ANSPI Don Domenico Milella Bari

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Associazione Un Nuovo Mondo
Associazione Un Nuovo Mondo

L’Oratorio Circolo DON DOMENICO MILELLA nasce il 4 ottobre del 2020 con atto fondativo ufficiale

Vuole essere un luogo di aggregazione e di relazione in cui costruire un tessuto di amicizia e familiarità che favorisca la crescita nei valori cristiani delle nuove generazioni. L’Oratorio è luogo d’incontro e di fraternità; nelle attività e nelle iniziative si manifesta il desiderio di condividere la vita per superare l’isolamento e l’individualismo che caratterizza il nostro tempo. Dedicato a D

29/09/2022

***ATTENZIONE ***

Venerdì 30, in via del tutto eccezionale, la segreteria sarà aperta per ultimare le iscrizioni al catechismo dalle ore 15 alle ore 20. Si prega voler dare massima diffusione del presente avviso.
Lunedì alle ore 19 saranno completati gli elenchi dei gruppi e consegnati ai relativi catechisti.

Ricordiamo a tutti che già da domani 30 settembre entra in vigore l orario invernale che segue:
Messa giorni feriali e prefestivi ore 18.00
Messa giorni festivi ore 8.30, 10.30, 12.00

Pertanto la domenica pomeriggio non ci saranno celebrazioni.

18/09/2022

Auguri di vero cuore ai nostri ragazzi...

Paolo & Giorgia

16/07/2022

AVVISO CHIUSURA SEGRETERIA PARROCCHIALE

15/07/2022

Video momenti del compleanno di don Giovanni

15/07/2022

Buon compleanno don Giovanni... 🤩

15/07/2022

Questa sera festeggiamo il compleanno di don Giovanni Lorusso...
Vi aspettiamo nel Garden Anspi alle 20.00

24/06/2022

San Giovanni 2022 🥰

Photos from ANSPI Don Domenico Milella Bari's post 24/06/2022

San Giovanni 2022...
Grazie a tutti di ❤...
don Giovanni e Gianluca

22/06/2022

Dal 23 giugno ripartono le adesioni al CIRCOLO/ORATORIO ANSPI DON DOMENICO MILELLA

18/06/2022

Bari 17 giugno 2022

Giornata di Santificazione Sacerdotale

“Egli prese i cinque pani e i due pesci,
alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione,
li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla”.
Luca 9,16

Fratelli e sorelle carissimi,
desidero porgere a voi tutti un cordiale saluto e la mia vicinanza di pastore, in prossimità della Solennità del Corpus Domini, momento di grazia per tutta la Chiesa, chiamata a ritrovarsi intorno a Colui che, nel dono di sé, fece nuova ogni cosa.

Luca, nel brano citato, esprime tutta la forza dell’eucaristia che nella logica del dono condiviso trova la sua radice di grazia. Da qui, il “vivere la comunione secondo la misura del comandamento nuovo di Gesù significa camminare insieme nella storia come Popolo di Dio della nuova alleanza in corrispondenza al dono ricevuto (cfr. Gv 15,12-15)”1.

È a partire da queste considerazioni che ho avviato un prolungato discernimento condiviso, nell’intento di iniziare a comprendere e capire il cammino di questa nostra amata Chiesa di Bari-Bitonto. Inoltre, il Cammino Sinodale intrapreso ci ha aiutato a riflettere su come oggi la Chiesa possa ancora essere segno e strumento capace di offrire l’occasione di un incontro tra gli esseri umani e il Signore Gesù.

È stato un anno impegnativo ma ricco di incontri e confronto che tanto bene ha fatto al mio cuore di pastore. Colgo l’occasione per ringraziare quanti con la loro disponibilità e franchezza non mi hanno negato l’opportunità di riflettere e capire, al fine di operare alcune scelte iniziali per la vita diocesana.

Esprimo viva gratitudine e riconoscenza a don Vittorio Borracci, don Gaetano Coviello, mons. Domenico Falco, mons. Angelo Latrofa, don Vito Marziliano, don Michele Sardone e p. Leonardo Di Taranto, ofmcap, per il pluriennale impegno profuso a servizio della Chiesa tutta e dei singoli, negli uffici di curia da loro guidati. Il loro impegno ha segnato una fase importante del nostro cammino. Un particolare ricordo va a don Nicola Bonerba e don Vito Manchisi, recentemente scomparsi e da tutti noi amati per la loro dedizione e il loro amore a questa Comunità Ecclesiale.

