Maurizio C. Borra

Consulenza strategica imprenditoriale

08/06/2022

In questi momenti difficili però è giusto anche pensare agli aspetti positivi.
Si tratta di un momento di trasformazione epocale difficile ma non impossibile: abbiamo gli strumenti per affrontarlo, è importante darsi da fare e applicarsi con giudizio per dare la possibilità a qualcosa di nuovo di nascere.

31/05/2022

Un altro ostacolo per le filiere produttive, oltre alla guerra, è l'aumento delle materie prime.
Infatti, questo problema si pensa che persisterà per almeno un anno.
Confartigianato sul proprio sito scrive "Un'ampia quota di imprese subisce il doppio impatto dell'aumento dei costi energetici - che in alcuni settori diventano insostenibili - e di un calo dei consumi delle famiglie spiazzati dall'aumento delle spese per elettricità, gas e carburanti.”.
A maggior ragione, prima di arrivare ad un punto critico, l’imprenditore può valutare l’idea di vendere, cercare un socio o chiudere la propria attività.

27/05/2022

Come introdotto precedentemente, il consulente può consigliare all’imprenditore in difficoltà varie strade da percorrere.
1) Se l’imprenditore vuole arrangiarsi, è sempre consigliato di avere un piano sensato che permette di andare avanti.
2) Dopo tutti i fatti, forse la cosa più sensata è vendere la propria azienda, sempre grazie all’aiuto del consulente che in questo caso è fondamentale.
3) Un’altra opzione è quella di trovare un nuovo socio da far entrare in azienda tra i clienti o i fornitori.
In alternativa, se ci sono troppi debiti si può parlare di crisi d’impresa. Ad oggi infatti sono a disposizione nuovi strumenti per poter affrontare il problema di cui poter discutere con un professionista.

24/05/2022

Ogni qualvolta si ha a che fare con questo tipo di problemi, quando la propria attività comincia ad avere
delle falle o fa fatica a stare in piedi, la cosa più intelligente da fare è rivolgersi a chi può aiutarti a trovare
un metodo e la persona in questione è un consulente d’impresa.
Il professionista in questione aiuta l’imprenditore a risolvere nel modo meno drastico possibile la propria
problematica.
La prima cosa da fare è non farsi prendere dal panico perché è risaputo che nelle situazioni di difficoltà non
si ragiona in modo lucido e si potrebbero fare decisioni avventate.
In secondo luogo, è necessario capire che in certi casi non è più possibile procedere da soli ma è necessario
trovare una soluzione insieme a qualcuno: la barca piccola può fare fatica a superare la tempesta e può
trovare un aiuto nella barca grande, più solida e resistente.

16/05/2022

La nuova fase precedentemente introdotta, porta l’imprenditore a trasferire la filiera di produzione
all’interno del paese di appartenenza, al contrario di quanto fatto finora.
Perché questa decisione?
Prendiamo l’esempio della Germania: a causa degli ultimi problemi intercorsi che hanno avuto ripercussioni
mondiali e che stanno bloccando le filiere produttive, la Confindustria 15 giorni ha dichiarato di aver preso
la decisione di far rientrare la produzione all’interno del paese per non accusare ulteriori problemi oltre a
quelli già successi.
In tal modo, gli imprenditori sanno che la catena produttiva è interna e le vicende socio, politiche ed
economiche possono attaccare marginalmente il proprio operato non avendo filiali all’estero.

06/05/2022

Dopo due anni di pandemia, la grave situazione che è nata in Ucraina ha messo ancora più in difficoltà
l’aspetto economico dei paesi che stavano cercando di rialzarsi dalla precedente condizione di crisi.
Come già avvenuto in risposta al Covid, le aziende hanno dovuto modificare il proprio orientamento
strategico.
Dal 91 ad oggi, con la globalizzazione, c’è stata la necessità di creare dei punti di riferimento all’estero in
modo da poter acquisire mercati nuovi e inesplorati, confrontandosi anche con la concorrenza degli altri
paesi.
Per poter fare tutto ciò è stato necessario un cambio radicale di mentalità perché fino a quel momento,
l’imprenditore si è sempre trovato a dover gestire l’unico polo esistente della sua attività ma con l’apertura
delle filiali estere, essere in due posti contemporaneamente per avere tutto sotto il proprio controllo
diventava difficile.
Oggi proprio come allora, inizia un’altra fase in cui la mentalità dell’imprenditore, per stare al passo con i
tempi correnti, deve cambiare e riadattarsi.

