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15/04/2024

LA COLONNA VERTEBRALE VISTA DA LEONARDO DA VINCI:

Il grande Leonardo chiamava 'spondili' le vertebre; questa parola deriva dal latino spondy̆lus e prima ancora dal greco antico σπόνδυλος. Egli ne contava 31 (oggi noi ne contiamo 33/34).
Ecco quanto affermava a riguardo nella traduzione del Piumati:

"A-B sono li sette spondili del collo, per li quali li nervi escano della nuca, e si spargano per le braccia, dando a quelle sentimento.
B-C sono li dodici spondili, nelli quali si ferma le ventiquattro coste del petto.
C-D sono cinque spondili, per li quali passan li nervi che dan senso alle gambe.
D-E è il codrione diviso in sette parti, le quali ancora lor son dette spondili.
In N è il minore spondile, che sia infra tutti li spondili delle coste, e in B e in S sono li maggiori.
Lo spondile R (oggi chiamato atlante, ndr) e lo spondile S sono infra loro d’equale larghezza.
O è il minore spondile del collo". ...
"A-B spondili 7. ... Li spondili del collo sono sette, de’ quali il primo di sopra e il secondo son variati dalli altri 5. ...
B-C spondili 12. C-D spondili 5. D-E spondili 5. E-F spondili 2. Che insomma sono spondili 31, dal principio della nuca al suo fine".

🔬 Tratto da "I manoscritti di Leonardo da Vinci della Biblioteca Reale di Windsor - Anatomia; Fogli A" (Pubblicati da Theodore Sabachnikoff; trascritti ed annotati da Giovanni Piumati)
- L'immagine da cui ho tratto e ribaltato le due prospettive appartengono al 8 verso.

Un farmaco a mRNA offre una speranza per il trattamento di una malattia infantile devastante 15/04/2024

Un farmaco a mRNA offre una speranza per il trattamento di una malattia infantile devastante La sperimentazione clinica ha dato buoni risultati nel ripristinare una funzione metabolica in una malattia genetica rara. E ha dimostrato che i vaccini per COVID-19 non sono l'unico uso possibile della tecnologia dell'mRNA

21/01/2024

Meccanismo di feedback
L’attività delle ghiandole endocrine è costantemente controllata da una serie di sistemi che tendono ad adeguare i livelli ormonali alle esigenze dell’organismo. Il meccanismo di feedback (o retroattivo) è quello principale attraverso cui una secrezione ormonale è regolata dalla concentrazione dell’ormone stesso o da funzioni da esso correlate.
Il feedback è più frequentemente di tipo negativo e più raramente positivo. È definito negativo quando un ormone inibisce la secrezione degli ormoni che hanno indotto la secrezione del primo; viceversa, è definito positivo.
Ancora, si possono distinguere feedback lunghi, corti e ultracorti.

Il feedback lungo si verifica quando la secrezione di un ormone richiede l’intervento del sistema ipotalamo-ipofisario.
Il feedback corto si verifica quando un ormone regola la secrezione dell’ormone deputato al controllo della sua stessa secrezione, qualora la produzione di questi ormoni avvenga in sedi relativamente vicine.
Il feedback ultracorto si verifica quando un ormone è in grado di controllare la propria secrezione agendo direttamente sulla cellula di produzione con una modalità di tipo autocrino.
Ipofisi posteriore o neuroipofisi
L'ipofisi posteriore o neuroipofisi funziona da "deposito" per gli ormoni ipotalamici ADH ed ossitocina, prodotti da neuroni ipotalamici con il relativo soma localizzato nell'ipotalamo (Nuclei Sopraottico → ADH e Paraventricolare → Ossitocina).