Ogni situazione analizzata ha richiesto attenzione, confronto e preghiera da parte di ciascuno e sono grato ad ogni presbitero e laico coinvolto per la disponibilità, la generosità e la fiducia dimostrata. Sono, altresì, consapevole che momenti come questo non sono scevri da sofferenza per il distacco, soprattutto dopo anni di cammino e di condivisione, ma sono anche fonte di rigenerazione e di fecondità.

Ci ritroviamo, come spesso affermato, in un cambiamento d’epoca, in tal senso le scelte effettuate potranno esser suscettibili di una revisione, qualora le prospettive del cammino ecclesiale che si apre dovessero suggerire alcune necessarie modifiche alle strutture esistenti e alla Curia stessa.

Prima di passare a comunicare le nuove nomine, desidero esprimere ammirazione e gratitudine sincera al caro mons. Domenico Ciavarella, per tutti don Mimì, per il suo lungo servizio di Vicario Generale, con cui ha accompagnato non solo l’Arcivescovo Francesco Cacucci, ma anche la vita del nostro presbiterio. Sempre pronto e disponibile, amabile nel tratto, don Mimì non si è sottratto alle fatiche del suo ministero. Più volte egli mi ha chiesto di essere esonerato. Lo ringrazio per la pazienza avuta e per l’affetto con cui ha vissuto questo tempo, non facile, accanto a me.

Oggi accolgo la sua richiesta e nomino come Vicario Generale della nostra Arcidiocesi don Enrico D’Abbicco.

Tengo a precisare che gli avvicendamenti nei vari incarichi pastorali che vado a comunicare avranno seguito a partire dal 1° settembre 2022.

Don Mario Castellano, già direttore dell’Ufficio Liturgico della CEI, è nominato Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la pastorale.
Don Vito Piccinonna, già direttore della Caritas Diocesana, è nominato Vicario episcopale della Ca**tà e per la Cura e le Povertà del territorio.
Don Andrea Favale viene nominato Vicario episcopale per la formazione permanente dei presbiteri, dei diaconi e dei ministri istituiti e coordinatore dell’equipe di riferimento.
P. Luigi Gaetani è confermato Vicario Episcopale per la vita consacrata.
Don Angelo Garofalo è nominato Vicario episcopale per la Scuola e la Cultura e Delegato per la pastorale della scuola.
Don Gianni De Robertis, già direttore dell’Ufficio Migrantes della CEI, è nominato Vicario Episcopale per le periferie.
Don Francis Xavier Jagatha Papaiah, già vice economo diocesano, è nominato Economo Diocesano.
Don Giosy Mangialardi è nominato Delegato per i Servizi di amministrazione diocesana.
Don Giuseppe Bozzi, già membro dell’equipe dell’Ufficio Amministrativo, è nominato Presidente Istituto Sostentamento Clero.
Don Gianni Giusto viene nominato Padre Spirituale presso il Pontificio Seminario Regionale “Pio XI”.
Don Antonio Stizzi è nominato Delegato per la Pastorale Sanitaria.
Don Salvatore De Pascale è nominato Delegato per la Pastorale Missionaria.
Don Lino Modesto è nominato Delegato per la Caritas diocesana.
Prof. Floriano Scioscia è nominato Delegato per la Pastorale delle persone con disabilità.
Don Antonio Serio è nominato Delegato per il Catecumenato.
Don Francesco Ardito è nominato Vice economo e Delegato per il Servizio di Promozione del sostegno economico alla Chiesa (Sovve**re).
Don Francesco Misceo è nominato Delegato per la Pastorale universitaria.
Don Angelo Ranieri è nominato Membro dell’equipe dei Servizi di amministrazione diocesana, sezione confraternite.
Sono nominati membri dell’equipe per la Formazione Permanente dei presbiteri, dei diaconi e dei ministri istituiti: Mons. Mimì Ciavarella, Padre Franco Annicchiarico, don Alessandro Tanzi e don Massimo Ghionzoli.
Sono nominati membri dell’equipe per la Pastorale delle persone con disabilità: Prof.ssa Annalisa Caputo e don Alfonso Giorgio.
Come affermavo, non tutto è stato definito e altri passi ci attendono. Invito ciascuno ad affidare alla materna intercessione della Vergine Odegitria la vita di questa nostra Chiesa. Lo Spirito di Dio illumini il nostro cammino e, nella docilità del cuore, ci renda perseveranti nella fede e nel servizio ai fratelli.