03/05/2022

Fermarsi a riflettere non è segno di debolezza, ma consapevolezza perché aiuta a non compiere scelte dettate dalla paura.

29/04/2022

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26/04/2022

La precedente trattazione si occupa, seppur in una situazione particolare, di un tema che, nel futuro prossimo, riguarderà una considerevole percentuale delle aziende artigiane a oggi in attività: la continuità dell’impresa artigiana.
Numerosi studi riconoscono all’impresa un “valore sociale” consistente nel rendere operoso e remunerativo il lavoro svolto sul territorio, sia dal versante imprenditoriale che da quello rappresentato dai collaboratori dell’imprenditore. Dalla considerazione appena esposta, deriva l’importanza primaria di assicurare la continuità all’impresa oltre la generazione “fondatrice”.
Le soluzioni idonee a garantire tale continuità sono diversificate e possono coinvolgere persone e competenze “interne” o estranee alla famiglia dell’imprenditore. Per quanto riguarda le soluzioni interne, ci riferiamo ad esempio all’inserimento a vario titolo dei familiari nella gestione imprenditoriale, ricorrendo a veicoli societari già esistenti o di nuova costituzione, oppure alla stipula dei “Patti di Famiglia”.
Ma quando non sono disponibili soluzioni “interne” alla famiglia per i più svariati motivi, sarà possibile valutare diverse opzioni, quali la cessione dell’impresa a terzi, compresi gli attuali collaboratori dipendenti dell’azienda, oppure prospettive di fusione / incorporazione con soggetti economici terzi già esistenti o di nuova costituzione. Confartigianato da tempo affianca le imprese in questo momento particolare di “passaggio”, mettendo a disposizione competenze e soluzioni nei diversi ambiti.

22/04/2022

In realtà emergono alcune problematiche:

1. Se davvero il padre riteneva che fosse solo il figlio più grande l’unico in grado di continuare l’attività, doveva subito consigliarsi con Confartigianato, che ha al suo interno tutte le professionalità per valutare insieme all’imprenditore la strada migliore, sia dal punto di vista civilistico che fiscale, oltre a collaborare con avvocati e notai per affrontare le problematiche da ogni punto di osservazione.

2. Il padre avrebbe quindi saputo che la moglie era già proprietaria al 50% delle quote della s.r.l. e, se voleva che l’azienda fosse guidata dal figlio che lui riteneva più capace, avrebbe dovuto necessariamente convincere la moglie a cedere parte delle sue quote, oppure procedere in altro modo (facendo costituire una nuova azienda al figlio, per esempio).

3. Altra possibilità era quella di procedere con i Patti Successori, oppure con un Testamento in cui la sua quota di legittima era di pertinenza del solo figlio maggiore. Bisogna sempre che l’imprenditore si faccia assistere per il “dopo di lui”: molte realtà imprenditoriali vengono p***e proprio per questo motivo.

4. Da ultimo, vi sono le questioni relative alla vendita di quota societaria a un solo dei figli al prezzo nominale: in tal caso, si concretizza in realtà una vendita mista a donazione che potrebbe essere (nel nostro caso per il 30% delle quote) essere oggetto di azione di riduzione da parte degli altri eredi legittimari (moglie e figlio minore). Bisogna sempre procedere con una perizia asseverata per stabilire il reale valore delle quote e, nel caso di problematiche fiscali, si può accedere alla rivalutazione delle stesse.

