Parrocchia San Nicola Licignano

Parrocchia San Nicola Licignano

Comunità parrocchiale san Nicola di Bari- Licignano.

17/11/2023

VANGELO DEL GIORNO
(LC 17,26-37)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva. Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata». Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il ca****re, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».

COMMENTO
Quando verrà il Signore? Quando ognuno di noi passerà dal tempo all’eternità? Quando avverranno cieli nuovi e terra nuova? Quando Regno di Dio e regno del principe del mondo saranno separati in eterno? Gesù non dona alcuna risposta. Ci offre però due esempi che dicono repentinità e imprevedibilità degli ultimi eventi: il diluvio universale e la distruzione di Sodoma e Gomorra. Un attimo prima si era in vita, un attimo dopo si era già nella morte perché divorati dalle acque o dal fuoco e zolfo caduti dal cielo. Dal tempo all’eternità il tempo è brevissimo. Basta un secondo.

Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra; nell’anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono. Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti. In quello stesso giorno entrarono nell’arca Noè, con i figli Sem, Cam e Iafet, la moglie di Noè, le tre mogli dei suoi tre figli; essi e tutti i viventi, secondo la loro specie, e tutto il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili che strisciano sulla terra, secondo la loro specie, tutti i volatili, secondo la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati. Vennero dunque a Noè nell’arca, a due a due, di ogni carne in cui c’è il soffio di vita. Quelli che venivano, maschio e femmina d’ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio. Il Signore chiuse la porta dietro di lui.

Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono l’arca, che s’innalzò sulla terra. Le acque furono travolgenti e crebbero molto sopra la terra e l’arca galleggiava sulle acque. Le acque furono sempre più travolgenti sopra la terra e coprirono tutti i monti più alti che sono sotto tutto il cielo. Le acque superarono in altezza di quindici cubiti i monti che avevano ricoperto. Perì ogni essere vivente che si muove sulla terra, uccelli, bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano sulla terra e tutti gli uomini. Ogni essere che ha un alito di vita nelle narici, cioè quanto era sulla terra asciutta, morì. Così fu cancellato ogni essere che era sulla terra: dagli uomini agli animali domestici, ai rettili e agli uccelli del cielo; essi furono cancellati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell’arca. Le acque furono travolgenti sopra la terra centocinquanta giorni (Gen 7,10-24).

Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Soar, quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale. Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era fermato alla presenza del Signore; contemplò dall’alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace. Così, quando distrusse le città della valle, Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe, mentre distruggeva le città nelle quali Lot aveva abitato (Gen 19,23-29).

Poiché non c’è neanche il tempo di pentirsi, chiedere perdono, invocare la misericordia del Signore, sempre si deve stare pronti a lasciare il tempo. Nell’eternità non c’è più alcuna possibilità di pentimento. Lì c’è solo spazio per il giudizio eterno.

Siamo tutti avvisati. La Parola di Gesù è eternamente vera. Nessun uomo ha potere su di essa. Chi la modifica o la cambia, si assuma le sue responsabilità eterne.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che i cristiani credano con fede convinta nella Parola.

16/11/2023

VANGELO DEL GIORNO
(LC 17,20-25)

In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».

COMMENTO
Il Cristo di Dio è venuto. Ha compiuto la sua missione. Con l’ascensione la sua presenza in mezzo a noi si è fatta invisibile. Non tornerà più in un corpo di carne. Si può però manifestare a singole persone. Saulo è ne il grande testimone.

Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. Saulo allora si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda. C’era a Damasco un discepolo di nome Anania. Il Signore in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, ve**re a imporgli le mani perché recuperasse la vista». Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore gli disse: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d’Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono (At 9, 1-19).

Sappiamo che Gesù verrà nell’ultimo per giorno in una visibilità universale. Nessuno però conosce il giorno e neanche l’ora. San Paolo ne parla ma in chiave misteriosa.

Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente. Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti verrà l’apostasia e si rivelerà l’uomo dell’iniquità, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra ogni essere chiamato e adorato come Dio, fino a insediarsi nel tempio di Dio, pretendendo di essere Dio. Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, io vi dicevo queste cose? E ora voi sapete che cosa lo trattiene perché non si manifesti se non nel suo tempo. Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo colui che finora lo trattiene. Allora l’empio sarà rivelato e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà con lo splendore della sua venuta. La venuta dell’empio avverrà nella potenza di Satana, con ogni specie di miracoli e segni e prodigi menzogneri e con tutte le seduzioni dell’iniquità, a danno di quelli che vanno in rovina perché non accolsero l’amore della verità per essere salvati. Dio perciò manda loro una forza di seduzione, perché essi credano alla menzogna e siano condannati tutti quelli che, invece di credere alla verità, si sono compiaciuti nell’iniquità (2Ts 2,1-12).

Gesù ci avverte. Lui non tornerà più nella carne. Ogni Messia nella carne è falso.
Quando Gesù verrà nessuno lo dirà ad un altro. Tutti lo vedranno nello stesso istante.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che non cadiamo nelle trappole dei falsi profeti.

15/11/2023
15/11/2023

VANGELO DEL GIORNO
(LC 17,11-19)

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

COMMENTO
I dieci lebbrosi sono simbolo di quanti si accostano al Signore perché bisognosi di qualche grazia. Se non avessero bisogno, mai si accosterebbero a Lui. Sono nella necessità e vi ricorrono. Gesù, pietoso, misericordioso, ricco di compassione, concede la grazia. Dona quanto si chiede. Chiede però che vengano osservate le leggi rituali. Una volta che il miracolo è stato dato, nove se ne vanno per la loro strada. Uno torma a ringraziare il suo benefattore. Ma basta ringrazia per essere nella fede che salva? La fede che salva è quando si passa dalla richiesta per il corpo alla richiesta per l’anima. Per questo però non basta più osservare le regole rituali, si deve entrare nella piena obbedienza alla Parola del Signore. Si deve passare dal miracolo al Vangelo. Il miracolo non è il fine. Esso è il mezzo che deve portarci nel Vangelo. Lo possiamo definire come un carro. Si sale sul carro non per girare su se stessi, ma per giungere ad una meta precisa. La meta del carro del miracolo è l’approdo nel Vangelo, nella Parola di Gesù, nel suo Comandamento. Nella Parola è la vera salvezza. Nei Vangeli poche volte assistiamo a questo approdo nella Parola. Esso però avviene.

Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea (Gv 4,46-54).

Vegliare che dalla grazia ottenuta si passi nel Vangelo è obbligo di ogni ministro della Parola e di ogni altro discepolo di Gesù che invita ad andare a Cristo Signore o anche alla Madre di Dio o ai Santi per ricevere una grazia, un miracolo, una particolare benedizione o liberazione da un qualche male. Se non si passa nel Vangelo, la salvezza eterna dell’anima è a rischio. Gesù lo dice: “A che serve ad un uomo guadagnare il mondo intero e poi perdere l’anima?”. Vale la pena essere guarita dalla lebbra del corpo e rimanere nella lebbra dell’anima e dello spirito perché si trasgrediscono i Comandamenti e la Legge del Signore? Gesù sempre ha rivelato non solo l’inutilità del miracolo, ma anche l’altissima responsabilità eterna per quanti non si sono convertiti al Vangelo. Il miracolo ha solo questo fine: aiutare la conversione.

Dio, il Signore, mette l’uomo nelle condizioni di accostarsi a Lui per chiedere una grazia. Lui dona la grazia per attestare la sua verità e la verità di ogni sua Parola. Ottenuta la grazia, finisce l’opera invisibile del Signore, inizia l’opera visibile dei ministri della Parola e di ogni altro discepolo di Gesù. Essi devono aiutare colui che ha ricevuto la grazia a collocarsi nella Parola, nel Vangelo, vivere nel corpo di Cristo, essere vero figlio della Chiesa, vero suo missionario per indicare a molti altri la via della vera vita. È quanto è avvenuto con la Donna di Samaria: Gesù ha guarito il suo spirito e lei subito a portato tutto il suo villaggio a Lui. Il miracolo è stato vero segno della fede.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni preghiera esaudita diventi vera salvezza.

14/11/2023

VANGELO DEL GIORNO
(LC 17,7-10)

In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

COMMENTO
Cosa è stato ordinato all’uomo? La risposta viene a noi attraverso il profeta Michea. Quest’uomo vorrebbe fare tante cose per il suo Signore. Esse però non sono state ordinate da Lui. A Lui non sono gradite. Non sono dalla sua volontà, cuore, mente.

