della lingua, non sembrava avere molte speranze.

Ma la sua straordinaria vitalità ha fatto la differenza: dopo i primi giorni, in cui si è reso necessario nutrirla attraverso un sondino, l’infezione è quasi completamente guarita, la lingua si è sgonfiata ed ha ricominciato a muoversi, tanto che ha ripreso a mangiare autonomamente.

Oggi, dopo una lunga riabilitazione, finalmente la nostra oca si è rimessa del tutto ed è approdata nella sua nuova casa, la “Grande Oasi” di Mazzano Romano, il rifugio dell’Associazione AIDA & A Odv, operativa dal 2000 in difesa degli animali.

Buona vita a lei e grazie a tutti coloro che hanno preso parte a questa storia, e che hanno contribuito a questo lieto fine!

Ph. Ester Gianfelici

11/04/2024

Quali strategie mette in campo la natura per assicurare la sopravvivenza di una specie? E quanto siamo in grado noi di comprenderne le logiche?

Siamo agli inizi della stagione riproduttiva: da ora in avanti ogni animale si impegnerà nel compito di assicurarsi la propria discendenza, attraverso un percorso affinato nel corso dell’evoluzione.
Per noi umani, a volte, questo percorso può seguire ragioni imperscrutabili, e il nostro desiderio di interve**re, per “salvare un cucciolo”, può interferire con i processi naturali.

È quello che è successo a questo piccolo merlo: prelevato erroneamente da chi credeva, in buona fede, che avessero bisogno di aiuto.

La strategia di prosecuzione della specie dei merli prevede infatti di far uscire i piccoli dal nido prima ancora che sappiano volare o mangiare da soli: in questa fase, il genitore andrà a turno da tutti i suoi piccoli, nascosti in terra, per portargli da mangiare e per insegnargli a sopravvivere.

Si tratta della svolta decisiva della loro esistenza: quella in cui impareranno a cavarsela e diventeranno adulti, o quella in cui soccomberanno ai pericoli. Ma è questa la strada che la natura ha scelto per loro.

Se troviamo un giovane merlo a terra che riesce a stare in piedi e a camminare ma non sa ancora volare, non ci allarmiamo: sta semplicemente seguendo il suo percorso. L’unico aiuto che possiamo dare, nel caso si trovi in una posizione problematica (ad es. in mezzo alla strada), è spostarlo nel raggio di 30-40 mt trovandogli un nascondiglio, ma tenendo presente che non esiste un posto davvero “sicuro” dove metterlo.

Nessuno ci potrà garantire che per lui andrà tutto bene, perché in natura non esistono garanzie. Di una cosa, però, possiamo essere certi: lasciare il piccolo al suo genitore, facendogli seguire il cammino naturale, è la cosa più giusta da fare.

Ph.

Photos from CRFS Lipu Roma's post 06/04/2024

Avete mai sentito parlare del latte di piccione?

No, non siamo impazziti, sappiamo benissimo che i piccioni non “allattano”, nel vero senso della parola. Producono però un liquido caseoso ricco di sostanze nutritive, che si forma nel gozzo dei genitori e che viene rigurgitato in quello dei pulli, per alimentarli nei primi giorni di vita.

Proprio per questo, quando ricoveriamo piccoli di questa specie, il processo di svezzamento risulta particolarmente complesso: il “latte di piccione” non è replicabile e possiamo solo cercare di restituire ai pulli le sostanze necessarie alla loro crescita attraverso prodotti artificiali.

Se vi imbattete in una di queste piccole creature ricoperte di piumino giallo fuori dal nido, portatecela immediatamente perché, lontano dai genitori, non avrebbe alcuna chance di sopravvivenza. Ma se sul vostro balcone o terrazzo si installa una coppia che cresce la propria nidiata, ricordate che questa specie, nonostante gli inconvenienti che può provocare a noi umani quando nidifica nei nostri spazi, è protetta dalla legge: andrà dunque atteso l’involo dei piccoli, per procedere alla rimozione del nido.

Andate nelle nostre storie per scoprire quali sono i deterrenti da utilizzare prima della nidificazione, per evitare problemi di convivenza. E ricordate che il nostro ospedale ha bisogno, in questa stagione più che mai, del vostro sostegno: adottate un nido per aiutarci a nutrire e curare questi ed altri piccoli. Le info sono nelle storie!

