La Teca Roma - San Giovanni
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Via della Pace
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Incontri di studio
Franco Arminio
Per una sola morte, quanto
a volte ci confondiamo,
quante vite, quanti
nuovi respiri, ogni istante
nuovamente, quanto
poco ci accorgiamo:
son più le volte
che rinasciamo.
Beatrice Zerbini
Dicono che prima di entrare in mare
Il fiume trema di paura.
A guardare indietro
tutto il cammino che ha percorso,
i vortici, le montagne,
il lungo e tortuoso cammino
che ha aperto attraverso giungle e villaggi.
E vede di fronte a sé un oceano così grande
che a entrare in lui può solo sparire per sempre.
Ma non c’è altro modo.
Il fiume non può tornare indietro.
Nessuno può tornare indietro.
Tornare indietro è impossibile nell’esistenza.
Il fiume deve accettare la sua natura
ed entrare nell’oceano.
Solo entrando nell’oceano
la paura diminuirà,
perché solo allora il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell’oceano,
ma di diventare oceano.
Khalil Gibran
Il senso di un viaggio interiore…
“Usa il dolore per intonare il piacere… “
"Puoi avere difetti, essere ansioso e perfino essere arrabbiato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande impresa del mondo. Solo tu puoi impedirne il fallimento. Molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano. Ricorda che essere felici non è avere un cielo senza tempesta, una strada senza incidenti, un lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni.
"Essere felici è smettere di sentirsi una vittima e diventare autore del proprio destino. È attraversare i deserti, ma essere in grado di trovare un'oasi nel profondo dell'anima. È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita.È baciare i tuoi figli, coccolare i tuoi genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche quando ci feriscono.
"Essere felici è lasciare vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice. È avere la maturità per poter dire: "Ho fatto degli errori". È avere il coraggio di dire "Mi dispiace". È avere la sensibilità di dire "Ho bisogno di te". È avere la capacità di dire "Ti amo". Possa la tua vita diventare un giardino di opportunità per la felicità ... che in primavera possa essere un amante della gioia ed in inverno un amante della saggezza.
"E quando commetti un errore, ricomincia da capo. Perché solo allora sarai innamorato della vita. Scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta. Ma usa le lacrime per irrigare la tolleranza. Usa le tue sconfitte per addestrare la pazienza.
"Usa i tuoi errori con la serenità dello scultore. Usa il dolore per intonare il piacere. Usa gli ostacoli per aprire le finestre dell'intelligenza. Non mollare mai ... Soprattutto non mollare mai le persone che ti amano. Non rinunciare mai alla felicità, perché la vita è uno spettacolo incredibile.".
PAPA FRANCESCO
Giulia e la morte che abita in mezzo a noi. il Manifesto 25/11/2023 di S. Thanopulos | SPI Giulia e la morte che abita in mezzo a noi di Sarantis Thanopulos, il Manifesto 25/11/2023 Parola chiave femminicidio, patriarcato, sessualità, femminile, libertà Introduzione: Il dramma di Giulia, in questi giorni, ha colpito ognuno di noi perché il suo assassino si è sentito minacciato dalla s...
Le Danze Sacre sono un alfabeto antico e misterioso che dà corpo a una storia.
Si tratta di un Lavoro complesso da apprendere, perché necessita di uno sforzo di comprensione da parte del nostro intero essere.
Il cercatore riconosce in questo sforzo una necessità, perché una parte di sé, dove risiede una saggezza sconosciuta, sa che quella è la lingua dell'Essenza ed è comprensibile ad essa soltanto.
Vi proponiamo un racconto attraverso la storia dei segni che possono vivere nel nostro corpo e che per un momento potremo infine sperimentare insieme.
A cura di Alessandra Cappelletti, maestra accreditata di Danze e Movimenti di Gurdjieff, insegnante di Educazione Fisica e danzatrice, conduttrice di gruppi di Antiginnastica a Trento.
Ingresso libero
La Teca
Via San Pio X 93 Trento
https://lateca.info/index.php/conferenze
Psicoanalisi e Letteratura
Intervista a N. Fusini a cura di D. Federici
Nadia Fusini è una scrittrice, critica letteraria, traduttrice, una grande studiosa vincitrice del premio Musatti (2022) perché nei suoi lavori si respira un’intima familiarità con il pensiero psicoanalitico. Ospite del tradizionale convegno “Le frontiere della psicoanalisi” a Lavarone, ha incantato con una riflessione che, fra Amleto e Don Chisciotte, ha fatto risplendere l’importanza del sogno e della fantasia per dare sostanza alla realtà e per avventurarsi nell’invisibile che ci abita oltre la ragione.