«Con che cosa mi presenterò al Signore, mi prostrerò al Dio altissimo? Mi presenterò a lui con olocausti, con vitelli di un anno? Gradirà il Signore migliaia di montoni e torrenti di olio a miriadi? Gli offrirò forse il mio primogenito per la mia colpa, il frutto delle mie viscere per il mio peccato?». Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la bontà, camminare umilmente con il tuo Dio. La voce del Signore grida alla città e chi ha senno teme il suo nome: «Ascoltate, tribù e assemblea della città. Ci sono ancora nella casa dell’empio i tesori ingiustamente acquistati e una detestabile efa ridotta? Potrò io giustificare le bilance truccate e il sacchetto di pesi falsi? I ricchi della città sono pieni di violenza e i suoi abitanti proferiscono menzogna; le loro parole sono un inganno! Allora anch’io ho cominciato a colpirti, a devastarti per i tuoi peccati. Mangerai, ma non ti sazierai, e la tua fame rimarrà in te; metterai da parte, ma nulla salverai; e se qualcosa salverai, io lo consegnerò alla spada. Seminerai, ma non mieterai; frangerai le olive, ma non ti ungerai d’olio; produrrai mosto, ma non berrai il vino. Tu osservi gli statuti di Omri e tutte le pratiche della casa di Acab, e segui i loro progetti, perciò io farò di te una desolazione, i tuoi abitanti oggetto di scherno e subirai l’obbrobrio del mio popolo» (Mi 6,6-16).

Cosa ha chiesto il Signore ai figli d’Israele? La perfetta osservanza della sua Legge, dei suoi Statuti e Comandamenti. Dio chiede solo l’obbedienza, tutta l’obbedienza a tutta la sua Legge. Altro non chiede, altro non va fatto. Cosa chiede Gesù ai suoi discepoli? Che mettano in pratica la sua Parola. Al suo Vangelo Lui chiede perfetta obbedienza, domanda tutta l’obbedienza, senza mai ve**re meno ad essa. Quando la nostra obbedienza è perfetta, allora ci si deve dichiarare servi inutili. Perché inutili? Perché ogni altra cosa la farà per noi il nostro Dio, secondo la sua promessa.

Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella. Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare, voi che mangiate un pane di fatica: al suo prediletto egli lo darà nel sonno. Ecco, eredità del Signore sono i figli, è sua ricompensa il frutto del grembo. Come frecce in mano a un guerriero sono i figli avuti in giovinezza. Beato l’uomo che ne ha piena la faretra: non dovrà vergognarsi quando verrà alla porta a trattare con i propri nemici (Sal 127 (126) 1-5).

Se il Signore non mette la sua benedizione, il cielo è di rame, la terra di ferro, gli alberi di pietra, le piante di marmo, gli anima di stoppa, ogni altra cosa per noi diviene p**a. Mentre quando tutto si fa dall’obbedienza alla Parola, la benedizione del Signore riempie cuore, anima, spirito, mente, casa. Non si ha niente nella benedizione e il niente è tutto. Nella non benedizione si ha tutto e il tutto si trasforma in un niente. Si mangia, ma non ci si sazia, si beve e non ci si disseta, ci si copre ma non ci si ripara.

Uno dei compiti legati alla missione apostolica è quello di insegnare non il Vangelo, ma a vivere il Vangelo mostrando come esso va vissuto in ogni momento della nostra quotidiana esistenza. Si deve insegnare ad obbedire al Vangelo, obbedendo. Se non si obbedisce neanche si può insegnare come si obbedisce. Gesù ha chiesto il rinnegamento e si è rinnegato. Ha chiesto di prendere la croce e l’ha presa. Ha chiesto di vivere la Parola e l’ha vissuta tutta, senza tralasciare di essa neanche un trattino. Lui è il vero servo inutile. Ha fatto quanto gli è stato chiesto di fare. Ogni altra cosa l’ha fatta per Lui il Padre: lo ha innalzato nel più alto dei cieli e lo ha costituito Signore.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che la nostra obbedienza al Vangelo sia perfetta.

