Studio Specialistico Malattie Cardiovascolari Dott. S. Primitivo

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03/10/2021

Let's Go !!! ❤

18/02/2021

OGNI ISTANTE DI FELICITÀ VISSUTO È UN TOCCASANA PER IL ❤

30/12/2020

29/09/2020

Buona Giornata Mondiale del Cuore ❤
"Prevenire è meglio che Curare"

Photos from Studio Specialistico Malattie Cardiovascolari Dott. S. Primitivo's post 18/09/2020

"L’angiografia coronarica eseguita in un signore di 38 anni, il 14 settembre 1977, mostrò una stenosi ad alto grado dell’arteria discendente anteriore sinistra davanti all’imbocco della prima arteria diagonale. Il resto delle arterie coronariche ed il ventricolo sinistro erano normali. Io dissi al paziente che il dr. Andreas Gruentzig voleva offrirgli un’alternativa all’intervento chirurgico di bypass. L’alternativa era l’angioplastica coronarica. Gruentzig spiegò candidamente i risultati che erano stati ottenuti in un centinaio di pazienti trattati con un pallone per le stenosi delle arterie periferiche e menzionò la possibilità di un immediato intervento chirurgico di bypass coronarico in caso di problemi durante la procedura di angioplastica.
Il paziente acconsentì senza esitazioni. In seguito, egli affermò che aver provato istintiva fiducia verso Gruentzig e dunque verso il suo metodo.
La procedura dell’angioplastica, eseguita il 16 settembre 1977, andò bene ed eliminò i sintomi del paziente. Egli smise di fumare e da subito cessò di prendere tutti i suoi farmaci per il cuore. Durante il 20° anno della procedura, io lo convinsi di prendere l’acido acetilsalicilico ed una statina per i suoi livelli lievemente elevati di colesterolo.
Nel 2000, all’età di 61 anni, il paziente ebbe ricorrente dolore toracico per la prima volta dopo l’angioplastica. Questo occorreva a riposo ma non durante l’esercizio. Egli fu sottoposto ad angiografia coronarica il 10 aprile 2000. L’angioplastica rivelò che il sito che era stato dilatato in passato aveva normale pervietà. Vi erano solo delle minori anomalie da altre parti. I risultati di un test da sforzo il giorno successivo furono clinicamente ed elettracardiograficamente normali al picco di frequenza cardiaca di 140 battiti per minuto ed una pressione arteriosa di 190/105 mm Hg.
Gruentzig e sua moglie morirono in un incidente d’aereo il 27 ottobre 1985. Io credo che nemmeno Gruentzig avrebbe potuto immaginare che il suo primo paziente sarebbe rimasto libero da sintomi di malattia arteriosa coronarica per un periodo così prolungato di tempo."

[Tratto da: New England Journal fo Medecine, Vol. 344, N. 2, 11 gennaio 2001. Articolo di BERNHARD MEIER, M.D.; Swiss Cardiovascular Center Bern – CH-3010 Berna, Svizzera.]

Photos from Studio Specialistico Malattie Cardiovascolari Dott. S. Primitivo's post 31/08/2020

UN PIONIERE DELLA CARDIOLOGIA INTERVENTISTICA:

