DLCI Studio Legale
DLCI è uno studio moderno e dinamico, in cui operano avvocati con una solida preparazione. Il dirit
𝐈𝐥 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐠𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐦𝐞𝐝𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐯𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐢𝐧 𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐢𝐧 𝐜𝐚𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐦𝐩𝐚𝐭𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐚𝐦𝐛𝐢𝐞𝐧𝐭𝐚𝐥𝐞 𝐨 𝐠𝐫𝐚𝐯𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐠𝐢𝐮𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐥’𝐞𝐧𝐭𝐞
L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, insieme all’associate avv. Giorgio Petta, hanno assistito con successo innanzi al Tribunale di Palermo un dirigente medico di un’azienda ospedaliera, ottenendo l’annullamento della sanzione disciplinare irrogata alla lavoratrice per una presunta violazione dell’art. 70, comma 3 lett. G) del C.C.N.L. dell’Area della Dirigenza Medica e Veterinaria.
Veniva in particolare contestata la mancata comunicazione dell’esistenza di un procedimento penale pendente nei propri confronti, finalizzato all’accertamento dei reati di appropriazione indebita e violenza privata asseritamente commessi in un contesto non inerente l’attività lavorativa svolta alle dipendenze dell’azienda ospedaliera e in un luogo differente da quello di lavoro.
Il Tribunale di Palermo ha deciso la controversia in senso favorevole al medico, segnalando come l’esistenza di un procedimento penale in corso non fosse in ogni caso sufficiente a giustificare la sanzione applicata. Ciò alla luce del fatto che i fatti oggetto del procedimento erano del tutto estranei alla professione medica e gli stessi non avrebbero potuto ledere l’immagine o pregiudicare lo svolgimento dell’attività lavorativa.
Sposando pienamente la linea difensiva dei legali della lavoratrice, il Tribunale di Palermo ha accolto il ricorso del dirigente medico, dichiarando l’illegittimità della sanzione e condannando l’azienda ospedaliera al pagamento delle spese di lite liquidate in ragione del principio della soccombenza.
Per maggiori informazioni puoi contattare lo studio legale DLCI al n. 091.6811454 o puoi scrivere all’e-mail [email protected].
Il dirigente medico deve comunicare i procedimenti penali in corso solo in caso di incompatibilità ambientale o grave pregiudizio per l’ente L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, insieme all’associate avv. Giorgio Petta, hanno assistito con successo innanzi al Tribunale di Palermo un dirigente medico di un’azienda ospedaliera, ottenendo l’annullamento della sanzione ...
𝐍𝐮𝐥𝐥𝐨 𝐢𝐥 𝐥𝐢𝐜𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐫𝐚𝐝𝐢𝐜𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐯𝐨 𝐝𝐢 𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞
L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, insieme all’associate avv. Giorgio Petta, hanno assistito con successo innanzi al Tribunale di Palermo un medico di una clinica privata, ottenendo il riconoscimento della natura subordinata del rapporto di lavoro e il riconoscimento dell’illegittimità del licenziamento privo di qualunque motivazione.
La vicenda scaturisce dall’interruzione del rapporto di lavoro per volontà della casa di cura attraverso una semplice comunicazione, che non conteneva alcun riferimento alle ragioni del recesso. La sentenza si segnala per l’ampio richiamo in motivazione alla recente sentenza n. 22 del 22 febbraio 2024 con cui la Corte Costituzionale afferma che la tutela reintegratoria si applica ai casi di nullità del licenziamento anche se non “espressamente” previsti dalla legge.
Il Tribunale di Palermo ha pienamente accolto il ricorso avanzato dal medico specialista riqualificando rapporto di natura libero-professionale come subordinato e accertando l’illegittimità del licenziamento. Il licenziamento è stato, quindi, dichiarato nullo per radicale mancanza di motivazione e il datore di lavoro è stato condannato alla reintegrazione del lavoratore, con ulteriore condanna al pagamento di un’indennità risarcitoria pari alle retribuzioni che avrebbe dovuto corrispondergli dalla data di efficacia del licenziamento sino all’effettiva reintegrazione, oltre alla regolarizzazione della posizione contributiva del lavoratore alla luce dell’accertamento della natura subordinata del rapporto di lavoro.
