Laura Ciuffini - Psicologa

Laura Ciuffini - Psicologa

Dott.ssa Laura Ciuffini, psicologa, psicoterapeuta individuale e di gruppo, analista junghiana.

19/09/2024

"TROPPI PSICOLOGI E POCA RICHIESTA!", "NON GUADAGNERAI ABBASTANZA !", "PENSA AD OTTENERE UN POSTO FISSO!" e tante altre frasi che nel tempo ho sentito molte volte, da chiunque.

Spesso mi veniva detto che avrei fatto fatica a diventare una psicologa.

Certo, quello che mi dicevano mi faceva riflettere, pensavo: "Riuscirò a raggiungere il mio obiettivo?" "Sarà un percorso troppo lungo?".

Ma poi una psicologa, in fondo, ci si diventa, o ci si è? È un ruolo che, con il tempo, sento sempre più profondamente mio, fa parte di me!

Lo ammetto, sono sempre stata testarda, o meglio, decisa, ovviamente nelle mie insicurezze. Perché non avrei dovuto fare il lavoro su cui avevo fantasticato per tanto tempo?

Ho sempre cercato di dare vita alle mie idee, ai miei sogni e alle mie fantasie: nonostante tante difficoltà e tanti sacrifici, non mi sono mai arresa, forse perché amo e credo davvero nella psicologia e nei benefici che la terapia può avere su ognuno di noi.

Quello che penso, e che vorrei fosse un spunto di riflessione, è che bisogna sempre seguire i propri sogni, ma senza pensare solo al guadagno, ai soldi.

È vero, non si vive con l'aria, ma il lavoro non è solo guadagno, anzi: è gratificazione e soddisfazione per quello che si fa, e si riceve in cambio.

Tutti i miei sacrifici, i miei pianti, le tante difficoltà, oggi mi ricordano che a chi mi diceva: "NON FARAI MAI QUESTO LAVORO", avrei dovuto rispondere: "Ne riparleremo tra qualche anno, abbi fiducia".

La stessa fiducia in me stessa che non mi ha fatto mai mollare, e che è crescita nel tempo, insieme a me.

Ce l'ho messa tutta, e non sono arrivata da nessuna parte, ho sempre voglia di crescere e migliorare.

Sono in continuo dive**re, e ringrazio ogni giorno la vita perché il lavoro che svolgo mi dà la possibilità di conoscere belle persone, che a distanza di tempo custodisco sempre dentro di me!

06/09/2024

Settembre: fine delle vacanze estive e nuovi inizi
Siamo arrivati a settembre, mese di nuovi inizi e buoni propositi.

Abbiamo trascorso le vacanze, al mare o in montagna, o in casa, e siamo pronti a ripartire, nel lavoro, ma magari anche iniziando nuovi progetti.

Settembre è il mese dell’apertura al nuovo, è simbolicamente il mese delle nuove cose da fare e di novità da intraprendere, un mese di passaggio e di nuove possibilità.

Un inizio diverso da quello che può essere il primo gennaio, l'inizio di un nuovo anno. Ci lasciamo alle spalle l’estate, magari siamo riusciti a ricaricare le nostre energie, e siamo pronti a ripartire e rimetterci in gioco con un entusiasmo diverso.👇🏻

E’ in questo periodo dell’anno, che come dicevo, si possono fare progetti, si può iniziare qualcosa di nuovo. Ma per farlo bisogna abbandonare il vecchio, lasciare quello che avevamo.

Possiamo chiederci: cosa voglio cambiare, cosa vorrei fare di nuovo?

Forse è un po’ come quando tornavamo a scuola: compravamo un nuovo diario, un nuovo zaino e tanti libri. Lasciavamo la classe precedente per far ingresso in una classe nuova, per fare spazio al cambiamento.

Ecco, forse settembre ha sempre quel gusto, di nuovi inizi, anche se non siamo più studenti e non andiamo più a scuola.

Se ci pensiamo, tutti abbiamo pensato a fine estate; "mi iscrivo in palestra", "mi metto a dieta"; ma perché proprio in questo periodo sentiamo il bisogno di fare qualcosa per noi e per il nostro benessere?

Probabilmente, come detto, abbiamo più energie, siamo più riposati grazie all’estate appena trascorsa e abbiamo bisogno di riprendere la nostra routine un po' rotta durante l'estate.

