Dott.ssa Chiara Scafa

Riposata ed operativa, pronta per accogliere nuovamente allo studio chi sceglierà di mettersi in gioco con mente, cuore e corpo per tornare ad essere pienamente padrone di sé 🧠🫀👤

#💪🏽

Spesso mi trovo a riflettere su quanta responsabilità, come psicoterapeuta abbia nei confronti dei miei pazienti e dunque della società, di cui essi ed io facciamo parte. Il ruolo del terapeuta, in un contesto sociale destrutturato e privo di qualsiasi stabile riferimento, come quello in cui ci troviamo a vivere, non è solo quello, importantissimo, di accogliere ed ascoltare l’Altro e di stimolarlo per favorirne un cambiamento, ma anche di fornirgli un esempio stabile di persona che è capace di stare e restare di fronte al suo dolore. Di persona che abbia il potere, al seguito di un continuo lavoro su di sé, di destrutturare incallimenti caratteriali dovuti ad antiche credenze e di farlo tramite permessi ma, ripeto, anche esempi.
“Io sono sopravvissuta, puoi farlo anche tu, possiamo farlo insieme”, offrendo così la protezione che non si è percepito di avere in passato.
La terapia diventa così un processo di rigenitorizzazione della Persona, il cui scopo non é creare dipendenze a vita ma ri-generare un Adulto responsabile e consapevole del proprio potere e della propria capacità di esistere, come Uno indivisibile e contemporaneamente, appartenente al mondo.
Come psicoterapeuti abbiamo ad oggi questo compito fondamentale, insegnare come stare nel mondo come essere umani, e questo rende il nostro lavoro essenziale, potente e bellissimo.

Sul treno che mi riporta a casa sento la gratitudine e la riconoscenza per chi mi ha accompagnata in questa nuova arricchente esperienza.

La mia amica e collega , sentirla con me mi ha dato il coraggio di rischiare e di sperimentarmi in questa nuova avventura.

La mia scuola di psicoterapia e il mio maestro e terapeuta per la fiducia ancora una volta rinnovata e la possibilità offertami.

Tutta l’organizzazione del convegno per aver creato l’opportunità di incontro, crescita e condivisione.

E i coraggiosi che si sono prestati e si sono messi in gioco durante il nostro workshop sul trattamento delle dipendenze in Gestalt. Attraverso voi cresco ogni giorno e tramite la vostra cura, curo continuamente me stessa.
In un processo dall’Io al Tu che procede ciclico lungo il trasparente filo amoroso della relazione.

Grazie ✨

Quando l’energia dell’Amore dentro di noi é forte, possiamo inviarne a tutti gli Esseri, in ogni direzione.

Ma come fare per scoprirla, coltivarla e farla fiorire a tal punto?

Partendo da noi, perché finché non siamo in grado di amare noi stessi e di prenderci cura di noi, non possiamo essere di grande aiuto agli altri.
Tendiamo infatti a ferirci continuamente, lo facciamo con comportamenti, emozioni e pensieri e quel che è peggio, é che non ci rendiamo conto di essere noi stessi la causa dei nostri mali ed incolpiamo il prossimo.

“Le persone, di solito, credono di amare se stesse, ma non essendo consapevoli dicono e fanno cose che generano la loro stessa sofferenza, per disattenzione, rabbia o gelosia. Quando comprendono che questo è vero, smettono di biasimare gli altri in quanto causa di sofferenza e cercano, invece, di amare e di curare loro stessi, di nutrire il corpo e la mente, ascoltandone gli effettivi bisogni”.

Come iniziare?

Fermandoci un attimo, respirando e chiedendoci di cosa abbiamo bisogno, soprattutto quando iniziamo a provare malessere, prima di rivolgerlo a noi stessi o agli altri. Ricordandoci inoltre che nessuno ha il potere di farci provare delle emozioni, non c’è chi ci fa arrabbiare o ci fa innamorare, siamo noi che proviamo rabbia o amore e dunque siamo noi ad avere il potere su queste emozioni e su come e verso chi direzionarle.

