Valeria Carducci Psicoterapeuta-EMDR e Analisi Transazionale
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Cura e prevenzione del disagio psicologico. Focalizzazione su traumi relazionali e traumi causati da eventi esterni (incidenti, malattie, terremoti...)
È compito dell’adulto cogliere i segnali del piccolo, provvedere a calmarlo attraverso la vicinanza, il contatto fisico, il tono di voce basso quando è agitato o provvedere a stimolarlo con un tono di voce alto quando è poco attivo. Il bambino impara ad autoregolarsi se ha sperimentato il contenimento/regolazione di tutte le sue emozioni da parte del genitore. Paura, rabbia, tristezza...fanno parte della vita e il bambino impara che tutte le emozioni possono essere sperimentate senza dover censurare, reprimere o non sentire le cosiddette "emozioni negative". Ognuna di esse ha una funzione adattiva se lasciamo ai nostri bimbi la possibilità di viverle in un ambiente sicuro e protetto
L'aver contributo attivamente a costruire e diffondere questo servizio gratuito di aiuto alla cittadinanza, in un fase così difficile per tutti noi, mi ha dato l'opportunità di crescere e diventare una persona e una professionista migliore.
Ho ricevuto il grande dono di conoscere e fare rete con 40 meravigliosi colleghi, psicoterapeuti provenienti da tutta la Sicilia.
L'isolamento sociale, l'impossibilità di entrare in contatto fisicamente uno con l'altro ha lasciato dei segni in tutti noi, una br**ta esperienza che ci ha ricordato quanto sia vitale per la sopravvivenza umana il potersi toccare, abbracciare, accarezzare, coccolare, stringersi la mano, laddove il contatto sia rispettoso dell'individualità di ognuno.
La tecnologia ci ha aiutati a mantenere vivi i rapporti da lontano, a continuare a lavorare, MA non potrà mai sostituire il calore che deriva dalla vicinanza umana.
Nel rispetto delle normative vigenti, sono lieta di accogliervi nel mio studio di Via Garzilli 62 a Palermo
Informiamo che il Servizio di Supporto Psicologico telefonico gratuito di Ascolto al Sicuro è stato sospeso. Tale servizio era stato attivato nella fase di emergenza concomitante alla rapida diffusione del Covid-19.
Desideriamo ringraziare ogni persona che si è affidata a noi permettendoci di entrare nella propria vita in questo momento di difficoltà.
Ringraziamo inoltre"l'Associazione EMDR Italia", che ci ha coordinato e supportato nella nostra attività di aiuto alla cittadinanza.
Consapevoli dell'importanza della nostra professione, volta a favorire la salute psicofisica degli individui e della comunità, rimandiamo per eventuali ulteriori necessità ai Servizi Territoriali di competenza o all'elenco di Psicoterapeuti accreditati EMDR, operanti in tutto il territorio siciliano, disponibile al seguente link:
https://emdr.it/index.php/terapeuti/
Semplice...
Più facile di così!
Diciamo la verità ai nostri piccoli...
Uno strumento prezioso per supportare gli adolescenti!
Abbiamo creato un servizio di sostegno psicologico TOTALMENTE GRATUITO per aiutarvi a fronteggiare il disagio psicologico legato a questo periodo storico in cui il Trauma arriva ad ondate e siamo sottoposti ad uno stato di isolamento innaturale alla natura umana a causa del Corona virus. Il servizio è finalizzato alla riduzione ed alla gestione dell'ansia, della paura e di altri sintomi conseguenti a questo periodo acuto di stress. Siamo più di 50 operatori pronti ad accogliervi e supportarvi.
Piccoli consigli, grande aiuto
Come sempre gli incontri tenuti dalla Dott.ssa Isabel Fernandez sono utili e costruttivi. In questo caso ha posto l'accento sul'importanza del recupero degli uomini autori di violenza domestica. L'ottica è quella della prevenzione: se ci prendiamo cura di essi eviteremo che in futuro tornino a compiere atti volti a danneggiare fisicamente e psicologicamente donne e familiari. Lo sguardo è volto al futuro dal momento che in Italia, per ora, quasi non esistono programmi di recupero, nemmeno quando ci sia stata una condanna penale; durante la detenzione infatti la psicoterapia non è prevista per questi uomini.
