Libreria Editrice Filippi

tutto quello che riguarda la storia l'arte il costume il teatro della città piu bella del mondo in libri nuovi antichi e fuori catalogo

03/02/2024

È tornato disponibile in libreria Venezia Minore. Importantissimo libro di riferimento per l'architettura minore veneziana.
https://libreriaeditricefilippi.com/negozio/venezia-minore/

22/12/2023
Photos from Libreria Editrice Filippi's post 22/12/2023

Pezzi unici, per acquisti veniteci a trovare o scriveteci su:
[email protected]

13/03/2022

Una suggestiva vecchia immagine del campo dei Mori, con il campanile della chiesa della Madonna dell’Orto sullo sfondo.

Foto tratta da: Vecchie immagini di Venezia, Vol. II
https://libreriaeditricefilippi.com

22/01/2022

Quando l’acqua della laguna non era inquinata e il moto ondoso non era così accentuato come ai giorni nostri, era molto frequente che nella stagione invernale si ghiacciassero i canali.

Foto tratta da: Vecchie immagini di Venezia, Vol. II

31/12/2021
04/12/2021

Non conoscete Curiosità Veneziane ? Con questo video cercherò di spiegarvi perchè non deve mancare nella vostra libreria di casa.

29/11/2021

L’interramento è pressoché ultimato e la via pedonale ottenuta verrà denominata Rio Terà Farsetti, ma per i veneziani rimarrà conosciuto come il Rio Morto.
La disposizione dei masegni consente di riconoscere il corso del canale interrato e le fondamente laterali.

Foto tratta da: Vecchie immagini di Venezia, Vol. II -
Luciano Filippi
https://libreriaeditricefilippi.com

Photos from Libreria Editrice Filippi's post 23/10/2021

Il figà de vedelo (Il fegato di vitello)

“A Venezia non nasce nulla, ma c’è di tutto” dice l’oste Menego a Lissandro ne Il Campiello, celebre commedia di Carlo Goldoni. E avrebbe potuto aggiungere che nulla va perduto. Proprio per questo la cucina delle frattaglie è riuscita ad esprimere piatti che hanno saputo raggiungere rinomanza internazionale. Come il fegato alla veneziana, oggi preparato in ogni angolo della terra.
Per questa preparazione ci vuole il fegato di vitello, magari di vitellino, sicuramente più delicato, lo si taglia a listarelle e lo si pone a marinare in acqua e aceto per un’oretta. Poi si prende la cipolla (di peso pari a quello del fegato), la si affetta molto sottilmente e la si fa appassire in olio d’oliva e come inizia a prendere colore si uniscono le fettine di fegato, si insaporisce di sale e si porta a cottura. Alla fine si bagna con qualche goccia d’aceto o di limone, si cosparge con trito finissimo di prezzemolo, ma poco, si dà una spruzzatina di pepe e si manda in tavola con polenta fumante. E da quando la polenta è entrata nella tradizione veneta il fegato alla veneziana ha conosciuto solo successi.
Ma a Venezia, ai tempi di Goldoni, le preparazioni di fegato erano numerose, dal “figà coi fighi” a quello con l’uvetta, dal “figà a la sbrodega” a quello indorato ed altro ancora, per la capacità delle donne veneziane di saper esaltare con poco anche la materia prima considerata povera, sapendo inoltre variare le preparazioni rendendo la cucina sempre nuova e gradevole.

Tratto da: La cucina di Carlo Goldoni, a tavola nella Venezia del Settecento - Giampiero Rorato

Photos from Libreria Editrice Filippi's post 29/09/2021

In campo San Polo, quando c'era il sole, e non si teneva il mercato, le lavandaie (lavandere) stendevano il bucato al sole.
Tale uso si conservò sino al 1923, quando i contadini di Mira, Gambarare, Fusina ecc. si trasformarono in lavandai e istituirono una specie di servizio regolare di prelievo e consegna dei panni a domicilio.

