Lo Zio Masseria Salentina

La nostra storia

Lo Zio… Tra le prime pagine del nostro menù è stata inserita la foto d’epoca, corredata del proprio certificato originale, di Nonno Giuseppe, in dialetto salentino Pippi, nato a Cursi nel 1938 padre di 4 sorelle e 2 fratelli, sposato con nonna Francesca, in dialetto salentino Chicca. Nella famiglia greco-salentina il padre aveva una posizione preminente, mentre alla moglie, pur essendo importante per l’educazione dei figli e per la conduzione dell’economia domestica, era riservata una posizione subalterna. La stessa posizione veniva riservata alle figlie femmine nei confronti dei maschi e di tutta la prole nei confronti del primogenito. Pippi fu un piccolo cavatore delle cave di pietra leccese, famiglia e lavoro furono al centro della sua esistenza, che affondava le sue radici nella roccia. All’epoca si scavava per trovare riparo o per conservare il cibo o ancora per estrarre la pietra leccese utilizzata per la costruzione delle tipiche case a corte, case dall’enorme camino e dai soffitti a volta, a botte o a stella. La quotidianità di Pippi fluiva tra le corti delle case, nelle masserie, nelle campagne, nella Terra della Grecia Salentina suggestiva, ma aspra e tormentata. Tra le vie del suo paese si poteva sentire il profumo dell’olivo, del grano, del foraggio, della vite, del tabacco e del bestiame. Dalla sua campagna, detta “lu fore”, si vedeva la fame di terra, che costrinse i coloni a guadagnare sempre più superfici coltivabili fra i terreni pietrosi. Sassi per "muretti a secco", "truddi", "casedde", "spase", "furneddi", "cisterne", "pozzi", “pajare” e “liàme”. E nella corte di Pippi tutt’oggi le pietre raccontano storie e leggende dense di mistero come per i Dolmen, i Menhir, le Specchie. Pietra in ausilio dell’esigenza di difendere il territorio e che ha costretto a edificare castelli, masserie e residenze fortificate, cinte murarie e torri di avvistamento, torri colombaie, cripte, frantoi ipogei. Sul finire degli anni 50’, tra gli emigrati che decisero di lasciare la Terra d’Otranto per cercare fortuna altrove, vi erano i figli di Pippi che giunti a Torino trovarono ad attenderli mamma Fiat. L’aneddoto de Lo Zio è la propria storia, storia dalla terra brulla, bruciata dal sole e ventosa, dall’odore degli olivi secolari, della pizzica, forse comune a quella di molti altri. Là dove la mancanza di opportunità spinge l’uomo a cercare altrove le stesse, inizia la storia de Lo Zio.