Museo Civico di Zoologia

Fondato nel 1932 il Museo di Zoologia possiede un patrimonio di ca. 5 milioni di esemplari conservati

Fondato nel 1932, il Museo Civico di Zoologia possiede un patrimonio di circa 5 milioni di esemplari conservati, che vanno dalle conchiglie di Molluschi di pochi millimetri alla balenottera di 16 metri. Tali collezioni derivano in parte da una convenzione con l’allora Regia Università di Roma (oggi “La Sapienza”) che raccoglievano anche le prestigiose raccolte dell’Archiginnasio Pontificio, in par

17/07/2024

Genere Phoenicopterus, famiglia Phoenicopteridae, ordine Phoenicopteriformes, non siamo certi che sia ufficialmente uno scioglilingua, ma certamente stiamo per parlare di fenicotteri!

Non vi racconteremo di come le loro piume diventano rosa in base all’alimentazione, bensì della loro vita sociale. Si tratta di animali che vivono in colonie e quando si formano le coppie, queste tendono ad essere stabili. Dopo la deposizione delle uova, le femmine, che hanno impiegato energie non indifferenti, solitamente riposano o vanno alla ricerca di cibo, mentre il maschio rimane a difesa del nido e si prende cura dell’uovo o dei piccoli.

Può accadere però che a volte, indipendentemente dal sesso, uno dei genitori o entrambi, abbandonino il nido, ma i fenicotteri non si perdono in formalità! Si formano, se non sono già presenti, coppie dello stesso sesso in cui i due animali organizzano i propri compiti per prendersi cura della prole abbandonata e talvolta i genitori adottivi possono essere anche più di due.

Questo tipo di atteggiamento, è stato osservato in tanti altri animali e permette agli animali di assicurarsi un più alto successo riproduttivo e talvolta permette agli individui più giovani di far pratica nella vita da futuri genitori!

Photos from Museo Civico di Zoologia's post 15/07/2024

“Ma che corna sono quelle?”
“Ma quali corna, vorresti dire le mie mandibole?”

Questo potrebbe essere uno scambio di battute tra due coleotteri come uno Scarabeidae (armato di notevoli corna) ed un Lucanidae (dotato di grosse mandibole). Ma come è possibile che in varie famiglie di coleotteri si siano selezionate delle strutture così esagerate e qual è la loro funzione?

All’interno dell’ordine dei coleotteri esistono tanti esempi di strutture, mandibole o “corna” (poste normalmente sul torace o sul capo) di dimensioni a volte eccessive e poco pratiche nella vita di tutti giorni del coleottero adulto.
È noto che queste “armi da combattimento” servono ai maschi per affrontarsi, allontanare i rivali (scaraventando via gli intrusi dal ramo o dalla zona occupata) per conquistare territorio e aumentare così le proprie possibilità di accoppiarsi. Invece sono alquanto inutili come armi difensive contro i predatori, e l’investimento energetico necessario per il loro sviluppo sarebbe di gran lunga sconveniente.

La grandezza di queste “corna” è stata però selezionata positivamente dall’evoluzione, in quanto si è osservato che, maggiori sono le dimensioni di queste strutture, maggiori sono effettivamente le possibilità per un individuo di accoppiarsi con una compagna. Pertanto, per quanto siano strutture ingombranti, un carattere che migliori la fitness riproduttiva è un carattere vincente che verrà tramandato alla prole.

Non bisogna inoltre dimenticare che la durata della fase adulta di questi animali è di norma molto inferiore a quella della fase larvale, quando questi insetti, ancora privi di corna o mandibole ingombranti, si dedicano esclusivamente ad accumulare nutrienti che saranno poi necessari per la metamorfosi.

11/07/2024

Ulisse oggi ci insegna che lasciarsi addomesticare, a volte, non ha il risvolto romantico che raccontava Saint-Exupery nel “Il piccolo principe”. Il più delle volte si nutrono gli animali selvatici con tutte le buone intenzioni, ma, non sapendolo, si contribuisce a far loro un grosso danno.

