Ecografia per tutti - Dott.ssa Anna Lombardi
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L'ecografia è un esame diagnostico che consente un approccio non invasivo e a costi contenuti.
Vi mostrerò le principali patologie che è possibile individuare e monitorare nel tempo grazie a questo strumento: mia passione e mio lavoro.
Mi tratti come se io non fossi come te.
Come se io non avessi sentimenti e non avessi mai pianto con tanto di mascherina, visor e tuta isolante addosso. Come se non fossi preoccupata per i miei cari come te. Come se non vivessi lo stress del sovraccarico lavorativo e del quotidiano attacco mediatico. Come se io non provassi nulla di fronte al dolore, alla malattia, solo perché fanno parte della mia professione. Come se io non accusassi il senso di perdita e la morte. Come se io fossi indifferente al tuo lutto.
Mi tratti come se io non potessi soffrire solo perché mantengo un lavoro stipendiato durante un lock down. E come se questo lavoro non avesse per me un costo altissimo, spesso.
Mi tratti come se io dovessi subire e meritare la tua rabbia. Come se avessi un ruolo in questo caos, come se avessi delle responsabilità nelle risorse che scarseggiano.
Mi tratti come se io avessi l'obbligo di sopperire a tutte le mancanze di questo sistema, come se non mi impegnassi allo stremo correndo come una trottola per ottimizzare i tempi. E come se ti dovessi sempre la mia disponibilità privata.
E soprattutto mi tratti come se io, esattamente come te, non mi sentissi spaventata e a volte sola. Come se non avessi anch'io bisogni, sogni e desideri sotto la mia divisa. Ben al di là del mio lavoro. Come se non avessi anch'io la mia fragilità. Come se non mi sentissi anch'io, a volte...triste.
Tu, sconosciuto, che mi aggredisci.
Tu, che mi conosci, e non ti preoccupi per me.
Mi tratti come se io non fossi un essere umano.
Mi tratti come se io non fossi come te.
Un medico stanco.
Una ragazza triste.
Una persona come le altre.
Un mese fa, anche meno, in metro si vedano due-tre mascherine su decine di persone stipate in vagone. Mi veniva quasi da ridere, mi sembravano ridicoli.
Nel giro di poche settimane tutto è cambiato. La metro adesso è sempre quasi vuota. Le mascherine, utili o no, le indossiamo quasi tutti. Anche in momenti in cui palesemente non servono. Vedo la gente in auto con la mascherina, o mentre porta fuori il cane.
La mascherina è diventata il simbolo di questa lotta. Chi la combatte aggrappato a un tubo che lo ventila, chi vivendo in ospedale perdendo pezzi e colleghi di giorno in giorno, chi chiudendosi in casa e chi, come me, attende l'arrivo del caos.
Non siamo pronti. Non siamo attrezzati.
È tutto in divenire e troppo poco organizzato, coi tempi strettissimi di un collasso del sistema che non avviserà, ma sarà improvviso e potenzialmente devastante.
Il Sud si appresta ad "accogliere" la diffusione della SARS, senza i mezzi e le strutture del Nord.
Non abbiamo ancora (!) i reparti Covid-dedicati.
Inizia a deficere anche il normale servizio dedicato alle urgenze a causa delle chiusure intermittenti di pronto soccorso e servizi associati, a causa dell'accesso incongruo di casi sospetti o rivelatisi poi positivi.
La distribuzione dei presidi (i famosi DPI) è scarsa ed eterogenea.
Ancor peggio l'accesso ai tamponi (vedi calciatori vari e differenze regionali).
Una perenne differenza, nel bene e nel male, tra ospedali del territorio e ospedali universitari.
In alcune aziende ospedaliere il personale non è esonerato dal lavoro nemmeno in presenza di positività al tampone, se paucisintomatico. Tanto vale non farli.
Ci si chiede se quella è la tosse che abbiamo ogni anno in questo periodo, se questo o quel disturbo possa essere una delle manifestazioni iniziali o dei casi paucisintomatici. "Certo se sapessimo che qualcuno di noi fosse positivo pur stando bene, sarebbe rincuorante. Non come sapere solo di chi finisce ricoverato o intubato".
Ma cosa cambierebbe, a trovarsi comunque nel mucchio, a lavorare tirando avanti.
Presidente De Luca, velocizzi i tempi.
I napoletani cercano di resistere, ma va tutto troppo più veloce di noi.
Cercare di non avere paura. Di pensare al bene comune. Mettere da parte se stessi. Non crollare.
Interrompere uscite e sport. Rinunciare alla compagnia degli amici. Continuare a lavorare sapendo di poter finire ad affrontare situazioni per cui non si è ancora pronti o perfettamente formati. Da soli.
Mettere da parte quella voglia di correre da mamma e papà, ad abbracciare i nonni. Consapevoli che la nostra assenza in famiglia, in questo caso, è più salubre della nostra presenza.
Se non pensate a voi stessi, pensate almeno ai vostri cari. Ai miei, che scelgo di non raggiungere.