Moriva 35 anni fa, il 28 agosto 1985 Mason Sones.
Il 30 ottobre del 1958 Mason Sones stava eseguendo, presso la "Cleveland Clinic", USA, una procedura in cui il mezzo di contrasto doveva essere iniettato nell’aorta del paziente. Poco prima dell’iniezione del mezzo di contrasto, Sones notò che la punta del catetere era entrata inavvertitamente nell’arteria coronaria destra dell’uomo. Sones chiese di ritirare il catetere, ma prima che ciò potesse essere realizzato, una grande quantità di mezzo di contrasto fu iniettata direttamente nell’arteria. Sones si aspettava che il cuore dell’uomo entrasse in fibrillazione ventricolare e si preparò ad eseguire un massaggio cardiaco di emergenza a torace aperto. Ma invece di fibrillare, il cuore dell’uomo andò in asistolia e Sones gli urlò di tossire, il che fece ripartire con successo il battito cardiaco.
Da quell’esperienza Sones capì che piccole quantità di mezzo di contrasto non erano mortali per i pazienti ed avrebbero permesso di studiare l’albero vascolare cardiaco.
La tecnica di arteriografia coronarica semiselettiva sviluppata da Sones consentì la precisa localizzazione anatomica delle lesioni ostruttive, la severità ed il grado delle lesioni oltre che il numero di branche coronariche interessate e permetterà prima ai chirurghi di poter intervenire con i bypass coronarici (dal 1967) e successivamente ai cardiologi interventisti di poter trattare queste lesioni con le angioplastiche (dal 1977) ed il posizionamento degli stent (dal 1986).
Sotto un frame della prima cinearteriografia della storia (1958;coronaria destra)

10/03/2020

A CAUSA DELL'EMERGENZA SANITARIA COVID-19 E COME DA ORDINANZA REGIONALE, L'ATTIVITÀ AMBULATORIALE DELLO STUDIO SPECIALISTICO CARDIOVASCOLARE DOTT. PRIMITIVO SARÀ SOSPESA SINO AL 31 MARZO.

16/02/2020

Dietro l'infarto c'è l'Escherichia Coli La scoperta grazie anche allo studio diretto dal professor Marcello Dominici 27/01/2020

Dietro l'infarto c'è l'Escherichia Coli La scoperta grazie anche allo studio diretto dal professor Marcello Dominici TERNI Dietro l'infarto c'è l'Escherichia Coli, il ben noto batterio intestinale che favorisce la formazione di coaguli nel sangue. La notizia, già diffusa nei giorni scorsi...

21/01/2020

Buon Appetito...

25/12/2019

TANTI AUGURI DI BUON NATALE ❤❤❤

Ecco cosa succede a cuore e cervello se mangi peperoncino regolarmente 19/12/2019

https://www.oltre.tv/succede-cuore-cervello-mangi-peperoncino-regolarmente/

Ecco cosa succede a cuore e cervello se mangi peperoncino regolarmente Il peperoncino è una spezia molto amata dagli italiani. Un nuovo studio mostra come agisce su malattie cardiache e ictus.

12/11/2019

Quando si dice "Avere un Cuore d'Oro"....

30/10/2019

Fatelo rinascere come fosse una Primavera...

23/10/2019

Per fortuna ho chi mi aiuta a leggere gli ECG Holter...🤷‍♂️❤ ❤️

15/10/2019

40° Congresso Nazionale Società Italiana di Cardiologia Interventistica GISE 2019 Milano ❤ Presente!

Le si*****te elettroniche provocano danni ai polmoni 09/10/2019

La sigaretta elettronica è stata ampiamente considerata più sicura del fumo di sigaretta. Alcuni fumatori di sigaretta sono anche stati esortati a passare al “vaping” in quanto alternativa molto meno dannosa.
Uno studio recente ha scoperto che le si*****te elettroniche promuovono le stesse risposte cellulari individuate nei fumatori di sigaretta, favorendo l'insorgenza di enfisema e di BPCO.

Le si*****te elettroniche provocano danni ai polmoni In un nuovo studio si dimostra che i consumatori di si*****te elettroniche presentano alti livelli di proteasi nei polmoni. La ricerca suggerisce che gli “svapatori” siano esposti ad un alto rischio di sviluppare enfisema polmonare. I ricercatori hanno anche scoperto che responsabile dell'aument...

Tutti i meriti del ballo, il farmaco per anima e corpo che fa bene a ogni età 05/09/2019

Abbiamo il ritmo in corpo....

