Circolo arci antirazzista, transfemminista ed ecologista. Meglio Porcǝ che fascista! Perché un maiale che non vola è solo un maiale
Capitale delle culture, crocevia del Mediterraneo, ponte tra mondi distanti, così abbiamo sempre immaginato la nostra città. Oggi purtroppo la realtà è molto diversa, Palermo è capoluogo di un avamposto di frontiera, periferia della periferia di un'Europa sempre più fortezza, una città che porta addosso le ferite dell'emigrazione vissuta come un'emergenza, stretta fra le scorie di decenni di malgo
verno e il controllo mafioso del territorio. In questi anni però c'è chi ha resistito; l'esperienza del Palermo Pride ci ha fatto risvegliare orgogliosi dell'identità di ognuno di noi in una città colorata e innamorata, decine di esperienze civiche di lotta alla mafia ci hanno mostrato che quelle catene possono essere distrutte, le associazioni che nei quartieri più in difficoltà hanno lavorato e lavorano affinché nessuno sia mai lasciato indietro, le decine di persone che danno corpo a storie di accoglienza che leniscono la vergogna delle troppe anime p***e nel mare nostro, le centinaia di studenti che si agitano, si organizzano e studiano. Da queste storie di cambiamento, dalla voglia di resistere e costruire nel profondo sud d'Europa, dalla necessità di non rassegnarsi all'isolamento nasce il Circolo Arci “Porco Rosso”, uno spazio che ambisce a essere laboratorio aperto di analisi sulle condizioni della nostra città, in cui le opinioni di coloro che condividono i valori su cui si fonda la rete Arci possano trovare cittadinanza, contaminarsi, essere diffuse; un luogo che, insieme agli altri circoli Arci, abbia l'ambizione di gettare i semi perché qualcosa germogli ancora sulle macerie di troppe campagne elettorali avvelenate; un'officina corsara in cui giovani artisti palermitani trovino una casa per coltivare ciò che amano, un mezzo per promuovere la scena musicale locale, in cui ribellarsi alla mediocrità e creare. Pensiamo sia il momento di trovare linguaggi nuovi, che contrastino la superficialità imperante che ha reso la discussione politica un affare in cui la strategia e la comunicazione diventano non un mezzo ma un fine. Un contesto che ha inquinato i pozzi e rischia di allontanare un'intera generazione dal dibattito politico. L'unico modo per liberarci è contaminarci, uscire da schemi predeterminati che dividono e portano all'autoreferenzialità. Vogliamo rimettere in gioco le idee di tanti che, decidendo di non diventare tifosi delle tante piccole conventicole di potere cittadine, non hanno ancora perso le speranze di riprendere in mano il proprio destino dando il proprio contributo alla crescita della comunità. Lo vogliamo fare non solo con chi sta a Palermo ma lavorando insieme anche ai tanti che da Palermo sono dovuti andare via. Consapevoli però che il problema non è, come spesso descritto, il semplice fatto che dal Sud si viaggi e si progetti la propria vita altrove ma l'assenza di libertà dietro queste scelte. Un problema che, specularmente, si riflette nell'assenza di reciprocità, nel fatto che oggi la nostra città non è attrattiva per chi palermitano non è. Pensiamo che costruire muri sia il modo più sbagliato per affrontare la crisi in atto, e che sia arrivato il momento di affrontare i nuovi razzismi ed i nuovi nazionalismi senza timidezza, trovando nuovi modalità e nuovi linguaggi che facciano uscire dalla retroguardia le idee di chi pensa che questa crisi trova le sue ragioni profonde nelle diseguaglianze e nella privazione dei diritti di fasce sempre più ampie della popolazione. In questo senso la difesa del diritto all'istruzione pubblica statale, del diritto di ognuno di costruire il proprio percorso di vita dove vuole, del diritto ad un equa retribuzione equa e proporzionale al lavoro svolto, del diritto ad essere liberi dal bisogno non sono battaglie singole ma legate da un forte nesso comune. Tutti diritti che oggi non vanno difesi ma riconquistati, contrastando la retorica della meritocrazia con la quale la nostra classe dirigente sta mettendo ai margini fasce sempre più ampie di popolazione. Abbiamo bisogno, per tutto questo, non solo di uno spazio fisico ma soprattutto di uno spazio immateriale, che dia cittadinanza a quei "pensieri lunghi" sul nostro mondo e sul nostro modello di sviluppo.
ADERISCI IN FIAMMA TRICOLORE, [email protected]
Il 3/3/95 nasce il "Movimento Sociale Fiamma Tricolore", l'obiettivo è di "proseguire" la storia e le battaglie socialita...