Abituandoli alla presenza positiva dell’uomo, che, come ben sappiamo spesso non è affatto positiva, rischiamo di farli ritrovare accidentalmente in situazioni di pericolo. In più, attirando gli animali con il cibo verso spazi fortemente antropici, il rischio di incidenti tra la fauna selvatica e gli esseri umani aumenta esponenzialmente, senza considerare poi la possibilità di proliferazione di zoonosi. Inoltre, va considerato che il più delle volte si lascia a loro disposizione alimenti inadatti alla loro dieta, causando così l’insorgere di problemi di malnutrizione, talvolta anche molto gravi.

Ma possiamo fare comunque qualcosa per i nostri amici animali? Assolutamente sì...si può scegliere chi aiutare. Ad esempio, lasciando granaglie e acqua, in un luogo discreto, lontano dalla nostra presenza e da quella dei felini domestici, si va in aiuto dei piccoli passeriformi, in particolare delle specie migratrici come le cince. Oppure, nel caso in cui ci si imbatta in un animale selvatico con evidenti problemi di salute, non bisogna improvvisarsi veterinari, bensì portarlo il prima possibile in un CRAS (Centro di Recupero per Animali Selvatici). Ognuno di noi con un po’ di consapevolezza può fare la propria parte!

09/07/2024

Ci avete fatto caso? Qualche tempo fa vi abbiamo teso un piccolo tranello!
Era la Giornata Mondiale del Tonno e la nostra illustratrice ha omesso un piccolo ma fondamentale particolare: al tonno rosso mancavano completamente le pinnette stabilizzatrici, dette anche pinnule!

Si tratta di elementi caratteristici degli scombridi, una famiglia di pesci comprendenti specie pelagiche endoterme (a sangue caldo), capaci di raggiungere anche gli 80 km/h.
Per raggiungere questo scopo un corpo estremamente muscoloso e perfettamente idrodinamico non basta.
Il nuoto del tonno sfrutta la portanza, una spinta data dall’acqua stessa che scorre sul corpo del pesce (esattamente come se fosse un aereo, ma in acqua). Per poter usare la portanza però, l’animale deve essere molto veloce e il corpo del tonno è progettato appositamente per questo: la massa muscolare è massimizzata e ha la forma di lunghi tubi concentrici, i cui tendini sono collegati tutti alla coda del pesce, che è l’unica parte del corpo che induce il movimento. Mentre le pinne laterali fungono da timone e quelle dorsali, pelviche e anali “tagliano” l’acqua, alle pinnule spetta un compito di precisione.
Piccole e prive di raggi, sono collegate singolarmente a delle fibre muscolari in modo che il tonno possa dirigerle come necessario. La loro funzione infatti è quella di reindirizzare e modulare i flussi trasversali che scorrono sul corpo del tonno, riducendo la vorticosità dell’acqua e trasformando il flusso incidente sulla coda, agevolando i movimenti e permettendo al pesce di risparmiare energia e di compiere manovre assolutamente precise.
Come si dice? Spesso sono i dettagli a fare la differenza!

05/07/2024

Il polpo gigante del Pacifico con una lunghezza che varia tra i 3 ai 6 metri e con un peso che può arrivare anche a 50 chilogrammi è senza dubbio la specie di polpo più grande del mondo. Il suo areale di distribuzione è localizzato nel Pacifico del Nord, tra il Giappone, le isole Aleutine e la California del Sud.
Lo si può trovare sui fondali, dove striscia utilizzando le ventose dei suoi tentacoli insinuandosi in grotte, sotto i ciottoli o tra le fessure per proteggersi dai predatori come foche, lontre marine e squali e, nel caso il suo nascondiglio non fosse sufficiente, può spruzzare inchiostro sul predatore al fine di disorientarlo.
Si nutre principalmente di granchi e aragoste ma anche di gamberetti, stelle marine e alcuni pesci. Quando cattura una preda la afferra saldamente con i tentacoli e la squarcia con il grosso becco per poi iniettare la sua saliva per sciogliere il tessuto connettivo.
Il suo modo di riprodursi e le cure parentali delle femmine sono alquanto interessanti: il maschio depone le spermatofore, pacchetti di liquido seminale, nella cavità palleale della femmina con un apposito braccio. Questa depone le uova fecondate in una grotta sicura, dove rimane a sorvegliarle meticolosamente e, a volte, le strofina per mantenerle libere dai parassiti. Alla schiusa delle uova la scena che ne consegue è tanto dolce quanto malinconica: la madre soffia i piccoli fuori dalla grotta e li accompagna fino alla superficie come per guidarli alla scoperta della vita, per poi morire poco dopo, in quanto, durante tutto questo periodo che può durare fino a 8 mesi, non si è mai nutrita.

