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30/08/2024

INVIDIA E GRATITUDINE, di Massimo Recalcati

E’ divento sempre più complicato ringraziare, mentre è più facile invidiare, dimenticare cosa si è ricevuto da genitori o maestri.

“”La gratitudine è sempre più un sentimento raro e misconosciuto nel nostro tempo. A prevalere non è la gratitudine ma l’invidia. È questa una coppia concettuale al centro dell’ultimo grande lavoro di Melanie Klein ( Invidia e gratitudine),una dei più grandi psicoanalisti dopo Freud. Se la gratitudine è diventata oggi un tabù del quale quasi vergognarsi, l’invidia sembra invece governare l’avidità acefala della pulsione ipermoderna. Molto più facile invidiare che ringraziare. Sapere dire “grazie!” sembra essere diventato un tabù. Lo diceva Voltaire quando ricordava che è più facile condividere i dolori di un amico che i suoi successi. Ma perché la gratitudine è divenuta così rara? Perché si dimenticano sempre più rapidamente i doni ricevuti? Accade tra genitori e figli, come tra allievi e maestri. Sul posto di lavoro, come nei legami di amicizia. A dominare è il fantasma dell’invidia: distruggere l’oggetto che ci soddisfa perché troppo ricco di vita, mordere la mano che ci nutre. È una constatazione amara che faceva anche Alda Merini quando ricordava che l’invidia si scatena sempre di fronte alla felicità della vita piena dell’altro.
L’invidia nega ogni forma di gratitudine e di memoria: vuole la morte dell’Altro, il suo sbandamento, la sua caduta, la sua corruzione morale. Non a caso Melanie Klein situava l’invidia nel rapporto originario che l’essere umano intrattiene con la madre, il cui prototipo si troverebbe nella relazione del bambino col seno. Nessun seno può, infatti, sottrarsi ai colpi dell’invidia primaria dell’infante. Nemmeno una particolare abbondanza del seno è sufficiente – come ricordava già Freud – a soddisfare pienamente la spinta avida della pulsione orale. Anzi, solitamente il seno più invidiato è quello che si è rivelato più generoso. È proprio il seno più ricco, più vitale, che diviene più facilmente oggetto d’odio. Il soggetto vive infatti la sua vita – la vitalità ricca del seno – come il segno della sua indipendenza e alterità. Dunque come l’esistenza di un oggetto sul quale la pulsione del soggetto non può mai avere il dominio assoluto. Non è infatti il bambino a decidere i tempi della presenza o dell’assenza del seno. Questo genera una condizione di frustrazione che rafforza l’avidità distruttiva della pulsione e la sua invidia. Anche quando la pulsione può godere della presenza del seno, la sua intensità è così insaziabile che rischia di danneggiarlo, di distruggerlo.
Questa attività di distruzione – continua Klein – tende a generare fantasmi di persecuzione: la mano morsa ritorna come mano che vuole uccidere. Più il soggetto scatena la sua distruttività sull’oggetto più l’oggetto diviene persecutorio. Una fortunata serie cinematografica come Alien non parla che di questa trasformazione. In modo più divertente lo fa anche Woody Allen in Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso e non avete mai osato chiedere, dove un enorme seno – oggetto originario dell’amore invidioso – rotola minaccioso da una montagna rischiando di schiacciare il soggetto impegnato in una fuga.
La gratitudine sorge dal timore di avere danneggiato l’oggetto con la propria insaziabile voracità. Per Klein essa può sorgere solo da una trasformazione depressiva dell’angoscia che non è più causata dall’oggetto (dalle angosce persecutorie che la sua ritorsione aggressiva provoca),ma per l’oggetto, per la sua integrità, per la sua esistenza offesa. L’accesso alla gratitudine dipende dai ri-morsi provocati dalla distruttività esercitata verso l’Altro amato, colpevole di non essere di nostra proprietà esclusiva. Essa è un movimento di riparazione che riconosce all’oggetto la funzione vitale che ha avuto per la nostra vita. È l’effetto del riconoscimento del debito simbolico che ci lega all’Altro. La vita che nega l’esistenza separata dell’oggetto è, invece, vita persa nell’odio e nell’invidia distruttiva.
Riconoscere l’assoluta alterità dell’oggetto è una tappa essenziale nel processo di umanizzazione della vita: non posso divorare, assimilare, governare, rendere simile a me, l’alterità dell’Altro. Per il bambino è questo incontro a generare l’esperienza primaria della frustrazione: chi mi soccorre, chi placa l’urgenza dei miei bisogni, non è in mio possesso, non mi appartiene. L’amore non è appropriazione. L’invidia scaturisce da questo sentimento di impotenza e di dipendenza. La sua meta è distruggere l’alterità dell’Altro per ribadire una illusoria indipendenza del soggetto. Diversamente l’accesso alla gratitudine significa il riconoscimento di tutto quello che ho ricevuto dall’Altro. Ringraziare significa riconoscere la grazia dell’Altro, la sua assoluta differenza. In questo senso la forma più alta della gratitudine è quella della preghiera nella quale si ringrazia del dono dell’essere, del dono della nostra presenza nell’essere. Nella gratitudine infatti – come nella forma più radicale della preghiera – non si chiede nulla, ma, semplicemente, si ringrazia di ciò che si è ricevuto. È il tratto essenziale di ogni discorso amoroso: ti sono grato per nessuna delle tue proprietà o qualità, per nessun tuo attributo, ma della tua stessa esistenza. Spinta al fondo la gratitudine è la forma più alta del riconoscimento della vita dell’Altro come vita piena e autonoma, impossibile da raggiungere. Per questa ragione il sentimento della gratitudine sconfina nell’amor fati con il quale Nietzsche definiva il rapporto dell’uomo con il proprio destino: la gratitudine è sempre gratitudine per l’evento stesso del mondo.””

