Dott.ssa Fiorenza Scagnetto - psicologa clinica

Alle parole allattamento, post nascita e maternità ci vengono in mente Mamme bellissime, eteree, camicia bianca, trucco e parrucco perfetto, che stringono cuccioletti che sorridono e dormono beati, con i loro completini candidi e impeccabili e sonaglio abbinato all’outfit. Questa è l’immagine della maternità che ci hanno venduto negli anni. Questo è quello che tutto il mondo creda che sia. Sorrisi, gioia e felicità che sprizza da ogni poro.
E poi ci siamo noi, le mamme normali, quelle che l’ultima doccia forse se la sono fatta 4 giorni fa, che puzzano di rigurgiti, sudore, lacrime e fatica. Quelle che forse non dormono da 24 ore, che fanno fatica a fare la p**ì e che spesso si sono trovate a farla con un nano urlante in braccio. Perché lo sappiamo tutte, noi che ci siamo passate: le cullette hanno le spine, appena li appoggi zaccc svegli! E quindi che fai? Vai a fare p**ì con qualcuno che sta tirando giù la casa a suon di urla, che ci si stringe il pavimento pelvico solo all’idea? No…Amore dai vieni dalla mamma, andiamo a fare la p**ì insieme. E ometto quando la c***a liquidetta di un neonato esce dal pannolino e te la ritrovi fino alle scapole della creatura che Zio Billino adesso da che parte gliela tolgo sta tutina!?!
E poi il mondo intorno che ci vuole belle, sorridenti, profumate e felici. E noi felici lo siamo anche, solo che poi, ogni tanto, la lacrima rotola giù, e non capiamo neanche perché, e rispondiamo male al nostro compagno, perché dopo che sei stata a sentire da sola per 10 ore un neonato che piange anche Santa Maria Goretti sbrocca.
Ecco volevo dirvelo ragazze: Quella là con la camicia bianca non esiste! La normalità siamo Noi. Noi con la nostra ascella pezzata e il rigurgito che cade giù dalla spalla, perché le lavette quando servono non sono mai a portata di mano.
Adoro i miei figli, adoro essere madre, lo rifarei milioni di volte, ma per piacere, ce lo diciamo che non è sempre tutto una figata? E che non siamo delle cattive madri se ogni tanto, proprio ogni tanto, avremmo voglia di sganciarli a qualcuno e prenderci il nostro quarto d’ora d’aria?
Fatelo ragazze, facciamolo!
Vi lovvo
n.b Ah per la cronaca: io ai miei corsi lo dico molto bene che non è tutta sta figata! Veniteci!
(Foto presa dal web)

Spazio Screening DSA gratuito! 📢

Mamma, papà se avete un dubbio che il vostro bambino possa avere delle difficoltà nell’ambito degli apprendimenti, non esitate a contattarci!

La terra di Hope

Arrivata !! lo strumento italiano più aggiornato per la misurazione del funzionamento cognitivo!

Convegno AITF 6 e 7 ottobre 2023

Un ultimo passo che rappresenta il primo ? Buona maturità ragazzi! In bocca al lupo 🍀

Vedere il proprio lavoro di ricerca citato più volte in una tesi di dottorato … bè son soddisfazioni! La ricerca a volte manca … 💚 Rocco Elba

L'Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi del Veneto si unisce al profondo cordoglio della famiglia e di tutta la comunità professionale della Salute Mentale nazionale per il decesso della Dr. ssa Barbara Capovani, avvenuto questa notte a seguito dell'aggressione subita venerdì scorso.

💪💪

“Alice, dove sei, Alice ?”
“Qui nonno”
“Dove qui?”
“Nella bottiglia… “ 😂

Lasciamo i bambini liberi di vivere la loro fantasia, di provare e sbagliare affinché possano essere curiosi e attenti anche di finire nel taschino, nella bottiglia e nel cassetto… trovando il modo di togliersi dai pasticci.
Solo così potremo avere adulti consapevoli e responsabili

Un libro che insegna ai bambini, attraverso il susseguirsi di diverse situazioni anche sensoriali, che per superare un ostacolo che genera insicurezza, ansia, paura , dolore o tristezza, a volte l’unica soluzione è passarci attraverso.
Il messaggio sottostante è che gli ostacoli non sono un problema, si possono affrontare ed una volta affrontati gli orsi non fanno più paura.
Un libro divertente da intonare più che da leggere .