Il LETTO di PROCUSTE e la PSICOTERAPIA
Cari amici, è da tempo che non scrivo sulla mia pagina. Vorrei riprendere il filo raccontandovi questa storia, che vi aiuterà a comprendere il modo in cui lavoro e quali sono i miei valori di base.
Buona lettura!
Procuste è il soprannome di un brigante greco di nome Damaste,
abitante del Monte Coridallo, lungo la via sacra che unisce Eleusi e Atene.
Procuste offriva ospitalità ai viandanti, in particolare concedeva una cena generosa seguita da un riposo su un letto che egli desiderava perfettamente conforme all’altezza e alla struttura dell’ospite.
Durante la notte, quando i malcapitati dormivano, ne approfittava per imbavagliarli e legarli.
Se la vittima era più alta e piedi, mani e testa le sporgevano dal letto, procedeva a tagliarli.
Se la persona era più bassa, la stirava, rompendole le ossa per far quadrare le misure.
"Ok...ma cosa ha a che fare questa storia con la psicoterapia?"
Faccio riferimento agli insegnamenti di un sapiente maestro dell'Analisi Transazionale, Pio Scilligo (1928-2009).
Raccontava sempre ai giovani psicologi e psicoterapeuti in formazione la storia di Procuste come monito per non cadere nella trappola di lavorare in modo automatico, dogmatico, eccessivamente schematico con i pazienti. Il messaggio che le parole di Scilligo mi hanno trasmesso era quello di diventare molto competenti, imparare teorie, tecniche, integrare i vari approcci diventandone padroni e al tempo stesso ci invitava a rimanerne liberi, quasi incontaminati, lasciandoci occhi, cuore e mente aperti ad accogliere senza preconcetti quanto l'altro ci sta comunicando.
Il rischio in cui noi terapeuti incorriamo, se rimaniamo sempre troppo aderenti alle teorie studiate, è quello di voler vedere ciò che conosciamo, interpretando i comportamenti del paziente incasellandoli nei nostri schemi precostituiti, cioè "mettendo le persone sul Letto di Procuste". La conseguenza deleteria di questo atteggiamento, se non verifichiamo con lui le nostre ipotesi, è che il paziente può non sentirsi rispecchiato, compreso empaticamente e rispettato nel suo essere unico e speciale, percependosi quindi tagliato o stiracchiato fino a rompersi le ossa.
Porto con me questa metafora nella pratica clinica con le persone, cercando un continuo, difficile equilibrio tra il tenere a mente le competenze teorico/pratiche, necessarie per svolgere questo lavoro in modo professionale ed etico, e il rimanere un "po' me stessa" nella relazione terapeutica, accogliendo con umanità, spontaneità e genuinità ciò che l'altro mi sta donando, spesso con notevole sofferenza. L'obiettivo è quello di favorire un'atmosfera di fiducia e collaborazione, indispensabili nel processo terapeutico.
VERGOGNA!
Cosa sappiamo della Vergogna?
In questa famosa scena del film "L'Attimo Fuggente" non viene mai nominata, eppure è di lei che si parla: "La Verità è una COPERTA che ti lascia SCOPERTI i piedi, tu la spingi, la tiri e lei non basta mai, anche se ti dibatti NON RIESCI A COPRIRTI TUTTO, dal momento in cui nasci piangendo al momento in cui esci morendo ti copre solo la faccia e tu piangi e gridi e gemi".
Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo provato la Vergogna e le abbiamo permesso di paralizzarci, di isolarci, di non chiedere aiuto, di darci addosso. E' un sentimento che apprendiamo dallo sguardo dell'Altro, non ci appartiene, eppure lo impariamo velocemente, da un genitore che ci ha umiliato, da un insegnante che ci ha ridicolizzato davanti ai compagni, o dal gruppo di pari che si sono accaniti nella svalutazione continua dei nostri punti deboli.
Lo splendido Professor Keating opera un intervento prezioso, sostenendo davanti a tutti uno dei suoi allievi: "L'amico Anderson ritiene che ciò che ha dentro sia INUTILE e IMBARAZZANTE...non è la sua peggiore paura? E si sbaglia, io credo che dentro di lei ci sia qualche cosa che vale moltissimo". E più avanti, quando i compagni di classe ridono di ciò che ha detto Anderson e la VERGOGNA ha già bussato alla porta del ragazzo, visibile sul suo viso, il Professore dice "No, Non ci faccia caso..." e lo stimola ad andare avanti, ad esprimersi.
