Dott.ssa Lucia Maria Dibiase

Psicologa dello sviluppo esperta in psicologia perinatale. Ho dedicato interamente il mio percorso di studi e lavorativo ai bambini e alle famiglie.

Ciao, sono Lucia Maria Dibiase, psicologa dello sviluppo, esperta in ambito perinatale e mamma di Luca. Alla base delle mie scelte c'è la consapevolezza del fatto che i bambini di oggi saranno gli adulti di domani e la famiglia rappresenta quel bagaglio di valori e competenze che ogni individuo eredita. Ritengo quindi fondamentale fornire uno spazio di incontro, ascolto e riflessione affinché ogni famiglia ritrovi e viva nel suo unico e naturale equilibrio.

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 23/02/2024

Diciamolo.. Allontanare un bambino in un brutto momento sicuramente aiuta l'adulto nella gestione della situazione. Ma proviamo a guardare meglio cosa succede..

🔹Il bambino proverà frustrazione e non trovando vicinanza e accoglimento non capirà cosa sta succedendo e cosa sta provando

🔹Al bambino mancano quelle capacità, per immaturità cerebrale, che gli permetto di comprendere a pieno la situazione e le sue conseguenze

🔹Quindi a cosa penserà? A nulla! O meglio, a nulla di effettivamente importante 😅

Cosa otterremo allora? Nulla.. Non gli avremo insegnato nulla..
Non capirà come gestire un'emozione, come comportarsi in una determinata situazione, a socializzare in modo rispettoso e corretto..

Avremo solo avuto del tempo per riprendere contatto con noi stessi.

Allora a chi serve la sedia del timeout? All'adulto e a nessun altro. ⏰

Piccolo consiglio: se fine ultimo vuole essere la crescita di quel bambino, una crescita sana e davvero costruttiva, proviamo a lavorare su noi stessi, sui nostri limiti e su come poterli superare per rendere educativo quel particolare e difficile momento🌷

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 01/02/2024

Anche questo caso i media danno notizia di una donna che "abbandona" il suo bambino IN PS.

⭕Credo innanzitutto che una persona che compie un simil gesto meriti la riservatezza che chiede e di cui ha bisogno..

⭕In secondo luogo ho riflettuto sul significato del termine "abbandono" e non reputo descriva fedelmente l'azione compiuta.
Parlerei piuttosto di una donna che DONA il proprio figlio ad un ospedale, ad una struttura che può dare cura e protezione.

⭕Parliamo di una donna il cui gesto nasconde tanta sofferenza, che deriva da una situazione che sente come irrisolvibile ma che, nonostante questo, mette da parte se stessa e il suo amore per concedere una seconda e più dignitosa possibilità al figlio che ha portato in grembo..

🌹Proviamo allora a dare il giusto peso alle parole.. Proviamo a immedesimarci maggiormente e ad entrare nei panni della altro, anche se molto scomodi..

Le parole hanno un peso e possono pesare come macigni... 🤍

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 20/11/2023

16/10/2023

Il tuo bambino fa i capricci quando è ora di andare a dormire?
E' il momento della nanna e il tuo piccolo le prova tutte per cercare di rimanere in piedi? Allora? cosa possiamo fare e perchè non vuole addormentarsi?

Queste e tante altre domande le affronteremo Giovedì 19 Ottobre nella nostra sala riunioni dalle ore 18.00 in compagnia della Dott. Lucia Dibiase, psicologa dello sviluppo.

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Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 06/10/2023

La settimana dell'allattamento 2023 voglio dedicarla a tutti quei meravigliosi papà parte attiva dell'allattamento, artificiale o al seno che sia.

A tutti quelli che supportano la propria compagna con gesti di affetto e comprensione.
Quelli che preparano un pasto o sorreggono il biberon.
A quelli che offrono da bere o una spalla su cui piangere.

