Dott. Christian Spinelli - Psicologo Psicoterapeuta Bari

Psicologo iscritto all'Albo della Regione Puglia n° 2447, specializzato in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale ed esperto in Neuropsicologia

Servizi offerti: sostegno psicologico, psicoterapia, diagnosi e riabilitazione neuropsicologica rivolta ad adolescenti, adulti ed anziani. Mi occupo di disturbi d'ansia e dell'umore, disfunzioni sessuali, disturbi di personalità, problematiche e disagi adolescenziali, deficit cognitivi e demenze. Per approfondimenti sulla mia persona, sul mio orientamento terapeutico e formazione, vi invito a consultare il mio sito web.

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli 11/07/2024

"Ci sono solo due giorni all'anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l'altro si chiama domani, perché oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere"
D.L.

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli Ci sono solo due giorni all'anno in cui non puoi fare niente...

Come il dolore emotivo può essere peggiore di quello fisico 07/06/2024

Siamo inclini a monitorare il nostro corpo e la salute fisica molto più di quanto si faccia con la salute emotiva.
Se può essere comune svolgere controlli fisici annuali, l’idea di effettuare un “controllo psicologico” è del tutto estranea, se non considerata inutile.
Eppure, a meno che non si tratti di gravi lesioni o serie malattie, il dolore emotivo può avere conseguenze sulla propria esistenza ben più importanti di quanto non faccia il dolore fisico.
Non è un caso che i ricordi siano in grado di riattivare la sofferenza psicologica e non, invece, il dolore fisico.
Oppure che ci siano persone che usano il dolore fisico per distrarsi da quello emotivo, cosa impossibile al contrario.
La salute psicologica non è forse tanto importante quanto quella fisica?

Come il dolore emotivo può essere peggiore di quello fisico Il dolore emotivo può avere conseguenze sulla propria esistenza ben più importanti di quanto non faccia il dolore fisico. Come mai?

09/03/2024

.Rallenta quando è necessario.

Qualora foste colpiti da una br**ta influenza, che cosa fareste?
Ci concederemmo un periodo di convalescenza e non pretenderemmo troppo da noi stessi durante il periodo di guarigione.

Similmente, se soffrite di dolori cronici, tipo gravi problemi alla schiena, probabilmente vi concedereste un periodo di riposo per le vostre condizioni fisiche, non alzando oggetti pesanti, evitando di stare seduti per ore nella stessa posizione, scegliendo con cura una gamma di esercizi dolci per la schiena.
Con tutta probabilità fareste molta più attenzione a quegli accorgimenti che vi aiutano ad alleviare il dolore, ed evitereste tutto ciò che può farlo peggiorare.

Perché non facciamo lo stesso quando proviamo del dolore emotivo?
Le sofferenze emotive e sociali sono processate da alcune delle stesse regioni del cervello che processano quelle fisiche.

I sintomi della depressione: manifestazioni emotive, cognitive, comportamentali, motivazionali e fisiologiche 26/01/2024

Quando si pensa alla depressione viene subito in mente l’immagine di una persona triste e flemmatica, la cui espressività facciale appare scarsa, poco mutevole e spenta.
Tuttavia, la sintomatologia della depressione non si riduce all’umore o ad una generico senso di svogliatezza.
E’ molto eterogenea e può abbracciare diverse aree di funzionamento, alcune delle quali apparentemente poco significative, ma capaci di alimentare in modo marcato i circoli viziosi che mantengono e intensificano il disturbo.
Si pensi al vissuto di vergogna, alle alterazioni nel recupero esplicito dei ricordi, al vacillare continuamente quando va presa una decisione o alla stanchezza, per fare qualche esempio.
La multidimensionalità sintomatologica varia da persona a persona e risulta fondamentale per valutare il giusto target su cui focalizzare l’inizio di un trattamento e monitorarne il relativo miglioramento.

I sintomi della depressione: manifestazioni emotive, cognitive, comportamentali, motivazionali e fisiologiche La depressione può esprimersi con una sintomatologia eterogenea che abbraccia la sfera emotiva ed anche quella cognitiva, comportamentale, motivazionale e fisiologica. Entriamo nel dettaglio di ogni suo sintomo.