Ph.

31/03/2024

No, non è il coniglietto pasquale.

Quello che vedete in foto, in realtà, è un cucciolo di lepre, che si distingue dal coniglio selvatico sia per la corporatura - quella della lepre adulta è grande e snella, mentre il coniglio è più piccolo e
tozzo - che per le orecchie, più lunghe nella lepre.

Ma c’è una cosa che queste due specie hanno in comune: sono irresistibili. E provocano negli esseri umani un desiderio istintivo di accudirli e accarezzarli.

Sappiate, però, che a questi cuccioli le nostre attenzioni non piacciono affatto e, sebbene somiglino tanto ai nostri peluche, dobbiamo averne rispetto, senza invaderli con le nostre premure, al pari di tutti gli altri animali selvatici. Inoltre, imbattendosi in uno di loro, dobbiamo domandarci se davvero ha bisogno di essere “salvato”. O se non se la stia, piuttosto, cavando benissimo da solo.

Le strategie riproduttive della lepre, in questo senso, possono indurci in confusione: a differenza dei conigli, infatti, i cuccioli di lepre nascono già ricoperti di pelo e con gli occhi aperti, e dopo poche ore dalla nascita sono in grado di muoversi agilmente. Questo permette loro di disperdersi nell’erba, allontanandosi dal rifugio del genitore dove sarebbero troppo esposti. Un’altra differenza tra coniglio e lepre, infatti, è che mentre il primo scava tane, la seconda si nasconde nella folta vegetazione rimanendo immobile e puntando sul mimetismo in caso di pericolo.

I cuccioli, quindi, già dal primo giorno di vita saranno da soli nel loro nascondiglio, e il genitore andrà a turno da loro solo per allattarli. Questo comportamento, molto lontano dal nostro modo di gestire le cure parentali, può portarci a pensare che il cucciolo sia abbandonato.

Dunque, se ci imbattiamo in un cucciolo nascosto apparentemente in buona salute, allontaniamoci il prima possibile evitando di toccarlo, perché inevitabilmente gli lasceremmo addosso il nostro odore mettendolo in pericolo. Diverso è il caso in cui il cucciolo viene rinvenuto ferito: va ovviamente soccorso e portato il prima possibile nel centro recupero più vicino.

A questo leprotto prelevato per errore purtroppo toccherà passare la Pasqua con noi, ma speriamo di poterlo restituire al più presto alla sua casa: la natura.

Ph.

27/03/2024

I cardellini conoscono il Codice Civile? 
No. Ma se lo conoscessero, è probabile che avrebbero qualcosa da dissentire.

Per la legge italiana (art. 812 CC), infatti, l’animale è un mero oggetto, associato ai beni mobili, e privo di soggettività giuridica. Questa lettura – obsoleta e in contrasto non solo con la scienza e la sensibilità comune, che riconosce gli animali come esseri senzienti, ma anche con le fonti del diritto internazionale e con l’orientamento della nostra giurisprudenza – ha moltissime ricadute nella vita degli animali. 
Anche in quella di questi cardellini.
 
Una particolare ricaduta, che forse non vi aspettate, colpisce infatti alcuni degli ospiti della nostra struttura: quelli “oggetto”, appunto, di sequestro.
 
I cardellini che vedete, insieme a un nutrito gruppo di loro simili, sono arrivati in seguito a un sequestro giudiziario perché illegalmente detenuti: catturati per essere rivenduti ai collezionisti o per esseri usati come richiami vivi, sono stati fortunatamente liberati dalle forze dell’ordine e portati nel nostro Centro. 
 
Qui, però, restano in attesa di giudizio. E non perché siano imputati di qualcosa, ma perché la legge li considera “corpi del reato”, liberi di tornare in natura solo quando il giudice ne disporrà la confisca definitiva ai loro carcerieri. 
 
In attesa che questo avvenga, speriamo prima possibile, noi dedichiamo le nostre energie a prenderci cura di loro e la nostra gratitudine alle forze dell’ordine, sia per l’operazione di salvataggio che per lo sforzo costante nell’accorciare i tempi dell’iter dei sequestri, tutelando la salute animale. 
 