Finalmente è arrivato! Gli ultimi anni, dedicati alla passione per questa disciplina, e la competenza acquisita riconosciuta dal Diploma Nazionale SIUMB (Società Italiana di Ultrasonologia)! 🎉✨🎊
Per ricollegarci al discorso di ieri, questo è un perfetto esempio, fresco di giornata, di steatosi segmentale, ipoecogena dunque macrovacuolare, che interessa per lo più i segmenti laterali destri del fegato...quindi di quali segmenti sto parlando?? 😉😜
🥯🍿🧀 Ecografia e FEGATO GRASSO 🍩🥓🥞
Per "steatosi epatica" si intende l'accumulo di grasso all'interno delle cellule epatiche.
Cosa può dirci l'ecografia?
Il grasso aumenta le interfacce riflettenti gli ultrasuoni emessi dalla sonda ecografica, rendendo così l'aspetto del fegato "brillante", divenendo riconoscibile ecograficamente.
Il parenchima epatico infatti, confrontato con la corticale renale, risulta iperecogeno rispetto ad essa ("più chiaro" per i non addetti).
Tuttavia esistono vari gradi di steatosi identificabili ecograficamente, se è presente solo iperecogenicità del fegato (lieve, Fig 1) e in base all'eventuale attenuazione del fascio ultrasonoro (moderata, Fig. 2), fino alla completa mancata visualizzazione del diaframma (severa, Fig. 3).
Non solo: la steatosi non si presenta solo in forma diffusa, ma anche in forma localizzata, più o meno estesa (fino a forme "segmentali o a carta geografica", Fig. 4 e 5 o a "prato fiorito", Fig. 6). La diversa modalità di accumulo del grasso inoltre, in forma microvacuolare o macrovacuolare, e quindi un conseguente numero più o meno aumentato di interfacce, determineranno l'aspetto iperecogeno (Fig. 7 e 8) o ipoecogeno (Fig. 9) delle aree di steatosi focale. Le zone tipicamente interessate da queste, sono in sede pericolecistica e periportale.
La precedente nomenclatura indicava le zone di steatosi focale come aree "di risparmio", adesso superata dalla dimostrazione della loro natura lipidica:
https://www.gastrojournal.org/article/0016-5085(91)90669-C/fulltext
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/3311951/
Nel contesto di una steatosi diffusa, non è insolito rinvenire contestuali zone di steatosi focale.
Ovviamente come già detto parlando degli angiomi epatici, la diagnosi di steatosi focale di fronte alla presenza di lesioni epatiche, è più "agevole" nei pazienti privi di epatopatia e/o storia oncologica, per i quali deve invece partire una diagnostica differenziale più attenta.
✨⛰️ CALCOLOSI VESCICALE: DUE ARTEFATTI IN AIUTO ⛰️✨
Le strutture calcifiche sono generalmente iperecogene, ma nel dubbio sulla loro effettiva natura, ci giungono in aiuto due artefatti.
1) Il "cono d'ombra posteriore" si genera appunto posteriormente a strutture calcifiche quando insonate, perché queste bloccano completamente il passaggio degli ultrasuoni (riflessione totale) che quindi non le oltrepassano, nascondendo tutto ciò che vi si trova posteriormente.
2) Inoltre posizionando il box colore su di esse, queste generano un particolare artefatto di scintillio "twinkling artifact" pur non avendo componente vascolare. Questo si manifesta come un mosaico turbolento di colore, posteriormente a strutture irregolari e altamente riflettenti.
I due artefatti hanno valore "positivo" perché non inficiano il nostro studio ecografico, ma anzi confermano il nostro sospetto diagnostico.
Le due immagini mostrano un calcolo di circa 18 mm in vescica (quasi vuota).
Gli artefatti possono non manifestarsi sempre, soprattutto quando la struttura in esame è molto piccola e gli echi che genera vengono soverchiati da quelli delle strutture limitrofe più grandi.
"Carote" o panettoni?? Come inizierà questo anno nuovo? 😉
Io ho ricominciato oggi dedicandomi allo studio dei tronchi sovraortici (Fig. 1) e saluto il 2020 con questa bella biforcazione...ma pure con una placchetta, a monito delle cattive abitudini!! 🚬🍔🍟🧂🍩🤢🤦♂️
A presto con nuovi post didattici!
Buon anno a tutti!
Buon Natale a tutti voi! 🎄🎀✨🎁
🔴🔴🔴 ANGIOMA EPATICO: "dottore' mi devo spaventare?!?" 😱 🔴🔴🔴
L' epatico è una lesione benigna di natura , quindi no, non c'è da spaventarsi!
Ecograficamente si visualizza, nell'adulto, come una piccola (~3 cm) immagine iperecogena singola o in più lesioni, senza vascolarizzazione se vi posizionamo il box colore sopra e priva generalmente di effetto massa.
Questa per lo meno è la descrizione dell' o TIPICO (Immagine 1).