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli 22/12/2023

“Alla fine ci si rende conto che le piccole cose sono sempre le più importanti.
Le conversazioni alle tre del mattino, i sorrisi spontanei, le foto disastrose che fanno ridere a crepapelle, le poesie lunghe dieci parole che ti fanno scorrere una lacrima.
I libri che nessun altro conosce e che diventano i nostri preferiti, un fiore tra i capelli, un caffè bevuto da soli…
Questo è ciò che vale davvero la pena, le piccole cose che scatenano emozioni gigantesche”

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli Alla fine ci si rende conto che le piccole cose sono sempre le più importanti. Le conversazioni alle tre del mattino...

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli 06/10/2023

"Finché continuiamo a cercare di sfuggire a noi stessi e al nostro dolore, non possiamo guarire.
Più ci dibattiamo e cerchiamo altre vie di scampo, più peggioriamo.
Alla fine, scopriamo che le nostre soluzioni sono diventate i nostri problemi più gravi...
bramando disperatamente un sollievo e non trovandone alcuno, a volte arriviamo sull'orlo della follia"
R. Norwood

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli Finché continuiamo a cercare di sfuggire a noi stessi e al nostro dolore...

21/07/2023

“Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana.
Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare.
La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda.
Un po’ più di quanto la rana non apprezzi.
Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa.
L’acqua adesso è davvero troppo calda.
La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla.
Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce, semplicemente, morta bollita.
Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.”
Noam Chomsky

Ad aver ucciso la rana non è stata l’acqua bollente, ma la sua incapacità di decidere “quando” saltare.

Un cambiamento molto lento, da essere poco percettibile, sfugge alla consapevolezza e porta ad affrontare le situazioni passivamente, subendole in modo remissivo e deresponsabilizzandosi di fronte alle scelte della vita.

Questo principio metaforico, che può essere applicato a diverse realtà, invita a riflettere su come le persone possono essere così spaventate da quel cambiamento che le metterebbe chiaramente in gioco, da preferire situazioni scomode o di stallo piuttosto che rischiare e…saltare.
Invita a smettere di vivere passivamente situazioni silenziosamente logoranti, relazioni subdolamente tossiche, contesti velatamente degradanti secondo quell’idea del “non è che poi sto così male, alla fine va bene così”.

Accomodarsi spesso al contesto ed agli altri, allineandosi alle sue richieste ed ai loro bisogni, anche quando sono contro i nostri valori, quelli che ci definirebbero e che ci fanno capire cosa per noi sarebbe davvero importante, porta solo ad una morte interiore e ad una vita che fondamentalmente non ci appartiene.

Non è forse il caso di saltare?

01/06/2023

Spesso mi vien detto dai pazienti che a causa dell’ansia “non se la sentono di” o “non sono capaci di”, convinti di dover prima essere “forti” e non provare “più angoscia” per fare scelte e poter affrontare situazioni che hanno sino a quel momento evitato.

Per quanto un simil pensiero sia comprensibile, credo sia una delle convinzioni imprigionanti più ingannevoli che possano esserci (dannate relazioni arbitrarie verbalmente costruite direbbe qualcuno).

Ma la soluzione (almeno in parte) non risiede nell’annullamento dell’ansia per spingersi poi all’azione, bensì in una sua iniziale e naturale accettazione.
Facile a dirsi si può pensare. Eppure lo si sa anche fare, concretamente, ma non sempre lo si riconosce.

Mi piace usare l’esempio della guida, apparentemente banale, però chiaro e che va dritto al punto.
Tutti noi, o almeno quasi tutti, la prima volta che ci siamo trovati a guidare da soli, magari in tangenziale o in mezzo ad un fitto traffico, abbiamo provato ansia, una certa quota di ansia.
Se avessimo aspettato di avere ansia zero prima di prendere la macchina, oggi semplicemente non staremmo alla guida, o forse ci saremmo fatti sezionare qualche pezzo di amigdala.

E invece che abbiamo fatto?
Abbiamo guidato con essa, l’abbiamo considerata normale.
Fastidiosa, spiacevole, ma normale sin quando è diventata un’eco che non abbiamo più avvertito.
L’ansia è stata, per un pò, il nostro naturale passeggero, la nostra compagna di viaggio.

E nel tempo, averla accolta, ci ha fatto fare tante bellissime scoperte.