Settembre è anche tempo di resoconti: cosa c’è di buono e cosa c’è da cambiare per far spazio a qualcosa di diverso? Facciamo considerazioni su ciò che abbiamo fatto e ciò che vorremmo fare.

Probabilmente c’è bisogno di rinnovamento non solo esteriore ma anche psichico, interiore.
È come quando si sente il bisogno di fare ordine intorno a noi, di fare pulizia: in casa o magari in ufficio o semplicemente nell’armadio.

05/09/2024

È madre chi sa fare spazio.
Chi si fa concava e convessa senza reticenza.
Chi pulisce lacrime a suon di bacini.

È madre chi sa aprire varchi, costruire ponti, inventarsi percorsi.

Chi sa scalare montagne a mani n**e, posare un cucciolo, poi scendere di corsa e risalire per portarne un altro.

È madre chi accoglie senza distinzione di colore, sesso e di religione.
È madre chi porta in salvo.

È madre chi parla ai figli degli altri come fossero suoi. Chi semina parole di coraggio e sostegno.
Chi, ogni giorno, unisce e tesse fili di riconciliazione. Chi protegge tutti i cuccioli come se le appartenessero.

È madre chi aiuta le altri madri e le sorregge quando non ce la fanno.

È madre chi sa guardare oltre la disabilità, l’estraneità, il sangue che non le appartiene, chi fornisce seconde e terze possibilità.

Chi rende semplice ciò che è complesso, come l’amore gli uni per gli altri.

Chi dà fiducia e non perde mai la speranza di riuscire laddove risiede l’impossibile.
Chi intraprende viaggi lunghi per amare il figlio di un’altra.

Chi intraprendere viaggi dolorosi per riportare a casa un figlio.

È madre chi lascia la porta aperta anche se non viene oltrepassata da tempo.

Chi tiene una lucina accesa per far ritrovare la strada di casa.

È madre chi, a volte, ha paura.

Chi lascia spazio ad altre madri e non detiene il primato dell’amore.

È madre chi ama i figli delle altre donne, si fa schiena a cui aggrapparsi e confine con cui definirsi.

Sì è madri sempre, anche quando quel figlio non ci piace, si perde o non c’è più.

È madre chi nella propria casa e in luoghi lontani si fa rifugio per ogni figlio del mondo.

È madre non solo chi è madre.

Essere madre è una condizione, uno stato e non ha a che fare solo con la nascita di un figlio, spesso, ha a che fare con la capacità di prendersi cura dei figli di tutti.

È madre chi protegge quel futuro, in ogni dove, in ogni istante, in ogni occasione.
E non può solo riguardare l’amore verso i propri figli. E non deve.

È madre chi spinge l’umanità.
Madre non si nasce, lo si diventa.

Cinzia Pennati

02/09/2024

Alcuni giorni c'è il sole, altri il temporale!

E va bene così! 💗

Buon lunedì!

01/09/2024

Mamma, cos'è uno psicologo?

Uno psicologo è qualcuno perso come te nella vita. Solo che ha una torcia e una mappa, oltre al coraggio di accompagnarti.
Uno psicologo deve sopportare che la gente parli di psicologia, senza averne la minima idea. È una delle professioni più mitificate del mondo, quasi nessuno ha letto il "Codice Etico dello Psicologo", ma quasi tutti parlano di quello che dovrebbe essere o non fare uno psicologo.

Uno psicologo è una persona normale, fuma, beve, balla, ama, fa sesso, proprio come tutti. Come in tutte le professioni, ci sono apatici, tossicodipendenti, arroganti, corrotti, privi di etica, tra gli altri, atteggiamenti nefasti, ma ci sono anche psicologi eccezionali, inquieti per natura, con personalità squisite. Proprio come, come essere umano, nulla gli è estraneo e nell'umano, la perfezione non esiste.

Sullo psicologo pesa la paura della società. Tutti sanno che lo psicologo vede quello che nessuno vede, questo fa paura. Uno psicologo di solito dice quello che non vuoi sentire. Questo è un lavoro titanico e sempre mal ripagato emotivamente.
All'interno di questa società lo psicologo è sempre un'ultima risorsa, prima si consulta: lo sciamano, il sacerdote, il medico, il pastore, lo stregone... Quando in realtà dovrei essere il primo.