✠ Giuseppe Satriano
Arcivescovo di Bari-Bitonto

05/06/2022

INAUGURAZIONE GARDEN ANSPI SUMMER 2022

INAUGURAZIONE GARDEN ANSPI 2022

27/05/2022

La Comunità Parrocchiale di San Cataldo ringrazia la Parrocchia Santissimo Sacramento Bari, nella persona del Parroco, don Giuseppe Sicolo, per la donazione dei nuovi arredi per il nostro ufficio parrocchiale.

Approfittiamo per ricordare a tutti che siamo alla ricerca di un Calcio Balilla, di un Tavolo da Biliardo e magari di un Flipper, in donazione, per l'Oratorio...

Grazie di cuore

Photos from ANSPI Don Domenico Milella Bari's post 15/05/2022

Festa San Cataldo 2022

08/05/2022

La mamma è un angelo senza ali che Dio ha voluto sulla Terra per tutti i suoi figli. Auguri a voi, mamme, che siete donne forti e coraggiose, il più bel regalo di tutti i nostri anni ora e per sempre.

Come Maria si è fatta carico della vita di suo figlio Gesù e ha donato sé stessa per lui, voi, mamme, non avete mai smesso di farvi carico delle nostre vite, di essere il nostro punto fermo.

Questo è solo uno dei giorni in cui dovremmo dirvi grazie...

05/05/2022

FESTA DEL SANTO PATRONO SAN NICOLA 2022

05/05/2022

SAN CATALDO 2022

17/04/2022

CRISTO E' VERAMENTE RISORTO... ALLELUJA!!!

16/04/2022

SABATO SANTO... il giorno del SILENZIO !!!

Se nel Giovedì Santo predomina la solennità dell’istituzione dell’Eucaristia e nel Venerdì Santo la mestizia, il dolore e la penitenza per la Passione e morte di Gesù, con la sua sepoltura; nel Sabato Santo invece predomina il silenzio, il raccoglimento, la meditazione, per Gesù che giace nel sepolcro prima della gioia della Domenica di Pasqua con l’annuncio della Risurrezione.

A partire dal IV secolo in alcuni luoghi, in questo giorno i candidati al Battesimo (catecumeni), facevano la loro pubblica professione di fede, prima di ve**re ammessi nella Chiesa, rito che avveniva poi nella Veglia di Pasqua.
Verso il XVI secolo, si cominciò con un’anticipazione della Vigilia alla mattina del Sabato Santo, forse perché non era consigliabile stare di notte fuori casa, ad ogni modo questa anticipazione al mattino del Sabato, è durata fino agli ultimi anni Cinquanta del XX secolo: verso le 10-11 del mattino del sabato si “scioglievano” la campane dai legami messi la sera del Giovedì Santo per l’annuncio della Risurrezione

Poi con la riforma liturgica Conciliare, tutto è ritornato come alle origini e il Sabato ha ripreso il significato del giorno della meditazione e penitenza; l’oscurità nelle chiese è totale, non vi sono celebrazioni liturgiche, né Sante Messe; è l’unico giorno dell’anno che non si può ricevere la Comunione, tranne nel caso di Viatico per gli ammalati gravi.
Tutto è silenzio nell’attesa dell’evento della Resurrezione. Quanto tempo restò sepolto nel sepolcro Gesù? Furono tre giorni non interi, dalla sera del Venerdì fino all’alba del giorno dopo la festa del Sabato ebraico, che oggi è la Domenica di Pasqua, ma che per gli Ebrei era il primo giorno della settimana; in tutto durò circa 40 ore.