Photos from Museo Civico di Zoologia's post 03/07/2024

Una tradizione ricca di suoni, colori ed emozioni, in un'atmosfera spesso di festa, accompagna la fine dell'anno ed altri eventi come la festa di San Pietro e Paolo a Roma o in questi giorni in Spagna a Tarragona dove si tiene il concorso internazionale di fuochi d’Artificio.
I fuochi d'artificio, che ammiriamo da spiagge, campagne e città, non sono accolti allo stesso modo anche da altri abitanti degli stessi ambienti. Queste esplosioni colorate ed i forti rumori improvvisi infatti comportano per i nostri animali domestici e per la fauna selvatica un grave pericolo.
Molti uccelli ad esempio al suono dei botti inaspettati lasciano i loro rifugi notturni fuggendo in tutte le direzioni. Uno studio effettuato con dei radar in Olanda mostra come allo scattare della mezzanotte migliaia di uccelli si alzino in volo e fuggano in ogni direzione volando anche per un'ora disperdendosi e spesso anche scontrandosi con gli edifici. Un caso famoso è quello del 2011 in Arkansas dove in una notte sono morti 5000 itteri alirosse (Agelaius phoeniceus).
Quest'anno vi invitiamo a vivere questi momenti con dei festeggiamenti più rispettosi e meno impattanti per gli altri animali che ci circondano.

01/07/2024

Le api solitarie… Ulisse le adora!
Sapevate che la superfamiglia Apoidea raggruppa più di 29 mila specie di insetti?

E fra queste 29 mila, non ci sono solo api solitarie, come la Xylocopa violacea (l’ape legnaiola, appunto) o sociali, come la famosissima Apis mellifera; solo sulla base del comportamento sociale, fra gli apoidei si distinguono ben sette gruppi diversi! Scopriamoli velocemente insieme:
Api solitarie → le femmine, dopo essere state fecondate, lasciano le uova nei nidi (generalmente cavità del legno, del suolo o cellette costruite da loro, insieme a provviste per la futura larva, che si svilupperà in tutta autonomia.
Api comunitarie → c’è un nido comune, più femmine vivono insieme, ma ognuna pensa alle proprie larve.
Api quasi sociali → le femmine partecipano tutte alla costruzione del nido e all’allevamento di tutte le larve, senza che ci siano ruoli predefiniti.
Api semi-sociali → anche qui partecipano tutte insieme, allo sviluppo e alla cura dell’alveare, ma esistono due caste sociali, le femmine fecondate e le operaie sterili.
Api sociali → nel nido si sovrappongono più generazioni, e il lavoro è ben spartito a seconda della casta in cui si ritrovano i diversi esemplari.

Mica facile essere un’ape!

28/06/2024

Corpo nerissimo, petto candido, le grandi chiazze bianche ridotte a delle sottili strie che corrono dagli occhi fierissimi al grande becco, nero anch’esso, ma con le striature sempre ben evidenti; Il corpo piccolo e pingue avvolto in due ali muscolose, le cui remigranti appuntite sono ben sviluppate da permettergli di volare!