Grazie per il vostro sostegno, perché l'allattamento è questione di famiglia. 💕

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 18/09/2023

Mille interrogativi invadono la testa di ogni genitore.
Vorremmo sapere fino a quando un comportamento può definirsi "normale" piuttosto che "patologico". Fino a quando dovremo "sopravvivere" alle infinite richieste di accudimento di un neonato per riuscire almeno ad immaginarsi una luce in fondo al tunnel, una tregua..
La verità è che è impossibile definire delle tempistiche precise. Grazie agli studi possiamo definire delle finestre temporali ma i veri tempi di acquisizione li detta il bambino, con le sue personalissime caratteristiche e l'ambiente in cui vive con le sue innumerevoli variabili.
Proviamo quindi a godere dei piccoli momenti di tenerezza, profumi e contatto, poiché è probabile che ciò che rimarrà sarà un nostalgico e prezioso dolce ricordo..

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 27/07/2023

LO SAPEVI CHE…esiste un modo efficace per comunicare con il tuo bambino?

“Non correre…non urlare…non spingere…non toccare…non……!”

Pensateci un po’…Tendenzialmente diciamo ai bimbi cosa NON va fatto, e abbastanza puntualmente… LO FANNO!

Ma perché?
La nostra cultura ci impone fin da piccoli regole e divieti ma difficilmente spiega chiaramente cosa va fatto.
L’attenzione del bambino si concentrerà solo sull’ultima parte della frase e senza volerlo farà l’esatto opposto di quanto richiesto. Inoltre, non predispone positivamente a livello emotivo (a nessuno piace sentirsi dire NO) portando a sentirsi costantemente criticati.

Affinché la comunicazione sia effettivamente efficace proviamo a volgere le espressioni al positivo.
“Non correre” potrà diventare “Cammina piano”, “Non urlare” può esser modificato con “Parla piano” e così via…

Ovviamente il bambino avrà bisogno di testare i limiti e la regola andrà ripetuta diverse volte prima di essere chiaramente compresa e interiorizzata. Tuttavia, quando la comunicazione, il clima e lo stato d’animo di tutti è più sereno, sarà molto più semplice farsi ascoltare garantendo il rispetto di tutti.

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 06/07/2023

MINI-GUIDA PER LA GESTIONE DEI CAPRICCI

Di fronte ad una difficoltà emotiva di un bambino, ad una crisi di pianto, di rabbia, di fronte a un comportamento più comunemente chiamato "capriccio" si nasconde un bisogno che un adulto deve cogliere.

È molto importante ricordare che il bambino non sa esprimersi adeguatamente attraverso il canale verbale e l'unico modo per manifestare un bisogno è il pianto. Inoltre, a causa dell'immaturità della corteccia prefrontale, l'espressione comportamentale potrà risultare esagerata e violenta, sostanzialmente sproporzionata.

L'adulto potrà cogliere il bisogno sottostante il comportamento grazie ad uno schema ABC.

Con A si intende l'antecedente, ossia cosa ha scatenato quel comportamento.
Con B si intende l'espressione, la crisi emotiva.
Con C si intende cosa il bambino ha ottenuto a seguito del suo comportamento.

Grazie a questa analisi, l'adulto potrà anticipare il comportamento problematico rispondendo prima al bisogno o far sì che questo non si verifichi attuando strategie diverse.

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 23/05/2023

IMPORTANZA DI FILASTROCCHE E RIME NEI BAMBINI

La lettura di filastrocche e i versi in rima possono essere proposti già nei primissimi mesi di vita. Questi offrono diversi benefici a livello cognitivo e psicologico.
Vediamo quali...

Tra i benefici riscontrati a livello cognitivo ritroviamo l’aiuto per lo sviluppo delle capacità linguistiche e dell’apprendimento di parole nuove. La rima stimola la memoria, mentre la filastrocca aiuta a sviluppare il senso del ritmo e a migliorare la capacità di ascolto.

Con le filastrocche si possono insegnare concetti di base come numeri, colori e forme… e tanto altro!
Tra i benefici certificati a livello psicologico, le filastrocche possono aiutare la gestione delle emozioni, sviluppare autostima e fiducia in sé stessi, l’importanza dell’ascolto e il rispetto altrui.

