Laboratorio Interdisciplinare di ricerca su Corpi, Diritti, Conflitti.
Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Laboratorio Interdisciplinare di ricerca su Corpi, Diritti, Conflitti., Organizzazione governativa, Viale delle scienze 2, Palermo.
Il Laboratorio Interdisciplinare di ricerca su Corpi, Diritti, Conflitti attivo presso il Dipartimento Culture e Società, Università di Palermo si occupa nei temi delle differenze e delle intersezioni tra oppressioni e privilegi.
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Cerchiamo contatti di persone che a qualsiasi titolo abbiano avuto esperienza, per ragioni personali o professionali, sul tema della violenza nelle relazioni intime e di questa in coppie LGBT.
Il progetto «Dove sono le vittime di violenza nell’ambito delle relazioni di coppia LGBT. Istituzioni, pratiche operative e interventi a supporto delle vittime, della prevenzione e del contrasto del fenomeno» è finanziato dal Ministero dell’Università nell'ambito del bando 2022 relativo ai Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) PNRR.
Il focus principale la violenza nelle relazioni intime LGBT, lo scopo è quello di analizzare in particolare le caratteristiche e le dinamiche di questa violenza, il tipo di risposte fornite dalle istituzioni e dai servizi e di ascoltare le vittime.
Un primo rapporto di ricerca maggiormente dettagliato è disponibile alla pagina web: https://centri.unibo.it/cirvis/it/progetto-vi-s-s/attivita
Contattami per qualsiasi illuminazione o idea di contatto riteniate possa essere utile alla ricerca.
Cirus Rinaldi, Università di Palermo ([email protected])
Martina Lo Cascio, Università di Palermo
Maria Urso, Università di Palermo
Attività Centro Interdisciplinare di Ricerca sulla Vittimologia e sulla Sicurezza
a BOLOGNA!
Nasce Plurali maschili: un festival di genere A luglio 2024 nasce a Bologna Plurali Maschili - Un festival di genere, a cura di Kilowatt e Osservatorio Maschile
Oggi
Edificio 19, aula 6, campus di viale delle scienze
14:00-18:30
Pagine fondative.
William James, Principles of Psychology, Vol.1, London, Macmillan, 1891, Ch. X, p. 294.
FQTS – formazione dei quadri del Terzo settore meridionale – è promosso da Forum Nazionale del Terzo Settore e CSVnet – l’associazione nazionale dei Centri di servizio per il volontariato, con il sostegno della Fondazione CON IL SUD.
Abitare il territorio guardando il mondo. Il seminario di FQTS
Alle Scuole superiori di secondo grado:
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Come riconoscere le microaggressioni genere, disabilità, etnia
Laboratorio sulle maschilità La violenza di genere è un problema dei maschi
Al fine di sostenere l’incremento delle iscrizioni al sistema universitario che, nonostante le difficoltà derivanti dall’emergenza pandemica, ha caratterizzato tutto l’ultimo decennio e, al contempo, assicurare una scelta consapevole del proprio percorso di studio da parte degli studenti per aumentare le possibilità che questo si possa concludere con successo, il Ministero promuove due interventi integrati in favore delle università, incentrati sulle azioni di orientamento e tutorato:
il Piano Lauree Scientifiche, previsto nell’ambito del Fondo Giovani (D.L. n. 105/2003, convertito con modificazioni dalla L. n. 170/2003, art. 1, co. 1, lett. e) 289/2021, allegato 3);
i Piani per l’Orientamento e il Tutorato (L. 232/2016, art. 1, co. 290 - 293, attuato dal D.M. 289/2021, allegato 3).
Le azioni previste per il Piano Lauree Scientifiche (PLS) e per i Piani per l’Orientamento e il Tutorato (POT) sono finalizzate al raggiungimento dei seguenti obiettivi riportati dal D.M. n. 289/2021:
aumento delle iscrizioni e riduzione dei tassi d’abbandono;
promozione dell’equilibrio di genere nelle classi di laurea a cui afferiscono i corsi di studio;
riduzione degli ostacoli all’iscrizione e alla frequenza dell’Università dovuti alla condizione socio-economica o alla disabilità degli studenti.
Gli obiettivi qui riportati siano raggiunti tramite le seguenti azioni:
orientamento alle iscrizioni;
pratiche laboratoriali;
attività di autovalutazione e recupero delle conoscenze per l’ingresso all’università;
Per favorire la complementarità delle iniziative i progetti PLS e POT dovranno intervenire di norma in una fase successiva all’erogazione delle 15 ore di corso previste del PNRR per approfondire le tematiche già affrontate nei già menzionati corsi o per affrontare ulteriori tematiche caratterizzanti le classi di laurea del progetto presentato.
