Dott.ssa Chiara Calzolari Psicologa/Psicoterapeuta in formazione

sessioni di biotransenergetica
sedute individuali di psicoterapia
lezioni di mindfulness
domande&ris

11/03/2022

Gli stessi centri cerebrali che interpretano e avvertono il dolore fisico si attivano anche durante le esperienze di rifiuto emotivo. Nelle scansioni cerebrali, si accendono in risposta all'ostracismo sociale, proprio come farebbero se innescate da stimoli fisicamente dannosi. Quando le persone parlano di sentirsi feriti o di provare dolore emotivo, non sono astratti o poetici, ma scientificamente abbastanza precisi.
Gabor Mate

Nuovi progressi in Psicoterapia: il trattamento assistito da psichedelici 14/01/2022

Iscrizione effettuata. Evento imperdibile per psicologi e psicoterapeuti aperti alle terapie psicolitiche.

Nuovi progressi in Psicoterapia: il trattamento assistito da psichedelici
Giovedì 10, Venerdì 11 e Sabato 12 Marzo, direttamente da San Diego (California), l’opportunità di partecipare al più importante evento mondiale 2022 sugli sviluppi della Psicoterapia Psichedelica Assistita
16 ore di Alta formazione con Bessel van der Kolk, Richard Schwartz, Ronald D. Siegel, Gabor Maté ed altri importanti esperti internazionali

Nuovi progressi in Psicoterapia: il trattamento assistito da psichedelici Nuovi progressi in Psicoterapia psichedelica: il trattamento assistito da psichedelici. Direttamente da San Diego (California), l’opportunità

Photos from Dott.ssa Chiara Calzolari Psicologa/Psicoterapeuta in formazione's post 06/01/2022

GLI 8 PILASTRI DELLA TRASFORMAZIONE FANNO PARTE DEL RICCO CORPUS
DELLA BIOTRANSENERGETICA (BTE).
LA BTE È UNA DISCIPLINA PSICO-SPIRITUALE CHE SI INSERISCE NEL PARADIGMA TRANSPERSONALE E NEL MODELLO OLISTICO.
UN PERCORSO DI BIOTRANSENERGETICA PUÒ INSEGNARE A PADRONEGGIARE L’ESPERIENZA INTERIORE.
È L’ESPRESSIONE DI UNA SINTESI DI UN VASTO SISTEMA DI PRATICHE DI AUTO-GUARIGIONE E DI TRASFORMAZIONE DELLA COSCIENZA.
SUO INTENTO È OPERARE UN’INTEGRAZIONE CONSAPEVOLE DEI PIANI DEL
SENTIRE, DELL’AGIRE E DEL PENSARE PER METTERCI IN CONDIZIONE DI GUARIRE DA DENTRO, LIBERARE IL NOSTRO ORGANISMO DAL DISAGIO, SIA FISICO CHE PSICHICO, PADRONEGGIARE GLI STATI DELLA COSCIENZA, RISVEGLIARE LE NOSTRE QUALITÀ SPIRITUALI ED ONORARE PERTANTO LA NOSTRA VERA NATURA.

23/12/2021

Re:POSTA CERTIFICATA: da Ordine Psicologi - applicazione art. 4 del D.L. n. 44/2021 come modificato dal D.L. n. 172/2021

Da: chiara.calzolari
A [email protected]
Data giovedì 23 dicembre 2021 - 05:22

Gentilissimi,

Come segnalato con invio da parte del mio MMG (medico di medicina generale) di accertamenti medici che sono ancora in corso, mi vedo altresì costretta a difendermi personalmente nei riguardi del ricatto di sospensione che state incalzando contro di me e a cercare per lo meno di proteggere il mio diritto al lavoro garantito dall'art. 1 della Costituzione Italiana.

Ho letto con molta attenzione l'art. 1 del dl. n. 172 di novembre 2021 che sostituisce l'art. 4 del dl. n. 44 di febbraio 2021.