19/04/2022

In caso di concorso tra coniuge e due figli, al coniuge superstite viene attribuito un terzo dell’eredità e i restanti due terzi equamente divisi tra i due figli e quindi anche a loro viene attribuito un terzo dell’eredità.
Il figlio più grande – forte di avere già di suo il 30% delle quote – riunisce il fratello e la madre per dirgli che avendo lui la maggioranza (in eredità un terzo del 70% + il 30%) vuole tenere una assemblea della società (totalitaria, cioè alla presenza di tutti i soci, in quanto chi poteva convocare le assemblee, cioè l’amministratore unico, è deceduto) per nominarsi quale nuovo amministratore unico.
In realtà – come purtroppo accade molte volte – Tizio e sua moglie si erano sposati prima del 1975. Dal 20 settembre del 1975, la legge (L. 19/05/75 n. 151) stabilisce che quando una coppia si unisce in matrimonio, in mancanza di un’espressione di volontà diversa, venga applicato automaticamente il regime patrimoniale della comunione dei beni, mentre prima di tale legge era l’opposto.
Se i coniugi, dopo il matrimonio, desiderano variare il regime patrimoniale (ossia scegliere la separazione dei beni) potranno provvedervi con atto pubblico davanti a un notaio.
È possibile scegliere il regime di separazione dei beni sia al momento della richiesta di pubblicazioni che in sede di celebrazione del matrimonio comunicandolo, per il matrimonio civile, all’Ufficiale di Stato Civile e, per quello religioso, al sacerdote che dovrà riportarlo nell’Atto del matrimonio.
A coloro che hanno contratto matrimonio prima del 20.09.1975 si applica automaticamente, da tale data, il regime patrimoniale della comunione dei beni.
Conseguentemente, oltre alle tematiche riguardanti la vendita del 30% dal padre al figlio, la vedova aveva già di suo la metà del 70% delle quote del marito defunto – quindi il 35% – oltre a un terzo del rimanente 35%. Pertanto la vedova risulta proprietaria del 46,6% e i due figli dell’11,6% ciascuno.
Quindi la vedova, insieme al figlio minore, hanno la maggioranza con il 57,2% delle quote della s.r.l. e nominano come amministratore unico il figlio minore.


15/04/2022

Iniziamo con l’analisi di un altro caso, sempre pubblicato su FareImpresa.

Quanto il titolare di un’azienda viene a mancare, si aprono problematiche di carattere successorio, di governance aziendale e fiscale, alle quali possono rispondere i professionisti competenti in materia.

La questione:
Una s.r.l. artigiana – fondata nel 1985 – ha come unico socio Tizio, che è un idraulico e anche amministratore unico. Tizio si ammala gravemente e, poco prima di morire, decide di vendere – peraltro al prezzo nominale – il 30% delle quote della s.r.l. al figlio più grande. Tizio muore lasciando la moglie e due figli che tra di loro non erano mai andati d’accordo. La vedova, poi, ha sempre considerato il vero erede del marito il figlio più piccolo, mentre in realtà è quello più grande che ha sempre lavorato a fianco del padre e che ha imparato il mestiere di idraulico ed è riconosciuto anche dai clienti come il continuatore dell’impresa del padre. Tizio muore senza testamento.

08/04/2022

Vi ricordo il sito del mio studio legale dove potrete trovare tutti i servizi che offriamo.
Siamo sempre disponibili per una consulenza tramite gli indirizzi e-mail indicati.

www.bbczstudiolegale.it
Avv. Maurizio C. Borra
Viale del Mercato Nuovo, 71
36100 - Vicenza

05/04/2022

In realtà emergono alcune problematiche:

Occorreva prima di tutto commissionare una Perizia asseverata per stabilire il reale valore della società. Tale perizia serve per due motivi:
a) a livello successorio la perizia permette di comprendere quanto vale esattamente la società e quindi il 51% concesso a Giovanni e, se del caso, effettuare subito delle compensazioni a favore di Silvia;
b) a livello fiscale, volendo nei prossimi anni cedere le quote a terzi, è da valutare l’ipotesi di procedere con la rivalutazione delle quote, al fine di corrispondere imposte sul plusvalore delle quote in misura ridotta.
la donazione di quote non è mai consigliata nel caso in cui si voglia procedere alla cessione delle quote nell’arco di qualche anno perché è un istituto non definitivo che può essere facilmente oggetto di cause successorie. Si doveva stabilire un valore delle quote tramite la suddetta perizia – ed effettuare una compravendita dai genitori ai figli, con determinazione di un prezzo e corresponsione dello stesso.
Il Patto parasociale ha efficacia meramente obbligatoria: ciò significa che in caso di inadempienza si può pretendere un risarcimento dei danni ma non si ottiene dal Giudice la condanna ad eseguire il patto o singole clausole di esso. Il rimedio è inserire le pattuizioni concordate all’interno dello Statuto.
Quando si decide per un passaggio generazionale è buona norma considerare l’intero asse ereditario (società, denari, immobili, etc.). Occorreva quindi procedere con una analisi di tutti i beni cespiti di proprietà dei genitori e decidere già se fosse il caso di procedere con ulteriori atti, quali ad esempio il patto di famiglia o i testamenti dei genitori