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Nullo il licenziamento radicalmente privo di motivazione L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, insieme all’associate avv. Giorgio Petta, hanno assistito con successo innanzi al Tribunale di Palermo un medico di una clinica privata, ottenendo il riconoscimento della natura subordinata del ...
𝐈𝐦𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐝𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐢𝐥 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐫𝐛𝐢𝐭𝐫𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐟𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐨𝐦𝐚𝐧𝐝𝐚
L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici, partner dello studio legale DLCI, ha assistito un comune siciliano dinnanzi al Tribunale di Marsala ottenendo il rigetto del ricorso presentato da una lavoratrice con il quale richiedeva il pagamento delle somme a titolo di Peo.
La difesa dell’amministrazione ha eccepito l’improcedibilità della domanda per abusivo frazionamento della domanda, alla luce dei diversi giudizi instaurati precedentemente dalla ricorrente, fra cui anche uno che aveva accertato il suo diritto al risarcimento del danno e il pagamento di alcune differenze retributive.
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Improcedibile il ricorso per arbitrario frazionamento della domanda L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici, partner dello studio legale DLCI, ha assistito un comune siciliano dinnanzi al Tribunale di Marsala ottenendo il rigetto del ricorso presentato da una lavoratrice con il quale richiedeva il pagamento delle somme a titolo di Peo. La difesa dell’amministrazione ...
Condividiamo con voi le osservazioni dell’avv. Lorenzo Maria Dentici alla recente sentenza della Corte di cassazione a sezioni unite sulla decorrenza della prescrizione nei rapporti a tempo determinato nel pubblico impiego. Un tema denso di suggestioni che si presta a letture anche estreme. Potete consultarlo su Lavoro e previdenza oggi n. 1-2/2024 o al sito www.lpo.it.
Il 27 febbraio 2024 a Termini Imerese si discuterà del tema della prescrizione nel diritto del lavoro alla luce della più recente giurisprudenza, in un dialogo a più voci che tratterà sia del sostrato civilistico, sia delle peculiarità giuslavoristiche.
L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, insieme all’associate avv. Giorgio Petta, hanno assistito con successo innanzi al Tribunale di Palermo un medico di una clinica privata, ottenendo il riconoscimento della natura subordinata del rapporto di lavoro.
La vicenda scaturisce dall’interruzione del rapporto di lavoro per volontà della casa di cura attraverso una semplice comunicazione, che non conteneva alcun riferimento alle motivazioni.
Il lavoratore si è pertanto rivolto, con ricorso ex art. 414 c.p.c., al Tribunale di Palermo, il quale – sposandone pienamente la linea difensiva – ha accolto il ricorso, con decisione del 17 gennaio 2024, sulla scorta di una rigorosa individuazione degli indici di subordinazione e ha condannato la casa di cura a corrispondere al lavoratore un’indennità risarcitoria pari alle retribuzioni che gli sarebbero spettate dalla data di efficacia del licenziamento sino all’effettiva reintegrazione e al versamento dei contributi previdenziali. Il datore di lavoro é stato poi condannato alla rifusione delle spese di lite.
Per maggiori informazioni puoi contattare lo studio legale DLCI al n. 091.6811454 o puoi scrivere all’e-mail [email protected].
Medico di casa di cura privata e abuso del contratto libero-professionale L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, insieme all’associate avv. Giorgio Petta, hanno assistito con successo innanzi al Tribunale di Palermo un medico di una clinica privata, ottenendo il riconoscimento della natura subordinata del ...