Diventiamo i nostri peggiori nemici quando lasciamo che la svalutazione esterna dell'Altro diventi interna; quando, ad esempio, riproduciamo le risate dei compagni nella nostra mente e gli consentiamo di zittirci, svilirci, diventare sempre più trasparenti tanto da voler sparire. La conseguenza più grave a cui può portare la Vergogna è l'isolamento progressivo, che può generare anche gravi atti autolesionistici, fino al suicidio.
Il messaggio che voglio comunicare a chiare lettere a tutti coloro che si vergognano profondamente di qualcosa, siano essi bambini, adolescenti, adulti o anziani, è il seguente:
IN OGNUNO DI VOI ESISTE GIA' UN PROFESSOR KEATING pronto a incoraggiarvi e a dirvi che "Dentro di voi c'è qualcosa che vale moltissimo" e "No, non fate caso alle risate degli altri, andate avanti, fatevi VEDERE, fate della vostra vergogna la vostra forza e scoprirete che da essa può nascere qualcosa di molto bello, come la poesia di Todd Anderson".
La VERGOGNA è VOSTRA ALLEATA, imparate a riconoscerla e a darle voce, uscirà fuori la parte migliore di voi!
La poesia di Todd - L'Attimo Fuggente (1989) di Peter Weir L'attimo fuggente ("Dead Poets Society") - film drammatico del 1989, diretto da Peter Weir. Tra gli interpreti: Robin Williams (John Keating) - Knox Overstre...
E' POSSIBILE AMARSI SENZA FERIRSI MAI?
Alberga in noi, da qualche parte del cuore e della mente, l'aspettativa irrealistica che quando si ama e si è veramente amati da qualcuno, non ci si ferirà mai. Seguendo questa logica, molte persone preferiscono la solitudine, dicendosi: "In passato sono stato/a ferito/a dalla persona che amavo e non voglio più soffrire". La vicinanza, l'intimità con l'altro, fanno sì che le nostre paure riaffiorino, ognuno di noi avverte un RISCHIO, paura dell'abbandono, di perdere la libertà, della svalutazione etc...
Ebbene, NESSUNA RELAZIONE SANA E' ESENTE DA QUALCHE FERITA. La differenza tra una Relazione Sana e una Disfunzionale è il COME si reagisce e si affronta il naturale e reciproco deludersi, che ogni tanto può avvenire. Da questo si impara a conoscersi, a modellarsi nel diventare più intimi e a godere ancora di più della gioia dello stare insieme.
La storia dei porcospini descrive in modo chiaro questo processo, valorizzando anche la funzione della vicinanza per la conservazione della specie.
Buona lettura!
"Durante l'Era glaciale, molti animali morivano a causa del freddo. Fu allora che i porcospini decisero di raggrupparsi, in modo da riscaldarsi e proteggersi a vicenda. Ma gli aculei ferivano i compagni più vicini - proprio quelli che fornivano maggior calore. Per questo motivo si allontanarono di nuovo. E ricominciarono a morire per il gelo. A quel punto dovettero compiere una scelta: o venir decimati e rischiare di scomparire dalla faccia della Terra, oppure accettare il fastidio degli aculei del prossimo. Saggiamente, decisero di tornare a unirsi. E impararono a convivere con le piccole ferite che un rapporto molto stretto può causare, comprendendo che la cosa più importante era il calore dell'altro. E così sopravvissero" (cit. in "Adulterio" di Paulo Coelho).
Nel link riportato qui sotto trovate la mia intervista a "IoStudio ERSU Palermo Online", dove espongo alcuni dei motivi che mi hanno spinta ad "Aprire il mio Studio". Buona lettura!
Giornata Nazionale della Psicologia: l'importanza di "Ascoltarsi ed Ascoltare" Il tema della campagna del 2018 è: "Ascoltarsi ed Ascoltare: la persona al centro della propria vita" e, tra le numerose attività previste in tutto il territorio nazionale in vista dell'evento, la più significativa è "Studi Aperti": gli psicologi iscritti ai vari ordini regionali possono sceglie...