Quanto ai cardellini, non sappiamo cosa pensino del Codice Civile, ma sappiamo che loro, di sicuro, sono innocenti, e non meritano di restare dietro le sbarre di una gabbia. 

Ph.

Photos from CRFS Lipu Roma's post 12/03/2024

Quando si tratta di difendere il nido, anche gli uccellini più piccoli diventano eroi.

È il caso del fringuello, il più comune uc***lo europeo, che nidifica dal mediterraneo alle zone boreali adattandosi a diversi ecosistemi, ovunque ci siano cespugli e alberi.

Se in inverno è gregario e preferisce spostarsi in gruppo anche con altre specie di fringillidi come verdoni e lucherini, durante la stagione riproduttiva difende coraggiosamente il proprio spazio.

Se i maschi hanno colori che vanno dall’azzurro in testa, al verde del groppone per finire al rosa del petto, le femmine come quella che vedete in foto, decisamente meno appariscenti, con il loro comportamento peculiare hanno però ispirato il nome stesso della specie: Fringilla coelebs.

Caelebs deriva infatti dal latino e significa “celibe”, in quanto Linneo notò che le femmine della popolazione svedese tendevano a migrare a sud alla fine dell’autunno, lasciando i maschi da soli ad affrontare i rigori dell’inverno.

Questa femmina, che ha trascorso l’inverno in ambiente urbano, è stata purtroppo vittima di un impatto che le ha procurato un trauma all’ala. Ma si sta rapidamente rimettendo ed è quasi pronta ad affrontare la stagione dell’accoppiamento e a difendere fieramente la prole.

Ph.

Photos from CRFS Lipu Roma's post 04/03/2024

Abbiamo molti motivi per rallegrarci della fine della stagione venatoria: uno di questi è che, quando arriva finalmente il momento di deporre le armi, viene anche il tempo di restituire la libertà a chi è stato colpito.

Questa poiana, ferita dai bracconieri lo scorso novembre, ha trascorso da noi i mesi necessari alla riabilitazione e ora è pronta a riconquistare il cielo.

Queste sono le liberazioni che amiamo di più, e che più ci piace condividere con voi: in questo volo c’è il riscatto di un animale che l’uomo non è riuscito ad abbattere. E nelle nostre mani che lo hanno curato e che lo restituiscono alla natura, nella cornice dell’ Oasi LIPU Castel di Guido, c’è la speranza che possa riprendersi tutto ciò che è suo.

📷 Ginevra Lonardo

Photos from CRFS Lipu Roma's post 22/02/2024

Ci sono “pazienti” che arrivano da noi con dei traumi importanti, e hanno una degenza più lunga degli altri.

Questo significa trascorrere molto tempo chiusi in un box, esperienza che non solo è di per sé stressante per l’animale, ma può creare, negli uccelli, problemi aggiuntivi al piumaggio o lesioni da detenzione.

Ecco perché, in casi come quello di questo gheppio, sono necessarie molte cautele e un accurato check up - misurazione, peso, controllo del piumaggio - prima di trasferire l’animale in una voliera esterna.

Qui, l’animale tornerà finalmente a sb****re le ali e a risperimentare il volo dopo molto tempo, alleviando finalmente lo stress e velocizzando i propri tempi di recupero.

Possiamo solo immaginare il senso di liberazione che ritrovare l’aria possa dargli. E possiamo continuare a seguire scrupolosamente gli ultimi passi del suo viaggio di guarigione, in attesa di restituirgli finalmente la libertà.

Ph.

Photos from CRFS Lipu Roma's post 19/02/2024

Se per caso vi sembra di averla già vista, no, non vi state sbagliando.

Vi ricordate la nostra giovane cicogna, trovata in un’area agricola nei pressi di Latina con il piumaggio imbrattato di una sostanza oleosa simile ai derivati degli idrocarburi?

Ripulirla non è stato facile: forse ricorderete anche il bagno che le abbiamo fatto per eliminare i residui. Purtroppo le penne del petto e del ventre erano molto rovinate, quindi la sua convalescenza non è ancora finita. Sarà necessario aspettare ancora un po’ perché recuperi una migliore condizione delle penne, indispensabile per una termoregolazione efficiente.