La repubblica, 6 novembre 2016

06/07/2024

"Quanto più sei intelligente, tanto più f***e è la tua ingenuità. Le persone ultraintelligenti sono matte complete nella loro ingenuità. Non possiamo salvarci dall'intelligenza dello spirito di questo tempo cercando di essere più intelligenti ancora, ma accettando ciò che è più contrario alla nostra intelligenza, ossia l'ingenuità. Non vogliamo però neppure diventare apposta degli stolti rendendoci schiavi dell'ingenuità, ma saremo piuttosto degli stolti intelligenti. Questo ci conduce al senso superiore. L'intelligenza si unisce all'intenzione. L'ingenuità non conosce intenzioni. L'intelligenza conquista il mondo, mentre l'ingenuità conquista l'anima. Fate dunque il voto di povertà di spirito per poter essere partecipi dell'anima.
Contro queste parole si levò la risata di scherno della mia intelligenza. Molti rideranno della mia stoltezza, ma nessuno ne riderà più di me. In questo modo superai la derisione. Una volta che l'ebbi superata, però, mi ritrovai accanto alla mia Anima, ed essa riusciva a parlarmi, e ben presto avrei visto rifiorire il deserto."

Carl Gustav Jung (1875-1961)
Il Libro Rosso

13/05/2024

"La gentilezza è una cosa che è rara.
Ed è anche giusto che sia rara.
Perché sennò la volgarizziamo.
È tipica delle anime superiori.
La gentilezza di rispettare l’altro, soprattutto quando l’altro dice delle cose divergenti dalle tue.
Capisci tante cose se ascolti storie e opinioni diverse.
Ecco, la gentilezza è nell’ascolto."