Pare evidente che, a parte il trasferimento delle competenze in materia di accertamento dell'adempimento degli obblighi vaccinali dalla ASL agli Ordini e l'estensione dell'obbligo vaccinale al personale sanitario alla terza dose, il nuovo dl. 172 e rispettivo art. 1 mantiene assolutamente chiare le finalità della normativa ordinaria: tutela della salute pubblica e mantenimento di adeguate condizioni di sicurezza nell'erogazione delle prestazioni di cura e assistenza.

Dal semplice dato letterale della norma, si evince pertanto pienamente ammissibile l'esercizio della professione on line, in nessun modo potenzialmente lesivo della salute pubblica e della sicurezza delle prestazioni sanitarie.

In coerenza con le finalità della legge, l'art. 7 dello stesso su citato dl. n. 172 prevede il trasferimento di mansioni ai dipendenti sanitari non vaccinati in modo da destinarli ad attività che non prevedano il contatto diretto con il pubblico quindi la garanzia della sicurezza nell'erogazione della prestazioni. L'esercizio della professione di psicologo on line può quindi ritenersi pacificamente un equo bilanciamento di interessi fra la finalità di tutela della salute pubblica dello Stato e l'esercizio del diritto al lavoro del sanitario garantito dalla Cost. Italiana.

Qualunque vostra interpretazione basata su disposizioni di legge di rango inferiore a quella ordinaria è da ritenersi pertanto illegittima e passibile di denuncia alle autorità competenti, in via aggravata poiché lesiva degli interessi dei soggetti che dovrebbero anzi essere protetti e tutelati dall'Ordine stesso, ossia i suoi iscritti.

Resta salva la mia riserva di ogni azione all'autorità giudiziaria competente per l'eventuale tutela di quanto sopra riportato.

Cordiali saluti

Dott. Chiara Calzolari

Death Education: una sfida nella società della rimozione | Ines Testoni | TEDxBarletta 22/12/2021

https://www.youtube.com/watch?v=QYvgd2JYEQ0
Master accompagnamento al fine vita.

Death Education: una sfida nella società della rimozione | Ines Testoni | TEDxBarletta Viviamo in una società e in un tempo in cui abbiamo completamente rimosso la morte. Ines Testoni nel suo speech ci insegna a gestire questa consapevolezza, p...

13/12/2021

[...] Dopo tutto, la ragione pratica per la quale, quando il potere è per una volta nelle mani del popolo, si permette ad una maggioranza di governare, e lo si fa per un lungo periodo ininterrotto, non sta nel fatto che la cosa più probabile è che essa sia nel giusto, né nel fatto che ciò sembra la cosa più equa alla minoranza, ma nel fatto che la maggioranza è fisicamente la più forte. Ma un governo nel quale la maggioranza comandi in tutti i casi non può essere basato sulla giustizia, neppure nei limiti nei quali gli uomini la intendono. Non può esistere un governo nel quale non siano le maggioranze a stabilire, virtualmente, il giusto e l'ingiusto, bensì la coscienza? - nel quale le maggioranze decidano soltanto le questioni alle quali sia possibile applicare la regola dell'opportunità? Deve il cittadino - anche se solo per
un momento, od in minima parte - affidare sempre la propria coscienza al legislatore? Perché allora ogni uomo ha una coscienza? Io penso che dovremmo essere prima uomini, e poi cittadini. Non è desiderabile coltivare il rispetto della legge nella stessa misura nella quale si coltiva il giusto. Il solo obbligo che ho diritto di assumermi è quello di fare sempre ciò che ritengo giusto. Si dice
abbastanza correttamente che una corporazione non abbia coscienza; ma una corporazione costituita da uomini di coscienza è una corporazione con una coscienza. La legge non ha mai reso gli uomini neppure poco più giusti; ed anzi, a causa del rispetto della legge, perfino gli onesti sono quotidianamente trasformati
in agenti d'ingiustizia. Un risultato comune e naturale del non dovuto rispetto per la legge è il seguente, che potresti vedere una fila di soldati, colonnello, capitano, caporale, soldati semplici, trasportatori di esplosivi, tutti che marciano verso le
guerre in bell'ordine, per monti e valli, contro la propria volontà, ahimè, contro il proprio buon senso e le proprie coscienze, cosa che rende la marcia molto faticosa, e che produce una palpitazione del cuore. Essi non hanno dubbi sul fatto d'essere
coinvolti in un maledetto pasticcio; sono tutti uomini d'animo pacifico. E ora, cosa sono? Uomini? oppure fortini e depositi di armi ambulanti, al servizio di qualche potente senza scrupoli?
"Visitate l'arsenale, e prendete un "marine", ecco l'uomo che il governo americano riesce a creare, ecco come può ridurre un uomo con la sua magia nera - una mera ombra, un vago ricordo d'umanità, un uomo ancora vivo e già, si potrebbe dire, sepolto sotto le armi con tanto di corteo funebre, anche se
potrebbe succedere che