- Che siamo capaci di aumentare pian piano la sua soglia di tollerabilità: ma guarda un pò, da non riuscire a sopportare un minimo di ansia ora riesco a stare in situazioni che me la fanno provare pure più intensamente e rimango vivo! Ed io che prima mi agitavo per delle sciocchezze!

- Che le previsioni catastrofiche che formuliamo non è detto che si verifichino: ma quante curiose sfumature ci possono essere!

- Che abbiamo e possiamo costruire un ventaglio di risorse di cui non eravamo consapevoli: non sono così incapace di affrontare la realtà, me la cavo nel gestire le cose anche quando non vanno totalmente nel modo giusto, o addirittura (caspita!) sono proprio bravo ad affrontare una situazione, chi se lo aspettava!

E questo, a pensarci bene, varrebbe per tutto, anche in quella dimensione così intricata che sono le relazioni, i legami.
Certo, seppur con maggiore complessità.

Spaventati dall’idea di non riuscire a sopportare il dolore e l’angoscia, si rimane in relazioni ormai consumate, lentamente castranti, persino umilianti.
E magari ci si racconta la storiella che, alla fin fine, va tutto bene, che si tratta di “amore”.
La volpe e l’uva.

Ma quel dolore e quella angoscia da cui apparentemente ci si è protetti, nel tempo continuano a vibrare, rivoli di acqua che si infiltrano silenziosamente nelle crepe di un Sé che o arriva ad esplodere o finisce per indossare un vestito che non gli appartiene, facendoselo piacere.
Lo schema, il vecchio schema che ha vinto.

Ne vale davvero la pena lasciare appese le chiavi e far finta di apprezzare una macchina che rimarrà perennemente parcheggiata?
Ma davvero ne vale la pena?

Trovare e arrivare a “sentire dentro la pelle” la giusta risposta, non solo capirla, è una di quelle ardue, talvolta sfiancanti, sfide del lavoro terapeutico.

Emozioni primarie e secondarie: cosa sono e a cosa servono 17/05/2023

“Chiunque sa cosa sia un’emozione, finché non gli si chiede di definirla” (Fehr, Russell)

Le emozioni sono un argomento che ha da sempre occupato un vasto campo di interesse e di studio, nell’ambito del quale si è assistito alla formulazione di numerose teorie.
Nel pensiero comune esse vengono concepite come reazioni irrazionali che rimandano a forze incontrollabili che disgregano il comportamento.
In realtà non è proprio così.

Le emozioni hanno molteplici funzioni e rappresentano una conquista evolutiva di estrema importanza per l’adattamento dell’individuo.
Ai curiosi (e non solo)…buona lettura ;)

Emozioni primarie e secondarie: cosa sono e a cosa servono Le emozioni sono sistemi complessi con molteplici componenti che vengono attivate insieme. Esse sono fondamentali per l'adattamento dell'individuo, garantendo il suo funzionamento personale e sociale. Scopriamo quali sono e a cosa servono.

13/04/2023

Nessuna tecnica, intervento o strumento specifico, per quanto testati scientificamente, andrebbero considerati ciecamente efficaci per chiunque.
Questo vale per ogni settore e penso, ancor di più, quando si lavora con e sull’uomo.

Uno dei fondamenti più importanti che ho imparato in anni di formazione e soprattutto di pratica clinica è l’imprescindibilità della conoscenza dello stato mentale del paziente, di quel paziente, per l’applicazione del corretto intervento e del corretto strumento, nel momento giusto e nel modo giusto, per lui.
Il razionale del trattamento.

Alcune volte rimango colpito dalla facilità con cui certe persone, che siano colleghi nel settore o meno, avanzano soluzioni o spiegazioni confezionate per questo o quel problema.
Come ad un esame, ma uno di quegli esami dove è sufficiente riportare la pappardella del manuale senza particolare discernimento su di un problema specifico.
O peggio, dare per scontato che quello che ha funzionato per se stessi, funzionerà pure per l’altro.

Invece mi accade spesso che accanto alla risposta mi sorgono dubbi e domande:
“si può usare questo ma dipende da…”, “potrebbe accadere che…”, “è pur vero che una possibile reazione…”, “ e se…?”, “si può provare ma va monitorato perché…”

Dubbi e domande che alla fin fine mi sussurrano e confermano che se non conosco la persona, se non comprendo il suo funzionamento mentale, non sento di poter permettermi di decretare cosa sia utile per lei, di poter formulare spiegazioni causali, se non per una via genuinamente ipotetica.