𝐑𝐞𝐢𝐧𝐭𝐞𝐠𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐝𝐢𝐩𝐞𝐧𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐢𝐜𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐭𝐚 𝐚 𝐬𝐞𝐠𝐮𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐝𝐞𝐜𝐫𝐞𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐜𝐢𝐨𝐠𝐥𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐟𝐢𝐚
Gli avv.ti prof. Lorenzo Maria Dentici e Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, insieme all’associate Giorgio Petta hanno assistito una dipendente di un ente locale cui era stata comminata la sanzione disciplinare del licenziamento per giusta causa per presunti comportamenti di favore nei confronti del fratello condannato per fatti di mafia, consistiti nella rivelazione di informazioni sull’attività dell’ente in materia di affidamenti, citati sia nel decreto di scioglimento del consiglio comunale, sia in un’informativa prefettizia.
I legali hanno contestato la legittimità del provvedimento impugnato per tardività della sanzione in ragione della decadenza dall’azione disciplinare, deducendo inoltre l’insussistenza dei fatti contestati. La dipendente è stata infatti destinataria di un procedimento disciplinare fondato unicamente sul fatto che la stessa fosse parente di alcuni soggetti malavitosi con cui non aveva, peraltro, alcun tipo di rapporto.
La lavoratrice è stata reintegrata nel posto di lavoro con condanna dell’ente locale al pagamento di un’indennità risarcitoria commisurata all’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del TFR corrispondente al periodo dal giorno del licenziamento fino a quello dell’effettiva reintegrazione (in misura comunque non superiore a 24 mensilità), oltre ai connessi contributi previdenziali e assistenziali.
Reintegrata una dipendente licenziata a seguito del decreto di scioglimento del consiglio comunale per fatti di mafia Gli avv.ti prof. Lorenzo Maria Dentici e Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, insieme all’associate Giorgio Petta hanno assistito una dipendente di un ente locale cui era stata comminata la sanzione disciplinare del licenziamento per giusta causa per presunti comportamenti di...
𝐈𝐥𝐥𝐞𝐠𝐢𝐭𝐭𝐢𝐦𝐢 𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐭𝐞𝐫𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐬𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐬𝐞𝐝𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐜𝐨𝐫𝐫𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐠𝐫𝐚𝐝𝐮𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐌𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐨
L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, insieme all’associate avv. Giorgio Petta, hanno assistito con successo innanzi al Tribunale di Roma una dipendente del Ministero dell’Interno ottenendone l’assegnazione a Catania per assistere la madre disabile.
La vicenda scaturisce dallo scorrimento di una graduatoria cui ha attinto anche il Ministero dell’Interno e dalla precedenza nella scelta della sede accordata ai soggetti in possesso dei benefici della l. n. 104/1992 e, fra questi, a coloro che prestavano assistenza a un familiare la cui condizione di disabilità fosse stata accertata da epoca più risalente.
Sulla scorta di tale criterio, non previsto del bando e comunicato via pec agli aspiranti all’atto delle assegnazioni, la lavoratrice assistita – pur trovandosi in una posizione più elevata nella graduatoria di merito – si è vista precedere nella scelta della sede di Catania da altri aspiranti con punteggio inferiore, solo sulla scorta del suddetto titolo preferenziale coniato ex post dall’amministrazione.
La dipendente si è pertanto rivolta, con ricorso d’urgenza, al Tribunale di Roma.
L’amministrazione è stata condannata alle spese di lite.
Illegittimi i criteri nell’assegnazione delle sedi per scorrimento di una graduatoria da parte del Ministero dell’Interno L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, insieme all’associate avv. Giorgio Petta, hanno assistito con successo innanzi al Tribunale di Roma una dipendente del Ministero dell’Interno ottenendone l’assegnazione a Catania per assi...
