Psicologia Psicoterapia Dott.ssa Chiara Cicala

Svolge la propria attività a Roma, zona Furio Camillo, su appuntamento.

Chiara Cicala si è laureata in Psicologia nel 2002, è abilitata ed iscritta all'Ordine degli Psicologi del Lazio ed è specializzata in psicologia clinica e psicoterapia psicoanalitica.

04/07/2024

A cosa serve lo sport. A cosa serve e vederlo.
A farci vedere come si lotta per migliorarsi.
A fornirci esempi di trasformazione.
A vedere come è importante non abbattersi, che si può cambiare una situazione che sembrava persa.
Che anche perdere a volte è vincere.
“A un certo punto mi sono venuti i brividi, ho sentito il pubblico impazzire. Questa roba qua non ha eguali. Se penso ai momenti in cui soffrivo così tanto da non voler guardare i risultati... È una di quelle partite che tra 20 anni ricorderò con un sorriso.”
Queste le parole di Matteo Berrettini ieri sera.

L’importanza di Carta e Penna per un Pieno Sviluppo delle Capacità dello Studente 01/12/2023

L’importanza di Carta e Penna per un Pieno Sviluppo delle Capacità dello Studente Gli studi rivelano un legame tra scrittura e sviluppo del potenziale di uno studente: è fondamentale quindi riflettere sull’importanza di carta e penna

20/11/2023

I giovani, anche se non sempre lo sanno, stanno male. E non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, fiacca la loro anima, intristisce le passioni. Bisogna perciò educare i giovani a essere se stessi, assolutamente se stessi.

Questa è la forza d'animo. Ma per essere se stessi occorre accogliere a braccia aperte la propria ombra. Di forza d'animo hanno bisogno i giovani soprattutto oggi perché non sono più sostenuti da una tradizione, perché si sono rotte le tavole dove erano incise le leggi della morale, perché si è smarrito il senso dell'esistenza e incerta s'è fatta la sua direzione.

Alla base dell'assunzione delle droghe, di tutte le droghe, anche del tabacco e dell'alcol, c'è da considerare se la vita offre un margine di senso sufficiente per giustificare tutta la fatica che si fa per vivere. Se questo senso non si dà, se non c'è neppure la prospettiva di poterlo reperire, se i giorni si succedono solo per distribuire insensatezza e dosi massicce di insignificanza, allora si va alla ricerca di qualche anestetico capace di renderci insensibili alla vita.

Umberto Galimberti, Il nichilismo e i giovani. (Se vi piace ciò che pubblico, potete trovarmi anche su Instagram, dove vi parlerò dei grandi classici, mi trovate a questo link: https://www.instagram.com/ilprofessorx

03/11/2023

Educare all’unicità, alla
conoscenza e al rispetto delle diversità https://www.amazon.it/gp/aw/d/B08ZDB6LZP

01/10/2023
Lo psicologo e lo psicoterapeuta possono prescrivere farmaci? 27/08/2023

Lo psicologo e lo psicoterapeuta possono prescrivere farmaci? Quali sono le differenze tra psicologo e psicoterapeuta? In quali casi è possibile segnare medicinali ai propri pazienti?

24/08/2023

Interessante riflessione sulla genitorialità

23/08/2023

Sintetico ma efficace

22/08/2023
18/08/2023

Per crescere i figli in modo felice c'è una sola soluzione: le relazioni d'affetto, sia che si tratti di una coppia etero sia che si tratti di una omosessuale. Là dove vige l'amore si cresce bene, là dove vige la violenza o il gelo emotivo si cresce male. Che la smettano di dire che la famiglia è fatta da un uomo e da una donna, perché questa è una visione fondamentalmente materialista. Lo stare insieme non è semplicemente mettere al mondo i figli, ma ha anche il significato di volersi bene, di dedicarsi a un'opera educativa. [...] i figli sono figli non perché vai a letto con una donna e la donna va a letto con un uomo, sono figli perché li cresci, perché stai insieme a loro, perché rispondi alle loro domande, perché stai attento ai loro bisogni. Questo significa "paternità" e "maternità", da chiunque sia svolta.

