M.Luisa Angius - Psicologa Psicoterapeuta

Psicoterapeuta Bionomico-Autogena. Terapeuta EMDR II Livello.

Un nuovo sguardo alla psicologia, non più intesa come "cura", ma quale occasione di crescita personale. Attraverso un percorso che permetta di focalizzare l'attenzione sul "qui ed ora" è possibile mettere in luce le proprie potenzialità e rivedere e correggere i vecchi copioni ridondanti che frenano nel raggiungimento degli obiettivi e del ben-essere psicofisico. Il fine è quello di fornire gli strumenti per affrontare la vita quotidiana senza falsi ostacoli ed evitando inutili trappole mentali.

05/08/2024

Da oggi si cambia panorama… Lo studio riaprirà il 26 agosto. Buone vacanze! ☀️

02/05/2024

Mario, 35 anni, vuole una donna:
- Dolce
- Sempre disponibile
- Cuoca eccellente
- Bellissima
- Accondiscendente
Mario, 35 anni, vive con sua madre.

28/02/2024
24/01/2024

Ripropongo questo vecchio post, per ribadire il concetto.

11/09/2023

Ieri ho terminato il percorso di specializzazione in Terapia EMDR di II Livello ✨

25/08/2023

Si scherza eh 😅

01/03/2023

A Napoli, in via Piave, nel quartiere Soccavo, c’è un’edicola che da due mesi ha cambiato gestione.
Quando i clienti si avvicinano, si ritrovano davanti a due fogli esposti in bella vista.

Sul primo c’è scritto: “Buongiorno, mi chiamo Roberto e sono il vostro giornalaio. Ho l’autismo, vi chiedo di essere pazienti e darmi un po’ di tempo. Impareremo a conoscerci e questo mi aiuterà a servirvi meglio. Grazie mille”.

L’altro foglio, invece, riporta il dialogo-routine che il cliente deve instaurare con questo edicolante “speciale” per agevolargli il lavoro, riuscendo ad interagire con lui nonostante l’autismo.

I genitori di Roberto guardano lavorare il figlio senza interve**re, accompagnandolo sempre con un sorriso. Non lo lasciano mai, ma hanno imparato anche loro ad affidarsi al grande cuore dei napoletani.
In quell’edicola ormai c’è un via vai di gente.
È l’anima di questa città, che sa badare con amore alle sue storie di fragilità.
(Post di Federico Arienzo)

27/09/2022

Circa 2 mesi fa, il mio vicino mi ha chiesto la password di Internet.
Gliel'ho data perché non mi costava nulla e perché andavo d'accordo con lui.
Ieri stavo tornando a casa e lui era sulla porta.
Mi sono fermato a parlare un po’ come al solito, e lui mi ha detto allegramente che ora aveva Netflix.
Al che, io ho detto scherzosamente: "Lavoro s**o, a malapena ho tempo per guardare la TV, ma è fantastico, se mi prestassi la password per guardare qualche spettacolo te ne sarei grato".
Si è sentita una voce in lontananza, era sua moglie, seduta in macchina: "Non possiamo dargliela, perché io sono quella che paga e non posso condividerla."
Regnava il silenzio più totale!
L'uomo si è scusato sottovoce, io ho detto che non c'erano problemi. Abbiamo continuato a parlare di altre cose, infine sono rincasato e lui è rimasto fuori a sbrigare le sue cose. Poco dopo, la moglie è uscita per chiamarlo, sembrava molto nervosa, diceva che la televisione non funzionava. Il mio vicino è entrato in casa, io guardavo fuori dalla finestra. Dopo pochi minuti, lui e sua moglie sono venuti a chiamarmi e mi hanno detto che la rete non funzionava, che la password risultava errata. Li ho guardati e ho detto: "Ho cambiato la password, perché sono io che pago e non posso condividerla". La moglie è diventata rossa e ha cercato di dire qualcosa, ma io ho detto: "Signora, io ho la mia rete e voi avete il vostro Netflix, tutto va bene e tutti sono felici". Si sono voltati e se ne sono andati chiudendo la porta.
Non mi hanno mai più parlato.