D.F. Come sente in sé il rapporto fra psicoanalisi e letteratura?
N. F. Leggere come faccio io è una forma di ascolto, ed è senz’altro una forma di apertura nei confronti dell’altro che incontro in absentia – il tramite essendo la lingua. C’è del transfert, implicato non c’è dubbio, c’è relazione, c’è pathos… In questo senso leggere è anche lasciarsi leggere…
D. F. La scrittura si fa arte tanto più sa cogliere nuclei profondi del nostro mondo interno. Concorda con l’idea che in un mondo felice la letteratura non esisterebbe? Che è nella solitudine e nell’incompiutezza dell’umano la spinta sorgiva a pensare il reale e a creare trame di significato nella nostra esistenza?
Come descriverebbe il valore della letteratura nella sua vita?
N. F. Penso che la felicità si trovi nel percorso della conoscenza, e che per giungere alla conoscenza bisogna frequentare anche le strade del dolore. Penso insomma, come dice Anna Maria Ortese in una lettera a un’amica, che “la vera gioia sia vestita di dolore”.
In questo sta il valore della letteratura; la letteratura, quella non di consumo, quella che fa ‘tradizione’, non è certo un’esperienza dell’ordine del ‘divertimento’, né della ‘diversione’, della ‘distrazione’ – ma un incontro con la materia umana, e il dolore, la mancanza, la morte ne fanno parte integrale.
Continua su Spiweb:
https://www.spiweb.it/cultura-e-societa/psicoanalisi-e-letteratura-intervista-a-n-fusini-a-cura-di-d-federici/
Scrittrice e studiosa di letteratura inglese e comparata, Nadia Fusini ha curato e tradotto le opere di Virginia Woolf in Italia in due volumi nella collana dei Meridiani di Mondadori, 1998. Sempre per i Meridiani di Mondadori nel febbraio 2019 ha curato il volume John Keats. Per Einaudi nel 2012 esce Hannah e le altre. E nel 2016, Vivere nella Tempesta, saggio su La Tempesta di Shakespeare. Sempre per Einaudi nel febbraio 2021 Maestre d’amore. Giulietta, Ofelia, Desdemona e le altre. Presso il Mulino, nel maggio 2021, Il potere o la vita, saggio su Gli ambasciatori di Holbein e l’Amleto di Shakespeare.
Di Shakespeare traduce e cura le opere per la collana shakespeariana di Feltrinelli che dirige.
È inoltre autrice di romanzi, tra cui La bocca più di tutto mi piaceva, L’amore necessario,Due volte la stessa carezza… L’ultimo, María,uscito presso Einaudinel 2019, ha vinto premio Bergamo.
I suoi libri sono tradotti in Francia, Germania, Inghilterra, Brasile, Portogallo e Grecia
Quali FURONO LE PRIME LETTURE che JUNG fece SUI FENOMENI SIMBOLICI così IMPORTANTI da entrare di diritto sia nelle sue teorizzazioni ma anche nella sua pratica clinica quotidiana?
Herbert Silberer (1882-1922), viennese scrisse nel
“PROBLEMI DELLA MISTICA E DEL SUO SIGNIFICATO SIMBOLICO” il suo testo fu di grande ispirazione per Jung in quando Herbert approfondì il tema del ruolo che il "simbolismo narrativo" potesse avere nella psiche degli individuo. Membro dal 1910 della Società psicoanalitica viennese, si fece notare in particolare, per i suoi lavori sulla simbologia e sull’alchimia.
Si suicidò all’età di quarant’anni, Jung disse di lui: “A Herbert Silberer, purtroppo scomparso prematuramente, va riconosciuto il merito di essere stato il primo a scoprire i segreti legami esistenti tra l’alchimia e la psicologia dell’inconscio”.