PLS E POT PLS E POT
Finalmente un uomo che parla agli altri uomini. Un dolore composto che ci può permettere di essere operatori del cambiamento. Come lui
“ci sono tante responsabilità, ma quella educativa coinvolge tutti. Mi rivolgo per primi agli uomini: per primi dobbiamo dimostrare di essere agenti di cambiamento, contro la violenza di genere”.
“a chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro”.
"Addio Giulia, ti immagino con la mamma": la lettera di papà Gino durante i funerali
Cosa significa essere maschi? | Seminari e incontri sulle maschilità Il Laboratorio Interdisciplinare di Ricerca su Corpi, Diritti e Conflitti è lieto di inaugurare un nuovo e inedito spazio di incontro e confronto
Attività seminariale: Maschilità e carcere con Riccardo Caldarera
Laboratorio Interdisciplinare di Ricerca su Corpi, Diritti e Conflitti
Seminari e incontri sulle maschilità
I recenti avvenimenti di cronaca, dallo stupro di gruppo di Palermo ai numerosi episodi di violenza sessuale, fino ad arrivare ai casi di femminicidio, sollecitano domande di ogni tipo. I grandi assenti risultano gli uomini, i maschi, che stentano a porsi delle domande e alle quali in realtà sono intimamente chiamati a rispondere. È questo il modello che prevede la nostra cultura? La maschilità è così profondamente legata alla violenza e alla sopraffazione? Possiamo fare qualcosa nel nostro piccolo per cambiare, arginare, impedire il dilagare di episodi così biechi e feroci, tanto tristemente all’ordine del giorno? Possiamo immaginare modelli alternativi per fare le maschilità?
Il Laboratorio Interdisciplinare di Ricerca su Corpi, Diritti e Conflitti del Dipartimento di Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo è lieto di inaugurare un inedito spazio di confronto rivolto a tutti coloro si identificano nella maschilità per riflettere su cosa significhi, oggi, “essere maschi”. Uno spazio franco, libero dal giudizio e aperto al dialogo, nel quale lo scambio di idee sarà rivolto alla riflessione critica, alla presa di coscienza, alle alternative che noi tutt* possiamo immaginare se moss* dal desiderio di un mondo diverso.
Nessuno di noi è responsabile direttamente dei comportamenti altrui, ma lo siamo nel momento in cui la costruzione collettiva delle maschilità implica ancora oggi la definizione di una identità universalizzante, generale e astratta, aggressiva, violenta, razzista, classista, abilista, omofobica, sessista, misogina. Proponiamo, dunque, di raccogliere le adesioni degli interessat* per potere organizzare incontri seminariali e di discussione per problematizzare le maschilità e per immaginare percorsi collettivi a partire dalla comunità studentesca di Unipa.
Gli interessati potranno inviare una mail a [email protected] per ricevere ulteriori informazioni e per programmare gli incontri di discussione e approfondimento.
Finanziati dal bando PRIN 2022 due progetti del gruppo di Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale sui temi della discriminazione della popolazione LGBTQAI+
Maggiori info: https://t.ly/pg-j1
𝐀 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐨𝐬𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐢/𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐟𝐢𝐠𝐥𝐢/𝐞 𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞 𝐨𝐦𝐨𝐠𝐞𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚𝐥𝐢
Dichiarazione della Società Italiana di Antropologia
La bocciatura, da parte della Commissione Politiche Europee del Senato, della proposta di creazione di un certificato europeo di filiazione, teso ad ammettere diritti paritetici per i figli/e di coppie omogenitoriali, ha aperto un acceso dibattito politico su una questione definita “antropologica”. L’attuale Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità ha insistito sul «modello antropologico e giuridico della filiazione. Siamo nati tutti dal grembo di una madre: quella (intendendo la madre “biologica”) non è più una madre? È un contenitore che va escluso dal modello che stiamo costruendo?» (In Mezz’ora, Rai3, 19/3/2023).
Come Società italiana di antropologia culturale (SIAC) proponiamo una prospettiva diversa sulla filiazione per liberare il dibattito pubblico da riduzionismi, anacronistiche schematizzazioni e implicite polarizzazioni ideologiche. Attraverso ricerche svolte in gruppi umani e studi di carattere storico ed etnografico su ogni società, compresa la nostra, l’antropologia culturale ha mostrato l’estrema variabilità e diversità dei modi in cui sono stati istituzionalizzati, regolati e resi significativi i meccanismi riproduttivi, le forme di organizzazione della sfera domestica, i rapporti di discendenza e parentela, i legami matrimoniali. Osservando inoltre le trasformazioni dei modi di fare famiglia, di costruire le filiazioni e di vivere la genitorialità nelle società contemporanee, si colgono processi ed esperienze che hanno contribuito alla moltiplicazione delle forme familiari, alla pluralizzazione dei legami e delle soggettività parentali.