Nel tempo ho imparato a dar meno peso alla possibile delusione altrui per quella mancata risposta, secca e impacchettata, magari esteticamente affascinante, ma funzionalmente inutile, almeno per me mentre ho in testa l’altro.

E ho imparato a dire senza fronzoli: “e che ne so, non conosco il suo stato mentale! Se puoi descrivermelo in qualche modo o se potessi conoscerlo, ipotizziamo qualcosa di sensato”.

Ecco, il punto è proprio questo: la conoscenza e il nostro bagaglio di splendidi attrezzi sbatteranno contro un muro se prima non ci sintonizziamo con il mondo interno di chi vorremmo aiutare.

A noi, dunque, la scelta: se faticosamente nuotare nel fango e sporcarci col paziente per risalire insieme, oppure offrire “quell’antinfiammatorio” che forse funzionerà per un po' e senza sapere esattamente il perché o che forse…semplicemente non funzionerà.

17/03/2023

.Quando si parla di accettazione molti storcono il naso perché pensano ad un atteggiamento di passiva tolleranza di una condizione.
Ma l'accettazione è tutt’altro.
Non significa approvare uno status quo, non è una resa.
Accettare significa rinunciare a cambiare quello che non si può cambiare o quello che non ci conviene cambiare per investire su tutto ciò che, invece, è in nostro potere.
In questo il concetto di accettazione è strettamente legato a quello di cambiamento.
Quando io accetto mi sto aprendo al cambiamento, alla mie azioni edificanti.

Affrontare e gestire l'ansia 10/03/2023

Provare ansia è normale, tutte le persone la esperiscono per svariati motivi.
Tuttavia c’è chi prova un’ansia più problematica, quell’ansia capace di determinare un disagio costante sino a compromettere la propria vita.

I consigli che seguono non hanno la pretesa di guarire un disturbo d’ansia, per il quale rimane l’indicazione di collaborare con un professionista, ma possono rappresentare dei suggerimenti utili a contrastare alcuni processi di mantenimento che ingigantiscono il problema.

Chiunque prova ansia, la differenza tra chi ne viene travolto e chi no risiede nel modo in cui la si affronta e la si gestisce.

Affrontare e gestire l'ansia Alcune persone provano un’ansia problematica, capace di compromettere pesantemente la qualità vita. Vediamo come gestire e ridurre quest'ansia invalidante.

Miti e pregiudizi sulla depressione: conoscerli per superarli 26/01/2023

La depressione rappresenta una delle più comuni patologie mentali al mondo.
Secondo l’OMS diventerà una delle cause principali di assenteismo dal lavoro e sarà la malattia cronica più diffusa.
Tuttavia permangono molti miti e pregiudizi che ostacolano la ricerca di aiuto e l’inizio di un trattamento.
Alcuni dei tanti, e tra i più sentiti, fanno passare la depressione come una condizione dalla quale se ne può uscire semplicemente con un “po' di forza di volontà” , tenendosi “occupati in qualcosa” o, ancora, vedendo il bicchiere “mezzo pieno”.
Questo, però, non basta.
Conoscere tali pregiudizi è importante per la corretta gestione della malattia e restituire dignità a chi ne soffre.

Miti e pregiudizi sulla depressione: conoscerli per superarli Ci sono ancora molti miti e pregiudizi sulla depressione che ostacolano la ricerca di aiuto e l’inizio di un trattamento. Conoscerli è importante per la corretta gestione della malattia e restituire dignità a chi ne soffre.

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli 28/12/2022

"Quando siamo davvero noi stessi tante persone si allontanano,
ma questo crea lo spazio necessario affinché le persone giuste possano arrivare"
H. Hesse

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli Quando siamo davvero noi stessi tante persone si allontanano, ma questo crea...

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli 16/11/2022

"Il mondo è sterminato e iridescente.
Siamo immersi nel suo mistero e nella sua bellezza, e oltre la collina ci sono territori ancora inesplorati.
L’incertezza in cui siamo immersi, la nostra precarietà, sospesa sull’abisso dell’immensità di ciò che non sappiamo, non rende la vita insensata: la rende preziosa"
C. Rovelli

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli Il mondo è sterminato e iridescente. Siamo immersi nel suo mistero e nella sua bellezza, e oltre la collina...

