Francesco Marchianò - Psicologo Psicoterapeuta
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Psicologo, psicoterapeuta e formatore. Esperto di terapia familiare e di coppia, conduzione di grupp
Oggi è un giorno del silenzio e dell'ascolto.
Si dice che le donne parlino tanto.
Credo, invece, che noi uomini siamo stati sempre estremamente rumorosi e lo siamo ancora.
Ritengo che intensificare lo studio delle relazioni crea un sapere efficace e funzionale al processo terapeutico e per la cura del paziente.
IL SAPERE DEGLI ADULTI
Ogni volta che parlo con bambini o ragazzi, capita spesso, mi pongo la stessa domanda
GLI ADULTI SANNO
DI NON SAPERE?
La condivido volentieri con chi desidera e sente la necessità di mettersi in gioco ad ogni età
È giusto che un genitore cerchi di passare ai propri figli quanto di più ha compreso dalla sua esperienza. In caso di famiglia adottiva, il lavoro più importante, è cercare di sintonizzare i vissuti dei figli e dei genitori, la conoscenza reciproca è indispensabile. Molto potrebbe passare, agli inizi, attraverso agiti generati da preoccupazioni, ansie, e tanto altro, a questi bisogna dare un significato, a volte vanno tradotti tenendo conto di una molteplicità di variabili. Si può fare. Certo che si fa.
E i figli e i genitori biologici? .......l'importanza della conoscenza reciproca vale per tutti e non finisce mai.
Le differenze che integrano, i ragazzi le maneggiano meglio degli adulti, osserviamoli.
Molto bello!
Quando una coppia adottiva si rivolge per un consulto terapeutico e manifesta le sue difficoltà di gestione nella relazione con i propri i figli, la prima cosa da fare è sintonizzarsi con le risorse che i genitori hanno acquisito fin dai primi attimi dell’incontro. Le risorse di cui parlo, spesso, non sono a livello consapevole, sono però assolutamente il luogo della mente da cui iniziare.
Incontri di vite che giungono da posti che non sono mai stati vicini, fino al momento magico dell’incontro.
È possibile, per un terapeuta che è riuscito a sintonizzarsi e si è formato ad un "ascolto diverso”, più ampio, riuscire a trovare soluzioni a crisi complesse. Attraverso la condivisione di verità nascoste si attiva una forma di collaborazione che produce, il presente diventa protagonista.
Le storie si intrecciano, le identità si rafforzano.
L'ascolto di un passato diverso....
L’adozione: una Risorsa.
L’adozione:
vivere la diversità dei propri figli, mentre ti somigliano sempre di più.
Che tu sia un genitore, un parente, un’amica/o, un’insegnante, un terapeuta......
Quando un ragazzo/a adottato/a ti parla dei vissuti dei tempi lontani, ti nomina persone che non ha più incontrato, ti fa toccare l’intensità dei suoi ricordi; quando ti porta nell’altra vita di cui non è facile raccontare, ti ha scelto e ti sta educando ad un ascolto DIVERSO.
Domenica sera, quasi notte, inizia un programma su Alda Merini.
Ho visto, già altri programmi su di lei, ho letto, certo non abbastanza, ne guarderò un po' e poi vado a dormire, ho pensato.
Ciò che non sapevo è che il programma non era su Alda, era su tanto di più. Era sulle sue quattro figlie, su un amore strano, incompreso, su vicende sociali enormi.
Il PROGRAMMA parlava di un pensiero malato che pretendeva di curare i malati.
La frase della poetessa che in un’intervista, per strada, commuovendosi, risponde, “BASAGLIA CI HA LIBERATO”, ferma il respiro.
Fa sentire angoscia e fa guardare avanti.
Ho pensato, poi, a Maria Montessori, altra donna speciale, diversa, si è presa cura di bambini, già condannati, chiusi in struttura per malati psichiatrici, vittime fra vittime.
Ha creduto in sé stessa, non si era dimenticata del suo essere bambina, ha avvicinato quelle giovani anime le une alle altre, e ha fatto emergere con il suo pensiero e quello dei bambini stessi un mondo che era sempre stato lì, e che nessuno guardava, perché occultato.