We’ve got the power, the power of Love 🌹

#♥️

Se le opportunità non bussano allora costruisci una porta 🚪✊🏻✨

E anche per quest’anno dal mio studio é tutto 💫

Ora mi concederò un breve periodo di riposo, così da ricaricarmi e poter essere nuovamente pronta ad accogliere le storie di chi, trovando il coraggio di mettersi in gioco, sceglierà di farsi accompagnare da me.
Concludo l’anno stanca ma grata con l’augurio di non smettere mai, nella mia come nella vita degli altri, di ricercare,
cogliere e godere della bellezza 🌹

Buona fine d’anno ✨

Oggi ho terminato tre densi giorni di formazione volti a conseguire l’abilitazione a praticare in studio la procedura di trattamento psicoterapeutico EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing).
Si tratta di un approccio integrato, che inizialmente era raccomandato per il trattamento del Disturbo da Stress Post-Traumatico ma che è diventato rapidamente un trattamento per qualunque disfunzione che possa essere legata ad esperienze stressanti e/o traumatiche.
Ritengo che come terapeuta l’aggiornamento e la formazione, oltre che il lavoro continuo su di me, siano necessari per offrire ai pazienti la più valida ed efficace cura possibile, affinché quanto prima possano reimpossessarsi del potere di cui si sono privati.

Ogni approccio é valido, ogni strumento, se praticato con consapevolezza e presenza, può essere curativo.
Ciò non toglie che la prima forma di cura resti sempre nella relazione, perché il solo sentirsi vista, accettata e attivamente ascoltata restituisce alla persona buona parte dello smarrito senso di sé.
Dal canto mio ringrazio i professionisti e i Maestri a cui mi affido per il mio percorso formativo, personale e professionale e soprattutto ringrazio le mie compagne di viaggio, ancora una volta presenti con le loro anime e la loro professionalità per crescere insieme 💞

Porto con me la voglia di sperimentarmi con chi sceglierà di affidarsi a me per il suo viaggio di ri-nascita e anche un bel po’ di caldo spirito natalizio che di questi tempi scalda cuore e anima 🎄

Buona serata ✨

Oggi, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le Donne, ho avuto il piacere di condurre insieme ad Isabella Forte il primo incontro di gruppo al Femminile de “Il salotto dell’Anima”.
Questa occasione di confronto, che vorremmo ripetere a cadenza mensile, vuole offrire la possibilità di guardare, affrontare e condividere il proprio vissuto circa tematiche sensibili riguardanti il Femminile e non solo.
Mi sento molto grata di aver conosciuto queste Donne coraggiose che si sono messe in gioco, hanno ascoltato e si sono fatte ascoltare, accogliendosi e offrendosi sostegno l’Una con l’Altra perché, come scrive Hernàn Huarache Mamani, “finché nel cuore della Donna continuerà a brillare la luce dell’Amore il mondo sarà salvo, ma se quell’Amore scemerà, allora l’odio e l’indifferenza dilagheranno e finiranno per distruggerlo”.

Grazie ancora ad per avermi dato l’occasione di esserci e a per l’ospitalità ricevuta.

A presto ✨

Oggi si riparte!

Emozionata come ogni primo giorno, vi aspetto per ricominciare a ri-conoscerci insieme ✨

La malattia, sia essa fisica, psicologica o mentale, altro non è che una perdita del cammino. Quando perdiamo il nostro centro, smettiamo di essere fedeli a noi stessi e rinneghiamo il nostro reale bisogno, ci ammaliamo.
Spesso ciò accade perché restiamo imbrigliati in traumi passati, ci corrompiamo per fare piacere o dispetto ai genitori, alla famiglia, alla società.
Ci adattiamo o ci ribelliamo per dovere o per falso amore e questo ci tiene legati allo stesso trauma da cui sosteniamo di volerci liberare, tarpandoci le ali e impedendoci di volare.
Per volare occorre lasciar andare, accettare che l’amore preteso così come l’avremmo voluto non arriverà mai, che l’Universo ci ama in modi a noi oscuri e che per scoprirlo basta solo fermarsi, ascoltare e cambiare posizione nel mondo.
Non siamo soli perché tutto l’amore che ci serve lo abbiamo già, basta guardare e guardarsi.
Allora coraggio e torniamo sul nostro cammino!

La mia è una professione che insegna l’attesa, la frustrazione, la compassione, la gioia della condivisione, la capacità di stare anche quando è doloroso, anche quando è scomodo.
La mia professione ogni giorno mi insegna ad amare l’Altro, per quello che è, a rispettarlo, a rispettare i suoi tempi e anche i suoi rifiuti, le sue chiusure.
La mia professione è meravigliosa, un dono quotidianamente donato e ricevuto, in un flusso continuo tra me e l’Altro 🍂

Creando spazio e lasciando andare 🍂

“Dobbiamo smettere di permettere agli altri di parlare per noi”.

Si, è vero, ma chi sono questi “altri”?