Ad uno sguardo antropologico appare chiaro che far nascere non trasforma i soggetti in genitori e al contempo non basta nascere per diventare figli/e. Il legame di filiazione deriva infatti dal riconoscimento legale e sociale del/della bambino/a appartenente a un determinato gruppo sociale, quali che siano i genitori biologici. Ciò significa che sempre più spesso, anche nel senso comune occidentale, il padre sociale, che garantisce al figlio/a una collocazione e uno status legittimi, non è sempre colui che lo ha generato intrattenendo un legame biologico con il nuovo nato/a; la madre a sua volta non sempre si ritiene che abbia un legame di “sangue” con il/la figlio/a, anche se lo ha partorito. Famiglie e parentele manifestano apertamente il progressivo allontanamento dal modello nucleare coniugale – non “naturale” - basato sulla coppia eterosessuale, sposata, monogamica e con figli/e.
Per di più, le innovazioni tecnologico-scientifiche hanno spinto definitivamente la filiazione oltre il legame biologico costringendoci a rivedere il rapporto, per noi storicamente ovvio, tra dimensione “naturale” e costruzione culturale dei fatti biologici nei processi procreativi; e invitandoci a guardare con sensibilità antropologica e interesse ai modi in cui altri mondi culturali hanno immaginato le possibilità di costruire forme di reciproca compartecipazione tra esseri viventi.
Eppure le istituzioni e chi le rappresenta stentano a prendere atto dei cambiamenti continuando a sostenere un’idea anacronistica e univoca di famiglia.
Fra le nuove forme del fare famiglia, quelle omogenitoriali interpretano in modo più visibile queste trasformazioni. Il Certificato Europeo di Filiazione rappresenta il tentativo di uniformare le procedure di riconoscimento dei/delle figli/e e mira a conservare i diritti familiari in tutti i Paesi dell’Unione, ben oltre l’ambito delle filiazioni omogenitoriali in quanto comprende relazioni di genitorialità, ad esempio l’adozione da parte di persone singles, vietate in Italia. A fronte di dinamiche sociali e politiche sempre più evidenti e pressanti, la non ratifica del Certificato implica la volontà di negare di fatto riconoscimenti giuridici ai soggetti coinvolti nelle trasformazioni in atto e tradisce la difficoltà a separarsi da modelli culturali non più rappresentativi della realtà storico-sociale.
I/le figli/e delle coppie omogenitoriali sono di fronte alla legge italiana figli/e di un solo genitore, quello biologico, salvo riconoscimento da parte dei giudici, che resta pur sempre un procedimento discrezionale con una procedura tutt’altro che semplice e immediata. Possono trascorrere diversi anni perché il genitore sociale sia riconosciuto come idoneo e legittimo, nel frattempo la famiglia rimane in un limbo dove i minori non hanno pienamente gli stessi diritti civili e sociali degli altri bambini/e.
Chi ha studiato e/o frequentato le famiglie omogenitoriali tende a trarne una visione lontana da quella che anima le retoriche, le decisioni, le azioni, le omissioni e i ritardi delle istituzioni. Omissioni attuali, ma anche di un recente passato, quando sono stati neutralizzati in via compromissoria gli effetti attesi dalla legge Cirinnà del 2016, che ha istituito le unioni civili con lo stralcio, e non è un caso, del diritto di genitorialità per il genitore sociale (Stepchild adoption).
A fronte di un simile scenario, constatando che il riconoscimento di diritti ad alcuni nulla toglie a chi già questi diritti li ha, la SIAC sente l’urgenza di portare un contributo al dibattito pubblico auspicando un superamento degli steccati ideologici entro i quali è attualmente confinato il confronto.
Leggi qui la dichiarazione completa: https://www.siacantropologia.it/prodotti/a-proposito-del-riconoscimento-dei-diritti-dei-delle-figli-e-e-delle-famiglie-omogenitoriali/
Per approfondire:
Goody, J. La famiglia nella storia europea, Roma-Bari, Laterza, 2000.
Remotti, F. Contro Natura. Una Lettera al papa, Roma-Bari, Laterza, 2008.
Strathern, M. Reproducing the future. Anthropologue, kinship and the new reproductive techniques, Routledge, 1992.