Uno psicologo non conosce la verità della vita, non ha formule precise, non è un chimico, non è un indovino, e nemmeno telepatico. Lo psicologo è uno scienziato. Anche se non ha sempre ragione, ma cerca sempre la verità e la ragione. È un esploratore, un investigatore per convinzione.

La differenza tra una persona che studia psicologia e quella che non studia, sta nel suo rapporto con la sua ombra, uno psicologo gioca con la sua ombra. Uno psicologo è il primo strumento di lavoro. Uno psicologo non saprà mai tutto, ma puoi giurare che non smetterà mai di cercare di sapere tutto.

Dal web

28/08/2024

IL FENOMENO DEL BENCHING NELLE RELAZIONI.
Il termine "benching" deriva dall'inglese "to bench," che significa "mettere in panchina". In ambito relazionale, il benching si riferisce a una situazione in cui una persona mantiene l'altra in una sorta di limbo affettivo. Non c'è un rifiuto esplicito né un vero impegno, ma piuttosto un alternarsi di segnali di interesse e distacco. La persona "benched" viene quindi tenuta "in panchina," ossia in attesa, senza sapere se la relazione avrà mai un seguito significativo.

✅ Sintomi del Benching

1. Messaggi inconsistenti: La persona che pratica il benching invia messaggi o dimostra interesse a intervalli irregolari, mantenendo viva la speranza di un possibile rapporto.
2. Assenza di piani concreti: Nonostante i segnali di interesse, chi pratica il benching evita di prendere impegni concreti per uscire o per portare avanti la relazione.
3. Ambiguità nelle intenzioni: Le conversazioni rimangono spesso sul vago, senza mai chiarire esattamente dove stia andando la relazione.
4. Continua procrastinazione: Le proposte di vedersi o di fare qualcosa insieme vengono spesso rimandate, con scuse generiche.

✅ Cause del Benching

1. Insicurezza: Chi pratica il benching potrebbe non essere sicuro dei propri sentimenti o del proprio desiderio di impegnarsi in una relazione.
2. Desiderio di mantenere opzioni aperte: Alcune persone fanno benching per non escludere altre possibilità romantiche, mantenendo così un "piano B" disponibile.
3. Paura del rifiuto: La persona che pratica il benching potrebbe avere paura di essere rifiutata, quindi preferisce non esporsi completamente.
4. Narcisismo: In alcuni casi, il benching può essere una manifestazione di un comportamento narcisistico, in cui la persona cerca solo di ottenere attenzione e conferme.

✅ Terapie e Soluzioni

1. Consapevolezza: Riconoscere di essere vittima di benching è il primo passo per uscirne. Bisogna prendere atto dei segnali di una relazione che non progredisce.
2. Comunicazione chiara: Parlare apertamente con l'altra persona può aiutare a chiarire le intenzioni e capire se c'è un futuro nella relazione.
👇🏻

09/08/2024

Anche lo psicologo, come tutti, prende una pausa durante il periodo estivo. In questi ultimi giorni riflettevo, appunto, sui percorsi terapeutici che verranno momentaneamente interrotti.

La stanza dello psicoterapeuta è un luogo di condivisione, di cura di sé è della propria psiche, è uno spazio relazionale e una base sicura a cui il paziente può fare sempre riferimento.

Il rapporto che si instaura con il proprio terapeuta penso sia unico, è una relazione particolare, in quanto il terapeuta è il depositario dei nostri segreti, delle nostre sofferenze e delle nostre difficoltà.

Durante il periodo estivo la relazione terapeutica sperimenta un'interruzione, una breve separazione, che porta con sé vissuti ed emozioni contrastanti.

Il lavoro psicoterapeutico prosegue anche quando il terapeuta è in ferie: questa pausa può essere un'occasione sia per il paziente che per il terapeuta, un'occasione di crescita e riflessione.

Lo psicologo va in ferie, ma la terapia continua, perché continua a lavorare dentro i pazienti. Questo momento di pausa potrebbe essere una sorta di tempo di sperimentazione in cui, entrambi, paziente e terapeuta, riflettono sulla tematica dipendenza - indipendenza.

Lo psicoterapeuta in fondo, è sì in ferie dal lavoro in studio, ma ha la responsabilità dei suoi pazienti, ed è disponibile se il paziente dovesse avere bisogno.

