Dott.ssa Federica Cerbino Psicologa

Specializzata nel trattamento di adolescenti e adulti, difficoltà di apprendimento, disturbi d'ansia, disturbi dell'umore, disturbi della personalità.

25/02/2022

APPELLO ALLA PACE

Dopo 70 anni di pace, il cuore dell’Europa è diventato da ieri nuovamente teatro di guerra.

L’invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate russe non può non suscitare l’orribile déjà vu di quanto accaduto nel settembre 1939, quando Hi**er invase la Polonia scatenando la 2a guerra mondiale e dando il via alla pagina più scellerata della storia dell’uomo chiamata Shoah.

Assistiamo con orrore alle immagini in diretta di questa tragedia, dai luoghi del disastro, in preda al senso del più impotente e cupo sconforto, consapevoli dell’ennesima sconfitta della ragione e di ogni sentimento di umanità.

La potenza delle forze distruttive, che ha generato in Freud alla fine della prima guerra mondiale l’idea di una pulsione di morte che può esprimersi a livello individuale e sociale, si dispiega nuovamente sotto i nostri occhi, con la corte di operazioni di diniego e scissione, massicce identificazioni proiettive, allucinazioni negative di pezzi di realtà, costruzioni deliranti megalomaniche e persecutorie, appoggiate su menzogne ripetute incessantemente perché possano alfine essere scambiate per verità.

Gli psicoanalisti assistono a questo spettacolo con maggiore sgomento perché sanno leggere la sua drammaturgia, ne colgono i significati nascosti, seguono le tracce del movimento mortificante e mortifero, prima ancora che sia giunto alla meta e che abbia finito di compiere la sua opera.

Per questo hanno la responsabilità di far sentire, con ferma e inappellabile sicurezza, la loro voce contro la guerra, contro la sopraffazione dei diritti umani, contro l’annientamento delle differenze, contro la rottura di quei confini che rendono i nostri paesi luoghi d’incontro e non di scontro, luoghi di ospitalità e non di brutale sopraffazione, luoghi di civiltà e non di barbarie.

Ci piace qui ricordare le considerazioni più che “attuali” di Freud sulla Guerra e la morte del 1915:

“Poi, la guerra a cui non volevamo credere è scoppiata, ed stata per noi una fonte di... disinganno.
Non solo essa è più cruenta e più distruttiva di tutte le guerre del passato, per i terribili perfezionamenti apportati alle armi di difesa e d'attacco, ma è altrettanto, se non più, crudele, accanita, spietata che qualunque di esse.
Essa non tiene alcun conto delle limitazioni alle quali ci si attiene in tempo di pace e che formano ciò che chiamiamo il diritto delle genti, non riconosce i riguardi dovuti al ferito ed al medico, non fa alcuna distinzione tra combattenti e popolazione civile. Calpesta tutto ciò che trova sul suo cammino, e questo con una rabbia cieca, come se dopo di essa non dovesse più esserci avvenire né pace tra gli uomini. Distrugge tutti i legami comunitari che ancora uniscono tra di loro i popoli in lotta e minaccia di lasciare dietro di sé rancori che renderanno impossibile, per molti anni, la ricostituzione di questi legami”. *

La Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica lancia un appello accorato affinché ognuno senta la responsabilità di contribuire alla riconquista della Pace, al ripristino dei Diritti Umani e della libertà di pensiero, di ogni individuo in ogni paese del mondo.

Durante l’emergenza pandemica è stata vitale e vitalizzante l’assunzione di responsabilità di ciascun individuo per garantire la sicurezza della comunità.

Riteniamo fondamentale, di fronte all’esplosione di questa guerra, richiamarci alla stessa responsabilità, tanto più in riferimento alla professione che svolgiamo, per la salvaguardia di quei legami comunitari a cui Freud si appellava più di un secolo fa.



La Presidente S.I.P.P.

Silvia Grasso

Il Comitato Esecutivo S.I.P.P.