"Non un tamburo si udiva, non una nota funebre, Mentre in fretta
trasportavamo il suo ca****re al riparo; Non un soldato sparò un colpo
d'addio sopra il sepolcro nel quale seppellimmo il nostro eroe".

La massa degli uomini serve lo stato in questo modo, non come uomini soprattutto, bensì come macchine, con i propri corpi. Essi formano l'esercito permanente, e la milizia, i secondini, i poliziotti, i posse comitatus, ecc. Nella maggior parte dei casi non v'è alcun libero esercizio della facoltà di giudizio o del senso morale; invece si mettono allo stesso livello del legno e della terra e delle pietre, e forse si possono fabbricare uomini di legno che serviranno altrettanto bene allo scopo. Uomini del genere non incutono maggior rispetto che se fossero di paglia o di sterco. Hanno lo
stesso tipo di valore dei cavalli e dei cani. Tuttavia persino esseri simili sono comunemente stimati dei buoni cittadini. Altri, come la maggior parte dei legislatori, dei politici, degli avvocati, dei ministri del culto, e dei funzionari statali, servono lo Stato principalmente con le proprie teste; e, dato che raramente fanno delle distinzioni morali, sono pronti a servire nello stesso tempo il diavolo, pur
senza volerlo, e Dio. Pochissimi, come gli eroi, i patrioti, i martiri, i riformatori in senso elevato, e gli uomini, servono lo Stato anche con la propria coscienza, e dunque per la maggior parte necessariamente gli si oppongono; e sono comunemente trattati da esso come nemici. Un uomo saggio sarà utile soltanto
come uomo, e non si sottometterà ad essere "argilla", né "ad otturare un buco per non far entrare il vento", ma lascerà questo compito alle sue ceneri almeno:

"Sono di nascita troppo nobile per diventare di proprietà, Per essere il secondo al comando, O un utile servo e strumento Di qualunque stato sovrano al mondo".

Chi si concede interamente ai propri simili appare loro essere un uomo inutile ed egoista; ma chi si concede loro solo in parte, è considerato un benefattore ed un filantropo.
Come deve comportarsi un uomo, oggi, nei confronti di questo governo americano? Io rispondo che non può esservi associato senza che ciò sia un disonore. Non mi è possibile neppure per un momento riconoscere come il mio governo quell'organizzazione politica che sia anche un governo schiavista.

Henry David Thoreau

20/10/2021

Vieni,
naviga con me su uno stagno tranquillo.
Le sponde sono nascoste,
la superficie calma.
Noi siamo imbarcazioni sullo stagno
e siamo con esso una cosa sola.
Una scia sottile si stende dietro di noi,
mentre viaggiamo sulle acque nebbiose .
Le sue onde sottili registrano il nostro passaggio.