01/04/2022

Dal punto di vista successorio occorre tenere presente i due figli hanno i medesimi diritti, ma all’interno dell’azienda svolgono ruoli diversi. Il figlio Giovanni lavora nel reparto produttivo e gestisce le relazioni commerciali con i clienti, mentre la figlia Silvia presiede la parte amministrativa e il marketing. Giovanni pretende di avere il 51% delle quote sociali, perché ritiene di essere il vero erede del padre. Silvia è d’accordo, ma vorrebbe in cambio una somma di denaro oppure un immobile a bilanciare le sue minori quote societarie. I due fratelli non trovano un accordo. Silvia propone di redigere e firmare un patto con cui si stabilisce che le decisioni importanti (come per esempio la vendita dell’azienda o acquisti immobiliari) devono necessariamente essere presi all’unanimità. Giovanni accetta la proposta, rimanendo però sulla posizione di avere il 51% delle quote sociali e, a sua volta, propone alla sorella di assumerla come lavoratore dipendente, essendoci tutti i requisiti di legge per la subordinazione, avendo loro due nuclei famigliari distinti, mentre sarà lui ad assumere il ruolo, certamente più rischioso sia a livello di responsabilità che a livello economico, di amministratore unico. Tutto ciò al fine di pesare correttamente la minore percentuale di possesso della società in capo a Silvia. Formalizzano dunque l’atto di donazione delle quote dai genitori ai figli, con il quale viene donato il 51% a Giovanni e il restante 49% a Silvia, cui viene allegato un patto parasociale per regolare i rapporti interni tra i nuovi soci, come concordato. Successivamente l’intero consiglio di amministrazione esistente, composto da tutti e quattro, si dimette e si svolge una assemblea in cui Giovanni viene nominato amministratore unico e si delibera di assumere Silvia come dipendente.

29/03/2022

Continua la nostra analisi dei casi presi in esame su FareImpresa, nella rubrica seguita dal nostro studio legale BBCZ.
Oggi parliamo di passaggio generazionale: quali aspetti legali prende in esame?

Iniziamo con la presentazione del caso:
Una s.r.l. artigiana ha come soci al 50% ciascuno due coniugi che, essendo diventati anziani, intendono effettuare un ‘passaggio generazionale’ a favore dei due figli, i quali però intendono operare nella società solo qualche anno e poi cedere le quote a terzi.
I temi da affrontare sono di carattere (1) successorio, (2) di governance dell’azienda, (3) fiscale.

25/03/2022

Creare un rapporto di empatia con i miei clienti è sicuramente un elemento fondamentale per me.
Capire il punto di vista di chi ho di fronte e cercare di portarlo a compiere scelte lucide e ponderate, sono dei passaggi indispendabili per compiere un buon lavoro.

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💻www.bbczstudiolegale.it

23/03/2022

[…] Nel frattempo abbiamo ottenuto dal sistema bancario un Stand Still (accordo con le banche di sospensione degli interessi relativi ai crediti avanzati nonchè di non attivazione di azioni esecutive) finalizzato ad un Accordo ex articolo 67 comma II lettera f) LF che preveda essenzialmente la ristrutturazione dell’azienda da attuarsi in 8 – 10 mesi e conseguente pagamento dei debiti bancari attraverso una rateizzazione piu’ lunga dei precedenti mutui corroborata dalla previsione di incassi con un budget di tesoreria mensilizzato che ne garantisca l’effettività e il controllo di tutti i flussi di cassa. Il commercialista ha redatto il Piano finanziario che è stato attestato dal professionista indipendente mentre noi come legali abbiano provveduto alla stesura dell’Accordo con il sistema bancario e alla sottoscrizione dello stesso avanti il Notaio.