"Perché alcune donne continuano a rimanere legate all'uomo di cui sono vittime di violenza? Perché non lo lasciano?" (PARTE SECONDA)
(LA PRIMA PARTE E' NEL POST DEL 1 OTTOBRE)..Da piccolo il bambino ha bisogno di amore e attenzione, la RELAZIONE è necessaria alla SOPRAVVIVENZA tanto quanto il cibo; un legame con affettività negativa quindi, è meglio del non avere alcun legame.
Voglio dire a queste donne, anime belle e purtroppo abituate al dolore, che non c'è alcuna colpa in loro e che la strategia di sopravvivenza che hanno scelto da bambine, (Rimanere vicine alle loro Figure di Accudimento/Attaccamento), era la migliore che potessero trovare per arrivare all'età adulta: OK! BENE!
Questa strategia però, adesso STA METTENDO A RISCHIO LA LORO ESISTENZA e non funziona più.
Affinché esse possano salvarsi è necessario facilitarle nel processo di scoperta di questi ed altri collegamenti; ciò le aiuterà a dare significato, a comprendere la propria storia, incluso il motivo personale per cui ognuna rimane nella situazione di pericolo. Sarà poi importante desensibilizzare con delle tecniche specifiche proprio il piacere che provano nel momento in cui l'uomo torna e si mostra affettuoso; in tal modo, quando dovessero trovarsi nella stessa circostanza, non proverebbero più quelle emozioni positive che contribuivano ad intrappolarle nel circolo vizioso della violenza subita.
Naturalmente questa non vuole essere un'analisi esaustiva del complesso problema degli abusi sulle donne, l'obiettivo è quello di fornire un punto di vista che può agevolare la comprensione di una parte di esso.
Dedico questo post a tutte le donne che attualmente si trovano in situazioni simili, con l'augurio che quanto scritto possa essere loro di aiuto e a quelle che ne sono già uscite voglio dire "BRAVE! Fatevi una Carezza e siate Fiere di Voi!"
La Professione che amo, che ho scelto e che da sempre mi appassiona!
Il Cambiamento inizia con un passo; quel passo, a volte così difficile da percorrere, puoi avviarlo in Protezione e Sicurezza, aiutato da una mano esperta.
Cari amici, sono lieta di comunicarvi la mia adesione alla "Giornata Nazionale della Psicologia" e all'iniziativa "Studi Aperti".
Nelle giornate del 10 e 11 Ottobre "aprirò" il mio studio offrendo a chi si prenoterà una consulenza gratuita. L'obiettivo è quello di creare un contatto tra le persone e i professionisti della salute mentale; grazie all'esperienza diretta è possibile ridurre le fantasie negative e i luoghi comuni che riguadano la figura dello Psicologo.
Scoprirete che, nella maggior parte dei casi, non c'è nessun lettino nella stanza, che lo psicologo parla e interagisce attivamente con voi e non dice solo "mm...mm...", che sorride ed è accogliente e che ha un profondo rispetto per voi come persone, verso ciò che pensate e sentite; in altre parole scoprirete che ognuno di voi è già "OK" e che può solo migliorare quello che nella vita è andato storto.
Per info e prenotazioni: tel 3492100678; e-mail [email protected]
Vi aspetto!
Benvenuti alla Giornata Nazionale della Psicologia 2018 La Giornata si celebra il 10 ottobre, coincidente con la Giornata Mondiale della Salute Mentale e sono previste iniziative su tutto il territorio nazionale per tutta la settimana che include tale data
COME RICONOSCERE LE VITTIME DI BULLISMO-PER INSEGNANTI E GENITORI:
Secondo un'indagine de "Il tempo del web. Adolescenti e genitori on line" realizzata da SOS Il Telefono Azzurro Onlus in collaborazione con Doxakids, in occasione del Safer Day (SID) 2016, alla domanda:
"DOVE TI E' CAPITATO DI ESSERE STATO VITTIMA DI BULLISMO?" un campione di 600 ragazzi tra i 12 e i 18 anni ha risposto:
80% A SCUOLA -15% In strada -12% su Internet -10% All'Oratorio -9% Sui mezzi pubblici -9% In ambienti sportivi.