Tutti i meriti del ballo, il farmaco per anima e corpo che fa bene a ogni età Migliora la salute cardiaca più di bicicletta e tapis roulant, fa perdere peso al pari dello jogging ed elimina stress e depressione. E in Inghilterra viene prescritto come cura

03/09/2019

Prevenzione e stili di vita

Le malattie cardiovascolari riconoscono un’eziologia multifattoriale, cioè più fattori di rischio (età, sesso, pressione arteriosa, abitudine al fumo di sigaretta, diabete, colesterolemia) contribuiscono contemporaneamente al loro sviluppo. I fattori di rischio sono caratteristiche che aumentano la probabilità di insorgenza della malattia.

I fattori di rischio cardiovascolare si dividono in modificabili (attraverso cambiamenti dello stile di vita o mediante assunzione di farmaci) e non modificabili.

I fattori di rischio non modificabili sono:

età: il rischio aumenta progressivamente con l'avanzare dell'età

sesso maschile: gli uomini sono più a rischio delle donne. Nella donna il rischio aumenta sensibilmente dopo la menopausa

familiarità: parenti con eventi cardiovascolari in età giovanile (meno di 55 anni negli uomini e di 65 nelle donne).

I fattori di rischio modificabili sono:

Fumo. La nicotina accelera il battito cardiaco. Il monossido di carbonio diminuisce la quantità di ossigeno presente nel sangue e favorisce lo sviluppo dell’aterosclerosi.

Pressione arteriosa. Una pressione arteriosa elevata costringe il cuore a un superlavoro e accelera la formazione di aterosclerosi nelle pareti delle arterie.

Colesterolemia totale. Il colesterolo, una sostanza normalmente presente nell’organismo, può trovarsi in quantità eccessive nel sangue. Maggiore è la sua quantità, più alto è il rischio che si depositi nelle pareti delle arterie.

HDL-colesterolemia. Le HDL sono lipoproteine che trasportano il colesterolo in eccesso dai tessuti al fegato dove viene eliminato; minore è la loro quantità, maggiore è il rischio cardiovascolare.

Diabete. Il diabete, se non correttamente controllato, favorisce l’aterosclerosi, incrementando il rischio cardiovascolare.

Il rischio che ogni persona ha di sviluppare la malattia cardiovascolare dipende dall’entità dei fattori di rischio; il rischio è continuo e aumenta con l’avanzare dell’età, pertanto non esiste un livello a cui il rischio è nullo. Tuttavia è possibile ridurre il rischio cardiovascolare o mantenerlo a livello favorevole abbassando il livello dei fattori modificabili attraverso lo stile di vita sano.

Come?

Smettendo di fumare.
Il fumo, dopo l’età, è il fattore più importante nell’aumento del rischio cardiovascolare. Già dopo pochi anni dall’aver smesso, il rischio cardiovascolare si riduce in modo rilevante. È dannoso sia il fumo attivo che quello passivo.

Seguendo una sana alimentazione.
Un’alimentazione varia che prevede un regolare consumo di pesce (almeno 2 volte alla settimana), un limitato consumo di grassi saturi (carne, b***o, formaggi, latte intero), povera di sodio (contenuto nel sale) e ricca di fibre (verdura, frutta, legumi) mantiene a un livello favorevole lacolesterolemia e la pressione arteriosa.

Svolgendo attività fisica.
L’esercizio fisico regolare rafforza il cuore e migliora la circolazione del sangue. Non è necessario fare sport o svolgere attività particolarmente faticose: è sufficiente camminare per 30 minuti al giorno e, se possibile, salire le scale a piedi.

Controllando il peso.
Il peso è strettamente collegato al tipo di alimentazione e all’attività fisica svolta: il giusto peso deriva dal giusto equilibrio tra le calorie introdotte con l’alimentazione e quelle spese con l’attività fisica.

24/07/2019

La Cultura arricchisce il Cuore...

03/07/2019

Chissà...forse in un non lontano futuro....

