Valentina Miozzo psicologa

Psicologa clinica iscritta all'ordine degli Psicologi Regione Liguria -n.3153-
Svolgo attività di p Sono disponibile per sedute in presenza oppure online.

Il mio approccio è centrato sulla persona, integrato e molto pratico,
rivolto ad incrementare il benessere individuale, famigliare e sociale. Il mio ascolto totalmente privo di giudizio rispetterà la vostra unicità e darà attenzione agli obiettivi a breve e lungo termine, favorendo una buona alleanza in cui poter individuare le risorse che, ritrovate e potenziate, consentiranno di superare gli ost

Photos from Valentina Miozzo psicologa's post 30/11/2022

Negli ultimi giorni due persone che fanno terapia con me hanno interrotto la relazione con il loro partner.
Due persone molto diverse, due situazioni altrettanto diverse ma che mi hanno ispirato questa osservazione.

Quando una relazione termina formalmente, succede perché qualcosa è venuto a mancare già tempo prima. Per quanto noi decidiamo di provarci o per quanto sia necessario del tempo per elaborare la situazione, a volte il passo risolutivo è quello di accettare che la relazione sia conclusa.

Analizzando ciò che è accaduto alle due persone che seguo posso riportare che la prima era molto innamorata del ragazzo con cui stava ma si è resa conto che, nonostante anche lui fosse senza dubbio innamorato, purtroppo non riusciva ad essere presente nella relazione.
Lei ha quindi realizzato che non avrebbe potuto soffrire più di quanto già non stesse facendo per qualcosa che da molto tempo era venuta a mancare nella loro vita di coppia ed ha deciso di prendersi la responsabilità di mettere un punto a quel dolore.
Inutile dire che si è sentita subito meglio per moltissimi motivi. Il dispiacere della separazione è presente ma è accompagnato da consapevolezza e rispetto per se stessa che la aiuteranno ad elaborare il senso di perdita che sembrava non avere fine.

Nel secondo caso che voglio citare, la ragazza non si è mai sentita sicura dei sentimenti provati per lui e per questo non si è mai coinvolta completamente, privando in questo modo la relazione della fiducia e del nutrimento necessario per proseguire una naturale evoluzione ed un investimento sul futuro.
Generalizzando possiamo dire che è venuta quindi a mancare lei e quando lui ha realizzato che la situazione non sarebbe cambiata ha preso il coraggio necessario per sancire ufficialmente la fine del rapporto. Lei è stata colta di sorpresa e soffre per il senso di perdita ma è consapevole che sia la decisione giusta per entrambi.

Possiamo constatare insieme che una relazione termina quando percepiamo una mancanza.
Il dolore più grande quando termina una relazione è la sensazione di perdita.
Ma cosa si perde veramente?
A volte perdiamo qualcosa che non c'è mai stato, un'aspettativa, un ideale, un sogno.
A volte, ed è molto più doloroso, perdiamo noi stessi inseguendo quel sogno.

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Photos from Valentina Miozzo psicologa's post 16/11/2022

Il 10 ottobre è stata la giornata mondiale della Salute Mentale e mentre leggevo i vari slogan dei rappresentanti dell'Ordine Nazionale degli Psicologi, mi ha colto una sensazione di insofferenza.

In generale non mi entusiasmano la giornate mondiali dedicate ad un tema perchè non ne comprendo l'utilità in una società in cui si abbia cura di prestare attenzione costante alle esigenze della comunità.

A maggior ragione il tema della salute ritengo debba essere una priorità per qualsiasi società evoluta che, attraverso la tutela delle persone con investimenti trasversali, miri ad un completo benessere fisico, mentale e sociale dell'individuo.

Il mio post non è nato con l'intento di fare polemica ma è stato ispirato dalla mia motivazione al cambiamento! Mi sono chiesta che cosa avrei potuto fare io in questo momento per contribuire concretamente all'incremento della salute mentale.

La risposta è stata naturale, oltre a svolgere la mia attività di psicologa formandomi ed aggiornandomi costantemente, posso continuare a fare divulgazione e contribuire a sfatare miti e pregiudizi, in virtù di conoscenza e consapevolezza rispetto alla salute di ognuno.