𝐓𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐚𝐮𝐠𝐮𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐁𝐮𝐨𝐧 𝐍𝐚𝐭𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐚𝐥 𝐭𝐞𝐚𝐦 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐒𝐭𝐮𝐝𝐢𝐨 𝐃𝐋𝐂𝐈 🎄🥂
DLCI Studio Legale DLCI è uno studio moderno e dinamico, in cui operano avvocati con una solida preparazione. Il dirit
𝐒𝐮𝐛𝐨𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐧𝐞𝐥 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐥𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐞 𝐨𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐚
L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, hanno assistito con successo innanzi al Tribunale di Agrigento una società editrice di un noto quotidiano siciliano ottenendo il rigetto del ricorso presentato da una lavoratrice che richiedeva la il riconoscimento della natura subordinata dell’attività giornalistica prestata.
La giornalista, legata da un contratto di collaborazione, ha infatti la riqualificazione del rapporto di lavoro come subordinato e la condanna del datore di lavoro al pagamento delle differenze contributive connesse.
La società editrice ha contestato tali assunti, sostenendo invece la genuinità della collaborazione e il mancato assolvimento dell’onere della prova sulla natura del rapporto, nonché circa gli elementi necessari per la determinazione della retribuzione in astratto dovuta.
Il Tribunale di Agrigento – sposando pienamente la linea difensiva dei legali della società - ha rigettato il ricorso sulla scorta di una rigorosa applicazione dei criteri di riparto dell’onere della prova di cui all’art. 2697 del c.c.. La norma dispone che per far valere un diritto in giudizio l’onere di dimostrare i fatti che ne costituiscono il fondamento ricade sulla parte istante. Ne conseguiva che, ai fini dell’accertamento del vincolo di subordinazione è la prova della disponibilità del giornalista nei confronti dell’editore, anche nell’intervallo tra una prestazione e l’altra, per evaderne richieste variabili e non sempre predeterminate o predeterminabili.
Subordinazione nel lavoro giornalistico e onere della prova L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, hanno assistito con successo innanzi al Tribunale di Agrigento una società editrice di un noto quotidiano siciliano ottenendo il rigetto del ricorso presentato da una lavoratrice che richiedeva l...
𝐋𝐨 𝐬𝐭𝐮𝐝𝐢𝐨 𝐫𝐢𝐦𝐚𝐫𝐫𝐚̀ 𝐜𝐡𝐢𝐮𝐬𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥’𝟖 𝐚𝐠𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐚𝐥 𝟒 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞. 𝐁𝐮𝐨𝐧𝐞 𝐕𝐚𝐜𝐚𝐧𝐳𝐞! 🏖️ ☀️
𝐀𝐬𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐝𝐞 𝐞 𝐚𝐬𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐚𝐥 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐥𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐢𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞: 𝐢𝐥𝐥𝐞𝐠𝐢𝐭𝐭𝐢𝐦𝐨 𝐢𝐥 𝐜𝐫𝐢𝐭𝐞𝐫𝐢𝐨 𝐮𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥 𝐌𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐨
L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto partner dello studio legale DLCI, insieme all’associate avv. Giorgio Petta, hanno assistito con successo innanzi al Tribunale di Trapani una dipendente del Ministero dell’Interno in servizio a Trapani ottenendo l’emissione di un ordine di assegnazione a Palermo per assistere la madre disabile.
La vicenda scaturisce dallo scorrimento di una graduatoria cui ha attinto anche il Ministero dell’Interno e dalla precedenza nella scelta della sede accordata ai soggetti in possesso dei benefici della l. n. 104/1992 e, fra questi, a coloro che prestavano assistenza a un familiare la cui condizione di disabilità fosse stata accertata da epoca più risalente.
Sulla scorta di tale criterio, non previsto del bando e comunicato via pec agli aspiranti all’atto delle assegnazioni, la lavoratrice assistita dallo studio – pur trovandosi in una posizione più elevata nella graduatoria di merito – si è vista precedere nella scelta della sede di Palermo da altri aspiranti con punteggio inferiore, solo sulla scorta del suddetto titolo preferenziale coniato ex post dall’amministrazione.