La tua scia e la mia si uniscono,
formando un disegno che rispecchia
i miei movimenti e al contempo i tuoi.
Mentre altre imbarcazioni, che sono anche noi, navigano sul lago che è anche noi,
le loro onde si intersecano con le nostre.
La superficie dello stagno diviene viva
onda su onda, increspatura su increspatura.
Ecco la memoria del nostro movimento,
le tracce del nostro essere.
Le acque sussurrano da te a me e da me a te,
e da noi a tutti gli altri che navigano sullo stagno.
La nostra separazione è un' illusione.
Siamo parti interconnesse dell'intero,
siamo uno stagno dotato di movimento e memoria.
La nostra realtà è più grande di te e di me,
e di tutte le imbarcazioni che navigano sulle acque,
e di tutte le acque che navigano .

Da: La scienza e il piano akashico - una teoria integrale del Tutto

13/09/2021

Sei composto da: 84 minerali, 23 Elementi e 8 galloni d'acqua diffusi in 38 trilioni di cellule.

Sei stato costruito dal nulla dai pezzi di ricambio della Terra che hai consumato, secondo una serie di istruzioni nascoste in una doppia elica e abbastanza piccole da essere trasportato da uno sperma. Siete farfalle riciclate, piante, sassi, ruscelli, legna da ardere, pelliccia di lupo e denti di squalo, abbattuti nelle loro parti più piccole e ricostruiti nel più complesso essere vivente del nostro pianeta.
- Aubrey Marcus

Non stai vivendo sulla Terra. Tu sei la Terra.

La natura non è solo materia. Lei è anche spirito.
- Carl Jung

Artista © Lobsang Melendez Ahuanari

08/09/2021

Gli otto pilastri della trasformazione fanno parte delle regole essenziali per intraprendere un percorso di crescita personale. Le esperienze che facciamo sono inscindibili dal nostro modo di elaborarle, per questo è importante mettere l'attenzione al nostro modo di sentire-agire-pensare. Se applichiamo queste semplici regole nel quotidiano, la nostra attitudine interiore avrà molti benefici.
Gli otto pilastri della trasformazione fanno parte della metodologa Biotransenergetica e della psicologia transpersonale. La psicologia transpersonale mira alla realizzazione del prorio Sè, la propria essenza al di là delle proprie difese e corazze caratteriali, e per farlo opera con una visione integrale. L'essere umano è visto come con'insieme interconnesso fatto di corpo fisico, energetico, emotivo, mentale e spirituale.

28/07/2021

STIGMA e OSTRACISMO nelle RELAZIONI INTERPERSONALI
Adriano Zamperini
Università degli Studi di Padova

Seguendo la prospettiva teorica di Erving Goffman
(1963), con il termine stigma si indica una serie di segni:
a) fisici, quali certe malformazioni del corpo; b) caratte-
riali, tipo passioni smodate, indolenza, disonestà; c) di
origine tribale, religiosa o nazionale, come certe forme
di culto. Quindi, per stigma si intende qualsiasi segno
che, all’interno di una società, rimanda a una differenza
percepita come devianza rispetto a una norma: il colore
della pelle, una menomazione, l’indizio dell’appartenen-
za a una minoranza, le tracce di una biografia moralmen-
te disdicevole.
Per poter operare, lo stigma si appoggia sulla visibili-
tà del segno, intesa quale evidenza di fronte a un osser-
vatore. Prendiamo l’esempio di un balbuziente: lo scor-
retto fluire delle parole non è certo visibile agli occhi,
bensì percepibile alle orecchie. È il senso dell’udito che
colloca il parlante nella difettività. Non mancano inol-
tre stigmi con gradi diversi di occultamento, qual è il
caso della frigidità femminile e dell’impotenza maschi-
le. Solo nell’intimità dell’incontro sessuale essi possono
svelarsi. Per di più, varia è la capacità delle persone di
riconoscere lo stigma; per esempio, l’occhio di uno psi-
cologo clinico può essere più allenato di altri nel notare
segni peculiari dell’identità del suo interlocutore.
Sebbene a livello di senso comune colpiscono soprat-
tutto manifestazioni estreme di stigmatizzazione, spesso
accompagnate da violenza collettiva, come accade nel-
le espulsioni comunitarie dei rom, la psicologia sociale
si è a lungo occupata anche dello stigma nelle relazioni
interpersonali. Qui l’attenzione dei ricercatori cade sui
processi relazionali con cui lo stigma viene gestito dalle
persone. Se lo stigma è quel segno che espone il singolo
al discredito, facendolo sentire diverso e indesiderato, va
sottolineato che sempre lo stigma prende vita e senso
non dentro la persona bensì in un contesto sociale. Sic-
ché tali valutazioni squalificanti sono generalmente condivise tra i membri di una certa comunità, diventando le
basi culturali per agire a livello interpersonale strategie
di esclusione (Major & Eccleston, 2004).