Il consiglio:
Nel caso di problematiche con il sistema bancario bisogna subito rivolgersi a professionisti esperti per poter utilizzare al meglio gli strumenti legislativi che consentono di operare in sicurezza e raggiungere gli obbiettivi di poter continuare l’attività aziendale senza fallire ma che sono particolarmente complessi e talvolta troppo costosi per le Micro e Piccole Imprese. Dal 15.11.2021 proprio a tal fine entra in vigore la Composizione Negoziata per la soluzione delle crisi di impresa (Legge 147/2021 – DL 118/2021) con il quale l’imprenditore che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che ne rendono probabile la crisi o l’insolvenza, può chiedere alla Camera di commercio la nomina di un esperto indipendente quando risulta ragionevolmente p***eguibile il risanamento dell’impresa. L’esperto agevola così le trattative tra l’imprenditore, i creditori ed eventuali altri soggetti interessati ottenendo le medesime tutele previste dall’articolo 67 comma II lettera f) LF senza la necessità dell’attestatore.

18/03/2022

Principalmente, occorre che l’azienda delinei una strategia avvalendosi degli strumenti che le attuali normative consentono: nel caso di specie si è utilizzato quello che viene disciplinato dall’articolo 67 comma II lettera d) Legge Fallimentare che prevede che non siano soggetti all’azione revocatoria gli atti, i pagamenti e le garanzie concesse su beni del debitore, purché posti in essere in esecuzione di un piano che appaia idoneo a consentire il risanamento della esposizione debitoria dell’impresa e ad assicurare il riequilibrio della sua situazione finanziaria. Il piano attestato di risanamento è uno strumento con cui il debitore si propone di realizzare i seguenti obiettivi: A) il risanamento della esposizione debitoriadell’impresa; B) il riequilibrio della situazione finanziariadell’impresa.
L’art. 67, comma 2, lett. d), L.F. prevede inoltre che un professionista indipendente, in possesso di alcuni requisiti specifici indicati nella norma, sia designato dal debitore e attesti la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano.
Nel caso di specie noi come legali unitamente ad un commercialista – oltre al professionista indipendente – abbiamo delineato che cosa occorresse per ristrutturare l’azienda (chiusura di una filiale all’estero con contemporanea assunzione di un soggetto che creasse una rete vendita; accorpamento di alcune funzioni in capo a due soggetti con conseguente accordo sindacale per il prepensionamento di quattro dipendenti; revisione del contratto di locazione per ottenere un canone mensile piu’ basso impegnandosi ad aumentarlo nel caso di aumento della reddittività e, comunque, non prima del terzo anno; usufruire di alcune agevolazioni per acquisto macchinari; apertura relazione con nuovo istituto bancario anche grazie all’ottenimento della garanzia da parte del Consorzio Fidi dell’associazione di categoria).

15/03/2022

Passiamo all’analisi del caso precedentemente introdotto, prendendo in esame le problematiche e il fatto in sé.

LA QUESTIONE: Una s.r.l. artigiana ha come soci al 50% ciascuno due coniugi che, essendo diventati anziani, intendono effettuare un ‘passaggio generazionale’ a favore dei due figli, i quali però intendono operare nella società solo qualche anno e poi cedere le quote a terzi.

IL FATTO: Dal punto di vista successorio occorre tenere presente i due figli hanno i medesimi diritti, ma all’interno dell’azienda svolgono ruoli diversi. Giovanni pretende di avere il 51% delle quote sociali, perché ritiene di essere il vero erede del padre. Silvia è d’accordo, ma vorrebbe in cambio una somma di denaro oppure un immobile a bilanciare le sue minori quote societarie. I due fratelli non trovano un accordo. Silvia propone di redigere e firmare un patto con cui si stabilisce che le decisioni importanti (come per esempio la vendita dell’azienda o acquisti immobiliari) devono necessariamente essere presi all’unanimità. Giovanni accetta la proposta, rimanendo però sulla posizione di avere il 51% delle quote sociali e, a sua volta, propone alla sorella di assumerla come lavoratore dipendente, essendoci tutti i requisiti di legge per la subordinazione, avendo loro due nuclei famigliari distinti, mentre sarà lui ad assumere il ruolo di amministratore unico. Tutto ciò al fine di pesare correttamente la minore percentuale di possesso della società in capo a Silvia. Formalizzano dunque l’atto di donazione delle quote dai genitori ai figli, con il quale viene donato il 51% a Giovanni e il restante 49% a Silvia, cui viene allegato un patto parasociale per regolare i rapporti interni tra i nuovi soci, come concordato. Successivamente l’intero consiglio di amministrazione esistente, composto da tutti e quattro, si dimette e si svolge una assemblea in cui Giovanni viene nominato amministratore unico e si delibera di assumere Silvia come dipendente.