La dipendente si è pertanto rivolta, con ricorso d’urgenza, al Tribunale del luogo ove prestava servizio, ottenendo – con ordinanza dell’1 agosto 2023 - un ordine di trasferimento a Palermo.
Assegnazione della sede e assistenza al familiare disabile: illegittimo il criterio usato dal Ministero dell’Interno L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto partner dello studio legale DLCI, insieme all’associate avv. Giorgio Petta, hanno assistito con successo innanzi al Tribunale di Trapani una dipendente del Ministero dell’Interno in servizio a Trapani ottenendo l’emissione di...
Ad alcuni dipendenti di Intesa Sanpaolo Vita S.p.A. nel mese di maggio del 2012 erano stati revocati i superminimi - ossia dei miglioramenti rispetto alla retribuzione prevista dai contratti collettivi - concessi dalla società nel corso del rapporto di lavoro.
Tali superminimi erano stati qualificati come “assorbibili”; ma a fronte del tenore letterale delle pattuizioni individuali, si era verificato il mancato assorbimento degli stessi in occasione degli aumenti contrattuali del CCNL di categoria del 2003 e del 2007.
I lavoratori affermavano, pertanto, che in ragione delle superiori circostanze di fatto, si era modificata, per fatti concludenti, l’originaria volontà delle parti, che era finalizzata a modificare la natura del superminimo, reso dunque non assorbibile.
I lavoratori, assistiti dall’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici, partner dello studio legale DLCI, hanno proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza di appello agli stessi sfavorevole.
La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 1941 del 17 luglio 2023, accogliendo le domande dei dipendenti, ha cassato la sentenza impugnata, rinviando alla Corte di appello di Milano in diversa composizione, affermando che il comportamento dell’istituto bancario aveva integrato un uso aziendale.
Mancato assorbimento dei superminimi e uso aziendale Ad alcuni dipendenti di Intesa Sanpaolo S.p.A. nel mese di maggio del 2012 erano stati revocati i superminimi - ossia dei miglioramenti rispetto alla retribuzione prevista dai contratti collettivi - concessi dalla società nel corso del rapporto di lavoro. Tali superminimi erano stati qualificati co...
L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, hanno assistito con successo innanzi al Tribunale di Messina una multinazionale del settore della ristorazione collettiva in una causa di licenziamento.
La lavoratrice aveva sostenuto l’illegittimità del recesso intimato per superamento del periodo di comporto, sul rilievo che alcune assenze nelle quali era stata sottoposta a terapie salvavita non avrebbero dovuto essere computate, così come il periodo di positività al Covid durante il ricovero.
Il ricorso è stato rigettato e la lavoratrice condannata alle spese di lite.
Terapie salvavita e licenziamento per superamento del periodo di comporto L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, hanno assistito con successo innanzi al Tribunale di Messina una multinazionale del settore della ristorazione collettiva in una causa di licenziamento. La lavoratrice che aveva sostenuto l’ille...
🧑⚖️ Indebito previdenziale per il venir meno di contribuzione figurativa: illegittimo il recupero delle somme in assenza di dolo da parte del beneficiario. Così pronuncia la Corte di Cassazione con la sentenza 10337/2023.
Nel caso affrontato, nel quale il socio avv. prof. Lorenzo Maria Dentici ha assistito un pensionato nella causa contro l’Inps, i giudici forniscono un’attenta disamina della questione dell'indebito previdenziale.
📌 Nella fattispecie per la Corte “sicuramente addebitabile all’INPS è il mancato rilievo della esistenza di un periodo contributivo coperto sia da contribuzione figurativa sia da contribuzione effettiva, trattandosi di verifica necessariamente emergente nella procedura amministrativa di liquidazione della prestazione”. In assenza di dolo da parte del beneficiario il recupero è dunque illegittimo.