Umberto Galimberti, Omnibus, Intervista

11/08/2023
06/08/2023

“Allora invece di riempire le scuole di lavagne digitali e ca***te varie, riempiamole di letteratura, perché quello è il luogo eminente in cui impari i sentimenti .
Perché i sentimenti si imparano , non ce li hai per natura. E se uno ha sentimento non brucia un immigrato che dorme sulla panchina
Uno che ha sentimento non picchia un handicappato
Se uno fa queste cose non ha sentimento. Non l’ha imparato .”

Umberto Galimberti, Il segreto della domanda. Intorno alle cose umane e divine.

05/08/2023

"Se cresci
senza nessuno che ti dica
che sei bello o che sei bravo, senza una parola di conforto
che ti rassicuri
dandoti il tuo posto al sole
nel mondo,
niente sarà mai abbastanza
per ripagarti di quel silenzio. Dentro
resterai sempre
un bambino
affamato di gentilezza,
che si sente brutto,
incapace e manchevole,
qualsiasi cosa accada.
E non importa se,
nel frattempo,
sei diventato
la più bella delle creature."

💞
Ferzan Ozpetek

14/07/2023
17/06/2023

I giovani, anche se non sempre ne sono consci, stanno male. E non per le solite crisi esistenziali che caratterizzano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui.

Le famiglie si allarmano, la scuola non sa più cosa fare, solo il mercato si interessa di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove ciò che si consuma non sono tanto gli oggetti che di anno in anno diventano obsoleti, ma la loro stessa vita, che più non riesce a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa. Il presente diventa un assoluto da vivere con la massima intensità, non perché questa intensità procuri gioia, ma perché promette di seppellire l’angoscia che fa la sua comparsa ogni volta che il paesaggio assume i contorni del deserto di senso. Interrogati non sanno descrivere il loro malessere perché hanno ormai raggiunto quell’analfabetismo emotivo che non consente di riconoscere i propri sentimenti e soprattutto di chiamarli per nome

E del resto che nome dare a quel nulla che li pervade e che li affoga? Nel deserto della comunicazione, dove la famiglia non desta più alcun richiamo e la scuola non suscita alcun interesse, tutte le parole che invitano all’impegno e allo sguardo volto al futuro affondano in quell’inarticolato all’altezza del quale c’è solo il grido, che talvolta spezza la corazza opaca e spessa del silenzio che, massiccio, avvolge la solitudine della loro segreta depressione come stato d’animo senza tempo, governato da quell’ospite inquietante che Nietzsche definisce: «Nichilismo: manca il fine, manca la risposta al “perché?”. Che cosa significa nichilismo? – che i valori supremi perdono ogni valore».

E perciò le parole che alla speranza alludono, le parole di tutti più o meno sincere, le parole che insistono, le parole che promettono, le parole che vogliono lenire la loro segreta sofferenza languono intorno a loro come rumore insensato. Un po’ di musica sparata nelle orecchie per cancellare tutte le parole, un po’ di droga per anestetizzare il dolore o per provare una qualche emozione, tanta solitudine tipica di quell’individualismo esasperato, sconosciuto alle generazioni precedenti, indotto dalla persuasione che – stante l’inaridimento di tutti i legami affettivi – non ci si salva se non da soli, magari attaccandosi, nel deserto dei valori, a quell’unico generatore simbolico di tutti i valori che nella nostra cultura si chiama denaro.
Umberto Galimberti

https://ilcenacolointellettuale.blogspot.com/2023/06/umberto-galimberti.html?m=1

31/05/2023

Buongiorno

24/01/2023

La solitudine delle madri diventa tangibile quando avviene l'imponderabile.

E la cosa che più dovrebbe farci riflettere è che nella tragedia si sta perdendo di vista il reale problema.

Qualcuno addossa la responsabilità alla mamma, alle infermiere o alle ostetriche; qualcun altro afferma che la colpa è la pratica del rooming-in; altri affermano che allattare a letto il proprio bambino sia pericoloso.

Ma chi parla della SOLITUDINE delle madri?
Chi denuncia l'impossibilità di avere al proprio fianco (nel travaglio, nel parto e nel post partum) il compagno o una persona di fiducia?

Ancora una volta la Nascita è intensamente violata.

Una mamma viene lasciata da sola, in quel mix di emozioni, stanchezza e sfinimento che l'accudimento di un bambino comporta.
Un padre viene considerato un "visitatore" come un altro e gli è concesso trascorrere appena 30 minuti al giorno con la mamma e il bambino, se gli va bene.

E al ritorno a casa?
Quella solitudine si amplifica.