La storia non è mia, ma ecco la lezione:
- L'amicizia deve essere reciproca.
- L'amore deve essere reciproco.
- L'affetto deve essere reciproco.
- Il rispetto deve essere reciproco.
Si dovrebbe restituire il silenzio con il silenzio, le assenze con le assenze, l'affetto con l'affetto, l'amicizia con l'amicizia e la lealtà con la lealtà.
Niente più sentimenti unidirezionali.
I sentimenti devono essere reciproci.

25/07/2022

Questa foto è stata scattata nel 1966.
Ritrae una donna in un manicomio, con il viso sofferente e la postura rassegnata.
Prima della legge Basaglia, del 1978, poco più di 40 anni fa, esistevano dei luoghi in tutta Italia, dove il malato psichico era invisibile.
Viveva tra le proprie feci, vomito e urine, relegato all'assoluta indifferenza del mondo esterno. Parenti inclusi.
Anzi, erano soprattutto i parenti a vergognarsi di quegli scarti della società legati al letto, le cui grida erano soffocate.
Veniva sistematicamente praticato l'elettroshock. Ovvero una scarica elettrica dritta nel cervello del degente, volta a togliere allo stesso l'aggressività.
Funzionava! Eccome se funzionava.
Peccato che oltre all'aggressività, toglieva loro anche tutto il resto.
La forza, la speranza, la dignità di essere umano.
Bastava un nulla per finire in manicomio, a volte anche semplici stati d'ansia o depressivi, oggi comunissimi.
Poi è arrivata la psicoterapia, la medicina e la terapia farmacologica, la dignità. La speranza...

19/04/2022

Si scherza eh 😁

28/03/2022

Nel mio studio potete ve**re con il vostro amico a quattro zampe 🐾 💗

24/03/2022

La nostra capacità di seguire i consigli…

22/02/2022

La Sindrome della crocerossina, o del crocerossino, è in realtà una sorta di delirio di onnipotenza, che ti porta a credere di poter essere superiore a cose, persone e situazioni assolutamente più grandi di te e non modificabili, come certi tratti caratteriali, i disturbi mentali, le dipendenze o il narcisismo (della persona che pensi di “salvare”).
Ti illudi, pateticamente, che il tuo amore e la tua dedizione supereranno tutto, senza minimamente renderti conto che diventi lentamente complice di chi ti fa subire, progressivamente e sempre più pesantemente, i propri deficit e le proprie mancanze.
Tendi allora a riempire e colmare vuoti che sono voragini e combatti contro m***agne rocciose che non hanno la benché minima intenzione di modificarsi e che mai lo faranno. Quando poi ti rendi conto della totale inutilità della tua opera, ti m***a una terribile rabbia contro l'oggetto delle tue deliranti cure, non richieste, e quando lui/lei ti respinge te la prendi con te stesso, in un inquietante, grottesca e infinita replica del serpente che si morde la coda.
La sindrome della crocerossina, o del crocerossino, non é assolutamente niente di nobile, come talvolta si vorrebbe far credere. Si tratta solamente dell'altra faccia del narcisismo patologico: quella autolesionista.

10/02/2022

Abbiamo a disposizione:
- Chiamate illimitate
- 100 GB di traffico internet
- SMS infiniti
- Fibra ultra veloce a casa
- Mail
- Whatsapp
- Facebook
- Instagram
- Telegram
- Lettera
- Raccomandata
- Pec
Se non ti cerca, o è morto o non è interessato a te, e mi sembra più plausibile la seconda opzione.

01/02/2022

“Se cresci senza nessuno che ti dica che sei bello o che sei bravo, senza una parola di conforto che ti rassicuri dandoti il tuo posto al sole nel mondo, niente sarà mai abbastanza per ripagarti di quel silenzio.
Dentro resterai sempre un bambino affamato di gentilezza, che si sente brutto, incapace e manchevole, qualsiasi cosa accada.
E non importa se, nel frattempo, sei diventato la più bella delle creature.”
Ferzan Ozpetek

10/01/2022

Poi passa, e ce la facciamo.

03/01/2022

Da bambina la nonna la vestiva con i sacchi di patate e la frustava con i rami secchi.
Venne violentata prima dallo zio, poi dal cugino e infine da un amico della madre.

A 14 anni rimase incinta e scappò di casa. Il bambino nacque prematuro e morì subito dopo.

Si trasferì dal padre. Qui le cose cominciarono a cambiare.