ANSA.it
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« PRATICHE ANTI-OPPRESSIVE E POPOLAZIONE LGBTQAI+:RIFLESSIONI PER LA FORMAZIONE IN SERVIZIO SOCIALE» - La Rivista di Servizio Sociale, I/2023
Questo lavoro si pone l’obiettivo di contribuire al dibattito italiano, in primo luogo attraversouna ricostruzione dei principali assunti del Critical Social Work (CSW) le cui analisi fornisconoall’assistente sociale una consapevolezza e una riflessività critiche senza le quali non sarebbepossibile collegare la propria pratica professionale e le sfide quotidiane che le persone LGBTQAI+si ritrovano ad affrontare con gli aspetti sistemici e strutturali di svantaggio ed oppressione checaratterizzano le società contemporanee. In tal senso il CSW – applicato agli ambiti degliorientamenti sessuali, delle identità di genere e delle sessualità non normativi – si configura come pratica complessiva che investe le identità di operatorə e utentə e il loro posizionamento simbolico e materiale all’interno di sistemi socio-culturali e strutturali specifici e che si prefigge, in terminigenerali, di garantire “spazi” per l’elaborazione di narrazioni “proprie”, per l’autodeterminazionedei soggetti e per l’adozione di pratiche emancipatorie ed anti-oppressive. L’articolo si propone diidentificare nodi concettuali e principali ambiti di applicazione al fine di sollecitare una riflessionepiù generale rispetto alla critica dei principi formativi di un servizio sociale che voglia essere“critico” rispetto ai suoi fondamenti etero-cis-normativi.
PRATICHE ANTI-OPPRESSIVE E POPOLAZIONE LGBTQAI+: RIFLESSIONI PER LA FORMAZIONE IN SERVIZIO SOCIALE The aim of this work is to contribute to the Italian debate, firstly through a reconstruction of the main assumptions of Critical Social Work (CSW) whose analyses provide social workers with a critical awareness and reflexivity without which it would
Call for Papers NEW! POSTED ON MONDAY, DECEMBER 12, 2022 Special Issue on: “Masculinities in the Global South” Guest Editors: James W. Messerschmidt, Marco Bacio, & Cirus Rinaldi Call for papers The concept of…
Di estrema attualità, è finalmente disponibile il nuovo libro di Shahram Khosravi per la collana Sociorama diretta da Alessandra Dino e Cirus Rinaldi
Vite precarie. Attesa e speranza in Iran
https://www.amazon.it/dp/8831222600
Il volume esamina il senso di precarietà della vita sperimentato dagli iraniani e dalle iraniane nel primo decennio del ventunesimo secolo. La dissoluzione dei legami familiari, la precarietà lavorativa, le disuguaglianze di genere e di classe, un intenso individualismo, un senso di homelessness (mancanza di terra natia): tutti questi fenomeni contribuiscono alla determinazione delle vite precarie. Descritti dalla società come improduttivi e come un peso per la società, le giovani e i giovani iraniani sono sottoposti a una perenne incertezza determinata dal dispositivo dell’attesa, continua e senza fine, che li costringe in una pietrificante immobilità sociale e spaziale. Nelle vite precarie, il presente è incerto e il domani appare senza futuro.
Tuttavia, attraverso un’attenta ricerca sul campo tra i giovani di Teheran ed Esfahan, nonché tra i lavoratori migranti delle aree rurali, Khosravi descrive anche il sogno “a occhi aperti” e la speranza delle giovani generazioni per il cambiamento, praticato attraverso la mobilitazione e la solidarietà nelle proteste politiche, nei carnevali di strada e nei movimenti sociali.
Intrecciando abilmente storie individuali di giovani, rapporti governativi, dati statistici e analisi dell’arte di strada e della letteratura contemporanea, Shahram Khosravi dà vita a un ritratto denso dell’esperienza di precarietà nella vita quotidiana degli iraniani e delle iraniane e al contempo le loro possibilità di sperare, agire e dunque cambiare.
Vite precarie. Attesa e speranza in Iran è un’opera vitale per l’antropologia contemporanea, non soltanto perché dà voce alle difficoltà e alle speranze dei giovani e delle giovani dell’Iran, ma anche poiché offre una lettura e uno strumento di analisi critica delle molteplici forme che la precarietà assume nelle vite quotidiane.