La pausa estiva potrebbe essere una sorta di banco di prova: penso che i pazienti vengano in terapia per imparare poi a camminare con le proprie gambe, quindi, anche se io mi affeziono sempre a loro, so che prima o poi se ne andranno, impareranno a stare senza la relazione terapeutica, perché l'avranno  interiorizzata.

Le ferie, quindi, sono non solo un momento di recupero e riposo per il terapeuta, ma permettono anche al paziente di, potremmo dire, mettere alla prova la sua autonomia e continuare il lavoro dentro di sé.

Questa pausa mi permetterà di recuperare le energie, e di continuare a dedicarmi al mio lavoro con reale dedizione e passione, per impegnarmi sempre di più in quello che, per me, non è un lavoro, ma qualcosa di più!

Buone vacanze a tutti voi!

Ci vediamo tra due settimane! 🏖️

08/08/2024

Una mente calma vede il mondo con maggiore chiarezza e da una prospettiva più ampia.

Ansia, preoccupazioni, rancore, rabbia non ci fanno vedere gli eventi che ci accadono con lucidità.

Quando la nostra psiche è nel caos facciamo scelte sbagliate, guidati dal nostro dolore e dalla nostra frustrazione.

Con una mente calma sappiamo gestire meglio l'ansia, riusciamo a controllare le emozioni che ci travolgono, non ci facciamo prendere dal panico e affrontiamo le sfide che la vita ci pone davanti con più consapevolezza.

Con una mente calma prendiamo decisioni migliori!

«Una mente calma porta forza interiore e fiducia in se stessi, motivo per cui è molto importante per godere di buona salute.»

Dalai Lama

01/08/2024

Avete mai provato ansia quando state per partire per le vacanze? Io sì, a volte!

Settimane a fare il conto alla rovescia per la partenza per le vacanze estive, programmi, fantasie sui luoghi che visiteremo...ed eccola, la nostra ansia si presenta puntuale.

Secondo un sondaggio dell`Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico del 2019, al quale hanno risposto oltre 700 persone tra i 19 e i 60 anni, il 79% dei partecipanti durante l’ultimo mese ha avuto manifestazioni fisiche intense e frequenti di ansia. Il 68% afferma di provare disagio lontano da casa o da luoghi familiari.

Chi soffre di ansia può avvertire un aumento dei sintomi a ridosso di un viaggio: l'incertezza del luogo in cui si andrà, prendere l'aereo o cambiamenti di orario scombussolano la routine e ci allontanano dalla zona di comfort, il nostro spazio sicuro.

È anche vero che spesso le vacanze vengono idealizzate: si pensa di staccare da tutto e tutti, ma poi in realtà non è così. È vero, in vacanza ci si rilassa e ci si riposa, ma se ho dei problemi e delle difficoltà, me li porto dietro, non li lascio a casa, e questo può essere fonte di ulteriore stress. E poi appunto il potersi rilassare fa ve**re al pettine tanti “nodi" che cerchiamo di non vedere, o facciamo finta, nella nostra quotidianità.

La parola “vacanza” deriva dal latino vacare, essere vuoto, libero. A noi fa paura il vuoto, e per questo tendiamo sempre a riempirlo, a fare; facciamo difficoltà a stare nel vuoto, nella noia.
Anche se sentiamo quel senso di libertà di cui tanto abbiamo bisogno.

Ma ricordiamoci sempre che il vuoto è fertile: è da lì che nasce la creatività. Quindi prendiamo la vacanza come un momento di pausa, di cambiamento, anche interiore, di profonda esperienza e contatto con nuove realtà.

E come momento di libertà: liberi da impegni, appuntamenti, ritmi frenetici e incombenze.

Allora si, una vacanza può generare ansia, ma ci insegna anche a stare a contatto con noi stessi, a staccare dalla solita routine, e io direi, cosa non poco importante, a prendersi una pausa dai social, da internet, dal cellulare, per godere appieno dell’esperienza che stiamo vivendo.

Continua...👇🏻

31/07/2024

I pensieri ossessivi creano un circolo vizioso in cui possiamo rimanere intrappolati.

In questo modo aumentano i nostri pensieri negativi, e la nostra risposta agli stimoli stressanti tende a diminuire.