In accordo con questi risultati è importante sottolineare quale ruolo fondamentale ricoprano gli adulti nel riconoscere presto i ragazzi vittime di bullismo; intervenire tempestivamente consente di evitare che in essi si generi un pervasivo senso di solitudine e vergogna, che col tempo potrebbe condurli ad atti suicidari.
Secondo Olweus (1996) esistono due tipologie di indicatori per riconoscere le vittime di bullismo:
INDICATORI PRIMARI
-sono ripetutamente prese in giro, denigrate, umiliate, dominate, sottomesse;
-sono oggetto di derisioni in modo non amichevole;
-sono aggredite fisicamente, picchiate, spinte, colpite con pugni e calci;
-sono coinvolte in litigi o scontri nell'ambito dei quali si dimostrano indifese e di fronte ai quali tendono a ritirarsi, spesso piangendo;
-i loro libri, il loro denaro o altre cose di loro appartenenza vengono presi, danneggiati, sparsi in giro;
-presentano lividi, ferite, tagli, graffi a cui non si riesce a dare una spiegazione.
INDICATORI SECONDARI
-sono spesso sole, escluse dal gruppo durante l'intervallo e l'orario di mensa. Sembrano non avere nessun buon amico nella classe;
-vengono scelte per ultime nei giochi di squadra;
-tendono a stare molto vicine all'insegnante durante l'intervallo;
-hanno difficoltà a parlare in classe e danno l'impressione di essere ansiose ed insicure;
-appaiono abbattute, depresse, piagnucolose;
-mostrano un improvviso o graduale peggioramento nel rendimento scolastico;
-fobia scolastica (cercano di evitare di andare a scuola manifestando anche sintomi fisici, mal di pancia o altro).
DEFINIZIONE:
"Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni. Tali azioni negative possono essere realizzate con contatto fisico, parole, o in altri modi, come smorfie e gesti e un'intenzionale esclusione da un gruppo" (Olweus, 1996)
"E' un tipo di azione che mira deliberatamente a fare del male o danneggiare; spesso è persistente, talvolta dura per settimane, mesi e persino anni ed è difficile difendersi per coloro che ne sono vittime. Alla base della maggior parte dei comportamenti sopraffattori c'è un abuso di potere e un desiderio di intimidire e dominare" (Sharp-Smith, 1995)
CARATTERISTICHE del BULLISMO:
Secondo Olweus (1996) il bullismo presenta tre caratteristiche fondamentali:
ASIMMETRIA: relazione tra bullo e vittima caratterizzata da uno squilibrio di forze; non è un litigio tra due ragazzi con eguale forza fisica o psicologica
PERSISTENZA: comportamenti messi in atto ripetutamente nel corso dei mesi. Anche un episodio singolo, se di grave entità, può essere considerato una forma di bullismo
INTENZIONALITA': azioni di prevaricazione attuate con l'intenzione di arrecare danno ad un'altra persona, non riuscendo a comprendere le sofferenze della vittima
TIPOLOGIE DI BULLISMO:
Il bullismo si può manifestare nelle seguenti modalità (Bradshaw et Al., 2014; Gini & Caravita, 2010)
BULLISMO DIRETTO VERBALE: azioni offensive perpetrate attraverso l'uso delle parole, ad esempio, minacciando o prendendo in giro la vittima
BULLISMO DIRETTO FISICO: attacchi diretti nei confronti della vittima, come per esempio, picchiare, prendere a calci, spingere, strattonare, dare pizzicotti, appropriarsi degli oggetti altrui o danneggiare le cose altrui
BULLISMO INDIRETTO: modalità più subdola e latente. Isolamento della vittima, esclusione dal gruppo e diffusione di calunnie. Più difficile da rilevare. Parole non offensive vissute dalle vittime come umilianti
CYBERBULLISMO: messo in atto tramite mezzi tecnologici.
NOMOFOBIA o SINDROME da DISCONNESSIONE:
Termine composto dal prefisso abbreviato "no-mobile" e dal suffisso "fobia". Si riferisce alla PAURA che genera un vissuto interno di ANSIA e ANGOSCIA al solo pensiero di rimanere SENZA il TELEFONO CELLULARE e, quindi, senza la possibilità di accedere alla rete mobile e ai suoi servizi come le chat e i social network (King et al., 2013; Yildirim &Correia, 2015; Bragazzi et al., 2016; Thakur & Olive, 2016).