Le giornate scorrono tra latte, pannolini e stanchezza, e la cosa più semplice diventa una pacca sulla spalla, magari accompagnata da "l'importante è che il bambino stia bene", voltando le spalle alle richieste di una madre che silenziosamente chiede soltanto AIUTO, SOSTEGNO, SUPPORTO e ACCUDIMENTO.

Quella mamma potrebbe essere ognuna di noi.

Un pensiero a Te e al tuo Bambino.

❤️

24/01/2023

L’autopsia dirà se il bimbo di Anna, nome di fantasia, è morto davvero per soffocamento. Saranno i giudici, invece, a dire se qualcuno ha colpe specifiche per la sua morte. Quello che resta di questa storia, però, è lo squallore di una pratica ospedaliera fredda, scostante, affidata a protocolli che servono più alla tutela legale del personale sanitario che alla salute dei pazienti.
Dobbiamo dire di nuovo, da psicoterapeuti, e con più forza, fino a farci sentire da tutti, che la nascita di un bambino è ogni volta un evento insieme miracoloso e pieno di rischi. Che una partita importante per la salute mentale del bambino e di sua madre si gioca nelle prime ore e nei primi giorni di vita. Che la costruzione di un ambiente umano adatto alla importanza dell’evento dovrebbe essere una priorità assoluta per i luoghi del parto e del puerperio. Che la condivisione col padre e con i famigliari dovrebbe essere favorita con entusiasmo e non subita da un personale stanco ed inaridito dai protocolli. Che la presenza di psicologi e assistenti sociali dovrebbe essere assicurata per tutte le situazioni difficili. Che medici ed infermieri dovrebbero essere educati, nelle Università, a rendersi conto del fatto che negli ospedali non si ha a che fare con dei pazienti ma con delle persone. E’ una cultura psicologica e psicoterapeutica quella di cui c’è sempre più bisogno nelle nostre strutture sanitarie. Anche se gli amministratori e i politici non se ne sono ancora accorti.

22/01/2023

Educare vuol dire togliere.

Quando un genitore dice: “io non ho mai fatto mancare niente a mio figlio” esprime la sua totale idiozia.
Perché il compito di un genitore è di far mancare qualcosa, perché se non ti manca niente a che ti deve servire la curiosità, a che ti serve l’ingegno, a che ti serve il talento, a che ti serve tutto quello che abbiamo in questa scatola magica, non ti serve a niente no? Se sei stato servito e riverito come un piccolo lord rimbecillito su un divano, ti hanno svegliato alle 7 meno un quarto la mattina, ti hanno portato a scuola, ti hanno riportato a casa, ti hanno fatto vedere immancabilmente Maria De Filippi perché non è possibile perdersi una puntata di Uomini e Donne, perché sapete che è un’accusa pedagogicamente brillantissima.
Ma una cosa di buon senso, il coraggio di dire di no? Vedete io me lo ricordo, tanti anni dopo, l’1 in matematica e non mi ricordo le centinaia di volte che mi hanno dato 6, perché il 6 non dice niente, è scialbo, è mediocre. Me lo disse mio padre quando tornai a casa. “Papà ho preso 1 in matematica”.
Pensai che avrebbe scatenato gli inferi, non sapevo cosa sarebbe successo a casa mia. Lui invece mi disse: “fantastico, 4 lo prendono in tanti, invece 1 non l’avevo mai sentito. E quindi hai un talento figliolo”. E poi passava dall’ironia ad essere serio: “Cerca di recuperare entro giugno se no sarà una gran br**ta estate”. Fine. Non ne abbiamo più parlato. Perché lui credeva in me. E quando credi in un ragazzo non lo devi aiutare, se è bravo ce la fa. Perché lo dobbiamo aiutare? Io aiuto una signora di 94 anni ad attraversare la strada, ci mancherebbe altro. Perché devo aiutare uno di 18? Al massimo gli posso dire: “Sei connesso? Ecco, questa è la strada , tanti auguri per la tua vita”. Si raccomandano le persone in difficoltà, non un figlio. Perché devi raccomandare un figlio? Perché non ce la fa? Che messaggio diamo? Siccome tu non ce la fai, ci pensa papà. Tante volte ho sentito dire da un genitore: io devo sistemare mio figlio. “Sistemare”. Come un vaso cinese. Dove lo sistemi? Dentro la vetrinetta, sopra l’armadio? Hai messo al mondo un oggetto o hai messo al mondo un’anima? Se hai messo al mondo un’anima non la devi sistemare, l’anima va dove sa andare.
Educare non ha nulla a che fare con la democrazia, dobbiamo comandare noi perché loro sono più piccoli. In uno stagno gli anatroccoli stanno dietro all’anatra. Avete mai visto un’anatra con tutti gli anatroccoli davanti? È impossibile, è contro natura. Perché le anatre sono intelligenti, noi meno.
Un genitore è un istruttore di volo, deve insegnarti a volare. Non è uno che spera che devi restare a casa fino a sessant’anni, così diventi una specie di badante gratis. Questo è egoismo, non c’entra niente con l’amore. L’amore è vederli volare.