L'ADH od ormone antidiuretico aumenta la permeabilità del tubulo renale distale del nefrone, rendendolo permeabile all'acqua per ridurre la perdita idrica; inoltre, vasocostringe i vasi periferici alzando la pressione sanguigna. Viene perciò secreto in risposta a molti stimoli, specialmente all'aumentare degli elettroliti nel sangue o a una caduta del volume ematico o della pressione sanguigna. Un deficit di ADH è responsabile del cosiddetto diabete insipido.
L'ossitocina è responsabile della stimolazione del miometrio uterino durante il travaglio (non del collo che invece si rilascia...). Al di fuori della gravidanza, nell'uomo stimola le cellule muscolari lisce della prostata e del seguente dotto eiaculatore, mentre nella donna favorisce le mestruazioni ed il coito.
IpofisiIl lobo posteriore dell'ipofisi o neuroipofisi è formato da tre parti: eminenza mediana, peduncolo dell'infundibolo e pars nervosa. E' costituito da cellule gliali, i pituiciti, e da lunghe fibre nervose, i cui corpi cellulari - situati nell'ipotalamo - sintetizzano neurosecreti; queste sostanze fluiscono poi negli assoni che scendono nell'infundibulo (formando un fascio nervoso detto fascio ipotalamo-neuroipofisario) fino a raggiungere la neuroipofisi, dove si accumulano in rigonfiamenti terminali colmi di granuli (corpi di Hering); in questa sede i fattori ipotalamici) vengono riversati direttamente nei capillari sanguigni (vedi figura) e da qui entrano nel circolo generale. Ipofisi intermedia
La parte intermedia della ghiandola pituitaria, considerata parte integrante dell'adenoipofisi (pars intermedia), produce l'ormone intermedina o melanotropo (MSH), che regola la sintesi e la distribuzione dei granuli di melanina nei melanociti, ma solo nel feto, nel bambino piccolo, nella donna gravida (capezzoli e linea nigra (sotto l'ombelico) e in alcune malattie.

14/12/2023

L'acido cloridrico (HCl) svolge importantissime funzioni nel nostro apparato digerente, in particolare nello stomaco. Vediamo quali sono le principali :
- attiva i pepsinogeni, precursori inattivi di pepsine , presenti nel succo gastrico
- crea un ambiente ottimale, con pH intorno ai 2,5 - 3 , per l'azione di questi enzimi
- rappresenta una difesa contro i batteri immessi durante l'introduzione degli alimenti, ed evita la loro putrefazione
- denatura le proteine rompendo i legami deboli .

Quando il bolo arriva allo stomaco, vi è la necessità di idratazione del lume. L' acqua deriva dall'esterno, ma anche dai liquidi interstiziali. Proprio la secrezione di HCl, richiamerà la quantità di H20 necessaria per l'idratazione. Ma vediamo nello specifico il meccanismo di secrezione dell' acido cloridrico.

Le cellule atte alla secrezione di HCL , sono quelle parietali (o ossintiche). Queste sono formate da una porzione apicale, e da una membrana baso-laterale. Ognuna di queste cellule presenta desmosomi, e pertanto lo spazio che vi è tra una cellula parietale e l'altra è molto ridotto. In teoria quindi, il processo di "richiamo" di H20 dovrebbe essere estremamente lento vista la ridotta permeabilità. Tuttavia non è cosi.
In primis, a livello della parte apicale e della membrana baso-laterale, sono presenti delle acquaporine, che inevitabilmente facilitano il passaggio di acqua. In secundis, la membrana apicale, cosi come tutte le cellule epiteliali, è microvillare ..Questa si introflette formando i cosiddetti canalicoli , fondamentali per la secrezione di HCl .
Le cellule parietali non sono danneggiate dalla produzione di acido cloridrico perchè questo viene prodotto all'esterno di esse, precisamente nel lume ghiandolare, dove è presente un pH comune di circa 7 e aventi quindi, già muco protettivo. Inoltre, la formazione di HCl avviene in seguito alla produzione e secrezione (separata) di ioni H+ e Cl-.

Vediamo nello specifico le varie fasi che caratterizzano questo processo.