Suicidio: cause, trattamento e prevenzione 25/10/2022

Secondo un recente rapporto mondiale dell’OMS, il suicidio rappresenta una delle principali cause di morte nel mondo.
Quando si parla di suicidio viene da pensare subito alla depressione, spiegando sommariamente tale atto come la conseguenza di uno stato di disperazione.
Eppure si tratta di un fenomeno molto complesso, la cui eziologia è difficile e multifattoriale tale da rendere spesso vano l’intervento univoco.
Proprio questa sua complessità richiede doverosamente un’attenta analisi ed un’articolata lettura per pianificare strategie di intervento efficaci.
Insieme alle cause psicologiche vanno prese in considerazione quelle socio-culturali, economiche e politiche.
Fondamentale, inoltre, è il problema di accesso alle cure: il personale esiguo, la scarsità dei servizi e delle risorse finanziare aumentano il rischio di lasciare escluse molte persone da ogni forma di trattamento.
Così come non meno importante è la garanzia di un’assistenza continuativa di tipo comunitario in quanto se l’accesso al pronto soccorso può da un lato prevenire la morte per suicidio, dall’altro non protegge dal rischio di tentati suicidi futuri.
Infatti, le settimane successive alla dimissione dal ricovero psichiatrico sono il periodo di maggior rischio di suicidio.

Suicidio: cause, trattamento e prevenzione Il suicidio rappresenta una delle principali cause di morte nel mondo. E' un fenomeno complesso le cui cause sono multifattoriali e che richiede un intervento integrato su livelli individuali, sociali e ambientali.

16/09/2022

Una riflessione umanissima sul ruolo di noi psicoterapeuti.
Piccoli frammenti non li condivido appieno, ma rappresenta in toto una ricca occasione di raccoglimento per fare sempre del nostro meglio.

"Il buffo decalogo del lavoro di psicoterapeuta" - di Roberto Lorenzini.

1. Ascoltate il paziente, mettetevi nei suoi panni, sentite quello che lui sente.

2. Esprimetegli solidarietà sulla sua sofferenza, va presa sul serio; anche se per voi è una sciocchezza lui ci soffre.

3. Dimenticatevi di voi, non state a osservare se state facendo bene o male (lo farete semmai dopo), pensate a lui, al suo modo di causarsi sofferenza.

4. Cercate di capire non solo quello che dice, ma soprattutto il punto di vista dal quale lo dice: è questo che lui spesso ignora.

5. Cercate di capire qual è il suo progetto esistenziale, gli scopi terminali, le cose per lui irrinunciabili e poi ditegli quanto avete capito, pronti a cambiare idea, a raddrizzarla o buttarla nel cestino se lui non è d’accordo.
E allora cercatene insieme un’altra: lui ne sa di se stesso più di voi e occorre essere d’accordo.

6. Dategli la mano per esplorare scenari diversi con il vostro aiuto, spiegandogli che non necessariamente quello che ha creduto fino a quel momento è vero o utile per lui.
Criticate il modo in cui se lo è messo in testa e fategli sperimentare alternative.

7. Vogliategli bene, nel senso più pieno del termine.
Si può aiutare solo se vogliamo il bene della persona che abbiamo di fronte e se crediamo che possa farcela.
Se non adottiamo i suoi scopi o se pensiamo che non ce la farà diventiamo iatrogeni.
Non è una colpa ma bisogna passare la mano.

8. Non vi preoccupate di voi (se il punto 7 è rispettato), male non potete farne.
Siamo molto più ininfluenti di quanto pensiamo.
Fra qualche anno le nostre colpe minute, i nostri minuscoli successi, i libri scritti, le cattedre conquistate, i soldi fatti saranno del tutto cancellati.
Se qualcosa resterà sarà solo nella memoria delle persone che abbiamo amato, e anche questa per poco.
Non prendiamoci troppo sul serio!

9. Non vi preoccupate delle diagnosi, ma delle persone che avete di fronte, guardate alla loro originalità e ricchezza e non solo a quello che non funziona.
Pensate che il loro modo di essere è la soluzione più creativa che hanno trovato per sopravvivere: andrebbe protetta e valorizzata come espressione dell’adattabilità genetica e culturale dell’essere umano.