Ho riflettuto sul mio lavoro, la sofferenza la sento, per forza, ma contemporaneamente, immancabilmente condivido energia, tanta energia, sento la potenzialità di chi mi sta di fronte o intorno, quando siamo in gruppo.
L'amore per il mio lavoro si esprime e si condivide, quando l’ironia fa la sua comparsa, lo fa sempre, il gioco diventa risorsa, la tristezza si sposta, osserva e, trova un motivo per sorridere anch’essa. Succede, si, assolutamente.
Fatica, tanta, bella.
La terapia è lavorare insieme.
Mi ispiro al mondo femminile, a quel modo di pensare, a quella determinazione, a quel modo diverso per raggiungere l'obiettivo, rispetto al maschile. Maschile che non rinnego, è utile, serve. Però, quando ti confronti con una donna, si sente che il pensiero è andato oltre, lo sguardo non può che concentrarsi su quel....oltre.
La sfida più grande per un terapeuta è creare una relazione con il paziente che sia efficace, rispondente alle vere esigenze e cause del malessere.
L’approccio integrato è sempre preferibile, la scienza si arricchisce di scambio e confronto, così come la mente di ogni persona, pertanto noi professionisti non dovremmo mai affezionarci alle nostre scelte, bensì miscelarle e farle interagire.
Chiunque è in difficoltà, difficilmente mette a fuoco il proprio bisogno, facile vedere il sintomo, ma difficile mettere a fuoco la causa.
Il centro del problema, spesso si riscontra su forme di DIPENDENZA che si strutturano in età così precoci, in maniera subdola e camuffata, da non essere mai state considerate un problema. La collaborazione con il paziente allora diventa più complessa.
Nel tempo mi sono reso conto, sempre, di aver bisogno di altri strumenti, di capire ancora, di poter esplorare, lì dove, il paziente si fermava, non per sua volontà, ma per difficoltà a mettere a fuoco. Eravamo troppo vicino alla parte nascosta, nascosta da anni, che sotto forma di cattive abitudini, ormai legittimate, allontanavano la possibilità di affrontare il malessere ormai parte integrante della propria vita .
Ho letto, ho cercato, ho contattato chi mi potesse aiutare in un confronto efficace. Ho trovato, sono partito, avrei percorso qualunque distanza. Mi sono avvicinato al sapere che cercavo, proposto nella sobrietà e delicatezza, di chi sostiene da anni chi ha bisogno.
Oggi, lavoro con maggiore efficacia, in un periodo così delicato che tutti viviamo, con le persone che hanno bisogno di confrontarsi con le loro DIPENDENZE, che avevano loro impedito di sbocciare, di esprimere il loro potenziale. Percorsi complessi, certo, ma possibili.
Il confronto con la SIIPaC, con sede a Bolzano, fondatore il dott. Cesare Guerreschi è ad oggi per me una struttura di riferimento fondamentale nel confronto.
La mia professionalità con i colleghi della SIIPaC è cresciuta e sta crescendo ancora. La loro disponibilità ad intraprendere anche percorsi online, è ad oggi, in questo periodo complesso, una risorsa in più, per chiunque abbia bisogno.
Consiglio di partire per chi ha bisogno nel dare un'occhiata alla biblliografia del dott. Guerreschi.
un caro saluto
https://www.donnamoderna.com/news/societa/adolescenti-iperconnessi-lockdown
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Indifferenza, diffidenza, ossessioni: i rischi del distanziamento - Donnamoderna Il distanziamento sociale sarà necessario a lungo. In che modo questa misura cambierà le relazioni interpersonali e a quale prezzo. Come possiamo reagire
Si é possibile, nelle vite di tanti succede spesso quanto di più significativo va contro i propri interessi, parlo di quelli veramente importanti. Non mettere nelle condizioni chi ci sta vicino di essere se stessa/o. Quando si va alla sintesi, ci si arriva sempre, si constatano solo controindicazioni. Meglio capirlo prima che dopo.
Chi pensa che un percorso di sostegno sia inutile, cominci a pensare che le paure non sono una scelta, una colpa.
Non serve rimanerne vittima insieme a chi si ama per tutta la vita.
Condividere é guardarsi intorno e scoprire sul proprio viso un sorriso.
Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.