Secrezione H+ : essa avviene nel versante del cosiddetto lume ghiandolare . Il meccanismo base per la fuoriusciuta di H+ è quello di una p***a protonica (ovviamente con consumo di ATP) con K+ (successivamente questo ione uscirà nel versante baso-laterale attraverso proteine canale).
Per ogni ione idrogeno prodotto, si formerà un ossidrile che resterà nella cellula. Onde evitare un eccessiva alcalinizzazione del citoplasma (che causa un arresto del meccanismo di secrezione di HCl) , occorre un processo di neutralizzazione atto a formare H20, utilizzando un altro ione H+, ottenuto attraverso il processo di ionizzazione di anidride carbonica (C02) prodotta dal nostro metabolismo.
Un enzima, l'anidrasi carbonica, catallizza la formazione di H2C03 a partire da CO2 , e , successivamente di H+ (ione utilizzato per la neutralizzazione con l'ossidrile, si forma acqua, questa si dissocia, e lo ione H+ prodotto sarà estruso nel lume ghiandolare) e HCO3- .
In altri termini :

CO2 => H2CO3 => H+ + HCO3- (tramite anidrasi)

Lo ione HCO3- , tramite un antiporto senza dispendio energetico con Cl- , uscirà nel versante esattamente opposto, e cioè quello baso-laterale, si unirà a Na+ prodotto continuamente tramite p***a sodio potassio, e formerà il bicarbonato di sodio .
Questo diffonderà nel plasma sanguigno, rendendo alcalino il sangue dopo il pasto (circa 7.4 di pH ) per bilanciare la secrezione acida. Questo fenomeno è noto come marea alcalina digestiva. Secrezione Cl- : anche questa avviene nel versante del lume ghiandolare. Proprio gli ioni Cl- che entrano con l'antiporto di HC03-, fuoriescono secondo gradiente elettrochimico con una proteina . A questo punto si formerà HCl nel lume ghiandolare che si riverserà nel lume dello stomaco, svolgendo le funzione citate in precedenza.
La secrezione di acido cloridrico ovviamente dispone di tutta una serie di sistemi di regolazione che provvedono a bloccare o incrementare la sua azione. L' acetozolamide ad esempio, è un farmaco che blocca la secrezione di HCl perchè blocca l'azione dell'anidrasi carbonica, oppure la cimitilna, farmaco che diminuisce l'acidità dello stomaco inibendo l'istamina. Ma oltre ai farmaci, esistono metodi "naturali" (e intendo a base di enzimi o composti molecolari propri del nostro organismo) che modulano il rilascio di acido cloridrico. Vediamo i più importanti:

- istamina => l'azione dell'istamina viene mediata da recettori specifici. Tra questi quattro sono i principali (H1, H2, H3 e H4) . In particolar modo l'H2, proprio della parete gastrica, aumenta la secrezione di HCl nello stomaco. Esso funziona attivando l'adenilato ciclasi tramite una proteina Gs e quindi AMPciclico con PKA (chinasi A) per gli effetti molecolari.

- gastrina => la cui azione viene espletata attraverso i recettori CCKb. E' prodotta dalle cellule G della mucosa pilorica dello stomaco ovviamente, e in parte del tenue.

- acetilcolina => questa oltre a poter reagire con un recettore H3 (citato in precedenza) metabotropo, che inibisce l'attività dell'adenilato ciclasi,e, attraverso dei dimera beta, può attivare l'apertura di alcuni canali ionici, tra cui quello del Ca2+ che consente l'aumento del calcio intracellulare.

Le cellule ECL dispongono di recettori sia per gastrina che acetilcolina. Abbiamo due metodi principali: il diretto, che la secrezione di HCl viene stimolata direttamente dall'istamina , favorita a sua volta dall'acetilcolina ; e l'indiretto in cui Ach e gastrina possono interagire a livello delle ECL e producono istamina per l' HCl.

- somatostatina => è un fattore che diminuisce l'HCl, attraverso recettori presenti sulla parete gastrica. Stimola la produzione di adenilato ciclasi, e quindi le proteine Gs.

- prostaglandine => inibisce acidità dello stomaco, prodotte da macrociti.

24/10/2023

Le arterie sono i vasi sanguigni deputati al trasporto del sangue dal cuore a tutti i tessuti e organi del corpo umano (direzione centrifuga). A eccezione delle arterie polmonari, che trasportano sangue carico di anidride carbonica e prodotti di scarto, tutte le arterie trasportano sangue ossigenato.