A 17 anni vinse un concorso per condurre un notiziario su una radio locale.
A 19 anni passò alla conduzione del telegiornale di Nashville e, poco dopo, al telegiornale nazionale.

Qui incontrò un altro ostacolo. Venne licenziata dal telegiornale perché dava le notizie in maniera troppo emotiva.

E allora sapete lei che fa?

Trasforma la sua debolezza in un punto di forza, e fonda un programma televisivo basato sulla condivisione empatica.

Il programma va talmente bene che, due anni dopo, viene passato su una rete nazionale.
Da qui arriva un successo tutt’oggi ineguagliabile, diventando il programma più visto della storia americana.

Non per un giorno, ma per 25 anni.

Vincendo 18 Emmy Awards.

È da tre decenni considerata tra le donne più influenti al mondo.

È partita dal nulla ed è diventata la più ricca afroamericana del pianeta, con un patrimonio stimato di oltre 2,7 miliardi di dollari.
Che utilizza anche per aiutare gli altri.

Ha fondato associazioni e scuole per contrastare tutte le ingiustizie sociali del nostro tempo, dal razzismo, al sessismo, all’analfabetismo, alla povertà.

Ha vinto il premio Oscar umanitario Jean Hersholt e ha ricevuto da Barack Obama la medaglia presidenziale per la libertà.

Quando vostra figlia vi chiederà di mostrarle un modello di donna, mostratele lei, Oprah Winfrey.

24/11/2021

"A ste donne je dite de tutto..
Che je serve er personal trainer, che se truccano troppo, che so' sciatte, che so' boiler, che so' manici de scopa, che sa tireno, che so' cesse, che so' vecchie, che so troie.
Nun ce pensate mai che na donna magari nun ce pensa alla palestra, perché c'ha i fiji da vestì, da fa magnà, ce pensate mai che se è troppo secca è perché sta esaurita, nun dorme, nun magna, che c'ha er core spezzato o i guai daa vita a stanno a massacrà de brutto e se scorda de magnà e de beve. Ce pensate mai che se una ingrassa sò problemi de salute, de quelli seri, che se succede a na sorella a na madre, a na zia vostre, che je fate? Eh?
A tragedia pe na donna nun so le t***e piccole o la cellulite, sò l'occhi…
Che se nun ridono, nun brilleno, nun glie serve né un chirurgo né la palestra, pe falla esse bella che magari c'ha la morte ner core e nun lo vo dì… Nun lo vo fa sapé, se nasconne dietro 'n' sorriso e tutto quello che chiede è da esse guardata e vista bella...
Co le rughe, col culone, co la faccia distrutta er core ciancicato…
Ma bella, bella da morì..."

(Dal web)

09/11/2021

A 40 anni Franz Kafka, che non si è mai sposato e non aveva figli, passeggiava per il parco di Berlino quando incontrò una bambina che piangeva perché aveva perso la sua bambola preferita.
La bambina e Kafka cercarono la bambola senza successo.
Kafka le propose di incontrarsi di nuovo lì il giorno dopo, per tornare a cercarla insieme.

Il giorno seguente, non avendo ancora trovato la bambola, Kafka consegnò alla bambina una lettera "scritta" dalla bambola che diceva: "per favore, non piangere. Ho fatto un viaggio per vedere il mondo.
Ti scriverò delle mie avventure."

Così iniziò una storia che proseguì fino alla fine della vita di Kafka. Durante i loro incontri, Kafka leggeva le lettere della bambola accuratamente scritte con avventure e conversazioni che la bambina trovava adorabili.

Alla fine Kafka le riportò la bambola (ne comprò una) che era tornata a Berlino.

“Non assomiglia affatto alla mia bambola", disse la bambina. Kafka le consegnò allora un'altra lettera in cui la bambola scriveva: "i miei viaggi mi hanno cambiato”. La bambina abbracciò la nuova bambola e la portò a casa tutta felice.

L’anno seguente Kafka morì.
Molti anni dopo la bambina, oramai adulta, trovò un messaggio dentro la bambola. Nella breve lettera firmata da Kafka c‘era scritto: "tutto ciò che ami probabilmente andrà perduto, ma alla fine l'amore tornerà in un altro modo."

“Kafka e la bambola viaggiatrice”, di Jordi Sierra

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