Paolo Crepet

22/04/2024

"Odio gli indifferenti"
Gramsci

13/04/2024

"L'Amore è la più infallibile dimensione dinamica che porta l'inconscio alla luce."
C. G. Jung

08/04/2024

Il senso del dovere senza amore rende imbronciati.
La responsabilità senza amore rende implacabili.
La giustizia senza amore rende duri.
La sincerità senza amore rende ipercritici.
La saggezza senza amore rende fasulli.
La gentilezza senza amore rende ipocriti.
L'ordine senza amore rende pedanti.
La competenza senza amore rende presuntuosi.
Il potere senza amore rende crudeli.
L'onore senza amore rende arroganti.
Il possesso senza amore rende avari.
La fede senza amore rende fanatici.

La risposta è sempre l'amore.

Lao-Tzu

31/03/2024

Auguri di Buona Pasqua!!☀️☀️☀️..Risorgere è ricominciare!!🌷🌺⚘️🌻
"Per nascere veramente, dunque,
occorre rinascere."
Aldo Carotenuto

05/03/2024

☀️🌷

01/03/2024
16/01/2024

"E’ facile amare qualcun altro, ma amare ciò che sei, quella cosa che coincide con te, è esattamente come stringere a sé un ferro incandescente: ti brucia dentro, ed è un vero supplizio. Perciò amare in primo luogo qualcun altro è immancabilmente una fuga da tutti noi sperata e goduta, quando ne siamo capaci.
Ma alla fine i nodi verranno al pettine: non puoi fuggire da te stesso per sempre, devi fare intorno, ripresentarti per quell’esperimento, sapere se sei realmente in grado di amare. E’ questa la domanda – sei capace di amare te stesso? – e sarà questa la prova”.

Quando l’altro ti lascia all’improvviso. - Psicoadvisor 05/01/2024

IL "GHOSTING": QUANDO SI VIENE LASCIATI ALL' IMPROVVISO E L' ALTRO SPARISCE

Improvvisamente il partner scompare. Non risponde più al telefono, non legge i messaggi e rifiuta ogni contatto delegando al silenzio totale la notizia del suo definitivo distacco. Ci sono storie in cui torni a casa da un viaggio di lavoro e la trovi svuotata senza un motivo, senza un biglietto.
Di colpo, la vita crolla sotto il peso di una domanda che non avrà seguito: perché qualcuno che diceva di amarti e con cui pensavi di trascorrere il resto della tua vita si dilegua senza lasciare traccia?

Quando l’altro ti lascia all’improvviso. - Psicoadvisor Author Details Author Details Psicoadvisor Psicoadvisor è la «rivista di Scienze e Tecniche Psicologiche e Neurobiologia» che propone esclusivamente contenuti redatti da ... Leggi tutto

23/12/2023

E anche quest'anno...😂😂😂

Photos from Orenada Dhimitri - Psicoterapia/Sessuologia - www.psichesalute.com's post 26/11/2023

La Repubblica 25.11.2023
Siamo tutti parte del problema senza distinzione di genere proprio per quell'involontaria investitura patriarcale che quotidianamente nutre e corrode i singoli e la società!!

22/11/2023

Quando una continua ed eccessiva felicità nasconde la negazione delle emozioni spiacevoli...

20/11/2023

Buon lunedì consapevole ☀️⚘️🌺

05/11/2023

Kafka e la bambola

Un anno prima della sua morte, Franz Kafka visse un'esperienza insolita. Passeggiando per il parco Steglitz a Berlino incontrò una bambina, che piangeva sconsolata: aveva perduto la sua bambola. Kafka si offrì di aiutarla a cercarla e le diede appuntamento per il giorno seguente nello stesso posto.
Incapace di trovare la bambola, scrisse una lettera - da parte della bambola - e la portò con sé quando si rincontrarono. "Per favore non piangere, sono partita in viaggio per vedere il mondo, ti riscriverò raccontandoti le mie avventure...", così cominciava la lettera.
Quando lui e la bambina s'incontrarono egli le lesse questa lettera attentamente descrittiva di avventure immaginarie della bambola amata. La bimba ne fu consolata e quando i loro incontri arrivarono alla fine, Kafka le regalò una bambola. Ella ovviamente era diversa dalla bambola originale, in un biglietto accluso spiegò... "i miei viaggi mi hanno cambiata".
Molti anni più avanti la ragazza cresciuta, trovò un biglietto nascosto dentro la sua bambola ricevuta in dono. Riassumendolo diceva: ogni cosa che tu ami è molto probabile che tu la perderai, però alla fine l'amore muterà in una forma diversa.