Le pareti delle arterie sono composte da tre tuniche, disposte una sull'altra: una tunica esterna, perlopiù elastica, di natura connettivale; una tunica media costituita da fibre muscolari lisce e una tunica interna, costituita da un tessuto dotato di fibre elastiche, a contatto col sangue. Le arterie possono essere di grosso, medio e piccolo calibro; quando il diametro è inferiore ai tre millimetri generalmente si parla di arteriole, piccoli vasi che costituiscono le porzioni terminali delle diramazioni arteriose e che precedono i capillari corrispondenti.
Che cosa sono le arterie e il sistema arterioso?
Il sistema arterioso è la parte del sistema circolatorio ad alta pressione. È formato da:

arteria aorta
arterie sistemiche
arterie polmonari
Che cosa sono le arterie e il sistema arterioso?
Il sistema arterioso è la parte del sistema circolatorio ad alta pressione. È formato da:

arteria aorta
arterie sistemiche
arterie polmonari
L'arteria aorta
L'arteria aorta è il massimo vaso arterioso dell'organismo umano. Ha origine dal ventricolo sinistro del cuore, tramite un'apertura (regolata dalla valvola aortica) sale per un breve tratto verso l'alto (da cui il nome "aorta ascendente"); si incurva poi indietro a formare l'arco aortico (o arco sistemico), per poi continuare nell'aorta discendente (composta da due porzioni, l'aorta toracica e l'aorta addominale), per arrestarsi in corrispondenza della quarta vertebra lombare, dove si biforca nelle due arterie iliache comuni.
Le arterie sistemiche
Le arterie sistemiche sono i vasi sanguigni deputati al trasporto del sangue ossigenato e arricchito di sostanze nutritive dal cuore a tutti gli organi e tessuti dell'organismo. Il torace e l'addome, attraversati dall'aorta, ricevono il sangue direttamente dai suoi tanti rami collaterali, mentre per le parti del corpo più periferiche (testa, collo, bacino, arti superiori e inferiori) la vascolarizzazione è garantita dalla presenza di grossi vasi arteriosi emessi dall'aorta stessa (arteria omerale, arteria femorale, arteria carotidea, ecc.).
Le arterie polmonari
Le arterie polmonari sono i due grossi vasi sanguigni responsabili del trasporto dal cuore ai polmoni del sangue carico di anidride carbonica e prodotti di scarto proveniente dalla circolazione periferica. Insieme alle vene polmonari costituiscono la circolazione polmonare, detta anche "circolazione cuore-polmoni" o "piccola circolazione", ovvero quella parte dell'apparato circolatorio che fa sì che il sangue carico di anidride carbonica e prodotti di scarto proveniente dagli organi e dai tessuti dell'organismo passi dal cuore ai polmoni per essere ripulito e tornare nuovamente al cuore da dove, ossigenato e arricchito di sostanze nutritive, viene poi p***ato verso tutti i distretti dell'organismo.

A cosa servono le arterie e il sistema arterioso?
Il compito delle arterie e del sistema arterioso è trasportare il sangue dal cuore a tutti i tessuti e organi del corpo umano.

10/10/2023

Buona parte della massa cardiaca è costituita da un tessuto muscolare striato, chiamato miocardio [da myo muscolo + kardia cuore], a sua volta formato da cellule dette miociti cardiaci. L'1% delle cellule miocardiche è invece deputato alla generazione spontanea dello stimolo contrattile. Tali cellule, chiamate autoritmiche o pace-maker, hanno un ruolo fondamentale nella regolazione della frequenza cardiaca.

Le proprietà anatomiche, metaboliche e biochimiche delle cellule miocardiche, sono per certi aspetti comparabili a quelle presenti negli altri tipi di tessuto muscolare (liscio e striato volontario). Analogamente alla muscolatura liscia, che controlla i movimenti involontari degli organi interni (bronchi, utero, tubo digerente, vasi sanguigni ecc.), le cellule cardiache sono piccole e mononucleate.

Come il muscolo scheletrico, il miocardio ha nel sarcomero la sua unità funzionale. Con esso condivide anche la striatura ed i meccanismi di contrazione.

Una delle caratteristiche peculiari del cuore è il legame esistente tra le singole cellule, che spesso terminano con ramificazioni più o meno evidenti. Grazie a questa particolarità, i miociti cardiaci sono connessi gli uni agli altri alle estremità, attraverso le cosiddette gap junctions, che provvedono ad un accoppiamento sia elettrico che meccanico, consentendo il passaggio di ioni e, di conseguenza, il trasferimento della tensione contrattile da una cellula all'altra. Grazie a questi stretti rapporti, le cellule si contraggono quasi simultaneamente ed il muscolo cardiaco in funzione può essere paragonato ad un'unica grande cellula.