Foto tratte da Vecchie immagini di Venezia, Vol. III – Luciano Filippi
https://libreriaeditricefilippi.com

29/08/2021

“Calle del Sabbión a S. Vito. Ebbe la denominazione da uno spaccio o deposito di sabbia. Non ce lo lascia dubitare la Descrizione della contrada pel 1713, la quale dimostrava che in quell’anno in Corte del Sabion, a San Vito, abitava Dora Sabionera in una casa della Commissaria Grimani.
A qual proposito rammenteremo come la commissaria di monsignor Pietro Grimani, Priore d’Ungheria, in concorso colla Scuola di S. Maria della Misericordia, qui dispensava 28 case a povere famiglie. Perciò all’arco della porta scorgesi scolpito lo stemma Grimani in unione a quello della scuola suddetta.”

Tratto da Curiosità Veneziane – Giuseppe Tassini
Foto tratta da Vere da Pozzo di Venezia – Alberto Rizzi
https://libreriaeditricefilippi.com/

16/08/2021

Festa di San Rocco

Con il Concilio di Costanza del 1414 la chiesa cattolica approvò il culto verso San Rocco riconoscendo l’efficacia della sua intercessione per la cura delle malattie contagiose. Molte città d’Italia iniziarono così ad organizzare cerimonie pubbliche verso questo santo per attirare i suoi favori. Non è un caso, infatti, che durante la peste del 1576 il senato della Serenissima abbia chiesto aiuto anche a San Rocco lui oltre che al Redentore.

Già dal 1478 era nata a Venezia una confraternita a lui dedicata che usava riunirsi prima nella chiesa di San Giuliano e poi in quella dei Frari. Nel 1485 un monaco Camaldolese riuscì a rapire il corpo di San Rocco, che era custodito in un castello nel milanese, e portarlo a Venezia. Il corpo fu posto provvisoriamente nella chiesa di S. Giuliano per poi essere spostato nel 1490 in quella eretta per San Rocco.

Nel 1516 la confraternita, che venne chiamata Scuola Grande di San Rocco, vi costruì accanto un edificio dove tenere le proprie riunioni e in quell’occasione iniziò un gran restauro anche della chiesa di San Rocco che stava già in parte crollando.

Il giorno di San Rocco si cominciò a tenere una grande festa; partecipavano anche il Doge, il Senato e le più alte personalità della Serenissima, che arrivavano con un corteo acqueo e venivano accolti dalle principali cariche della Scuola Grande. Dopo una messa solenne seguiva una visita all’edificio della confraternita per ammirarne le reliquie e i tesori, tra cui i dipinti di Tintoretto. Fra tutte le confraternite della città, quella di San Rocco era l’unica a godere di questo privilegio.

Tratto da: Origine delle feste Veneziane di Giustina Michiel Renier
https://libreriaeditricefilippi.com/

Photos from Libreria Editrice Filippi's post 10/08/2021

“È noto che, data particolare origine di Venezia e la sua storia per la massima parte legata al mare e alla laguna, le vie di comunicazione sia esterne che interne sono in maggioranza sull’acqua.
Tradizione, letteratura e un’abbondante documentazione iconografica offertaci dai pittori, specie del sec. XVI e XVIII, ce ne danno una precisa conferma. L’uso delle barche era quindi normalissimo e di generale diffusione, diversamente da quanto oggi accade. Mentre scarsa era al contrario la frequenza nelle calli, da principio fangose, nei campi simili a spiazzi d’erba, sui ponti senza sponde. Pertanto era logico che la facciata sul canale fosse il tramite più importante tra la casa e l’esterno, più ancora che le parti laterali dove pure non mancavano possibilità di accesso per le vie di terra.
Fatte queste considerazioni, non ci sarà difficile comprendere il perché dell’architettura tipicamente frontale propria delle case veneziane, l’attenzione riservata quasi esclusivamente a quella che era la parte più in vista. Cosicché i canali interni, oltre al Canal Grande, costituivano con le loro rive una sfilata, quasi una parata delle facciate, dove i più ricchi potevano attuare le loro ambizioni di magnificenza.
Per i veneziani dei secoli passati la conoscenza della propria città, attraverso le vie d’acqua, era un fatto acquisito e normalissimo.”