15/04/2022

VENERDI SANTO in PASSIO DOMINI

La Chiesa sarà aperta dalle ore 7.00

La più grande lezione che Gesù ci dà nella passione, consiste nell’insegnarci che ci possono essere sofferenze, vissute nell’amore, che glorificano il Padre.
Spesso, è la “tentazione” di fronte alla sofferenza che ci impedisce di fare progressi nella nostra vita cristiana. Tendiamo infatti a credere che la sofferenza è sempre da evitare, che non può esserci una sofferenza “santa”. Questo perché non abbiamo ancora sufficientemente fatto prova dell’amore infinito di Dio, perché lo Spirito Santo non ci ha ancora fatto entrare nel cuore di Gesù. Non possiamo immaginarci, senza lo Spirito Santo, come possa esistere un amore più forte della morte, non un amore che impedisca la morte, ma un amore in grado di santificare la morte, di pervaderla, di fare in modo che esista una morte “santa”: la morte di Gesù e tutte le morti che sono unite alla sua.
Gesù può, a volte, farci conoscere le sofferenze della sua agonia per farci capire che dobbiamo accettarle, non fuggirle. Egli ci chiede di avere il coraggio di rimanere con lui: finché non avremo questo coraggio, non potremo trovare la pace del suo amore.
Nel cuore di Gesù c’è un’unione perfetta fra amore e sofferenza: l’hanno capito i santi che hanno provato gioia nella sofferenza che li avvicinava a Gesù.
Chiediamo umilmente a Gesù di concederci di essere pronti, quando egli lo vorrà, a condividere le sue sofferenze. Non cerchiamo di immaginarle prima, ma, se non ci sentiamo pronti a viverle ora, preghiamo per coloro ai quali Gesù chiede di viverle, coloro che continuano la missione di Maria: sono più deboli e hanno soprattutto bisogno di essere sostenuti.

*******

La celebrazione si svolge in tre momenti: Liturgia della Parola, Adorazione della Croce, Comunione eucaristica.
In questo giorno la santa comunione ai fedeli viene distribuita soltanto durante la celebrazione della Passione del Signore; ai malati, che non possono prendere parte a questa celebrazione, si può portare la comunione in qualunque ora del giorno.
Il sacerdote e il diacono indossano le vesti di color rosso, come per la Messa.
Si recano poi all’altare e, fatta la debita riverenza, si prostrano a terra o, secondo l’opportunità, s’inginocchiano. Tutti, in silenzio, pregano per breve tempo.

