Dott.ssa Mara Marchi - Psicologa, Psicoterapeuta

Psicologa - Psicoterapeuta
Iscritta all'Albo degli Psicologi della Toscana N° 6317

18/07/2024

🎞️ COME SMETTERE DI RIPETERE LA STORIA DI FAMIGLIA?

La lealtà invisibile fa sì che una persona rimanga all'interno del proprio sistema familiare ripetendo la stessa storia, generazione dopo generazione.
Come fermare la ripetizione?

Spesso siamo ancorati a un tipo di Amore che ci porta ad attribuire meriti a ogni membro della nostra famiglia per non perdere quel diritto di appartenenza; così perpetuiamo il ruolo che da sempre occupiamo, sperimentando l’abbandono, la solitudine, il divorzio, il fallimento, il disamore…
Una forma di “amore cieco" si instaura nelle nostre vite, sin dalla nostra innocenza infantile, che ci porta a credere che per essere un buon membro della famiglia dobbiamo seguire lo stesso destino dei nostri predecessori, obbligandoci a un “buona coscienza”, pur di non metterci in gioco all’interno di questi confini incustoditi.
A costo di non tradire quella devozione familiare che non è “cattiva coscienza", bensì è il frutto di un processo profondo di "individuazione" e richiede un percorso di solitudine, ma di comunione con una coscienza più grande che è il prodotto di un amore illuminato e più maturo, preferiamo rimanere impigliati nei destini di persone che nella nostra famiglia si sono p***e, perché dimenticate o escluse da essa, piuttosto che differenziarci e sfidare i nostri limiti e le nostre paure, per comprenderne mitologie e significati.


(Lev Tolstoj)



Illustrazione: Gilbert Kann

29/02/2024

Non ci sono , non esistono .
Il viaggio interiore è individuale, e la si sceglie durante lo stesso , con la dolorosa necessità di affrontare le proprie ̀ per ricongiungersi con la propria vita, abbracciando l’irrazionale e il non senso.

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04/01/2024

La consapevolezza arriva quasi sempre all'improvviso, e fa male, barcolli, vacilli, ti si apre una voragine sotto ai piedi.
Ma, immediatamente dopo, ti permette di ridare la giusta posizione alle cose, ti dona una prospettiva altra rispetto a quella delle aspettative narcisistiche, del bisogno egocentrico sentito come un diritto.
E il passo successivo è la libertà. Quella vera. Che ti obbliga all’onestà, alla trasparenza, alla presenza.
Ed è l'antidoto più efficace contro la paura.

🪜 Alla ricerca di posizioni altre e nuove prospettive! Buon anno 🪸

Illustrazione: La logheria

24/12/2023

🎄Auguri di a ognuno di Noi e Buon !
Ci rivediamo il 4 gennaio 2024🎇
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13/11/2023

•FRAMMENTI DI PSICOTERAPIA FAMILIARE•

-Oggi Dottoressa ho pensato che i bambini sono felici perché non hanno un file nella loro mente chiamato “tutte le cose che potrebbero andare male”.
-Mi sembra un bel pensiero Giada!
Ma se avessi questo “file” quanto spazio occuperebbe nella tua testa?
-In gigabyte non saprei, ma occuperebbe tutte le mie giornate, rovinerebbe anche le cose che vanno bene, come il nuoto o le lezioni di canto.
-E cosa più di tutto dovrebbe andare male per arrivare a questa rovina?
-Pensare che qualcosa che non posso controllare possa arrivare e distruggere tutto quanto, e ritrovarmi da sola in mezzo al silenzio (...)



-E cosa servirebbe, Giada, per interrompere quel silenzio?
-Come...quando sto con mio padre al telefono e mi spiega cosa devo fare, gli dico che voglio essere sicura-sicura di aver capito e lui risponde nessun problema, o quando mia madre vorrebbe dormire ma non ci riesce perché io faccio troppo rumore, e allora accendiamo la radio e aspettiamo il tormentone che ci piace.