13/11/2023

VANGELO DEL GIORNO
(LC 17,1-6)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

COMMENTO
Possiamo paragonare lo scandalo ad un fiammifero con il quale si accende un mucchio di foglie secche in una foresta. In poco tempo, le fiamme, alimentate dal forte vento incendiano tutta la foresta. La foresta per crescere ha impiegato secoli. Per essere ridotta in cenere sono stati sufficienti poche ore. Abbiamo impiegato secoli a costruire la morale vera, secondo Dio, nel cuore degli uomini. Sono bastati pochi anni di scandali fatti di parole e di opere e stiamo cancellando i segni del vero Dio nel cuore dell’intera umanità. Oggi il male viene diffuso con arte diabolica sempre nuova. Satana veramente si sta vestendo da angelo di ca**tà, misericordia, accoglienza, compassione, uguaglianza, indifferenza, indeterminazione, per abbattere le Legge del Signore, la sua Parola, unica fonte della verità e della giustizia, del diritto e dell’obbedienza alla grazia.

Satana vestendosi da angelo di amore è riuscito a cancellare dalla religione ogni verità del mistero della Trinità, Incarnazione, Redenzione, Salvezza, Giustificazione, Santificazione, Obbedienza, Sacra Scrittura, Giustizia, Vita Eterna, Paradiso, Inferno, Chiesa, Missione Evangelizzatrice, Sacramenti, Deposito della fede, Morale. Persa la ricchezza della Rivelazione, necessariamente al suo posto è subentrata l’idolatria con l’immoralità universale che essa porta con sé. C’è possibilità in questo mare di falsità e di menzogna teologica, soteriologica, antropologica, escatologica, di rimanere saldi nella fede e nelle sue verità? L’unica via percorribile è quella che ci consegna San Paolo nella Lettera agli Efesini: indossare l’armatura di Dio. Ma chi può indossarla se oggi la stessa fede nella Parola della Scrittura è venuta meno? Indossi questa armatura di Dio chi ancora crede. Indossandola lui, la potrà indicare agli altri.

Rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi. E pregate anche per me, affinché, quando apro la bocca, mi sia data la parola, per far conoscere con franchezza il mistero del Vangelo, per il quale sono ambasciatore in catene, e affinché io possa annunciarlo con quel coraggio con il quale devo parlare (Ef 6,10-20).

Poiché l’anima è personale, ognuno deve stare attento a se stesso. Non può rischiare la perdizione eterna. Ma anche questa verità Satana, vestito da angelo di misericordia, ha tolto dal cuore cristiani. Essendo alla fine tutti salvi, a che serve stare attenti a noi stessi? Non ci sono pericoli esterni da evitare. Tutte le strade portano al Cielo.

Un tempo c’era la crisi del singolo. La Chiesa interveniva. Dichiarava falsa la falsità e diceva vera la verità. Tutti sapevano cosa era vero e cosa falso. Oggi è la stessa Chiesa che non dichiara più falsa la falsità e non dice vera la verità. Non è il singolo che è senza più alcuna difesa, ma l’intera comunità, anzi la stessa umanità. Il singolo può vivere la verità, ma non la può più difendere. Tutti hanno diritto alla falsità.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che i difensori della verità riprendano il loro ministero.

12/11/2023

VANGELO DEL GIORNO
(MT 25,1-13)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

COMMENTO
Gesù termina il suo Discorso della Montagna, avvisando i discepoli sulla reale possibilità di non essere da Lui conosciuti: “Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande»” (Mt 7,21-27). È Parola eterna di Gesù Signore. Parola che mai verrà meno.

Gesù conclude il suo discorso missionario rivolto ai Dodici affermando la stessa verità: “Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli” (Mt 10,32-33). Anche nella narrazione delle parabole del regno la verità annunziata è la stessa: “Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti” (Mt 13,47-50). La salvezza non è data né dai sacramenti, né dall’appartenenza alla Chiesa. È data dalla nostra obbedienza al Vangelo, alla Parola, alla Verità.