Herbert Silberer è steto uno dei pionieri della ricerca sul simbolismo, gli stessi Freud e Jung non mancarono di riconoscergli questo merito, citandolo spesso nelle loro opere, dall’Interpretazione dei sogni di Freud ai Simboli della trasformazione di Jung. Molto apprezzate furono le sue scoperte sui fenomeni onirici spontanei – detti ipnagogici – che accadono tra il sonno e la veglia, sia al momento di addormentarsi sia al momento del risveglio, in cui Silberer vede all’opera processi autosimbolici della psiche.
Nel testo “Problemi della mistica e del suo significa” Silberer prende spunto da un’antica parabola e mette in evidenza un fatto singolare. Egli sostiene che nella parabola esista un carattere alquanto visionario. Questa intuizione spinge Silberer a studiarla utilizzando il metodi analitici. Infatti la paragona al sogno o alla fiaba, e ritrova come “in essa, cercando in profondità, riesce a rintracciare analiticamente le forze creative del mondo onirico e a interpretarne i misteriosi simboli”. Silberer indaga poi la parabola dal punto di vista ermetico (alchemico) e presenta “quelle dottrine alle quali il linguaggio allegorico della parabola rimanda storicamente, dedicando particolare attenzione all’alchimia, alla filosofia ermetica e ai suoi metodi d’insegnamento spesso incomprensibili". Con tale approccio vengono posti in luce i nessi con tematiche etiche e religiose, come pure i legami storici e psicologici del circolo ermetico con il movimento rosacrociano e con la massoneria.
Silberer conclude che la parabola può essere vista in tre modi diversi. “Ci sono in effetti tre interpretazioni. Quella psicoanalitica che ci conduce verso le profondità della vita istintiva; poi quella ermetico-religiosa, in vivace contrasto con la prima, che ci conduce verso alti ideali e che per semplicità si possono chiamare in breve "anagogica; e infine quella naturalistica (chimica), che per un certo verso sta nel centro e che, a confronto con le altre due, appare eticamente indifferente".
Ciò che accomuna Silberer e Jung è la loro visione amplificata, transpersonale, non riduttiva del simbolo. Essi ne hanno allargato il campo di indagine, portandolo oltre il causalismo e il determinismo di Freud.
Dott. sa Giulia Iolanda De Carlo
Psicologa Psicoterapeuta Psicoanalitico
Corso Gramsci,133, Palagianello (Ta)
tel 3201987812
«Perché sei qui? Te lo sei mai chiesta?
Tu sei unica.
Non esiste, e non esisterà mai,
un’altra come te.
Puoi fare tanto.
La vita è tua.
Esplora. Osserva.»
"Il mondo ti aspetta" di Kobi Yamada e Gabriella Barouch.
Di tutte le cose che vorrei darti,
più di tutto, dei baci, delle mani,
del tempo che mi chiedi,
dei passaggi fino ai treni,
io prima vorrei darti
il sonno che non hai
dormito questa notte.
Potessi starti sotto
le tue palpebre rotonde,
vegliarti in ronde
la stanchezza, il cuore sfatto,
l’alba che hai visto senza luce,
sapere il silenzio,
il buio che serve
per darti un riposo,
una tregua...
Potessi scrivertelo, bastasse
a sfaticarti le ossa,
farei che ogni verso
anziché leggerlo,
tu potessi dormirlo.
Beatrice Zerbini
https://www.facebook.com/bea.zerb
da In comode rate. Poesie d’amore.
(Ed. Interno Poesia)
Ph: Henri Cartier-Bresson
Padre nostro,
che sei nei cieli,
scendi!
Siediti,
prendici
e poi tienici,
con le braccia possenti,
sollevaci come solo
i veri padri
e ascoltaci come se
tu fossi dentro,
come se
tu fossi.
Esisti,
resisti,
insisti
e poi insegna
a fare uguale.
Dacci il pane,
dacci tempo,
dacci un talento;
oppure
solo amore,
consueto,
consensuale,
mansueto e congeniale,
e che duri
che non spergiuri
che ci veda e che si veda,
che ci creda.
E liberaci dalla paura,
dallo squillo
del telefono
di notte,
dalle botte,
dalle notti dei giorni,
dal non essere capaci,
dal sentirci meno belli,
o inadatti o soli o inetti,
dal non essere migliori,
dal non sentirci tuoi figli tutti,
dal non sentire i battiti,
i nostri e quelli
degli altri;
dalle porte chiuse,
dal non aprire.
Liberaci dal male.
Liberaci.