27/10/2023

Attenzione al perfezionismo, tante volte può nascondere una depressione.

29/09/2023

La riflessione è il primo passo per prendere contatto con le proprie zone d'ombra,
quelle parti di noi che ci fanno paura
e che abbiamo chiuso per non vedere,
per non sentire,
per evitare la sofferenza. 🍀

26/09/2023

“Non otterrai mai la verità da un narcisista.
La cosa più probabile è che riuscirà a farti credere a una storia nella quale lui è la vittima o l’eroe,
ma mai il cattivo.” Shannon L. Alder

24/08/2023

Ogni azione o reazione ha un senso preciso e delle conseguenze.

22/08/2023

⚘️☀️

17/08/2023

- Lettera di un Narcisista - (Fonte on line)

"Cara partner dipendente,
quello che sto per dirti non ti piacerà e sicuramente farai fatica a capirlo; nella realtà dei fatti, io non lo ammetterò mai perché finirebbero tutti i miei giochi di potere sulla coppia e sulla tua intera esistenza.

E’ questo per me il punto, il potere e non l’amore.

Quanto ti dico “ti amo“ voglio dire che apprezzo davvero il lavoro che fai per soddisfarmi, vuol dire che mi piace come riesci a mettermi al centro della tua vita; il mio “ti amo” significa che mi appaga sapere che riesci a metterti da parte per la mia felicità e ancora più di tutto, mi piace che riesci ad accettare il fatto che io non farei mai lo stesso per te.

Mi piace la sensazione che mi dà pensare a te come debole, vulnerabile, emotivamente malleabile, duttile nel carattere e nel comportamento. La tua innocenza per me è solo debolezza e mi piace guardarti dall’alto: ecco perché non posso fare a meno di distruggere la tua autostima.

Tu accetti tutto e non fai una piega se abitualmente antepongo le mie esigenze alle tue e non perdo occasione per farti sentire piccola e insignificante.

Amo il modo in cui mi sento, sapendo che, attraverso l’ abile uso di gaslighting tu ti sentirai colpevole e in obbligo nei miei riguardi senza neanche sapere bene il perché …

Quando ti dico ti amo, ti esprimo la mia soddisfazione: mi piaci perché il tuo unico obiettivo è quello di alleviare le mie pene e mai le tue!

Però, sappi che indipendentemente da quanto saranno duri i tuoi sforzi, non mi farai mai sentire abbastanza amato, abbastanza rispettato o abbastanza apprezzato perché c’è sempre qualcosa che sbagli.

Solo qui, in questa confessione, posso dirti che non dipende da te ma solo dalla mia voglia di farti sentire inadatta, immeritevole d’amore e soprattutto di farti sentire non all’altezza di quell’amore che io, generosamente, ti concedo a piccole dosi, quasi come gocce di un veleno che lentamente ti uccide. No tesoro, questo che stiamo vivendo non è amore, neanche lontanamente…. io, da buon narcisista, non so amare; non so amare nessuno, non ti illudere, io non so amare neanche me stesso e non sarai certamente tu a darmi lezioni d’amore.

In generale, provo disprezzo per il prossimo e a causa dei neuroni specchio o di più probabili meccanismi inconsci, talvolta finisco anche per provare disgusto di me stesso ma metto subito da parte questo sentimento: è anche per questo che posso dirti ti amo, perché mi piace poter amare me stesso attraverso di te.

A volte il mio ti amo può significa anche ti odio, perché in alcuni momenti il mio bisogno delle tue attenzioni mi innesca una rabbia che ovviamente riverso nel rapporto di coppia; rabbia e frustrazione che tu dovrai lenire.

