Dott.ssa Annarita Ianni Psicoterapeuta

Psicologa, Psicoterapeuta individuale e di gruppo. Formazione gestalt - analitica. Ricevo su appunt

11/08/2024

non perdere mai il segno delle tue ferite
o rischierai di vivere
i prossimi capitoli della tua vita
senza ricordare la storia da cui vieni,
il primo passo per guarire un trauma
è non dimenticare mai la trama
della narrazione che stai creando

non nascondere nei tuoi bui interiori le fragilità,
che le fragilità nascoste, seppellite e occultate
diventano sempre debolezze,
non fortificano le ossa
e tendono a cadute libere
e mai liberatorie

lasciale al sole, tu,
dagli luce
abbi l'ardimento di far abbronzare
ogni delicatezza,
lascia che anche le gracilità
frequentino gli stessi tuoi paesi

per ogni ansia che trovi
procurati un respiro profondo,
per ogni dolore che ti abita dentro
inventati una nuova passeggiata
e per le preoccupazioni
consultare un amico a forma di cielo

non perdere mai il segno delle tue paure
o rischierai di vivere
le prossime albe della tua vita
di fronte a un sole che non sorge mai

ricordati che non sono paure,
è solo la nascita
dei tuoi prossimi coraggi.

[gio evan]

Foto mia

19/06/2024

🌺 MA DOVE VUOI FUGGIRE SE IL DOLORE CE L'HAI DENTRO...

Perché è così difficile stare con il dolore?

È un interrogativo che richiama alla mia mente diversi ricordi, di me con il mio dolore fatto di perdite, separazioni, con i miei peggior timori e il terrore che li accompagnava, e alcune frasi ricorrenti che arrivavano puntualmente in risposta: “che vuoi che ti dica, io non so che dirti!” E a seguire consigli, spiegazioni o tanta rabbia che affollavano di parole vuote la stanza. Sì, parole vuote per me che non riuscivo a far spazio ad altro in quel momento che al dolore. Tanto da sentirmi sola in una affollata, caotica, città straniera.

Perché è così difficile, a volte proprio alle persone che ci sono più vicine, starci “semplicemente” accanto donandoci il loro calore di presenza, fatto di rispetto per ciò che si sta vivendo, così da non permettere al dolore di spegnere il fuoco della vita anche se in quel momento di rosso c’è solo quello di una esile brace?
Forse perché sentire l’impotenza che ci rende umani ci schianta a terra e ci ricorda quanto piccoli siamo in confronto alla natura ( psichica e concreta), ma se solo provassimo a stare accanto a quel dolore, a farci sfiorare per poi attraversare, ci renderemmo conto di quanta forza sia racchiusa in quello stare. Una forza che non si può misurare in muscoli, la immagino come la capacità di saper vibrare ad ogni pizzico e scossone, proprio come le corde di una chitarra o di un violino, e saper tirar fuori un suono, qualunque esso sia, che dia voce. Potranno uscire note più o meno cupe, note di dolori e ricordi, ma è solo ascoltandole che si potrà dar vita ad una melodia. Ci potrà piacere o no, ma sicuramente arricchirà la nostra vita di nuovi spartiti e le nostre corde, quei fili sottili che collegano l’anima al corpo, di una nuova consapevolezza: di essere più vive di prima!

Citando le parole di Jung: “ESISTERE NON BASTA, BISOGNA VIVERE”.

Annarita Ianni

07/02/2024

Non amare i mezzi amanti
Non intrattenere mezzi amici
Non vivere mezza vita
e non morire di mezza morte

Se scegli il silenzio, allora taci
Quando parli, fallo finché non hai finito
Non tacere per dire qualcosa
E non parlare per tacere

Se accetti, allora esprimilo schiettamente
Non mascherarlo
Se ti rifiuti, sia chiaro
perché un rifiuto ambiguo non è altro che una debole accettazione

Non accettare mezza soluzione
Non credere alle mezze verità
Non sognare mezzo sogno
Non fantasticare sulle mezze speranze

Metà strada non ti porterà da nessuna parte
Mezza idea non ti porterà alcun risultato

Metà vita è una vita che non hai vissuto,
Una parola che non hai detto
Un sorriso che hai rimandato
Un amore che non hai avuto
Un’amicizia che non conoscevi

La metà è un mero momento di incapacità
ma tu sei capace per te non sei un essere a metà
Sei un tutto che esiste per vivere una vita
non mezza vita.

Khalil Gibran

21/01/2024

Un tempo sarebbe stato facile amarmi.

Ero dolce.
Credevo nelle promesse, nelle parole.
Giustificavo tutto, anche il male che sentivo e non ammettevo.
Mi prendevo la colpa, anche se non la capivo.
Pur di non perdere chi amavo, sopportavo ogni mancanza, anche quando mancavo io e non sapevo più ritrovarmi.
Abbracciavo senza chiedere nulla in cambio.
Ero indifesa.
Da proteggere.
Da distruggere.