📄 Leggi la sentenza completa 👉 https://bit.ly/sentenza-corte-cassazione-10337-2023
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𝐈𝐧𝐝𝐞𝐛𝐢𝐭𝐨 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐢𝐝𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐯𝐞𝐧𝐢𝐫 𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐟𝐢𝐠𝐮𝐫𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚: 𝐢𝐥𝐥𝐞𝐠𝐢𝐭𝐭𝐢𝐦𝐨 𝐢𝐥 𝐫𝐞𝐜𝐮𝐩𝐞𝐫𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐬𝐨𝐦𝐦𝐞 𝐢𝐧 𝐚𝐬𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐝𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐛𝐞𝐧𝐞𝐟𝐢𝐜𝐢𝐚𝐫𝐢𝐨
L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici, partner dello studio legale DLCI, ha assistito con successo innanzi alla Suprema Corte di Cassazione un lavoratore che, per effetto dell'annullamento dei contributi figurativi, accreditati per i periodi di mobilità a causa del contemporaneo svolgimento di attività lavorativa autonoma, aveva subito il recupero della somma di €321.000, riscossa a titolo di pensione di anzianità dal 2001 al 2008.
Indebito previdenziale per il venir meno di contribuzione figurativa: illegittimo il recupero delle somme in assenza di dolo da parte del beneficiario L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici, partner dello studio legale DLCI, ha assistito con successo innanzi alla Suprema Corte di Cassazione un lavoratore che, per effetto dell'annullamento dei contributi figurativi, accreditati per i periodi di mobilità a causa del contemporaneo svolgimento di attiv...
𝐀𝐠𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐄𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐞 𝐞 𝐩𝐨𝐬𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞: 𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐠𝐞𝐝𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐦𝐚𝐭𝐞𝐫𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐞𝐧𝐭𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢𝐨 𝐞𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐨
L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, hanno ottenuto il riconoscimento del carattere discriminatorio del mancato computo dei periodi di congedo per maternità e parentale ai fini del servizio effettivo nelle selezioni per incarichi di posizione organizzativa dell’Agenzia delle Entrate.
In particolare, una dipendente aveva partecipato nel 2018 a una procedura d’interpello per il conferimento di posizioni organizzative, per lo svolgimento di incarichi di elevata responsabilità, alta professionalità o particolare specializzazione.
La stessa non si era classificata utilmente nella graduatoria in quanto l’Agenzia non aveva valutato integralmente il servizio prestato. Dal mese di ottobre 2008 al luglio 2010 aveva infatti usufruito di congedi per maternità e parentali e tali periodi non sono stati considerati come effettivi dal datore di lavoro stante l’assenza della prestazione.
La lavoratrice ha, quindi, adito il Tribunale di Enna sostenendo l’esistenza di una discriminazione legata alla fruizione dei predetti congedi. Il giudice di primo grado ha rigettato il ricorso, osservando che nella procedura in esame i periodi rilevanti ai fini dell’attribuzione dei punteggi erano quelli funzionali a valorizzare l’attività lavorativa effettivamente svolta che avesse potenzialmente apportato un arricchimento professionale e un supposto miglioramento delle abilità del dipendente/candidato, con la conseguenza che non potessero essere computati i periodi di effettiva assenza dal servizio quali quelli della lavoratrice in costanza di maternità, utili solo ai fini della determinazione dell’anzianità maturata per la quantificazione del trattamento pensionistico.
La lavoratrice così ha impugnato la sentenza di primo grado innanzi alla Corte di Appello di Caltanissetta, che ha riformato la sentenza di primo grado, accogliendo la ricostruzione offerta dai propri legali.
Agenzia delle Entrate e posizioni organizzative: i congedi per maternità e parentali sono servizio effettivo L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, hanno ottenuto il riconoscimento del carattere discriminatorio del mancato computo dei periodi di congedo per maternità e parentale ai fini del servizio effettivo nelle selezioni per incarichi di...