Per ora sta riacquistando le forze in attesa che le temperature salgano ancora un po’ e che venga spostata in una voliera esterna. E nel frattempo, si sgranchisce quotidianamente le lunghe zampe e le maestose ali in una delle nostre stanze di degenza. Vi terremo aggiornati sui suoi prossimi passi!

Ph.

14/02/2024

L’amore ha molte forme, e noi le accogliamo e rispettiamo tutte. Quella a cui abbiamo deciso di dedicarci attraverso il nostro lavoro è prenderci cura degli animali selvatici: medicarli, riabilitarli, rispettarli, liberarli è la nostra missione, che cerchiamo di portare avanti con tutto l’impegno di cui siamo capaci.

È solo grazie alla dedizione di un piccolo staff e alla passione di un gruppo di volontari che il CRFS Lipu riesce nell’impossibile: ricoverare ogni anno circa 8000 animali feriti, garantendo a ciascuno di loro cure e sostentamento.

Ma anche il vostro aiuto è indispensabile. Il Centro conta sulle donazioni per riuscire a rispondere a tutte le innumerevoli esigenze dei nostri ospiti: cibo specifico, medicine, attrezzature adeguate per la degenza. Abbiamo bisogno di voi. Gli animali che amiamo hanno bisogno di voi.

Per questo, in occasione di San Valentino, è tornata la nostra campagna di adozioni a distanza: un piccolo ma concreto gesto d’amore per supportare gli animali ricoverati nel nostro ospedale.

Nella nostre storie scoprite come adottare un animale a distanza, o regalare un’adozione a chi amate: scegliete un animale di una delle specie presenti nel nostro account Instagram (ce ne sono tantissimi!), cliccate sul link Dona.Lipu, selezionate un importo di 20 euro e scrivete nella causale “adozione *ANIMALE SCELTO* Crfs Lipu Roma”.
�Ogni adottante riceverà un certificato di adozione digitale dell’animale e immagini e aggiornamenti sulle sue condizioni di salute e/o sulla sua liberazione.

Fate come noi: innamoratevi della natura ❤️

Ph.

13/02/2024

Se vi state domandando se questi due anatre appartengano a una specie selvatica autoctona, vi togliamo subito il dubbio: no.

Spesso, infatti, ci capita di ricoverare animali che non sono parte della fauna selvatica italiana, ma che vengono ritrovati in libertà perché fuggiti o liberati da chi li deteneva.

Queste due anatre mute sono la forma domestica di un’anatra selvatica del Sud America, introdotta in Italia per allevamenti a scopo alimentare. La forma domestica è più grande della selvatica e spesso ha particolari colori del piumaggio che differiscono di molto dal suo lontano antenato.

Le nostre due ospiti sono state trovate ferite in un laghetto urbano. Molto spesso, purtroppo, si cede alla tentazione di acquistare piccoli anatroccoli che, una volta cresciuti, non sono più gestibili in casa. Si pensa quindi che la soluzione più semplice sia liberarli nei laghi urbani ma, oltre alla difficoltà di ambientamento e di procacciamento del cibo che ha un animale domestico rilasciato in natura, c’è anche da considerare che le anatre sono estremamente territoriali: la presenza di intrusi in uno stagno può essere accolta molto male, dando luogo a attacchi anche mortali.

Ricordatevi che abbandonare un animale non solo è un gesto crudele, ma è anche un reato penale. Introdurre specie non autoctone nell’ambiente naturale inoltre è illegale, ed è una leggerezza che può compromettere un intero ecosistema.

Ph.

Photos from CRFS Lipu Roma's post 11/02/2024

La stagione venatoria si è da poco conclusa, ma noi dobbiamo ancora fare i conti con i suoi strascichi , a breve e a lungo termine.

Questo giovane maschio di falco pellegrino trovato a Fiumicino impallinato è una delle ultime vittime dei bracconieri. Lui ha buone possibilità di cavarsela , ma ci sono altri problemi da affrontare: le gravi violazioni della Direttiva Uccelli che hanno caratterizzato la scorsa stagione venatoria, esponendo l’Italia a una procedura di infrazione comunitaria.