da Venezia vista dall’acqua di Giannina Piamonte

https://libreriaeditricefilippi.com/

Photos from Libreria Editrice Filippi's post 29/07/2021

Il padiglione in legno che si vede in questa foto era il luogo dove si estraevano i numeri della tombola notturna, patrocinata dalla Congregazione di Ca**tà, che si svolgeva tutti gli anni in Piazza San Marco nel mese di luglio.
Si trattava di un evento pubblico al quale partecipava gente di ogni estrazione sociale, dai signori ai popolani.
La tombola fu ripristinata anche dopo il 1945 e continuò fino al 1954.

Foto tratta da Vecchie immagini di Venezia, Vol. III – Luciano Filippi

https://libreriaeditricefilippi.com/

17/07/2021

Origini della festa del Redentore

Alcuni giorni fa un cliente “foresto” è passato in libreria a chiedere informazioni sulle origini della festa del Redentore. La risposta non poteva che essere trovata nel libro di Giustina Michiel Renier, Origine delle feste Veneziane.

Nell’anno 1575 Venezia venne colpita duramente da una lunga epidemia di peste che durò quasi due anni provocando decine di migliaia di morti.
Verso la fine del 1576, quando sembrava non vi fossero vie di uscita per quella situazione, il senato invocò l’aiuto del Supremo Redentore (e di San Rocco, del quale parleremo un’altra volta), promettendo in cambio di innalzare una Chiesa dedicata al Redentore nell’isola della Giudecca, con l’obbligo di celebrarla ogni anno con una processione. Il 21 luglio 1578 si proclamò la liberazione della città dalla peste decretando che la terza domenica di questo mese fosse il giorno in cui si sarebbe celebrata la processione annuale.
Non volendo aspettare il completamento della costruzione della Chiesa, nei primi anni venne eretto un portico in legno coperto di preziosi tessuti in fondo al quale si collocò un altare con l’immagine del Redentore.
Vista la grande affluenza di persone si decise anche di costruire un ponte provvisorio poggiato su delle barche, con nel mezzo un arco che permettesse alle gondole di passare, collegando San Marco con la Giudecca.
Grazie al ponte con cui si poteva raggiungere l’Isola della Giudecca e i suoi bei giardini, l’evento si trasformò in una festa che durava tutta la notte. Con il passare degli anni, in occasione della festa, le strade si riempirono di cucine ambulanti e i cittadini presero l’abitudine di cenare all’aperto che diventò una secolare tradizione.

Tratto da: Origine delle feste Veneziane di Giustina Michiel Renier
https://libreriaeditricefilippi.com/

Photos from Libreria Editrice Filippi's post 14/07/2021

Oggi ricordiamo il crollo del campanile di San Marco avvenuto il 14 luglio 1902

Chi si fosse ritrovato in Piazza San Marco nelle prime ore di quel giorno, avrebbe notato un insolito avvicendarsi di Autorità e di agenti pubblici attorno al campanile. Gruppi di cittadini commentavano animatamente tra loro sollevando a tratti lo sguardo verso l’alto. Attorno alla base del campanile, per largo spazio della piazza e piazzetta, correva uno steccato già posto la sera prima a cura dell’Autorità municipale. Ad un certo momento si vede apparire sulla Piazza una grande scala portata dalle guardie civiche addette all’estinzione degli incendi, seguita da autorità e da tecnici che vogliono esaminare da vicino la grande fenditura del campanile lungo la facciata nord (verso la Torre dell’Orologio) per conoscere meglio lo stato reale delle sue condizioni.
La scala, appena appoggiata, provoca però una caduta improvvisa di pietre. Il comandante della squadra, Rambaldo Gasperi, compreso il pericolo, fa sgombrare la piazza spingendo le persone sotto le Procuratie. Poco dopo il campanile ondeggia, e con un gran fragore crolla su sé stesso. Una volta diradata la polvere prodotta dal crollo, al suo posto si vedrà solo un mucchio di macerie.
La voce si sparge velocemente per la città, molte persone, incredule, salgono sui tetti, sulle terrazze e sulle altane da dove di solito si vedeva la punta del campanile. La notizia compare su tutti i giornali italiani e su molti stranieri, arrivano messaggi di solidarietà anche dall’estero.
La sera stessa del crollo, il conte Filippo Grimani, sindaco di Venezia, convoca in seduta straordinaria il consiglio cittadino che decide per l’immediata ricostruzione del campanile. Viene stanziata una somma di cinquecentomila lire quale contributo del comune per la riedificazione. Appena vengono a conoscenza della volontà dei veneziani, il Re e la Regina Madre fanno pervenire alla città ingenti somme di denaro per aiutare, e in breve tempo altre città d’Italia inviano aiuti dimostrando una grande solidarietà a Venezia.