Le fiabe e favole, storie inventate con una morale, sono essenziali per la crescita dei bambini.
Le fiabe sono nutrienti per le menti e le relazioni …
Dedicategli il giusto tempo 🧡

I NO non sono solo NECESSARI ma sono INDISPENSABILI per crescere.
I bambini hanno bisogno di quei no.
I no rappresentano confini.
I confini rappresentano il prevedibile.
Ciò che è prevedibile rende sicuro un ambiente

Conoscenza e consapevolezza 🌘

Abbiate pazienza, datevi tempo e godetevi la strada 💛

Come individui, come partner e come genitori… possiamo prenderci cura degli altri se ci prendiamo cura di noi. Tralasciare il proprio benessere in nome di quello degli altri non solo non è efficace ma è anche controproducente.

I figli imparano dalla figure di riferimento a stare nelle emozioni … qualsiasi esse siano 💚

💛💛

“In natura tutto parla,
nonostante il suo apparente silenzio “
( Hazrat Inayat Khan)

Un augurio di un sereno 2023 a tutti voi! 🎇

Buon Natale a tutti voi! 🎄🎄
Lo studio riaprirà il 9 gennaio!

Oggi è il primo giorno di avvento 🎄 🌟 Quale significato ha per i bambini?
Avvento significa venuta, arrivo.
Una parola di origine profana che designava la venuta annuale della divinità pagana, al tempio, per fare visita ai suoi adoratori.
Nei riti cristiani è il tempo, liturgico, che precede il Natale.
La corona dell’avvento con le sue 4 candele ha origini antiche. I barbari accendevano candele a significare la luce del sole. Nei riti cristiani le 4 candele rappresentano il percorso di luce grazie alla guida degli arcangeli ( ogni candela rappresentano un Arcangelo).
L’avvento rappresenta l’attesa di ciò che arriverà.
L’attesa è desiderio.
Desiderare e fremere nell’attesa di ciò che arriverà.
In una società tutto e subito i bambini hanno l’imminente necessità di tornare a desiderare. Attendere. Vedere bruciare una sola candela per volta. Aprire una sola casellina al giorno del loro calendario. Attendere il regalo che hanno desiderato per mesi, imparando a sognarlo, fantasticarlo.
I bambini hanno bisogno di riappropriarsi della magia.
Una magia fatta di luci, colori, profumi, suoni dall’enorme valenza simbolica e relazionale.
Perché il Natale non è il giorno di Natale, il Natale è l’attesa del Natale assaporandone la magia per interiorizzare ricordi d’infanzia altamente affettivi.

Il reale cambiamento è un processo lento.
Il cambiamento alle volte mette in difficoltà nella relazione con l’altro. La persona può avere paura di mostrare il suo cambiamento per timore di essere rifiutata o giudicata nella sua nuova strada conquistata.
Avere paura di mostrare il proprio cambiamento è un sentimento naturale in tale processo, fa parte del processo stesso. 💛

Prendo spunto da una domanda che mi è stata posta oggi sulle valutazione in ambito psicologico (entro cui rientrano anche le valutazioni apc/plusdotazione/2E).
LA VALUTAZIONE NON E' UNA MERA SOMMINISTRAZIONE DI TEST.
La valutazione è un processo che ha alla base la relazione di fiducia tra il clinico e la persona che si appresta, attraverso tale processo, a scoprire, forse per la prima volta, parti di sè ancora poco note o proprio sconosciute.
Il clinico, durante questo processo, mette all'interno della relazione parti di sè delle quali deve essere consapevole al fine di poter garantire il massimo livello di oggettività, rimanendo consapevole che non si potrà mai raggiugnere una totale oggettività proprio perchè la matrice è relazionale. Matrice relazionale significa che gli aspetti emotivi fanno la differenza in ogni valutazione.
La valutazione ha come obiettivo quello di non porre etichette diagnostiche ma restituire un'immagine il più fedele possibile della persona e del suo funzionamento in quel dato momento.
Nessun test potrà mai sostituire gli aspetti relazionali ed empatici che appartengono al clinico che, in scienza e coscienza, utilizza i test quali strumenti per svolgere il suo lavoro, ma non unici strumenti.
L'osservazione e i colloqui attraverso cui stabilire una relazione di fiducia ed affidamento precedono qualsiasi somministrazione testistica.
Ecco perché la valutazione psicodiagnostica non può e non deve coincidere con i test.

Nuovi acquisti …. La colleganza quella bella 💛Dott.ssa Alessandra Pellone - Psicologa