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⚠Caso Clinico:
📌📋Una donna di 50 anni si è presentata in una clinica dermatologica presentando un’ulcera al palato, indolore, accompagnata da un labbro gonfio. A completare il quadro sintomatologico vi era febbre intermittente e malessere generale. Aveva una storia di 3 anni di ostruzione nasale con secrezione purulenta, per la quale aveva ricevuto un trattamento con glucocorticoidi intranasali e agenti antibiotici. L'esame obiettivo aveva evidenziato una grande ulcera con una base necrotica che si estende sui palati molle e duro. Sono state osservate erosioni circostanti ricoperte di essudato fibrinoide, oltre a un labbro superiore gonfio e secrezione nasale.
🔬🥼I test di laboratorio hanno mostrato una serie di valori non in linea con quelli di riferimento, in particolare: una conta di globuli bianchi di 2200 per millimetro cubo (intervallo di riferimento, da 4500 a 11.000), un livello di emoglobina di 10,7 g per decilitro (intervallo di riferimento, da 12 a 15), una conta piastrinica di 65.000 per millilitro cubo (intervallo di riferimento, da 150.000 a 400.000) e un livello di ferritina di 18.745 ng per millilitro (intervallo di riferimento, da 12 a 263).
💉🧫È stato poi effettuato prelievo bioptico che ha evidenziato una proliferazione linfoide e ha permesso l’isolamento del virus Epstein-Barr. È stata fatta una diagnosi di linfoma a cellule T extranodale di tipo nasale. Una biopsia del midollo osseo ha rivelato prove di emofagocitosi, che è associata a questo tipo di malattia. È stata avviata subito la chemioterapia; tuttavia, la paziente è morta 1 mese dopo l’inizio del trattamento.
📚Riferimento Bibliografico e fotografico📸:Shen, M.-H., & Wu, M.-Y. (2020). Palatal Ulceration. New England Journal of Medicine, 383(5), 474–474. doi:10.1056/nejmicm1915191
Autore: Antonio Di Cristofaro editor per Il Corpo Umano
MA CHE BOCCA GRANDE CHE HAI.
🦷L’iperdontia è la rara condizione in cui si ha lo sviluppo di uno o più denti in eccesso, si parla perciò di iperdontia semplice e multipla; generalmente i denti in eccesso si presentano in un qualsiasi punto delle arcate dentali e spesso la patologia è considerata come un sintomo (ad esempio della sindrome di Gardner), piuttosto che come condizione a sé stante.
L’eccezionalità del caso pediatrico di iperdontia multipla che vi presentiamo, sta nel fatto che il sovrannumero non si limita solo all’arcata dentale superiore ma coinvolge anche il palato duro, dando l’idea che si creino ben 3 arcate dentali superiori tra di loro incastonate dato l’eccesso di almeno 9 denti.
📚Nonostante pare assodato che la genetica giochi un ruolo importante, le cause che determinano l’insorgere di questa patologia non sono ancora completamente note per cui si susseguono diverse teorie che concorrono a spiegare l’eziologia: la teoria dell’iperattività sostiene che vi siano focolai indipendenti ed iperattivi in cui si sviluppano i denti in eccesso, mentre secondo un’altra valida teoria si ha l’eruzione di più denti a causa di una divisione del germoglio dentale.
🏥Per la diagnosi si ricorre all’ortopanoramica, nonostante in casi limite d’iperdontia come questo l’RX serva solo come ulteriore conferma. Il trattamento prevede lo studio accurato del singolo caso prima di procedere con un’eventuale rimozione, poiché è necessaria una classificazione per stabile di quale tipo di dente in eccesso si tratta (incisivo, canino, molare…), che forma assuma ed inoltre se e dove questo/i influisca/no sui denti adiacenti impedendone l’eruzione e portando alla formazione di cisti.
Autore: , editor per “Il Corpo Umano”.
LA COCAINA PUÒ PERFORARE IL PALATO?
Quella che vedete è un’impressionante immagine d’impatto sui danni causati dalla cocaina.
Al paziente in questione servirà inevitabilmente un intervento chirurgico di ricostruzione. Per garantire un alto tasso di successo, il paziente dovrebbe evitare per sei mesi l’utilizzo del palato per mangiare e,ovviamente, l’uso di cocaina. L’alterata vascolarizzazione e la diffusa apoptosi impediscono un intervento chirurgico immediato perché il 75% dei pazienti riprende entro un anno ad assumere la sostanza in questione.
Agendo da vasocostrittore la cocaina comporta una ridotta vascolarizzazione della mucosa con conseguente danno necrotico sulla componente epiteliale stessa. Dopo 10 minuti dalla sua assunzione si ha vasocostrizione locale, e la mucosa è anestetizzata; dopo un’ora è attiva l’apoptosi (morte programmata di cellule sane in condizioni alterate), il processo di guarigione si blocca e a lungo andare si arriva alla perforazione dei tessuti(com’è successo in questo caso). I passaggi quindi sono:ischemia, necrosi, e ulcerazione. Anche gli effetti neurologici sono quasi immediati,infatti la cocaina causa un eccesso di dopamina (neurotrasmettitore connesso alle sensazioni di piacere e di benessere)poiché essa ne impedisce il riciclo provocandone l’accumulo. Con l’uso ripetuto essa è in grado di alterare in modo permanente i diversi circuiti cerebrali, come quello connesso al piacere, provocando alla fine la dipendenza e non solo! Con l’uso ripetuto insorge anche la cosiddetta tolleranza che porterà poi a degli abusi della sostanza con conseguenti danni fisici e neurologici catastrofici. Indipendentemente dalla modalità e dalla frequenza dell’assunzione, infine,chi abusa di cocaina può correre gravi rischi cardiovascolari o cerebrovascolari: infarto, ictus e morte sul colpo sono pericoli da tenere ben presenti. I decessi dovuti alla cocaina spesso sono causati da un arresto cardiaco o da convulsioni seguiti da un arresto respiratorio.
-ClaudiaMela-
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