Tuttavia l'angioma può manifestarsi anche in varianti ATIPICHE. Sicuramente per dimensione (Immagine 2: questo angioma è un po' più grande del solito), ma anche per altre caratteristiche:
- immagine 3: angioma ipoecogeno;
- immagine 4: angioma gigante (>10 cm), iso-iperecogeno, disomogeneo, con piccole aree necrotiche;
- immagine 5: angioma isoecogeno, disomogeneo, con effetto massa e sviluppo parzialmente esofitico;
- immagine 6: angioma cavernoso in neonato, con aspetto a coccarda ed ecogenicità mista.
In questi casi la diagnosi presuntiva necessita per lo più di conferma con esame contrastografico.
Tutto ciò vale se ragioniamo su lesioni su fegato sano e in soggetto privo di anamnesi oncologica: in questi casi il sospetto clinico potrebbe essere diverso e ogni singola immagine di primo riscontro va contestualizzata.
Per approfondire: https://easl.eu/publication/the-management-of-benign-liver-tumour/
E a voi quali sono stati gli angiomi più strani che è capitato di vedere nella pratica clinica? 🙂
🔥🔥🔥DRAGHETTO SPUTAFUOCO??🔥🔥🔥
Oggi parliamo di e di .
L'ureterocele è il in vescica dell'ultima porzione ureterale (per i non addetti, l'uretere è quel tubicino che collega ciascun rene alla vescica). Un artefatto ecografico invece è un'immagine che visualizziamo, ma alla quale non corrisponde un'entità reale: questa può quindi generare confusione, ma in alcuni casi può invece essere d'aiuto. L'artefatto di pseudoflusso si genera di fronte a fluidi, diversi dal sangue, in movimento che simulano la presenza di flusso ematico perché ugualmente "prendono colore". Come ci aiuta questo artefatto? Ad esempio nell'individuare lo sbocco ureterale in vescica.
L'uretere, specie quando prolassato, appare come un anellino a livello della parete posteriore della vescica, ovvero quella più distante dalla sonda. Tuttavia non è sempre ben visibile e può confondersi con una zona di ispessimento parietale ["A" nella prima immagine] (che potrebbe farci pensare ad altro...).
Avendo pazienza però, tramite leggere pressioni con la sonda e attivando il box colore, potremo stimolare e visualizzare il jet ureterale (letteralmente il getto di urina dall"uretere alla vescica) che appare un po' come un getto di fuoco 🔥😉
Un piccolo trucchetto, ma molto utile da sfruttare...
Al termine di questo mese dedicato, oggi ci siamo occupati di prevenzione e follow up della patologia prostatica 🤗🌰
Un applauso a quanti hanno partecipato e si sono dedicati alla propria salute!
--------‼️‼️‼️ PRIMO TOPIC ‼️‼️‼️- - - - - -
VESCICA maschile a confronto.
La prima immagine è come appare una vescica (V) normale, piena di urina, all'esame ecografico: un organo disteso dal contenuto liquido limpido ("anecogeno" dal punto di vista tecnico, "nero" nell'immagine) e con pareti sottili e regolari.
Quando si urina la vescica si svuota completamente.
Ma cosa succede se c'è un ostacolo che si oppone allo svuotamento vescicale? Ad esempio quando c'è una prostata di dimensioni aumentate oppure un adenoma (A) della prostata?
Beh la vescica dovrà impegnare di più la propria componente muscolare per cercare di vincere la forza dell'ostruzione che incontra.
Nel tempo tuttavia questo maggior impegno richiesto si sconta con un danno a carico dell'organo, per cui le sue pareti prima si ispessiscono, poi si sfiancano, fino a che possono formarsi dei diverticoliti (D) anche di notevoli dimensioni (estroflessioni in cui la parete letteralmente cede) o ancora la vescica diviene "atonica", flaccida.
Così lo svuotamento può risultare incompleto e volumi di urina, anche molto grandi, possono restare ritenuti in vescica: questo in maniera dolorosa o assolutamente asintomatica!
Ne possono conseguire insufficienza renale, formazione di calcoli vescicali e infezioni.
L'ecografia addominale consente lo studio della dimensione della prostata e l'individuazione di un adenoma prostatico ostruente. Permette inoltre di individuare i possibili danni vescicali (la cosiddetta "vescica da sforzo") e l'eventuale ritenzione di urina in vescica tramite la stima del "residuo post-minzionale".
Il primo paziente aveva circa 400 ml di urina in vescica senza averne la minima percezione.
Il secondo aveva dei veri e proprio depositi di pus.
Sabato 30 novembre, sarò presso la Rete Medica GVS per occuparmi proprio di patologie della prostata 🌰😉, se sei interessato allo screening chiama allo 081-19536225 oppure segui l'evento su Facebook https://facebook.com/events/2574728739287842/?ti=cl
L'ecografia è un esame diagnostico che consente un approccio non invasivo e a costi contenuti.
Vi mostrerò le principali patologie che è possibile individuare e monitorare nel tempo grazie a questo strumento: mia passione e mio lavoro.
Questa pagina nasce con l'intento di rivolgersi a TUTTI 🤗, gente comune (per comprendere cose'è e a cosa serve l'ecografia) e del campo medico (per approcciarsi alla metodica e conoscere i miei casi clinici).
Le immagini "patologiche" derivano dalla mia personale raccolta negli anni.
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