Oggi è difficile amarmi, restarmi accanto.

Rispettare i miei spazi, comprendere i miei silenzi, la mia indipendenza, il mio bisogno di vivere e di costruire usando solo le mie forze.
Io che del mio equilibrio cercato, sofferto e trovato ne faccio un vanto da gridare al presente ogni giorno.

Io che credo nell’Amore molto più di ieri.
Amore che non ha nulla a che fare con le briciole, con l’arroganza, con l’assenza, con l’infedeltà.

Oggi è difficile amare la donna che sono diventata. Dopo i sogni sfumati, le ali spezzate, le labbra spaccate.
Sicura delle mani da stringere che vorrei e degli occhi che non vorrò più incrociare.

È difficile.
Forse è impossibile.
Sicuramente è raro incontrare un’anima che ci ami oltre noi stessi, dove fingiamo di essere forti mentre imploriamo gli abbracci di chi possa amarci sapendoci fragili e imperfetti.

Io dell’amore non so molto, forse.
Non posso insegnarlo.
Ma so che ha a che fare con il .
E con le che non s’impongono, ma si costruiscono.
.
Quando si diventa l’unica scelta e mai un’opzione tra tante.

Alla ragazza che sono stata devo tanto, soprattutto scuse.
Alla che sono, un promemoria:
ricordati delle tue ali, ricordati di te.

All’Amore

19/12/2023

Ieri sera per puro caso mi sono accorta che il mio profilo professionale google era stato manomesso. Qualcuno si è divertito a scrivere che il mio studio professionale era chiuso definitivamente. Così come non sarà un caso che la mia pagina professionale fb, che tra l'altro non uso da un bel po', riceve continuamente segnalazioni.
Purtroppo nella vita ci sono persone veramente piccole e povere dentro, persone che forse si risentono perché non gli piace che gli venga detto quanto facciano schifo, che hanno paura che la loro m***a prima o poi gli ricada sopra e allora cercano di indossare l'habitus più candido che esista per coprirlo, lo schifo (ma tanto la puzza non si copre!!!) mentre vigilano che sul mio profilo non esca fuori qualcosa che li smascheri, utilizzando quello di altri (amici e familiari), perché loro sono stati bloccati. Sicuramente qualcuno ti avviserà di questo post e se così fosse sappi che arriverà il momento in cui la tua maschera da brava persona cadrà.

18/12/2023

“Sir, ha già scritto la lettera a Babbo Natale?”
“Lloyd, Babbo Natale non esiste”
“Ma esiste ciò che gli potrebbe scrivere, sir”
“Questo non vuol dire che a Natale riceverò quello che ho chiesto”
“Non si preoccupi, sir. Per allora il regalo l’avrà già ricevuto”
“E quale sarebbe, Lloyd?”
“Il coraggio di desiderare, sir”
“Portami carta e penna, Lloyd”
“Con molto piacere... sir”

Vita con Lloyd

06/07/2023

"Attendo il sorgere del sole, oggi sarà un giorno senza pioggia. Mi accorgo di un profondo silenzio interrotto dal cinguettio dei pettirossi. Lento nel mio fare chiudo gli occhi e mi chiedo: "Dove ho riposto i miei sogni?" Il sole sorge, è l'alba di un nuovo giorno. D'improvviso mi accorgo di aver lasciato liberi i miei sogni di volare verso il sole. I nostri sogni siamo noi, lasciamo entrare il sole nella nostra vita."


" È facile amare qualcuno altro, ma amare ciò che sei, quella cosa che coincide con te, è esattamente come stringere a sé un ferro incandescente: ti brucia dentro, ed è un vero supplizio. Perciò amare in primo luogo qualcun altro è immancabilmente una fuga da tutti noi sperata, e goduta, quando ne siamo capaci. Ma alla fine i nodi verranno al pettine: non puoi fuggire da te stesso per sempre, devi fare ritorno, ripresentarsi per quell'esperimento, sapere se sei realmente in grado di amare.
È questa la domanda: sei capace di amare te stesso? E sarà questa la prova."

Jung

04/07/2023

Credo che la differenza tra essere innamorato e amare stia proprio nella 'capacità' di trasformare, ogni giorno, quel che c'è in un pasto nutriente.

Il tempo asciuga, il fuoco della passione brucia e ciò che rimane potrebbe sembrare solo un pasto appassito a chi non ha voglia di impegnarsi.

L'innamoramento ti dà da mangiare senza sforzo. Amare è un verbo all'infinito, ma come tale (verbo) indica un fare, un agire, un partecipare con coraggio affinché si possa banchettare.

03/07/2023

Il modo in cui raccontiamo la nostra storia è anche il modo in cui diamo forma alla nostra terapia. Il modo in cui immaginiamo la nostra vita è anche il modo in cui ci apprestiamo a viverla.

Hillman

02/07/2023

Tu sei il mio mondo = tutto dipende da te

No, non c'è equazione più sbagliata.