Circa un terzo del volume di un miocita cardiaco è occupato dai mitocondri, vere e proprie "centrali energetiche" cellulari. Grazie all'abbondante presenza di mitocondri, la capacità del muscolo cardiaco di estrarre l'ossigeno dal sangue è nettamente superiore rispetto agli altri tessuti. Già a riposo il cuore estrae circa il 70-80% dell'ossigeno contenuto nel sangue arterioso, più del doppio rispetto alla quantità estratta dalle altre cellule dell'organismo. In risposta ad un impegno fisico intenso, le aumentate richieste energetiche del cuore possono quindi essere soddisfatte soltanto attraverso un incremento del flusso sanguigno all'interno delle arterie coronarie (vasi deputati all'irrorazione sanguigna del miocardio). In particolare il sistema coronarico può aumentare fino a cinque volte l'apporto di sangue al cuore (durante esercizio massimale il flusso di sangue nelle coronarie può raggiungere il valore di 1 l/min).

Non a caso il cuore è un organo altamente vascolarizzato (circa 3-4 volte in più rispetto al muscolo scheletrico) e ogni sua cellula viene irrorata da almeno un capillare.

L'ossigeno è un elemento fondamentale per l'ottimale funzionamento del muscolo cardiaco. A differenza degli altri muscoli striati, il cuore possiede infatti una limitata capacità di trarre energia da processi anaerobici. Se private dell'ossigeno le cellule del muscolo cardiaco muoiono già dopo pochi minuti e, se tale necrosi, chiamata infarto, coinvolge un numero importante di cellule, può essere fatale per l'individuo o comunque causare gravi deficit, dato che le cellule miocardiche danneggiate non hanno capacità di rigenerarsi.

Lo spessore del miocardio varia fra atri e ventricoli; le pareti del cuore si inspessiscono a livello del ventricolo sinistro, che per spingere in circolo il sangue durante la sistole, ha bisogno di una contrazione muscolare intensa.

Come tutti i muscoli, anche il cuore si contrae in risposta ad uno stimolo elettrico. A differenza di questi, il miocardio è però in grado di generare autonomamente lo stimolo alla contrazione, grazie alla presenza di un particolare elemento anatomico, detto nodo seno atriale. Da questa struttura, ricca di cellule pace-maker, si propagano ondate di impulsi elettrici che, raggiungendo le cellule muscolari cardiache, generano e regolano il battito cardiaco. La trasmissione degli impulsi e la successiva contrazione miocardica non è un evento casuale, ma regolato in modo tale da generare il cosiddetto ciclo cardiaco (alternarsi ritmico di contrazione o sistole e rilassamento o diastole).

Benché il cuore abbia capacità contrattile autonoma, essa è comunque influenzata dall'attività del sistema nervoso che regola la frequenza cardiaca in base alle mutevoli esigenze dell'organismo. L'attività cardiaca è sottoposta a due influenze antagoniste: il cuore riceve infatti afferenze dal sistema ortosimpatico, che accelera il battito cardiaco, e del nervo vago (nervo cranico facente parte del sistema parasimpatico) che rallenta il ritmo di eccitazione del miocardio.

Per trarre l'energia necessaria alla contrazione cardiaca, il cuore ricorre soprattutto dall'ossidazione degli acidi grassi. Può inoltre utilizzare anche glucosio, acido lattico e corpi chetonici.

15/04/2023

DALLA BIOLOGIA MOLECOLARE ALLA PRATICA CLINICA: LA RIDEFINIZIONE DELLE TERAPIE - II EDIZIONE

6 Maggio 2023

SABAUDIA - OASI DI KUFRA

Crediti ECM: 7

Link: https://www.fisioair.it/eventi-residenziali/dalla-biologia-molecolare-alla-pratica-clinica-la-ridefinizione-delle-terapieii-edizione/

04/03/2023

Alice Catherine Evans è stata una famosa americana. Studiò la del e dimostrò che il Bacillus abortus (oggi chiamato Brucella abortus) era responsabile della sia nei bovini sia nell’uomo.

l lavoro di Alice Catherine Evans ebbe un ruolo fondamentale nel riconoscimento della brucellosi come significativo problema di pubblica. Le sue portarono nel 1930 all’introduzione della del latte negli Stati Uniti e, grazie alle sue scoperte, l’incidenza della brucellosi si ridusse significativamente negli anni successivi.