[Paolo Crepet]

09/12/2022

Durissimo con i genitori il filosofo Umberto Galimberti, che al Forum Monzani di Modena, presentando il suo ultimo libro, dice:

«Espellerei i genitori dalle scuole, a loro non interessa quasi mai della formazione dei loro figli, il loro scopo è la promozione del ragazzo a costo di fare un ricorso al Tar, altro istituto che andrebbe eliminato per legge.
E alle superiori i ragazzi vanno lasciati andare a scuola senza protezioni, lo scenario è diverso, devono imparare a vedere che cosa sanno fare senza protezione. Se la protezione è prolungata negli anni, come vedo, essa porta a quell’indolenza che vediamo in età adulta.
E la si finisca con l’alternanza scuola lavoro, a scuola si deve diventare uomini, a scuola si deve riportare la letteratura, non portare il lavoro. La letteratura è il luogo in cui impari cose come l’amore, la disperazione, la tragedia, l’ironia, il suicidio. E noi riempiamo le scuole di tecnologia digitale invece che di letteratura? E’ f***e.
Guardiamo sui treni: mentre in altri Paesi i giovani leggono libri, noi giochiamo con il cellulare. Oggi i ragazzi conoscono duecento parole, ma come si può formulare un pensiero se ti mancano le parole? Non si pensa o si pensa poco se non si hanno le parole.»

28/11/2022

L’UMILIAZIONE NON HA MAI UN VALORE EDUCATIVO
L’umiliazione non ha mai un valore educativo.
E’ qualcosa che ti fa sentire sbagliato.
Un educatore competente ti dice “Hai fatto uno sbaglio”.
Mai e poi mai ti dirà qualcosa che ti fa sentire sbagliato.
L’umiliazione è stata la strategia preferita della cosiddetta “pedagogia nera”.
Alice Miller ha approfondito, nei suoi magnifici libri, i danni che essa ha prodotto su intere generazioni.
Michael Haneke, nel film “Il nastro bianco” ha mostrato i danni dell’umiliazione come metodo educativo, in una storia che congela il cuore.
L’umiliazione usata come strumento educativo costringe a vivere nella paura e rende l’apprendimento una strategia finalizzata a compiacere l’educatore.
Genera dipendenza. Mai autonomia e crescita.
Se “funzioni bene” a scuola, ti premio e ti stimo.
Se “funzioni male” a scuola, ti umilio e ti punisco.
Umiliare per promuovere la crescita è sempre – e ribadisco SEMPRE – controproducente.
Ci sono parole che in educazione non dovrebbero mai essere evocate.
MAI.
Una di queste parole è umiliazione.
L’umiliazione a volte – è vero – promuove il riscatto. Ma quasi sempre genera vendetta e dolore inutile.

Spero, penso e presumo che citare una simile parola in un discorso che cerca di spiegare quali sono le “leve” che fanno crescere, sia stato solo un enorme e grossolano errore. Un errore che nel discorso della persona massimamente autorevole in ambito educativo, suona davvero inaccettabile. Se così fosse, occorre – con umiltà (la cui radice etimologica è identica a quella di umiliazione) – saper dire “Ho fatto uno sbaglio. Non lo farò più”. E’ così che si comprende che la persona che fa uno sbaglio in realtà non è una persona “sbagliata”.

Un'ultima riflessione: le parole sono importanti. Chi ha il privilegio di gestire una posizione autorevole deve imparare a selezionarle con una cura assoluta. Sentire la responsabilità di ciò che si dice è un dovere inevitabile e necessario di chi ha il privilegio di poter dire parole che hanno un peso.