Charles F. Brannan, ministro dell'agricoltura USA 1949 altri dicono di George Bernard Shaw, Nobel letteratura 1925
ps
Facciamola nostra e risolviamo.
Pur di poter vivere i propri sentimenti chi ha bisogno di amare cerca affetto, a volte, anche in chi non corrisponde. Per chi di mestiere aiuta le persone, è importante far capire che l’esistenza stessa di questi sentimenti è Vita e Risorsa.
Lo dedico ad un mio giovanissimo amico (anche ai suoi genitori preoccupati) perché possa continuare a credere
"Non si dovrebbe mai poter dare un voto in assenza di una relazione significativa, almeno non nella scuola, non nel luogo di cui i bambini e ragazzi sono i protagonisti." - domani Laboratorio su differenze e conflitto con gruppo insegnanti."
Nell'infanzia i bambini usano il corpo ma non si soffermano, si distraggono, sono già altrove. In pre-adolescenza si inizia fermarsi, si percepiscono le imperfezioni, si scopre il piacere del corpo. Crescendo cresce il desiderio dell'altro, il piacere dell'altro. E' qualcosa che arriva senza bussare. Il dialogo tra genitori e figli sulla sessualità e l'affettività avviene prima. Avviene in uno spazio in cui il genitore deve già essere come interlocutore. Nelle famiglie adottive la sessualità mette a contatto di nuovo con sensazioni differenti, proprie e dei figli. Essere interlocutori significa accettare il portato di queste differenze, di nuovo il contatto con le origini dei figli.
Lavorando con gruppi di insegnanti è necessario partire da loro, dal loro ruolo nella comunità della classe e da come lo percepiscono in prima persona. Comprendere come si sentono nell'affrontare gli aspetti più complessi del loro essere e agire in classe permette di intaccare la sensazione di isolamento in cui possono trovarsi quotidianamente. Ed è proprio quando le situazioni affrontate sono più complicate e conflittuali la possibilità di aprire, di allargare il cerchio diventa fondamentale. Il rapporto con il dirigente, con i colleghi, con le famiglie, con chi conosce famiglie e alunni, allora diventa essenziale. Fare formazione nelle scuole significa stare con gli insegnanti nelle loro credenze e valori e iniziare immediatamente con loro a sperimentare la possibilità di interazione e scambio tra colleghi, tra persone, a tutela dei ragazzi.
Parliamone Con il dott. F. Marchianò “Adozione e sessualità” La sessualità è un argomento importante per i figli adottati in quanto collegato alle proprie origine, soprattutto quando in adolescenza diventa più importante e il corpo cambia verso una somiglianza con persone spesso incognite e portatrici di dolore. Cambiamenti che spesso risvegliano nei genit...
Nei gruppi di persone si giocano ruoli di potere che mettono in evidenza la caparbietà di alcuni nel perdurare nel non cambiamento, nella non evoluzione. Lavorare con i piccoli gruppi (anche della dimensione di una classe) permette di osservare quanto ognuno dei partecipanti in genere si adatti alle esuberanze e le necessità di pochi membri, e viva il gruppo facendosi rappresentare. Nella quasi totalità dei casi tante risorse, se non sollecitate, rimangono silenti, rispettando i tempi ed i modi di esprimersi che chi si propone come leader stabilisce. Per questo diventa determinante per l’arricchimento dell’esperienza andare a stimolare proprio quei partecipanti mettendoli nelle condizioni di poter parlare di sé, di raccontare qualcosa di originale, manifestare, insomma, interesse verso chi solitamente rimane in ascolto. E' davvero necessario includere e riuscire a integrare chi invia segnali forti e chi invia segnali deboli. Anche in classe.