Per rendere la lettura più divertente e coinvolgente, l’adulto può aggiungere gesti e movimenti. Il bambino ne sarà piacevolmente attratto e potrà imitare a sua volta. L’associazione di simboli o gesti a dei suoni favorisce uno sviluppo precoce del linguaggio, prima gestuale poi verbale.
In questo modo il bambino potrà sperimentare una modalità comunicativa alla sua portata, entrerà meno in frustrazione grazie alla comprensione dell’adulto e imparerà ben presto a denominare correttamente.

Inoltre, una routine di lettura di filastrocche prima di dormire può aiutare i bimbi a rilassarsi ed addormentarsi più facilmente.

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 08/05/2023

Lo sapevi che il cervello delle donne in gravidanza si modifica? Avrai potuto notare come una neo o futura mamma abbia scarsa memoria e difficoltà di concentrazione, ma anche come si commuova molto facilmente. Recenti studi hanno rivelato una riduzione della materia grigia dopo il parto. Questo comporta l’affinarsi di abilità utili al riconoscimento dei bisogni del bambino. Il cervello della donna quindi si specializza! E queste modifiche l’accompagneranno per circa 2 anni.

Ma anche il cervello dei neopapà si modifica! L’accudimento del proprio bambino provoca un innalzamento dei livelli di ossitocina e prolattina (come nella mamma nel post-parto e allattamento!), l’amigdala viene iperstimolata e diminuisce la secrezione di testosterone, riducendo desiderio sessuale e aggressività.

La natura, attraverso la vicinanza e il contatto col proprio bimbo, fa si che anche l’uomo si cali nel ruolo di genitore e che sia vicino alla donna in modo tenero e attento ai suoi bisogni.

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 17/04/2023

COERENZA EDUCATIVA

Si o no. Limiti e regole. Felicità e tristezza.

Come comportarsi con i nostri bambini? Come permettere loro una crescita sana, con alla base sani principi ed emotivamente regolata?

Innanzitutto, occorre misurare adeguatamente il numero di no: meglio che siano pochi ed essenziali. Piuttosto sostituirli con una comunicazione positiva.

Risulta essere fondamentale, inoltre, la coerenza educativa, con sé stessi, con i propri principi e valori e con le altre figure di riferimento.

Ma cosa significa?

In breve vuol dire rispettare la propria scala di valori e condividerla con gli altri adulti con cui il bambino si interfaccia, come nonni ed educatori. Solo percorrendo una linea comune il bambino si sentirà al sicuro.
Il bambino potrebbe manifestare rabbia e frustrazione in modo poco adeguato. Mostrare coerenza educativa permetterà al bambino di comprendere più facilmente i limiti e autoregolarsi emotivamente nel tempo.

Non dimentichiamo, infine, che i bimbi apprendono innanzitutto per imitazione e se sogniamo una società popolata da adulti coerenti nei loro principi e relazioni con il prossimo, non ci resta che rimboccarsi le maniche, regolarsi emotivamente, essere esempi di coerenza ed educare ad un pensiero critico.

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 23/03/2023

Ti è mai capitato di avvertire una forte tensione quando il tuo bimbo rifiuta uno o diversi cibi proposti? Anche quelli che magari il giorno precedente adorava?

Tra i 18 e i 20 mesi è fisiologica la comparsa della neofobia, ossia la resistenza del bambino a mangiare cibi che all’aspetto, al tatto o all’odore non reputa sicuri. Questo comportamento ha un importante ruolo adattivo, poiché funzionale a non far ingerire ai piccoli sostanze che potrebbero risultare tossiche.
Il bambino imparerà a riconoscere meglio gli alimenti verso i 3-5 anni.

Allora come comportarsi di fronte a queste manifestazioni?