Rimuginare rende i problemi più pesanti di quello che sono.

Il primo passo è cercare di non scacciare i pensieri che ci ossessionano, otterremo l'effetto opposto.

Impariamo ad ascoltarci e prenderci cura di noi: pensare troppo limita la tua felicità!

25/07/2024

Sì, può sembrare, e lo è anche, ironico... Ma non si discosta molto dalla realtà.

Due professionisti che con una semplice frase ci comunicano come prenderci cura di noi stessi.

E quindi?

Il giusto equilibrio è sempre la strada migliore e più "sana", per rendere ogni giornata speciale.

E nelle occasioni speciali, ma anche tutti i giorni, imparando a godere appieno di quello che stiamo vivendo, nutrendoci con senso e moderazione.

"La mia filosofia di mangiare cibo sano è sempre stata legata al fatto di godere di tutto in modo equilibrato e sano".
J. Oliver

Sei d'accordo?

24/07/2024

IL POTERE CURATIVO DI UN ABBRACCIO 🫂

Da bambini ci viene detto: "Vieni qui, ti do un abbraccio e ti passa tutto!".

Un abbraccio, un gesto profondo, apparentemente semplice, ma dai grandi benefici.

Permette lo scambio di emozioni intense, allevia la sofferenza e può anche rafforzare il sistema immunitario.

Un abbraccio stimola la produzione di neurotrasmettitori e ormoni come l'ossitocina che favoriscono il benessere psicofisico, riducendo i livelli di cortisolo e di conseguenza permettendo la diminuzione di ansie, paure e stress.

Un abbraccio di un genitore è un porto sicuro per tutta la vita, l'abbraccio di un amico dona conforto, l'abbraccio di un partner rafforza la relazione e il legame: ci affidiamo all'altro.

Abbracciarsi rigenera e dona un nuovo equilibrio alla mente, un gesto che a volte diamo per scontato, ma che fa bene alla nostra integrità psicofisica.

18/07/2024

Esercizio dell'uva passa

Quante volte ci capita di mangiare per noia, rabbia, tristezza, o per colmare un vuoto? Per poi sentirci profondamente in colpa per aver finito un pacco di biscotti o di patatine, e provando emozioni contrastanti.

Ingurigitiamo cibo in fretta, presi da uno stato di malessere interiore, senza capire il senso e il perché di quello che stiamo facendo.

Provate questo esercizio: basta un chicco di uva passa (oppure una nocciola, una mandorla).

Cosa si fa:

TENERE IN MANO
- Si tiene l'acino sul palmo della mano;
- Ci concentriamo sul chicco e immaginiamo di non averlo mai visto;

VEDERE
- Osserviamo questo cibo con piena attenzione;
- I nostri occhi esplorano una sua piccola parte, osservando gli incavi, le pieghe, o qualunque altra caratteristica;

TOCCARE
- Tocchiamo l'acino con le dita per sentirne la consistenza, esploriamolo con le mani;

ANNUSARE
- Mettiamo l'uva sotto il naso, sentiamo l'odore e ascoltiamo le nostre sensazioni corporee, se avviene qualcosa di particolare nella nostra bocca o a livello di stomaco;

METTERE IN BOCCA
- Adesso avviciniamo il chicco alle labbra, e notiamo i nostri movimenti del corpo, come sono naturali. Mettiamo l'acino in bocca senza mangiarlo, notando come ci sia arrivato. Esploriamo questo cibo con la lingua, e vediamo le sensazioni che provoca in noi;

ASSAPORARE
- Quando siamo pronti, prepariamoci a masticare l'acino, vedendo dove e come deve posizionarsi per la masticazione. Poi, con piena consapevolezza, diamo un morso e vediamo cosa succede, provando il gusto di quello che stiamo mangiando, e continuiamo a masticare.

Ancora senza ingoiarlo, notiamo le sensazioni che sono nate nella nostra bocca dal gusto, dalla masticazione e dal cambiamento del cibo masticato.

INGOIARE
- Quando ci sentiamo pronti, ingoiamo l'acino con consapevolezza, intenzionalmente e con coscienza.

SEGUIAMO LE SENSAZIONI
- Esperiamo cosa rimane dell'uva passa mentre scende nello stomaco e percepiamo tutte le sensazioni del corpo.