Al termine della sua vita, Alice Catherine Evans si era guadagnata un enorme rispetto per le sue ricerche, come e come . Anche a prezzo di dure critiche. Anche a costo della sua stessa salute. Aveva minimizzato ogni avversità incontrata nella propria vita, con costanza e perseveranza, come si può leggere nelle sue memorie: “La rotta che era aperta per la navigazione della mia nave era nel complesso gratificante. Il percorso a volte è stato difficile, ma c’erano tratti di navigazione libera”.

La prossima volta che verserai del latte nel tuo bicchiere, brinda ad Alice Catherine Evans!

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Perde gambe e braccia per errore medico, Anna e la battaglia per le protesi consigliate da Bebe Vio 28/02/2023

Perde gambe e braccia per errore medico, Anna e la battaglia per le protesi consigliate da Bebe Vio “Non so come andrà a finire ma so con certezza che non si libereranno di me in alcun modo

11/01/2023

Prof. Franco Locatelli ❤️

26/12/2022

Buon Natale da Chimica Organica OH OH OH 🎅🎄✨🥂🦌

08/10/2022

La cistifellea o colecisti è un organo del sistema digerente preposto all'accumulo ed alla concentrazione della bile, liquido giallo-verdastro prodotto dal fegato allo scopo di facilitare la digestione e l'assorbimento dei grassi e delle vitamine liposolubili, e neutralizzare l'acidità del chimo proveniente dallo stomaco. Il compito della colecisti è appunto quello di accumulare la bile durante il digiuno, riversandola nel tratto iniziale dell'intestino tenue dopo i pasti. Questo "serbatoio", noto anche come vescichetta biliare, è un organo cavo piriforme, lungo 7-10 cm per 2,5-3,5 cm di larghezza ed 1-2 mm di spessore. La capacità della cistifellea è stimata in circa 30-50 ml, ma può aumentare in condizioni patologiche, considerata la distensibilità della parete.

La cistifellea si trova alloggiata in una depressione, denominata fossetta cistica, sulla faccia inferiore del fegato e può essere anatomicamente suddivisa in tre porzioni - che da destra verso sinistra, dal basso verso l'alto e dall'avanti verso l'indietro - prendono il nome di fondo (più dilatato), corpo (più voluminoso) e collo (più ristretto). Quest'ultimo tratto della colecisti si continua nel dotto cistico, un canale lungo 3/4 cm che va ad unirsi al dotto epatico per costituire il coledoco. Bile e sali biliariPiù in basso, in prossimità del suo sbocco nel duodeno (tratto iniziale dell'intestino tenue), il coledoco raccoglie anche il succo prodotto dal pancreas, anch'esso di fondamentale importanza per i processi digestivi. Come mostrato in figura, esiste uno sfintere (sfintere di Oddi) che dilatandosi dopo i pasti e restringendosi nel digiuno regola il flusso di succhi epatici e pancreatici nell'intestino. Quando questo ispessimento della muscolatura circolare del coledoco è contratto, la bile prodotta dal fegato tende ad accumularsi nella cistifellea (condizioni tipiche del digiuno); viceversa, quando è dilatato (dopo il pasto) la bile proveniente da fegato e colecisti fluisce nell'intestino in maniera diretta. E' stato calcolato che - grazie al riassorbimento di acqua ed elettroliti - la cistifellea può concentrare la bile fino a 20 volte il volume originale (quantificabile in 600/1000 ml al giorno). Mentre da un lato lo concentra, dall'altra parte questa vescichetta arricchisce il liquido biliare di muco.