Ti amo perché mi piace che resti li ad assorbire tutti i miei bassi e ribassi e quando ti elemosino un po’ di amore sei addirittura contenta di ciò che riesco a darti.

Devo farti sapere, però, che spesso provo una sensazione di disprezzo nei tuoi confronti ma anche questa volta non dipende da te e io proprio non posso farne a meno: odio ammetterlo ma a volte mi sento dipendente da te per nutrire il mio senso di superiorità nei tuoi confronti e nei confronti del mondo. Odio ammettere i veri motivi e non lo farò mai perché un’ammissione svelerebbe la grossa illusione che vive la mia mente.

Ti amo perché mi piace vedere come ti faccio agitare e come ti faccio soffrire… sento di avere un potere immenso su di te. Tu puoi dire qualsiasi cosa, puoi risolvere ogni problema tanto io ne troverò sempre di nuovi per provocarti e tenere acceso il dolore che mi ricorda quanto io conto per te. La mia mancanza di empatia non mi fa capire che questo mio bisogno sta distruggendo la tua vita (e facendo a pezzi la tua autostima) ma d’altronde, anche se lo capissi, mi girerei a guardare dall’altra parte per continuare a vivere la mia illusione.

Ti amo perché sai che i miei bisogni sono sempre più profondi dei tuoi, i miei valori più ideali e anche i miei problemi sono più grandi dei tuoi e come tali hanno la proprietà.

Io sono molto abile a farti sentire confusa e a farti dubitare di te stessa; beh, è anche per questo che ti amo! Perché mi rendi così importante da continuare a stare con me nonostante i trattamenti che quotidianamente ti riservo… A volte, addirittura sono tentato di minacciare di lasciarti per vederti soffrire e implorare la mia presenza nella tua vita: mi basta vederti piangere per ritrattare, dimostrarti la mia capacità di perdono e rimandare tutto alla prossima occasione.

A causa del disgusto celato che provo verso me stesso, ho bisogno di te per sentirmi appagato, ho bisogno di qualcuno da usare come un sacco da boxe così io posso sentirmi bene con me stesso e non mi interessa se intanto sei tu a soffrire.

Questo è il mio modo di essere e di sentire: nego a me stesso tutti i sentimenti di paura che mi porto dentro dalla mia infanzia ma che io non ammetterò mai e non pensare neanche lontanamente di riuscire a “tirarmeli fuori” tu. Odio tutti i segni di debolezza in me ed è per questo che disprezzo te, perché ti considero inferiore, stupida e vulnerabile.

Ti amo perché mi piace il modo in cui mi sento quando mi osservo attraverso i tuoi occhi ammiranti. Se il mio pubblico esclusivo, il mio più grande fan e la tua ricerca incessante di me mi fa sentire onnipotente.

Hai notato come sono permaloso?
Sono permaloso perché mi spaventa sapere che tu o qualcuno nel mondo potrebbe giudicare che non sono stato capace di qualcosa. L’ammirazione che provi nei miei riguardi, mi scherma dal giudizio altrui cosicché io non dovrò mai confrontarmi perché non ne sono capace.

Per sentirmi meglio evito di darti le attenzioni di cui hai bisogno. La mia relazione non è solo con te ma anche con il resto del mondo: oltre a manipolare le tue idee, riesco a modellare l’opinione che hanno gli altri della nostra coppia così da passare sempre per “quello buono” e tu per quella “che non è abbastanza”.

Ti amo perché mi piace nutrirmi di te per colmare il mio profondo e incolmabile vuoto interiore.

E’ più comodo amare te che accetti di essere trattata così, piuttosto che osservarmi davvero dentro. Io posso gongolarmi nella mia natura narcisistica e posso farlo anche grazie a te.

Con amore (si fa per dire),
il tuo partner narcisista."