Ph. Fredrik Axling

09/10/2023

~CONNESSIONI PERDUTE~

🧠 Studi di neuroscienza dimostrano che la nostra psiche riceve un impatto da qualunque cosa si manifesta in natura. Una psiche che soffre è un sistema chiuso, come un lago infestato dalle alghe, perché è impedita la circolazione dell'acqua. Una psiche in salute è permeabile, mutevole, portata a cambiare e a scambiare, perché si alimenta di ciò che sostiene la vita e si spegne quando è intossicata.

Così accade anche per il dolore del lutto e del mal d’amore, vissuti neurologicamente come l'essere sottoposti alla tortura. Sembra esistere un unico modo per mettere fine a queste sofferenze limitando il danno somatico: la neurobiologia lo chiama “salto evolutivo”, un processo di neurogenesi e di individuazione dove l'intero cervello deve riconfigurare le sue e il suo riguardo all'amore e alle , liberandosi dall’affanno e dal tormento.

Mi piace pensare che il compito della è quello di ristabilire le connessioni perdute, in un processo continuo di disintossicazione, che ci porta ad allontanarci dalle situazioni che non possono favorire la vita.


(Von Weizsäcker)

Ph. Guillaume Lavrut

04/08/2023

☎️ “Il risveglio dei sintomi all’affacciarsi della pausa estiva in psicoterapia”

Quando si avvicina il momento dei saluti estivi può succedere che nel paziente ricompaiono alcuni sintomi e certi problemi iniziali per i quali ha richiesto aiuto.
Uno dei significati più frequenti del riproporsi dei sintomi è che il paziente si aspetta di tornare alla situazione precedente la terapia, e una volta privato della presenza costante del terapeuta è portato a dimenticare che i miglioramenti ottenuti riflettono i mutamenti che si sono determinati grazie alla sua propria partecipazione e motivazione al cambiamento, e non dipendono dalla continua presenza fisica del terapeuta. Affrontando con il paziente questa ricomparsa, secondo il suo significato e in relazione all’interruzione estiva, è più facile recuperare i benefici già ottenuti e non minimizzare gli obiettivi raggiunti, aiutandolo nel processo di interiorizzazione degli strumenti usati insieme durante il percorso.
Il processo di cambiamento indotto dalla terapia non si interrompe con la sua sospensione, ma prosegue.

07/07/2023

🛤
Attraversare
/at·tra·ver·sà·re/

1. Percorrere da un lato a quello opposto, da un capo all'altro; anche assol., con riferimento a un cammino, a un percorso da intraprendere.
2. Fig.
Di pensieri o simili, affacciarsi alla mente.

🌀 Un uomo durante il suo cammino rimane intrappolato in un labirinto, da cui prova in tutti i modi ad uscire, ma anziché riuscirci rimane ancora più bloccato.
Per farlo, quindi, chiede aiuto ad un esperto di labirinti, affinché lo possa liberare immediatamente.
La terapeuta accorre in aiuto, anche lei vorrebbe farlo uscire il prima possibile, ma sa benissimo che necessita di tempo e soprattutto, essendo all'esterno del labirinto, non potrà aiutarlo con le sue risorse, ma con quelle dell’uomo intrappolato.
Ecco che la terapeuta condivide questa idea con lui, rimanendo presente e accogliendo il suo grido con pazienza e fiducia.
Iniziano insieme a vedere il labirinto da un'altra prospettiva, come qualcosa che accade agli umani in cammino e che non dipende esclusivamente da essi.
E mentre iniziano a cercare la strada per uscire, con le risorse dell’uomo, il labirinto comincia a trasformarsi in ciò che è, un tempo e uno spazio in cui esserci, anche se doloroso, e da cui "non dover uscire immediatamente" ma da "attraversare", come tutti i vissuti.
È così che trasformiamo la ricerca di vie d'uscita in vie d'accesso alla nostra vita.