14/04/2022

Il Giovedi dell'Amore... Giovedi santo in Coena Domini ore 19.30

Il Giovedi che noi definiamo dell'istituzione dell'Eucarestia è innanzitutto il giorno dell'amore. "Non c'è amore più grande che dare la vita per i propri amici"(Gv 15, 12) dirà Gesù in un secondo momento ai suoi discepoli, delineando che la confidenza che lui nutre nei loro riguardi è speculare dell'intimità che lui da sempre vive con il Padre. Che per loro (e per tutti) lui darà la vita lo vedremo al momento della cattura, del processo e della condanna a morte, ma adesso ne abbiamo un saggio ordinario in questo episodio della Cena nel quale si innesta la lavanda dei piedi. Cena e lavanda sono infatti elementi costitutivi dell'amore sincero, che è donazione incondizionata e sacrificata per l'altro, senza riserve e senza retoriche.
Consumare un pasto insieme era per gli Ebrei un atto di reciproca accettazione e di accoglienza, una concretizzazione della comunione e della concordia, come del resto è evincibile nella disposizione della Cena commemorativa della Pasqua ebraica (I lettura) dove la famiglia era riunita attorno alla pietanza di un agnello e qualora essa fosse troppo piccola doveva associarsi a un altro nucleo familiare più vicino. Consumare l'agnello con i fianchi cinti, i calzari ai piedi e il bastone in mano era commemorativo della salvezza avvenuta per opera del Signore nel passaggio del Mar Rosso; per ciò stesso sottendeva all'unità e alla comunione di tutto il popolo, all'amicizia e alla condivisione.
Con Gesù che raduna i suoi attorno alla tavola per una Cena, avviene che concordia, comunione, condivisione e sinergia siano un riflesso dell'amore fra il Padre e il Figlio. In altre parole, i discepoli vivono il vincolo di comunione per il semplice fatto che il Padre ama Gesù fin dall'inizio, Questi ama il Padre e di questo amore essi vengono resi partecipi. Gesù li ama "fino alla fine" e non li chiama più servi ma amici perché tutto quello che ha udito dal Padre lo ha fatto conoscere a loro (Gv 15, 15). Non solo accettazione e accoglienza, ma amore. Esso si attualizza nella condivisione del pasto, nello spezzare il pane che in ambito ebraico è segno eloquente dell'autoconsegna da parte del padre di famiglia, e soprattutto in questo gesto "anomalo" della lavanda dei piedi, che non ha bisogno di commenti. Lavare i piedi era proprio degli schiavi e degli inservienti e proprio come un servo, anzi come uno chiavo, Gesù si china a lavarli a ciascuno dei suoi discepoli, per esprimere concretamente la profondità dell'amore di autodonazione e di accoglienza. Un autore a me ignoto diceva che sotto la pianta dei piedi della gente vi è l'impronta della strada che hanno percorso; potremmo aggiungere che Gesù in questo lavacro accoglie quindi anche i percorsi della loro vita, la loro storia, la loro identità e la loro vicenda di appartenere a lui adesso come non mai. Nella lavanda purifica le devianze che questi percorsi di vita hanno subito, estingue la putredine dei luoghi inopportuni che hanno raggiunto, lava il sordido dei passi che hanno fatto per compiere azioni insane o atti inappropriati. Il pediluvio di Gesù abilita così gli apostoli a nuovi sentieri percorribili in forza del suo amore, aprendo in loro rinnovata speranza e motivando fiducia e ca**tà.
"Come ho fatto io, cosi fate anche voi." Nello stesso amore di cui siamo stati resi destinatari, occorre che perseveriamo perché non si banalizzi il dono che Dio in Gesù ci ha fatto di se stesso, perché non si estingua il rigore della ca**tà che deve diventare il distintivo della nostra scelta cristiana.
A tal proposito sorge spontanea una domanda: come mai, a differenza degli altri evangelisti, Giovanni tace sull'istituzione dell'Eucarestia, fermandosi alla sola Cena e alla lavanda dei piedi? Secondo alcuni esegeti ciò sarebbe dovuto al fatto che Giovanni redige il suo scritto in tempi molto posteriori, quando ormai nelle comunità "lo spezzare il pane" è diventato consuetudinario, forse distaccato dal suo senso reale originario. Non c'è più il fervore della comunione fra i credenti e se anche si è consapevoli dell'amore di cui si è parlato, non lo si vive più con la stessa intensità, mentre si consuma il pasto eucaristico. Ecco che allora Giovanni tende ad estrapolare il "nocciolo" della celebrazione eucaristica, ossia l'amore oltremisura di Gesù che si rende anche nostro cibo nelle famose parole "Questo è il mio Corpo", pronunciando le quali il pane non è più pane ma diventa in suo Corpo reale. Alle parole "Questo è il calice dell'alleanza" il vino non è più vino ma è lo stesso sangue che lui spargerà sulla croce.
Credere nella presenza sostanziale di Gesù nelle specie eucaristiche non è sufficiente in effetti se si esclude che questo scaturisca dall'amore incondizionato di Gesù per noi, perché appunto lo stesso Corpo e Sangue del Signore sono prefigurazione della massima espressione dell'amore che è la croce. E neppure è conveniente cibarsi di codesto Sacramento qualora assumendolo si esclude la necessità di creare comunione fra di noi e con gli altri, diventando un riverbero dell'amore dello stesso Cristo.

Adorazione Eucaristica presso Altare della Reposizione ore 22.30

06/04/2022

Settimana Santa 2022

*Domenica delle Palme*
*Sabato 09 aprile*
Ore 17.00 Bambini Iniziazione
Ore 19.00 Santa Messa con Benedizione delle Palme

*Domenica 10 aprile*
Ore 08.30 Santa Messa con Benedizione delle Palme
Ore 10.30 Processione e Benedizione delle Palme dal piazzale parrocchiale e Santa Messa

*Giovedi Santo in Coena Domini 14 aprile*
Ore 17 .00 Bambini catechismo
Ore 19.30. Celebrazione in Coena Domini
Ore 22.30 Adorazione Comunitaria

*Venerdì Santo 15 aprile*
Ore 09.00 Ufficio delle letture
Ore 15.00 Passione del Signore
Ore 18.30 via Crucis per le vie del quartiere.

*Sabato santo 16 aprile*
Veglia Pasquale ore 23.00

*Domenica di Pasqua 17 aprile*
Sante Messe 8.30 e 11.00

*Lunedi dell'Angelo 18 aprile (Pasquetta)*
Santa Messa solo ore 09.00

22/03/2022

Vi ricordiamo che sabato 26 marzo entra in vigore l'ora legale... Andiamo avanti di 1 ora...
Di conseguenza, domenica 27 le celebrazioni osserveranno l'orario in vigore...