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30/09/2022

Il confronto e la condivisione sono potenti strumenti di crescita e di evoluzione, eppure spesso siamo spaventati all'idea di metterci a n**o di fronte a qualcuno;
per alcuni è più semplice farlo con una persona conosciuta, per altri è più semplice lasciarsi andare con perfetti sconosciuti. E' bene che ognuno segua il proprio sentire.

Ci sono però alcuni momenti della vita in cui è necessario dare valore alla nostra crisi o ai nostri dubbi esistenziali rivolgendoci ad un professionista.

Mi ha colpita la considerazione di una persona che seguo quando si è dichiarata estremamente felice di aver trovato il coraggio di inizare un percorso con una psicologa, aggiungendo : “ ..ora che so quanto è utile vorrei gridare a tutti i miei amici e al mondo intero di iniziare subito un percorso psicologico!”

Il suo autentico entusiasmo e la sua gioia, oltre a ricompensarmi umanamente, mi hanno fatto riflettere su quanto ancora ci si limiti nella propria crescita personale dando ascolto a paure fondate su giudizi e preconcetti circa la professione dellə psicologə.

Ci vuole molto coraggio per sedersi e parlare ma ci vuole molto coraggio anche per sedersi e ascoltare. E non solo, ci vuole onestà, sensibilità, passione, coerenza, neutralità e tanto, tantissimo studio.

Io ci sono.
E tu?

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14/06/2022

Sono tornata! 😄

Dopo due settimane annunciate di assenza dai social e un totale rilassamento immersa nell'affascinante natura delle Dolomiti, mi sono servite altre due settimane di assestamento prima di sentire il desiderio di pubblicare qualcosa e riaffacciarmi così nel mondo telematico.

Non manca l'intenzione di condividere con la società le mie riflessioni e considerazioni, ma essendomi connessa profondamente con me stessa e con i miei bisogni ho avvertito, una volta rientrata, che il ritmo della mia settimana era incalzante ed ho avuto bisogno di rallentare un pochino.

Essendo tendenzialmente una persona esigente con me stessa, questo cambio di programma rispetto alle tempistiche che mi ero data, in passato l'avrei vissuto come una sconfitta e probabilmente avrei abbandonato l'idea di gestire le mie pagine professionali.

Ad oggi posso dirmi soddisfatta di non aver innescato il deleterio meccanismo dell'autocritica fine a se stessa, di sentirmi fieramente flessibile e disposta a modificare i miei piani in piena corsa per rispettare il mio benessere e il mio modo di lavorare!

Desidero continuare a comunicare i miei contenuti rispettando i miei tempi, mantenendomi coerente con me stessa ed i valori che ritengo importanti.

Cosa ne pensi?
Tu ti ritieni una persona flessibile?

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16/05/2022

Post 1/3

Prendersi dei momenti per sé!

Una soluzione che ho trovato per me stessa è quella di prendermi del tempo in cui partire e staccare da lavoro, faccende domestiche, asilo del figlio, impegni mondani, hobbies, famigliari, la caoticità della vita urbana, ecc.

Mi immergo nella natura senza tv, computer, telefono e comunicazioni in generale, per due settimane niente social e mail di lavoro, niente, nemmeno un libro!

Mi disconnetto dalla società e da tutte le aspettative di cui mi sono fatta carico.
Mi riposo, passeggio nella natura, mangio bene e condivido ciò che sento con gli amici che hanno scelto di essere al mio fianco in questa esperienza.

Dopo qualche giorno mi sento come disintossicata, soprattutto da pensieri e preoccupazioni che mi sembravano insormontabili!
Quando riusciamo a creare uno spazio neutro e a mettere una certa distanza tra noi e la realtà che ci circonda, tutto acquisisce una prospettiva diversa, meno drammatica e generalmente troviamo soluzioni creative per la nostra vita.

Ogni persona è diversa ed ha esigenze diverse, non sto quindi a dare ricette e formule magiche per la serenità!