Beatrice Zerbini
In comode rate. Poesie d’amore
(edito da Interno Poesia)
Ph: Philip Griffith
I veri diversi sono di sempre.
Sono i cercatori d’identità,
propria e collettiva, e d’anima.
Quelli che vedono il dolore, l’abuso.
Vedono la bontà o l’iniquità,
dovunque siano,
e sentono come dovere il parlarne.
Questi diversi,
che vorrebbero semplicemente
dare il senso del segreto umano,
e trovare, o indicare,
il rapporto di dovere tra vita e vita.
Questi diversi, fragili e forti,
che cercano lo spazio per loro
in un paese che va vertiginosamente rimpicciolendo.
Per quelli che videro il cielo
e mai lo dimenticarono.
Che parlano al di sopra dell'emozione,
dove l'anima è calma.
Che non credono,
o credono poco ai partiti,
alle classi, ai confini,
alle barriere, alle armi, alle guerre.
Che nel denaro non hanno posto
alcuna parte dell'anima
e quindi sono incomparabili.
Per i cercatori di silenzio, di spazio,
di notte che è intorno al mondo,
di luce che è intorno al cuore.
Per quelli che attraversano questa vita
lieti come fanciulli
e vigili come madri.
La libertà è un respiro.
Anna Maria Ortese
Non sto pensando a niente......
Non sto pensando a niente,
e questa cosa centrale,
che a sua volta non è niente,
mi è gradita come l'aria notturna,
fresca in confronto all'estate calda del giorno.
Che bello,
non sto pensando a niente!
Non pensare a niente
è avere l'anima propria e intera.
Non pensare a niente
è vivere intimamente
il flusso e riflusso della vita...
Non sto pensando a niente.
E' come se mi fossi appoggiato male.
Un dolore nella schiena o sul fianco,
un sapore amaro
nella bocca della mia anima,
perché, in fin dei conti,
non sto pensando a niente,
ma proprio a niente,
a niente...
- Fernando Pessoa
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Se io, ancor che nessuno,
potessi avere sul volto
quel lampo fugace
che quegli alberi hanno,
avrei quella gioia
delle cose al di fuori,
perché la gioia è dell’attimo;
dispare col sole che gela.
Qualunque cosa m’avrebbe meglio
giovato della vita che vivo –
vivere questa vita di estraneo
che da lui, dal sole, mi era venuta!
Viaggiare! Perdere paesi!
Essere altro costantemente,
non avere radici, per l’anima,
da vivere soltanto di vedere!
Neanche a me appartenere!
Andare avanti, andare dietro
l’assenza di avere un fine,
e l’ansia di conseguirlo!
Viaggiare così è viaggio.
Ma lo faccio e non ho di mio
più del sogno del passaggio.
Il resto è solo terra e cielo.
Fernando Pessoa
Ciao amici! Siete pronti per un viaggio dentro di voi? Vi proponiamo un seminario sul bambino interiore, una tappa imprescindibile per la crescita spirituale. Siate pronti a scoprire il potenziale e la forza di questo aspetto della vostra persona? Vi aspettiamo per due giornate di scoperta, condivisione e crescita personale. Vi aspettiamo!
Farò della mia anima uno scrigno
per la tua anima,
del mio cuore una dimora
per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro
per le tue pene.
Ti amerò come le praterie amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore
sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come la valle
canta l’eco delle campane;
ascolterò il linguaggio della tua anima
come la spiaggia ascolta
la storia delle onde.
(Kahlil Gibran)
"È per rinascere che siamo nati"
(P.Neruda)
Buona Pasqua Danzatori!
IMG courtesy: Ballet Vermont , compagnia di danza adulti americana che porta i suoi spettacoli open air nelle aziende agricole locali
La verità è che non siamo mai soli… nell’ombra c’è sempre qualcosa (la psicoanalisi lo chiama "oggetto") l’Io è sempre in relazione con l’altro nel nostro immaginario. Così come un ombra non lascia mai il suo possessore, allo stesso modo siamo in relazioni con chi ci è entrato nel cuore indipendentemente dalla sua presenza fisica.