02/03/2022

Ritornare a essere umani

Messaggio per la Quaresima 2022 di S.E. Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto

Alle sorelle e ai fratelli del popolo di Dio,
ai fratelli presbiteri, alle sorelle e ai fratelli della vita religiosa e consacrata che sono nella Chiesa di Bari-Bitonto

Carissime sorelle e Carissimi fratelli,

a un anno di distanza dal mio ingresso in diocesi, ringrazio il Signore per il dono della vita e ringrazio, ancora una volta, tutti voi per la preghiera con cui mi sostenete. Stiamo entrando nel tempo forte ella Quaresima, tempo in cui rimettere al centro la sfida di un nuovo “esodo” da vivere. Un tempo, come ebbe a dire il caro don Tonino Bello, che ci coinvolge “dalla testa ai piedi”. Dall’imposizione delle ceneri, infatti, alla lavanda dei piedi siamo invitati a camminare in profondità di vita, sapendo declinare la fede per discernere la presenza del Signore che parla ai nostri cuori.

Le tragiche giornate che il mondo sta vivendo intorno alla vicenda dell’Ucraina dicono quanto l’umanità non sappia cogliere il valore e il dono che è ogni essere umano. Del resto, i profughi morti alle frontiere ne sono stati un triste presagio. Spesso interpretiamo l’esistere come “rapina”, prepotenza, sopraffazione. Tutto questo è frutto di un’alleanza tradita, di una logica di peccato che rifiuta Dio e il fratello come compagni di viaggio. Si cade spesso nell’illusione che autoreferenzialità e autodeterminazione siano le strade più semplici e più giuste per realizzare quel sogno di pienezza, di pace e di felicità che alberga nel cuore di ciascuno. Fermiamoci, come ci ha chiesto il Papa, in una particolare giornata di digiuno e preghiera per l’Ucraina.

Anche l’emergenza lavorativa bussa alle porte dei nostri territori e delle nostre case, richiedendo da parte di tutti maggiore attenzione. Con la Caritas diocesana andiamo individuando strade opportune per meglio esprimere la nostra solidarietà riguardo a tali situazioni drammatiche.

La Quaresima, in questo contesto, diviene appello urgente a disfarci dell’uomo vecchio per rivestirci dell’uomo nuovo, che in Cristo, morto e risorto, trova la sua configurazione più autentica. Ritornare a essere umani è l’invito seminato nelle pieghe di questi quaranta giorni di cammino. Non si tratta semplicemente di un processo di socializzazione, ma di un percorso di fede. Saper ritrovare il progetto primigenio sulla nostra umanità nasce da uno sguardo limpido che, solo guardando in alto, sa riscoprire le ragioni della dignità di sé e dell’altro.

Guardare a Cristo, posto in alto sulla croce, guarisce sguardi e cuori ricchi di idolatria, restituendo alla vita la consapevolezza dell’amore grande e senza misura di Gesù, in cui crescere e maturare per ridare all’umano la sua bellezza cristallina.

Torniamo a Cristo, non attraverso scelte moralistiche, ma mediante un’autentica conversione del cuore. Torniamo al Suo amore liberante ed esigente, che, nella logica del dono e del noi, attesta quello stile conformante al Vangelo con cui affrontare le sfide di ogni giorno.

È qui la sorgente a cui siamo chiamati per attingere la freschezza del vivere e quella tenacia a cui il Papa ci invita con il monito di Paolo ai Galati: “Non stanchiamoci di fare il bene” (Gal. 6,9). Dopo due anni dolorosi per tutti, che ci hanno piegato nell’intimo, oggi siamo chiamati a rialzarci con fiducia sapendo fare tesoro di quanto abbiamo imparato, rilanciando quei valori relazionali che intessono la trama di un vivere sociale ed ecclesiale.

Desidero ringraziare ciascuno di voi per l’entusiasmo e la gioia che andate vivendo nel realizzare gli spazi sinodali. Questa palestra di confronto e partecipazione, aperta a tutti, sta segnando tante nostre comunità nel rinnovare uno stile di Chiesa che sempre più dev’essere animato dall’ascolto e dal confronto costruttivo.

Ringrazio il nostro laicato che si è messo in cammino con fiducia, dando prova del desiderio di servire questa nostra Chiesa con sincera disponibilità e amore. Un forte abbraccio fraterno a tutti i sacerdoti che tra diverse difficoltà stanno accompagnando questo processo non semplice, ma bello. Viva vicinanza e gratitudine a coloro – laici, religiosi e sacerdoti – che hanno accettato di coordinare questo tempo del Cammino Sinodale: il vostro prezioso lavoro porti frutti maturi al nostro cammino ecclesiale.