𝐈𝐬𝐜𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐠𝐞𝐬𝐭𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐦𝐞𝐫𝐜𝐢𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢: 𝐚𝐧𝐧𝐮𝐥𝐥𝐚𝐭𝐨 𝐥’𝐚𝐯𝐯𝐢𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐚𝐝𝐝𝐞𝐛𝐢𝐭𝐨 𝐈𝐍𝐏𝐒
Gli avvocati prof. Lorenzo Maria Dentici e Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, insieme all’associate avv. Giorgio Petta hanno assistito con successo in varie controversie contro l’INPS alcuni soci di società di persone o di capitali destinatari di avvisi di addebito per contributi non versati alla gestione commercianti, cui erano stati iscritti d’ufficio dall’istituto previdenziale.
Il Tribunale di Palermo, sposando le tesi dei legali dello studio, ha accolto i ricorsi, annullando gli avvisi di addebito INPS per omesso assolvimento dell’onere della prova in merito all’abitualità e alla prevalenza dell’apporto lavorativo del socio.
Iscrizione alla gestione commercianti del socio di società di persone o di capitali: annullato l’avviso di addebito INPS Gli avvocati prof. Lorenzo Maria Dentici e Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, insieme all’associate avv. Giorgio Petta hanno assistito con successo in varie controversie contro l’INPS alcuni soci di società di persone o di capitali destinatari di avvisi di addebito per cont...
𝐔𝐧𝐚 𝐝𝐨𝐜𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐢𝐧 𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐬𝐬𝐞𝐠𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚 𝐡𝐚 𝐢𝐥 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢𝐨 𝐢𝐧 𝐜𝐚𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐧𝐮𝐧𝐜𝐢𝐚
L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto partner dello studio legale DLCI, insieme all’associate avv. Giorgio Petta, hanno assistito con successo innanzi al Tribunale di Padova un’insegnate di scuola secondaria in aspettativa, ottenendo la condanna del Ministero dell’Istruzione alla sua immediata riammissione in servizio a seguito della rinuncia all’assegno di ricerca.
Una docente in aspettativa per assegno di ricerca ha il diritto di rientrare in servizio in caso di rinuncia L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Luigi Maini Lo Casto partner dello studio legale DLCI, insieme all’associate avv. Giorgio Petta, hanno assistito con successo innanzi al Tribunale di Padova un’insegnate di scuola secondaria in aspettativa, ottenendo la condanna del Ministero dell....
L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici, partner dello studio legale DLCI, ha assistito con successo innanzi alla Corte di Cassazione un dipendente di Poste Italiane che si era reso responsabile di gravi irregolarità nello svolgimento di operazioni di conto corrente presso un ufficio postale.
Dopo essere stato reintegrato dalla Corte di Appello di Palermo (a seguito una prima decisione favorevole della Cassazione) la società ha nuovamente impugnato la sentenza della Corte distrettuale, sostenendo che il licenziamento fosse in ogni caso legittimo in quanto i gravi inadempimenti erano indice di incapacità nell’esecuzione della prestazione. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso accogliendo la tesi del lavoratore sulla diversità delle fattispecie.
Illegittimo un licenziamento di poste italiane: l’inadempimento non è indice di incapacità Un dipendente di Poste Italiane si era reso responsabile di gravi irregolarità nello svolgimento di operazioni presso un ufficio postale. Egli, nell’effettuare delle operazioni di disinvestimento e nuovo investimento, non aveva infatti raccolto personalmente la sottoscrizione del correntista, poi...
Dirigente pubblico e mancato godimento delle ferie Gli avv.ti prof. Lorenzo Maria Dentici e Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, hanno assistito con successo in grado di appello due società operanti nel settore della commercializzazione di prodotti ittici. Queste ultime erano risultate soccombenti in primo grado presso il Tribuna...