23/11/2022

Bellissima
Accademia della Pedagogia ViVa

21/07/2022

“Bambini annoiati ai quali si fanno feste di compleanno grandiose, con torte giganti che non mangiano, con animatori che non ascoltano, con genitori che sembrano schiavi, dei figli e degli occhi della gente. Genitori attaccati a smartphone subitamente pronti a riprendere i figli che mangiano-dormono-bevono-RESPIRANO, troppo impegnati nelle frivolezze quotidiane e nel riempire i vuoti dei loro figli con quintali di giochi-giocattoli-vestiti-dolciumi-vizi inutili perdendo d’occhio quel che conta sul serio: crescere dei figli oggi per permettere loro di diventare adulti domani.
Bambini senza fantasia, che non sanno cosa fare se gli togli un tablet o uno smartphone dalle mani, che non ringraziano, che non salutano, a cui si elemosinano baci, che non accettano mai un NO come risposta. Bimbi iper protetti in tutto dagli errori, dagli insegnamenti, dalla vita...che non conoscono ragioni plausibili per chiedere scusa, per leggere un libro, per socializzare con chi non ha le scarpe firmate o l'ultimo modello di barbie!
Bambine truccate e smaltate, con vestiti da ragazza, con lo specchietto nella piccola borsetta ...che sbadigliano e non disegnano.
Ragazzini che scrivono con le K al posto della C perché la grammatica è obsoleta.
Generazione che cambia, tempi che cambiano, i genitori fanno gli amici, i nonni fanno gli schiavi, gli insegnanti sono gli aguzzini che li stressano, poverini, stanchi come sono alla loro età imprecisata, fatta di troppi SI.
Forse dovremmo fermarci e RIEDUCARE (e in alcuni casi EDUCARE) non come ieri nè come oggi, dare ai piccoli la possibilità di essere piccoli e ai grandi l'occasione di crescere davvero!”

Elpidio Cecere

14/07/2022

Un bambino non diventa gentile perché gli adulti gli spiegano che deve esserlo ma perché gli fanno fare esperienza della gentilezza.

💛

24/06/2022

NELLA VITA SI PUÒ ANCHE NON CAPIRE🥰

Un insegnante si presenta agli scrutini indossando una maglietta con la scritta: “Nella vita si può anche non capire”.

Gli chiedo cosa significhi e me lo racconta. Alcuni giorni prima stava parlando di storia in una classe di quattordicenni un po’ vivaci.

Alla fine della lezione, chiede: «Ragazzi, è tutto chiaro? Avete capito?».
Uno alza la mano: «No, prof, non ho capito. Mi può rispiegare?».
A quel punto i suoi compagni reagiscono all’unisono con toni un po’ aggressivi: «Ma come è possibile che non hai capito?
È così semplice».
«Oh, ragazzi, calma, eh» si difende lui, «nella vita si può anche non capire».

Il professore è colpito da quella frase. E, per rafforzarne il valore, la scrive alla lavagna e la discute con loro. Sottolineando che ognuno ha i suoi tempi e che tutti dovremmo rispettare i tempi degli altri, soprattutto quando sono diversi dai nostri.
Quella lezione rimane così impressa agli studenti che alla fine dell’anno scolastico decidono di regalare al professore una maglietta con la frase detta dal loro compagno, diventata ormai una sorta di motto della classe.

È una piccola storia di scuola, ma carica di significati.
In fondo, in uno studente che rivendica il diritto a non capire è nascosto il senso profondo del nostro fare scuola perché ci ricorda il valore della diversità, l’importanza di tenere conto dei ritmi e dei livelli di apprendimento di ognuno. E testimonia di un piccolo successo educativo perché quel ragazzo ha imparato a difendersi, ad esprimere il proprio punto di vista.

Ma racconta anche di un insegnante che lo ha ascoltato e sostenuto, oltre che di una classe che ha compreso così bene la lezione da fare propria quella frase e trasformarla in maglietta.
Ma in questa storia c’è un’altra verità. Nella vita esistono le persone “normali”. Che non sono geni e non hanno talenti eccezionali.

A scuola abbiamo tanti ragazzi che si impegnano molto, ma non raggiungono i risultati sperati. Non si diplomeranno con voti alti e non prenderanno la laurea con 110 e lode. Ma non importa.