11/03/2022

Recentemente, su FareImpresa sono usciti delle analisi di casi da parte del nostro studio legale BBCZ.
Oggi, vorrei iniziare a condividere con voi il caso del rischio di insolvenza e gli strumenti per prevenirlo:
Le potenziali situazioni di insolvenza possono derivare da svariati fattori, tra cui senz’altro ha un ruolo importante una attenta gestione finanziaria e un corretto rapporto con la banca.
Confartigianato assiste le imprese in via preventiva per individuare gli strumenti di gestione adatti e monitorare l’andamento economico, patrimoniale e finanziario in modo costante e professionale, prima ancora di adire a procedure di risoluzione della crisi. Si rimanda a tal proposito al numero di settembre di Fare Impresa di settembre.

Un’azienda in regola con il pagamento delle incombenze tributarie e che non ha debiti con i fornitori ha però subito un decremento del fatturato a causa delle chiusure dovute al periodo di lockdown. Ha usufruito del periodo di sospensione del pagamento delle rate di mutuo ma al termine di tale periodo si è trovata nelle condizioni di non poter più sostenere il pagamento di tali rate nell’entità mensile dovuta.
Come spesso accade le aziende entrano in difficoltà o, addirittura, falliscono non per mancanza di clienti o per un prodotto scarso ma per problemi di liquidità non avendo più, nella maggior parte dei casi, accesso al sistema bancario o avendolo limitato rispetto alle necessità di tesoreria mensili (pagamento dei costi mensili avendo però clienti che mediamente saldano il dovuto a 60 – 90 – 120 giorni fine mese data fattura). Allora come fare?

08/03/2022

Continua la nostra analisi dei punti fondamentali per impostare un adeguato sistema di pianificazione e controllo.

C – Budget
La predisposizione di un budget è un’operazione che consente all’imprenditore di visualizzare il bilancio dell’anno successivo. Una adeguata analisi del contesto, sia interno sia esterno all’azienda permette di avere informazioni utili a formulare delle ipotesi previsionali. I ricavi sono la variabile più complessa da stimare, tuttavia si può cominciare facendo l’ipotesi di un esercizio corrente in linea con quello precedente. Dal lato dei costi ce ne saranno alcuni nuovi e altri che non si ripeteranno (manutenzioni straordinarie, leasing in scadenza ecc.).

D – Analisi degli scostamenti
Se fare il budget equivale a tracciare una rotta, l’analisi degli scostamenti significa misurare le differenze tra quanto ipotizzato e ciò che è realmente successo, per rilevare se la rotta tracciata è quella giusta o servono aggiustamenti in corsa per raggiungere gli obiettivi prefissati.
La pianificazione riguarda il futuro di medio-lungo periodo (attraverso i piani strategici) e di breve periodo (con il budget ed altri preventivi annuali e infra-annuali), mentre il controllo di gestione in senso stretto si riferisce alla misurazione e al monitoraggio dei risultati effettivi della gestione, man mano che questi si manifestano. Questi due sub-sistemi sono necessari e inscindibili. In caso contrario, la piena consapevolezza del “generale andamento della gestione” e della “sua prevedibile evoluzione”, richiesta dalle norme prima citate, sarebbe seriamente compromessa.
Non sempre, specialmente nelle PMI, si dispone internamente delle risorse e delle competenze necessarie per implementare una adeguato assetto organizzativo amministrativo e contabile. In tale contesto diventa determinante la figura del consulente, che deve supportare l’azienda nell’implementazione di un efficiente sistema di pianificazione e controllo.

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