A volte si tratta effettivamente di terze persone, magari genitori, familiari, compagni o amici, spesso però questi “altri” che parlano per noi, che si insinuano nella nostra coscienza tarpandoci le ali, facendoci sentire piccoli e dipendenti e limitando la nostra capacità di scegliere, ce li portiamo dentro. Non sono altro che voci intrusive con le quali ci indaffariamo tra noi e noi, in un complesso dialogo interno che schiaccia e limita la nostra capacità di scelta nel qui ed ora e dunque (e questo è l’inconsapevole e disfunzionale vantaggio che ne traiamo) non ci fa assumere la responsabilità di vivere secondo il nostro reale bisogno.
L’autosservazione e l’attenzione a noi stessi può permetterci di cogliere il momento in cui il dialogo interno ha inizio e di scindere le parti in causa. Scopriremo che guardando e dando voce alle ragioni di entrambe potremo attivare una terza parte che, dopo aver ascoltato le varie opzioni, agisce, rischia e (finalmente) vive per sé.

E allora, che liberazione la responsabilità! 😌

Buoni propositi per l’anno nuovo: trovare forza nella morbidezza 🪴

A cosa serve la psicoterapia?La psicoterapia può aiutare a diventare essere umani liberi, consapevoli e responsabili ma essa può assolvere a questo compito solo se la persona ne ha il desiderio.Prima di essere capaci di cambiare bisogna volerlo davvero.Come suggerisce Gurdjieff ci sono tre tappe: desiderare, essere capaci e essere.La psicoterapia aiuta affinché si diventi consapevolmente capaci e rappresenta così la tappa intermedia. Il resto sta a noi.

Chiara Scafa, Medico Chirurgo | Psicoterapeuta
📞 338 456 7997
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📍Via Domenico Fontana, 45, 80128 Napoli NA

psicoterapia

Alcune persone al primo colloquio di terapia chiedono quanti incontri saranno necessari per stare meglio. La risposta è sempre la stessa: “non lo so”.
Questo perché c’è una credenza comune secondo cui la psicoterapia, come se fosse una magia, determini una rapida diminuzione del sintomo per cui si è chiesto l’intervento, fino all’arrivo di un unico grande insight, anche detto momento “AH! AH!”, in seguito al quale questo scompare del tutto e la persona cambia.
Non è precisamente così.
Il processo terapeutico è mediamente lento e anche se il sintomo può effettivamente scomparire dopo poco, prima di arrivare a mettere in atto un cambiamento reale, in seguito al quale il sintomo stesso non si ripresenterà più, occorrono tanti piccoli insight che il paziente, spesso faticosamente, raggiungerà grazie agli stimoli del terapeuta. Questo processo determina il risveglio di tutta una serie di emozioni e vissuti sopiti negli anni, tra cui anche vissuti di dolore.
Solo vedendo quel dolore ed attraversandolo esso potrà sciogliersi, permettendoci così di vivere veramente liberi.

Quindi abbiate pazienza, fiducia e perseveranza, per i miracoli e le magie ci stiamo ancora attrezzando 😊

Chiara Scafa, Medico Chirurgo | Psicoterapeuta
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Siamo abituati a mostrare al mondo solo quello che secondo noi è il nostro profilo migliore. Andiamo così girando a metà, con una maschera e spesso dimentichiamo noi stessi cosa c’è dall’altro lato, chi siamo noi. Facciamo di nuovo amicizia con noi, nella nostra unità siamo tutti dei capolavori 🌓

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Tutto passa, tutto cambia.
Ogni cambiamento è un po’ come una piccola morte, la morte di ciò che è stato, di ciò che conosciamo, che ci illudevamo di poter gestire. Tanto più è grande e terrificante il cambiamento, tanto più doloroso sarà il processo ma alla fine passerà, si verificherà e sarà vita, rinascita a nuova vita. Sempre. Non è semplice, semplicemente è.

"Sopportare la morte per poi rinascere non è cosa facile”.

- Fritz Perls.