San Paolo dona a Romani la stessa luce: “Tutti quelli che hanno peccato senza la Legge, senza la Legge periranno; quelli invece che hanno peccato sotto la Legge, con la Legge saranno giudicati. Infatti, non quelli che ascoltano la Legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono in pratica la Legge saranno giustificati. Quando i pagani, che non hanno la Legge, per natura agiscono secondo la Legge, essi, pur non avendo Legge, sono legge a se stessi. Essi dimostrano che quanto la Legge esige è scritto nei loro cuori, come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono. Così avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini, secondo il mio Vangelo, per mezzo di Cristo Gesù” (Rm 2,12-16). Chi ha aderito al Vangelo, sarà giudicato secondo il Vangelo.

Le vergini stolte hanno preso la lampada della Parola di Gesù. Non hanno prodotto alcun frutto di obbedienza. Vivono con una Parola spenta. Non possono illuminare la via che porta alla sala delle nozze eterne. I frutti vanno maturati mentre si è in vita, prima che lo sposo arrivi. Poi sarà troppo tardi. Il tempo della fruttificazione è finita. Mai la morte dovrà trovarci senza olio. Non entreremo nella sala del convito eterno.

Madre di Dio, Angeli, Santi, non permettete che la morte ci trovi senza olio.

11/11/2023

VANGELO DEL GIORNO
(LC 16,9-15)

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».

COMMENTO
Chi sono gli amici e cosa è la ricchezza disonesta? Gli amici sono i poveri di questo mondo. Come si fanno questi amici? Donando loro il di più. Quanto supera. La ricchezza è disonesta perché accumulata con azioni disoneste, non sante, nella trasgressione dei comandamenti di Dio. Questa ricchezza va restituita ai legittimi proprietari. Con questa ricchezza non possiamo farci nessun amico. Nessuno può usare la ricchezza accumulata ingiustamente per fare opere buone. Prima si restituisce ciò che è frutto di ingiustizia ai legittimi proprietari. Poi con le nostre sostanze, quella guadagnate lecitamente, facciamo il bene. La ricchezza è disonesta quando viene trattenuta per noi, anziché essere condivisa. Perché è ricchezza disonesta? Perché ogni bene che a noi viene dato dal Signore per qualsiasi via, è dato per noi e per gli altri. Trattenere per accumulare è ricchezza disonesta. È disonesta non nell’accumulo, cioè nella sua origine, ma nel suo fine. Il fine disonesto rende la ricchezza disonesta. La ricchezza è buona solo per l’elemosina. Due verità, una dell’Antico Testamento e una del Nuovo, ci aiutano a comprendere bene a che serve la ricchezza. Essa, data con gioia, ci procura una smisurata gloria nei cieli eterni. L’elemosina è un capitale per l’eternità.

Beato quell’uomo che trasforma la sua ricchezza in elemosina. Avrà come ricompensa i beni eterni del cielo. Anche sulla terra i suoi giorni saranno benedetti dal Signore. La sua elemosina tornerà su di lui come benedizione. Ecco allora il significato vero dell’insegnamento di Gesù. I beni sono di Dio perché tutto è di Dio e anche l’uomo è di Dio. Se noi diamo a Dio i suoi beni, facendo elemosina ai suoi poveri, il Signore darà se stesso a noi in cambio.

Gesù annuncia un principio di ordine universale: “Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti”. La natura dell’uomo è una. Non solo è una, ma è sempre la stessa. Non è spostando la natura da un luogo all’altro che essa cambia o si modifica. Se ad un uomo vengono affidate cose di poco conto E lui è fedele ad esse, è segno che la sua natura vive di fedeltà. Anche in cose importanti la sua natura mostrerà se stessa. È fedele nel poco, sarò fedele nel molto. Se invece la natura è disonesta nel poco, sarà anche disonesta nel molto. La natura è una, non due. Neanche è divisibile in due. Chi vuole modificare il suo agire, deve modificare la sua natura. La natura solo lo Spirito Santo la può trasformare da natura animale, da natura di carne a natura di spirito. Lo Spirito la trasforma attraverso i sacramenti della Chiesa.

Altra verità insegnata da Gesù: la ricchezza altrui a noi affidata va amministrata secondo regole di stretta giustizia. La ricchezza nostra invece secondo regole di giustizia e di altissima ca**tà. Se siano infedeli nell’una saremo infedeli sempre. Se la ricchezza degli altri viene sperperata, anche la nostra ricchezza sarà sperperata. Ritorna sempre il principio dell’unità di natura. Una è la natura. Nel poco e nel molto. Nell’altrui ricchezza e nella nostra. È una e non divisibile. Ecco l’utilità di Cristo Signore, dello Spirito Santo, della Chiesa, dei sacramenti, dei ministri ordinati. Tutto ci è stato donato perché la nostra natura venga trasformata da natura secondo Adamo a natura secondo lo Spirito Santo.

Ora Gesù passa dalla natura che è una, al cuore che è uno. “Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro”. Una sola natura. Un solo cuore. La natura non è divisibile. Neanche il cuore potrà essere diviso. “Non potete servire Dio e la ricchezza”. Sono due servizi diametralmente opposti e contrari. Chi serve Dio, serve l’elemosina. Chi serve la ricchezza, serve l’accumulo. Chi serve Dio, serve i poveri della terra con i beni del Signore. Chi serve la ricchezza, serve se stesso nei vizi e nelle dissolutezze. Urge però distinguere: servirsi della ricchezza secondo Dio e servire la ricchezza come suo vero Dio. Gesù non condanna la ricchezza. Condanna il suo uso disonesto. È uso sempre disonesto accumularla. Anche perché la si accumula per ladri, ingannatori, mentitori, persone senza scrupoli che la divorano in un istante. Oggi sovente la si accumula per procacciatori di affari senza coscienza. Molta gente è ridotta al lastrico perché ha affidato la sua ricchezza per fare altra ricchezza a persone che l’hanno investita gettandola in una fornace ardente.

Ad ascoltare ci sono i farisei. Sono persone attaccate al denaro. Può chi vive secondo la carne concepire discorsi secondo lo Spirito? “I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui”. Il cuore che cammina secondo la carne ha anche pensieri secondo la carne. Mai potrà accogliere i pensieri secondo lo Spirito. Poiché Gesù parla secondo lo Spirito, essi si fanno beffe di Lui. Lo pensano persona fuori dal mondo. In verità Gesù è persona fuori dal mondo. È fuori dal mondo del peccato, della disonestà, dell’ingiustizia, dell’infedeltà, della disobbedienza, della falsità, dell’idolatria e di ogni altra trasgressione della legge del Padre suo. Chi si fa beffe di Gesù attesta che lui vive in un altro mondo. Non però nel mondo della verità rivelata, ma in quello della carne e del peccato.

Gesù lo dice: “E beato chi non si scandalizzerà di me. Ciò che dico è purissima verità”.
C’è una giustizia davanti agli uomini e c’è una giustizia davanti a Dio. Le due giustizie sono diametralmente opposte. Una è giustizia di tenebre e di peccato. L’altra è giustizia di verità e di luce. Luce e tenebra si oppongo, si respingono. Gesù dice ai farisei: “Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole”. Cosa vuole insegnare Gesù al mondo intero? Chi vuole misurare la verità della sua giustizia necessariamente dovrà farlo dalla fedeltà alla Legge del Signore, ai sui Statuti, alle sue Prescrizioni. Per noi cristiani la verità della giustizia è data dall’obbedienza fedele al Vangelo.
Per gli uomini le tenebre sono luce, il peccato santità, l’ingiustizia giustizia, la falsità verità, la disobbedienza obbedienza, l’idolatria vere religiosità. Non sarà mai il confronto con gli uomini che potrà attestare la verità della giustizia. Invece si prende una sola Parola del Signore, ci si interroga su di essa. Si obbedisce ad essa?

Dinanzi a questa Parola si è giusti. Ma ci sono mille altre Parole del Signore. Anche dinanzi ad esse dobbiamo essere giusti. I discepoli di Gesù siamo avvisati a stare attenti. Un solo Comandamento trasgredito non ci fa ingiusti solo dinanzi a quel Comandamento. Siamo dichiarati ingiusti davanti a tutta la Legge del Signore. Oggi dinanzi agli uomini, per legge degli uomini, ab**to, divorzio, eutanasia, matrimonio fra gli stessi sessi, utero in affitto, maternità surrogata, fecondazione eterologa e mille altre cose sono il bene. Per il Signore sono cose abominevoli.

Madre Dio, la Donna che si è consegnata tutta al suo Signore, ci aiuti. Vogliamo essere anche noi interamente del nostro Dio, in Cristo Gesù, per opera della Spirito Santo.

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