Nei casi più gravi si sperimentano anche una serie di SINTOMI FISICI che possono richiamare, talvolta, quelli dell'attacco di panico, come affanno, tachicardia, vertigini, tremori, sudorazione, dolore toracico e nausea (Thomée et al., 2011; Pucci et al.; 2015).
L'ATTACCAMENTO che si sviluppa nei confronti dello SMARTPHONE genera inoltre delle interferenze nella produzione della DOPAMINA, il neurotrasmettitore che regola il CIRCUITO CEREBRALE DELLA RICOMPENSA: ogni volta che appare sullo schermo una notifica, aumenta il livello di dopamina perché automaticamente pensiamo a una notizia interessante e allettante. In questo modo, si alimenta l'impulso a controllare di continuo il telefono, innescando lo stesso meccanismo che si attiva nelle dipendenze, come ad esempio nel gioco d'azzardo (Greenfield &Davis, 2002); (citato in Manca, 2016, p.50)
PROCEDURA DI SICUREZZA NELLA GENITORIALITA'
Vorrei focalizzare per un momento la vostra attenzione sull'immagine di questo post, più in particolare su quelle raffigurate nella terza fila:
si vede una donna che, in caso di emergenza a bordo di un aereo, indossa PER PRIMA la maschera di OSSIGENO e poi aiuta suo figlio a fare lo stesso. Bene! Questa è una PROCEDURA DI SICUREZZA, indicata prima di ogni volo, in caso di emergenza. Il motivo è piuttosto ovvio per chi si occupa di soccorso e sicurezza, ma spesso non lo è per i genitori: se la mamma si occupasse prima dell'ossigeno di suo figlio rischierebbe di non agire in modo lucido e tempestivo; non potendo respirare bene metterebbe a rischio non solo la sua vita, ma anche quella dell'amato figlio.
Molti genitori spesso ritengono che nei momenti difficili non possono permettersi di prendersi cura di sé, della loro salute e della loro psiche, per mancanza di tempo, denaro o altro; pensare, anche solo per un attimo, prima a se stessi e poi ai propri figli viene vissuto con notevole senso di colpa.
Vorrei invitare i genitori a riflettere sul fatto che talvolta occuparsi prima dei figli e poi di se stessi può essere dannoso; si genera un paradosso per cui, seppur con l'intenzione di proteggerli, si rischia di metterli maggiormente in pericolo. Prendersi cura di se stessi non significa amare meno i propri piccoli, al contrario verrà loro fornito un modello sano che potranno replicare crescendo.
EMDR REVOLUTION
E' un piccolo/grande libro, scritto in modo semplice e profondo al tempo stesso, che descrive bene il funzionamento della terapia EMDR. Racconta, tramite le parole dei pazienti, come affrontare il proprio passato che ancora interferisce negativamente nel presente, elaborando un ricordo traumatico alla volta. Avere sperimentato e appreso questo approccio terapeutico mi ha permesso di migliorare come persona e nel modo di lavorare come terapeuta. Per questo lo consiglio a chi ama farsi domande sulla propria storia, a chi vuole avvicinarsi sempre di più a se stesso, a chi non si accontenta di sopravvivere intrappolato nei circoli viziosi di emozioni, convinzioni e comportamenti bloccanti, ma vuole cogliere appieno le gioie e i dolori che la vita porta con sé.
SERVIZIO DI CONSULENZA PSICOLOGICA TRAMITE SKYPE
Se sei spesso fuori città per motivi di lavoro, se hai qualche problema di salute che ti obbliga a stare in casa per un periodo, se non hai mai sperimentato un colloquio con uno psicoterapeuta ma ne senti il bisogno, oppure se hai già effettuato precedenti percorsi di psicoterapia da cui non hai avuto l’aiuto sperato, puoi usufruire del servizio di consulenza psicologica tramite Skype.
Direttamente da casa tua potrai valutare se il professionista con cui stai parlando è quello che va bene per te.