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“Quando ho capito che il mio dolore veniva dal voler essere apprezzata ho cominciato ad amare me stessa. Quando ho capito che il mio dolore veniva dal voler essere riconosciuta ho cominciato a vedere chi ero veramente. Quando ho capito che il mio dolore veniva dal desiderare di essere speciale mi sono permessa di esplorare l'infinitezza della mia normalità. Quando ho capito che il mio dolore veniva dal voler essere abbracciata ho cominciato a sentire le sensazioni del mio corpo. Quando ho capito che il mio dolore veniva dalla fame di appartenenza ho cominciato a nutrire il mio autentico sé. Quando ho capito che il mio dolore veniva dalle azioni degli altri ho cominciato a prendermi la responsabilità della mia storia.Quando ho capito che il mio dolore veniva dal rincorrere quelli che non mi volevano mi sono resa libera”.
Tanya Markul

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Tendiamo a investire tante forze ed energie per restare aggrappati a qualcosa che per noi non va più bene, come un abito di molte taglie più piccolo che non può più entrarci.Questo aggrapparci genera dolore ma visto che questo dolore è noto preferiamo continuare a provarlo piuttosto che mollare la presa e dare spazio al nuovo. Lasciare andare fa paura ma è l’unica possibilità per crescere.Rischiamo di vivere!

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Molte persone iniziano un percorso terapeutico ponendosi come obiettivo finale la possibilità di poter imparare a vivere serenamente.
Lo scopo è, dunque, la felicità e ad essa si giunge proprio attraverso l’amore, perché se la felicità è propria della salute essa passa tramite la capacità amorosa, tramite il sanare la propria capacità d’amare

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Prendere qualcosa che oggi ci serve ed è funzionale alla nostra crescita e lasciare qualcos’altro che oramai non ci sta più, come un vecchio vestito che ci ostiniamo ad indossare ma che ormai è piccolo, non calza, questo è stare nel qui ed ora. Questa è consapevolezza e questo responsabilmente siamo chiamati a scegliere, ogni giorno, perché tutto cambia, sempre, continuamente

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Il nostro tempo su questa Terra è limitato, meglio non viverlo sforzandoci di rispettare le aspettative di qualcun altro ma piuttosto secondo i nostri personali desideri e le nostre naturali inclinazioni.

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Ciò che potrebbe sembrare una fine spesso non è altro che un nuovo inizio.
Stare nel processo significa questo, essere presenti a noi stessi ed al continuo cambiamento, guardando alle innumerevoli possibilità che esso porta con sé e permettendoci di coglierle con un’attitudine precisa e flessibile.

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Dott.ssa Chiara Scafa Medico-Chirurgo. Psicoterapeuta della Gestalt e Analisi Transazionale.

L’idea pazza secondo cui dobbiamo essere buoni, belli, perfetti, educati, sempre disponibili e che non dobbiamo mai far dispiacere nessuno (salvo noi stessi) conduce ad un perenne e continuo iperadattamento che, oltre ad alimentare un profondo rancore sottostante, ci aliena totalmente ai nostri stessi occhi.
Finiamo per dimenticare chi siamo realmente, immedesimandoci in ciò che possediamo, nel lavoro che facciamo o nell’idea che l’Altro immaginiamo abbia di noi.
Facciamo un esperimento, chiediamoci allo specchio: “Chi sei tu?” e restiamo in ascolto.

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Stare fermi, senza far niente, in ascolto del nostro mondo interno e presenti in quello esterno.
Questo è il dono più grande che possiamo concederci in un periodo di vacanza, destinato al riposo del corpo e della mente.
Prendiamoci tempo, andiamo piano, respiriamo e abbandoniamo rigidità e resistenze.
Ognuno come vuole.

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Cappuccetto Rosa o La Trovatella.

Cappuccetto Rosa era un’orfanella e se ne stava sempre seduta in una radura nel bosco, aspettando che qualcuno avesse bisogno del suo aiuto per proseguire.
Era molto povera e non poteva dare molto ma spartiva tutto quello che aveva, senza mai chiedere niente in cambio.
Aveva la battuta sempre pronta e le piaceva tenere allegra la gente che aveva paura di perdersi nel bosco: fu così che si fece molti amici. Ma poi, durante i weekend, restava quasi sempre sola: se ne andavano tutti allegramente per i prati, organizzavano pic-nic e nessuno la invitava mai.
Così diventò triste e cominciò a prendere delle bacche stimolanti, prima solo ogni tanto, poi tutti i giorni e quando alla sera non riusciva ad addormentarsi inghiottiva bacche soporifere.
Ogni tanto pensava che forse, per quanto fosse ancora una ragazza carina, sarebbe stato meglio ingioiare una bella dose generosa di bacche soporifere, una volta per tutte!

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Qualcosa di meraviglioso è all’orizzonte.
La gioia nel vivere deriva dall’approccio a nuove esperienze, infatti non vi è gioia più grande del permettersi un’infinita opportunità di cambi d’orizzonte, del concedersi ogni giorno la possibilità di scegliere un nuovo e differente Sole.

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