Shahram Khosravi, iraniano, è professore di Antropologia sociale all’Università di Stoccolma. Migrante illegale nel 1988, ha fatto della propria esperienza il punto di partenza dei suoi studi focalizzati su migranti, deportazioni forzate e richiedenti asilo. È autore di vari saggi, tra cui: Young and Defiant in Tehran (2008); Precarious Lives: Waiting and Hope in Iran (2017) per University of Pennsylvania Press; After Deportation: Ethnographic Perspectives (Palgrave, 2017). Io sono confine (elèuthera, 2019) è il suo primo testo pubblicato in italiano. La peculiarità del libro è l’intreccio fra la narrazione di vicende personali e la scrittura etnografica, una tecnica auto-etnografica che ci restituisce uno sguardo decisamente originale su uno dei grandi fenomeni della contemporaneità: quello della migrazione illegale, che pone il sé all’interno del contesto sociale e geopolitico.
Vite precarie: Attesa e speranza in Iran Vite precarie: Attesa e speranza in Iran
Call for papers
DIVERGENCE AND DIVERSITY. SOCIAL CONTROL AND PLURALISM
Guest Editor: Bernardo Pérez-Salazar (Universidad Católica de Colombia)
Announcements | Socioscapes. International Journal of Societies, Politics and Cultures The journal Socioscapes (http://www.socioscapes.org/index.php/sc) welcomes proposals of articles in response to a call for a special issue on the sociology of social divergence and its contributions to general sociology and, specifically, to the various fields of legal sociology.
Per chi fosse interessat* nel link seguente il Digital training course Training Course del progetto “Hei4Diversity - Building Capacities to Prevent and Respond to Any Form of Violence against the LGBTQI+ community in Europe”. Sviluppato tra le altre istituzioni, anche da UNIPA, e cofinanziato dal programma Erasmus+ dell’Unione Europea. Il training course tratta della prevenzione della violenza omo-lesbo-bi-transfobica nei contesti universitari.
Il 20 e il 21 maggio si terrà il primo convegno pubblico e in presenza della nostra rete "Sociologia di posizione" nata in pandemia. L'idea di base è quella di restituire alla sociologia il suo ruolo di connettore con le realtà sociali per uscire dalla sua torre di avorio e fare, oltre che pensare, il mutamento sociale.
Vi aspettiamo con gioia venerdi' 20 a Roma Tre e il 21 a Esc Atelier per i workshop tematici.
Sotto il programma completo.
Grazie!
Q non organizza rivolte
Il caso di QAnon in Italia tra immobilità cittadinista e radicalismo di destra
di Filippo Tamelli
https://www.pmedizioni.it/prodotto/q-non-organizza-rivolte/
Con gli assalti a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 appare sulla scena mediatica il nome di un movimento, QAnon, subito definito una “teoria del complotto”. Bollato come una bizzarria irrazionale, il largo successo di questo fenomeno viene presentato nel dibattito giornalistico come un delirio collettivo, la cui origine resta pressoché inspiegabile.
Il presente volume affronta questo nodo insoluto, proponendo un’analisi etnografica-digitale (altrimenti detta netnography) di alcuni gruppi italiani afferenti a tale movimento. Deviando dai canoni classici dell’antropologia politica, generalmente incentrati sull’osservazione di pratiche politiche strutturate, il saggio indaga le ragioni dell’accettabilità di forme ideologiche estremistiche e la loro vicinanza ai patrimoni simbolici e valoriali dominanti, le strategie di affiliazione e i percorsi della radicalizzazione.
Affiancando ricostruzioni storiche, descrizioni etnografiche e interpretazioni teoriche, Q non organizza rivolte insegue le traiettorie del conflitto sociale contemporaneo, teso tra esplosioni protestatarie, conservazione dell’esistente e avanzata delle destre.
«Il sesso non è mai solo sesso» Definizioni, pratiche e organizzazione sociale delle sessualità Siamo solitamente propensi a crederci soggetti «naturalmente» sessuali. Anche il dibattito pubblico e politico, i mondi della ricerca e della formazione, ste...
✏ SAVE THE DATE
Martedì 8 marzo, in occasione della Giornata Internazionale dei diritti della donna, non perdete la presentazione del libro DONNE TUTTE PUTTANE - Revenge p**n e maschilità egemone di Silvia Semenzin e Lucia Bainotti, edito da Durango Edizioni.
Le autrici dialogheranno con Cirus Rinaldi (Università di Palermo). Vi aspettiamo alle ore 18 in diretta streaming sulla nostra pagina Facebook e sul nostro canale Youtube. Non mancate!
https://www.unipa.it/dipartimenti/cultureesocieta/laboratorio-interdisciplinare-di-ricerca-su-corpi-diritti-conflitti/materiali/
I nostri "Quaderni"
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Società in House della Città Metropolitana di Palermo che svolge i servizi in convenzione: verifica impianti termici, diagnosi energetica/Ape, impianti fotovoltaici, manutenzione e...
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