L’identità a rischio dello stigmatizzato

La stigmatizzazione produce varie conseguenze psicolo-
giche (Link & Phelan, 2001; Major & O’Brien, 2005). A
livello individuale, può innescare uno stato psicologico
da profezia che si autorealizza. Se una persona ritiene
di essere portatore di qualche tratto biasimevole può ri-
dursi a provare emozioni, ragionare e comportarsi sulla
base di quanto predetto. Finisce così con il diventare ciò
che gli altri si aspettano che egli sia (Jussim, Palumbo,
Chatman, Madon, & Smith, 2000). Per meglio compren-
dere questa relazione circolare tra causa e effetto, dove
la previsione si realizza semplicemente per essere stata espressa, pensiamo a una situazione di drammatica at-
tualità: la crisi finanziaria. Se a livello di comunicazione
sociale si diffonde la credenza che una crisi finanziaria è
imminente, gli investitori possono perdere fiducia nell’e-
conomia e agire in modo tale da causare effettivamente
la crisi.
Lo stigma è pure un potente e automatico attivatore
di stereotipi negativi. In ogni cultura circolano credenze
che dipingono certi gruppi umani come violenti, peri-
colosi, inaffidabili, e così via. Chiunque di noi doves-
se trovarsi a interagire con membri di questi gruppi è
assai probabile che avverta l’influenza di tali credenze.
Se, per esempio, lungo una strada incrociamo una rom
che si avvicina a noi, già la sola vista attiva nella no-
stra mente tratti personali negativi. Mediante i legami
associativi con cui in memoria sono connessi stereotipi e
comportamenti, la condotta che nasce spontanea è quel-
la di ignorarla e tenerla a distanza (Dijksterhuis, Aarts,
Bargh, & van Knippenberg, 2000). Pertanto, gli stigma-
tizzati sono trattati in modo negativo e fatti bersaglio
di discriminazioni. Esclusi dall’accesso a vitali risorse
socio-economiche, ne risulta pregiudicato il loro status
sociale, la salute fisica e il benessere individuale (Sida-
nius & Pratto, 1999).
Generalmente, la persona stigmatizzata avverte che
la propria identità è a rischio (Steele, Spencer, & Aron-
son, 2002), trovandosi ad affrontare situazioni potenzial-
mente stressanti. Così aumenta l’ansia, sale la pressione
sanguigna e l’elaborazione dei dati informativi diventa
lenta e faticosa; ciò accade, per esempio, nel corso di
un’interazione tra gay e bambini in un contesto carico di
stereotipi negativi (Bosson, Haymovitz, & Pinel, 2004).
Accanto a queste reazioni involontarie, si può concretiz-
zare un volitivo impegno per gestire emozioni, pensieri
e azioni. Le ricerche condotte nell’ambito della psico-
logia sociale hanno permesso di identificare una serie
di fattori che spiegano il peculiare posizionamento delle
persone di fronte allo stigma (Major & O’Brien, 2005).
Risulta infatti che gli esseri umani presentino gradi
diversi di sensibilità allo stigma. Chi si aspetta di ve-
nire trattato sulla base delle immagini stereotipate del
gruppo di appartenenza, piuttosto che secondo caratteri-
stiche strettamente personali, manifesta una più alta vi-
gilanza nei confronti dei pericoli dello stigma. Un’accen-
tuata sensibilità che lo porterà a valutare certe situazioni
potenzialmente stigmatizzanti come minacciose. Per
esempio, indagini realizzate negli Stati Uniti (Mendoza-
Denton, Purdie, Downey, Davis, & Pietrzak, 2002), con
studenti afroamericani prossimi a frequentare il college,
dimostrano che un’alta sensibilità allo stigma alimenta le
aspettative di una problematica futura vita universitaria:
al campus si ha timore di dover subire discriminazioni,
la convivenza con i compagni di stanza viene prospetta-
ta assai difficoltosa e si pensa di non essere pienamente
accettati dai professori.
Nello stesso tempo, la minaccia identitaria dello stigma può pure trasformarsi in una sfida, consapevolmente
assunta da chi dovrebbe soccombere, quale può essere
la situazione di una donna che lavora in un ambiente
tradizionalmente avverso al genere femminile. Invece
di rinchiudersi in sé, stando sulla difensiva, la stessa
può ritenere di possedere adeguate abilità per far fronte
alle circostanze, cambiandole (Kaiser, Major, & McCoy,
2004).
Questa parziale trattazione dello stigma permette di
comprendere quanto sia ricca di processi psicologici e
relazionali la dinamica tra stigmatizzante e (potenziale)
stigmatizzato. E serve per introdurre il tema centrale qui
affrontato: il legame tra stigma e ostracismo.
Sebbene non sia unanime l’accordo tra gli studiosi,
possiamo comunque definire l’ostracismo come qualsia-
si atto volto a ignorare, respingere e escludere individui
o gruppi (Williams & Zadro, 2001). In tal modo, coloro
che, per diversi motivi, sono ostracizzati subiscono una
dissociazione relazionale: vengono privati dei comu-
ni contatti interpersonali, evitati e respinti ai margini
dell’attenzione. Ampia è la letteratura scientifica che
evidenzia quanto il nostro benessere dipenda dal sentirsi
inclusi e accettati dagli altri. E come l’essere ostracizzati
nei rapporti umani si traduca in una condizione gravida
di sofferenza (Zamperini, 2010).
All’interno di questo quadro generale, la psicologia
sociale ha cercato di indagare i processi relazionali che
si pongono tra lo stimolo avverso – l’esclusione generata
dallo stigma – e le conseguenze individuali – la sofferenza umana.