Il 25 aprile 1903 si posa la prima pietra del nuovo campanile, la cui costruzione termina nel 1912.

Tratto da: Storia del campanile di San Marco in Venezia di Rosolino Gattinoni
Foto tratta da: Vecchie immagini di Venezia, Vol. I

https://libreriaeditricefilippi.com

Photos from Libreria Editrice Filippi's post 04/07/2021

Venezia e il contrabbando di sardine

Può sembrare una storia ambientata a Paperopoli con il titolo “Paperon de Paperoni e il contrabbando di sardine” ma quanto vi raccontiamo è accaduto veramente a Venezia ai tempi della Serenissima.

All’epoca, i salumieri erano i commercianti di pesce secco e salato, vendevano inoltre salami, prosciutti e pancetta. (Salumen, dal latino medievale, indica infatti un insieme di cose che si conservano nel sale, o che vengono salate, anche con l’aggiunta di spezie.) Per un certo periodo trattarono anche formaggi, ma questa è una storia a parte.

Nel 1764 la corporazione dei salumieri fu invitata a dare ragguagli su come si potesse svolgere l’esercizio del contrabbando che in quel periodo affliggeva il commercio del pesce. Con le informazioni ricevute, venne stilata una relazione dettagliata riguardo alla pesca delle sardine.

Venezia avrebbe dovuto avere tre vantaggi dalla pesca: la prima vendita, nel passaggio della merce dai pescatori ai negozianti; poi quello del traffico dei negozianti veneziani con altri Paesi; infine, il terzo, con il pagamento del dazio sui consumi interni e le esportazioni. Alla Serenissima però arrivava solo il ricavato della prima vendita; si calcolò infatti che alla città giungesse solo un quarto della merce pescata.

L’area di pesca era molto vasta, raggiungeva i litorali dell’Istria e della Dalmazia, qui il contrabbando aveva facile gioco poiché la pesca veniva per lo più effettuata nelle acque limitrofe alle case dei pescatori, i quali, rientrando dopo la pesca, consegnavano buona parte del prodotto ai mercanti dichiarando agli esattori di Venezia (in accordo con i mercanti stessi) soltanto la parte residua. In alcuni porti invece si verificavano direttamente scambi tra i pescatori veneti e quelli forestieri con pesci di diverse qualità o altre merci. Il tutto era molto ben organizzato, svolgendosi in diversi luoghi a seconda dei periodi dell’anno. A luglio, per esempio, in genere si verificavano scambi con i pescatori di Sinigaglia.

Nonostante l’aumento della sorveglianza e delle ispezioni, il contrabbando non solo non fu mai sgominato ma neppure vide mai un calo. La corporazione dei salumieri allora contribuì generosamente a dare sollievo alle finanze dello stato accettando l’aumento dei dazi sul poco che giungeva in città.