Perché se veramente l'altro è il *tuo* mondo allora anche *tu* sei artefice di quel mondo.

16/11/2021

Bisognava renderla cosciente di sé stessa come donna, e una donna non diventa mai cosciente di sé stessa finché non riesce ad accettare la realtà dei suoi sentimenti.

È veramente spaventoso avere trentaquattro anni e scoprire all’improvviso di essere umani. È come se si trattasse di mandare giù un boccone amaro, che spesso non si riesce a ingoiare.

Viveva in una condizione di isolamento autoerotico, e la fiamma, l’incendio delle sue emozioni infine divampò fino ad aprirsi un varco tra le mura.

13/11/2021

Da AD RÈNDERE nel senso di dare in mano.
E detto di ramo, pianta o altro Inflettersi agevolmente per ogni verso senza spezzarsi.

26/03/2021

Vasudeva ascoltava con grande attenzione. Tutto assimilò ascoltando: nascita e fanciullezza di Siddhartha, tutti i suoi studi, tutto il suo gran cercare, tutta la gioia, tutta la pena. Tra le virtù del barcaiolo questa era una delle più grandi: sapeva ascoltare come pochi. Siddhartha parlando sentiva come Vasudeva, pur senza aver detto una parola, accogliesse in sé e le parole sue: tranquillo, aperto, tutto in attesa, e non ne perdesse una, non ne aspettasse una con impazienza, non vi annettesse né lode né biasimo, semplicemente ascoltava. ..

Vasudeva sedeva nella capanna e intrecciava una cesta. Non guidava più la barca, i suoi occhi cominciavano a indebolirsi, e non solo gli occhi, ma anche braccia e mani. Soltanto la gioia e la serena benevolenza del suo viso fiorivano immutate.
Siddhartha si pose a sedere accanto al vecchio, cominciò a parlare lentamente. Raccontò quelle cose di cui non aveva mai parlato, della sua andata in città, quella volta, della ferita ardente, della sua invidia alla vista di padri felici, della sua vana lotta contro questi desideri di cui conosceva benissimo la stoltezza. Riferì tutto, tutto poté dire, anche quel che era più penoso, tutto poteva essere detto, mostrato, tutto egli poté raccontare. Mostrò la propria ferita, raccontando anche della sua ultima fuga, quel giorno stesso, come si fosse imbarcato, fuggitivo infantile, col proposito di recarsi in città, e come il fiume ne avesse riso.
Mentre parlava - e parlò a lungo - mentre Vasudeva ascoltava tranquillo in volto, Siddhartha avvertì quell'attenzione di Vasuveda con maggior intensità rispetto a quanto l'avesse mai sentita prima, e sentí i suoi dolori, i suoi affanni e la sua segreta speranza fluire verso di lui, e di lì venirgli nuovamente incontro. Mostrare la propria ferita a quell'ascoltatore ero lo stesso che lavarla nel fiume, finché non fosse diventata fredda e una cosa sola con il fiume.

24/03/2021

Pensare dev'essere difficile, perché no? Lo sci è difficile, e così il giardinaggio. E danno piacere. Non divertimento, non svago, non intrattenimento, ma piacere. Insegnare oggi, almeno in America, per quel poco che so, ha confuso il piacere con l'intrattenimento e il divertimento. Si ritiene che un bambino debba trovare vie facili per imparare, e divertirsi mentre impara. Questo non è erotico. È pre-erotico, infantile, e lascia la mente innocente e ineducata. Niente rigore. Educazione basata sul divertimento anziché sul piacere.

18/03/2021

17/03/2021

Quando partirai, diretto ad Itaca,
che il tuo viaggio sia lungo
ricco di avventure e di conoscenza.

Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi néil furioso Poseidone;
durante il cammino non li incontrerai
se il pensiero sarà elevato, se l’emozione
non abbandonerà mai il tuo corpo e il tuo spirito.
I lestrigoni e i Ciclopi e il furioso Poseidone
non saranno sul tuo cammino
se non li porterai con te nell’anima,
se la tua anima non li porrà davanti ai tuoi passi.

Spero che la tua strada sia lunga.
Che siano molte le mattine d’estate,
che il piacere di vedere i primi porti
ti arrechi una gioia mai provata.
Cerca di visitare gli empori della Fenicia
e raccogli ciò che v’è di meglio.
Vai alle città dell’Egitto,
apprendi da un popolo che ha tanto da insegnare.

Non perdere di vista Itaca,
poichè giungervi è il tuo destino.
Ma non affrettare i tuoi passi;
è meglio che il viaggio duri molti anni
e la tua nave getti l’ancora sull’isola
quando ti sarai arricchito
di ciò che hai conosciuto nel cammino.
Non aspettarti che Itaca è povera,
non pensare che ti abbia ingannato.
Perché sei divenuto saggio, hai vissuto una vita intensa,
e questo è il significato di Itaca.

Konstantinos Kavafis, Itaca

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