10. Fatevi curare dai vostri pazienti, perché le emozioni che vi suscitano vi danno continuamente degli stimoli per la riflessione su di voi e una spinta verso il cambiamento.

28/07/2022

.prospettive.

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli 24/06/2022

"Un fallimento non è sempre uno sbaglio; potrebbe semplicemente essere il meglio che uno possa fare in certe circostanze.
Il vero sbaglio è smettere di provare"
Burrhus F. Skinner

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli Un fallimento non è sempre uno sbaglio...

Cos'è la rabbia e come gestirla 09/06/2022

“Chiunque può arrabbiarsi: questo è facile. Ma arrabbiarsi con la persona giusta, e nel grado giusto, e al momento giusto, e per lo scopo giusto, e nel modo giusto: questo non è nelle possibilità di chiunque e non è facile”.

La rabbia è un’emozione universale, si esprime in diverse modalità ed ha precisi significati. E’ un’emozione adattiva ed utile alla sopravvivenza dell’individuo.
Quando, però, risulta cronica e incontrollata può diventare distruttiva e problematica per sé, per gli altri ed assumere caratteri psicopatologici.
Vediamo come gestire al meglio nella quotidianità questa emozione fondamentale.

Cos'è la rabbia e come gestirla La rabbia è un'emozione universale utile alla sopravvivenza dell'individuo. Quando, però, cronica e incontrollata diventa distruttiva e problematica per sé e gli altri. Come poter gestire la rabbia patologica?

14/05/2022

“Lo scopo dell'apprendimento è la crescita, e le nostre menti, a differenza dei nostri corpi, possono continuare a crescere mentre noi continuiamo a vivere”

Aiutare una persona depressa 29/03/2022

Cogliere i sintomi della depressione non sempre è facile, così come si può incorrere nell’errore opposto di patologizzare una fase di tristezza normale e transitoria.
Sebbene non tutti presentino i medesimi sintomi e con la stessa intensità, si può far caso a dei segnali rivelatori a partire dai quali cercare di approfondire la condizione psicologica di un proprio familiare o di un caro amico.
Questi segnali, se presenti, non sono degli indici assoluti e certi di depressione, ma vanno interpretati contestualizzandoli al funzionamento che tipicamente caratterizza quella persona.
Anche se spesso è necessario l’intervento di una figura competente, tutti noi possiamo comunque contribuire ad offrire un valido sostegno, se fatto nel modo giusto.

Aiutare una persona depressa Come possiamo aiutare una persona depressa? Non tutti presentano i medesimi sintomi, tuttavia vi sono dei segnali con cui approfondire la condizione psicologica di un proprio familiare o di un caro amico. Se fatto nel modo giusto, tutti noi possiamo comunque contribuire ad offrire un valido.

12/03/2022

🌻

Quando dietro l'amore si nasconde la dipendenza: la "love addiction" 12/02/2022

Un sano rapporto di amore è un’esperienza unica ed importante, funzionale nel favorire la costruzione del legame e di intimità con un partner “speciale”.
Nel caso della “love addiction” (termine inglese per definire la “dipendenza affettiva”) la relazione diventa esasperante, insoddisfacente ed agitata. L’amore e la sessualità evolvono in dinamiche distruttive e compulsive.
La dipendenza affettiva diventa vera e propria dipendenza in quanto non si riesce a rinunciare all’oggetto amato pretendendo dosi di presenza o vicinanza sempre maggiori.
E’, tuttavia, possibile superarla.

Quando dietro l'amore si nasconde la dipendenza: la "love addiction" La “love addiction” è termine inglese adoperato per definire la “dipendenza affettiva”. Essa rende una relazione ansiosa, insoddisfacente ed agitata.

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli 25/01/2022

"Non importa quanto possa apparire triste o minacciosa una situazione, non ci possiede interamente.
Non può toglierci la nostra libertà di risposta, il nostro potere di agire"
R. Carroll

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli Non importa quanto possa apparire triste o minacciosa una situazione, non ci possiede interamente...