Far fronte all’esclusione intervenendo sullo stigma

Per affrontare la minaccia di esclusione dai rapporti
umani dovuta alla stigmatizzazione, gli esseri umani
possono agire su piani diversi. Uno di questi riguarda
direttamente lo stigma: si cerca di eliminarlo, di evitarlo
oppure di nasconderlo. Diversi sono gli sforzi intrapresi
che rientrano in questa tipologia.
Innanzitutto, gli stigmatizzati possono reagire all’e-
sclusione valorizzandosi, cercando di rimuovere o atte-
nuare il segno biasimevole. Fare una dieta per perdere
peso, intraprendere una psicoterapia per affrontare
un’accentuata timidezza, partecipare a un corso di psico-
dizione per vincere la balbuzie, e altre azioni del genere
sono tentativi, propri di un senso di controllo personale,
indirizzati a cancellare lo stigma.
Un’altra modalità per evitare lo stigma consiste nel
prendere le distanze dalla categoria sociale stigmatizza-
ta, come a dire: “Io non sono come loro”.

A livello di senso comune vi sono così malati innocenti
e malati stigmatizzabili. Tra questi ultimi rientrano gli omosessuali, i tossicomani e tutti coloro che hanno as-
sunto comportamenti a rischio. Pertanto, le persone por-
tatrici di segni screditabili, riconducibili alla sfera della
soggettiva controllabilità , sono le più esposte a un’esclu-
sione basata sullo stigma.