👇🏻

11/07/2024

⏰ Quando iniziare un percorso di psicoterapia?

Quando:

- ti senti bloccat* e non riesci a cambiare la tua situazione attuale;

- ti senti sotto stress e avresti bisogno di un aiuto "esterno", di un professionista.
I momenti stressanti si possono vivere in fasi di passaggio della nostra vita, come il matrimonio, la nascita di un figlio, ma anche l'adolescenza o l'ingresso nella fase adulta, una separazione o un lutto;

- manifesti dei sintomi fisici, come per esempio l'ansia, che ti condizionano nella quotidianità;

- hai la curiosità e senti la necessità di conoscere meglio te stess*, e di conoscere a fondo le tue dinamiche intrapsichiche;

- fai difficoltà nel costruire relazioni "sane", e ti ritrovi immers* nelle solite dinamiche, nelle relazioni di coppia e amicali.

Se stai facendo esperienza di uno di questi vissuti, e hai letto il post, ti starai ponendo qualche domanda.

Magari dentro di te sta nascendo l 'idea di chiedere il sostegno di un professionista, perché forse sei arrivat* alla consapevolezza che non puoi farcela più da sol*.

Una vocina dentro di te dice che è arrivato il tempo di cambiare, di prendere coraggio e iniziare a prendersi cura di sé.

Ps: la poltrona davanti alla mia, dove sono seduta e ho fatto il selfie, è molto comoda e accogliente!

05/07/2024

“Nulla ci perseguita quanto ciò che non diciamo”.
Mitch Albom

A volte quello che non tiriamo fuori rimane dentro di noi e ci appesantisce.

Piuttosto che tacere e tenersi tutto dentro, condividere un pensiero, una preoccupazione o un problema con qualcuno può dare un grande sollievo e ci fa sentire meglio.

Piuttosto che stare in silenzio, tiriamo fuori quello che non ci fa stare bene, altrimenti davvero saremo perseguitati dai nostri "fantasmi interiori", a discapito del nostro benessere psicofisico.

Tendi a tenere tutto dentro o ti piace parlarne con qualcuno a te vicino?

Buona giornata! ☀️

02/07/2024

Una bottiglia d'acqua al supermercato vale circa 0,80 centesimi.
In un buon ristorante o hotel può valere fino a 3 o 4 Euro.
In un aeroporto o anche dentro un aereo, fino a 5.00.

La bottiglia è la stessa, la marca anche, l'unica cosa che cambia è il luogo.
Ogni luogo dà un valore diverso allo stesso prodotto.

Quando ti senti nullo, o pensi di non valere niente, quando tutto intorno a te ti sminuisce, cambia posto, non stare lì.

Abbi il coraggio di cambiare aria e vai in un posto dove ti diano il valore che meriti e ti considerino per quello che sei.

Circondati di persone che apprezzano davvero quello che vali.

Non accontentarti.

02/07/2024

Riflettevo... Quando frequentavo la scuola di psicoterapia, alcuni professori dicevano che non si deve pensare ai pazienti usciti dalla porta dello studio.

Non ci dovremmo portare il lavoro a casa, altrimenti le storie dei pazienti ci appesantiscono e ci riempiono la testa.

E io ho sempre pensato: ma è possibile? Io ai miei pazienti ci penso, anche quando sono a casa, mentre faccio una camminata, quando parlo con qualcuno; li penso eccome.

Ogni storia è particolare: ed io ricordo ogni vissuto di ogni mio paziente, da quando anni fa facevo tirocinio durante gli studi ad oggi.

So quanto coraggio e quanta fiducia ci vuole per sedersi nella sedia di fronte a me: anche io sono stata dall'altra parte e ci sono ancora.

Non è da tutti avere la forza di guardarsi dentro, o magari a volte non si è pronti per farlo.

Se ripenso alle mie prime sedute come terapeuta e mi vedo oggi, mi sembra passata una vita: se sono quella che sono umanamente e professionalmente, lo sono grazie ai miei pazienti, vecchi e nuovi, che hanno deciso di riporre fiducia in me.

Io lo dico sempre, non mi sento di promettere ai pazienti che facendo un percorso con me saranno felici e risolveranno i loro problemi, ma prometto che mi impegno più che posso, ci metto tutto il mio sapere e tutto ciò che ho.