01/08/2023

NARCISISMO PATOLOGICO
Come ti succhiano la vita i narcisisti senza che te ne accorga?
- Pretendono un'attenzione costante.
- Ti distraggono dal mondo reale con bombardamenti d'amore.
- Lentamente ti separano dai tuoi amici, familiari e dai tuoi sistemi di supporto
- Ti privano del sonno per dargli rifornimento. La mancanza di sonno è un'enorme modo di rompere la vittima.
- Raccontano le loro storie di pietà per guadagnarsi la tua simpatia
- Prendono tutte le tue buone qualità e le usano contro di te.
- Ti triangolano con altre persone.
- Loro sono costantemente la vittima e tu sei il salvatore (o nel rigetto del carnefice).
- Faranno l'illusione di dare tutto e saranno gentili mentre in realtà ti stanno togliendo tutto.
- Vogliono che tu soddisfi tutte le loro esigenze ma quando hai bisogno di qualcosa tu, non importa; tu non importi.
- Sono maestri nelle illusioni. Maghi di manipolazione e controllo senza che la vittima se ne accorga.
- Pian piano rompono tutti i limiti della vittima mentre stabiliscono nuovi limiti che la vittima deve seguire alla lettera.
- Se la vittima supera i limiti imposti dal narcisista, ci sarà una punizione.
- Giocano una partita che solo loro possono vincere. Semplicemente non conosci le regole e non sei nemmeno in gioco, sei solo un burattino.
Per questo è così necessario fuggire da un narcisista e stabilire il contatto zero.

20/07/2023

Il coraggio di essere migliori, ogni giorno!☀️🍀

14/07/2023

L'incontro con se stessi è una delle esperienze più sgradevoli alle quali si sfugge proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo circostante.
Chi è in condizione di vedere la propria ombra e di sopportarne la conoscenza ha già assolto una piccola parte del compito.
[Carl Gustav Jung]

27/06/2023

Non è mai troppo tardi per scegliere. 🌹

25/06/2023

🌻🌷🪷☀️

25/06/2023

«Chi ha paura di se stesso ricerca compagnie chiassose e rumori strepitosi, per scacciare i demoni. (I primitivi si servono a questo scopo di urla, musica, tamburi, fuochi d’artificio, scampanii ecc.) Il rumore infonde un senso di sicurezza, come la folla; per questo lo si ama e si ha timore di contrastarlo, perché istintivamente si percepisce la magia apotropaica che ne emana. Il rumore ci protegge da penose riflessioni, distrugge i sogni inquietanti, ci assicura che siamo tutti quanti insieme e facciamo un tale chiasso che nessuno oserà aggredirci. Il rumore è così immediato, così prepotentemente reale che tutto il resto diventa pallido fantasma. Esso ci risparmia la fatica di dire o fare qualsiasi cosa perché persino l’aria vibra della potenza della nostra indomabile vitalità.

L’altra faccia della medaglia è la seguente: non avremmo il rumore se, sotto sotto, non lo volessimo. Non è soltanto inopportuno o addirittura nocivo, ma è un mezzo inconfessato e incompreso, volto allo scopo, una compensazione cioè dell’ansia che invece è motivata fin troppo bene. Nel silenzio infatti l’angoscia porterebbe gli uomini a riflettere e non si può prevedere che cosa allora potrebbe affiorare alla coscienza.

La maggior parte degli uomini teme il silenzio, per cui quando cessa il brusio costante, per esempio di un ricevimento, bisogna sempre fare, dire, fischiare, cantare, tossire o mormorare qualcosa. Il bisogno di rumore è quasi insaziabile, anche se talvolta il rumore diventa insopportabile. E’ comunque pur sempre meglio di niente. Quello che si definisce, significativamente, “silenzio di tomba”, rende terribilmente inquieti. Perché? Vi si aggirano forse i fantasmi? Non credo; in realtà si teme ciò che potrebbe ve**re fuori dal proprio intimo e quello cioè che abbiamo tenuto alla larga con il rumore.»

Carl Gustav Jung
📓 Esperienza e mistero (pag. 137)

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