Tutti hanno diritto a stare nella società, ad avere un lavoro, ad essere accettati, rispettati, riconosciuti.
Quei ragazzi avranno altre qualità.
Ci sono persone eccellenti nel loro campo che sono umanamente insopportabili. E la storia è piena di geni con cui era difficile vivere. Arroganti, antipatici, anaffettivi.

Oggi viviamo in un’epoca in cui si tende a esibire i muscoli,
a ricercare persone forti, sicure di sé. E invece forse dovremmo ripartire dall’idea che la vera forza si costruisce ricominciando a guardare con simpatia le nostre debolezze.

La scuola ha il compito di pretendere il massimo dai suoi ragazzi. Ma deve accogliere tutti, a partire da chi ha difficoltà a capire.

Anche perché quelli che ammettono di non capire sono spesso persone migliori di chi è sempre convinto di aver capito tutto.

(Ludovico Arte, Preside dell' ITT Marco Polo, Firenze)

Vuoi che la tua studio sia il Clinica più quotato a Rome?
Clicca qui per richiedere la tua inserzione sponsorizzata.

Digitare

Sito Web

Indirizzo


Rome

Altro Psicologia Rome (vedi tutte)
Daniela Gioria Daniela Gioria
Via Cristoforo Colombo 1897
Rome, 00124

Psicoterapeuta, Psicologa e Coach.

Studio di Psicologia e Psicoterapia  Roma Studio di Psicologia e Psicoterapia Roma
Via Innocenzo X, 4
Rome, 00152

Dott.ssa DANIELA BENEDETTO, Psicologa e Psicoterapeuta EMDR, Istruttore Senior MINDFULNESS, Perfezionata in Processi Genitoriali, Adozione Minori.

Scuola Romana Rorschach Scuola Romana Rorschach
Via Di Santa Croce In Gerusalemme 63
Rome, 00197

Istituto Italiano di Studio e Ricerca Psicodiagnostica - Scuola Romana Rorschach www.scuolaromanaror

Dott.ssa Tina Calbi - Psicoterapeuta Dott.ssa Tina Calbi - Psicoterapeuta
Rome, 00124

Il sintomo è la possibilità che la vita ci offre per cambiare in meglio.

Psicologa-psicoterapeuta Roma EUR Psicologa-psicoterapeuta Roma EUR
Studio:Via Luigi Lilio, 19
Rome, 00142

Dott.ssa Barbara Corte psicologa-psicoterapeuta studio: Roma via luigi Lilio, 19 tel 320/3295200 e-mail: [email protected]

Psicologia Garbatella Psicologia Garbatella
P. Zza Oderico Da Pordenone, 1
Rome, 00145

Psicologia Garbatella "LA PSICOLOGIA NEL TERRITORIO" La pagina dello studio psicologico psicoterapeu

Nadia Urbano Psicoterapeuta - Roma Nadia Urbano Psicoterapeuta - Roma
Piazza Dei Navigatori 7
Rome, 00154

Consulenze e psicoterapie individuali, di coppia e familiari

Studio di Psicologia - Dr Riccardo Cicchetti Studio di Psicologia - Dr Riccardo Cicchetti
Via Vincenzo Cesati 7
Rome, 00171

Dott. Riccardo Cicchetti - Psicologo Riceve a Roma e Avezzano (AQ) Effettua colloqui Online Consulen

Dott.ssa Sandra Salvati Psicologa Dott.ssa Sandra Salvati Psicologa
Largo Gaetano La Loggia, 33/Scala C
Rome

Rivolgersi ad un psicologo significa darsi l’opportunità di conoscere la motivazione, che si cela dietro i nostri bisogni fisici, affettivi, psicologici.

Dott.ssa Alessandra Gasperini Dott.ssa Alessandra Gasperini
Rome, 00199

La psicoterapia è un viaggio che si fa in due e credo che il compito dello psicoterapeuta sia quello di assistere e accompagnare la persona nella ricerca e nella scoperta del suo v...

Psicologa e Psico-oncologa dott.ssa Rossella Memoli Psicologa e Psico-oncologa dott.ssa Rossella Memoli
Rome

Nata a Salerno, vivo e lavoro a Roma. Psicologa clinica Psico-oncologa. Ricevo su appuntamento

Psicologa Maria Sole Liberati Psicologa Maria Sole Liberati
Via Domenico Cucchiari
Rome

Consulenza Sessuale- Ansia - Stress - Attacchi di panico