21/05/2019

Un Cuore grande così.....

Photos from Studio Specialistico Malattie Cardiovascolari Dott. S. Primitivo's post 18/05/2019

Quelle macchioline gialle presenti nelle nostre arterie, sono un “patrimonio” di ogni essere vivente.
Quasi tutti purtroppo ne siamo i possessori. Quelle macchioline gialle si nutrono di indifferenza, di “non-sento-niente”, “mangio quello che voglio”, “fumo” “ma quale movimento, non ho tempo” “mi incazzo spesso perché il mondo fa schifo” “io sono io e basta”.
Quelle macchioline gialle vivono di questo, si gonfiano, e se capita, si rompono, trasformando tutto quelle convinzioni in una occlusione... Il sangue si blocca, ed una zona del cuore muore. Quelle macchioline gialle si chiamano ateromi, la malattia si chiama aterosclerosi e l'occlusione dell’arteria vuol dire infarto ovvero una parte del cuore irrimediabilmente muore, ma forse era già morta prima che ciò accadesse...
Ma se prendi in mano la tua vita, se pensi un attimo a quello che non fai, a quello che mangi, a come gestire le emozioni, cosa fare per muoverti un pò o come smettere di fumare e convincerti che in questo mondo non esisti solo tu, allora puoi ridurre le probabilità che improvvisamente te ne sei andato in un altro mondo con il sottotitolo “eppure-stava-benissimo”.
La vita è consapevolezza

24/04/2019

Ogni battito ha ragion d'esser....❤

24/02/2019

Cuore e Nutrizione ❤

Photos from Studio Specialistico Malattie Cardiovascolari Dott. S. Primitivo's post 18/02/2019

MALATTIA CORONARICA E INFARTO MIOCARDICO

La malattia coronarica è una condizione in cui le arterie coronariche, ovvero i principali vasi che forniscono sangue, ossigeno e nutrienti al cuore, vengono danneggiate con la deposizione di placche contenenti colesterolo.

Quando le placche aumentano di dimensioni , diminuiscono il calibro delle arterie coronariche, riducendo il flusso sanguigno al cuore. Questo decremento di flusso può causare dolore toracico (angina pectoris), mancanza del respiro, o altri segni e sintomi correlati. Nell’eventualità di un'occlusione totale ed improvvisa di una coronaria si verificherà un infarto cardiaco acuto.

Fattori di rischio

I fattori di rischio per la malattia coronarica sono:

Età: semplicemente invecchiando aumenta il rischio di danno a carico delle coronarie

Sesso maschile: gli uomini sono più a rischio di sviluppare la malattia coronarica. Questa disparità si riduce dopo la menopausa.

Familiarità: Una storia familiare di infarto miocardico è associata con un maggior rischio di malattia coronarica, specialmente se si tratta di un parente stretto che ha sviluppato la malattia in giovane età (prima dei 55 anni per gli uomini e prima dei 65 anni per le donne).

Fumo: Persone che fumano hanno un rischio significativamente aumentato di avere un infarto. Anche l’esposizione a fumo passivo aumenta il rischio.

Ipertensione: La pressione sanguigna alta non controllata determina indurimento e inspessimento delle arterie, con un conseguente riduzione del calibro delle stesse.

Elevati valori di colesterolo nel sangue: Alti livelli di colesterolo nel sangue aumentano il rischio di formazione delle placche e di aterosclerosi coronarica. Alti livelli di colesterolo possono essere caratterizzati da elevati valori di LDL (lipoproteine a bassa densità) o colesterolo cattivo, e da ridotti valori di HDL (lipoproteine a alta densità) o colesterolo buono.

Diabete: La malattia diabetica è associata con un aumentato rischio di malattia delle coronarie. Il diabete di tipo 2 e la malattia coronarica condividono gli stessi fattori di rischio, come obesità e ipertensione.

Sovrappeso e obesità: un aumento eccessivo del peso peggiora gli altri fattori di rischio.