L’Alca torda, conosciuta anche come gazza di mare, è il parente vivente geneticamente più affine dell’Alca impenne, ormai estinta, e, sebbene sia in grado di volare, è un’abilissima nuotatrice alla pari della sua sorella estinta. La gazza di mare, come tutti gli alcidi, si nutre infatti di pesci e piccoli crostacei, immergendosi dal pelo dell’acqua fino a profondità medie di circa 10 m, ma nel caso, ne avesse bisogno, può toccare i 120 m di profondità! Le potenti ali infatti non sono usate solo nel volo, ma anche nel nuoto, permettendo all’uc***lo virate strette e velocissime che possono essere davvero utili per inseguire le prede o per evitare di essere predati durante la frenesia di una mangianza.

Questi straordinari animali oggi non vengono cacciati, ma le loro popolazioni purtroppo sono in calo, come quelle della Bretagna considerate addirittura a rischio critico di conservazione. Tra le cause troviamo l’inquinamento da petrolio che danneggia i siti riproduttivi e la pesca industriale, che, oltre a diminuire drasticamente la quantità di risorse alimentari, tramite le reti, provoca la cattura accidentale degli uccelli mentre questi stanno nuotando, annegandoli.

Nel 2022 però, per la prima volta dopo 94 anni, è stata avvistata l’Alca torda sulle coste di Napoli. Forse un’Alca, emh, una rondine non farà primavera, ma abbiamo modi e mezzi per far sì che il passato non si ripeta e per continuare ad ammirare il meraviglioso nuoto di questi uccelli!

Photos from Museo Civico di Zoologia's post 18/06/2024

Si può dire che un animale tossico è velenoso? Ed è vero anche il contrario? Facciamo un po' di chiarezza su queste due parole che spesso vengono usate erroneamente come sinonimi. Nel mondo animale infatti, “tossico” e “velenoso” sono utili per distinguere la modalità con cui la sostanza nociva entra in contatto con il corpo della preda o del predatore.

Il termine velenoso (in inglese venomous) si riferisce ad un animale che inietta (tramite aculei, denti ecc..) il veleno, da lui stesso prodotto in delle ghiandole apposite, nel flusso sanguigno della preda o dell'aggressore.
Il termine tossico (in inglese poisonous) invece si associa ad un animale che, grazie alla sua dieta, produce o accumula tossine che rilascia se ingerito o toccato da un predatore.
Un animale velenoso potrebbe quindi essere una vipera o uno scorpione mentre un animale tossico invece un rospo o una salamandra.

Possono esistere animali che sono sia tossici che velenosi?? Certo che sì, basti pensare ad esempio al bellissimo serpente tigre (Notechis scutatus (Peters, 1861)).

14/06/2024

Le pinne pettorali delle mante sono ciò che da loro la propulsione nel nuoto e, in alcune specie, sono così grandi da sembrare delle vere e proprie ali.

E’ il caso della Manta birostris, o Manta gigante che con i suoi 7 metri di larghezza è la specie più grande del mondo di questa particolare famiglia di pesci. Questo animale, caratterizzato da una coda molto breve, è in grado, grazie alle sue enormi pinne pettorali triangolari, di spiccare grossi balzi fuori dall’acqua assomigliando in tutto e per tutto ad un grosso uc***lo, anche se solo per qualche spettacolare istante.

Il suo aspetto sinistro può trarre in inganno e per questo il suo nome comune è anche “Diavolo di mare”, tuttavia si tratta di un animale completamente innocuo che si nutre di plancton. La manta gigante è di indole pacifica e tranquilla, capace di improvvise accelerazioni a cui fa seguire i suoi grandi balzi fuori dall’acqua per sfuggire ai suoi predatori come gli squali.

Una sua peculiarità riguarda la sua cavità orale che, rispetto alle altre specie, è posizionata frontalmente. Questo le permette di nutrirsi continuamente mentre nuota, e in più possiede su ciascun lato della testa un ampio lobo che serve a indirizzare il cibo verso la bocca come fosse un imbuto e mentre l’acqua filtra dalle branchie le prede vengono trattenute dai rastrelli branchiali e infine ingoiate.

12/06/2024

In Nuova Zelanda, in un piccolo gruppo di isole, si trova un animale unico nel suo genere, il Tuatara.