Di queste presenze spesso non siamo consapevoli perché dopo essere state in relazione con noi, con il passare del tempo, il loro ricordo sì affievolisce sino ad entrare nell'oblio. Eppure come degli echi nell'ombra continuiamo a sentire le loro parole, sottoforma spesso di pensieri che crediamo siano i nostri. Ciò che succede, di solito a nostra insaputa, è che quelle persone, in modo inconsapevole, noi le cerchiamo negli altri e spesso pensiamo di averle trovate o "ritrovate". Questo sentimento lo sperimentiamo di solito all'inizio di una relazione nei confronti di un partner oppure con una nuova amicizia. Winnicot spiega bene come avviene questo processo, quando parla di oggetto transizionale... come per esempio la copertina di Linus da cui non si separa mai, e comunque quegli oggetti importanti per i bambini che si portano sempre appresso perché fonte di tranquillizzazione.
Un aspetto religioso essenziale per la cristianità mi richiama all'attenzione circa questo fenomeno, in quanto sintetizza in forma simbolica e archetipica il bisogno che abbiamo,( in comune a tutti gli esseri umani) di eternizzare quelle relazioni che rasserenano il cuore, che ci guidano e salvano dal dolore.
La rincarnazione di Cristo ogni anno viene festeggiata con la santa Pasqua. In questo tema spirituale ritroviamo la radice di alcuni dei nostri bisogni più importanti. Ne prenderò solo uno (di bisogni) per il momento e cioè quello per cui esiste in noi un bisogno vitale per cui quelle entità nell'ombra, e che si sono formate nel passato, ad un certo punto prendano sostanza ... ossia si incarnino in qualcuno.
Nella nostra fantasia immaginiamo la compagna o il compagno ideale, l'amico del cuore o il genitore perfetto... Così come al loro opposto ci sono quegli individui "nemici" che non possiedono gli stessi nostri ideali. Senza che c'è ne rendiamo conto comminiamo nel mondo come se fossimo in un sottomarino guardando fuori attraverso un tubo che spunta fuori dell'acqua. E quello che cerchiamo fuori e di riconoscere entità amiche o nemiche...da cui fuggire o con cui allearsi. In questo modo viaggiamo nel mondo alla ricerca di quelle sembianze umane che in qualche modo assomigliano a persone già incontrate.
Il già conosciuto segue diverso cicli di rincarnazione... Questo spiega perché spesso le nostre relazioni si ripetono negli stessi scenari, i nostri partner assomigliano ai nostri genitori e i nostri nemici sono quelle persone che mancano nei nostri confronti sempre negli stessi modi. Continui cicli di rincarnazione si ripetono. Ma questo non è un male, anzi la possibilità che avvenga è l'aspetto salvifico di cui si parla nel mito Cristico. È proprio attraverso il passaggio di quelle relazioni, con tutte le difficoltà che comporta che la nostra personale via crucis smette di ripetersi all'infinito. Gli orientali direbbero si risolve un nodo del nostro karma.
In questo modo noi possiamo liberarci di alcuni aspetti ripetitivi dolorosi nella nostra vita. Jung in questo senso afferma che in ogni individuo abita la propria anima gemella che lo completerà, la chiama "animus" e " anima" e spiega che attraverso i cicli relazionali con i vari partner è possibile riuscire, progressivamente ad avvicinarsi il più possibile a quell'essere che nel mondo più gli assomiglia e che in definitiva ci farà sentire completi.
Dott. sa Giulia Iolanda De Carlo
Psicologa Psicoterapeuta
Corso Gramsci,131, Palagianello (Ta)
tel 3201987812
Hai bisogno di te
hai bisogno di questo tempo
in cui non si cucina
e non si prega
si sta.
Soli e improvvisati
abbandonati e senza senso
si sta, frastornati
e vuoti. Si sta.
E l’indomabile fiducia
accucciata fuori dalla porta
come un cane f***e
di devozione
dorme sonni
che contengono alba.
Chandra Candiani da Fatti vivo
Ho letto una storia Sufi: «Un giorno l’asino di un contadino cadde in un pozzo. Non si era fatto male, ma non poteva piú uscirne.
L’asino continuò a ragliare sonoramente per ore, mentre il proprietario pensava al da farsi. Infine, il contadino prese una decisionecrudele: concluse che l’asino era ormai molto vecchio e che non serviva piú a nulla, che il pozzo era ormai secco e che in qualche modo bisognava chiuderlo. Non valeva pertanto la pena di sforzarsi per ti**re fuori l’animale dal pozzo. Al contrario, chiamò i suoi vicini perché lo aiutassero a seppellire vivo l’asino.