Se non ci fossero i pazienti la psicoterapia cosa sarebbe? Nulla, vuota. E invece è piena di storie, emozioni, lacrime e tormenti: è piena di vita.

Ecco, la terapia per un terapeuta non sono i 50 minuti della seduta, è molto di più, è pensare al paziente al di là del setting, e volere sempre il meglio per la persona che ha deciso di affidarsi a noi!

27/06/2024

2009-2024

Nel 2009 ero nel pieno degli studi universitari, avevo tanto entusiasmo e voglia di apprendere cose nuove.

Un lungo percorso fatto di studio, formazione, esperienze, tirocini, seminari e gruppi di lavoro.

A volte pensavo, e mi domandavo: "Dove arriverò? La strada mi sembra davvero tanto lunga!".

Oggi posso dire di aver raggiunto, diciamo, il mio obiettivo, con tanto impegno e tanta tanta determinazione.

E sono convinta che se si vuole davvero qualcosa, la si ottiene, con fatica e con costanza.

La pensi come me o credi che non tutto ciò che vogliamo sia realizzabile?

Scrivilo nei commenti se ti va! ❤

PS: nella foto del 2009 si vede comunque proprio la spensieratezza di quegli anni, un'altra vita... Momenti così, ludici e sereni, che mi hanno fatto essere quella che sono ora.

07/06/2024

Durante i colloqui a volte mi capita di sentire dire: “Vorrei una relazione, mi sento sola!".

È vero, ci si può sentire soli a volte, ma spesso cerchiamo una relazione per riempire un nostro vuoto interiore.

Proviamo un stato di malessere, sembra sempre che ci manchi qualcosa, ci sentiamo persi o abbiamo la sensazione di non provare più nulla a livello emotivo.

Andare alla ricerca di qualcuno che colmi questo vuoto potrebbe essere la soluzione?

Di cosa avresti davvero bisogno?

Si può stare bene con qualcun altro quando siamo prima di tutto in pace con noi stessi, col nostro mondo interiore, quando gli altri non hanno la funzione di colmare i nostri vuoti.

Una relazione è sana quando l'altro non riempie quello che ci manca.

Porsi della domande sulla propria condizione emotiva e psicologica è il primo passo per iniziare a prenderci cura di noi stessi e del nostro benessere.

E se non riusciamo a farlo da soli, possiamo sempre chiedere aiuto, sia ad una persona a noi vicina, che magari ad un professionista del settore.

Hai mai cercato una relazione perché sentivi il bisogno di dover colmare un vuoto dentro di te? Se ti va puoi raccontare la tua esperienza! 💗

06/06/2024

L'esperienza del lutto

Il lutto è un'esperienza che fa parte della vita. È un momento molto doloroso, a cui ognuno di noi può reagire in modo diverso.

Avevo 24 anni quando è mancata una persona a me molto cara: un'età in cui non si pensa alla morte, a maggior ragione se la persona che viene a mancare è una tua coetanea.

Ho versato tante lacrime, forse è stata la prima volta che la vita mi ha messo di fronte ad una grande sofferenza, un forte dolore: quante cose avremmo potuto fare ancora insieme? Saremmo dovute andare a prendere un caffè, che purtroppo non abbiamo mai preso...

Oggi, nel mio lavoro, mi capita di avere di fronte persone che stanno affrontando un lutto: la mia profonda empatia mi porta spesso a sentire tutto il loro dolore.

E rifletto, in seduta, su alcune parole che voglio condividere anche qui:


(Elena Bernabè)

Trovo che queste parole siano bellissime, profonde e ricche di significato. Alleviano un po' la sofferenza di un cuore ferito.

👇🏻

04/06/2024

La parola emozione deriva dal verbo latino “emovere", che significa rimuovere, trasportare fuori, scuotere, «mettere in movimento».

È una condizione psico-fisica che ci allontana dal nostro stato abituale, che ci fa muovere e ci dà una "scossa".

Un’emozione è una reazione attiva, un turbamento di uno stato emotivo di quiete ed equilibrio, accompagnato da stimoli fisici e psichici.

E come diceva Lucio Battisti: "Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi… emozioni…"

Non potremmo vivere senza la capacità di emozionarci, è fisiologico, fa parte di noi!

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