Partendo dalla mia esperienza, ti invito a riflettere sull'importanza di prendersi tempo e spazio per se stessi, concedendosi cura, focalizzando l'attenzione a disidentificarci da tutti i ruoli che la società ci ha cucito addosso.

Ma come fare a lasciare tutto, quando ci sentiamo così coinvolti?

Proseguo nel post successivo 👉
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16/05/2022

Post 2/3

Prendersi dei momenti per sé!

Una soluzione che ho trovato per me stessa è quella di prendermi del tempo in cui partire e staccare da lavoro, faccende domestiche, asilo del figlio, impegni mondani, hobbies, famigliari, la caoticità della vita urbana, ecc.

Mi immergo nella natura senza tv, computer, telefono e comunicazioni in generale, per due settimane niente social e mail di lavoro, niente, nemmeno un libro!

Mi disconnetto dalla società e da tutte le aspettative di cui mi sono fatta carico.
Mi riposo, passeggio nella natura, mangio bene e condivido ciò che sento con gli amici che hanno scelto di essere al mio fianco in questa esperienza.

Dopo qualche giorno mi sento come disintossicata, soprattutto da pensieri e preoccupazioni che mi sembravano insormontabili!
Quando riusciamo a creare uno spazio neutro e a mettere una certa distanza tra noi e la realtà che ci circonda, tutto acquisisce una prospettiva diversa, meno drammatica e generalmente troviamo soluzioni creative per la nostra vita.

Ogni persona è diversa ed ha esigenze diverse, non sto quindi a dare ricette e formule magiche per la serenità!

Partendo dalla mia esperienza, ti invito a riflettere sull'importanza di prendersi tempo e spazio per se stessi, concedendosi cura, focalizzando l'attenzione a disidentificarci da tutti i ruoli che la società ci ha cucito addosso.

Ma come fare a lasciare tutto, quando ci sentiamo così coinvolti?

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16/05/2022

Post 3/3

Via il senso di colpa!

E' molto difficile scollegarsi da tutto ciò che è la nostra vita quotidiana, anche solo quando abbiamo un raffreddore e dobbiamo mancare al lavoro o disdire un'uscita con un'amica ci sentiamo manchevoli e tremendamente in colpa.

Le fondamenta di questo senso di colpa poggiano su condizionamenti socio-famigliari, religiosi e culturali molto forti!

I pensieri più comuni sono “al lavoro senza di me non sapranno come gestire quella situazione” oppure “la mia amica ha bisogno del mio supporto perchè è in crisi” e ci sentiamo terribilmente egoisti a sottrarci a tali responsabilità.

Alla base di questi pensieri c'è la paura di non essere accettati ed amati se non si rispecchia l'immagine che gli altri hanno di noi. E purtroppo tale credenza si coltiva già durante l'infanzia.

Nel modificare il nostro comportamento per assecondare l'altro e ricercare compiacimento e riconoscimento finiamo per cambiare noi stessi, la nostra spontaneità, negando ai noi e agli altri l'esperienza dell'entusiasmante nutrimento che ci dona la nostra vera natura.

Per questo trovo fondamentale riuscire ad affrontare la paura di disattendere le aspettative degli altri per riequilibrarci tra ciò che desideriamo per noi e ciò che ci consente di avere una soddisfacente vita relazionale e sociale.

Non servono grandi gesta, viaggi in luoghi esotici, tecniche spirituali o proclami al mondo, l'importante è cambiare prospettiva, osservarsi e scegliere responsabilmente per se stessi ciò che si desidera.

Se hai voglia di parlarne insieme e confrontarti su questo ed altri temi potrai contattarmi tra due settimane!

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Photos from Valentina Miozzo psicologa's post 11/05/2022

Nel mio ultimo post ho parlato della COMUNICAZIONE ASSERTIVA. 🤹‍♀️

Questa è una risposta equilibrata che ci fa compiere scelte nel riconoscimento dei nostri ed altrui bisogni, riducendo l'ansia provocata da situazioni sociali difficili, ci aiuta a stabilizzare l'umore, a rafforzare la fiducia e la sicurezza personale.