Le associazioni di mestiere nella Repubblica Veneta (vittuaria, farmacia, medicina) di Giovanni Marangoni

https://libreriaeditricefilippi.com/

18/06/2021

18 giugno 1818. Il poeta inglese Lord Byron sfida il generale Angelo Mengaldo a una gara di nuoto sul percorso: Lido di Venezia – s. Chiara. I competitori sono nuotatori d’eccezione: il Byron già si era cimentato nella traversata dell’Ellesponto e del Tago, il Mengaldo aveva attraversato, sotto il fuoco nemico, il Danubio e la Beresina. La partenza della gara, alla quale partecipano anche il Console inglese Hoppner e il segretario Scott, è data alle quattro pomeridiane. Il Console si ritira quasi subito e segue la gara… in gondola; il generale Mengaldo e lo Scott, vinti dal freddo, pare si siano ritirati nei pressi di Rialto; lord Byron giunge solo al traguardo di S. Chiara dopo essere rimasto in acqua “quattro ore e venti minuti”, com’egli stesso raccontò. Ma a Venezia si sussurra che abbia barato.
A ricordo dell’avvenimento sarà istituita la “Coppa Byron” di nuoto, da disputarsi annualmente sullo stesso percorso.

Tratto da: Giorno per giorno, tanti anni fa (almanacco della Regione Veneta), a cura di Giovanni Marangoni

http://www.libreriaeditricefilippi.com

Photos from Libreria Editrice Filippi's post 12/05/2021

Nel campo San Bortolomeo o Bortolomio, sorge il monumento in bronzo al commediografo Carlo Goldoni, opera dello scultore Antonio Dal Zotto. Vicino al caffè Commercio, i cui locali oggi sono occupati da una banca, non è ancora stato ricavato il passaggio, aperto nel 1936, che si agganciava alla Calle della Bissa, allegerendo così caratteristico e significativo di questa celebre calle veneziana, indicata da una targa anzichè dal classico "nizioletto".

Photos from Libreria Editrice Filippi's post 01/05/2021

Luigi Roffarè, nel suo “La repubblica di Venezia e lo sport” ci racconta il nascere e lo svolgersi dei giochi e le feste sportive dalle origini al 1900.

Ai tempi della Repubblica, le due fazioni della città, Castellani e Nicolotti, si sfidavano spesso in gare e combattimenti, soprattutto nel periodo di carnevale ma non solo. Tra le competizioni più apprezzate dal popolo c’erano le Forze d’Ercole e la Moresca.

Le Forze d’Ercole erano una serie di esibizioni basate su equilibrio e resistenza dove si formavano piramidi umane composte da venticinque o trenta uomini, spesso in costume e sempre con fascia e berretto del colore della fazione. Si svolgevano nelle piazze, su un palco di tavolato di legno appoggiato su delle botti, oppure sull’acqua, e in questo caso il tavolato veniva disposto su barche affiancate. Formata una larga base, secondo il numero dei piani che si voleva raggiungere, che potevano essere anche cinque o sei, l’edificio umano andava gradatamente restringendosi fino a ridursi a un solo uomo. In cima si faceva salire un ragazzetto, talvolta con una bandiera o con un altro simulacro, che eseguiva svariati esercizi di equilibrismo. Le due fazioni si sfidavano a comporre figure sempre più spettacolari e complesse.

La Moresca era una danza marziale, figurata. Vi prendeva parte una numerosa schiera di esecutori armati di spade spuntate, corte e piatte. Si trattava di una specie di scherma collettiva dove, al ritmo di un tamburo e del rumore del cozzare delle spade, si componevano diverse figure per formare bellissime coreografie.

Photos from Libreria Editrice Filippi's post 29/04/2021

Ponte dei Pugni.
(a San Barnaba, sestiere di Dorsoduro, struttura in pietra; arco a sesto ribassato; spallette in ferro).
Il più famoso dei campi di battaglia delle lotte dei pugni, dove si possono ancora osservare delle orme di piede in marmo agli angoli del ponte.
Una volta la Venezia popolare era divisa in due fazioni: i Castellani, abitanti dei sestieri di Castello, San Marco e la parte orientale di Dorsoduro e riconoscibili da un un berretto e una sciarpa rossa.
I Nicolotti abitanti delle zone di Cannaregio, San Polo, Santa Croce e la parte occidentale di Dorsoduro tra cui San Nicolò dei Mendicoli ( da cui Nicolotti) che si distinguevano dalla sciarpa e un cappello nero.
Queste due fazioni si scontravano tra settembre e Natale in lotte o guerre in determinati ponti della città come il Ponte dei Pugni, il Ponte di Santa Fosca, il Ponte dei Carmini ed il Ponte della Guerra.
Le lotte erano di tre tipi :
La Mostra, un vero e proprio incontro di pugilato. I due contendenti, tolta la camicia, salivano agli angoli opposti del ponte, mentre agli altri due angoli prendevano posto i giudici o padrini, e si concludeva al primo spargimento di sangue, o quando uno dei due cadeva in acqua.
La Frota, una vera propria rissa senza regole.
La Guerra Ordinata che consisteva nella conquista del ponte da parte della folla,senza ricorrere alla lotta o alle armi, ma soltanto alle spinte. Il gruppo che riusciva a conquistarlo interamente, ricacciandone non pochi in acqua, vinceva.
Le guerre dei pugni vennero proibite nel 1705 in conseguenza del crescente inasprirsi delle contese.

Foto presa dal Vol.II di Vecchie Immagini di Venezia
Descrizione tratta da I Ponti di Venezia
www.libreriaeditricefilippi.com

26/04/2021

Pescatori di "go" (ghiozzi) nelle barene davanti all'isola di Sant'Elena. Foto del 1887 ca.
Questo estremo lembo di Venezia era verso la seconda metà dell'800, una zona in uno stato di totale abbandono e così pure l'antica chiesa gotica di Sant'Elena, chiusa al culto nel 1806. Nel 1881 il comune concedeva l'isola ad una società che costruì uno stabilimento che funzionò fino ai primi anni del '900. Nella foto osserviamo la ciminiera.
Sapete dirmi che cosa produceva la fabbrica ?

25/04/2021

Per festeggiare il 25 Aprile ho scelto questa foto piena di significati e curiosità.
E' il 25 Aprile del 1903, in questa foto si immortala la posa della prima pietra per la ricostruzione del campanile crollato il 4 luglio 1902.
La sera stessa del crollo, mentre giungevano telegrammi di solidarietà da tutta Italia, il sindaco, conte Filippo Grimani, faceva radunare in seduta straordinaria il Consiglio Comunale e all'unanimità l'assemblea cittadina votava per la ricostruzione con la formula: "dov'era e com'era". Fu decretato un fondo di cinquecentomila lire come contributo iniziale, ma presto arrivarono somme ingenti da parte del re, dalla regina madre e da una sottoscrizione pubblica. Il 25 aprile del 1903 (molti anni prima del fascismo e delle due guerre mondiali), alla presenza delle autorità cittadine, dai rappresentanti del re e del patriarca di Venezia, cardinale Giuseppe Sarto, divenuto poi Papa Pio X, avveniva la posa della prima pietra.
In uno scatto, si racoglie il sentimento di Venezia e dei suoi cittadini per questa data:
la festa del patrono ( San Marco ), la ricostruzione di uno dei simboli di Venezia ( il campanile ), l'amore dei suoi cittadini per la sua città e il forte sentimento di solidarietà degli italiani quando accadono fatti tragici.
Buona liberazione, viva San Marco, viva il Leon !

23/04/2021

Imboccatura della strettissima Marzarieta 2 aprile. A destra si nota il palazzo Tasca, demolito nei lavori di ampliamento della Merceria. I Tasca, ricchi mercanti di panni di origine bergamasca - ricorda il Tassini - possedevano al piano terra una "bottega di cambellotti ( tessuti di pelo di ca****lo ) all'insegna all'Albero d'oro".
L'antico caffè Visentini, che vediamo nella foto, venne chiusi nel 1893 dopo 151 anni di attività.

Photos from Libreria Editrice Filippi's post 22/04/2021

Zattere, Fondamenta degli Incurabili con la nave scuola "Scilla". Il professore di scienze naturali del Liceo Marco Polo, David Levi Morenos, realizzò il progetto di una nave scuola preposta all'educazione degli orfani dei pescatori dell'Alto Adriatico. La nave fu dotata anche di una biblioteca di bordo.

Vuoi che la tua azienda sia il Negozio più quotato a Venice?
Clicca qui per richiedere la tua inserzione sponsorizzata.

Un secolo di storia Veneziana

Siamo la casa editrice più vecchia di Venezia, ed ha più di cento anni. Siamo specializzati su tutto quello che concerne Venezia. Storia, Architettura, Costume, Teatro, Musica, Libri antichi e fuori commercio, Libri di fotografia di Venezia, Archivio Fotografico e tanto altro.

Video (vedi tutte)

#libreriaeditricefilippi #storiadivenezia #aneddotisullecittà #accaddeoggi #campaniledisanmarco #napoleone
#libreriaeditricefilippi #venezia #storiadivenezia #aneddotisullecittà #napoleone #campaniledisanmarco
#venezia #venice #wagner #libreriaeditrice filippi
Tiziano Rizzo. I ponti di Venezia.#libreriaeditricefilippi #architetturaveneziana #venezia
#libreria #venice #venezia #proverbi #natale2023 #libreriaeditricefilippi #dialetti
Non conoscete Curiosità Veneziane ? Con questo video cercherò di spiegarvi perchè non deve mancare nella vostra libreria...

Digitare

Indirizzo


Calle Del Paradiso, Castello 5763
Venice
30122

Orario di apertura

Lunedì 09:30 - 12:00
15:30 - 19:00
Martedì 09:30 - 12:00
15:30 - 19:00
Mercoledì 09:30 - 12:00
15:30 - 19:00
Giovedì 09:30 - 12:00
15:30 - 19:00
Venerdì 09:30 - 12:00
15:30 - 19:00
Sabato 09:30 - 12:00
15:30 - 19:00

Altro Librerie Venice (vedi tutte)
Libreria Toletta Libreria Toletta
Dorsoduro 1213
Venice, 30123

La libreria più antica della città. A Venezia dal 1933: libri, eventi culturali, edizioni

Librerie Giunti al Punto Librerie Giunti al Punto
Calle S. Aponal 1228
Venice, 30125

La libreria di Samantha - in partnership with Usborne La libreria di Samantha - in partnership with Usborne
Venice, 30173

La mia libreria indipendente collabora con la casa editrice britannica Usborne, che pubblica libri

Abyss & Shield Abyss & Shield
Venice

On an empty shield my cat chases her tail. "It's the abyss that keep us all alive, only the abyss."

Libreria Cafoscarina Libreria Cafoscarina
Dorsoduro 3259
Venice, 30123

Libreria indipendente con assortimento di testi universitari, saggi, libri in lingua, narrativa

Il Giralibri Il Giralibri
Via Carducci 68
Venice, 30171

Libreria mestrina indipendente

Feltrinelli  Village Porte di Mestre Feltrinelli Village Porte di Mestre
Via Gabriel Bella
Venice, 30174

Libreria dove potrete trovare le ultime novità in uscita, per quanto riguarda libri, guide, cd e non solo.

Librerie Giunti al Punto Librerie Giunti al Punto
Fond. S. Lucia-sestriere Cannaregio
Venice, 30121

Libreria ZARBO SAS di ZARBO Giuseppe & C. Libreria ZARBO SAS di ZARBO Giuseppe & C.
Via Miranese 19/c/Mestre
Venice, 30171

Libreria specializzata in testi per concorsi, giuridici, universitari e scolastici

Venice Book Venice Book
Venice

Libreria Segni Nel Tempo Di Federico Bucci Libri Antichi Libreria Segni Nel Tempo Di Federico Bucci Libri Antichi
Venice, 30123

Abbiamo un grande quantitativo di libri antichi, venite a scoprire queste reliquie del passato, il nostro commercio di libri antichi e rari non ha limiti!