Vita sedentaria: la mancanza di esercizio fisico è associata con la malattia coronarica e alcuni dei suoi fattori di rischio.

Elevato stress: uno stress ininterrotto nella vita quotidiana può danneggiare le arterie e peggiorare i fattori di rischio cardiaci.

Quando si associano più fattori di rischio il pericolo che si manifesti la malattia coronarica aumenta grandemente, in alcuni casi si può manifestare la sindrome metabolica. La sindrome metabolica è una condizione in cui si associano ipertensione, elevati valori di trigliceridi e di insulina, ridotti valori di HDL e aumento della circonferenza addominale.

Sintomi

Quando si riduce il calibro delle coronarie, queste non sono in grado di veicolare abbastanza sangue ricco di ossigeno al cuore, ciò avviene in particolare quando il cuore accelera, come in condizioni di sforzo fisico, grande stress o forti emozioni.
Inizialmente la riduzione del flusso sanguigno al cuore può non causare alcun sintomo di malattia. Ma, con l’aumentare di dimensioni delle placche, è possibile sviluppare segni e sintomi caratteristici, quali:

Dolore toracico (angina pectoris): si manifesta come un dolore costrittivo al petto, come se qualcuno si sedesse sopra. Questo dolore, definito come angina, spesso è retrosternale e a volte irradiato a livello della mandibola, della scapola o a livello della porzione volare del braccio sx. A volte é associato a sudorazione fredda,nausea e vomito oltre che a difficoltà respiratoria. Il dolore cardiaco NON varia con gli atti respiratori o con la veriazioni della posizione del busto! Questo dolore generalmente si riduce in pochi minuti dopo aver interrotto attività stressanti per il fisico ma a volte può comparire anche a riposo.

Mancanza di fiato: quando il cuore non è in grado di p***are abbastanza sangue rispetto alle necessità del corpo, è possibile che si sviluppi mancanza di fiato e facile affaticamento.

Infarto miocardico: una ostruzione completa ed improvvisa delle coronarie porta all’infarto. I segni e sintomi classici includono un dolore costrittivo al petto che si irradia alla spalla e al braccio sinistro, spesso accompagnati da mancanza del respiro e sudorazione.

Diagnosi

La malattia coronarica può essere indagata con vari esami diagnostici:
Elettrocardiogramma
Ecocardiogramma
Test provocativi di ischemia miocardica
TAC coronarica
Coronarogafia

Trattamento della malattia coronarica

La malattia coronarica può essere trattata con procedure percutanee di cardiologia interventistica, con l’esecuzione dell’angioplastica e del posizionamento di stent intra-coronarici. Quando la malattia coronarica coinvolge il tronco comune (ovvero l’origine dell’arteria coronaria di sinistra), oppure contemporaneamente interessa tre o più vasi coronarici maggiori, o non è trattabile con l’angioplastica per motivi anatomici, si ricorre al trattamento chirurgico di bypass aortocoronarico.

Il bypass è una procedura chirurgica che permette di garantire il flusso sanguigno al muscolo cardiaco a valle di una coronaria ostruita. Con la procedura di bypass coronarico, un vaso sano arterioso o venoso è prelevato dalla gamba, dal braccio o dal torace del paziente stesso, e viene impiegato per connettere l’aorta con la coronaria ostruita, in modo tale da saltare, in inglese bypassare, la placca che impediva il passaggio del sangue.

15/02/2019

La pressione sanguigna è la forza con cui il sangue viene spinto dalla p***a cardiaca nei vasi; prende il nome di pressione arteriosa (PA) se si tratta di arterie, o di pressione venosa se si tratta di vene. Più è alta la pressione e maggiore è il lavoro (e la fatica) che deve compiere il cuore.