In ogni caso, gli appartenenti a gruppi stigmatizzati
trovano nel rafforzamento dell’identificazione collettiva
e nella maggiore vicinanza intersoggettiva la forza psi-
cologica per gestire la minaccia. Il gruppo offre sostegno
emotivo, informazioni, strumenti, la conferma delle per-
cezioni relative alla discriminazione, confronti di grup-
po al servizio del sé e ovviamente un senso di apparte-
nenza. Processi psicosociali che innescano cambiamenti
individuali. Per esempio, più un ragazzo africano diven-
ta consapevole della marginalità imposta ai migranti, più
per lui sarà centrale il tema dell’identità sociale in meri-
to all’idea che egli ha di se stesso, ma potrebbe sentirsi
meno orgoglioso di essere un africano. E se il suo livel-
lo di identificazione nel gruppo non è particolarmente
elevato, la presa di coscienza di una diffusa discrimina-
zione potrà indurlo a distanziarsi ulteriormente dai suoi
connazionali (Ellemers, Spears, & Doosje, 2002). Un
disimpegno da un’identità collettiva stigmatizzata faci-
litato dalla presenza di condizioni socio-strutturali che
rendono permeabili i confini tra i gruppi sociali, permet-
tendo a membri di gruppi svantaggiati di entrare a far
parte di gruppi di status più elevato (Turner, 1987).
Inoltre, la fusione identitaria tra dimensione indivi-
duale e sociale può far crescere la soggettiva vulnerabi-
lità all’esclusione. Quando il gruppo è una parte impor-
tante di sé, le distinzioni che investono la sfera personale
e quella collettiva tendono a sfumare. Ne consegue che
ve**re esiliati dai rapporti umani sulla base dello stigma
di gruppo può arrecare la medesima sofferenza prova-
ta allorché si è messi al bando a causa di caratteristiche
strettamente personali. Per di più, la selettiva affiliazio-
ne tra simili espone ulteriormente a nuove e più marcate
pratiche ostracizzanti. Gli altri, coloro che si differenziano dagli stigmatizzati, a loro volta sono indotti a interpretare tali scelte alla stregua di opzioni esclusive. Una
sorta di discriminazione capovolta: ora sono gli screditati – almeno così si crede – a tenere a distanza gli screditanti.

Considerazioni finali
Cercare di rimuovere o di occultare lo stigma, attivarsi
cognitivamente per produrre spiegazioni dell’esclusione
che siano al servizio della propria autostima, disimpegnare se stessi dalle situazioni respingenti e cercare riconoscimento relazionale altrove, sono i tre livelli di impegno che rendono conto dei principali sforzi con cui gli esseri umani cercano di far fronte alla minaccia di ostracismo veicolata da segni culturalmente ritenuti negativi.

Corpo del sogno - Biotransenergetica - Airbnb 23/07/2021

Da oggi puoi prenotare la tua esperienza di Biotransenergetica a Ceriale (Savona) sul sito AirBnB Experience, cercando "corpo del sogno - Biotrasenergetica" con Chiara Calzolari. Puoi prenotare sessioni private, individuali o in gruppo, oppure aderire direttamente tra le sessioni che programmerò per ogni settimana. Trovi la descrizione dell'attività cliccando per la prenotazione. Per ogni curiosità sono a tua disposizione!

Corpo del sogno - Biotransenergetica - Airbnb Ceriale - La Biotransenergetica (BTE) è un corrente della Psicologia Transpersonale che integra antichi metodi di cura alla psicologia moderna. Il Corpo del Sogno è una metodologia che ci permette di entrare in contatto con differenti Forze Naturali o Archetipi, chiamate Orixàs nella tradizione t...

19/07/2021

Noam Chomsky, uno dei piu' importanti intellettuali oggi in Vita, ha elaborato la lista delle 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media.