1. Non minacciare. Associando l’assunzione di quell’alimento con un’emozione negativa, come la paura, il bambino probabilmente aumenterà l’avversione a quel cibo.
2. Non proporre snack, dolci o altri alimenti più appetibili, solo per fargli ingerire qualcosa. Rafforzerebbe la motivazione a rifiutare un determinato alimento.
3. Non proporre una alternativa se rifiuta di mangiare un cibo.
4. Non frullare l’alimento per nasconderglielo. O meglio, frulliamo una parte per consentire l’ingerimento delle sostanze nutritive, ma proponiamo sempre in abbinamento l’alimento in pezzi.
5. Non ricorrere a giochi o strumenti elettronici per distrarre il bambino e farlo mangiare. Aumenteresti il rischio di soffocamento e non risolveresti il problema che si ripresenterà alla prima occasione.
6. No a premi se finisce il piatto. Lo stare a tavola deve essere un’esperienza di piacere e non un mezzo per arrivare a un premio.

Al contrario, cosa possiamo fare per aiutarlo a non sviluppare una selettività alimentare?
[continua nei commenti..]

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 09/03/2023

Lo sapevi che uno schiaffo non finisce mai? Quali sono le sue conseguenze?

Conosci le conseguenze psicologiche che uno schiaffo, o meglio, un’educazione basata sulle punizioni corporali?

È evidente come schiaffeggiare un bambino blocchi il comportamento indesiderato, ma davvero il bambino avrà compreso l’errore, la motivazione sottostante a quella punizione e come effettivamente dovrebbe comportarsi?

Diverse ricerche hanno dimostrato come in realtà la punizione corporale non educhi affatto il bambino. Anzi! Il bambino punito fisicamente inizierà a maturare l’idea che i problemi si risolvano con la violenza, quindi la adopererà, faticherà ad esprimere le proprie emozioni sopprimendole o manifestandole in modo esplosivo.

Preso dalle sue emozioni non riuscirà a comprendere l’errore, anche se spiegato. Inizierà a credere di non essere degno d’amore e protezione, vedendosi tradito da chi ama, ledendo così la sua autostima e la fiducia nel prossimo.

Questo tipo di educazione è risultata essere strettamente correlata a probabilità più elevate di incorrere in problemi di salute emotiva e mentale in età adulta, come depressione e ansia.

Cerchiamo sempre di ricordare che lo strumento educativo più forte che noi adulti possiamo adoperare è l’ESEMPIO. Sforziamoci di essere per i nostri bambini l’adulto che avremmo voluto al nostro fianco.

E tu? Riesci a gestire le tue emozioni?

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 03/03/2023

La scelta o le circostanze che portano una donna ad allattare al seno, piuttosto che artificialmente, porta inevitabilmente una mamma a dover fronteggiare attacchi e giudizi, indipendentemente da come lo fa.
I benefici del latte materno sono ampiamente dimostrati, ma possono insorgere innumerevoli difficoltà che possono compromettere la buona riuscita di un allattamento al seno.
In ogni caso una donna può decidere di allattare artificialmente dopo aver messo sui piatti della bilancia i pro e i contro che giustificano la sua scelta.

È opportuno apprezzare e sostenere ogni tipo di allattamento, riscoprendolo come un’opportunità per la costruzione di un legame di attaccamento con il proprio bambino.

E proprio a proposito di legame di attaccamento, negli anni ’50, lo psicologo Harry Harlow condusse un esperimento in cui furono coinvolti cuccioli di Rhesus, scimmie simili all’umano nelle manifestazioni di attaccamento.
Fece costruire un manichino di scimmia in ferro provvisto di un poppatoio e un manichino di scimmia ricoperto di stoffa. Osservò che le scimmie trascorrevano la maggior parte del tempo sulla “madre soffice” e si recavano dalla “fredda” solo per nutrirsi.
In questo modo dimostrò l’importanza della vicinanza fisica, del calore umano, delle coccole per i cuccioli. L’allattamento è un modo per fornire ciò di cui primariamente il bimbo ha bisogno, indipendente da come avvenga.