Chiara Nicolini

Nicoletta Collu

Mariangela Villa

Raffaele Caprioli

Gino Rimondi

Roberto Metrangolo



* Considerazioni attuali sulla guerra e la morte, titolo originale “Zeitgemässe über Krieg und Tod” pubblicato la prima volta in «Imago», 4, 1915. Ediz. italiana Newton Compton Testi, n.17, 1976, pp.16-43)

12/11/2021

SERIE TV
“Squid Game” – Commento di Angelo Moroni

https://www.spiweb.it/cultura-e-societa/cinema/squid-game-commento-di-a-moroni/

"La serie tv sud coreana “Squid Game” sta facendo molto parlare di sè, soprattutto perchè declina il tema del “gioco” nell’ambito di un extreme noir movie, che può prestarsi facilmente a modalità imitative da parte di bambini e adolescenti, i quali in tema di “games” sono certamente i più fragili e coinvolgibili. Proprio per questa sua caratteristica di oggetto estetico-filmico dai risvolti ambigui, cinematograficamente molto interessanti, vogliamo dedicare uno sguardo psicoanalitico a quest’opera, soprattutto relativamente alla sua fruizione da parte delle nuove generazioni e ai suoi messaggi."

DDL ZAN: che occasione abbiamo perso? 29/10/2021

DDL ZAN: che occasione abbiamo perso? Decenni di ricerche in campo psicosociale sottolineano chiaramente quanto l’assenza di una adeguata tutela da parte dello Stato nei confronti delle persone o...

Timeline photos 10/10/2021

World Mental Health Day 2021
October 10

Mental health care for all: let's make it a reality

https://buff.ly/3tWxh2O

Timeline photos 08/09/2021

In psychoanalysis, it’s not only

a physical space

but also a mental space
we enter
with our patient.

29/07/2021

In ricordo di Albert Bandura, psicologo canadese noto per il suo lavoro sulla teoria dell'apprendimento sociale, specie nel suo impatto sulla teoria sociale cognitiva, che ci ha lasciati ieri all'età di 95 anni.

💭 “Fidarsi di te stesso non garantisce il successo, ma fallire nel farlo garantisce il fallimento.” – Albert Bandura

Bambini e adolescenti senza sostegno nell'era Covid: esplosi i disturbi mentali. Il primo passo: lo psicologo nelle scuole. "Diventi strutturale" - Il Fatto Quotidiano 04/05/2021

Bambini e adolescenti senza sostegno nell'era Covid: esplosi i disturbi mentali. Il primo passo: lo psicologo nelle scuole. "Diventi strutturale" - Il Fatto Quotidiano Nessuno si salva da solo. Men che meno un bambino che sta crescendo o un adolescente che sta costruendo la sua identità. Una consapevolezza sufficiente per pretendere in una società l’esistenza di una rete di intervento capace di rispondere al bisogno di aiuto psicologico delle generazioni più ...

27/04/2021

... Qualcosa di straordinario e terapeutico...

Nella GIORNATA MONDIALE DEL DISEGNO, ripartiamo dallo scarabocchio.
Su spiweb troviamo il lemma Squiggle a cura di Paola Ferri.
https://www.spiweb.it/spipedia/squiggle-psicoanalisi-cura-paola-s-ferri/

"Winnicott propone al bambino uno scarabocchio (Squiggle) da cui sviluppare un disegno. Il bambino e l’analista associano liberamente e analizzano, con leggerezza, i contenuti emersi."

09/04/2021

Condivido ogni parola espressa dai colleghi di Altra Psicologia.. Uno scivolone davvero poco gradevole e soprattutto in perfetto stile caotico quale versa il nostro paese in questo momento e sulla situazione vaccini. Da professionista di questa categoria è davvero avvilente sentire parole di questo tipo da un capo del Governo e da chi dovrebbe invece tutelare la salute mentale dei propri cittadini... Ma se così fosse queste parole non sarebbero nemmeno state pronunciate e non ci troveremmo qui nemmeno a discuterne.
Punto.

Le parole di Draghi mostrano una conoscenza stereotipata degli psicologi, e forse anche della salute mentale.

Non intendiamo gridare allo scandalo o stracciarci le vesti.

Comprendiamo la situazione di difficoltà e tensione.

Ma la nostra associazione intende prendere fermamente posizione sulle parole di Draghi.