Ph. Lukasz Wierzbowskih

14/06/2023

Relazioni
🖇
Ogni relazione nella vita di una bambina e di un bambino è importante per lo sviluppo e per la costruzione della loro identità di persone. È attraverso il rapporto con gli altri che i bambini imparano ad essere più autonomi, a mettersi in gioco senza dipendere dagli adulti di riferimento e senza bisogno di essere protetti. Imparano la fiducia e la capacità di mediazione, come il riconoscimento e il rispetto della diversità.

“Sacro ha a che fare con l’infanzia, la tua e quella del mondo”.
(Sacro minore)








Ph. Raymond Depardon

13/03/2023

“Oggi ho sentito vari medici, dentro e fuori l’ospedale. Qui dentro ce n'é uno più pessimista sulle mie condizioni e io gli ho detto che potrebbe avere ragione, che altro posso dire? Il pessimismo in medicina è più facile dell’ottimismo e spesso è esercitato in nome della medicina difensiva. Questo è un problema: noi andiamo da un medico pensando di essere il primo soggetto dell’indagine, spesso siamo il secondo, in quanto molti medici tendono a pronunciare la diagnosi per loro più rassicurante. Comunque, domani dovrei uscire, sapendo che se la situazione patologica dovesse ripresentarsi so che devo andare in ospedale senza indugi. E nei prossimi giorni posso anche rivolgermi altrove, pagare una visita privata. Cosa accade ai poveri, alle persone sole, alle persone che vivono in luoghi da dove è difficile accedere al personale medico più qualificato? Non sono questioni da poco in un tempo in cui la malattia domina la scena e in cui la depressione nelle sue varie forme interessa forse un terzo dei cittadini italiani. Non si può medicalizzare tutto e tutti, ma si pone l’esigenza di dare più spazio alla dimensione intima delle persone, si tratta di creare un mondo che torni a fare compagnia agli esseri umani. Adesso la solitudine riguarda praticamente tutti, c’è un nucleo profondo di ognuno che vaga come una barca in tempesta senza trovare ormeggi.”
(Franco Arminio, 8 marzo 2023)



Ph. Steph Edwards

02/03/2023

Integrare
/in·te·grà·re/

Inserirsi in un contesto accettandone i sistemi.
Completarsi a vicenda.

“Due donne ho trovato dentro di me, scavando nel profondo: una è forte, decisa, lucida. Lei sa cosa è giusto, sa cosa deve fare.
La muove la passione, la spinge l’emozione. Non si accontenta di ciò che ha e sa quanto vale. Segue la sua strada, risoluta, lascia indietro ciò che non le è utile.
L’altra è come il mosto: profuma di primavera, di giornate di sole. Piange nella pioggia per non farsi vedere. È fatta di mancanze e di malinconia.
Prima mi portava a procedere dando peso alle stagioni e ostacolandomi quando volevo allontanarmi per tornare dall’altra me.
Oggi questa duplice me stessa mi insegna a riconoscermi di nuovo intera.
Mi osservo e ammiro l’esito di questa integrazione, restando in attesa di scorgere un sorriso sul volto di entrambe.”


(Carmelo Bene)

Ph. Bruno Barbey

21/02/2023

ABITARE NELLA RELAZIONE🔗

Molti di noi sono cresciuti con la convinzione che la relazione di coppia sia una cosa semplice: incontri qualcuno, te ne innamori e quello che conta per garantirsi un futuro felice è che ci sia l’amore.
Ma nel mondo reale le cose non funzionano così. L’amore è certamente un elemento essenziale, ma da solo non è sufficiente a preservare l’intimità e la vitalità della relazione. Molti altri aspetti concorrono infatti alla buona salute della coppia: la capacità di comunicare, la creatività nell’affrontare la vita quotidiana senza farsi soffocare dalla routine e dai doveri familiari e lavorativi, la consapevolezza delle aspettative e della paure inconsce che ognuno nutre verso l’altro.

Abitare una significa coltivare tutti questi aspetti, in un percorso quotidiano di crescita personale, dove imparare a prendersi cura delle proprie , accudendo le proprie , diviene un atto pieno di e di , uscendo dai soliti copioni conflittuali e di non comprensione reciproca.