Conoscere la pressione arteriosa: La massima, la minima e la differenziale


La rilevazione della pressione arteriosa deve avvenire con il paziente in posizione rilassata e comoda



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La pressione arteriosa (PA) dipende da due fattori:

Gittata cardiaca, ovvero il volume di sangue che il ventricolo sinistro spinge in aorta in un certo tempo

Resistenza, ovvero la resistenza al flusso data dai vasi.

Poiché l’immissione del sangue nelle arterie avviene in maniera discontinua, la pressione arteriosa oscilla continuamente, dando valori diversi. Si parla dunque di:

Pressione arteriosa sistolica (PAS): comunemente chiamata “massima”, è un valore dato dal massimo flusso sanguigno espulso ad ogni contrazione del cuore nella fase di sistole. È dato dal volume di sangue e dalla forza con cui i ventricoli si contraggono e dall’elasticità delle arterie.

Pressione arteriosa diastolica (PAD): comunemente chiamata “minima”, è un valore dato dal periodo di riposo del cuore, ossia la diastole; è dato dalla durata della diastole e dalle resistenze periferiche.

Pressione arteriosa differenziale (o media): è un valore calcolato attraverso una formula che esprime la differenza tra PAS e PAD.

Le fluttuazioni della pressione arteriosa

La PA subisce diverse oscillazioni nel corso della giornata e, in un paziente sano, ha valori fisiologicamente più bassi durante il sonno e nelle prime ore del mattino. Le fluttuazioni dipendono anche da:

attività fisica

temperatura

stato d’animo

età

sesso

patologie presenti.

Inoltre vi sono numerosi ormoni che incidono sulla variazione della PA, fra cui:

Le catecolamine (adrenalina, noradrenalina)

Corticosteroidi

Ormoni tiroidei

La PA è uno dei parametri vitali più importanti, perché è in grado di darci un’indicazione sulle condizioni del paziente; in alcune categorie di pazienti è utile anche il monitoraggio frequente, poiché una PA alterata a lungo termine comporta danni ai vasi, alla circolazione, ecc.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), nel mondo almeno 1 adulto su 5 soffre di ipertensione e questo fattore è causa di circa la metà delle morti per attacco cardiaco e stroke ischemico.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, negli stati sviluppati l’incidenza di persone ipertese sta progressivamente diminuendo, grazie alla diagnosi precoce, alla prevenzione e al monitoraggio.
Negli stati africani l’OMS stima invece una percentuale di pazienti affetti da ipertensione pari a circa il 30% della popolazione. Questo è dovuto all’impossibilità di accedere ai trattamenti e all’impossibilità di controllare la PA.

Pressione arteriosa: Unità di misura e valori di riferimento

L’unità di misura per la PA sono i mmHg.
I valori ottimali della pressione arteriosasono:

PAS: 110 – 140 mmHg

PAD: 70 – 90 mmHg

PAM: 40 - 50 mmHg

Al di sopra o al di sotto di questi valori, si parla di ipertensione o di ipotensione. I range di normalità vengono periodicamente aggiornati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che, sulla base dei più recenti studi clinici, definisce quali siano i valori ottimali per prevenire le complicanze.
La PAD alta richiede un’attenzione maggiore da parte del paziente, poiché è più frequentemente correlata all’insorgenza malattie cardiovascolari rispetto alla sola PAS elevata. Tuttavia, essendo nella maggior parte dei casi descritti in letteratura correlata a stili di vita scorretti, si può più facilmente intervenire.