Tra di esse, la caccia indiscriminata ai danni di 20 specie in cattivo stato di conservazione, l’abbattimento degli uccelli durante la migrazione preriproduttiva, che per molte specie comincia già nel mese di gennaio. Ma anche l’elusione del divieto europeo di utilizzo delle munizioni al piombo nelle zone umide e, soprattutto, il bracconaggio, che continua a rappresentare una piaga, con innumerevoli casi di uccisioni illegali di specie anche superprotette, proprio come questo pellegrino.

Il nostro falco forse tornerà a volare, ma l’eredità pesante di questa stagione di caccia sarà complessa da elaborare e andrà affrontata anche e soprattutto nelle sedi della politica, perché si apra una valutazione seria su come mettere finalmente in regola la normativa italiana sulla tutela di uccelli e fauna selvatica e la sua corretta applicazione pratica.

Ph.

Photos from CRFS Lipu Roma's post 06/02/2024

Mettetevi comodi, perché questa è una lunga storia. Ma vale la pena leggerla, perché vi piacerà il finale.

Circa due settimane fa a Villa Pamphilij, Roma, un’oca del laghetto ornamentale è stata avvistata ferita e sanguinante, probabilmente a causa dell’aggressione da parte di un cane lasciato libero.

In tantissimi si sono preoccupati del suo destino: ma per prestare soccorso all’animale bisognava catturarlo, e l’impresa non si presentava facile. Nonostante le lesioni, l’oca era infatti ancora nel pieno delle forze, pronta a rifugiarsi in acqua, fuori dalla portata dei soccorritori, a ogni tentativo.

Ci sono voluti cinque giorni e una squadra molto motivata un per riuscire a prenderla: grazie all’ (in particolare a , che ha coordinato le operazioni), ai veterinari della ASL e agli Agenti della Polizia Locale, oltre a tutti i cittadini che si sono interessati e resi disponibili, finalmente l’animale, ormai debilitato, è arrivato nel nostro Centro.

Purtroppo, le sue condizioni ci sono apparse subito gravi: con un’amputazione traumatica quasi totale del becco inferiore e una grave infezione alla base della lingua, le lesioni non sembravano lasciare speranze. Ma la sua vitalità, - e la natura domestica di un animale che ha vissuto tutta la vita a contatto con gli uomini, quindi è meno stressato dei nostri abituali ospiti dalla nostra presenza e dalle nostre cure - ci ha convinti che non era ancora il momento di arrendersi.

Bisognava valutare quanto l’oca potesse riuscire ad alimentarsi autonomamente nonostante la menomazione. I primi giorni sono stati difficili: dovevamo curare l’infezione e nel frattempo nutrirla attraverso un sondino, approccio invasivo ma necessario.

Alla fine, però, i nostri sforzi e la resilienza di questo animale sfortunato ma coraggioso sono stati premiati: l’infezione è quasi completamente guarita, la lingua si è sgonfiata ed ha ricominciato a muoversi, tanto che, da qualche giorno, riesce a mangiare il cibo sul pelo dell’acqua.

La strada per lei è ancora lunga, ma per ora abbiamo una certezza: la nostra oca avrà la sua seconda possibilità.

Ph.

27/01/2024

Nell’ultima settimana, nel nostro Centro, sono arrivati ben tre esemplari di volpe traumatizzati da incidenti d’auto.

Dietro questo straordinario afflusso, c’è una realtà di fondo: come tutti gli animali selvatici che trovano vantaggi alimentari e riproduttivi nell’ambiente urbano, le volpi popolano la nostra città da ormai diversi decenni e si sono diffuse in tutte le zone, compreso il centro di Roma.

Ma se la città offre risorse, presenta anche moltissimi rischi, ed è purtroppo molto frequente che le volpi restino vittime delle auto.

Trattarle non è facile: sebbene la nostra missione sia curarle, l’approccio terapeutico deve rispettare i confini di una relazione etica tra uomo e fauna selvatica. Come esseri umani e come care givers, dobbiamo sempre domandarci quando è il momento di fare un passo indietro.

Trattamenti eccessivamente invasivi o medicazioni quotidiane sottoporrebbero questi mammiferi a uno stress eccessivo, o li esporrebbero in alcuni casi a comportamenti istintivi di autolesionismo.