{[L’inizio accade], la durata è da costruire.}

31/12/2022

Nell’ultima pagina dell’ultimo giorno dell’anno è scritta la lista delle mie paure, in ordine decrescente di “ossessività”. Sono annotate saltando delle righe tra l’una e l’altra. Così, al bisogno, si possono depennare e sostituire con nuovi propositi da sperimentare; e il foglio rimane ordinato davanti al coraggio.

🎐

31/10/2022

• Quando i nostri sensi soffrono •

- “Sa Dottoressa, sono entrata qui dentro credendo di dover risolvere un problema dovuto ad un fatto o ad una persona. Ero convinta che il mio star male fosse dovuto a qualcosa di concreto, a un fatto tangibile, a una persona in carne ed ossa. E invece sento che a soffrire è qualcos’altro.”

- “Ha ragione, e questo qualcos’altro è il senso di colpa, il senso di solitudine, il senso di abbandono, il senso di inadeguatezza, il senso di vuoto, il senso di inferiorità, il senso di incompiutezza, il senso di dipendenza.
Eh si, a soffrire sono i nostri sensi.
Perché sa, il problema non sono le cose che ci accadono e neanche le persone che ci circondano. Ma il senso che smuovono in noi quei fatti e quelle persone. È il nostro vissuto che crea mostri, ferite e timori. E, per fortuna, proprio perché ci appartiene, su quel vissuto si può lavorare. Ogni tanto il mostro che ci portiamo dentro ci chiede di non aver paura. Di ascoltare.
Oggi quale senso vogliamo ascoltare?"
- “Oggi, il senso di liberazione.”

28/09/2022

💭Le parole dei pazienti

Di cosa parlano i pazienti quando chiedono il nostro aiuto, e sono alla ricerca di parole che sappiano esprimere le loro emozioni ferite?

Ci parlano della loro malattia, certo, ma anche delle loro ansie e delle loro tristezze, della loro nostalgia e delle loro preoccupazioni, della loro solitudine e delle loro speranze infrante.
Le loro parole ci aiutano nel percorso diagnostico e nel dare narrazioni differenti alle loro ferite, a cui rispondiamo con una comunicazione che non si serve solo del linguaggio delle parole, ma anche del linguaggio del silenzio, degli sguardi e dei volti, del sorriso e delle lacrime. E il senso delle parole di un paziente riemerge solo se egli si sente accolto nella sua fragilità e non giudicato, riconosciuto nella sua interiorità e nella sua libertà assediata, non considerato come un semplice corpo malato ma parte integrante di una relazione, quella terapeutica, nutrita di cura, dialogo e fiducia.

Ph. Toon Joosen

06/07/2022

“Non è necessariamente la gravità dell’evento in sé, ma la nostra reazione ad esso a determinare l’impronta che lascerà”

🧠 Studi recenti mostrano che quando proviamo sensazioni fisiche relative a emozioni intense è tutto legato al nervo vago, il più lungo e il più complesso dei nervi cranici, che trasmette informazioni da o verso la superficie del cervello ai tessuti e agli organi di tutto il corpo.

Quando il corpo è sottoposto a un lungo periodo di stress o a un , il nervo vago diventa iperattivo. Ma lo e il trauma risultano essere fattori perlopiù emotivi, il vero impatto è sul corpo. Ed ecco che se sollecitato, il
lotta per rallentare il cuore: la pressione scende e si può avere nausea, vista appannata, ronzii nelle orecchie, pressione bassa e battito irregolare, e le nostre reazioni possono essere di e di , fino all’immobilizzazione.
E quando la mente soffre, il corpo soffre e può essere difficile annullare il danno.

Siamo portati a pensare che il di un cuore spezzato sia fuori dal nostro .
Ma secondo la scienza se ridiamo invece di piangere, se cantiamo invece di , potremmo più in fretta.
Certo quando soffriamo, a volte è più facile continuare a star male invece che provare a guarire.