Per ulteriori informazioni, costi e/o per fissare un appuntamento, non esitare a contattarmi al numero 3492100678 o a scrivermi al seguente indirizzo e-mail: [email protected]
DEPRESSIONE POSTNALATE: informazioni che possono aiutare a riconoscerla e a prevenirla (PARTE II; Fine)
COME POSSO RICONOSCERE SE HO LA DEPRESSIONE POSTNATALE?
Non tutte le persone affette da depressione postnatale hanno gli stessi sintomi. Alcune donne si sentono ansiose, altre depresse, altre ancora provano molta rabbia. Se hai qualche sintomo per un breve periodo di tempo non devi preoccuparti, ma se questi continuano, o se provi poco interesse o piacere nelle normali attività, potresti avere la depressione postnatale. Per EFFETTUARE LA DIAGNOSI si DEVONO AVERE ALMENO 5 O PIù DEI SEGUENTI SINTOMI per un periodo di ALMENO DUE SETTIMANE:
RIGUARDO AI SENTIMENTI:
- umore molto basso
- sensazione di inadeguatezza o di fallimento come madre
- disperazione per il futuro
- sensazione di esaurimento, vuoto, tristezza, pianto
- sentirsi inutile, colpevole, vergognarsi
- esperienza di ansia o di panico
- timore per il neonato
- paura di restare soli o di uscire
RIGUARDO ALLE AZIONI:
- mancanza di interesse o di piacere nelle consuete attività (compreso il sesso)
- eccessivo sonno o insonnia, oppure incubi, quasi tutti i giorni
- modifiche dell'appetito (mangiare troppo o non mangiare)
- diminuzione di energia e di motivazione quasi tutti i giorni
- isolarsi facilmente
- non curarsi della propria igiene personale
- incapacità di far fronte alla routine quotidiana
- agitazione o rallentamento psicomotorio quasi tutti i giorni
RIGUARDO AI PENSIERI:
- incapacità di pensare chiaramente o prendere decisioni
- mancanza di concentrazione o memoria
- idee di suicidio
- pensare di fuggire da tutto
- preoccuparsi di lasciare il partner
- preoccuparsi di danni o di decesso del partner o del bambino.
Spesso le donne colpite non si rendono conto di esserne afflitte, perché è difficile riuscire a scindere la stanchezza che il nuovo ruolo comporta dalla depressione. Il mondo però perde il colore, la sensazione di sentirsi perennemente esausta impedisce di reagire, lasciandosi trasportare dalle giornate con la sensazione di non aver concluso nulla. Ogni evenienza sembra troppo grande da affrontare e così anche i compiti che prima erano meccanici come riordinare o lavare i piatti sembrano grandi imprese. Il tutto può essere contornato dal pensiero continuo di essere orribili e dalla difficoltà di dormire nonostante la stanchezza.
CHE COSA DEVO FARE IN MERITO?
Molte donne si vergognano se non riescono ad affrontare senza problemi la maternità, ritenendo che tale momento dovrebbe essere il più felice della vita. E' comune, per le mamme con depressione postparto, cercare aiuto per il bambino anziché riconoscere i propri problemi.
Se ritieni di avere la depressione postparto, mantieni la calma, fai un respiro profondo e cerca aiuto e supporto professionale appena possibile. Non aspettare, altrimenti i giorni passano e i sintomi possono aggravarsi, così come le conseguenze. Le ostetriche, il medico generico e il consultorio possono aiutarti.
RICORDATI CHE LA DEPRESSIONE POSTPARTO è MOLTO Più COMUNE DI QUANTO SI PENSI E GLI OPERATORI TI RITERRANNO UN'OTTIMA MADRE SE CERCHI AIUTO PER SUPERARE QUESTO MOMENTO E PRENDERTI CURA NEL MIGLIORE DEI MODI DEL TUO BIMBO. (Maria Zaccagnino "Cara mamma e caro papà...Piccola guida per genitori esordienti")
DEPRESSIONE POSTNALATE: informazioni che possono aiutare a riconoscerla e a prevenirla (PARTE I)
COSA E'?
"Depressione postnatale" è il nome dato alla depressione clinica che si manifesta nel "peripartum", ovvero che può insorgere in gravidanza e/o entro 4 settimane dal parto. E' la più frequente complicazione clinica puerperale e può presentarsi in qualsiasi momento nel primo anno dopo la nascita del bambino. Essa tende a svilupparsi gradualmente e può persistere per alcuni mesi. Se non trattata, può evolversi in una depressione cronica o ripresentarsi nelle successive gravidanze nonché avere ripercussioni importanti sul bambino e la famiglia.