Per questo valutiamo con grande cautela i percorsi da intraprendere: ogni possibilità di cura viene messa al vaglio, ma è anche necessario sapersi fermare quando interve**re si tradurrebbe in un accanimento terapeutico o quando non possiamo offrire all’animale una qualità di vita sostenibile e compatibile con la sua natura selvatica.

In foto, una delle nostre ultime ricoverate, sottoposta a tutti gli accertamenti necessari per valutare al meglio l’intervento sulle fratture riportate. Come sempre, cercheremo di fare tutto il possibile!

Ph.

Photos from CRFS Lipu Roma's post 11/01/2024

Il cambiamento delle rotte migratorie causato dalla crisi climatica ormai non ci sorprende più: negli ultimi anni abbiamo visto variare i tempi e le mappe delle migrazioni di moltissime specie.
Che l’inizio del 2024 portasse qui da noi un ospite così speciale, però, non ce lo aspettavamo proprio.

Tra gli uccelli più rari da avvistare dalle nostre parti, questa giovane cicogna nera, a quest’ora, dovrebbe trovarsi molto più a sud. Non sappiamo, però, se questo esemplare sia rimasta vittima del surriscaldamento globale o di qualcos’altro: ci resta infatti il dubbio che quella di non partire non sia stata una sua decisione.

Il giovane è stato trovato, con il piumaggio imbrattato di una sostanza oleosa simile ai derivati degli idrocarburi, sul bordo di un canaletto in un’area agricola nei pressi di Sezze (LT).

Segnalato da e prontamente portato nel nostro centro da Giuseppe Di Lieto , biologo dell’ Oasi Lipu di Pantanello, l’animale è stato sottoposto a tutti gli accertamenti del caso, dai quali sono emerse vecchie microfratture sui carpi con la presenza di un pallino.

È probabile che questo incidente passato, pur non avendone compromesso la sopravvivenza, non gli abbia consentito di partire con i suoi simili.

Ma se è riuscito a sopravvivere all’incontro con un fucile da caccia, ora ha davanti a sé un’altra sfida: la sostanza che ha sul piumaggio, infatti, lo ha intossicato e debilitato. È stato quindi necessario stabilizzare l’animale prima di procedere con il lavaggio del piumaggio.

La nostra giovane cicogna è stata pulita, mangia con grande appetito e sta reagendo bene alle cure: la strada per il recupero è ancora lunga, ma siamo ottimisti!

Ph.

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Da vent’anni con passione

Il Centro Recupero Fauna Selvatica – LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) di Roma è il primo sportello cittadino a disposizione degli animali selvatici in difficoltà e di tutti coloro che desiderano dar loro una mano. Situato presso il Bioparco di Roma, nella splendida Villa Borghese, il Centro LIPU fornisce dal 1997, grazie all’Ufficio Diritti Animali del Comune di Roma, un imprescindibile contributo alla tutela della fauna selvatica, curando più di 5.000 animali l’anno e contribuendo alla diffusione di una cultura e di una sensibilità ambientali corrette.

Questa struttura LIPU è così diventata, in pochi anni, un vero e proprio punto di riferimento nazionale per il recupero della fauna selvatica e un servizio sempre più prezioso e necessario per chiunque ami e desideri proteggere la natura.

Tutelare la fauna selvatica ed informare, educare, promuovere una giusta coscienza ambientale: sono questi gli scopi del Centro Recupero Fauna Selvatica di Roma come di ogni altra struttura della LIPU.

A chi non è capitato, almeno una volta, di rinve**re un passero caduto dal nido, un rondone debilitato o planato per caso, un rapace caduto vittima di bracconieri, un riccio intossicato? Cosa fare in questi casi? Spesso la buona volontà nel raccogliere i nostri ‘amici’ sfortunati non è sufficiente. Inoltre, tentativi ‘veterinari’ estemporanei possono essere inefficaci o addirittura deleteri.

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Naturalmente volontari

Indirizzo


Via Ulisse Aldrovandi, 2
Rome
00197

Orario di apertura

Lunedì 09:30 - 17:30
Martedì 09:30 - 17:30
Mercoledì 09:30 - 17:30
Giovedì 09:30 - 17:30
Venerdì 09:30 - 17:30
Sabato 09:30 - 17:30
Domenica 09:30 - 17:30

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