Infine alcune notizie di famiglia che sento necessario comunicare e per le quali chiedo preghiere.

Innanzitutto il 12 marzo p.v. ospiteremo un interessante momento sinodale: tutti i vescovi pugliesi, nella Basilica di San Nicola, vivranno momenti di confronto con i giovani della Puglia, provenienti dalle varie diocesi.
Preghiamo per due nostri giovani diaconi, Francesco Cirella e Francesco Misceo, che nella vigilia di San Giuseppe verranno ordinati presbiteri.
Un appuntamento importante saranno le giornate di fraternità sacerdotale che vivremo dal 29 marzo al 1 aprile a Cassano, momento di preghiera e di confronto che vedranno insieme sacerdoti e vescovo.
A(t)tratti, è l’iniziativa a cui, ogni lunedì sera di quaresima, il vescovo invita i giovani della diocesi, per condividere un percorso in cui si intrecciano la bellezza dell’arte, l’ascolto della Parola e l’adorazione del Crocifisso, nello stile della comunità di Taizé.
Auguro a ciascuno un buon cammino quaresimale: prepariamoci a entrare nel Triduo santo per vivere l’esperienza di misericordia e di vita nuova che la Pasqua ci dona.

Nell’assicurarvi il mio ricordo orante, soprattutto per chi soffre di più, mi affido alla vostra preghiera. Con affetto grande.

Vostro
✠ don Giuseppe, Vescovo

Bari, 1 Marzo 2022

Festa di Maria SS. Odegitria

Ritornare a essere umani

Messaggio per la Quaresima 2022 di S.E. Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto

Alle sorelle e ai fratelli del popolo di Dio,
ai fratelli presbiteri, alle sorelle e ai fratelli della vita religiosa e consacrata che sono nella Chiesa di Bari-Bitonto

Carissime sorelle e Carissimi fratelli,

a un anno di distanza dal mio ingresso in diocesi, ringrazio il Signore per il dono della vita e ringrazio, ancora una volta, tutti voi per la preghiera con cui mi sostenete. Stiamo entrando nel tempo forte ella Quaresima, tempo in cui rimettere al centro la sfida di un nuovo “esodo” da vivere. Un tempo, come ebbe a dire il caro don Tonino Bello, che ci coinvolge “dalla testa ai piedi”. Dall’imposizione delle ceneri, infatti, alla lavanda dei piedi siamo invitati a camminare in profondità di vita, sapendo declinare la fede per discernere la presenza del Signore che parla ai nostri cuori.

Le tragiche giornate che il mondo sta vivendo intorno alla vicenda dell’Ucraina dicono quanto l’umanità non sappia cogliere il valore e il dono che è ogni essere umano. Del resto, i profughi morti alle frontiere ne sono stati un triste presagio. Spesso interpretiamo l’esistere come “rapina”, prepotenza, sopraffazione. Tutto questo è frutto di un’alleanza tradita, di una logica di peccato che rifiuta Dio e il fratello come compagni di viaggio. Si cade spesso nell’illusione che autoreferenzialità e autodeterminazione siano le strade più semplici e più giuste per realizzare quel sogno di pienezza, di pace e di felicità che alberga nel cuore di ciascuno. Fermiamoci, come ci ha chiesto il Papa, in una particolare giornata di digiuno e preghiera per l’Ucraina.

Anche l’emergenza lavorativa bussa alle porte dei nostri territori e delle nostre case, richiedendo da parte di tutti maggiore attenzione. Con la Caritas diocesana andiamo individuando strade opportune per meglio esprimere la nostra solidarietà riguardo a tali situazioni drammatiche.

La Quaresima, in questo contesto, diviene appello urgente a disfarci dell’uomo vecchio per rivestirci dell’uomo nuovo, che in Cristo, morto e risorto, trova la sua configurazione più autentica. Ritornare a essere umani è l’invito seminato nelle pieghe di questi quaranta giorni di cammino. Non si tratta semplicemente di un processo di socializzazione, ma di un percorso di fede. Saper ritrovare il progetto primigenio sulla nostra umanità nasce da uno sguardo limpido che, solo guardando in alto, sa riscoprire le ragioni della dignità di sé e dell’altro.