Come si misura la pressione arteriosa

Per misurare la pressione possiamo utilizzare:

Lo sfigmomanometro a mercurio (metodo non invasivo), ormai in disuso

Lo sfigmomanometro aneroide (metodo non invasivo)

Lo sfigmomanometro elettronico (metodo non invasivo)

Il catetere arterioso inserito in arteria collegato ad un trasduttore, a sua volta collegato ad un monitor (metodo invasivo)

Secondo l’OMS, la misurazione ottimale deve essere effettuata:

In condizioni di tranquillità, il paziente deve essere rilassato e comodo

La persona non deve aver fumato o bevuto da almeno un quarto d’ora

Non deve aver bevuto caffè nell’ora precedente

Il braccio deve essere appoggiato e non rimanere sospeso

Il bracciale deve essere di dimensione adeguata al braccio del paziente. Un bracciale da adulto non può essere utilizzato su un bambino e viceversa; allo stesso modo su una persona obesa non può essere utilizzato un bracciale standard. Un’inadeguata misura del bracciale comporta rilevazioni errate (sovrastima o sottostima).


La misurazione della pressione arteriosa avviene posizionando un manicotto (o bracciale) al braccio del paziente, poco al di sopra della piega in corrispondenza del gomito. Di norma sui manicotti è disegnata una freccia: quest’ultima deve essere collocata sulla piega del braccio, dove posizioneremo poi il fonendoscopio.
Il manicotto è a sua volta connesso ad una pompetta, che, se premuta, permette un passaggio di aria con conseguente gonfiaggio del bracciale. Sulla pompetta è presente una valvola che, una volta aperta, permette la fuoriuscita di aria e di conseguenza lo sgonfiaggio del bracciale.
Il manicotto deve essere ben adeso al braccio: né troppo stretto né troppo largo, poiché questo potrebbe comportare una rilevazione errata. Posizionando il manicotto sul braccio si va a rilevare la PA a livello dell’arteria brachiale.

In alcune condizioni potrà essere necessario applicare il bracciale a livello dell’arto inferiore, rilevando la PA a livello dell’arteria poplitea o, ancora, alcuni apparecchi elettronici permettono la rilevazione livello del polso, e quindi dell’arteria radiale.
Nell’arto inferiore, di norma, la PAS è superiore di circa 20-30 mmHg rispetto a quella misurata sull’arto superiore.
La PA non va rilevata all’arto superiore in cui sia presente una fistola aterovenosa per dialisi (anche se non funzionante), poiché potrebbe comportare una rilevazione errata e all’arto superiore dal lato in cui una donna è stata mastectomizzata.
Dopo aver posizionato il bracciale, si posiziona la campana del fonendoscopio appena sotto il bracciale e precisamente sulla piega del braccio. Se con una mano si tiene la pompetta, con l’altra si posizionano due dita sul polso della persona per percepire le pulsazioni dell’arteria radiale. Si mette poi il fonendoscopio alle orecchie.
Si comincia a gonfiare il manicotto con la pompetta, fino al momento in cui non si avvertono più pulsazioni a livello dell’arteria radiale. Si gonfia ancora di circa 20 mmHg e poi si comincia ad aprire lentamente la valvola presente sulla pompetta, in modo da lasciar uscire possa l’aria dal bracciale.
Il primo rumore che sentiremo corrisponderà alla PAS (o massima) e sarà dato dalla ripresa del passaggio di sangue in arteria. Questo primo rumore prende il nome di 1° tono di Korotkoff.
Continuando a sgonfiare il bracciale, si distinguono altri 4 rumori: il 2°, il 3°, il 4° e il 5° tono di Korotkoff. Il 5° coincide con la scomparsa di rumori e corrisponde alla PAD (o minima).
Per misurare la pressione venosa differenziale, è necessario invece utilizzare la formula che segue: MAP = DP + PP/3
Dove:

DP: pressione diastolica

PP: pressione di pulsazione (differenza tra PAS e PAD)

Più comunemente, però, il valore viene dato automaticamente dal monitor a cui è connesso il paziente.

Quando si parla di ipertensione? I valori Oms

Secondo le ultime indicazioni dell’Oms si parla di ipertensione con valori di PAS superiori a 140 mmHg e di PAD superiori a 90 mmgHg.
I valori indicati di seguito si riferiscono ad un soggetto adulto di età superiore a 18 anni.
CategoriaSistolicaDiastolicaOttimale

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