Per noi sono state inappropriate, espressione probabilmente di una scarsa conoscenza del nostro lavoro e forse della salute mentale in Italia.

Ma vogliamo anche spendere qualche parola nel merito della questione delle priorità dei vaccini per gli operatori sanitari.

In emergenza, e in carenza di risorse, è necessario stabilire delle priorità.

Così è accaduto per le vaccinazioni contro il Covid-19.

Le priorità non hanno a che fare con il merito, il riconoscimento, il privilegio.

Sono metodi per massimizzare i risultati.

Per questo le dichiarazioni del presidente Draghi sugli psicologi sono inaccettabili.

Gli psicologi non hanno avuto alcun privilegio, sono stati semplicemente inseriti all'interno di una campagna vaccinale nel posto che è stato loro assegnato dal Governo, dalle Regioni e dalle ASL.

La decisione di inserire intere categorie professionali in priorità, invece di considerare variabili come l'età o il livello effettivo di rischio, non è degli psicologi ma del Governo.

Gli psicologi hanno semplicemente seguito il destino vaccinale delle professioni sanitarie.

Non possiamo essere accusati di essere la causa dei ritardi delle vaccinazioni di anziani e soggetti fragili, specialmente considerando che lo stesso Presidente Draghi ha firmato meno di una settimana fa un Decreto Legge che ci impone l'obbligo vaccinale per poter esercitare.

Il Governo non può scaricare su una categoria professionale le proprie responsabilità di non aver organizzato adeguatamente le priorità vaccinali.

L’OMS aveva dato precise linee guida per stabilire le priorità vaccinali per gli operatori sanitari, in questo documento: [OMS > https://bit.ly/3rt4ksj ]

L'Italia, nel proprio piano vaccinale ancora in vigore, le ha completamente disattese.

Per l’OMS gli operatori sanitari non avrebbero dovuto avere i vaccini in priorità indiscriminata e assoluta, ma avrebbero dovuto essere vaccinati insieme alla popolazione generale secondo quattro fasce di rischio: low, medium, high, very high.

Nella traduzione del Governo italiano, il piano dell'OMS si è tradotto nella nebulosa definizione di 'operatore sanitario in prima linea', che non permette di operare alcuna priorità in base al rischio.

Sono così entrati in priorità vaccinale praticamente tutti gli operatori sanitari italiani, e ad un certo punto questa platea è coincisa con tutti gli iscritti agli albi delle professioni sanitarie.

Draghi ha ragione quando afferma che c'è stato un ampliamento eccessivo del concetto di 'operatore sanitario in prima linea'.

Ma la definizione, del tutto aspecifica, si è prestata alle applicazioni più fantasiose.

E questo non è certo colpa degli psicologi.

Certamente ci sono state pressioni corporative da parte delle più svariate categorie, dagli avvocati ai magistrati, dai giornalisti fino alle professioni sanitarie.

Ma in un contesto di chiarezza delle regole - responsabilità del Governo - nessuna pressione avrebbe potuto attecchire.

Sotto a tutto questo, schiacciati fra la pandemia e le difficoltà di lavoro, ci sono i professionisti.

Forse qualcuno, di qualunque categoria, ne avrà davvero approfittato.

Ma la maggior parte dei professionisti in realtà ha semplicemente risposto alla chiamata della propria ASL o del proprio datore di lavoro.

A maggior ragione, dopo l'introduzione dell'obbligo vaccinale da parte del Governo, motivato dalla necessità di tutelare l'utenza (non il professionista).

A questo richiamo, anche gli psicologi hanno risposto con coscienza e responsabilità verso i pazienti e gli assistiti, che sono spesso soggetti fragili anche nel privato, che in questa cronica carenza del Servizio Pubblico spesso supplisce erogando prestazioni che dovrebbero essere garantite perché iscritte nei LEA.

Le parole di Draghi non colpiscono gli psicologi, ma la salute mentale e psicologica della popolazione duramente provata dalla crisi pandemica.

Confidiamo che questo incidente di percorso sia l'occasione per il Presidente Draghi, per il Governo, per i suoi consulenti, di approfondire in modo puntuale la situazione vaccinale e sanitaria, e i bisogni di salute mentale e psicologica della popolazione.

04/04/2021

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