Gli avvocati Luigi Maini Lo Casto e Giorgio Petta, rispettivamente partner e associate dello studio legale DLCI, hanno assistito con successo un dirigente amministrativo di secondo livello di un’azienda sanitaria che aveva lamentato l’impossibilità di fruire delle ferie per motivi di servizio. Dopo la cessazione del rapporto il dirigente ha infatti agito in giudizio per il pagamento dell’indennità sostitutiva delle ferie negate dal datore di lavoro.
L’Azienda aveva dedotto il divieto di monetizzazione delle ferie, sottolineando come il dirigente, che pur conosceva la data del suo prossimo collocamento a riposo, non avesse programmato la fruizione delle ferie residue.
Il Tribunale ha escluso che l’Azienda sanitaria abbia dimostrato di avere esercitato tutta la diligenza necessaria affinché il lavoratore fosse posto effettivamente in condizione di fruire delle ferie annuali retribuite alle quali aveva diritto e ha condannato quest’ultima al pagamento dell’indennità sostitutiva delle ferie maturate e non godute.
Dirigente pubblico e mancato godimento delle ferie Gli avv.ti prof. Lorenzo Maria Dentici e Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, hanno assistito con successo in grado di appello due società operanti nel settore della commercializzazione di prodotti ittici. Queste ultime erano risultate soccombenti in primo grado presso il Tribuna...
Studio DLCI
Nomina del rappresentante sindacale aziendale e falsificazione del verbale di assemblea: è giusta causa di licenziamento Con sentenza del 7 ottobre 2022 la Corte di Cassazione sezione lavoro ha rigettato il ricorso proposto da una lavoratrice licenziata per giusta causa da banca per avere falsificato un verbale di assemblea sindacale in cui la stessa sarebbe stata designata come r.s.a. al fine di usufruire dei permess...
L’avv. prof. Lorenzo Maria Dentici e l’avv. Sergio Capasso, partner dello studio legale DLCI, hanno assistito con successo, dinanzi alla Corte di Cassazione, un istituto di credito che ha sostenuto l’illiceità della condotta di una sua dipendente volta a trarre – attraverso la redazione di un verbale di assemblea falso - un ingiusto vantaggio dallo status di dirigente sindacale.
La falsificazione di un verbale di assemblea recante la nomina a rsa integra quindi una giusta causa di licenziamento.
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Nomina del rappresentante sindacale aziendale e falsificazione del verbale di assemblea: è giusta causa di licenziamento Con sentenza del 7 ottobre 2022 la Corte di Cassazione sezione lavoro ha rigettato il ricorso proposto da una lavoratrice licenziata per giusta causa da banca per avere falsificato un verbale di assemblea sindacale in cui la stessa sarebbe stata designata come r.s.a. al fine di usufruire dei permess...
Gli avvocati prof. Lorenzo Maria Dentici e Luigi Maini Lo Casto, partner dello studio legale DLCI, hanno ottenuto presso il Tribunale di Milano l’annullamento di un’ordinanza ingiunzione di oltre mezzo milione di euro per lavoro sommerso.
👉🏻 Il Tribunale di Milano ha accolto l’opposizione della società e del legale rappresentate pro tempore, obbligato in solido, ritenendo non assolto da parte dell’Ispettorato del lavoro l’onere della prova sull’esistenza e sulla natura subordinata dei rapporti oggetto di accertamento.
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Annullata dal Tribunale di Milano una maxisanzione per lavoro sommerso di oltre mezzo milione di euro Il Tribunale di Milano, sezione lavoro, con sentenza del 20 settembre 2022 ha annullato un’ordinanza ingiunzione dell’Ispettorato del lavoro nei confronti di una società che avrebbe asseritamente occultato manodopera in nero. La maxisanzione è stata infatti emessa sul presupposto che sarebbero...
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