Ph. Casey Goddard

28/06/2022

🧵POTENZIALE {C}REATIVO

In un certo senso, ogni terapia che ha successo riserva anche un esito sconfortante nel prendere coscienza che non si raggiunge la propria immagine di perfezione.
I nostri pazienti si rendono conto che avranno sempre dei difetti. Sanno, tuttavia, che la loro crescita non è terminata e che il processo creativo iniziato in terapia è adesso sotto la loro personale responsabilità. Non terminano la terapia camminando su una nuvoletta. Chi lo fa è solito a ricadute. Chi invece rimane con i piedi per terra, ha imparato ad apprezzare la realtà e ha sviluppato un atteggiamento creativo verso i problemi che incontrerà. Ha sperimentato la gioia, ma anche il dolore. Se ne va con un senso di autorealizzazione che comprende il rispetto per la saggezza dei propri limiti e della sua persona.
Ha riguadagnato il suo potenziale creativo.

30/03/2022

~ KIT DEL BRAVO BAMBINO ~

“Ma io non posso restare come sono: per la mia sarebbe la fine, soprattutto per mia madre”.

I hanno bisogno di appianare qualsiasi specie di nella famiglia, per così dire di caricare sulle proprie fragili spalle il che grava sulle spalle di tutti; naturalmente non fanno questo per puro altruismo, ma per poter nuovamente godere la perduta e la tenerezza che dipende da questa tranquillità.

🎒 Quando noi ci lamentiamo delle nostre , possiamo fare dei nostri figli i nostri infermieri a vita, in sostanza procurarci, per mezzo loro, un nostro sostituto, perdendo di vista i veri interessi dei più piccoli: con un peso ben più oneroso da portare sulle spalle, che li vede non sempre muniti di uno zaino contenete il giusto kit di .

[...È così che muoiono le , quando i ritorni non sono più possibili perché i ponti tagliati inclinano verso l’instancabile acqua le travi sconnesse nello estraneo.
Non c’è allora altro rimedio che quello del serpente: abbandonare la pelle nella quale non entriamo più, lasciarla a terra, tra i cespugli, e passare all’ successiva...]

Illustrazione: Fajar P. Domingo

14/02/2022

🪆” Una marionetta rotta con gli occhi rivolti dentro”.

È buffa Clara: quando la senti parlare, di primo acchito, pare che tutto ciò che le si avvicina diventi gigantesco. Ci sono giorni in cui vive come se fosse guarita del tutto e, paradossalmente, questo avviene proprio nelle situazioni che prima giudicava infernali, come

• A uno sguardo superficiale, questo potrebbe essere l’epilogo più auspicabile; Clara dovrebbe ammettere con se stessa di avere lottato invano per anni contro un mostro che ora, in poche mosse, sta mettendo a tappeto. Non è semplice accettarlo, perché significherebbe rendersi conto dolorosamente di aver perduto troppe occasioni; emotivamente è più economico pensare che la sua situazione sia così grave da richiedere enormi sforzi per essere superata. E uscire troppo velocemente dal problema comporterebbe la perdita delle attenzioni e delle rassicurazioni da cui è così facile diventare dipendenti.

• È così che succede: il sistema si organizza intorno al paziente designato costruendo una cortina di presenza e di protezione a cui non si rinuncia in un battito di ciglia. E Clara deve decidere se diventare autonoma e indipendente dal disturbo e dalla sua famiglia, o se continuare a essere il della situazione che, proprio in quanto piccolo e nero, non può sfuggire al destino con cui la propria natura lo condanna ogni giorno.

D’altra parte, non si può non crescere, rimanendo legati a una serie di limitazioni sempre più strette che ci tengono vincolati ad un circolo vizioso, e che possono sopravvivere solo all’interno di una complessità emotiva, affettiva e relazionale, e di un’interazione patologica con se stessi, con gli altri e con il mondo.

“Fu una bastonata dura per me. Ma poi, che farci? Continuai la mia strada, in mezzo alle trasformazioni del mondo, anch’io trasformandomi.”