QUANTO è COMUNE LA DEPRESSIONE POSTPARTO?
la depressione postnatale ha una frequenza nelle neomamme del 10-20% anche se una stima precisa è difficile perché spesso non riconosciuta. Si ritiene che i dati siano in aumento, ma la prevenzione e un intervento precoce sui primi sintomi possano attenuarne la comparsa.
QUALI SONO LE CAUSE DELLA DEPRESSIONE?
La causa probabilmente è una combinazione di fattori sociali, psichici e fisici. Gli studi hanno mostrato che alcuni fattori sono associati ad un incremento del rischio di depressione postnalate. Questi includono:
- storia personale di depressione
- depressione durante la gravidanza
- difficoltà nella relazione con il partner
- mancanza di supporto pratico ed emotivo
- un accumulo di eventi stressanti
Altri fattori che possono essere collegati con un alto rischio di depressione postnatale sono:
- storia familiare con problemi psicologici
- essere genitori single
- aver avuto un grave "baby blues"
- problemi con la salute del bambino (es. bambini che nascono prematuri)
- avere difficoltà con il bambino (temperamento, problematiche nell'alimentazione e nel sonno...)
-il partner che viene colpito da depressione.
COME PUò LA DEPRESSIONE POSTNATALE COLPIRE TE E IL TUO BAMBINO?
Nel primo anno da genitore ci si trova ad affrontare tantissime novità e preoccupazioni. La depressione postnatale oltre a colpire il tuo benessere, influenza anche quello dei tuoi familiari, incrementa il rischio di conflitti coniugali e può persino portare alla separazione se non è riconosciuta e risolta. Se non curata, la depressione può anche avere importanti ripercussioni sul benessere del tuo bambino. (Maria Zaccagnino "Cara mamma e caro papà...Piccola guida per genitori esordienti") Continua...
Cosa sono la Psicosi Postparto e il Disturbo Post Traumatico da Stress Postnatale?
La PSICOSI POSTPARTO è il più raro disordine postparto, ma anche il più grave. Esso affligge una o due madri ogni mille e normalmente appare attorno alla sesta settimana dopo il parto. Non deve essere confuso con la depressione postparto ed è più probabile che si manifesti in madri con una storia familiare o personale di schizofrenia o disturbo bipolare. Se i membri della tua famiglia hanno avuto problemi di questo genere ti consigliamo un check up di sicurezza. Le donne con psicosi postparto spesso appaiono confuse, hanno gravi sbalzi d'umore, comportamenti irregolari, deliri (convinzioni assurde) e allucinazioni (false percezioni). Il trattamento in genere comporta il ricovero ospedaliero, cura con farmaci e aiuto nel prendersi cura del bambino. E' probabile che si ripeta anche con le successive gravidanze ed è quindi opportuna una consulenza per assistere i genitori nella pianificazioni delle future nascite.
Il DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS POSTNATALE si manifesta attraverso pensieri intrusivi, incubi e flashback, disturbi del sonno, di concentrazione e memoria, ipervigilanza, irritabilità ed evitamento di tutto quanto correlato all'evento traumatico. Tale sintomatologia può insorgere da pochi giorni a diversi mesi dopo ed è stata inizialmente associata all'esperienza di parto traumatico (tra cui nascita di un bambino morto, morte perinatale, parto prematuro). Ad oggi, gli studiosi concordano nel ritenere il parto un'esperienza stressante e traumatica in sé (circa il 30% delle donne valuta il proprio parto come traumatico) e anche in situazioni di parto fisiologico con gravidanza a termine e in assenza di problemi di salute nel bambino e nella madre, le neo-mamme possono sviluppare un disturbo da stress post traumatico vero e proprio o sintomi sotto-soglia. I sintomi, se non riconosciuti e trattati, possono persistere per mesi e prendere la forma di una depressione vera e propria. (Maria Zaccagnino "Cara mamma e caro papà...Piccola guida per genitori esordienti")
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Le ferite possono diventare feritoie attraverso cui la luce entra e trasforma tutto ciò che si trova dentro e fuori di noi.
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