La superficie interna della cistifellea è ricoperta da una mucosa sollevata in pliche, variabili in altezza a seconda dello stato di distensione del viscere. Alcune di queste pieghe, però, sono costanti e fisse, soprattutto a livello del collo, dove formano le cosiddette pliche spirali o valvole. A questo livello si ispessisce anche lo strato muscolare, senza che si produca un vero e proprio sfintere anatomico, ma comunque una struttura assimilabile ad esso dal punto di vista funzionale. La mucosa colecistica presenta un epitelio cilindrico, fornito di microvilli alla sua estremità distale (molto importanti, considerata la necessità di riassorbire acqua ed elettroliti attraverso le pareti cistiche). La contrazione della colecisti - permessa dai fasci muscolari che costituiscono la tonaca muscolare liscia sottostante la mucosa - determina il passaggio della bile nell'intestino.

Diversi ormoni gastrointestinali espletano un'importante azione sulla motilità e sul conseguente svuotamento della cistifellea, agendo in contemporanea anche sul tono dello sfintere di Oddi. Il più conosciuto è la colecistochinina (CCK), che viene secreta dalla mucosa duodenale in presenza di chimo, specie quando è ricco di grassi. Come il nome stesso ci ricorda, questo ormone stimola lo svuotamento della colecisti, stimolandone la contrazione e favorendo il rilassamento dello sfintere di Oddi; anche la secretina, la gastrina, la neurotensina ed il polipeptide pancreatico espletano un'azione favorente, mentre la somatostatina, il VIP (Peptide intestinale vasoattivo), il glucagone e la calcitonina ostacolano l'attività della colecisti. L'attività di questa vescichetta è regolata anche a livello nervoso tramite afferenze simpatiche e parasimpatiche.

All'interno della cistifellea, così come in ogni altra sede delle vie biliari, si possono formare dei calcoli ("sassolini"). Quando queste concrezioni producono sintomi e non possono essere eliminate da farmaci o dal "bombardamento" con ultrasuoni, può rendersi necessaria la rimozione chirurgica della cistifellea (colecistectomia); trattandosi di un organo non vitale, la salute del paziente non viene più di tanto compromessa (tutt'al più può lamentare disordini gastrointestinali, come steatorrea e diarrea, soprattutto dopo il consumo di pasti ricchi di grassi). La colecistectomia può essere necessaria anche in presenza di tumore alla cistifellea, che ha però un'incidenza molto bassa nella popolazione.

Come riesce Omicron BA5 ad aggirare l’immunità? E perché i sintomi sono lievi? 12/06/2022

Come riesce Omicron BA5 ad aggirare l’immunità? E perché i sintomi sono lievi? I casi continueranno a crescere e diventerà una sotto variante predominante in tutta Europa. Dopo aver preso BA! la possibilità di reinfettarsi è del 7%

12/06/2022

Un anticorpo monoclonale normalmente utilizzato per trattare il cancro dell'endometrio è stato in grado eliminare il cancro al colon retto in tutti e 12 i pazienti coinvolti in un piccolo studio sperimentale. A causa delle dimensioni contenute del progetto di ricerca è troppo presto per gridare alla terapia miracolosa, tuttavia i risultati sono così promettenti che potremmo essere innanzi a una vera e propria svolta nel trattamento di uno dei principali “big killer” tra le patologie oncologiche. Basti pensare che, in base al rapporto “I numeri del cancro” in Italia, ogni anno vengono effettuate circa 50mila nuove diagnosi di cancro al colon retto e 20 mila persone perdono la vita. Si tratta del secondo tumore a uccidere di più nel nostro Paese, dopo il cancro al polmone che si porta via oltre 30mila pazienti all'anno.⁣

Va tenuto presente che l'anticorpo monoclonale utilizzato nello studio, chiamato Dostarlimab (nome commerciale Jemperli), è stato testato su uno specifico sottogruppo di pazienti con adenocarcinoma colorettale, ovvero quelli con mutazioni che determinano deficit di riparazione del disadattamento (MMRd). Chi soffre di questa forma di cancro risponde meno a chemioterapia e radioterapia, richiedendo più spesso l'invasivo intervento chirurgico per la resezione. Tali mutazioni, tuttavia, agevolano anche l'azione del sistema immunitario, che viene spinto ad attaccare le cellule malate; grazie al supporto del farmaco immunoterapico – progettato per bloccare il recettore della morte programmata-1 (PD-1) – l'attacco delle cellule immunitarie viene potenziata e permette di eliminare la massa tumorale, fino alla remissione della malattia.⁣