Illustrazione: Marcela Scheid

31/12/2021

🛋 •per oggi ho un buon proposito•

“L’altra mattina una paziente mi ha detto:
- “Ho letto un articolo che parlava delle sedie vuote a Natale, del male che fanno”, e le tremava la voce mentre parlava.
-“Io, poi, a queste sedie vuote ci penso sempre, un po’ anche di notte, e mi ci è viene perfino il mal di pancia, perché a me la tristezza si accumula tutta lì.
Perché sa Dott.ssa a me le festività non fanno tanto bene, mi ricordano quante cose perdiamo per strada, quante speranze mandiamo al patibolo senza nemmeno accorgercene, e insomma: ci sono giornate che mi piacciono di più, tipo il primo giorno di primavera, il giorno in cui cambia l’ora e ci regalano un po’ di luce, il giorno in cui mi sveglio e gli alberi del mio viale sono arrossiti e si preparano a spogliarsi davanti a tutti”.
A un certo punto, però, mi sono detta, e se provassimo a viverla in un altro modo quest’anno? Per oggi ho un buon proposito:
-“Oggi vorrei che pensasse alle sedie piene, a quello che è rimasto, a tutto quello che è sopravvissuto, a tutto quello che c’è.
Alle sedie vuote rivolgerà un sorriso, e non si offenderanno”.








Illustrazione: Ana de la Fuente

24/12/2021

>.

🎄

Dott.ssa Mara Marchi - Psicologa, Psicoterapeuta Psicologa - Psicoterapeuta
Iscritta all'Albo degli Psicologi della Toscana N° 6317

20/12/2021

~ non è mancanza, è presenza ~🧶

- Non mi tolga tutto il lutto, dottoressa,
me ne lasci la metà;

io non voglio che il mio cuore
sia sgombro per intero,
mi lasci la mancanza:

faccia male di notte,
se non dormo, ma se dormo,
se possibile, vorrei
non svegliarmi nel buio,
come se
non potessi respirare.

Mi tolga
l’impossibile che è che non si possa
più ascoltare la sua voce
e lo squillo del telefono mai suo
quando compio un altro anno
e non vorrei.

Mi tolga il grido, se può,
la testa che sbatte,
il nero che fa
la fine.

Non mi resta che
la mancanza che è:
e se è il dolore che riempie
come un corpo
il mio corpo,
me lo lasci per metà.

Tolga il lutto che inginocchia,
che non crede, che mi chiude
in casa.

Mi lasci che mi facciano
male i fiori,
ma non tutti,
solo quelli arancioni.

(Poesia: Beatrice Zerbini)

02/11/2021

“Piange ciò che ha fine e ricomincia.
Ciò che era area erbosa, aperto spazio e si fa cortile, bianco come cera...
Piange ciò che muta, anche per farsi migliore.”

Pier Paolo Pasolini~1957










Ph. Gillian Feng

08/09/2021

“Dottoressa, ma come fa ad ascoltare tutto il giorno i nostri problemi?”

C’è sempre un momento dell’anno in cui ti arriva, come ora, la foto di una coppia che ci tiene a farti conoscere il nuovo/a arrivato/a “con gli occhi della mamma, ma le guance e le mani sono tutte del papà pianista”; o quella della Signora Carla, che dopo anni spesi dietro relazioni tossiche e continue rinunce ha deciso di regalarsi una vacanza in solitaria vista mare, senza badare a spese, “perché concedersi una fetta di autonomia non comporta necessariamente dei sensi di colpa”; o quella di Fabrizio che ti dedica la prima scalata dopo un anno e mezzo di studio per l’abilitazione...e la tanto “agognata promozione lavorativa”.
Si, è vero, ascoltiamo i problemi delle persone, ma potete immaginare un pixel di uno scatto di felicità?