Quindi cara mamma non preoccuparti... Abbraccia il tuo bambino, tienilo stretto a te quanto tempo vuoi, godetevi questa meravigliosa e dolcissima vicinanza. È semplicemente questo quello che conta. È di questo che lui ha bisogno, indipendentemente dalla tipologia di allattamento.

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 27/02/2023

I bambini, anche se piccoli, sono competenti nelle relazioni e nella percezione della realtà. Va da sé che, se non salutati quando andiamo via, se improvvisamente lasciati, i bimbi non riescano a spiegarsi l’accaduto e possano provare un senso di abbandono e tradimento. Tenderanno a credere che la realtà sia imprevedibile e faticheranno a fidarsi degli adulti di riferimento, o più in generale del prossimo.

Ti suggerisco 4 passi per preparare il tuo bambino al distacco e costruire una comunicazione sana ed efficace:

1. anticipagli quanto accadrà. In questo modo il distacco non sarà una sorpresa e pian piano si abituerà all’evento;

2. parlagli di cosa avverrà durante la tua assenza. Ad esempio, se lasciato all’asilo, potrai dirgli che l’insegante con gli altri bimbi lo aspettano per giocare tutti insieme e cantare canzoncine. Si sentirà così più sicuro e, se interessato alle attività, potrebbe motivarsi;

3. digli quando tornerai. Saprà così che vai via e torni, evitando così che si senta abbandonato.

4. stabilisci una routine. Le routine sono schemi che aiutano i bambini ad avere il controllo di quello che avverrà, facendoli sentire sicuri. Puoi ad esempio salutare sempre nello stesso modo, come dandogli un bacetto sulla fronte e dire “Ti voglio bene!”

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 25/02/2023

Lo sapevi che la depressione post-partum può causare problematiche a lungo termine al bambino?

Lo psicologo Edward Tronick, attraverso un famoso esperimento denominato “Still Face”, ha dimostrato come un bambino, già dalle primissime settimane di vita, è competente nel comunicare i suoi bisogni e stati emotivi, ai quali generalmente il genitore risponde, e a regolarsi emotivamente.

Ma cosa succede se chi si occupa di lui inizia sistematicamente a ignorare le sue esigenze? Se non ci si sintonizza col bambino (non interagendo con esso)?

Il bambino che non avrà fatto esperienza di interazioni positive sarà predisposto a sviluppare nel tempo difficoltà nella regolazione emotiva, a soffrire di depressione e ad avere maggiori difficoltà nella gestione dello stress.

Per il benessere dei bambini, iniziamo a prenderci cura delle mamme.

E care mamme, non abbiate paura di chiedere aiuto!

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 19/02/2023

Hai mai sentito parare di gag reflex?

A inizio svezzamento potresti spaventarti nel vedere il tuo bambino emettere dei conati e pensare che stia soffocando.

In realtà è necessario chiarire la differenza tra gag reflex e soffocamento.

Il gag reflex è un riflesso ANTI-SOFFOCAMENTO donatoci dalla natura; nei neonati è situato nella parte anteriore della lingua e si sposta pian piano posteriormente con la crescita. Per questo motivo è consigliata una alimentazione di tipo solido fin da subito (ad inizio svezzamento), affinché il bimbo impari a gestire i pezzi quando è meno pericoloso per la sua salute. Segni distintivi del gag reflex sono gli occhi che lacrimano, la lingua che spinge in avanti e dei conati che spingono il pezzo di cibo in avanti, pronto ad essere gestito adeguatamente. Importante è che l’adulto non interferisca in questo processo del tutto naturale, il rischio è che, con l’intervento dell’adulto, il pezzo potrebbe accidentalmente essere spinto più in profondità.

Diverso è il soffocamento, in cui il bambino non emette suoni e non tossisce, unico caso in cui il genitore deve essere pronto ad intervenire adeguatamente con una manovra di disostruzione.

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 14/02/2023

Lo sapevi che a richiesta è il modo più naturale ed efficace che assicura il soddisfacimento dei bisogni del ?