Ultimo rappresentante vivente dei Rincocefali, un gruppo di rettili comparsi più di 200 milioni di anni, oggi il Tuatara viene suddiviso in due specie: lo Sphenodon punctatus, la specie più diffusa e famosa, e lo Sphenodon gunhteri, localizzata solo nell’isola di North Brother e scoperta recentemente grazie a studi genetici. Discendenti di una stirpe gloriosa, queste due specie sono considerate dei veri e propri fossili viventi.

I tuatara sono animali principalmente notturni e vivono per la maggior parte del tempo rintanati. In confronto agli altri rettili sopportano abbastanza bene le basse temperature , rimanendo attivi anche sotto i 10 gradi. Sono animali di piccole dimensioni che crescono lentamente fino ai 50-60 centimetri al massimo, e possono vivere anche oltre i 100 anni. Le femmine si accoppiano dopo i 20 anni e ci vogliono 2 anni prima che i piccoli nascano, visto che per 1 anno le uova si sviluppano nel corpo della madre e, dopo essere state deposte, passa un altro anno prima della schiusa.

A causa della cresta spinosa e dell’epidermide squamata e floscia, i tuatara appaiono simili alle iguane, ma dal punto di vista anatomico presentano delle differenze importanti; infatti nella parte posteriore del cranio i tuatara presentano due fenestrature, a differenza della maggior parte dei sauri che ne hanno solo una, e inoltre non possiedono nè timpano, né orecchio medio, né organo riproduttivo esterno.

Sono animali quasi esclusivamente insettivori, cibandosi prevalentemente di coleotteri e grilli che vengono attratti dai rifiuti che si accumulano presso le colonie di uccelli marini, nelle quali, a volte, i tuatara non disdegnano di rubare qualche uovo incustodito.

09/06/2024

A volte la coesistenza tra due specie diverse non è semplice, soprattutto quando si parla dell’Uomo e di un grande predatore come il Lupo. Il delicato equilibrio tra la tutela della natura e lo sviluppo umano rimarrà sempre un tema di cruciale importanza.

08/06/2024

Un corallo quando muore lascia uno scheletro calcareo che in poco tempo si sbianca. Quello che è un fenomeno naturale, sta però avvenendo in maniera massiva negli oceani a causa dell'acidificazione delle acque. È ora di intervenire!

07/06/2024

Gli animali non smettono di sorprenderci per la loro capacità di adattamento. Ma se vogliamo una vera armonia tra natura e uomo, è ora di ripensare le nostre città dando spazio a tutti i possibili “inquilini”, anche quelli che non ci aspetteremmo.

06/06/2024

L’obiettivo di preservare la vita, in ogni sua forma, assume una prospettiva nuova quando ci si trova davanti a specie estinte a causa dell’uomo. Per evitare che l’esempio dell’Alca impenne sia solo uno dei tanti, ognuno deve fare la sua parte.

05/06/2024

Le migliaia di specie conservate nei depositi del Museo Civico di Zoologia sono testimonianze preziose della biodiversità del passato. Un monito per quello che abbiamo perso e per quanto resta ancora da proteggere.

05/06/2024

Continua il ciclo di Conferenze dell'ARDE organizzate in collaborazione con il Museo Civico di Zoologia di Roma.
Appuntamento domani, giovedì 6 giugno alle ore 15.00 presso la Sala Conferenze del Museo.

Questa conferenza sarà la prima di una serie di incontri che andranno ad approfondire le numerose spedizioni di ricerca entomologica dell'ARDE in Italia e nel mondo.
Giorgio Narducci e Maurizio Gigli ci introdurranno alle numerose e periodiche ricerche svolte in nord Africa, con specifici approfondimenti sugli ambienti e gli aspetti entomologici studiati.

Anche questa volta sarà possibile partecipare da remoto connettendosi al link
https://meet.google.com/yei-pzqo-yis

Non mancate! 🐝🐞🦋🐜🪰🪳

04/06/2024

Chi riesce a leggere questi cartellini? A volte decifrare i dati scritti dai naturalisti del passato è un compito impossibile per l’occhio umano, ma non per una IA!
La tecnologia presto interpreterà anche questi “geroglifici”.