L’assertività richiede la comprensione dei criteri di giustizia che regolano i
rapporti con gli altri e con se stessi.

A questo proposito Manuel J. Smith, psicologo clinico-sperimentale, scrisse nel 1975 un libro “When I Say No, I Feel Guilty”.
Il core dell’opera è una teoria dei diritti, espressa in dieci punti, basata su due elementi chiave:

🔹 la capacità di esprimere il proprio volere in modo garbato, chiaro e deciso,
🔹 e quella di resistere alle manipolazioni esterne.

Scorri il carosello per scoprire i DIECI DIRITTI ASSERTIVI 👉

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Photos from Valentina Miozzo psicologa's post 07/05/2022

Ultimamente in seduta ho riflettuto parecchio con le persone sull'importanza di saper comunicare in modo efficace.

Valersi di una comunicazione competente e funzionale è infatti molto importante per migliorare le relazioni interpersonali e per riuscire ad essere coerenti con sè stessə.

A questo proposito voglio parlarti della comunicazione assertiva che si esprime attraverso un comportamento attivo e non in contrapposizione con l'altrə, mediante un atteggiamento responsabile caratterizzato da fiducia in sé e nelle altre persone, funzionale all'affermazione dei propri diritti senza negare i diritti e l'identità dell'altrə.

Scorri il carosello per saperne di più 👉

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04/05/2022

Vivere significa inevitabilmente fare esperienza, procedere per prove ed errori e così funziona l'apprendimento e l'evoluzione dell'essere umano.

Lo psicologo americano E.L.Thorndike elaborò a tal proposito la legge dell'effetto: un comportamento che ha una conseguenza positiva, verrà ripetuto, mentre un comportamento che ha una conseguenza negativa o nessuna conseguenza non verrà ripetuto.

Sappiamo perfettamente che funziona così e ci sembra del tutto logico da un punto di vista teorico, allora perché alcune volte un nostro errore ci pesa come un macigno e ci sentiamo completamente bloccatə in quel campo?
Cosa ci impedisce di continuare a fare esperienza ed eventuali altri errori?

Perché alcuni fallimenti ci condizionano più di altri e lasciamo che pilotino le nostre scelte e le nostre relazioni?

Sostanzialmente ciò accade quando giudichiamo il nostro errore e lasciamo che quel giudizio ci definisca come persone.

Purtroppo potremmo aver ricevuto dai nostri genitori o caregivers, probabilmente a loro volta inconsapevolmente condizionati, questi imput quando eravamo bambinə e ci siamo sentitə invalidatə nei nostri comportamenti e nelle nostre emozioni.

In questo modo ci siamo abituatə ad associare ai nostri errori sentimenti molto negativi e questo ci conduce alla scelta di cercare di evitare tale sentire.

Uscire da questo loop è possibile, ridisegnando il significato delle nostre esperienze, inquadrandole in un processo di crescita e di evoluzione naturale dell'essere umano.

Facciamo il primo passo?

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30/04/2022

Ti fermi mai a chiederti come stai?
Sai riconoscere il tuo umore?
E cosa lo condiziona?

Spesso mi sento rispondere che il nostro umore è influenzato dalla situazione che ci circonda e dal comportamento delle persone che abbiamo vicino.
La risposta è legittima e naturale, in quanto siamo tuttə inseritə in un contesto ben definito e ciò ha una chiara valenza psicosociale.

Allora cosa poter fare quando ci accorgiamo che il nostro umore è depresso oppure che viviamo in uno stato di ansia costante?
Possiamo spostare l'attenzione dalle altre persone e rivolgerla a noi stessə!

Per mettere in atto un cambiamento dobbiamo prima di tutto acquisire consapevolezza, osservandoci e comprendendo come “funzioniamo”.
Quali sono i pensieri, le emozioni e i comportamenti che ci provocano disagio e che possiamo quindi definire spiacevoli? Come influenzano il nostro umore?
Cosa mettiamo in campo nella comunicazione e nella relazione con lə altrə sostenuti dalla vulnerabilità di questi atteggiamenti?

Una volta focalizzate le nostre fragilità un passo fondamentale è quello di accettarle!
Ogni persona fa sempre ciò di cui è capace, con gli strumenti che ha, in quella data situazione.

Non è costruttivo stare a definirsi incapaci o sbagliati, manteniamo il punto sulla funzionalità: quella reazione ha dato un risultato di cui sono soddisfattə?

Sì, bene, la mantengo.
No, bene, la cambio.

Può essere più semplice di quanto ti aspetti ma ricorda, non potrà esserci nessun cambiamento senza l'accettazione sincera di ciò che siamo statə fino a questo momento, perchè accettare implica riconoscere e quindi essere consapevole di come siamo e di come vogliamo essere.

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27/04/2022

Le consulenze online hanno lo stesso valore terapeutico di una seduta in presenza?

Comprendo molto bene questo dubbio quando mi viene posto, io per prima l’ho avuto ed ero molto scettica all'idea di lavorare da remoto.
Poi sono arrivate le prime restrizioni date dall'emergenza sanitaria e mi sono ritrovata a lavorare online in quanto non si aveva alcuna certezza sulle tempistiche di un rientro in presenza.

È stata una salvezza!
Mantenere il contatto con il mondo esterno attraverso il momento di condivisione delle sedute, uno spazio di cura e di attenzione che ci siamo dedicatə, nonostante tutto.

Non nego che inizialmente qualche difficoltà ci sia stata ad esempio non conoscere bene l'utilizzo delle piattaforme, la stabilità della connessione dato il sovraccarico nazionale di quel momento, e magari anche la difficoltà di trovarsi uno spazio intimo tra le mura domestiche e i propri cari.
Ma poi prendendoci la mano devo dire che l'avvento della tecnologia in questo caso ci ha semplificato la vita!

Se posso scegliere preferisco ancora incontrare una persona in presenza, stringerle la mano e sedermi accanto a lei, ma quando non è possibile per la distanza che ci separa o altri impedimenti, devo ammettere che ascoltarsi e guardarsi negli occhi sono gli elementi più importanti e questi non vengono a mancare in una consulenza a distanza.

Così come di fondamentale importanza è la motivazione a mettersi in gioco nella relazione terapeutica e se ciò avviene allora lo scambio funziona, sia in presenza che online.

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23/04/2022

Ho bisogno di un percorso con una psicologa?
Quante volte ti è capitato di chiedertelo e non sapere cosa rispondere?

Chi ne ha davvero necessità e per chi è superfluo?

Io ho sempre pensato, anche prima di intraprendere questa professione, che fosse un'esperienza utile per tuttə.

Quando vi è una grande sofferenza psicoemotiva si percepisce chiaramente l'urgenza di un intervento mirato, oppure si è talmente passivə e giù di corda che sono le persone che abbiamo vicino che si preoccupano e ci consigliano di iniziare una terapia.

Al contempo ritengo che si possa stare bene e avere comunque desiderio di conoscersi meglio o che si senta la necessità di affrontare un periodo di cambiamento importante seguiti da una persona esperta o ancora, che si voglia rendere più funzionale un ambito della nostra vita che non ci soddisfa a pieno.

La terapia non è solo per chi ha vissuto traumi invalidanti o per chi attraversa un momento di enorme difficoltà mentale, fisica o emotiva.
La terapia è un percorso di evoluzione personale ed è per tuttə.

Possono dirti che devi assolutamente intraprendere questo percorso oppure possono provare a convincerti che non ti servirà a niente.
Solo tu, ascoltandoti, puoi sapere se ti senti motivatə!

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20/04/2022

Sei liberə di agire.

E' vero, a volte siamo così confusə da non riuscire a capire cosa sia giusto fare o che direzione prendere.
Ed è il momento in cui probabilmente è saggio non fare niente, sospendersi e riflettere.

Ma la staticità non può caratterizzare la nostra esistenza, anche se ci sembra sicura e confortante quella realtà finirà quantomeno per annoiarci.
Ripetere le stesse cose e vivere nella prospettiva di sapere già come andrà a finire ci sembra prudente ma finirà per annullarci.