Superare la depressione con l'attivazione comportamentale 24/09/2021

Alcuni dei sintomi con cui si manifesta la depressione sono i cosiddetti sintomi “overt”, ovvero comportamenti manifesti quali ritiro sociale, evitamenti, passività e inattività.
Per quanto a breve termine essi garantiscano un piccolo sollievo dalle fonti di stress, a lungo termine mantengono ed alimentano lo stato depressivo.
Ad esempio, il ritiro sociale riduce la probabilità di trovare esperienze rinforzanti positivamente ed aumenta lo scoraggiamento, con esso la passività, il pessimismo ed ancora l’umore depresso.
Diverse ricerche suggeriscono che l’attivazione comportamentale, correttamente pianificata, sia un fattore efficace nel ridurre i sintomi overt del disturbo.
Allo stesso tempo la modificazione del comportamento non rimane un fine in se stesso, ma diventa un mezzo per il cambiamento cognitivo: pensieri ed emozioni negative cambiano successivamente ad esperienze positive, il senso di gratificazione e di realizzazione aumentano.
Tutto sta, dunque, nell’iniziare.
Attiviamoci!

Superare la depressione con l'attivazione comportamentale E' possibile curare i sintomi della depressione mediante l'attivazione comportamentale: una tecnica capace di migliorare il livello di funzionamento, di contrastare la ruminazione, cambiare i pensieri negativi e migliorare l'umore. In cosa consiste e come metterla in pratica?

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli 03/08/2021

“I pescatori sanno che il mare è pericoloso e le tempeste terribili,
ma non hanno mai considerato quei pericoli ragioni sufficienti per rimanere a terra”
V. V. Gogh

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli I pescatori sanno che il mare è pericoloso e le tempeste terribili, ma non hanno mai considerato quei pericoli...

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli 02/07/2021

Stai iniziando un viaggio verso una bella montagna che puoi vedere chiaramente in lontananza.
Non appena cominci l’escursione, entri in una palude che si estende in varie direzioni.

Dici a te stesso: ”Cavolo, non mi ero reso conto che avrei attraversato una palude!
Tutto è puzzolente, il fango appiccicoso che mi entra nelle scarpe. E’ pure difficile sollevare i piedi e camminare. Sono bagnato, stanco.
Ma perché nessuno mi ha parlato di questa palude?”

Quando ciò accade, hai una scelta:
abbandonare il viaggio e non proseguire per la tua direzione o entrare nella palude.

La vita è così.
Entriamo nella palude, non perché ci piace diventare fangosi e puzzolenti, ma perché si frappone tra noi e dove per noi è importante andare.

Riflessioni in pillole - Dott. Christian Spinelli Stai iniziando un viaggio verso una bella montagna che puoi vedere chiaramente in lontananza. Non appena cominci l’escursione...

La regolazione emotiva: un fondamento del benessere psicofisico e sociale 16/06/2021

La capacità di regolare le emozioni rappresenta uno dei fattori più importanti per il mantenimento del benessere psicologico.
Le strategie che l’uomo attua per cercare di ridurre gli stati emotivi spiacevoli ed aumentare quelli considerati “positivi” sono molteplici: dalla semplice distrazione al concentrarsi su qualcosa, dall’evitamento di situazioni e persone alla riattribuzione di significati agli eventi, sino all’alterazione di sensazioni fisiche con sbornie, allenamenti o pratiche di rilassamento.
Queste modalità, se usate impropriamente, possono avere conseguenze problematiche: isolamento sociale, comportamenti compulsivi, condotte di abuso, veri e propri atti autolesionistici.
Diversi studi hanno evidenziato che deficit di regolazione emotiva correlano con la psicopatologia.
Allo stesso tempo, però, suggeriscono che non vi sono strategie “giuste” o “sbagliate” in sé, bensì è l’uso flessibile di esse a costituire un sano processo di modulazione.
Tale capacità è un requisito fondamentale, dunque, che consente di riconoscere, elaborare e gestire in modo funzionale quelle risorse preziose per la costruzione del benessere bio-psico-sociale: le emozioni.

La regolazione emotiva: un fondamento del benessere psicofisico e sociale La capacità di regolare le emozioni è un fattore importante per il benessere psicologico. Non vi sono strategie giuste o sbagliate in sé, ma è l’uso flessibile di esse a costituire un sano processo di modulazione delle emozioni.

Vuoi che la tua studio sia il Clinica più quotato a Bari?
Clicca qui per richiedere la tua inserzione sponsorizzata.

Our Story

Servizi offerti: sostegno psicologico, psicoterapia, diagnosi e riabilitazione neuropsicologica rivolta ad adolescenti, adulti ed anziani.

