B&B a le Boteghe - Venezia

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Il Venezia torna in Serie A: battuta la Cremonese 1-0. Gol di Gytkjær

Il Venezia torna in serie A, esplode la festa in laguna La vittoria nel match contro la Cremonese consegna la promozione agli arancioneroverdi. Un tripudio per i tifosi

I Baicoli, i biscotti della Serenissima

I baìcoli sono biscotti tipici di Venezia e consistono in sottili fette tagliate da un piccolo panetto allungato, lasciate accostate nella posizione originale. La loro particolare forma prende il nome da piccoli pesci in quanto in dialetto veneziano così vengono chiamati pesci come il branzino e il cefalo che hanno una forma allungata e leggermente schiacciata, proprio come questi biscotti. Nel Dizionario del dialetto veneziano pubblicato nel 1829, Giuseppe Boerio descrisse il baicolo come segue: “Pasta reale condita di zucchero, spugnosa, biscottata, che s’inzuppa nel caffè o simili bevande. Dicesi baicolo per similitudine, benché grossolana, alla figura dei piccolissimi cefali, chiamati appunto Baicoli”. I baicoli sono stati riconosciuti ufficialmente come P.A.T. (prodotti agroalimentari tradizionali della Regione Veneto). Hanno la caratteristica di conservare a lungo la loro fragranza quando conservati opportunamente in scatole di latta, pertanto potevano essere portati in mare e consumati durante i lunghi viaggi delle navi veneziane.
Infatti la loro origine è antichissima e legata al mare. I baicoli costituivano la riserva dolce delle navi veneziane, cosa importantissima per i marinai costretti stare lontani per molto tempo da Venezia.
Questa la frase tipica che troviamo scritta sulle scatole di latta gialla in cui, solitamente, vengono venduti i baicoli:
«No gh’è a sto mondo no più bel biscoto più fin, più dolce, più lisiero e san per mogiar nella cicara e nel goto del Baicolo nostro venezian»
«Non c’è a questo mondo un più bel biscotto più sottile, più dolce, più leggero e sano da intingere nella tazzina e nel bicchiere del Baicolo nostro veneziano».

Serie A

Venezia in Serie A, ore 22,15: è apoteosi dentro e fuori lo stadio Il Venezia ritorna in Serie A grazie ad una cavalcata irresistibile e ad un gruppo eccezionale plasmato dal mister Vanoli

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La Casa-bottega del Tintoretto, in stile gotico quattrocentesco, si trova nel sestiere di Cannaregio, a Venezia. Qui, nel 1519, nacque il famoso pittore Jacopo Robusti, meglio conosciuto come Tintoretto, uno dei più grandi rappresentanti della scuola veneta, probabilmente l'ultimo grande pittore rinascimentale e qui visse fino alla morte, avvenuta il 31 maggio 1594. Devoto cristiano, egli sviluppò uno stile individuale e teatrale, caratterizzato da un uso perfino esagerato di luce e movimento, con delle prospettive audaci e delle pennellature fluide ed energiche. Il soprannome "Tintoretto" gli fu dato a causa dell'occupazione del padre come tintore di seta e tessuti, come già vi ho spiegato in altre occasioni. Si crede che i fratelli Mastelli, di professione mercanti, abbiano costruito questo palazzo. Una targa sulla facciata indica che Tintoretto visse qui, in questo edificio di alto pregio che conserva il suo fascino di un tempo. Sulla facciata asimmetrica si può ammirare, al primo piano, una caratteristica trifora e finestre inquadrate da una splendida cornice a cordone. Al di sopra del portone di entrata, sulla sinistra, vi sono una lapide con un'iscrizione e un tondo rappresentante il volto del Tintoretto, mentre a destra una piccola statua rappresenta Ercole con una clava, che la tradizione vuole sia stata posizionata sull'edificio dallo stesso pittore. Impossibile visitarla internamente poiché appartenente a privati.

Salone Nautico

Antiquariato a Venezia,
Prossimo appuntamento
dal 31 maggio al 2 giugno
Campo San Maurizio