A condurre lo studio sui 12 pazienti è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati della Divisione di Oncologia dei tumori solidi del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dei dipartimenti di Chirurgia, Radiologia oncologica, Epidemiologia e Biostatistica, Radiologia e della Scuola di Medicina dell'Università di Yale. Gli scienziati, coordinati dai dottori Luis Diaz Jr. e Andrea Cercek, oncologi presso l'istituto statunitense, hanno deciso di testare l'anticorpo monoclonale Dostarlimab contro il cancro al colon retto proprio per il suo principio d'azione (blocco del checkpoint), già risultato efficace contro il cancro dell'endometrio. La sperimentazione, come indicato, è stata un vero successo.⁣

Il Dostarlimab è stato somministrato ai pazienti con adenocarcinoma rettale (allo stadio II o III) con deficit di riparazione del disadattamento ogni tre settimane per un totale di sei mesi. Al termine del periodo di follow-up di 6 mesi tutti i pazienti hanno avuto una risposta clinica completa, “senza evidenza di tumore alla risonanza magnetica, tomografia a emissione di positroni F-fluorodeossiglucosio, valutazione endoscopica, esame rettale digitale o biopsia”, hanno scritto gli scienziati nell'abstract dello studio. In altri termini, il cancro era stato eliminato e tutti i pazienti erano in remissione dalla malattia. “Credo che questa sia la prima volta che accade nella storia del cancro”, ha dichiarato con entusiasmo al New York Times il professor Diaz.⁣

“Il primo paziente ha avuto una risposta completa alla terapia e non aveva bisogno di nient'altro. Quindi il secondo paziente non ha avuto bisogno di chirurgia o radioterapia. Poi il terzo. Ben presto siamo arrivati al decimo paziente che ha avuto una risposta completa. È incredibile”, ha affermato il professor Diaz in un comunicato stampa. L'entusiasmo era naturalmente ancor più palpabile nei pazienti. “Un giovane uomo e la sua famiglia si sono seduti in un silenzio sbalordito quando ho detto loro che il suo cancro era scomparso. Poi ci hanno ringraziato più e più volte”, ha dichiarato la dottoressa Andrea Cercek, prima autrice dello studio. “Una giovane donna ha guardato lo schermo durante un esame e ha chiesto: ‘Dov'è il tumore?'. Non c'è più, le abbiamo detto”, ha aggiunto l'oncologa.⁣

Dopo la somministrazione del farmaco i pazienti non sono stati sottoposti né alla chemioterapia né all'intervento chirurgico, che hanno un impatto significativo sulla qualità della vita. “Il trattamento standard per il cancro del retto con chirurgia, radioterapia e chemioterapia può essere particolarmente difficile per le persone a causa della posizione del tumore”, ha dichiarato la dottoressa Cercek. “Possono soffrire di disfunzioni intestinali e vescicali che alterano la vita, incontinenza, infertilità, disfunzioni sessuali e altro”, ha aggiunto l'esperta. “La parte più eccitante di tutto questo è che ciascuno dei nostri pazienti ha solo bisogno dell'immunoterapia. Non abbiamo irradiato nessuno e non abbiamo sottoposto nessuno a un intervento chirurgico. Hanno preservato la normale funzione intestinale, la funzione vescicale, la funzione sessuale, la fertilità. Le donne hanno il loro utero e le ovaie. È notevole”, ha chiosato la dottoressa Cercek.⁣

Ma prima di gridare al “miracolo scientifico” è necessario attendere del tempo, poiché alcuni esperti ritengono che il cancro trattato con questa immunoterapia (e senza intervento chirurgico) possa ricomparire in alcuni pazienti. Inoltre i risultati dello studio sono ancora preliminari e riguardano solo una parte dei 30 partecipanti previsti per il trial clinico. Nonostante la doverosa cautela, si tratta comunque di un risultato straordinario che potrebbe rappresentare una svolta nella lotta al cancro al colon retto. I dettagli della ricerca “PD-1 Blockade in Mismatch Repair–Deficient, Locally Advanced Re**al Cancer” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica The New England Journal of Medicine.

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