Mi occupo di disturbi d'ansia e dell'umore, disfunzioni sessuali, disturbi di personalità, problematiche e disagi adolescenziali, deficit cognitivi e demenze.

Per approfondimenti sulla mia persona, sul mio orientamento terapeutico e formazione, vi invito a consultare il mio sito web www.psicologospinelli.it

Digitare

Telefono

Indirizzo


Via Amendola 195/E
Bari
70126

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 21:00
Martedì 09:00 - 21:00
Mercoledì 09:00 - 21:00
Giovedì 09:00 - 21:00
Venerdì 09:00 - 21:00

Altro Psicologia Bari (vedi tutte)
Level App Level App
Corso Alcide De Gasperi, 419
Bari, 70125

Siamo un'équipe multidisciplinare specializzata nella valutazione e nell'intervento dei Disturbi del Neurosviluppo, Consulenze e Interventi ABA, Parent Training, Psicoterapia, Supp...

Dott.ssa Teresa Claudia Pennacchio Psicologa Dott.ssa Teresa Claudia Pennacchio Psicologa
Bari, 70010

Trattamento del disagio, prevenzione e promozione del benessere psicologico. Valutazione e riabilitazione delle funzioni cognitive. Psicologa, in corso di Specializzazione in Psic...

Dott. Paolo Di San Diego - Psicologo Dott. Paolo Di San Diego - Psicologo
Via Antonio E Nicola Sorrentino, N 6
Bari, 70125

Psicologo Clinico Psicoterapeuta in formazione presso l'istituto CHANGE - SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE

Psicologa Alessandra Caravella - Bari Psicologa Alessandra Caravella - Bari
Via Pietro Ravanas 314
Bari, 70123

Mi occupo di ansia, attacchi di panico, depressione e stress. Lavoro con la meditazione e la Mindful

Psicologa Laforgia Psicologa Laforgia
Viale Paolo Borsellino E Giovanni Falcone 2
Bari

Sono la Dottoressa Alessia Laforgia, psicologa e psicoterapeuta a Bari. Sono iscritta all’Albo deg

Psicologa Psicoterapeuta Dott.ssa Maria Carucci Psicologa Psicoterapeuta Dott.ssa Maria Carucci
Via Giulio Petroni, 37
Bari, 70124

Psicologa Clinica,Psicoterapeuta Cognitivo Post-Razionalista. Percorsi individuali e di coppia.

Antonella Fanizza Psicologa Antonella Fanizza Psicologa
Via Principe Amedeo, 7
Bari, 70121

Psicologa Master in Neuropsicologia Clinica Specializzanda in Psicoterapia Psicoanalitica Mi occupo

Dr.ssa Ivana Tarricone-Psicoterapeuta cognitivo comportamentale Dr.ssa Ivana Tarricone-Psicoterapeuta cognitivo comportamentale
Bari, 70100

Psicologa - Psicoterapeuta cognitivo comportamentale.

Dott.ssa Alessandra Rutigliano Psicologa Dott.ssa Alessandra Rutigliano Psicologa
Bari

Psicologa Clinica - n.6743 - Bari EMDR 1^ e 2^ Livello. Psicoterapeuta in formazione.

Psicologia Bari Psicologia Bari
Bari

Psicologhe esperte in Neuropsicologia Clinica e Psicologia, specializzante in Psicoterapia

Centro Clinico Adolesco Psicologia e Psicoterapia Età Evolutiva e Famiglia Centro Clinico Adolesco Psicologia e Psicoterapia Età Evolutiva e Famiglia
Corso Vittorio Emanuele 143
Bari, 70122

Uno spazio di ascolto e cura rivolto ai bambini, agli adolescenti, ai genitori, alle famiglie. Il centro clinico ADOLESCO nasce dall'unione di professionisti che operano in diversi...

Dott.ssa Annalisa Ritucci - Psicologa Psicoterapeuta Bari e Foggia Dott.ssa Annalisa Ritucci - Psicologa Psicoterapeuta Bari e Foggia
Via Gaetano Latilla
Bari, 70122

Psicologa clinica specializzata in Psicoterapia ad indirizzo cognitivo-comportamentale e perfezionata in Schema Therapy, nel Mentalization-Based Treatment e nella tecnica E.M.D.R. ...