La creatività richiede il coraggio di sbarazzarsi delle certezze.
E' necessario quindi tentare qualcosa di nuovo, assumersi dei rischi e nel fare così, indipendentemente dal successo o fallimento, si impara.
Imparare dall'esperienza è un elemeno primario che rende una vita degna di essere vissuta.

Il cambiamento da mettere in atto sei tu a deciderlo.
Diventa responsabile della tua vita iniziando a prendere decisioni in modo consapevole con audacia e determinazione.

Ricordatelo sempre: sei la tua rivoluzione!

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16/04/2022

Cosa significa iniziare un percorso con una psicologa?

Non c'è una risposta uguale per tutti.
L'intervento è totalmente modellato sulla persona e le sue esigenze.
In linea generale segue questo copione.

C’è una fase iniziale di conoscenza reciproca, durante la quale la psicologa entra in punta di piedi nel mondo della persona che ha di fronte.
Durante questo processo è necessario porre alcune domande che permettono alla terapeuta di conoscere la storia di vita, il contesto e le relazioni significative del suo interlocutore.
Una metafora di ciò che avviene è che si guarda insieme un film autobiografico, in cui il protagonista è anche il regista della pellicola.

Durante gli incontri iniziali viene ad instaursi la fiducia ed il rispetto reciproco, terapeuta e persona diventano una squadra che collabora alla valutazione dei temi da affrontare, delle aree da esplorare ed infine si impegna insieme verso uno o più obiettivi, stabiliti di comune accordo.

In seguito ed in modo del tutto naturale ci si immerge nel cuore della terapia! A volte è impegnativo approfondire determinate tematiche, rievocare ricordi carichi di emozioni o intraprendere riflessioni specifiche sulle dinamiche cognitive o comportamentali che si mettono in atto, ma altre volte invece è divertente e può capitare di farsi delle sane risate.

Io non do soluzioni e non risolvo i problemi delle persone, ma le guido verso nuovi ed inesplorati punti di vista nonché a riscoprire risorse che possiedono già ma che non riescono a valorizzare oppure a trovarne di nuove.
L'individuo è sempre attivo dentro e fuori dallo spazio dello studio, infatti può accadere che io chieda di svolgere dei piccoli compiti, così che la persona si senta incentivata ad attivarsi e a sviluppare nuove consapevolezze su di sé.

Vi è poi la fase, a cui segue la chiusura del percorso di cura, in cui si fa il punto della situazione e si potenziano le risorse acquisite che verranno utilizzate in seguito per fronteggiare i momenti difficili che possono capitare nella vita. Si possono concordare nuovi obiettivi o scegliere di approfondire qualcosa che sentiamo di aver trascurato.
Infine arriva il momento di salutarsi e di proseguire in autonomia la propria avventura.

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13/04/2022

Quanto l'opinione altrui ci influenza come persone e nelle nostre scelte?

Nella nostra vita sono costantemente presenti giudizi ed etichette.
Queste sono la modalità più comune ed immediata di cui disponiamo per farci un'idea della natura di ciò che vediamo.
Sono quindi strumenti utili che ci aiutano a semplificare e categorizzare la realtà, modulando il nostro carico mentale.

Purtroppo accade che si attribuiscano in modo sommario delle caratteristiche agli altri, frutto di giudizi e opinioni soggettivi, basati su fondamenta instabili e in questo modo finiamo per incasellare e fissare l'etichetta basata sullo stereotipo.
Ciò può influire gravemente sull'autostima, sulla conoscenza di sè e sulla motivazione delle persone.

Le etichette ci plasmano!
Nessuno ne è immune, io a lungo mi sono identificata con alcune caratteristiche che mi avevano attribuito e ciò mi ha reso difficile comprendere chi fossi e cosa desiderassi veramente.

La mia funzione come psicologa è di accompagnarti nel lavoro interiore che passa attraverso il riconoscimento di quelle attribuzioni che ti feriscono e che non ti servono più, ripensando le tue stesse credenze e anche i tuoi comportamenti.

Non troverai la perfezione, che non esiste, ma una potente e rinnovata capacità di essere responsabile di te e delle tue scelte.

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