Guardare a Cristo, posto in alto sulla croce, guarisce sguardi e cuori ricchi di idolatria, restituendo alla vita la consapevolezza dell’amore grande e senza misura di Gesù, in cui crescere e maturare per ridare all’umano la sua bellezza cristallina.

Torniamo a Cristo, non attraverso scelte moralistiche, ma mediante un’autentica conversione del cuore. Torniamo al Suo amore liberante ed esigente, che, nella logica del dono e del noi, attesta quello stile conformante al Vangelo con cui affrontare le sfide di ogni giorno.

È qui la sorgente a cui siamo chiamati per attingere la freschezza del vivere e quella tenacia a cui il Papa ci invita con il monito di Paolo ai Galati: “Non stanchiamoci di fare il bene” (Gal. 6,9). Dopo due anni dolorosi per tutti, che ci hanno piegato nell’intimo, oggi siamo chiamati a rialzarci con fiducia sapendo fare tesoro di quanto abbiamo imparato, rilanciando quei valori relazionali che intessono la trama di un vivere sociale ed ecclesiale.

Desidero ringraziare ciascuno di voi per l’entusiasmo e la gioia che andate vivendo nel realizzare gli spazi sinodali. Questa palestra di confronto e partecipazione, aperta a tutti, sta segnando tante nostre comunità nel rinnovare uno stile di Chiesa che sempre più dev’essere animato dall’ascolto e dal confronto costruttivo.

Ringrazio il nostro laicato che si è messo in cammino con fiducia, dando prova del desiderio di servire questa nostra Chiesa con sincera disponibilità e amore. Un forte abbraccio fraterno a tutti i sacerdoti che tra diverse difficoltà stanno accompagnando questo processo non semplice, ma bello. Viva vicinanza e gratitudine a coloro – laici, religiosi e sacerdoti – che hanno accettato di coordinare questo tempo del Cammino Sinodale: il vostro prezioso lavoro porti frutti maturi al nostro cammino ecclesiale.

Infine alcune notizie di famiglia che sento necessario comunicare e per le quali chiedo preghiere.

Innanzitutto il 12 marzo p.v. ospiteremo un interessante momento sinodale: tutti i vescovi pugliesi, nella Basilica di San Nicola, vivranno momenti di confronto con i giovani della Puglia, provenienti dalle varie diocesi.

Preghiamo per due nostri giovani diaconi, Francesco Cirella e Francesco Misceo, che nella vigilia di San Giuseppe verranno ordinati presbiteri.

Un appuntamento importante saranno le giornate di fraternità sacerdotale che vivremo dal 29 marzo al 1 aprile a Cassano, momento di preghiera e di confronto che vedranno insieme sacerdoti e vescovo.

A(t)tratti, è l’iniziativa a cui, ogni lunedì sera di quaresima, il vescovo invita i giovani della diocesi, per condividere un percorso in cui si intrecciano la bellezza dell’arte, l’ascolto della Parola e l’adorazione del Crocifisso, nello stile della comunità di Taizé.
Auguro a ciascuno un buon cammino quaresimale: prepariamoci a entrare nel Triduo santo per vivere l’esperienza di misericordia e di vita nuova che la Pasqua ci dona.

Nell’assicurarvi il mio ricordo orante, soprattutto per chi soffre di più, mi affido alla vostra preghiera. Con affetto grande.

Vostro
✠ don Giuseppe, Vescovo

Bari, 1 Marzo 2022

Festa di Maria SS. Odegitria

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...un ponte sociale d’amore tra la Parrocchia ed il quartiere, tra i giovani e gli anziani...

Fondata il 4 ottobre 2020.

Una “sfida” che ci si propone di fare per far si che i ragazzi del quartiere si sentano davvero parte di esso fino in fondo anche nelle attività oratoriali.

E’ un Circolo A.N.S.P.I., cioè fa parte dell’Associazione Nazionale San Paolo Italia, ed ha sede presso la Parrocchia stessa.

Cos’è L’Anspi?

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... e si condivide anche la cena ❤️

Telefono

Indirizzo


Bari
70132

Orario di apertura

Martedì 17:00 - 21:30
Mercoledì 17:00 - 21:30
Giovedì 17:00 - 21:30
Venerdì 17:00 - 21:30
Sabato 16:00 - 21:30
Domenica 17:00 - 21:30

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