04/06/2024

Giovedì 6 giugno, alle ore 17.00, presso la Sala Conferenze del Museo di Zoologia si terrà il secondo Dialogo di Arte e Scienza, nell’ambito della mostra “Oltre lo spazio, oltre il tempo. Il sogno di Ulisse Aldrovandi”.

Nello studio del Cosmo, dalla Terra fino ai confini dell’Universo, gli scienziati e le scienziate incontrano quotidianamente oggetti misteriosi e inafferrabili, veri e propri "animali fantastici" che devono descrivere e studiare, applicando la stessa creatività che ha contraddistinto Ulisse Aldrovandi nel suo percorso di scienziato e artista.

In questo incontro, Alessandro Frigeri, geologo dell’INAF , e Sandro Bardelli cosmologo dell’INAF di Bologna, moderati dalla giornalista scientifica Livia Giacomini, mettono a confronto i propri "animali fantastici" e i diversi metodi per trovarli.

Attività e ingresso gratuito per tutti fino ad esaurimento posti disponibili, sia alla conferenza che alla mostra.
Prenotazione consigliata allo 060608 (tutti i giorni 9.00 - 19.00).

Non mancate!

03/06/2024

Dietro ogni esemplare esposto in un Museo di Zoologia si nasconde un lungo lavoro. Pelli, scheletri, conservazioni in alcol, animali tassidermizzati... ognuna di queste preparazioni necessita di expertise altamente specializzate.

03/06/2024

Il 3 giugno del 1844 si estingueva l’Alca impenne.

Siamo a conoscenza della data esatta non perché coincida con l’evento di un grande cataclisma, ma perché è stata la nostra stessa specie a commettere il delitto.

Il Pinguinus impennis era presente fin dall’epoca preistorica in tutta l’Europa (anche in Italia) e nel continente americano. Seppur membro dello stesso ordine dei gabbiani era sì un eccellente nuotatore, ma incapace di volare e non vivendo in luoghi particolarmente impervi, la maggior parte delle colonie vennero man mano distrutte dall’uomo.

Dal XVI secolo in poi la situazione peggiorò drasticamente. Le alche venivano intrappolate in recinti di roccia per mesi a morire di inedia, utilizzate come esche, spiumate, bollite vive, addirittura i loro corpi venivano utilizzati come combustibile in assenza di legname.

Gli esemplari divennero rapidamente più rari e questo non fece che accrescerne la richiesta: avere oggetti costruiti con piume o becchi di alca era segno di prestigio.

All’epoca non si parlava affatto di conservazione e, per quanto possa sembrare assurdo, la convinzione generale era che nessun essere vivente potesse scomparire per sempre. Tuttavia, nonostante il nostro sconcerto, le conoscenze e i metodi moderni di monitoraggio della fauna e di conservazione, anche oggi si ignora lo stato di conservazione di tantissime specie a rischio critico di estinzione, talvolta sovrasfruttate per comodo.

Ma la Grande Alca è simbolo del nostro Museo non a caso: continua a scrutarci, col suo portamento fiero e ci ricorda che per altri, diversi da lei, c’è ancora speranza e che siamo in grado di proteggere tanto quanto siamo in grado di distruggere.

Basta solo scegliere da che parte stare…

Photos from Museo Civico di Zoologia's post 28/05/2024

Tutti conosciamo i serpenti a sonagli ed immaginiamo come possa essere fatto il loro “sonaglio”, ma sappiamo davvero di cosa si tratta e come viene utilizzato?

Innanzitutto, stiamo parlando di una struttura chiamata crepitacolo, composta di cheratina (quindi la stessa sostanza di cui sono fatte le nostre unghie e capelli) comune a più di trenta specie di serpenti diffusi nelle Americhe.

Ma come si forma? E qual è la sua funzione?