Dedicate 5 minuti e non ve ne pentirete.
Non foss'altro per ampliare le proprie conoscenze.

1-La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza.
Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.

4- La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno” (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un'analisi razionale e, infine, il senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti.

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
“La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori".

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti ...

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza.
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s'incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.Noam Chomsky, uno dei piu' importanti intellettuali oggi in Vita, ha elaborato la lista delle 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media.

Dedicate 5 minuti e non ve ne pentirete.
Non foss'altro per ampliare le proprie conoscenze.

1-La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza.
Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.

4- La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno” (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un'analisi razionale e, infine, il senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti.

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
“La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori".

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti ...

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza.
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s'incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

Vuoi che la tua studio sia il Clinica più quotato a Genova?
Clicca qui per richiedere la tua inserzione sponsorizzata.

Digitare

Telefono

Sito Web

Indirizzo

Via Angelo Orsini 15/15
Genova
16146

Altro Psicologia Genova (vedi tutte)
Dott.ssa Valentina Scimone- Psicologa Dott.ssa Valentina Scimone- Psicologa
Via G. Carbone 11
Genova, 16135

I campioni non si costruiscono in palestra, ma partendo da qualcosa che hanno nel profondo: un desid

Carlotta Dapino Carlotta Dapino
Genova

Mi chiamo Carlotta Dapino e sono una Psicologa iscritta all’Albo della Regione Liguria. Da anni mi occupo di psicologia infantile, della prevenzione del disagio psicologico e della...

Centro Clinico Pi Greco Centro Clinico Pi Greco
Largo San Giuseppe, 3
Genova, 16121

Il Centro Clinico Pi Greco vuole essere un luogo sicuro in cui trovare un ascolto attento e professionale, empatico e non giudicante.

Valentina Miozzo psicologa Valentina Miozzo psicologa
Vico Di San Cosimo 1/1
Genova, 16128

Psicologa clinica iscritta all'ordine degli Psicologi Regione Liguria -n.3153- Svolgo attività di p

Psicologa Genova - Dott.ssa Laura Perretti Psicologa Genova - Dott.ssa Laura Perretti
Genova, 16100

Diagnosi e colloqui di sostegno e riabilitazione per minori e adulti. Tematiche: ansia, attacchi panico, aspetti depressivi, difficolta alimentari e sessuali.

Dott.ssa Giada Valmonte - Psicologa Dott.ssa Giada Valmonte - Psicologa
Genova, 16100

Sostegno psicologico per giovani adulti, valutazione e riabilitazione cognitiva, disturbi d'ansia e fobie.

Paolo Oliveri - Psicologo Paolo Oliveri - Psicologo
P. Zza Manzoni 6/3
Genova, 16100

Paolo Oliveri - Psicologo, Mediatore Familiare, Sessuologo. Psicologo forense, CTU e Perito Tribunal

Dott.ssa Martina Oliva - Psicologa Dott.ssa Martina Oliva - Psicologa
Via Marcello Staglieno, 10
Genova, 16129

Psicologa e Psicoterapeuta in formazione a indirizzo Cognitivo Costruttivista Studio presso: Via Mo

I Gufetti Disobbedienti I Gufetti Disobbedienti
Piazza Della Vittoria 11A
Genova

Questa pagina nasce par dare voce a tutti coloro che orbitano attorno all'universo dell'età evoluti

endo_psi endo_psi
Genova

Ti aiuto a prenderti cura della tua mente Psicologa a Genova e online #endometriosi, ansia, depressione

Francesca Vizzino - Psicologa Francesca Vizzino - Psicologa
Corso Torino, 1/7, 1° Piano
Genova, 16129

Pagina Ufficiale Dr.ssa Francesca Vizzino, Psicologa professionista

Studio di Psicologia De Pietri Studio di Psicologia De Pietri
Via Lanfranconi, 5/2
Genova, 16121

Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale