Studio Cardiologico Dott. Paolo Marchetti
Albo dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Varese, n° 06512 del 1/8/2006.
Stasera mi è capitata davanti agli occhi su Facebook un'inserzione pubblicitaria di un noto centro medico che sottolineava l'importanza dell'ecocardiografia soprattutto nel mese della prevenzione cardiovascolare. Ovviamente con l'invito a contattare la struttura per fissare un appuntamento: non vorrai mica trascurare il tuo cuore, vero?
Non è la prima volta che mi imbatto in annunci del genere, sia da parte di poliambulatori che di singoli professionisti. Ho avuto lo stesso moto di stizza anche in occasione di pseudocampagne di prevenzione a livello territoriale in cui si propongono controlli cardiologici "semplici" come un elettrocardiogramma perché a detta degli organizzatori questo servirebbe per la prevenzione delle malattie cardiovascolari.
E che sia a pagamento o gratis poco importa!
Questo mi fa molto arrabbiare perché
la prevenzione cardiovascolare è una cosa seria, ben codificata dalle linee guida internazionali. Non può essere una parola usata a caso o peggio ancora per procacciarsi clienti proponendo esami inutili e creando così nel cittadino la falsa aspettativa che l'esame ci renda un risultato significativo in ambito di prevenzione cardiovascolare.
Non date credito a chi indiscriminatamente propone esami cardiologici a tappeto perché questo non ha nulla a che fare con la prevenzione cardiovascolare.
La diagnostica strumentale cardiologica (ECG, ecocuore, TAC coronarica, test da sforzo ecc ecc) ha un suo significato solo in specifici contesti e non ha nulla a che fare con altri esami strumentali che vengono utilizzati in altri campi della medicina a scopo preventivo di popolazione (come ad esempio la mammografia o il pap-test).
Spero che l'ordine dei medici e le societa scientifiche si adoperino al più presto per porre un argine normativo a questa pratica di marketing assolutamente senza fondamento scientifico e che crea confusione ed una errata percezione nella popolazione sul significato di prevenzione cardiovascolare.
Per questo sarà mia premura segnalare all'ordine dei medici tutti i casi di cui verrò a conoscenza.
Non ci sono esami "magici" che ci prevengano le malattie cardiache e vascolari.
Fate una vita sana: non fumate, mangiate bene e non troppo, bevete pochissimo alcol, fate regolare attività fisica, evitate quanto più possibile lo stress. Controllate di tanto in tanto la pressione arteriosa, la glicemia, il colesterolo e i trigliceridi in accordo con le tempistiche e i modi dettati dal vostro medico di famiglia o dal medico che abbia competenza in ambito di prevenzione cardiovascolare. Fatevi fare una stratificazione del rischio: c'è uno strumento di calcolo molto rapido e semplice che il vostro medico può usare, messo a disposizione della società europea cardiovascolare (ESC). Discutete con il vostro medico del risultato e sarà lui che eventualmente vi proporrà degli approfondimenti strumentali per affinare il calcolo del rischio e per perfezionare le strategie di prevenzione.
Questo vuol dire fare prevenzione cardiovascolare.
Buonanotte
In colpevole ritardo, ma meglio tardi che mai…
STATINE
Sono farmaci che riducono la produzione di colesterolo da parte del fegato.
Ma perché ci interessa che il fegato produca meno colesterolo?
Perché ridurre i livelli circolanti nel sangue di colesterolo è utile e fondamentale in diverse situazioni poiché ad una riduzione dei livelli circolanti di colesterolo (in particolare il colesterolo non-HDL, cioè quello non-buono) otteniamo una riduzione significativa di ammalarsi e morire di malattie cardiocircolatorie.
Tra i farmaci per le prevenzione delle malattie cardiovascolari le statine sono le più efficaci nel ridurre il carico di malattia e di mortalità risultando così la pietra miliare del trattamento.
Come qualsiasi sostanza assunta anche le statine possono presentare possibili effetti collaterali e tra i più comuni ci sono i dolori muscolari associati o meno ad un innalzamento dei livelli nel sangue di un enzima muscolare che si chiama creatinfosfochinasi (CK o CPK).
A volte si può osservare un innalzamento della CPK senza presenza di dolore.
Nella stragrande maggioranza dei casi la riduzione della posologia del farmaco o la scelta di un’altra statina evitano questo problema e permettono la prosecuzione del trattamento. Quando il trattamento non è possibile perché i sintomi o le alterazioni degli esami del sangue persistono allora si potrà optare per un altra tipologia di farmaco (opzione di seconda scelta). I casi di eventi avversi muscolari gravi da statina sono rarissimi e comunque praticamente mai correlati a decesso.
Anche a livello del fegato può presentarsi in trattamento un innalzamento delle transaminasi che, se lieve, non deve indirizzare alla sospensione delle terapia, ma ad un monitoraggio abituale degli esami del sangue.
Purtroppo molto spesso la terapia viene abbandonata nonostante la prescrizione dello specialista perché la paura dei possibili effetti collaterali spaventa chi deve assumere il farmaco. Ma, lo affermo con assoluta certezza, la paura risulta ingiustificata poiché se la statina è stata prescritta in modo appropriato il suo beneficio è enormemente più grande del rischio. È come se si decidesse di togliere i freni dall’auto per paura che si blocchino improvvisante ad un auto che tende a viaggiare a 200 all’ora in tangenziale con traffico intenso…Non mi sembra una bella idea 😉
Per garantirci la massima sicurezza un controllo periodico degli esami del sangue corrisponde al tagliando dal meccanico per la nostra auto.
E mi raccomando, sempre una sana alimentazione ed attività fisica regolare!
Colesterolo.
Una parola ormai entrata a far parte del linguaggio comune e di cui spesso si sente parlare in tv o si legge su riviste e quotidiani.
Senza stare ad entrare in dettagli biochimici e fisiologici è importante sapere che questo particolare tipo di grasso è una componente essenziale del nostro organismo.
Il suo eccesso nel sangue tuttavia è strettamente correlato con un aumento del rischio di sviluppo di malattie cardiovascolari.
È importante sottolineare che questo rischio, a parità di valori di colesterolo, non è uguale per tutti, ma cambia in base al rischio cardiovascolare globale (una sorta di punteggio che si ottiene incrociando i dati di età, genere, valori di pressione, fumo) o alla presenza di malattia (es. un precedente infarto) o di diabete, così che ad esempio un valore di colesterolo totale di 220 può essere ritenuto non particolarmente rischioso per un giovane sano, ma è da ritenere assolutamente rischioso per un diabetico.
Non deve quindi stupire come il medico possa decidere di curare con una statina (il classico farmaco per ridurre i valori di colesterolo nel sangue) un soggetto ed invece proporre solo modifiche dello stile dietetico in un altro soggetto con gli stessi valori di colesterolemia.
Gli stessi valori che si vogliono raggiungere con la terapia per avere un risultato ottimale sono strettamente correlati al rischio individuale per cui ancora una volta non bisogna stupirsi se il medico si “accontenta” di ottenere in un soggetto giovane e con basso rischio dei valori non particolarmente bassi ed invece al contrario insiste nel trattare in modo “aggressivo” un soggetto ad alto o altissimo rischio.
Un’ultima nota: si è osservato ultimamente che questo rischio di malattia circolatoria (in cui infarto ed ictus sono gli eventi che più condizionano mortalità e disabilità) non é solo correlato al valore assoluto di colesterolo nel sangue, ma anche al tempo in cui negli anni un individuo rimane esposto a valori aumentati, una sorta di effetto accumulo. Da qui forse potrebbe anche cambiare nei prossimi tempi l’approccio a quegli individui che pur a basso rischio, ma relativamente giovani non riescono ad abbassare solo con la dieta in modo significativo i valori di colesterolo e nei quali forse un approccio terapeutico “soft” (come ad esempio con i nutraceutici) potrebbe tradursi in un minor rischio cardiovascolare futuro.
Seguirà tra non molto un approfondimento riguardo a queste ormai famose e per alcuni aspetti “famigerate” statine.
La fase più critica della pandemia sembra essere al momento superata. Difficile trovare un motivo “vero” che giustifichi da solo il calo dei contagi e soprattutto la minore patogenicità del virus: distanziamento sociale e uso di mascherine, maggiore igiene delle mani, mutazioni del coronavirus, clima diverso con vita svolta maggiormente all’aperto, calo degli inquinanti atmosferici, avvio di terapia precoce domiciliare, ecc ecc. sono tutte teorie plausibili pur ognuna non scevra da dubbi. Consiglio al momento di non abbassare troppo la guardia finché non giungeranno certezze più solide, in particolare continuate ad usare correttamente le mascherine, evitate assembramenti di molte persone specie in luoghi chiusi e poco areati, ma soprattutto lavatevi spesso e bene le mani evitando sempre di toccarvi naso, bocca e occhi. Consiglio di lasciare perdere i guanti perché se usati male possono essere maggior veicolo di infezione. Piuttosto usate disinfettante a base alcolica ben sfregato sulle mani se non è possibile in quel momento avere a disposizione acqua corrente e sapone.
Presso lo studio sono ripresi anche i controlli periodici programmati, ma resta d’obbligo anche per i pazienti l’uso della mascherina durante tutta la visita e la disinfezione delle mani con gel. I tempi tra una visita e la successiva sono dilatati per evitare affollamento in sala di attesa e per permettere la disinfezione delle superfici.
E speriamo di metterci tutto alle spalle e liberarci al più presto da questa preoccupazione quotidiana.
In questa pandemia non dimentichiamoci che di malattie cardiovascolari purtroppo ci si ammala e si muore ancora.
Possiamo fare tanto però in termini di prevenzione per cui mi raccomando: approfittatene per smettere di fumare invece che fumare di più, non smettete di fare attività fisica anche tra le pareti domestiche e mantenete un’alimentazione sana (attenzione però a non esagerare con i dolci fatti in casa con la scusa che siano genuini 😉).
Per chi soffre di malattia cardiovascolare cronica e si sente bene, ha una pressione arteriosa ed una glicemia stabili e nei limiti ed aveva in programma il controllo annuale in questi mesi consiglio, specie se anziani, di rimandare ancora un po’ la visita.
Se invece la situazione appare francamente instabile oppure con sintomi raccomando al contrario di prendere contatto con il Medico Curante per stabilire se ci sia la necessità di una valutazione specialistica.
L’attività presso lo studio è ripresa con tutti i dispositivi di protezione necessari e raccomandati e dopo referto di tampone nasale per coronavirus negativo. Al momento si valutano unicamente situazioni instabili o con sintomi dubbi o sospetti a garanzia della tutela della salute di tutti.
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