Ph. Hamada Hideaki

27/07/2021

⏳ [Psicologi in vacanza]

Manca ancora qualche giorno al saluto pre-vacanze, ma la mia mente, così come quella dei miei pazienti, si sta preparando.
Ebbene sì, per me e per loro la formula ‘pausa estiva’ inizia a far parte delle sedute già qualche tempo prima dell’ultima sessione di luglio. Che siano 2, 4 o 6, le settimane di sospensione possono spaventare e tendono a mescolarsi a vissuti di abbandono e di perdita, come a sensazioni di solitudine, che lasciano sospesi e spesso in situazioni dolorose e difficili da gestire.
Ma nonostante questo consentono ai nostri pazienti, seppur sprovvisti di quello spazio prezioso di riflessione settimanale, di camminare con le proprie gambe, prendendo atto di non essere poi così soli, ma in una sorta di dialogo costante con il proprio terapeuta, tanto da domandarsi nei possibili momenti di difficoltà: “Chissà che cosa mi direbbe la mia psicologa”.
Anch’io vi penserò: “Chissà Marco/Serena/Cécile/Ghali come stanno vivendo questo momento, come stanno affrontando questo periodo di distacco”.
E chissà come ci ritroveremo al rientro, dentro quello studio che è casa mia, ma anche casa vostra.

🏖 Buone vacanze.
Buona estate a voi. A me.

14/06/2021

L’altra metà della mela 🍎

Alcune forme di dipendenza sentimentale implicano un quantitativo di tempo molto alto speso per la relazione; l’incessante desiderio di dedicarsi ad essa e alla sua riparazione è spesso accompagnato alla trascuratezza di attività non legate al proprio partner, nonché a sintomi di astinenza per la sua assenza. La conseguenza ultima è un modello relazionale problematico che si esprime con un’enorme angoscia per il timore della perdita della persona amata. Ecco che la paura dell’abbandono e del tradimento suscitano profondi sentimenti di inadeguatezza e sensi di colpa vissuti come insopportabili.
È il caso delle dipendenze affettive.

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23/04/2021

1918.

Proviamo ora a formulare l'ipotesi che [...] si riesca ad accrescere il numero di noi psicoterapeuti tanto che esso possa bastare a prendere in trattamento una più vasta sezione della collettività umana. D'altra parte, è possibile prevedere che un giorno o l'altro la coscienza della società si desti e rammenti agli uomini che il povero ha diritto all'assistenza psicologica né più né meno come ha diritto già ora all'intervento chirurgico che gli salverà la vita; e che le psicopatologie minacciano la salute pubblica non meno della tubercolosi, e, al pari di questa, non possono essere lasciate all'impotente sollecitudine dei singoli. Saranno allora create delle case di cura o degli ambulatori dove lavoreranno un certo numero di medici [...] che si serviranno della psicoterapia per restituire capacità di resistenza e lavoro a uomini che altrimenti si darebbero all'alcool, a donne che minacciano di crollare sotto il peso delle privazioni, a bambini che hanno di fronte a sé un'unica alternativa: l'inselvatichimento o la nevrosi. Questi trattamenti saranno gratuiti. Potrà passare molto tempo prima che lo Stato si renda conto di questi suoi doveri e del loro carattere di urgenza [...] . Ma è un traguardo a cui prima o poi si dovrà arrivare.

Opere vol. 9 L'io e l'Es e altri scritti - Sigmund Freud

Ph. Antonio Marras

26/03/2021

📮 STORIE DI PAZIENTI

~Quel male di vivere che possiamo curare~

"Per la maggior parte della mia vita mi sono sentita in colpa e in ansia, in tante situazioni. Sono sempre stata una brava bambina, a scuola e a casa, e ricordo che ci rimanevo male per un brutto voto. Poi crescendo le ansie sono aumentate all'università, al lavoro e con i figli soprattutto.

Ho scoperto che in ognuno di noi c'è una parte critica molto forte, in me fortissima. Mi fa sentire in colpa subito e mi impedisce di ascoltare i miei bisogni. Oggi la conosco, me la rappresento e so cosa mi dice. La accolgo perché fa parte di me, la ringrazio per i successi che mi ha fatto raggiungere, ma le chiedo anche di sedersi e di lasciarmi fare anche altro."


-Carl Rogers-



Illustrazione: Neil Webb

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