Questa struttura è composta da vari segmenti multilobati costituiti da squame modificate che si incastrano l’una sull’altra... con ogni muta dell'esemplare si va ad aggiungere un segmento nuovo. Infatti, alla nascita l’animale avrà solo un abbozzo di sonaglio, sarà con le varie mute che andrà a formarsi un sonaglio vero e proprio.

A livello strutturale risulta cavo e il suono prodotto è frutto dello scontro tra un segmento ed un altro, che sono sì collegati, ma liberi di muoversi tra loro, e lo spazio vuoto all’interno funziona come camera di risonanza.

Il sonaglio quindi per diventare un segnale aposematico (di avvertimento della pericolosità) di tutto rispetto, ha bisogno di essere associato a tre forti muscoli della coda con cui il serpente riesce a scuoterlo fino a 50-100 volte al secondo!

Inoltre, l’intensità con cui viene prodotto il suono varia in base alla distanza dalla minaccia ed in base a quanto l’animale risulta grande ed attivo, quindi alla pericolosità potenziale dell’esemplare in questione… un'informazione piuttosto importante per i potenziali predatori che gli si trovano di fronte!

25/05/2024

Oggi ricorre la giornata mondiale dei pesci migratori.

Abbiamo già incontrato pesci la cui migrazione è finalizzata alla riproduzione, ma non è l’unico tipo di migrazione conosciuta.

Esiste la migrazione potamodroma (all’interno di acque dolci), quella oceanodroma (all’interno di acque salate) e la quella anfidroma (i pesci si muovono indifferentemente tra acque dolci e salate).

I pesci migratori sono tantissimi, alcuni dei quali con una notevole importanza economica, come gli scombridi.

Ma ad oggi, quello che dovrebbe interessarci di più sono i cosiddetti servizi ecologici: i migratori sono infatti componenti essenziali degli ecosistemi che visitano, poiché creano forti collegamenti tra habitat anche molto diversi e hanno un ruolo fondamentale nelle reti alimentari (come anguille e clupeidi, le “sardine”) che spesso sono molto complesse.

Eppure, nonostante la loro importanza, il 97% delle specie ittiche elencate nella Convenzione delle Specie Migratrici dell’ONU sono a rischio di estinzione, alcune in pericolo critico.

Dall’inizio dei monitoraggi (1970) ad oggi le popolazioni di pesci migratori osservati sono diminuite di oltre il 90% e le azioni volte a contrastare questi cali drastici sono irrisorie. Le cause sono l’overfishing, l’inquinamento e gli sbarramenti fisici che impediscono agli animali di spostarsi (e spesso di riprodursi).

Ma si vede una fioca luce di speranza in fondo al tunnel… e la portano fieramente due grosse sardine: la grande Alosa (Alosa alosa) che è tornata a nuotare nelle acque della Senna, a Parigi e la Cheppia (Alosa fallax), che risale i corsi d’acqua laziali e toscani.

Forse non tutto è ancora perduto.

23/05/2024

Ricordate l’emergenza del cervo? Ulisse ci ha detto che possiamo rassicurarvi… è tutto a posto. Ha solo perso il palco.

Possiamo quindi riprendere un momento il discorso iniziato qualche giorno fa su questa particolare struttura, interamente formata da tessuto osseo.

Nella formazione e nello sviluppo dei palchi è fondamentale la presenza di due ormoni: la somatotropina e il testosterone. Il primo che stimola la crescita del palco (la cui concentrazione è infatti maggiore nel sangue dei cervi in primavera) e il secondo che invece la inibisce.

Il palco è fondamentale per i cervidi durante il periodo degli accoppiamenti, ma decisamente d’intralcio durante la stagione fredda. Quindi, dopo qualche mese, il Re del bosco lascia cadere la sua corona, rimanendo libero da eventuali impigliamenti…

è ora che qualcuno vada a consolare quel povero animale!

20/05/2024

Cosa accomuna un rinoceronte e un cactus? Assolutamente nulla, sarebbe la prima risposta data osservando annoiati quella piccola piantina spinosa, comprata per pochi spiccioli in un momento di estro botanico.