In questo modo verrà favorita la conoscenza tra madre e : il bambino espliciterà i suoi bisogni e la madre prontamente risponderà, favorendo la costruzione di un buon legame di , base delle interazioni future.

Questo tipo di favorirà una adeguata produzione di latte, in caso di allattamento al seno, e non altererà il meccanismo di fame e sazietà di cui il neonato è naturalmente fornito.

Il bambino mangerà quando e quanto gli serve, sia in caso di che con .

In conclusione, i benefici di un sono molteplici: verrà favorito lo sviluppo di buone pratiche alimentari a lungo termine, prevenendo il rischio di ; lo aiuterà nella crescita rendendolo indipendente e autonomo e favorirà la costruzione di solide relazioni con gli altri.

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 06/02/2023

Sempre più diffusamente si sente parlare del cosiddetto “disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività” ma cos’è nello specifico? L’ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è un disordine dello sviluppo neuro psichico del e dell'adolescente, frequentemente identificato (diagnosticato) durante la scuola elementare, la cui sintomatologia tipica comprende:

-livelli invalidanti di disattenzione, il bambino tende a divagare, non persevera;
-disorganizzazione in genere;
- / impulsività, eccessiva attività motoria, loquacità, i quali si manifestano in contesti non appropriati.

Per intervenire ed avere miglioramenti durevoli, che possano aiutare il bambino/ragazzo ad integrarsi con serenità nel contesto sociale, è necessario seguire un trattamento farmacologico affiancato ad un programma -comportamentale stilato da un professionista esperto.

Il migliore quadro possibile è fatto da team di professionisti ( , , , ) che aiuti il bambino e faccia comprendere chiaramente, sia alla famiglia che agli insegnanti, le caratteristiche del bambino e come gestire i comportamenti problematici.

Photos from Dott.ssa Lucia Maria Dibiase's post 27/01/2023

Con (Sudden Infant Death Syndrome), o “morte in culla” o “morte bianca”, ci si riferisce alla morte improvvisa dei di età inferiore a un anno (più spesso tra il secondo e il quarto mese di vita), che si verifica durante il che, anche dopo indagini molto accurate (inclusa l’autopsia), non trova alcuna spiegazione.

Attenzione: può sembrare un evento raro e difficile da realizzarsi ma non è così. Purtroppo si tratta di un fenomeno molto sottovalutato (anche perché se ne parla davvero poco). L’incidenza media della SIDS nei paesi industrializzati è di circa un caso ogni 2000 bambini nati vivi e ciò equivale, in Italia, a circa 300 bambini l’anno!

Da quando è iniziata la campagna informativa che ne illustra il pericolo, in molti paesi si è avuta una netta e costante riduzione dei casi di SIDS, a volte addirittura fino al 90%.

E allora parlarne diventa fondamentale. C’è un modo per prevenirla. Sia chiaro, non è possibile azzerare del tutto il rischio SIDS, purtroppo... Tuttavia, seguendo le “regole d’oro” indicate dalla comunità medica internazionale è possibile ridurre ai minimi termini le probabilità che si verifichi la morte improvvisa in culla.

Queste sono le dieci regole per ridurre quasi a zero il rischio di SIDS:

1° - Posizionare sempre il bambino a pancia in su nella /lettino
2° - Non fumare durante la e in presenza di bambini
3° - Utilizzare un materasso rigido per la culla/lettino
4° - NON utilizzare cuscini, , coperte, piumoni, e oggetti morbidi
5° - Non dormire nello stesso letto con i bambini
6° - La temperatura ideale dell’ambiente in cui il bambino dorme è compresa tra i 18 e i 20 gradi
7° - Utilizzare il la notte se il bambino lo desidera (attenzione: il ciuccio è sconsigliato prima dei 40 giorni di vita del bambino)
8° - Meglio evitare l’utilizzo di sistemi audio-video per monitorare il bimbo che dorme
9° - al seno se possibile
10° - Passaparola! Fai in modo che più persone possibili conoscano la SIDS e diffondi le regole per la sua prevenzione

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