Ognuno di loro prese un badile e cominciò a buttare palate di terra dentro al pozzo. L’asino non tardò a rendersi conto di quello
che stavano facendo e pianse disperatamente. Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra, l’asino rimase zitto. Il contadino allora si decise a guardare verso il fondo del pozzo e rimase sorpreso da quello che vide. A ogni palata di terra che gli cadeva addosso, l’asino se ne liberava, scrollandosela dalla groppa, facendola cadere e salendoci sopra. In questo modo, in poco tempo, l’asino riuscí ad arrivare fino all’imboccatura del pozzo, oltrepassare il bordo e uscirne trottando».
Meditare non è cercare vie d’uscita, ma piuttosto vie d’entrata. È questo che fa l’asino. Entra nella sua situazione, sente la disperazione, grida, poi accoglie quello che sta succedendo, non ne resta sommerso, non è vittima della situazione, si scrolla di dosso la
terra e quella stessa terra diventa la sua risorsa.
Chandra Candiani da 'Il silenzio è cosa viva'. Einaudi
foto di Ingo Lindmeier
È possibile partecipare anche online !
Mi manco.
Quando mi perdo dietro inutili parole.
Quando mi infilo nella testa degli altri
per cercare di coglierne le ragioni.
Quando voglio compiacere per paura di un rifiuto.
Quando pronuncio un sì a denti stretti
mentre con tutto il fiato vorrei urlare no.
Mi manco quando spreco il mio tempo.
Quando mi perdo dietro i sogni degli altri
e trascuro i miei.
Quando covo rancore.
Mi manco quando giro intorno alle situazioni
e non affronto il problema.
Mi manco quando non ascolto il mio respiro
quando metto a tacere il mio intuito
quando non sorrido
quando non mi accetto
quando lascio che altri decidano per me.
Mi manco quando mi dimentico chi sono
e cosa voglio per me stessa
quando divento schiava di abitudini e compromessi.
Mi manco.
Allora torno a prendermi per mano.
E ricomincio a vivere.
Margherita Roncone
Art: Giulia Pintus
Vogliamo imparare in due giorni
una lingua millenaria
che solo gli alberi conoscono:
lasciarsi cullare dall'aria,
mentre le foglie dicono me ne vado
e le radici resto qui.
Queremos aprender en dos días
un idioma milenario
que solo conocen los árboles:
dejarse mecer por el aire,
mientras las hojas dicen me voy
y las raíces me quedo.
Alfonso Brezmes
La spiritualità è tante cose… l’affacciarsi di una realtà che è migliaia di volte più ampia di noi… e che talvolta abbiamo bisogno di chiamare Dio… il mondo ci mette davanti incontri ed esperienze che non comprendiamo.
La diversità è uno dei modi con cui l’Infinito ci fa fare esperienza della sua presenza.
Ci sono racconti umani, che ci ispirano lo stesso sentimento di ampiezza e di amore.
A volte questa esperienza ce la fanno fare i romanzi… come quello di Francesca Mannocchi.
-Bianco è il colore del danno- la storia della sua vita e di una malattia che è la possibilità per guardare se stessa, la sua fragilità e la sua forza.
Per parlare a se stessa e confessare infine il suo bisogno di amore. Che è il bisogno che ognuno di noi sente e che spesso è la molla inconsapevole per iniziare a cercare noi stessi.
Vi consiglio questa lettura, pulita, sincera, commovente come solo la Verità sa esserlo.
Buona lettura
Il pericolo dell'adattamento - Le Vie dell´Anima L’omologazione dei giovanissimi è da tempo un problema sociale e non solo. Pandemia e lockdown lo hanno peggiorato? Il percorso (...)
Carissimi amici a Ottobre avremo l’occasione di ritornare ad incontrarci in presenza in una serie di Incontri liberi e gratuiti.
Vi aspettiamo…
Intanto passiamo dei giorni di riposo…
A presto
Sul mare la nuvola rossastra
in mare il battello d’argento
dentro il mare il pesce giallo
in fondo al mare il muschio blu.
Sulla riva del mare un uomo n**o pensa
devo essere la nuvola
oppure il battello
devo essere il pesce
oppure il muschio.
Né l’uno né l’altro
né l’uno né l’altro.
Devi essere il mare, vecchio mio,
con la sua nuvola
il suo battello
il suo pesce
e il suo muschio.
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