Ma ecco! Le spine.

Soffermiamoci sulle spine del cactus, strutture formate da un nucleo di fibre circondato da cellule epidermiche sclerotizzate: sostanzialmente foglie o talvolta fusti modificati affinchè il tessuto nella parte superiore sia morto, mentre le cellule alla base rimangano vive e continuino ad accrescere questa straordinaria struttura.

Allo stesso modo il c***o del rinoceronte è formato in pratica da pelo modificato: numerosi filamenti di cheratina, prodotti su lunghe papille dermiche, sono agglutinati tutti insieme in un ammasso cheratinizzato. Si tratta quindi di una struttura totalmente differente dalle corna dei bovidi, che sono formate da una parte ossea centrale ricoperta solo da un sottile strato, di cheratina.

Esattamente come le spine dei cactus, i corni dei rinoceronti crescono, ma soprattutto ricrescono!

Questo permette la pratica salvavita, seppur controversa, del cosiddetto “dehorning” ovvero l’asportazione del c***o dei rinoceronti presenti nelle riserve che ne evita l’uccisione da parte dei bracconieri, e che in Sud Africa comporta in media 400 esemplari uccisi all’anno.

…quel povero cactus non rischierà certo di essere ucciso dai bracconieri, ma al netto di quanto abbiamo detto, un po’ d’acqua se l’è proprio meritata!

Photos from Museo Civico di Zoologia's post 17/05/2024

🌙 Sabato 18 maggio torna a Roma la Notte dei Musei!🌙

L’incontro tra oriente e occidente è al centro dei Racconti notturni, lo spettacolo che Teatrino Giullare proporrà al MUSEO CIVICO DI ZOOLOGIA alle 20.30, 21.30, 22.30.

Scopri il programma completo qui:
bit.ly/NotteDeiMusei2024

Photos from Museo Civico di Zoologia's post 16/05/2024

Arte e scienza sono i temi della mostra “Oltre lo spazio, oltre il tempo. Il sogno di Ulisse Aldrovandi, da approfondire il 18 maggio al Museo Civico di Zoologia nella visita guidata pensata in occasione della 𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐌𝐮𝐬𝐞𝐢.

Prenotazione obbligatoria allo 060608.
Info: shorturl.at/uJOVW

Photos from Museo Civico di Zoologia's post 16/05/2024

Passeggiando sulla spiaggia in questo periodo potrebbe capitarvi di imbattervi in particolari strutture presenti sul bagnasciuga. Ad una prima occhiata potrebbero sembrare rifiuti plastici o qualcosa di artificiale, ma non è così!

Si tratta di ovature (strutture che contengono le uova) di Neverita josephinia, una specie di Mollusco Gasteropode comunemente noto come natica, presente sulle coste del mediterraneo.

Si tratta di un temibile predatore, responsabile dei fori che troviamo sulle conchiglie (valve), che altro non sono che ciò che resta dell’animale dopo la predazione.

Il bivalve (la preda) viene prima individuato sotto la sabbia e poi bloccato, inizia quindi la perforazione della conchiglia in due fasi:
- un'azione meccanica di raschiatura, con la radula (una sorta di lingua piena di dentelli affilati)
- un'azione chimica di scioglimento, grazie ad una ghiandola secernente una sostanza in grado di sciogliere il carbonato di calcio della valva della preda.

Queste due fasi vengono alternate ripetutamente e possono durare anche 2 o 3 giorni.

Una volta forata, la preda la Natica si potrà nutrire attraverso il foro creato e il pasto le basterà per 1 o 2 settimane.

Capito l’innocuo mollusco?!

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Video (vedi tutte)

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Indirizzo


Via Ulisse Aldrovandi, 18
Rome
00197

Orario di apertura

Martedì 09:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 19:00
Sabato 09:00 - 19:00
Domenica 09:00 - 19:00

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P. Le Aldo Moro 5
Rome, 00185

Questa pagina è dedicata ai beni geo fotografici e geo cartografici conservati nella Biblioteca di Geografia della Sapienza.