Spesso si è privi di alfabetizzazione per quanto riguarda la capacità di relazionarsi con gli altri. Non pensiamo allo stare insieme, alla convivialità, al far gruppo, pensiamo invece a riuscire veramente a conoscere l’altro, al sapersi nutrire delle fragilità e vitalità che sono contenute in una relazione. Come definire, d'altra parte, cosa sia una relazione? Con attenzione si può provare a farlo partendo non da definizioni bensì da sensazioni. La relazione è un fluttuare, può vivere intensamente attraverso le parole e attraverso i silenzi. Anche solo un cenno, un movimento rapido di un sopracciglio può avere un significato profondo se c’è una relazione. Si può comunicare con una persona in particolare o con tante insieme. E allora? Che cosa succede quando qualcuno rimane isolato dagli altri? Ciò che si percepisce è la realtà, ovvero si vive davvero esclusivamente delle proprie percezioni. A volte sono inquinate dai ricordi del passato, dalla percezione di sé stessi, da cosa si attribuisce a chi sta vicino indipendentemente da chi è veramente. Le abitudini fanno la loro parte, i ruoli formali ed informali strutturano più rigidamente di quanto si riesca ad immaginare la realtà che ci circonda, si è sempre alla ricerca di conferme che rassicurano, la nostra mente apparentemente flessibile e capace di nuovi adattamenti combatte, più di quanto si immagina, contro ciò che può rappresentare un cambiamento.
Il bisogno di incontrarsi nella tenerezza non ha età e può succedere in qualunque fase della vita. Diventa però fondamentale nel periodo di grande trasformazione dell’adolescenza. Si può avere la sensazione che un figlio possa andarsene realmente, aprire la porta, chiuderla dietro di sé e non tornare mai più. Nelle famiglie adottive spesso la paura che prova un genitore quando un figlio esplode dicendo "non sei mia madre, non sei mio padre", è la paura di non essere stati abbastanza genitori, o meglio di non essere riusciti a colmare quel tempo in cui non erano presenti. Sono paure che si incontrano, quelle paure possono diventare risorse. Non è necessario fare cose straordinarie, tutto deve cercare, semmai, di rientrare nell’ordinario. A volte il dialogo si interrompe, più che altro si modifica nel periodo dell’adolescenza, la crisi nel rapporto con il genitore è quasi inevitabile. E’ pur sempre un periodo di sperimentazione di nuovi equilibri e squilibri. Ciò che è necessario tutelare è il presente del figlio, il presente della sua famiglia. Si deve lavorare affinché il contatto non venga mai meno. Basta un momento, una distrazione e si prova la bruttissima sensazione di non andar bene per l’altro, di non essere più desiderato.
Avvicinarsi ad un figlio nel percorso adottivo significa andare dalla ricerca di parti di sé, acquisendo consapevolezza della propria tenuta psicologica, verificando la propria capacità di ascolto di se stessi e dell’altro. Quando si cominciano ad affrontare questioni più complesse, quando ci si interroga su questioni più personali, individuali e di coppia, quando si riesce a dare il giusto spazio a se stessi, inizia a crearsi anche lo spazio per il terzo, nel viaggio per diventare genitori. Nessuno di noi, può veramente accogliere se non si esercita ad accogliere se stesso. L’evento che maggiormente si verifica, se non si rispetta questa propedeuticità, è quello di dedicarsi anima e cuore ai bisogni impellenti dei figli, procedendo a vista, per urgenze. Senza avere una mappa dei propri bisogni, delle proprie emozioni è davvero difficile intercettare l’altro, soprattutto se il legame è molto forte, il suo e il nostro bisogno rischiano pericolosamente di sovrapporsi. La fretta, la mancanza di controllo del tempo, è nemica del pensiero che permette una vera accoglienza. Entrare nel territorio, ancora sconosciuto, dell’adozione, significa iniziare un’esplorazione chiedendo a se stessi e al proprio partner dove siano i propri confini.
Da L'adozione una risorsa inaspettata - con Anna Guerrieri
"Il recupero dell'esperienza passata può essere utile, ma la comprensione di come ci si relaziona oggi con l'altro è la chiave per il cambiamento" - Fonagy et al
Una relazione di aiuto si basa sul non dimenticare mai il presente. Sulla capacità di guardare oltre la difficoltà che sembra insormontabile. E’ importante credere nelle risorse insperate. Come è importante che non si smetta mai di cercare il guizzo, la carta vincente dell’altro.
La ricerca di uno spazio di felicità, di un pensiero sereno, mentre si affronta il dolore, serve per riprendere fiato. Anche nelle situazioni più drammatiche si può intravedere una risorsa, grazie alla consapevolezza del nostro limite. La consapevolezza che permette l’incontro.
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